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Mancano tre giorni alla grande festa della vela. Siete tutti invitati

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velafestivalQuarta edizione del TAG Heuer VELAFestival, l’unico evento italiano consacrato unicamente al mondo della vela, la logica estensione del Giornale della Vela. Anche quest’anno si svolge a Santa Margherita Ligure, “Santa” per gli habitués, il porto ideale che rappresenta il rifugio ideale mediterraneo, inserito nel golfo del Tigullio, con il monte di Portofino a fare da riparo.

VELA MAGGIO 2016_Pagina_001VI ASPETTIAMO (E PER VOI C’E’ UN REGALO)
Siete tutti invitati a questa festa della vela che non è il solito salone nautico che si esaurisce in un’area espositiva, ma offre molto altro. A cominciare dai grandi eventi che animano la spettacolare area appesa sulle rocce con vista mare, il porto, il golfo, la spiaggia che ospitano ben tredici eventi. Per proseguire con le sedici attività e spazi espositivi, per soddisfare ogni esigenza e ad ogni età. Perché la vela si vive in ogni arco della vita, da 1 a 90 anni. Sono centinaia le barche coinvolte, dalle decine in esposizione da 3 a 30 metri, alle 200 che partecipano alla VELA Cup, la manifestazione velica più affollata del Tirreno. Vi aspettiamo. A proposito, presentando una copia di maggio del Giornale della Vela all’info point del TAG Heuer VELAFestival, riceverete in regalo l’esclusiva borsa griffata TAG Heuer!

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Avventure, regate e tecnologia… vi sveliamo i migliori video del GdV digitale di Maggio

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videoPerché piace così tanto la versione digitale del Giornale della Vela (disponibile per device Apple e Android o anche su Edicola Italiana per godervelo anche su pc)? Perché oltre a quanto potete scoprire nella versione cartacea, ci sono anche tanti contenuti aggiuntivi, dalle foto ai video. Ecco quelli che ci sono piaciuti di più e che trovate nel numero di Maggio, dalle barche agli accessori, dalle grandi avventure ecologiche alle ultime novità in fatto di accessori e tecnologia. Buona visione!

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INCHIESTA Professione narcoskipper

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ressources_foromontaggio ok
Pablo Escobar, il narcotrafficante colombiano più famoso del mondo (recentemente la sua figura è stata riportata alla ribalta dalla serie TV Narcos), al timone? Ovviamente si tratta di un (palese) fotomontaggio:
può far sorridere, ma si tratta di riso amaro. Il traffico di droga a bordo di barche a vela ha preso piede, soprattutto nell’ultimo periodo. Negli anni ’70 c’era già chi lo praticava per portare l’hashish ai cosiddetti “capelloni”. Skipper più o meno esperti che puntavano la prua verso il Marocco o il Libano e tornavano con le barche cariche di “fumo” destinato al mercato italiano. Ma si trattava di iniziative isolate e non legate a vere e proprie strutture organizzate. I tempi sono cambiati e con essi anche il mercato della droga. Probabilmente in peggio. Adesso in barca a vela si traffica cocaina, per conto di Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta: i margini di guadagno sono molto più ampi e, come vedremo, i controlli lasciano a desiderare.

UN 45 PIEDI IMBOTTITO DI COCA
L’ultimo caso riguarda un vecchio Beneteau di circa 45 piedi con 506 chili di cocaina a bordo, per un totale di 100 milioni di euro potenziali, fermato a Capo Verde: la droga era destinata al mercato emiliano. Sono scattate le manette per sei persone (tra cui due italiani, un 48enne di origine bolognese ma residente a Riccione, Maurizio Rossi, bloccato a Barcellona e Maurizio Radoni, 44enne di Ravenna), tra le quali le due persone a bordo dell’imbarcazione, ovvero lo skipper spagnolo e un brasiliano. Per evitare che la droga venisse trovata hanno tentato di dar fuoco all’imbarcazione, provocando il ferimento di due agenti della polizia e ustioni sul corpo dello stesso skipper.

Schermata 05-2457511 alle 17.34.10UN BUSINESS IN CRESCITA
Ma il caso è soltanto il più recente di una lunghissima lista. Trasportare droga in barca a vela, come abbiamo anticipato, è un business in crescita. Per pochi che vengono “pescati”, centinaia di skipper trafficano polvere bianca con barche usate partendo dai porti di Brasile, Perù, Colombia e Venezuela per approdare lungo le coste spagnole o, come sta accadendo recentemente, per eludere i controlli sempre più stringenti, sulla costa occidentale dell’Africa, dove esistono veri e propri depositi attrezzati di tutto punto. Una sorta di base di stoccaggio ideale, perché i controlli sono pochi, e la corruzione è diffusa. Così Capo Verde, Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio sono le nuove destinazioni degli skipper della droga. Il sistema più sicuro è questo: si giunge al largo delle Isole Canarie, di Capo Verde e delle Azzorre dove la droga viene trasbordata su battelli da pesca provenienti dai porti africani. Oppure viene portata in continente e spedita a destinazione grazie a piccoli corrieri compiacenti che in aereo, solitamente, fanno scalo in Francia o in Olanda.

I NUOVI “ESCOBAR” DELLA VELA
Un vero boom secondo gli investigatori antidroga di tutta Europa. Un rapporto riservato traccia l’identikit dei nuovi narcotrafficanti di cocaina del terzo millennio: sono 35/40enni europei con un passato di manager, dirigenti, finanzieri e piccoli imprenditori che, a causa della crisi, perdono il posto di lavoro o sono costretti a chiudere la propria attività. Li accomuna la passione per la vela e la capacità di saper condurre un’imbarcazione per lunghe navigazioni oceaniche. Ecco chi sono gli skipper della droga di questo inizio millennio, persone insospettabili che usano come paravento il fatto di prendere un periodo sabbatico alla ricerca di una vita semplice nella natura in attesa dell’uscita dalla crisi economica. In realtà questi soggetti, precisa il rapporto che gira negli ambienti della EMCDDA (agenzia europea della droga), decidono di intraprendere una vera e propria attività criminale, attirati dalla possibilità di arricchirsi illegalmente, di fare “il colpo grosso” reinvestendo poi i proventi del commercio della cocaina in attività lecite.

CONFESSIONI DI UN NARCOSKIPPER
Noi abbiamo conosciuto uno di questi “narcoskipper” mentre eravamo alle Canarie, in occasione della partenza della ARC (Atlantic Rally for Cruisers). Italiano, 42enne, lavorava come direttore delle vendite in una piccola-media azienda: “Qualche anno fa mi hanno lasciato a casa”, ci ha raccontato, “e sulle prime non sapevo che pesci pigliare. Percepivo uno stipendio alto e non mi ero mai fatto mancare nulla, per cui non avevo messo da parte soldi. Avevo frequentato un corso di vela oceanica e vado in barca fin da ragazzino per cui, tramite amici di amici, sono venuto a conoscenza di questa possibilità (ovvero diventare corriere di droga in barca a vela, per conto della ‘Ndrangheta, ndr). Con l’aiuto di un mio amico che mi ha prestato i soldi ho acquistato un vecchio 41 piedi ai Caraibi e sono sceso verso la costa colombiana fino a Cartagena. Ho restituito il denaro al mio amico dopo le prime due “consegne” dalla Colombia a Capo Verde. I margini di guadagno sulla coca sono davvero alti”. Adesso, dopo alcuni viaggi, ha “cessato l’attività”, fiutando il rischio e guardandosi bene dal tornare in Italia. Ha optato per le Canarie, meta della sua ultima navigazione “per lavoro”, dove ha aperto un’impresa assolutamente legale (ci ha chiesto di non rivelare di che cosa si occupa) con i soldi guadagnati con il traffico di droga. “Se lo rifarei? Solo se mi ritrovassi nuovamente in braghe di tela: ti trovi a lavorare con gente davvero senza scrupoli e a volte alla cieca. Prima di ogni viaggio ricevevo le coordinate precise sul luogo del trasbordo: sempre in alto mare, navi cargo e perfino petroliere con il trasponder spento per settimane, per non essere localizzate”.

01_febbraio 2007 blausI CASI PIU’ NOTI
Ce ne sono davvero tanti, di colleghi del narcoskipper che ha accettato di raccontare la sua storia. Casi noti e clamorosi sono quelli dello Jongert Blaus VII di proprietà dello skipper padovano Mattia Voltan, sequestrato nel 2007 (all’epoca Voltan aveva 32 anni) dalle autorità portoghesi, che avevano trovato ben due tonnellate di cocaina appena giunta dal Venezuela o del francese Stèphane Colas, che ha iniziato stipando la sua imbarcazione con 400 kg di cocaina sulla rotta dal Venezuela a Madeira e alle Canarie, fino a che non è stato beccato dalla polizia spagnola.

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A Santa Margherita già sventolano le bandiere del VELAFestival. Ecco le prime foto

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FullSizeRender 3A Santa Margherita già sventolano le bandiere della quarta edizione del TAG Heuer VELAFestival, quando il count down segna meno due giorni al via della manifestazione. Siamo già qui e guardando dall’alto la calata del porto, già fervono i preparativi…

FullSizeRenderSono arrivate le prime imbarcazioni, il Saffier 6.5o in anteprima italiana, la flotta Italia Yachts con il 9.98 e il 12.98, il Pogo 30 e il cantiere Bavaria per la prima volta al VELAFestival ci ha portato il 41 e il 51.

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Ma anche il Beach Village è quasi pronto per ospitare Sup, kayak, derive da provare in mare e una spiaggia dove prendere il sole, così come sta prendendo forma anche la nostra Area Hospitality TAG Heuer dove sarà allestito il palco che ospiterà tutti i grandi eventi del VELAFestival a da dove si accederà alla terrazza a picco sul mare…FullSizeRender 2

VELA MAGGIO 2016_Pagina_001Siete tutti invitati a questa festa della vela che non è il solito salone nautico che si esaurisce in un’area espositiva, ma offre molto altro. A cominciare dai grandi eventi che animano la spettacolare area appesa sulle rocce con vista mare, il porto, il golfo, la spiaggia che ospitano ben tredici eventi. Per proseguire con le sedici attività e spazi espositivi, per soddisfare ogni esigenza e ad ogni età. Perché la vela si vive in ogni arco della vita, da 1 a 90 anni. Sono centinaia le barche coinvolte, dalle decine in esposizione da 3 a 30 metri, alle 200 che partecipano alla VELA Cup, la manifestazione velica più affollata del Tirreno. Vi aspettiamo. A proposito, presentando una copia di maggio del Giornale della Vela all’info point del TAG Heuer VELAFestival, riceverete in regalo l’esclusiva borsa griffata TAG Heuer!

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Che botta alla Pesaro-Rovigno! Di chi è la colpa? GALLERY

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pesaro-rovignoCosa succede quando due barche cozzano l’una contro l’altra, e una è il doppio dell’altra? Le conseguenze le potete vedere in questa gallery (ph. Luca Toni e Fotoprint) che ritrae lo scontro tra l’80 piedi Chica Magnum di Michele Cinquepalmi e il 42 piedi Kuka alla Pesaro-Rovigno, classica d’altura adriatica andata in scena proprio questi giorni. Lo Sly 42 di Roberto Casadei è stato praticamente distrutto, l’albero è venuto giù e a bordo si è contato persino un ferito lieve.

CHE BOTTA!

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Luca Toni - REGATA VELICA PESARO ROVIGNO  REGATA VELICA PESARO ROVIGNO  REGATA VELICA PESARO ROVIGNO

CHI HA SBAGLIATO?
Le immagini fanno discutere. Dalle foto sembrerebbe che al momento dell’impatto Chica Magnum fosse mure a dritta, avendo quindi il diritto di rotta, ma il regolamento di regata parla chiaro: bisogna fare qualsiasi cosa pur di tenersi discosti e di evitare la collisione. Soprattutto con barche di tali stazze. Se c’è stato un errore, chi ha sbagliato? Se qualcuno avesse visto l’incidente in tempo reale, ci faccia sapere come è andata!

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Sei sicuro di avere scelto il parabordo giusto?

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130628_112937_diversBasta decidere il diametro corretto, il numero e cercare di spendere il meno possibile. Questo di solito facciamo quando si tratta di scegliere i parabordi per la nostra barca. Ma in realtà l’argomento merita di essere trattato con minor superficialità. Innanzitutto basta approfondire un minimo le ricerche ed ecco che ci si aprirà davanti agli occhi un mercato quanto mai vario: non solo fatto di parabordi cilindrici e sferici, ma anche rettangolari, piatti, gonfiabili, angolari.

