Quantcast
Channel: Giornale della Vela
Viewing all 3582 articles
Browse latest View live

Wally 110, hi-tech fino al midollo GALLERY

$
0
0

Wally110 Barong D launching 26042016_image 03
Trentatre metri e passa di barca da sogno. Il nuovo Wally 110 Barong D, frutto della matita dello studio Frers è stato varato a Marina di Ravenna:
è il terzo superyacht per un armatore “fedele alla linea” (nel 2000 fu la volta dell’80 piedi Barong B, nel 2005 del 94′ Barong C). Lo scafo, molto largo, rende la barca performante ma la sua attitudine competitiva è ben mascherata dalle linee classiche ed eleganti. Luca Bassani, patron di Wally Yachts, ha curato gli interni e in collaborazione con Frers le linee esterne, ha dichiarato: “Siamo riusciti a produrre una barca ‘full-optional’ di 33,51 metri (a bordo della quale armatore e famiglia passano molti mesi all’anno) pesante soltanto 65 tonnellate, ben due di meno rispetto a quelle previste dai piani iniziali e circa del 35% più leggera rispetto alle imbarcazioni di simile taglia”.

GUARDA LE FOTO DEL NUOVO WALLY 110

Wally 110 Barong D rendering image
Wally110 Barong D launching 26042016_image 01
Wally110 Barong D launching 26042016_image 02
Wally110 Barong D launching 26042016_image 03
Wally110 Barong D launching 26042016_image 04
Wally110 Barong D launching 26042016_image 06
Wally110 Barong D_salon rendering image
Wally110_Owners' suite rendering  image

HI-TECH FINO AL MIDOLLO
La tecnologia 3D utilizzata ha permesso di ottimizzare sia la fase di progettazione dello yacht che la sua costruzione, avvenuta, per quanto riguarda lo scafo, in composito pre impregnato. Hi-tech anche l’impianto elettrico e il sistema idraulico (350 bar di pressione massima, pari a 3.500 Newton per centimetro quadro), dotato di elettrovalvole gestite da un software che migliora la velocità delle manovre. Gli interni sono stati realizzati in differenti blocchi per ridurre il peso e aumentare la qualità costruttiva.

Wally 110 Barong D rendering imageESTERNI DA REGATA
Ogni dettaglio è stato curato nei minimi particolari, dall’alberatura in carbonio e l’attrezzatura di coperta in carbonio e titanio, dal teak che ricopre il flush deck all’illuminazione degli ampi interni. Il ponte è caratterizzato da una tuga slanciata e sottile, estese aree prendisole, un pozzetto molto ampio dal look “corsaiolo”.

Wally110_Owners' suite rendering  imageINTERNI DA CROCIERA
Molto diversi in filosofia invece gli interni in rovere e carbonio, improntati a un utilizzo crocieristico. A prua è situata la cabina armatoriale, con due grandi letti separati, una cabina doppia per gli ospiti sia a dritta che a sinistra, e un grande quadrato. La zona equipaggio è a poppa per una maggiore privacy.

Dopo due settimane di test in mare, la barca sarà consegnata agli armatori alla fine di maggio. www.wally.com

SCHEDA TECNICA
Lunghezza ft 33,51 m
Lunghezza al galleggiamento 31,55 m
Baglio max. 7,47 m
Pescaggio 4,80 m
Dislocamento 65 t
Sup. velica 538 mq
Posti letto 6+4 (equipaggio)
Architettura Navale Frers Naval Architecture
Esterni Frers / Wally / Luca Bassani
Interni Wally / Luca Bassani
Certicazione RINA Malta Cross
Costruzione Composito PRE-PREG
Velocità a motore 13 kts
Serbatoio carburante 3.800 l
Serbatoi acqua dolce 1.500 l

The post Wally 110, hi-tech fino al midollo GALLERY appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


Coppa America, verso il trionfo o verso il baratro?

$
0
0

coppa america montataAspettando le AC World Series di New York (in programma il 7-8 maggio prossimi), possiamo tranquillamente affermare che la trentacinquesima edizione della Coppa America non sia nata sotto la migliore delle stelle. E vi spieghiamo perché.