In questo articolo mettiamo a confronto le due “famiglie” più diffuse di parabordi, quella tradizionale dei cilindrici e quella più moderna dei piatti, con tanto di pro e contro. quanti parabordi mi servono? Iniziamo con alcune considerazioni e consigli generali: visto che come anticipato l’offerta è ampia e variegata il modello scelto dipenderà molto dalle vostre abitudini di navigazione e dalla vostra capacità di tenere a bordo queste preziose, ma ingombranti, protezioni. Per una barca di 12 metri, saranno sufficienti sette parabordi. Tre per mura, più uno da tenere pronto in caso di emergenza. Se frequentate porti molto affollati, o non proprio perfettamente ridossati, potreste avere bisogno di qualche protezione in più: parabordi tradizionali aggiuntivi oppure angolari in modo tale da parare eventuali urti di prua e poppa.

226-G5blueI PARABORDI CILINDRICI
I parabordi a forma cilindrica (o sferica, ma soprattutto su barche grosse a causa del loro ingombro maggiore) sono quelli maggiormente diffusi sul mercato e quindi presentano costi minori. Polyform, Plastimo, Majoni, Dan Fender sono alcuni dei produttori che distribuiscono tramite gli shipchandler o sui loro negozi online. Cilindrici o sferici, la principale caratteristica di questi parabordi è quella di poter rotolare lungo la fiancata.
Un punto forte in caso di ormeggio o accosto movimentati, che permetterà alla barca di posizionarsi senza disagi lungo un pontile o affiancata a un’altra imbarcazione. Va detto però che questa capacità di rotolare e oscillare lungo la murata ha il suo punto debole quando si tratta di proteggere una barca all’ormeggio per diverse settimane. A forza di rotolare, il parabordo rischia infatti di spostarsi verso l’alto. Inoltre, se la cima non è ben regolata, assisterete a un fastidioso cigolio.

PEZZO UNICO O IN DUE PEZZI?
Di solito i parabordi cilindrici sono in PVC e alle due estremità hanno due occhielli per far passare le cime (la valvola di gonfiaggio è posta nella parte superiore), il parabordo può essere fatto in un pezzo solo, o avere le teste stampate separatamente (questa soluzione è leggermente più cara). Quali scegliere? Quelli realizzati in un pezzo unico si usureranno meno nel tempo e saranno meno sensibili agli sforzi rispetto a quelli cavi. Bisogna però pensare che con un utilizzo classico, difficilmente gli sforzi ai quali saranno sottoposti i parabordi convergono sugli anelli superiori e inferiori tramite le cime, ma più spesso sono dovuti alla compressione del corpo del parabordo tra scafo e pontile: sarà quindi la parte centrale quella più sollecitata. E i parabordi realizzati in due tempi dispongono di un corpo centrale più resistente alle deformazioni.

plastimo_-_pare-battage_plat_65_x_31_x_7.4_cm-1I PARABORDI PIATTI
Sviluppati da oltre dieci anni per le barche da regata d’altura (legato al bisogno dei regatanti di disporre di protezioni su misura, con i colori dello sponsor, veloci da stivare e capaci di proteggere i loghi sulle fiancate), i parabordi piatti e rettangolari hanno fatto il loro ingresso sulle barche da crociera abbastanza di recente. Sono costituiti un blocco di schiuma chiuso in un involucro dotato di solide cinghie sui quattro angoli.

Un parabordo piatto ha il vantaggio di restare fermo lungo lo scafo, riducendo così i rischi che la protezione non sia al suo posto nel momento del bisogno. Inoltre, non è soggetto alle variazioni di temperatura, quindi non ci sono rischi di deformazione in caso di calore eccessivo. La sua schiuma a celle chiuse (pensata per evitare qualunque infiltrazione di acqua di mare) manterrà nel tempo tutte le sue capacità. Se l’involucro dovesse rovinarsi prematuramente, qualunque veleria sarà in grado di sistemare una cucitura o una cinghia strappata. Decisamente durevoli nel tempo, questi parabordi possono avere un doppio utilizzo: non solo protezione, ma anche… cuscino in pozzetto! Infine, il loro formato consente un notevole guadagno di spazio nei gavoni, ma anche nei porti. Infatti, a parità di altezza, i parabordi piatti sono solitamente meno spessi. Una caratteristica importante quando si parte per la crociera.

PIATTO E’ BELLO (MA NON PERFETTO)
Sembrerebbe perfetto, ma anche il parabordo piatto ha i suoi difetti: tralasciando il prezzo maggiore rispetto ai tradizionali cilindri, innanzitutto, dato che non può ruotare lungo lo scafo, la faccia che tocca il gelcoat deve essere ricoperta di un tessuto morbido per evitare di rovinarlo. In più, poiché non è fissato allo scafo ed è leggero, tende a ruotare con il vento. Più la sua misura aumenta, più questo fenomeno si accentua.

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Miceli torna in pista: questa volta sfida i ghiacci polari!

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downloadMatteo Miceli si rimette in gioco. Il velista romano lo scorso anno si era lanciato nel giro del mondo a impatto zero con il suo Class 40, ma era affondato al largo delle coste del Brasile dopo aver percorso oltre 20.000 miglia (qui il resoconto del naufragio): come ogni buon marinaio che si rispetti, Matteo a terra proprio non ci sa stare. Ed ecco che si butta in una nuova avventura: questa estate tenterà il mitico “Passaggio a Nord-Ovest” in barca a vela: a bordo di Pachamama, barca in alluminio di 15,15 metri, che dal 2002 gira il mondo per attirare l’attenzione sui cambiamenti climatici compiendo imprese straordinarie, con due coniugi svizzeri, Dario-Andri Schwörer e Sabine Schwörer-Ammann, sul ponte di comando. La particolarità è che questa coppia naviga sempre insieme ai suoi cinque figli, cinque diavoli biondi che hanno età comprese tra gli 11 anni e i cinque mesi. Insieme a Matteo Miceli, partirà anche Corinna Massimi, nuotatrice e velista, che si occuperà anche di documentare questa avventura. Partenza a maggio destinazione Hawaii, dove Pachamama è ormeggiata, e poi rotta verso l’Alaska ai primi di giugno.

nordovestpassageDAL CALDO DELLE HAWAII AI GHIACCI POLARI
“Partiremo dalle Hawaii non appena avremo notizie che i ghiacci si stanno sciogliendo”, racconta Matteo. “Dalle Aleutine andremo verso lo stretto di Bering passando, possibilmente, in mezzo alle due isole Diomede, una russa e l’altra americana, dove c’è la linea del cambio data. Poi il Mare di Beaufort, perennemente ricoperto dai ghiacci attraverso i quali dovremo trovare un passaggio per arrivare alla Baia di Baffin in Groenlandia e quindi finalmente in Atlantico”

Best-Explorer_3SE CADI IN ACQUA, MUORI
A cosa andrà incontro Miceli? A raccontarcelo è Salvatore Magri, che ha compiuto il Passaggio a Nord-Ovest l’ha compiuta nel 2012, su Best Explorer, un Cutter in acciaio di 15,17 metri, con la prua rinforzata con 6mm. di acciaio inox e 21 persone che si sono alternate a bordo, capitanata da Nanni Acquarone: “E’ un’impresa molto complicata – commenta Magri – nella quale occorre tanta pazienza e tanto buon senso. Ci sono molti problemi da affrontare e tra questi, paradossalmente, non c’è il freddo. Siamo nella stagione climaticamente migliore, con i ghiacci che si sciolgono e che consentono, non sempre, il passaggio, ma la temperatura esterna non è certo proibitiva. Lo è invece quella dell’acqua, perché è sempre di poco superiore allo zero, per la gran quantità di ghiaccio che riceve continuamente dallo scioglimento dei ghiacciai. Cadere dalla barca equivale a morire. Il tempo di sopravvivenza a quelle temperature è di circa 5 minuti ed è difficile recuperare un uomo in mare in così breve tempo. Noi siamo stati sempre legati quando eravamo in coperta. Non ci sono state eccezioni ed è una raccomandazione che mi sento di fare a Matteo”.

ab728afb-d0fc-4896-8436-97903bf58db1MA QUALI MAPPE!
Dal canto suo, Miceli sa bene ciò che dovrà affrontare: “Abbiamo visto chiaramente come affrontare il ghiaccio e gli iceberg e di come la navigazione sia diversa a quelle latitudini”, dice Matteo, “dove le mappe sono quasi inutili. Anzi molte zone non sono nemmeno mappate. D’altronde lo spostamento dei ghiacci è tale e così veloce che quello che puoi trovarti davanti varia di ora in ora. Dopo aver visto le immagini capisco il perché di certe rotte assurde disegnate sulla mappa. Dopo due giorni puoi trovarti a passare nello stesso punto nel quale eri stato fermato da un muro di ghiaccio. Sarà navigazione a vista. Un aspetto preoccupante, facendo noi con Pachamama la rotta inversa rispetto a quella di Best Explorer, è che navigando in Groenlandia a metà agosto, avremo anche delle ore di buio e questo aumenterà i pericoli”.

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Domani si comincia. Siete pronti? Il VELAFestival vi aspetta!

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Domani, giovedi 5 maggio, a Santa Margherita Ligure, partirà il Tag Heuer VELAFestival 2016, l’unica festa della vela e del mare in Italia. Fino a domenica 8 maggio, per 4 giorni di divertimento e passione, il delizioso borgo del Tigullio sarà la capitale del mare e delle barche più belle del Mediterraneo. Tanti i motivi per esserci: l’entrata è gratis; dalla mattina alla sera, per tutti e quattro i giorni dell’evento, si potranno seguire in diretta show con interviste e racconti dei tanti grandi velisti che arrivano al VELAFestival; sabato 7 si assiste alla VELA Cup, il grande evento velico del VELAFestival che è già la regata più affollata del Mar Tirreno con al via circa duecento barche; si possono vedere le barche più belle del mondo a mare, pronte da visitare, raccontate da chi le costruisce; è possibile divertirsi direttamente in spiaggia, nel Beach Village, tra monotipi, multiscafi, Sup e canoe; far giocare i bambini ai pirati grazie alle scuole di vela e di marineria; rilassarsi sul mare e assaggiare buon cibo; acquistare accessori, abbigliamento e servizi, nel più grande store nautico.

GUARDA CHI E’ GIA’ ARRIVATO A SANTA MARGHERITA
Il Saffier 6.5o in anteprima italiana, la flotta Italia Yachts con il 9.98 e il 12.98, il Pogo 30 e il cantiere Bavaria per la prima volta al VELAFestival ci ha portato il 41 e il 51.IMG_8121FullSizeRender 3Ma non è finita qui, sono arrivati anche il Lagoon 52, il Maxi 80 Ourdream Rigoni di Asiago, Withtefin, il magnifico Spirit of Tradition di 27 metri sul quale sarà possibile fare anche la VELA Cup di sabato 7 maggio (per maggiori informazioni (http://whitefin.it).

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In banchina trovate già anche il pluricampione SuperNikka, il Mylius 60 Twin Soul, l’Hallberg Rassy 342, il Dufour 310 GL, il C-Cat 37. Domani si comincia dalle 12. Vi aspettiamo!

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Battery Monitor, chi è costui? Ve lo spiega il superesperto

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battery-monitorNella scorsa puntata abbiamo imparato come calcolare in maniera approssimativa i consumi elettrici giornalieri. Oggi vediamo invece come la stessa cosa possa essere ottenuta in maniera assolutamente precisa e automatica con un semplice strumento elettronico: il Battery Monitor (BM). Questo strumento ci fornisce preziose informazioni relative non solo ai consumi elettrici, ma anche allo stato di carica delle batterie. In buona sostanza, il BM svolge la funzione di un contatore di energia, proprio come fa quello dell’Enel. Con una differenza rispetto a questo: oltre a contare l’energia che consumiamo – cioè quella che esce dalle batterie – calcola anche quella che forniamo durante la ricarica. La prima ha un valore convenzionale negativo (discharge), mentre la seconda assume un valore positivo (charge) e le due si sommano algebricamente.

IMG_20160327_143701-001COME USARE IL BATTERY MONITOR
Per essere utilizzato proficuamente, dunque, questo strumento deve essere azzerato a batterie completamente cariche. Così facendo, sul suo display potremo leggere in ogni istante l’indicazione esatta di quanto queste si sono scaricate, cioè quanti Ah sono stati erogati, al netto di eventuali apporti di energia da parte di fonti esterne (pannelli solari, alternatore del motore, ecc.). Supponiamo di azzerare il contatore quando lasciamo il porto, con le batterie completamente cariche. Se dopo una giornata abbiamo consumato 100 Ah e nello stesso periodo i pannelli solari e l’alternatore hanno fornito complessivamente 60 Ah, il Battery Monitor segnerà una scarica di 40 Ah. Conoscendo la capacità complessiva delle batterie installate, avremo dunque un’indicazione molto precisa dell’autonomia residua.

Schermata 2016-05-04 alle 12.05.54La foto qui a destra è un esempio di come lavora lo strumento installato a bordo: i numeri indicano che da quando è stato azzerato il contatore a batterie cariche, sono stati consumati 32 Ah. Un quarto d’ora prima del rilevamento erano 45 Ah, poi è stato acceso il motore ed in 15 minuti l’alternatore ha fornito 13 Ah, portando il deficit energetico a 32 Ah. Se correttamente impostato con la capacità del banco batterie, questo strumento fornirà anche lo stato di carica in percentuale residua, rendendo la lettura ancor più immediata.

IMG_20160327_143517-001LA CORRENTE ISTANTANEA DI CARICA
Un’altra indicazione utile fornita dal Battery Monitor è la corrente istantanea di carica o di scarica. In pratica ci dice quanti Ampere stanno uscendo o entrando in batteria in un certo istante. Questo ci permette di scoprire quanto è il reale consumo di un certo strumento, o di una lampadina,  ecc., oppure di conoscere quanto carica il vostro alternatore quando il motore gira al minimo, oppure i pannelli solari, l’eolico, ecc. Nella foto a lato, per esempio, il display indica che l’alternatore sta caricando le batterie con una corrente di 24 Ampere. Un voltmetro digitale di precisione completa il set di strumenti di misura contenuti nel Battery Monitor.

COME SI INSTALLA IL BATTERY MONITOR
L’installazione di un BM non è complicata ed è sicuramente alla portata di tutti. La cosa più difficile è fare arrivare i cavi dallo strumento – solitamente installato al carteggio – alle batterie. Per questo ci si serve di una sonda da elettricista e di un po’ di pazienza. Andranno quindi staccati tutti i cavi collegati al morsetto negativo della batteria, a cui va invece collegato lo “shunt”, che è un piccolo cilindretto di metallo in dotazione con il BM. I cavi precedentemente scollegati vanno quindi collegati all’altra estremità dello shunt. Il prezzo si aggira intorno ai 150 euro.

cv-robertoCHI E’ ROBERTO MINOIA
Roberto Minoia nella vita si occupa di progettazione di software, ma appena può si dedica alla navigazione in Tirreno a bordo del suo Dehler 41 CR. La sua passione per la vela e la tecnologia, unita alla propensione per la divulgazione ha portato, nel 2008, alla nascita del Blog Della Vela (www.blogdellavela.it) dove, compatibilmente con il suo tempo libero, scrive articoli tecnici, recensisce prodotti per la nautica che lui stesso utilizza e pubblica i diari delle sue navigazioni.

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Antenna 4G… e hai internet a 20 miglia dalla costa!

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ape3Storceranno il naso i puristi della navigazione vecchio stile, ma al giorno d’oggi disporre di una buona connessione internet a bordo vi farà veleggiare più tranquilli. Vicino alla costa, potrete utilizzare il vostro smartphone o tablet (che, attivando la funzione “tethering”, condividerà la connessione con eventuali altri dispositivi, quali i laptop). Con la nascita della rete 4G ad alta velocità si ottengono prestazioni simili a quelle di una linea ADSL (mediamente da 50 a 100 Mbps). E con il 5G, che dovrebbe entrare in servizio intorno al 2020, il risultato sarà paragonabile a quello della fibra ottica. Ma non appena ci si allontana di qualche miglio dalla terraferma, inevitabilmente il segnale si indebolisce fino a scomparire. Se volete navigare veloci, vi sconsigliamo anche il Wifi nei porti: spesso è a pagamento e il segnale è debole a causa dell’alto numero di utilizzatori. In un’epoca nella quale una buona parte del territorio è coperto dal 4G o almeno dal 3G, queste connessioni fornite dai porti rappresentano delle soluzioni tutto sommato sorpassate.

SATELLITARI? SOLO SE FATE LUNGHE TRAVERSATE
Per lunghe traversate non esistono soluzioni alternative ai satellitari (Iridium, Inmarsat, Thuraya), affidabili ma non economicissimi in termini di acquisto iniziale e abbonamento. Le cose non cambieranno, almeno in un futuro prossimo: i gestori delle reti 4G (e presto 5G) non hanno interesse a “coprire” il mare, poiché il numero di utenti rimane relativamente basso e spesso circoscritto a determinati periodi dell’anno (estate) e della settimana (weekend).

Schermata 2016-05-04 alle 12.42.36Il 4G FINO A 20 MIGLIA DALLA COSTA
Ma se navigate di frequente in Mediterraneo, e vi trovate a dover tagliare golfi o raggiungere isole abbastanza vicine alla terraferma, esiste una soluzione che vi consentirà di non perdere mai il segnale: stiamo parlando delle antenne 4G. La loro funzione è quella di ricevere in maniera ottimale i segnali 3H, H+, 3G e 4G e di metterli a disposizione degli strumenti di bordo tramite un cavo Ethernet o un router e un eventuale access point Wi-Fi. Con l’antenna più performante, potrete sperare di avere il 4G a bordo fino a una ventina di miglia dalla costa. Spesso sono plug & play: ovvero si montano in modo semplice, basta inserire una SIM et voilà. I costi si aggirano intorno al migliaio di euro.

IL TEST DEI COLLEGHI FRANCESI
I colleghi francesi di Voiles et Voilers hanno effettuato un test per valutare la reale portata di tali antenne, installando a bordo di un Sun Odyssey 36 tre tipologie di prodotto: un’antenna rotonda, una a doppio tubo e una a parallelepipedo. I risultati, che vanno presi con le pinze poiché molto dipende dall’antenna ripetitrice 4G installata a terra dagli operatori, indicano portate comprese tra le 13 e le 18 miglia. Non male.

Schermata 2016-05-04 alle 12.42.56PERCHE’ CONVIENE L’ANTENNA 4G
Ci siamo convinti anche noi della validità della soluzione, così abbiamo contattato Alessandro Bambi dell’ufficio tecnico di Glomex, azienda italiana che produce una delle antenne 4G/Wifi più all’avanguardia sul mercato, la Webboat 4G Plus, per farci raccontare qualcosa in più dell’“universo antenna”. “Se un cellulare garantisce copertura, in condizioni ottimali, fino a 3-4 miglia dalla costa, con una buona antenna 4G si può arrivare a quintuplicare la portata”, esordisce Bambi. “Ma il grosso vantaggio è la possibilità di avere tanti dispositivi connessi (fino a 32) senza avere problemi di autonomia energetica. Se poi optate per un modello dual SIM (come Webboat, ovvero dotato di due alloggi per altrettante schede SIM, avrete anche il vantaggio di poter ‘switchare’ tra una scheda e l’altra: molto comodo se si naviga spesso in Paesi diversi (come ad esempio tra Italia e Francia o Croazia. Acquistando una SIM estera l’antenna, una volta varcati i confini, passerà in automatico all’utilizzo di quest’ultima evitando i costi aggiuntivi di roaming”. Il cablaggio delle antenne è semplice: essendo spesso alimentate a 12 o 24 V hanno solo il doppio cavo rosso e nero.I consumi in media sono di 0,5/0,6 Ah a 12 V. Più ci si allontana dalla costa più aumentano perché le antenne utilizzano maggior energia per captare il segnale del ripetitore”.

IMG_1036DOVE INSTALLARLA
Dove è meglio installare un’antenna 4G? “In linea teorica, più in alto si trova e più è in grado di ricevere meglio il segnale. Ma dato che si tratta di dispositivi che creano una rete Wifi e spesso la portata di quest’ultima è limitata, non conviene montarli in testa d’albero. La posizione ideale, a mio avviso, è sul primo ordine di crocette per non avere problemi con i cablaggi e garantire una rete wireless sempre accessibile”. C’è anche un’altra soluzione, leggermente più dispendiosa ma più performante: “Esiste la possibilità di collegare con un cavo ethernet l’antenna a un access point (un dispositivo elettronico di telecomunicazioni che, collegato ad una rete cablata, o anche, per esempio, ad un router, permette all’utente mobile di accedervi in modalità wireless direttamente tramite il suo terminale) sottocoperta che ripeta il segnale Wifi. Questo consentirà l’installazione in testa d’albero, quindi una migliore capacità di ricezione, senza intaccare la rete Wifi. Il cablaggio ethernet rappresenta l’unica difficoltà. Va inoltre detto che, a bordo di imbarcazioni di metallo, dove il segnale Wifi risulta schermato, è obbligatorio optare per quest’ultima soluzione”. Per quanto riguarda gli eventuali problemi che possono dare le antenne 4G, “sono al 99% relativi a una cattiva configurazione iniziale. Sebbene sia vero che stiamo parlando di dispositivi plug and play, è necessario leggere attentamente il libretto di istruzione in modo tale da configurare il corretto APN (Access Point Name, ovvero il nome dell’Access Point attraverso il quale verrà diramato il segnale) Wifi”.

IL GIUSTO TRAFFICO DATI
Infine, la quantità di traffico dati per un utilizzo tranquillo dell’antenna “varia molto a seconda di che tipo di utenti del web siete e di quanti dispositivi a bordo volete connettere. Navigate in famiglia e non fate uso di internet per lo streaming video? Basteranno 2-3 gigabyte di traffico al mese. Se siete accaniti consumatori di Netflix o Sky, avrete bisogno di una quantità di traffico dati ben maggiore”.

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E’ iniziato il VELAFestival. Passa un weekend a tutta vela con noi!

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Inizia oggi la quarta edizione del TAG Heuer VELAFestival, l’unico evento italiano consacrato unicamente al mondo della vela, la logica estensione del Giornale della Vela. Vi aspettiamo a Santa Margherita Ligure, “Santa” per gli habitués, il porto ideale che rappresenta il rifugio ideale mediterraneo, inserito nel golfo del Tigullio, con il monte di Portofino a fare da riparo. Siete tutti invitati a questa festa della vela che non è il solito salone nautico che si esaurisce in un’area espositiva, ma offre molto altro. A cominciare dai grandi eventi che animano la spettacolare area appesa sulle rocce con vista mare, il porto, il golfo, la spiaggia che ospitano ben tredici eventi. Per proseguire con le sedici attività e spazi espositivi, per soddisfare ogni esigenza e ad ogni età. Perchè la vela si vive in ogni arco della vita, da 1 a 90 anni. Sono centinaia le barche coinvolte, dalle decine in esposizione da 3 a 30 metri, alle 200 che partecipano alla VELA Cup, la manifestazione velica più affollata del Tirreno. Vi aspettiamo. In calce vi presentiamo nel dettaglio eventi, attività ed esposizione.

I GRANDI EVENTI

GRANDI MARINAI: PAZZI O EROI?
Venerdì, 6 maggio ore 15aoe_eroi_vfHospitality Tag Heuer VELAFestival
I grandi eventi del TAG Heuer VELAFestival iniziano alle 15 di venerdì 6 maggio all’area Hospitality con un confronto tra alcuni dei più grandi velisti e marinai italiani protagonisti di imprese al confine tra l’eroismo e la follia.  Vittorio Malingri, Ambrogio Beccaria Balduzzi, Giancarlo Pedote, Salvatore Mantaci e Geatano Mura racconteranno le loro mitiche imprese. Potete partecipare all’incontro comodamente seduti all’aperto e sottoporre a questi grandi velisti tutte le domande che da tempo avete nel cassetto: quante volte leggendo le loro storie avete date del pazzo a qualcuno e dopo poco tempo è entrato nell’Olimpo dei vostri eroi? Cosa spinge per esempio  Vittorio Malingri a inventarsi imprese sempre più folli? O il giovane Ambogio a volare fino in Portogallo a recuperare un Mini semi-sfasciato e a diventare in poco tempo campione italiano? Cosa si prova a vedere affondare la propria barca nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, come è successo a Salvatore Mantaci o a diventare come Giancarlo Pedote il Re dei solitari in terra francese? Questo incontro è un prequel per “scaldarvi” gli animi e preparavi alla grande Serata dei Campioni che vedrà i vincitori del Velista dell’Anno.