ORACLE HA VINTO CON L’INGANNO NEL 2013?
A distanza di due anni e mezzo dall’incredibile rimonta del defender Oracle ai danni di Emirates Team New Zealand (da 1-8 a 9-8 nella finale di San Francisco) c’è chi si è interrogato sulla validità dell’ultima sfida: un libro che porta la firma del giornalista sportivo G. Bruce Knecht, The Comeback (“Il Ritorno”) ha gettato nuova benzina sul fuoco. Secondo Knecht, Oracle avrebbe cambiato marcia vincendo con l’inganno, sfruttando il pompaggio della wing sail (la vela alare) per creare surplus di spinta sull’ala. Il “pumping” è palesemente vietato nel regolamento di regata internazionale (regola 42), ma, si sa, la Coppa ha un funzionamento tutto suo: la regola era stata cambiata e recitava che “una barca deve competere usando soltanto il vento e l’acqua per aumentare, diminuire o mantenere la propria velocità. Il suo equipaggio può regolare l’assetto della vela alare, dei timoni, delle derive e degli scafi ed eseguire altre azioni di marineria”. Non esistevano riferimenti al pompaggio, e i rapidi movimenti della wing di Oracle potrebbero essere considerati come regolazioni del profilo alare. Sull’effettiva legalità dell’azione non resta che un manzoniano “ai posteri l’ardua sentenza”.

G15LVACWSD4_1491
E’ LA COPPA, BABY. E TU NON PUOI FARCI NULLA

D’altro canto, già nella prima edizione, nel 1851, gli americani furono accusati dagli inglesi di aver tagliato la boa, e negli anni si è assistito a ogni stranezza. Dalle “alette” sul bulbo di Australia II, vincitrice dell’America’s Cup 1983, alla sfida-farsa del 1988 a San Diego, dove nella finale si sfidarono un monoscafo di 27 metri, KZ-1 del magnate neozelandese Michael Fay, e un piccolo catamarano, Stars & Stripes, timonato da quel volpone di Dennis Conner (non ci fu storia, il cat vinse a man bassa). D’altronde, lo prevedeva il Deed of Gift, l’atto di donazione, una sorta di “costituzione della Coppa” redatta nel 1857, che regala al defender molti vantaggi nella stesura del protocollo che regola la successiva edizione di Coppa.

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELL’AMERICA’S CUP
Dopo le diatribe Ellison-Bertarelli, dal 2010 l’America’s Cup non è più la stessa. Continui cambi di regolamento, nessuna chiarezza, foiling, non foiling. L’edizione in corso (si stanno correndo le AC World Series, mentre la fase finale, con le Louis Vuitton AC Qualifiers, inizierà il 26 maggio 2017: la sfida tra defender e challenger è in cartellone a partire dal 17 giugno) verrà ricordata per la confusione. Una confusione che ha fatto perdere appeal a quella che, di fatto, è la più antica competizione velica al mondo: basti pensare che non tutti i paesi coinvolti nella sfida hanno acquistato i diritti televisivi per la trasmissione delle regate in diretta. Non solo: il clima di incertezza che è andato a delinearsi ha fatto sì che l’iniziale Challenger of Record, Team Australia, si ritirasse. Troppi i vantaggi per Oracle, a cominciare dalla possibilità di costruire due barche contro l’unica concessa agli sfidanti. Poi l’addio di Luna Rossa, una volta che si è deciso che le barche con cui si sarebbero corse le fasi finali non sarebbero stati gli AC62 (cat foiling di dieci piedi più piccoli rispetto agli AC72 a bordo dei quali si svolse la sfida tra Oracle e Team New Zealand nel 2013) ma gli AC48, ufficialmente per motivi di contenimento del budget. Patrizio Bertelli ha ritirato la sfida, poiché Prada era già al lavoro sull’ottimizzazione dell’AC62 e il ritorno a una misura più piccola, di soli tre piedi superiore agli AC45, ha segato mesi di lavoro e soldi.

ìmax sirenaUNA POLTRONA PER SEI
Questo ha lasciato a spasso fior fior di velisti. Max Sirena ha trovato un ingaggio con i kiwi, Francesco Bruni con Artemis, Mario Caponnetto è entrato nel team di progettisti di Land Rover BAR, il sindacato costruito attorno a Ben Ainslie che ha l’obiettivo di riportare la Coppa in Inghilterra. Alla fin fine i team che hanno accettato di sottostare al protocollo “imposto” da Ellison e Coutts sono stati cinque: oltre ai succitati ETNZL, BAR e Artemis, hanno confermato i transalpini di Groupama Team France e i giapponesi di Softbank Team Japan. Attualmente, dopo le AC World Series di Portsmouth, Gothenburg, Bermuda e Oman, guida la classifica Emirates Team New Zealand, davanti a Oracle Team USA e Land Rover BAR. Prossimo appuntamento a New York il 7 e l’8 maggio. Per chi conviene tifare? Noi stiamo dalla parte di Max Sirena. Sfumato il sogno Luna Rossa, ha scelto l’unico team che probabilmente potrà dare del filo da torcere agli americani. Qualora i kiwi riuscissero a strappare la Coppa, potranno mettere mano al regolamento riportando l’America’s Cup a una dimensione più umana (torneranno i monoscafi?), restituendole credibilità. E favorendo il rientro di altri team, tra i quali sicuramente Luna Rossa.