VELISTA DELL’ANNO 2016
Venerdì, 6 maggio ore 19
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
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L’evento che tutti aspettano da un anno. Gli Oscar della vela italiana.  Dopo tre mesi di votazioni online in cui ci sono arrivati più di 40.000 voti è arrivato il momento di assegnare i premi del Velista dell’Anno TAG Heuer 2016. L’area Hospitality del TAG Heuer VELAFestival si riempirà dei più titolati, appassionati, innovativi e performanti velisti italiani in attesa che il noto giornalista sportivo e appassionato velista Mino Taveri annunci i nomi dei vincitori. In palio oltre al  Velista dell’Anno TAG Heuer 2016, ci sono i premi Innovation, al velista, progettista, armatore, tecnico che ha ideato qualcosa di innovativo, Passion, che celebra l’italiano che più si è distinto per la passione verso la vela e il mare, Performance, a chi ha dimostrato verve agonistica vincendo regate di alto livello e il Gran Premio TAG Heuer VELAFestival riconoscimento ad un grande velista, tributo alla sua carriera e che quest’anno verrà assegnato a Mario Pedol e allo Studio Nauta Yacht, i grandi designer italiani famosi sulle barche di tutto il mondo e che quest’anno festeggiano i suoi primi trent’anni. Da quest’anno abbiamo poi introdotto un nuovo premio, il premio “Young”, riservato al miglior giovane velista dell’anno. Dopo l’ultima fase consultiva, la scelta della giuria è ricaduta su sei nomi che sono in lizza per i diversi titoli: Ambrogio Beccaria Balduzzi, Campione Italiano 2015 Mini Serie; Edoardo Ferraro e Francesco Orlando che hanno conquistato la vittoria al Campionato Mondiale 420 Under 17; Roberto Lacorte e il suo SuperNikka che quest’anno hanno vinto il mondiale Mini Maxi; Salvatore Mantaci protagonista di un naufragio in Atlantico che l’ha fatto diventare un eroe sul web; Giancarlo Pedote, probabilmente il velista oceanico più forte che abbiamo in Italia e che quest’anno ha vinto la Transat Jacques Vabre; Roberto Tomasini Grinover che non si ferma un attimo e sta per sfoderare un nuovo Maxi ipertecnologico.  Sul palco sarà poi il momento di consegnare il #plasticfantastic Tribute a un vecchio Hallberg-Rassy 41 del 1976 e al suo armatore che quest’anno hanno vinto la Giraglia per la seconda volta: stiamo parlando di Gianin VI e di Ciccio Supparo. Ma sul palco ci sarà anche grande spazio per due superstar del mondo della vela: Alessandro Vismara e Mark Mills,  il progettista del momento che ha disegnato SuperNikka  e che è recentemente stato ingaggiato per disegnare il Wally Cento.

BRIEFING VELA CUP
Sabato, 7 maggio ore 8.30
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
La giornata più sportiva del VELAFestival è quella di sabato 7 maggio. Il giorno della VELA Cup. Si inizia presto, alle 8.30 all’Aera Hospitality ci sarà il briefing della regata/veleggiata che partirà alle ore 11. Gli organizzatori presentano il percorso con partenza davanti a Santa Margherita, prima boa davanti a Portofino, seconda all’estremità del Golfo del Tigullio verso Sestri Levante per poi far ritorno a Santa Margherita, per un totale di 15 miglia. Gli esperti di Meteomed commentano poi le previsioni meteo previste per la giornata.

VELA CUP
Sabato, 7 maggio ore 11
Golfo del Tigullio
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Il count down della partenza della regata/veleggiata farà sentire il suo richiamo in tutto il Golfo del Tigullio alle ore 11 di venerdì  7 maggio. Sulla linea di partenza sono previste circa duecento barche di ogni dimensione e tipologia, da derive come i Laser a giganti di 8o piedi come il Maxi Ourdream. Per una volta tutti insieme sulla stessa linea di partenza senza distinzioni e con un unico scopo: divertirsi sulla rotta che da Santa Margherita porterà fino alla punta di Portofino dove sarà posizionata la prima boa. Quando vi ricapiterà di assistare a un ingaggio tra un 420 e il bolide SuperNikka, di vedere partire in boa il Moro di Venezia o di assistere al testa a testa tra due mitici Swan Sparkman&Stephens? Tutti infatti possono partecipare: i più rilassati a vele bianche nella categoria crociera, i più “accaniti” in quella regata con spinnaker e gennaker. Le classifiche verranno poi stilate in tempo reale e suddivise per lunghezza fuoritutto, in sei classi. Se non vi siere ancora iscritti fatelo subito dal sito www.velafestival.com o direttamente a Santa Margherita.

PREMIAZIONE VELA CUP
Sabato, 7 maggio ore 18.30
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
ea premio gentlemen yachting
Dopo la rivaltà in mare ci si ritrova tutti a terra dove avrà inizio la seconda festa, che comincerà alle 18.30 all’Area Hospitality del TAG Heuer VELAFestival con la premiazione della Dufour Cup. Classifiche e premi verranno assegnati in base alla lunghezza dell’imbarcazione.

Sabato, 7 maggio ore 19.00
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
Assegnati i premi della Dufour Cup non ci si ferma un attimo. Alle 19 è previsto l’inizio della premiazione della TAG Heuer VELA Cup nella scenografica terrazza appesa sulle rocce con vista sul porto di Santa Margherita e sul monte di Portofino, tutti i partecipanti alla regata saranno col fiato sospeso per sapere chi avrà vinto.  Una regata che è anche una festa che si rispetti, deve avere ricchi premi per “quasi” tutti. Sarà così alla premiazione della VELA Cup 2016. Si, perchè il bello della VELA Cup è che sino al momento della premiazione non si sa chi ha vinto, in ciascuna delle categorie divise per lunghezza. Categorie per le classi “crociera” e “regata”, oltre ai premi speciali, come quello per le #plasticfantastic o per il Trofeo GlobeSailor dedicato alle barche a noleggio. Alla fine saranno oltre 50 le barche premiate quest’anno. Ma non è finita, la grande novità sono i prodotti che verranno messi in palio dagli espositori del VELAFestival. Guardiamo insieme cosa si può vincere. Dalla Garmin un GPS 73, il portatile più diffuso e affidabile; da Nauticplace il geniale monopattino con valigia Olaf, la soluzione per il trasporto a bordo senza far fatica e l’orologio tattico da polso Tacking Master, per navigare sempre al meglio; da Astra Yacht lo smartwatch da polso che visualizza tutti i dati della barca; da Rigoni di Asiago un kit con le golose marmellate bio in confezione da cambusa; da Plastimo otto salvagenti autogonfiabili dell’ultima generazione; da U Sail le innovative scarpe da barca Speeder Shoes.

APERITIVO VELA CUP
Sabato, 7 maggio ore 20.00
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
Dopo una giornata di mare e sport è tempo di rifocillarsi con un po’ di musica, cibo e cocktail sulla spelndida terrazza dell’Area Hospitality ma non scappate perché il bello deve ancora venire…

CRAZY NIGHT RACE
Sabato, 7 maggio ore 21.30
Porto Santa Margherita Ligure
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La lunga notte del VELAFestival non è ancora finita. Dopo il rinfresco con piatto caldo e cocktail a volontà, mentre il bar rimane aperto, ci si sposta di qualche passo, in banchina, per seguire dalle 21,30 la Crazy Night Race. Illuminate da potenti fotocellule con musica e commento “alla Gialappas band” i migliori velisti degli equipaggi della VELA Cup saltano a bordo di due H 22 che si sfidano in un agguerrito match race nel porto di Santa. A bordo, oltre ai velisti selezionati, ci sono due skipper d’accezione: Ambrogio Beccaria Balduzzi e Simone Gesi. Dopo le batterie di selezione i migliori due equipaggi si sfidano nella finale.

WATERGAMES
Domenica, 8 maggio ore 12
Beach Village

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Dopo i bagordi del sabato sera vi vogliamo carichi anche la domenica. Vi lasciamo dormire un po’ di più: l’appuntamento è per le 12 al Beach Village dove partirà la gara di SUP in collaborazione con gli amici di Outdoor Portofino che vi metteranno a disposizione gratuitamente tutta l’attrezzatura di cui avete bisogno. La gara amatoriale è aperta a tutti coloro che vogliano mettersi in gioco in una forma di competizione sana e divertente, bambini, ragazzi, adulti e atleti.

Domenica, 8 maggio ore 13
Beach Village
Sempre dal Beach Village alle 13 partirà la gara di kayak e non preoccupatevi se non avete la vostra attrezzatura, perché ci penseranno ancora una volta i ragazzi di Outdoor Portofino. L’iscrizione per entrambe le gare la potete fare online sul sito www.outdoorportofino.com o direttamente in spiaggia!
#PLASTICFANTASTIC TRIBUTE
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Domenica, 8 maggio ore 14
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
Torniamo seri per un momento, perché domenica alle 14 ci sarà il grande tributo per festeggiare insieme i 50 anni delle barche in vetroresina: il #plasticfantastic Tribute, dedicato a tutte le imbarcazioni di serie in vetroresina costuire dagli anni ’60 al 1995. Sarà il momento in cui protagonsita sarà il grande pubblico che ha riempito la nostra bacheca online di più di cento modelli #plasticafantastic. Sul palco dell’Area Hospitality,  grandi personaggi di quel mondo saranno lì per raccontare agli appassionati come sono nate le #plasticfantastic, i loro pregi e i loro difetti, quali sono le barche più significative. A raccontarvi il magico mondo delle barche che hanno fatto la storia dello yachting ci saranno, oltre al direttore del Giornale della Vela Luca Oriani, personaggi “mitici” come Claudio Maletto, Guido Colnaghi e Mauro Pelaschier, insieme ai rappresentanti dei cantieri storici presenti al VELAFestival. Ma sul palco salirà ancora una volta anche Pietro Supparo che ci racconterà come si trasforma un vecchio Hallberg Rassy del 1976, il suo Gianin VI, in una barca vincente. Non ci faremo mancare nemmeno una chiacchierata con tutta la “tribù” degli Swan Sparkman&Stephens che partecipano in flotta come barche Cult #plasticfantastic a questo grande tributo.

PREMIAZIONE WATERGAMES
Domenica, 8 maggio ore 15.30
Hospitality Tag Heuer VELAFestival
Schermata 2016-04-21 alle 13.20.47Per i vincitori delle gare del mattino in SUP e kayak arriva il momento di ricevere i meritati premi. Dalle 15.30 all’Area Hospitality inizierà un’altra grande festa per la premiazione dei Water Games.

LE ATTIVITA’

SCUOLA VELA 
Calata del porto / Beach Village
Il VELAFestival è anche il posto giusto dove portare  i vostri bambini per il loro primo incontro con il mondo della vela. Ci sono istruttori attenti della Lega Navale che dal loro scivolo li portano a fare un giro a bordo di un Optimist o, se sono più grandicelli, su un Laser, o a bordo di un Soling. Oppure, se preferite, potete farli uscire dalla spiaggia, perché anche al Beach Village ci saranno Optimist e Laser a disposizione con gli istruttori di Outdoor Portofino.

LABORATORI MARINARI A BORDO DELLA GOLETTA PANDORA
Calata del porto
Ormeggiata in banchina ad aspettarvi c’è anche la goletta di trenta metri Pandora, perfetta replica di una nave a vela dell’Ottocento, dove troverete laboratori di arte marinaresca. Impiombature e impalmature con cime a tre legnoli, manutenzione delle vele, ralingatura, cucitura di ferzi, saranno le principali attività dei quattro giorni.

DSC_3053IL GIOCO DEI PIRATI A BORDO DI PANDORA
Ma a bordo della  goletta Pandora, con il suo equipaggio di veri marinai, più piccoli possono giocare a fare i pirati (quelli di Pandora lo sembrano veramente) e partecipare ad altre attività per avvicinarli al mondo della vela e della marineria. Sul ponte di Pandora verranno rievocati gesti e vocaboli nautici tradizionali e l’affascinante goletta sarà teatro di veri e propri appuntamenti durante i quali i visitatori faranno parte dell’equipaggio e si occuperanno della nave come avveniva nelle lunghe navigazioni di un tempo.

USCITE IN SUP, KAYAK E WINDSURF
Beach Village
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Ad aspettarvi in spiaggia ci sono gli istruttori di Outdoor Portofino, che vi metteranno a disposizione i loro Sup e i loro kayak per una pagaiata in mezzo al golfo e vi daranno utili consigli per migliorarvi. Ma se preferite prendere un po’ d’aria in mezzo al mare chiedetegli di fare un giro su un windsurf, ve lo preparano e vi accompagnano in acqua. Non vi preoccupate se non avete l’attrezzatura, vi riforniscono di muta e di tutto il necessario, portatevi solo un costume da bagno!

PROVE IN ACQUA IN DERIVA
Beach Village
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Tutte le derive in esposizione al Beach Village sono a disposizione di tutti per le prove in mare: potrete far planare in mezzo al Golfo il nuovo Melges 14, provare tutta la flotta di RS compreso il nuovo Quest, o farvi un giro a bordo del Drakkar 24 di Dufour anche con tutta con la famiglia. Ma non finisce qui, perché se siete appassionati di multiscafi da spiaggia, per voi c’è anche il fantastico Mini Cat!

INCONTRA I GRANDI VELISTI
Hospitality / Calata del porto
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Uno dei motivi per venire al VELAFestival è senz’altro la possibilità di incontrare e scambiare quattro chiacchiere con i grandi velisti italiani, per conoscere le loro storie e, perché no, farsi dare qualche dritta. Grandi navigatori come Vittorio Malingri, Giancarlo Pedote, Gaetano Mura, Ambrogio Beccaria Balduzzi, Mauro Pelaschier sono a vostra disposizione, così come giovani talenti del calibro di Edoardo Ferraro e Francesco Orlando.

COSA C’E’ DA VEDERE

Ogni giorno, tutti i giorni, dal mattino alla sera, video di vela, ottimo cibo, relax vista mare, musica, mostra, giri in barca, prove in mare, una spiaggia piena di derive, scuola di pirati, scuola di nodi e incontri con grandi esperti, velisti e marinai ai quali chiedere consiglio. Ma anche il meglio del mercato della nautica: tutte le barche che potete sognare, grandi, piccole, tecnologiche, moderne, d’epoca, di plastica, cabinate e derive. Tutti gli accessori più innovativi per fare bella la vostra barca distribuiti in decine di stand, ma anche tanti servizi per la nautica dalle assicurazioni al meglio dei charter. Insomma, se volete fare una full immersion di pura vela, state entrando nel posto giusto.

Le barche più belle del mondo Barche cabinate novità
Calata del porto di Santa Margherita/ Mare
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Tutti i giorni in banchina troverete i rappresentanti dei più grandi cantieri del mondo che vi presentano le loro novità. Ad aspettarvi ci sono tante anteprime mondiali come il Mylius 76 FD e il Vismara V56, il Sun Odyssey 519 di Jeanneau con il rivoluzionario Assisted Sail Trim della Harken e italiane come il nuovo Dufour 412 GL, il Saffier 6,50 il Quest di RS e il Melges 14. Oltre a decine di modelli dai monoscafi ai multiscafi, dai monotipi alle derive, ideali per la crociera o per la regata, raccontate da chi le conosce bene, perché le ha costruite. Italia Yachts partecipa con due modelli, il 12.98 e il 9.98, Grand Soleil con l’LC 46 e il GS 43, Ice Yachts ci sarà con il nuovo 62 EVO, Wauquiez con il Centurion 57. Quest’anno è presente anche una bella flotta di multiscafi: il Lagoon 52, il Lagoon 450 il Bali 4.0,il C-Cat 37 e il Nautitech Open 40. Abbiamo poi il cantiere Solaris con il suo 50 piedi, il Delphia 47,  l’Elan E4, il Pogo 30, il Melges 14, l’Hallberg Rassy 342, l’RM 890, il Bavaria 51 e il 41 e sono solo alcuni dei modelli che potrete ammirare, volevamo semplicemente ingolosirvi.

SCEGLI e compra Accessori, attrezzature, abbigliamento, servizi
Calata del porto di Santa Margherita/ Banchina
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Passeggiando lungo la calata del porto di Santa Margherita troverete anche decine di stand per osservare da vicino il meglio degli accessori, le ultime novità delle velerie, (North Sails, Quantum e Elvstrom) e tanti servizi per voi e per la vostra barca. Il VELAFestival è infatti il posto giusto per fare shopping se avete bisogno di rifarvi il vostro guardaroba da marinaio (tra gli altri ci sono Musto, Helly Hansen, Sea Storm, Lizard); se avete intenzione di aggiornare la vostra attrezzatura di coperta (Facnor per gli avvolgitori, Gottifredi e Maffioli per le cime di bordo, Pontos per i winch, Ubimaior se volete osservare da vicino il jiber, Plastimo per le bussole, Brunton’s Propellers e Ewol per le eliche, Nanni Diesel per il motore, Bert Mauri per l’attrezzatura in carbonio e tanti altri, Nauticplace con il meglio deggli accessori per la nautica) o aggiungere qualche nuova chicca all’elettronica di bordo (avrete l’imbarazzo della scelta tra i migliori prodotti di Garmin e di NKE Electronics). Ma non solo, potrete trovare anche una vasta scelta di servizi, dalle scuole di vela ai charter per le vostre vacanze dalle assicurazioni con Pantaenius al lavaggio delle vele con Parasciani, dai refitting di De Cesari alle antivegetative di Veneziani.

BARCHE CULT – 1 Classic Cult della storia dello yachting
Schermata 2016-03-29 a 17.24.32Calata del porto di Santa Margherita/ Banchina
Quest’anno le nostre CULT sono divise in due gruppi: Classic Cult, le icone classiche che hanno fatto la storia dello yachting, e le Modern Cult, ovvero le nostre #plasticfantastic. Per quanto riguarda le Classic Cult la regina assoluta che avrete il piacere di ammirare in banchina è il Moro di Venezia I di Massimiliano Ferruzzi, la barca simbolo dell’amore italiano per la vela: il progetto, firmato German Frers, del Moro di Venezia I, costruito dal cantiere Carlini in legno lamellare; avremo poi Bufeo Blanco (dal nome di un particolare delfino bianco) di Giuseppe Marino, un bellissimo 15 metri del cantieri Sangermani costruito nel 1962, Ilda, un progetto del 1946 con un’inconfondibile poppa a canoa e un’incredibile storia ricostruita dal suo armatore Gianni Fernandes e Whitefin il magnifico yacht di 27 metri Spirit of Tradition, nato nel 1983 nel Maine su progetto di Bruce King.

BARCHE CULT – 2 Modern Cult, le “#plasticfantastic”
Calata del porto di Santa Margherita/ Banchina
NOTIZIA 57Protagoniste del nostro grande tributo per i 50 anni dalla costruzione delle barche in vetroresina, saranno le #plasticfantastic CULT che vedrete in banchina, in rappresentanza degli oltre cento modelli “in plastica” costruiti tra la metà degli anni 60 e il 1995 che ci avete inviato in questi mesi e che trovate tutti pubblicati nella nostra bacheca online sul sito velafestival.com. Avremo quindi in rappresentanza di questo periodo d’oro della vela quattro gioielli Swan Sparkman&Stephens costruiti negli anni 70: lo Swan 37 Tikka, lo Swan 47 Vanessa e gli Swan 44 Pippus e Four Winds; ci sarà poi Saravà uno splendido Sweden 41 del 1982 appena uscito da un eccezionale restauro; Rainbow il C&C 61 un progetto del 1972 di Cuthbertson e Cassian, tra i primi a costruire barche in sandwich di balsa e, ovviamente, il mitico Gianin VI, l’Hallberg Rassy 41 del 1976, la regina delle Modern Cult, che sarà omaggiata del #plasticfantastic Tribute insieme al suo armatore Ciccio Supparo durante la premiazione del Velista dell’Anno di venerdì sera. C’è poi un’eccezione tra queste Modern Cult, si tratta del nuovissimo Vismara V56 Twin che arriverà al VELAFestival in anteprima mondiale assoluta e che ancora prima di toccare l’acqua è già una barca CULT perché punta a essere lo scafo perfetto, disegnato su misura. E per finire il Mini 650 Alla Grande di Beccaria.

La grande mostra. Uomini, barche, regate, avventure
Calata del porto di Santa Margherita/ Lungomare
mostraPasseggiando lungo le banchine sarete “circondati” ,letteralmente, dalla storia della vela. Per la prima volta infatti i grandi miti, le barche, le avventure del mare andranno a comporre una grande mostra diffusa lungo tutto il percorso. Ovviamente, l’abbiamo divisa per aree tematiche: dalle barche che hanno fatto la storia della vela ai volti segnati dal mare e dal vento dei più grandi marinai di tutti i tempi (e le loro storie); senza dimenticare i pannelli che raccontano i primi quarant’anni del Giornale della Vela attraverso le nostre più belle copertine. L’aspetto più sportivo vi attende poi lungo la banchina principale, subito dopo la Piazzetta della Vela. Potevamo forse dimenticarci le emozioni di Azzurra, del Moro di Venezia o di Luna Rossa nella loro caccia alla Coppa America?

Le barche dell’estate. Scopri la tua futura barca a noleggio
Calata del porto di Santa Margherita/ Lungomare
Osservando le barche in banchina potrete anche scegliere quale sarà quella che noleggerete quest’estate, anche in flottiglia o alla cabina. Potrete visitare le barche e farvi guidare dagli esperti di GlobeSailor, Sailogy, Mondovela. Dea dei Mari, Arundel, Timone Charter, Andare a Vela, Blue Project, che vi consiglieranno  il modello giusto e l’itinerario migliore in Mediterraneo e nei mari del mondo per le vostre prossime vacanze. Oppure se nei vostri programmi c’è quello di prenotare un corso di vela, di navigazione, o se state cercando un corso estivo per i vostri bambini, rivolgetevi a Sea-Master o se volete provare un’esperienza in kayak avrete a disposizione tutta l’esperienza di Tuilik e del suo patron Guido Grugnola.

Solo per i tuoi occhi. I grandi video & film di vela
Hospitality TAG Heuer VELAFestival
All’area Hospitality, quando non c’è qualcuno sul palco, ovviamente a parlare di vela, ci si può gustare il meglio di film come Deep Water e Tabarly, la storia del Giro del mondo Whitbread 1973/74, i video delle grandi regate, i test delle barche più prestigiose e i servizi didattici, oltre ai video più strani e divertenti.

VELA Cup exposition Le barche della festa in mare
Banchine / Lungomare
Non dimenticatevi di farvi un giro tra i pontili galleggianti per dare un’occhiata alle barche ormeggiate e scoprire i partecipanti alla VELA Cup, la grande festa della vela in mare, la regata/veleggiata che partirà sabato 7 maggio alle 11.

Vela per tutti Derive, Cat, Kite, Surf, Sup, Gonfiabili
Beach Village
principaleQuest’anno il Beach Village, la più bella spiaggia di Santa Margherita, avrà una guest star. Stiamo parlando di Vittorio Malingri, il “papà” dei giovani marinai italiani che si stanno affermando in tutto il mondo. Ci sarà poi il nuovissimo Melges 14, la deriva ultratecnologica del momento. Ma al Beach Village sarà presente anche tutta la flotta del cantiere RS Sailing con il Quest in anteprima, l’Aero, l’RS 500 e il Feva. A completare l’esposizione in spiaggia ci sono anche il Mini Cat e l’Aquaglide Multi Sport.

Relax&Buon cibo. Con vista sul golfo più bello del mondo
Hospitality / Beach Village / Calata del porto
aaIMG_8010Per farvi godere al massimo le vostre giornate al VELAFestival abbiamo pensato anche a farvi mangiare bene in totale relax. Ci sono infatti un’Area Hospitality e un’intera spiaggia pensate apposta per farvi rilassare al sole (con vista sul golfo più bello del mondo) mentre vi gustate un piatto tipico bevendo qualcosa di buono. Il piatto speciale pensato per rifocillarvi mente e corpo sono degli sfiziosi e golosi cartocci di fritto di pesce e verdure Pesce e verdure sono “infarinati” nella semola di grano duro, fritti al momento e serviti nei tradizionali cartocci di carta gialla con una fetta di limone e un lungo spiedo di legno. Buoni ed economici sono la soluzione ideale che vi permette di continuare a passeggiare per le banchine.

 

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TAG Heuer VELA Cup: iscrizioni aperte fino a venerdì alle 18

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Oggi apriamo le porte del TAG Heuer VELAFestival e prima di fornirvi il resoconto della prima di giornata di festa della vela, vi ricordiamo che le iscrizioni alla VELA Cup di sabato 7 maggio sono aperte fino alle 18 di domani venerdì 6 maggio, sia online a questo link che direttamente a Santa Margherita presso l’Info Point VELA Cup.

CHE COS’E?
La VELACup è il grande evento velico del VELAFestival che si tiene il 7 maggio 2016. Una innovativa regata/veleggiata aperta a tutte le barche di ogni dimensione e foggia, senza limitazioni d’età, senza burocrazia ne complicazioni tecniche, con classifiche stilate in base alla lunghezza. Quest’anno vi aspetta anche una grande novità: ci sarà per la prima volta una classifica dedicata a #plasticfantastic, ovvero le imbarcazioni costruite tra il 1965 e il 1999 in vetroresina.

Tutti possono partecipare. I più rilassati a “vele bianche” – senza spi e gennaker – con una classifica riservata, e gli equipaggi più agguerriti che si vogliono confrontare sfruttando tutte le potenzialità della barca e capacità dell’equipaggio.