m175_ac-emmy-pressreleaseVUOI VEDERE LA COPPA? PAGA!
In Italia non possiamo vedere le gesta di Sirena e compagni. O meglio, se vogliamo godercele dobbiamo sborsare, dopo aver scaricato la App dell’America’s Cup (per dispositivi iOS o Android) 7,99 dollari. Per chi invece voglia sottoscrivere un abbonamento per tutti gli eventi del 2016, il costo è di 27,99 dollari. Questo è il solo modo per assistere alle regate, dato che nessuna rete televisiva italiana ha acquistato i diritti. Che contraddizione per la Coppa America che in teoria doveva essere quella della “generazione social”, e che invece non prevede alcuno streaming online gratuito!

INTANTO LA BARCA E’ CAMBIATA ANCORA
Nel frattempo, la barca scelta per le Louis Vuitton e la finale è ancora cambiata: non più l’AC48 ma l’AC50. Si tratterà di un monotipo, al pari del Laser: verrà costruito in diversi cantieri ma gli stampi saranno identici. Anche l’unica vela non rigida rimasta, il fiocco, sarà one design. La lunghezza degli scafi sarà intorno ai 15 metri, la larghezza 8,5 per un peso complessivo di circa 2.400 chili. Sempre che qualcuno non decida nuovamente di rimescolare le carte in tavola…

The post Coppa America, verso il trionfo o verso il baratro? appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Svelati i cinque finalisti del Velista dell’Anno: vieni a conoscerli a Santa Margherita!

$
0
0

velista dell'anno copiaOltre 40.000 voti nelle tre fasi di votazione online che hanno ridotto i 100 candidati iniziali a 25. Questi i numeri del Velista dell’Anno 2016! Poi la palla è passata alla giuria, che si è riunita e – faticosamente – ha decretato la rosa finale dei cinque candidati a cui saranno assegnati i premi del Velista dell’Anno (Il Velista dell’Anno, TAG Heuer #Don’tCrackUnderPressure, TAG Heuer Performance, TAG Heuer Innovation, TAG Heuer Performance e, da quest’anno, TAG Heuer Young). Per scoprire quale premio sarà assegnato a ciascuno di loro, non vi resta che venire alla grande Serata dei Campioni in programma a partire dalle 19 nell’area Hospitality del TAG Heuer VELAFestival! Un’occasione per conoscere dal vivo i più grandi nomi della vela italiana. Ma bando alle ciance, ecco chi sono in cinque prescelti, in rigoroso ordine alfabetico.