Si svolge nella giornata del 7 maggio tra le 9 e le 15 nella cornice dello splendido Golfo del Tigullio, con passaggio davanti a Portofino con partenza e arrivo davanti alle rive di Santa Margherita.

La VELACup si trasferisce poi, terminata la regata, negli spazi del VELAFestival e culmina in una grande festa in banchina e nello spazio eventi con la premiazione, uno show con musica dal vivo, un cocktail e un buffet offerto dagli organizzatori.

COME PARTECIPARE

Tutte le barche e multiscafi senza limitazione d’età, senza usare il certificato di stazza (IRC/ORC/CIM) a partire da 3 metri in su con divisione per lunghezza fuoritutto, in due categorie, “classe crociera” (vele bianche) e “classe regata” (spi, gennaker, ecc), con le seguenti classifiche:

  • classifica generale “overall” per tutte le barche (esclusi multiscafi)
  • classifica generale  “classe crociera” (vele bianche/ esclusi multiscafi)
  • classifica generale “classe regata” (spi, gennaker, ecc./ esclusi multiscafi)

Verranno stilate delle classifiche speciali anche per le categorie

  • barche d’epoca (costruzione anteriore al 1950 con qualsiasi materiale di costruzione)
  • barche classiche (costruzione anteriore al 1975 con qualsiasi materiale di costruzione)
  • #plasticfantastic (costruzione tra il 1965 e il 1995 in vetroresina)
  • barche aperte (senza cabina, esclusi multiscafi)
  • monotipi (stesso modello di un unico cantiere)
  • multiscafi

Le classifiche vengono stilate in tempo reale e suddivise in divisioni per lunghezze fuoritutto omogenee (dichiarate dal cantiere) il raggruppamento dovrà avere non meno di 3 imbarcazioni, in caso di mancato raggiungimento di tale numero la classe sarà accorpata alla classe successiva.

Raggruppamenti:

classe: sino a 7,50 m

classe: da 7,51 a 9,50 m

classe: da 9,51 a 11 m

classe: da 11,01 a 13 m

classe:  da 13 a 15 m

classe: da 15 a 19 m

classe: oltre 19 m (Maxi)

NB:

  • Chi si iscrive in “classe crociera” deve navigare a “Vele Bianche” e cioè con sola randa e genoa/fiocco.
  • Chi si iscrive in “classe regata” può utilizzare qualsiasi vela (spi, gennaker, code 0 ecc).

 

QUOTE D’ISCRIZIONE:

  • derive: gratis
  • barche fino 9 m 50 euro
  • barche fino 12,50m: 70 euro
  • barche fino 14,50m: 90 euro
  • barche fino 19 m: 110 euro
  • barche oltre i 19 m: 150 euro

GIFT BAG E PREMI

La premiazione della VELA Cup si svolgerà sabato 7 maggio dalle ore 19 circa presso l’area Hospitality del VELAFestival in Calata Porto a S. Margherita Ligure.

Verranno premiati i primi classificati di ciascuna classifica, che sono:
• classifica generale “overall” per tutte le barche (esclusi multiscafi)
• classifica generale “classe crociera” (vele bianche/ esclusi multiscafi)
• classifica generale “classe regata” (spi, gennaker, ecc./ esclusi multiscafi)

Le categorie premiate saranno così suddivise:
sino a 7,50 m; classe: da 7,51 a 9,50 m; classe: da 9,51 a 11 m; classe: da 11,01 a 13 m; classe: da 13 a 15 m; classe: da 15 a 19 m; classe: oltre i 19 m (MAXI).

Verranno stilate delle classifiche speciali anche per le categorie:
 barche d’epoca (costruzione anteriore al 1950 con qualsiasi materiale di costruzione)
• barche classiche (costruzione anteriore al 1975 con qualsiasi materiale di costruzione)
• #plasticfantastic (costruzione tra il 1965 e il 1999 in vetroresina)
• barche aperte (senza cabina, esclusi multiscafi)
• monotipi (stesso modello di un unico cantiere)
• multiscafi

In aggiunta ai suddetti premi, verrà altresì conferito più il Premio speciale “Gentleman Yachting”, destinato alla barca che si sarà contraddistinta per eleganza e stile dell’equipaggio e dello yacht, indipendentemente dalla dimensione e dell’età della barca. Anche l’ultimo arrivato in tempo reale avrà merito: riceverà un premio speciale.

Quest’anno per tutti gli iscritti alla VELA Cup, la regata per tutti, ci sarà questa meravigliosa gift bag della Musto ricchissima di regali.

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Iniziamo ad annunciarvi cosa troverete al suo interno.
Per iniziare la bellissima t-shirt della VELA Cup, della quale potrete scegliere la taglia, che tutti indosserete durante la regata di giorno 7 maggio!!

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Ma non finisce qui: all’interno della gift bag Musto, solo per gli iscritti VELA Cup, troverete anche regali deliziosi e una serie di coupon da utilizzare agli stand del VELAFestival. Tra questi, un gustoso cadeaux offerto da Rigoni di Asiago, l’esclusivo buono sconto del 20%  valido sull’acquisto di vele Zadro e molti altri.

E per tutti i membri dell’equipaggio troverete anche la VELAFestival Card, la card gratuita del VELAFestival, che vi permette di avere sconti esclusivi su hotel, ristoranti, negozi e parcheggi.

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DUFOUR CUPLa Dufour Cup è il grande evento velico riservato a tutte le barche costruite dal cantiere Dufour nei suoi oltre 50 anni di storia.

Si svolge a Santa Margherita Ligure il 7 maggio nell’ambito della regata/veleggiata VELA Cup e della manifestazione VELAFestival. 

Alla DUFOUR Cup sono ammesse infatti barche di ogni dimensione e foggia, senza limitazioni d’età, senza burocrazia ne complicazioni tecniche, con classifiche stilate in base alla lunghezza. Tutti possono partecipare. I più rilassati a “vele bianche” – senza spi e gennaker – con una classifica riservata, e gli equipaggi più agguerriti che si vogliono confrontare sfruttando tutte le potenzialità della barca e capacità dell’equipaggio. Si svolge Sabato 7 maggio nella cornice dello splendido Golfo del Tigullio, con passaggio davanti a Portofino con partenza e arrivo davanti alle rive di Santa Margherita Ligure.

La DUFOUR Cup si trasferisce poi, terminata la regata, negli spazi del VELAFestival e culmina in una grande festa in banchina e nello spazio eventi/Hospitality con la premiazione con premi per “quasi tutti”, uno show con musica, un cocktail e un buffet offerto dagli organizzatori.

Per iscriverti alla DUFOUR Cup compila il form d’iscrizione della VELA CupCLICCA QUI.

 

Il Programma della DUFOUR Cup

Da Giovedì 5 a Venerdì 6 maggio h 9.00/18.00:

– Arrivo e registrazione dei partecipanti se non già avvenuto on line

– Consegna indicazioni di veleggiata e kit DUFOUR Cup

– Venerdì ore 19 Partecipazione alla proclamazione e alla serata del Velista dell’Anno

Sabato 7 maggio:

ore: 8.30 Briefing

ore 11.00 Partenza DUFOUR Cup

ore 19.00 Premiazione

a seguire

Aperitivo con musica e buffet

 

ISCRIVITI ALLA DUFOUR CUP!

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Quest’estate andate in crociera spendendo 30 euro al giorno

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Lavagna, Macinaggio, Porto Vecchio, Lavezzi, La Maddalena, Caprera, Porto Ottiolu, Villasimius, Marettimo, Favignana, Levanzo, Trapani, Riserva dello Zingaro, Isola delle Femmine, Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli, Procida, Positano, Ponza, Ventotene, Giglio, Elba, Capraia, Lavagna.
Sei amici, una barca a vela di proprietà (Beneteau First 31.7) e 1200 miglia percorse facendo il giro completo del Mar Tirreno spendendo 30 euro al giorno nei venti giorni centrali di agosto. Come direbbe Frederick in Frankenstein Junior: “SI PUÒ FARE!”. Con una buona organizzazione e tanta voglia di navigare. Una crociera low cost è la soluzione giusta per godersi le vacanze senza rinunciare a nulla. In barca a vela è possibile viaggiare in lungo e in largo per tutto il Mar Tirreno spendendo una cifra incomparabilmente più bassa che spostandosi con un qualsiasi altro mezzo di trasporto e godendo di situazioni e paesaggi esclusivi.

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GLI INGREDIENTI SEGRETI PER UNA RICETTA LOW-COST
Gli ingredienti segreti per questa ricetta low cost sono: una cambusa pensata con cura, un itinerario studiato in modo tale da far convivere momenti di relax e navigazioni impegnative, un equipaggio eterogeneo con tanta voglia di fare e un’attenta preparazione della barca per prevenire spese impreviste durante il viaggio. Curati con attenzione questi dettagli, la crociera può essere davvero la vacanza ideale per chi ha un budget limitato: 30 euro a testa al giorno sono sufficienti per coprire le spese per la cambusa (circa 15 euro al giorno per tre pasti), il carburante (circa 5 euro al giorno a testa per coprire 5 ore di navigazione a motore) e, nel caso si volesse, una notte in porto (10 euro a testa).

543171_10151583499520696_1401917325_n-1CHECK COMPLETO DELLA BARCA SIGNIFICA RISPARMIO
Prevenire è meglio che curare. Un’attenta manutenzione della barca è la prima regola per non spendere soldi inutili. Prima di partire è importante verificare lo stato dell’attrezzatura a bordo, intervenire dove necessario e procurarsi alcuni pezzi di ricambio che potrebbero essere utili in navigazione. Capita infatti spesso di rompere qualcosa e perdere intere giornate di vacanza alla ricerca dei pezzi di ricambio che, una volta trovati, costano tendenzialmente il doppio di quanto costerebbero in località non turistiche. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti prima di lasciare gli ormeggi è bene controllare sempre lo stato di sartie, lande, moschettoni, grilli, VHF, scotte e drizze, luci di via e di fonda (ricordarsi di avere sempre a bordo fusibili e lampadine di ricambio), dotazioni di sicurezza, motore e vele, nonché verificare che siano presenti pinne e maschera per controllare gli ancoraggi, due taniche extra per il gasolio, life line, pile e torce “da testa” per le navigazioni notturne, medicine e creme solari, sapone marino, stoviglie “dure” per risparmiare sulla plastica e un thermos per essere sempre provvisti di the o caffè caldo quando si naviga di notte.

OLYMPUS DIGITAL CAMERALA CAMBUSA: OCCHIO ALLA PRIMA SPESA
L’organizzazione della cambusa è probabilmente il momento più importante nella gestione del budget vacanziero. Iniziamo dalla prima spesa che è la circostanza più delicata nella quale spesso ci si fa prendere la mano e si esagera con gli acquisti. È importante, se si raggiunge la barca in automobile, fare la prima “spesona” in città dove sicuramente si riesce a risparmiare qualcosa. La regola numero uno è comprare in grande quantità solo prodotti che durino senza problemi fuori dal frigo per 20 giorni e che permettano un’autosufficienza nei pasti per i giorni in cui si naviga senza fermarsi in porto: pertanto pasta, salsa di pomodoro, tonno, acciughe, sale olio, aceto, caffè, zucchero, acqua, vino birre (che non devono mai mancare per gli aperitivi al tramonto), per darvi solo alcuni consigli. è importante non esagerare per non correre il rischio di buttare via parte della spesa e sfruttare al massimo le tappe del viaggio per acquistare prodotti freschi e tipici locali. Scendere in porto e passeggiare per mercati e negozietti alla ricerca di delizie della zona è uno dei modi migliori per conoscere la località nella quale si è appena approdati e scoprirne segreti culinari e non. Prima di partire per una crociera vi consigliamo di fare un giro in un negozio di pesca: spiegando al negoziante l’itinerario che si intende compiere e la velocità media a cui si navigherà (6-7 kn) si può essere indirizzati sul tipo di esche da acquistare e sui pesci che ci si deve aspettare di incontrare.

IMG_2669L’essenziale è avere a bordo una canna con mulinello da traina e le sorprese non mancheranno. Una volta che il pesce ha abboccato, è importante pulirlo subito e metterlo al fresco negli appositi sacchettini per il surgelo, non prima di averne assaggiato un’anteprima di crudo con un po’ di limone. Se la quantità è poi eccessiva per conservarlo fresco a bordo, allora l’occasione potrebbe essere buona per farne un omaggio a qualche barca vicina o per usarlo come “merce di scambio” per una cena al ristorante!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’IMPORTANZA DI UN EQUIPAGGIO INTRAPRENDENTE
1200 miglia in 20 giorni possono sembrare tante in un’ottica vacanziera, perché facendo una media sono circa 60 miglia al giorno. Tuttavia con una buona pianificazione del viaggio e un’equilibrata suddivisione dei giorni tra riposo e navigazione l’itinerario è più che fattibile senza eccessivi sforzi, alternando indicativamente un giorno e mezzo di navigazione a un giornata e mezza di riposo nel luogo in cui si decide di approdare. L’equipaggio deve essere ovviamente ben disposto e collaborare a pieno nella rotazione per i turni di navigazione, soprattutto quelli notturni, di pulizia e in cucina.

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Non è necessario che tutti i presenti a bordo siano degli esperti velisti, ne sono sufficienti due in grado di gestire in autonomia la barca (cosicché a turno possano andare tranquillamente a dormire) mentre agli altri sarà richiesto di contribuire in modi diversi a seconda delle loro inclinazioni. Inutile sottolineare l’importanza di avere in equipaggio una persona che ami cucinare e che soprattutto lo faccia volentieri, perché mangiare bene è uno dei piaceri dell’andare in barca. Per quanto riguarda l’organizzazione giornaliera degli spostamenti è invece fondamentale organizzare al meglio le miglia da affrontare avvalendosi degli strumenti disponibili come siti e applicazioni di meteo e navigazione per tablet e smartphone. Per la meteo è utile il confronto fra diverse fonti: per il Mediterraneo segnaliamo Meteomar www.meteoam.it, Lamma www.lamma.rete.toscana.it e l’applicazione PocketGrib che, zoomando la zona di navigazione di interesse, permette di avere in tempo reale il meteo con la possibilità di monitorare, attraverso una simulazione interattiva, l’evoluzione del vento e delle eventuali perturbazioni nel corso delle tre ore successive. In quest’ultimo caso, come nel caso scegliate di iscrivervi a un sito professionale come Meteomed (www.meteomed.it), dovrete tenere conto del costo dell’abbonamento. Inutile nascondere che i costi contenuti di una vacanza come quella che abbiamo qui descritto sono dovuti al fatto che il First 31.7 fosse di proprietà e non a noleggio. Se non siete così fortunati da conoscere un armatore tanto gentile da ospitarvi dovete calcolare una quota giornaliera in più per il noleggio della barca, che potete trovare a partire da 40 euro a testa al giorno.

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QUIZ. Sei un lupo di mare o una mezza calzetta? Scoprilo!

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quizCari velisti, è giunto il momento di mettervi alla prova con un quiz impegnativo. Abbiamo scelto per voi dieci domande particolarmente difficili. Scoprite se siete dei perfetti marinai o se dovete ancora ! Buona fortuna! In calce, scorrendo lo schermo, troverete le risposte e i profili corrispondenti al numero di risposte corrette. Vi consigliamo di non fregare andando a curiosare sul web: ingannereste soltanto voi stessi!

INIZIAMO! ECCO LE DOMANDE:

1. Che effetto producono, sulla stabilità di uno scafo, i carichi mobili (sospesi, scorrevoli e liquidi)?
A) I carichi liquidi aumentano la stabilità; i carichi sospesi e scorrevoli la diminuiscono
B) I carichi scorrevoli diminuiscono la stabilità; i carichi sospesi e i carichi liquidi sono ininfluenti
C) Tutti i carichi mobili riducono la stabilità

2. L’ancora che assomiglia a un vomere si chiama:
A) Hall
B) Bruce
C) CQR

3. La frequenza del Canale 16 è:
A) 154.6 mHz
B) 16.156 mHz
C) 156.8 mHz

4. Per quale classe di fuochi può essere utilizzato un estintore a schiuma?
A) Per incendi di classe A o B
B) Per tutti i tipi di incendio
C) Per incendi di classe E

5. Rispetto alla distanza tra le isobare, la velocità del vento è:
A) Direttamente proporzionale
B) Non c’è proporzionalità
C) Inversamente proporzionale

6. Che cos’è una saccatura?
A) Un’area di bassa pressione, incuneata tra due alte, a forma di U
B) Una zona di incrocio tra due cicloni e due anticicloni, disposti a croce
C) Un’area di alta pressione, incuneata tra due basse, a forma di U

7. Se la mia barca si trova a NO del faro di Porto Ferraio, per quanto rilevo questo faro?
A) 315°
B) Non vi sono elementi sufficienti per dirlo
C) 135°

8. Fanno parte della simbologia internazionale delle carte nautiche:
A) Le isobate
B) Le boe dei fondali
C) Il profilo del porto

9. Tra le seguenti scale, quale sarebbe la più adatta a una carta costiera?
A) 1:1.200.000
B) 1:150.000
C) 1:10.000

10. Entrando nel porto di New York, di che colore è il fanale che mantengo sulla mia dritta?
A) Verde
B) Rosso
C) Bianco

SCORRI IN BASSO PER VEDERE LE RISPOSTE CORRETTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE RISPOSTE CORRETTE
1. C
2. C
3. C
4. A
5. C
6. A
7. C
8. A
9. B
10. B

CHE TIPO DI VELISTI SIETE?
1-3 RISPOSTE GIUSTE: “LA RANDA E’ UN PESCE” Sei un perfetto profano dei mari. Credi che la randa sia un pesce, per te il vang è una modello di auto tedesco. Potrai migliorare con qualche buona lettura e un corso di vela!

4-6 RISPOSTE GIUSTE: “MARINAIO IN ERBA” Hai ancora molto da imparare, ma sei sulla buona strada. Ancora non sei in grado di avventurarti in navigazioni impegnative, ma percorri ancora qualche miglio e studia di più. Presto potrai diventare un marinaio provetto.

7-9 RISPOSTE GIUSTE: “VELISTA COMPLETO” Sulla carta sei preparato: se alla teoria corrisponde la pratica (e se non hai utilizzato wikipedia o altre fonti web per rispondere) sei un marinaio completo.

10 RISPOSTE GIUSTE: “TABARLY DE NOANTRI” Sei un velista esperto, in grado di far fronte a tutti i problemi durante la navigazione. I tuoi amici ti considerano con grande rispetto e qualcuno ha azzardato a soprannominarti il “Tabarly de Noantri”. Ma non sederti sugli allori. In mare, come nella vita, non si smette mai di imparare.

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Blackout a bordo: non funziona più il Gps. Cosa fai?

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Abbiamo ipotizzato una navigazione da Civitavecchia verso Cagliari, dopo 20 ore dalla partenza (all’una di notte) a una media di circa 5 nodi, bordeggiando di bolina. E’ l’una di notte quando a un certo punto il tuo Gps ti abbandona. Non hai la più pallida idea di dove ti trovi. Ti sei dimenticato di aggiornare la carta nautica e anche il diario di bordo. Il telefono cellulare non prende e non hai nessun tipo di navigatore satellitare alternativo…. solo la bussola. Come calcoli approssimativamente la tua posizione? Dove ti dirigi e come fai a capire in che luogo ti trovi?

DSC_0009LA RISPOSTA ARGUTA DI UN LETTORE
“Solitamente navigo in Adriatico e in Croazia”, scrive Emanuel Fischer, “ci sono zone dove il Gps “salta e impazzisce”, il punto nave si sposta a zig zag sulla mappa elettronica e porta fuori rotta l’autopilota. Le traversate notturne quando tutto è tranquillo sono meravigliose, sotto i bambini dormono, sopra le stelle sono incredibili e so che verso le 5.00, alle prime luci dell’alba, mia moglie diventata abile e appassionata velista, verrà a darmi il cambio. Sono abituato a segnare sul giornale di bordo ogni ora il punto nave, la direzione, la velocità e le varie note, è un modo per passare la notte, oltre che schivare le varie navi che incrociano, e ricordarsi di splendide navigazioni. Ponendo ora l’ipotesi della situazione descritta, caso assolutamente possibile, la prima cosa è quella di controllare o ristabilire la rotta in “manuale” nel caso l’autopilota impazzisca il più velocemente possibile. Talvolta nelle lunghe traversate lascio l’autopilota in manuale, controllo solo la corrispondenza della rotta con il Gps, se avessi fatto così anche in questa occasione avrei avuto meno problemi.

Secondo passo è sapere dove si è, so che sono partito 20 ore fa ed ho sempre bolinato con una rotta vera in direzione di Punta Santa Caterina ossia Rotta Vera 210° , lo verifico ora sulla carta nautica visto che non me l’ero segnata. Poi stimo in base alla barca la mia velocità che con 5 nodi di bolina posso approssimare a circa 3,6 ( la metà della diagonale del quadrato 5×1,41/2) di velocità VMG nel Gps verso il mio punto di arrivo waypoint. Ormai si parla così a bordo: tutti diventati Gps dipendenti, ma d’altronde quanto è comodo?

Sono queste situazioni che ci fanno capire quanto sia importante conoscere la (propria) barca e benedire le note appuntate in passato sul giornale di bordo, che tornano utilissime per conoscere le prestazioni anche di una “normale” barca da crociera; infatti certamente avremmo incontrato in passato una situazione simile dove sia stata annotata la VMG. Ma pensando di non essere sulla mia barca, ecco che i 3,6 m/h possono andare bene. 20 ore per 3,6 fanno circa 72 miglia rotta 210° che ho mantenuto (bolinando) mi danno un punto nave stimato di 41° 3’51’’N e 10°57’45”E.

Benissimo, sono in mezzo al mare. Non c’è imminente pericolo di andare a scogli visto che più o meno il punto più vicino alla costa sarda è a 100 miglia! Ma d’altronde già lo sapevo di essere più o meno lì in mezzo al mare, perchè almeno ogni tanto un occhiata al Gps la si dà. A questo punto segno finalmente sul libro di bordo data, ora, posizione, direzione e velocità, nonché se bolino, la mia rotta vera. Era ora.

Poi con calma posso fare due scelte considerando che il vento di Libeccio che mi spinge è ottimale per una tranquilla navigazione, 5 nodi con un 13 metri! Sono al massimo 8-9 nodi di vento reale a meno che non fossimo su di un Hallberg Rassy di 20 anni fa dove comunque la tranquillità e la comodità sarebbero assicurate.

DOPO IL PUNTO NAVE LA SCELTA DELLA ROTTA
Visto che tutto è tranquillo o continuo a bolinare o proseguo per la rotta vera a motore, considerato che essendo andato fino ad adesso a vela ho ancora il serbatoio pieno. In entrambi i casi il mio equipaggio non corre pericolo. L’ipotesi a motore mi darebbe solo la possibilità di commettere meno errori di rotta, visto che a vela mi toccherebbe continuare a bolinare e, ammettendo che forse un po’ di ruggine con le carte nautiche ci potrebbe anche essere, la soluzione a motore non è da scartare. Ad ogni modo ognuno faccia la propria scelta, grossi pericoli non ce ne sono, al massimo qualche miglia di differenza.

AVVISTANDO TERRA
Tanto per passare il tempo, controllo i fari visibili ad una certa distanza e scopro che il primo che potrò rilevare e quello di Capo Bellavista a metà della Sardegna in prossimità di Arbatax: scopro che è a 165 m di altezza, visibile a 26 miglia, posizione del faro 39°58’8’’ N e 9°42’8’’ E. Considerando la mia rotta vera dovrei vedere il faro puntando il binocolo attorno ai 255 gradi non prima di aver fatto altre 65-70 miglia e ad una distanza dalla costa di tutta sicurezza di circa 20 miglia! E sia che le abbia fatte a vela, sia che le abbia fatte a motore a 7-8 m/h sarà comunque pieno giorno da un pezzo e avrò la possibilità di fare il punto nave con la luce del giorno usando i due metodi più semplici che non si devono scordare mai. Punto nave con due punti cospicui e punto nave con un punto cospicuo (quello con rilevamento a 90° e a 45° sapendo la velocità e il tempo = distanza tra i due punti rilevati x 1,41) Da ripassare spesso, con gli amici, i figli o la moglie, giocando con il binocolo da rilevamento per verificare se il “Gps è giusto”. Fatto il punto esatto scopro di quanto mi sono sbagliato nella stima e non è mai un granché, fino a poco tempo fa il Gps non c’era e i marinai si….