I CINQUE CANDIDATI SCELTI DALLA GIURIA
ambrogio-beccaria-balduzzi-225x3001. Ambrogio Beccaria Balduzzi: quello che ha colpito la giuria è stata la sua bella storia di mare, conclusa con la vittoria del Campionato Italiano Mini 6.50 Serie. Ambrogio voleva l’oceano a tutti i costi, ha trovato una barca semidistrutta in Portogallo, se le è andata a recuperare da solo con un viaggio da romanzo e poi ha passato mesi e mesi a sudare per rimetterla a posto in un capannone della Spezia. Ci è riuscito alla grande. E “Alla Grande” è proprio il nome della sua barca! In più è stato stravotato dal pubblico.
ferraro-orlando-300x2002. Edoardo Ferraro / Francesco Orlando: votatissimi, i due ragazzi specialisti del 420 rappresentano una speranza per il futuro in chiave olimpica, ma sono già una realtà consolidata a livello giovanile. A Castle Bay Karatsu, in Giappone, hanno vinto il Titolo iridato 420 Under 17: in Italia e all’estero sono sempre ai vertici delle classifiche. Fortissimi!
Schermata-2016-01-21-a-13.08.38-226x3003. Roberto Lacorte e la sua Supernikka: per una barca speciale, come è il Vismara Mills 62 SuperNikka, ci vuole un armatore speciale. E Lacorte è speciale. Nel 2015 ha trionfato al Mondiale Mini Maxi di Porto Cervo. Prima però si è tolto la soddisfazione di vincere la regata da lui stesso ideata, la 151 Miglia. Un armatore illuminato, che tanto sta dando alla vela in Italia.
giancarlo-pedote-300x2004. Giancarlo Pedote: Ovunque vada, vince. Giancarlo Pedote è probabilmente il velista oceanico più forte che abbiamo in Italia: nel 2015 la FFV (la federvela francese) ha insignito lui e Erwan Le Roux, suo compagno sul trimarano Multi 50 FenetrèA-Prysmian, del prestigioso Trophée des Champions 2015 a seguito degli importanti risultati ottenuti nell’anno: la vittoria della Transat Jacques Vabre, la durissima regata da Le Havre (Francia) a Itajaì (Brasile) e di tutte le altre regate Multi 50 del calendario. Impossibile dimenticarsi di lui.
marcello-persico-300x2005. Marcello Persico: Persico è sinonimo di eccellenza. Internazionalmente riconosciuta, soprattutto dopo il miracoloso intervento di riparazione su Team Vestas dopo l’incidente alla Volvo Ocean Race. Marcello Persico è a capo del cantiere di Nembro (Bergamo) che attualmente è la più importante realtà “hi-tech” della vela italiana. Qui vengono sfornate le barche più all’avanguardia, e qui saranno prodotti i nuovi VO65 in vista della VOR 2018.

MICA CI SARANNO SOLO LORO!
All’evento che tutti aspettano da un anno, gli Oscar della vela italiana, mica ci saranno solo i candidati qui sopra. L’area Hospitality del TAG Heuer VELAFestival si riempirà dei più titolati, appassionati, innovativi e performanti velisti italiani in attesa che il noto giornalista sportivo e appassionato velista Mino Taveri annunci i nomi dei vincitori. In palio oltre al Velista dell’Anno TAG Heuer 2016, ci sono i premi Innovation, al velista, progettista, armatore, tecnico che ha ideato qualcosa di innovativo, #Don’tCrackUnderPressure, che celebra l’italiano che più si è distinto per la passione verso la vela e il mare, Performance, a chi ha dimostrato verve agonistica vincendo regate di alto livello e il Gran Premio TAG Heuer VELAFestival riconoscimento ad un grande velista, tributo alla sua carriera e che quest’anno verrà assegnato a Mario Pedol e allo Studio Nauta Yacht, i grandi designer italiani famosi sulle barche di tutto il mondo e che quest’anno festeggiano i loro trent’anni di attività. Da quest’anno abbiamo poi introdotto un nuovo premio, il premio “Young”, riservato al miglior giovane velista dell’anno.

Gianin-VI-222x300Sul palco sarà poi il momento di consegnare il #plasticfantastic Tribute a un vecchio Hallberg-Rassy 41 del 1976 e al suo armatore che quest’anno hanno vinto la Giraglia per la seconda volta: stiamo parlando di Gianin VI e di Ciccio Supparo. Ma sul palco ci sarà anche grande spazio per due superstar del mondo della vela: Alessandro Vismara e Mark Mills,  il progettista del momento che ha disegnato SuperNikka e il nuovo Vismara V56  e che è recentemente stato ingaggiato per disegnare il Wally Cento. Pare che ritornerà anche Dick Carter, l’americano che con i suoi progetti ha cambiato il modo di navigare. Questi e molti altri i personaggi che avrete modo di conoscere: ci saranno anche Vittorio Malingri, il navigatore italiano con più miglia sulle spalle – probabilmente al mondo – e Salvatore Mantaci, colui che ha mollato il lavoro per attraversare l’Atlantico e che racconterà la sua bellissima avventura… finita male.

Schermata-2016-01-18-a-14.40.38-300x81COME SONO FUNZIONATE LE VOTAZIONI DEL VELISTA DELL’ANNO 2016
Venerdì 6 maggio, alle ore 19, avrà luogo al VELAFestival di Santa Margherita Ligure (Genova), durante la Serata dei Campioni, la premiazione del Velista dell’Anno. Ma come si arriva ad assegnare il premio più prestigioso della vela italiana? Con una lunga e “dura” selezione online dove il vostro contributo è fondamentale. Ve la spieghiamo nel dettaglio, fase dopo fase.