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Basta polizze-truffa! Tutto quello che c’è da sapere sull’assicurazione

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La barca fa parte, per legge, della categoria dei veicoli, e in particolare dei mezzi di trasporto navali di superficie, e proprio per questo è obbligatorio che sia assicurata.
Insomma, è fondamentale sapere che, dopo l’acquisto di un’imbarcazione, la prima cosa da fare è un contratto di assicurazione che protegga sé stessi e gli altri. Ma in che modo e, soprattutto, con quale polizza? Innanzitutto, ed è questo il vero obbligo, bisogna sottoscrivere un contratto assicurativo che copra la Responsabilità Civile verso terzi (la cosiddetta RC). Nella nautica come nelle auto, è questa la polizza da stipulare per ogni tipo di barca. Il premio RC varia a seconda dei cavalli fiscali del motore (o dei Kw, da calcolarsi in base alla cilindrata) e del massimale stabilito da contratto. Va detto anche che per legge i motori sono considerati inamovibili, quindi ci sarà da pagare una sola RC per gli eventuali due propulsori, che tenga conto della somma delle loro potenze. Esiste poi un secondo tipo di assicurazione nautica, però facoltativa: sono le polizze Corpi Yacht, che offrono coperture e clausole aggiuntive a vari livelli, fino a proteggere l’imbarcazione contro ogni tipo di danno. Sono simili alle kasko delle auto e diventano di stipula obbligatoria quando una barca è stata acquistata con leasing o finanziamento agevolato. Come fare a scegliere allora la propria polizza Corpi?

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È una questione di costi, oltre che di ipotetico rischio: stipulando solo la RC infatti, il premio da pagare difficilmente supera i 300 euro, variando in funzione dei cavalli fiscali del motore entro, fuori e entrofuoribordo e del massimale stabilito da contratto (il minimo, per legge, è di 2 milioni e mezzo di euro per danni a persone e mezzo milione per danni a cose). Chi invece è meno sicuro di sè o preferisce navigare senza pensieri, o ancora è alle prime armi, fa meglio a scegliere tra le polizze Corpi Yacht. In Italia sono modulari: si parte con la “C”, o Minima, che include le clausole di base, tra le quali perdita totale dello yacht, copertura delle spese di salvataggio, spese di rimozione del relitto e abbandono; la “B”, o Ridotta, aggiunge alla Minima i danni parziali da incendio e furto; la “A”, o Massima, a “C” e “B” unisce i danni parziali causati da qualsiasi evento. I costi in questi casi sono eterogenei, determinati da età e lunghezza della barca, velocità massima, valore assicurato, clausole e qualità della compagnia. Altro fattore che influisce è il valore della franchigia, ovvero quella cifra che, anche in caso di risarcimento di un danno, deve essere pagata dall’assicurato. Se è bassa, fa salire il costo del premio e viceversa: quindi, prima di fare una polizza con premio molto basso, controllare bene la voce “franchigia”.

Schermata 2016-05-05 alle 09.48.22A CHI AFFIDARSI?
Chi ama il fai-da-te, può rivolgersi in prima persona alle compagnie, cercando di capire qual è la polizza giusta per la propria barca. Magari dopo aver fatto un lavoro di ricerca e comparazione online delle varie offerte (come abbiamo fatto noi per creare la tabella qui sotto). In alternativa si può contattare un broker, che è meglio inserito nel mondo delle compagnie ed ha per questo la possibilità di trattare diversi tipi di contratto. In entrambi i casi è importante sapere quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un buon broker e una compagnia valida.

Nel primo caso, va detto che la bravura di un broker si misura nella capacità di saper ritagliare una polizza su misura dell’assicurato, inserendo nel contratto determinate clausole, ed eliminandone altre. Se si possiede una barca “speciale” (prototipi, monotipi e così via) il lavoro dell’agente risulta più importante che nel caso di una barca di serie, poiché la “customizzazione” della polizza è un fattore determinante. Altro importante criterio di valutazione è nella gestione del sinistro: il buon broker segue l’intero iter fornendo costante consulenza. La stessa gestione del sinistro è anche la chiave che ci permette di tracciare una linea netta tra buone e cattive compagnie. Sono infatti la precisione nel seguire la pratica e la velocità nella liquidazione del danno a far preferire una compagnia piuttosto che un’altra. E per sapere a quale attesa eventuale si va incontro bisogna sempre leggere con attenzione tutte le righe del contratto proposto.

LA BUONA POLIZZA
In generale sono dieci le clausole che una buona polizza deve contenere. La prima riguarda i limiti di navigazione: se si imposta il Mediterraneo come area, va tenuto presente che oltre Gibilterra non si è coperti. E inserendo altri mari e acque dolci, il premio sale. Chi usa la barca pochi mesi all’anno, può chiedere una limitazione temporale riducendo rischi e premio. Altra clausola: la copertura assicurativa nelle fasi di alaggio e varo. Spesso i cantieri hanno una propria polizza, ma non si sa mai. Poi c’è la rinuncia all’azione di rivalsa (nel caso di incendio): se la barca prende fuoco in un marina o cantiere, l’assicurazione rimborserà il danno rinunciando a “rifarsi” sul suddetto marina o cantiere. È una clausola richiesta dai cantieri, con barche di valore. Altra opzione fondamentale delle Corpi, è la stima accettata: stabilisce che la valutazione della barca nella polizza equivale a stima accettata dalla compagnia, e quindi corrisponde alla cifra risarcita in caso di perdita totale. La stima avviene secondo prezzi di listino per barche nuove o usate di pochi anni, ma in caso di modelli più vecchi va fatta da un perito, a carico dell’assicurato.

Di anno in anno, poi, la stima va cambiata seguendo i valori di mercato: se non la si aggiorna si continua a pagare lo stesso importo per il premio anche se la barca si è svalutata. Ancora è importante la copertura della spese di salvataggio e rimozione del relitto, e, perché no, il rimpiazzo a nuovo: con questa opzione, in caso di sostituzione di parti o accessori danneggiati, questi saranno risarciti al prezzo d’acquisto, senza l’applicazione del degrado d’uso. Opzione utile è quella sui danni all’apparato motore. Chi ha una barca sa che la fonte primigenia delle rotture proviene dal vano motori. Chi prende parte a competizioni, scelga la copertura in fase di gara: è costosa, ma utile a evitare migliaia di controversie. A volte, poi, le pompe di sentina fanno i capricci: va scelta la clausola contro alluvioni e inondazioni. Ultima opzione è la copertura in acque non protette. Fondamentale per chi sta spesso in rada e, sbarcando per una cena lasciando l’imbarcazione incustodita, non vuole rischiare che un malvivente tenti di appropriarsi della barca con la classica scusa “l’ho trovata alla deriva, ora è mia”.

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Giancarlo Pedote premiato come “Velista dell’anno” 2016

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Giancarlo Pedote / Proto 747

Oggi, venerdi 6 maggio, al TAG Heuer VELAFestival di Santa Margherita Ligure è andata in scena la “Giornata dei Campioni” coronata con la premiazione del “Velista dell’Anno TAG Heuer 2016″. È il premio più prestigioso della vela italiana e viene organizzato e assegnato fin dal 1991 dallo storico mensile specializzato Il Giornale della Vela. Riservato a colui che risulta il miglior velista italiano (sulla base di un sondaggio popolare che ha coinvolto decine di miglaia di votanti, tra una rosa di ben 100 candidati e, successivamente, della scelta di una giuria di qualità tra una rosa finale di 5 candidati votati dal pubblico), in passato è stato vinto da atleti del calibro di Giovanni Soldini, Francesco De Angelis e Alessandra Sensini. Nella scorsa edizione a vincere il “Velista dell’Anno TAG Heuer” sono stati, a pari merito, Roberto Tomasini Grinover e la coppia Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri.
Per il 2016 a ricevere il prestigioso premio è stato Giancarlo Pedote. Il motivo? Ovunque vada, vince. Ed è probabilmente il velista oceanico più forte in Italia: basti pensare che anche la FFV (Federvela francese) lo ha insignito del prestigioso Trophée des Champions 2015. Durante l’evento, noto per esserel’Oscar della vela italiana, sono stati consegnati anche altri importanti riconoscimenti: il “TAG Heuer Performance” è stato vinto da Roberto Lacorte con la sua barca SuperNikka, trionfatrice nel Mondiale Mini Maxi; il “TAG Heuer Innovation” ha visto trionfare Marcello Persico, capo del cantiere più hi-tech della vela mondiale; il “TAG Heuer Young” è andato a Edoardo Ferraro e Francesco Orlando, campioni mondiali Under 17  Classe 420; il “TAG Heuer #Don’tCrackUnderPressure” ha visto il successo di Ambrogio Beccaria Balduzzi, giovanissimo e vincente marinaio; il “Gran Premio VELAFestival” è stato assegnato a Mario Pedol e Massimo Gino dello Studio Nauta.

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Rivivi tutte le emozioni della grande Giornata dei Campioni al TAG Heuer VELAFestival

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TAG Heuer VelafestivalLa parola chiave della seconda giornata del TAG Heuer VELAFestival è stata emozione. Vi aspettiamo anche oggi sulle banchine di Santa Margherita Ligure e in mare, con lo spettacolo della VELA Cup, la regata/veleggiata più affollata del Tirreno, intanto vi raccontiamo per immagini e video quello che è accaduto ieri.

IL VIDEO-EMOZIONE DI CARLO BOGHI

DAL VELISTA DELL’ANNO AI “PAZZI/EROI”
La giornata è culminata con l’incoronazione a Velista dell’Anno 2016 di Giancarlo Pedote, e con l’assegnazione dei premi TAG Heuer Young (Edoardo Ferraro e Francesco Orlando), TAG Heuer Performance (Roberto Lacorte e SuperNikka), TAG Heuer Innovation (Marcello Persico), TAG Heuer #Don’tCrackUnderPressure (Ambrogio Beccaria Balduzzi). Inoltre è stato insignito di un premio speciale il progettista Mark Mills mentre il Gran Premio TAG Heuer VELAFestival è andato a Mario Pedol e Massimo Gino dello studio Nauta Yachts (che quest’anno compie 30 anni di attività). Il #plasticfantastic Tribute è stato assegnato all’Hallberg Rassy Gianin VI di Pietro Ciccio Supparo. Ma durante la giornata, lungo le banchine, è stato un continuo viavai di appassionati e anche all’evento pomeridiano “Grandi Marinai a Confronto: Pazzi o Eroi” (con Vittorio Malingri, Gaetano Mura, Edoardo Raimondo, Salvatore Mantaci oltre ai succitati Beccaria e Pedote) si è registrato un pienone.

LE (BELLISSIME) FOTO DI JAMES ROBINSON TAYLOR

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FOTOGALLERY – VELA Cup nel segno di SuperNikka: ma che festa in mare!

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TAG Heuer VelafestivalMentre alcune barche devono ancora completare il percorso a triangolo di 7 miglia nel Golfo del Tigullio, c’è già chi festeggia in banchina al TAG Heuer VELAFestival. Sono i ragazzi di SuperNikka, Vismara Mills 62 di Roberto Lacorte (a bordo anche il neo-velista dell’Anno Giancarlo Pedote), vincitore in tempo reale della VELA Cup, che quest’anno ha registrato la partecipazione record di 209 barche. Una vera e propria Barcolana del Tirreno, per spirito e organizzazione. (foto di James Robinson Taylor)

UN MATCH-RACE TRA MOSTRI SACRI
Anche le condizioni meteo sono state ideali: sole, mare piatto, vento da sud-est-sud di 8 nodi di intensità. Dopo una battaglia all’ultima strambata, dietro a SuperNikka è arrivato il Maxi di 80 piedi Ourdream-Rigoni di Asiago, con al timone Mauro Pelaschier. Un testa a testa serrato fin dai primi bordi, un match-race perpetrato per tutta la durata della regata (62 piedi SuperNikka contro gli 80 di Ourdream, la prima più giovane di 20 anni), fino a quando, a duecento metri dall’arrivo, il Reichel Pugh di 80 piedi, che era in recupero, ha esploso il gennaker lasciando di fatto via libera a Lacorte e soci.

MIRACOLO NACRA
Al terzo posto in reale il Mylius 50 Oscar2 di Walter Caldonazzi, davanti ad Implacable, Nacra F18 di Marco Puppo, che ha lasciato tutti letteralmente a bocca aperta, protagonista di un arrivo al fotofinish contro al mitico Moro di Venezia I di Max Ferruzzi, quinto overall. (E.R.)

LA FOTOGALLERY DELLA REGATA (FOTO DI JAMES ROBINSON TAYLOR)

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VIDEO. Che festa incredibile la VELA Cup: 209 barche per la regata più affollata del Tirreno

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La terza edizione della TAG Heuer VELA Cup ha confermato il successo di un format aperto a tutti, che ha reso per un giorno il Golfo del Tigullio il centro della vela tirrenica. Ben 209 le barche che hanno colorato le acque davanti al VELAFestival di Santa Margherita Ligure. E una premiazione che si è trasformata in vera festa! Ve la raccontiamo in questo video di Carlo Boghi!

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