• PRIMA FASE (VOTO VINCOLANTE – CONCLUSA) – DA 100 a 52 CANDIDATI
– 100 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dal 29 gennaio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– 20 CANDIDATI INDICATI DA VOI (potrete inviarci nominativi e motivazione dal 29 gennaio al 4 febbraio alla mail speciali@panamaeditore.it) votati online sul nostro sito dal 5 febbraio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 50 più votati e i 2 più votati tra quelli indicati da voi
• SECONDA FASE (VOTO VINCOLANTE – CONCLUSA) – DA 52 a 25 CANDIDATI
– 52 CANDIDATI da votare online dal 4 (dalle ore 13) al 15 marzo (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 25 più votati
• TERZA FASE (VOTO CONSULTIVO – CONCLUSA) – DA 25 a 5 CANDIDATI
– 25 CANDIDATI da votare online dal 31 marzo (dalle ore 13) al 15 aprile (chiusura ore 12). Il voto del pubblico online ha valore consultivo: tenuto conto delle vostre preferenze, una giuria seleziona i 5 che passano il turno
WAY211A.BA0928_AQUARACER_CAL_5_PACKSHOT_2015• QUARTA FASE – LA SCELTA DEL VELISTA DELL’ANNO (E DEGLI ALTRI PREMI)
-I 5 CANDIDATI compongono la rosa dei “papabili” per il Velista dell’Anno. Questi si contenderanno, sulla base delle decisioni della giuria, il premio Velista dell’Anno e gli altri: TAG Heuer Velista dell’Anno “Passion”, TAG Heuer Velista dell’Anno “Innovation”, TAG Heuer Velista dell’Anno “Performance” e TAG Heuer Velista dell’Anno “Young”. Ognuno dei vincitori sarà premiato con un cronografo impermeabile ad alta precisione TAG Heuer Aquaracer Calibre 5 (foto a lato), in grado di resistere fino a 300 metri di profondità. Chi sono i vincitori lo saprete solo la sera del 6 maggio a Santa Margherita. Siete tutti invitati!

Per qualsiasi informazione riguardo al Velista dell’Anno, scriveteci all’indirizzo speciali@panamaeditore.it

SCOPRI CHE COS’E’ IL VELISTA DELL’ANNO

A QUESTO LINK SCOPRI NEL DETTAGLIO LA PRIMA FASE DI VOTAZIONI DEI MAGNIFICI “100”

SCOPRI TUTTI I 100 CANDIDATI INIZIALI AL VELISTA DELL’ANNO, DALLA A ALLA Z

SCOPRI LE STORIE DEI CANDIDATI “SCELTI DA VOI” E LE MOTIVAZIONI DELLE NOMINATION

The post Svelati i cinque finalisti del Velista dell’Anno: vieni a conoscerli a Santa Margherita! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Manca una settimana al via della più grande festa della vela italiana. E’ tempo di VELAFestival!

$
0
0

Rolex Fastnet Race 2009Ancora una settimana. Poi, esattamente il 5 maggio prossimo, prenderà il via la quarta edizione dell’unica festa della vela e del mare in Italia, il TAG Heuer VELAFestival 2016. Fino a domenica 8 maggio, per 4 giorni di divertimento e passione, Santa Margherita Ligure diventerà la capitale del mare e delle barche più belle del Mediterraneo.
Perché venire al TAG Heuer VELAFestival 2016? Ci sono almeno 8 buoni motivi per esserci:

Schermata 2016-04-12 alle 18.04.54
1- Per trascorrere un weekend da favola a Santa Margherita Ligure. La cittadina è una location eccezionale: lungomare e porto sono avvolti dalla manifestazione che non ha biglietto d’ingresso. Per quattro giorni Santa Margherita Ligure diventa capitale della vela e delle barche più belle del Mediterraneo.

aaIMG_8024-2
2- Per seguire tanti eventi da non perdere. Dalla mattina alla sera, per tutti e quattro i giorni dell’evento, puoi seguire in diretta show con interviste e racconti dei tanti grandi velisti che passano al VELAFestival.

fotot_pag100
3- Per partecipare o assistere alla VELA Cup. Il grande evento velico del VELAFestival è già la regata più affollata del Mar Tirreno oltre che una festa in mare. Ed è aperta a tutte le barche di ogni misura e foggia, senza limitazioni.

Schermata 2016-03-29 a 17.24.324- Per vedere le barche più belle del mondo. Decine di imbarcazioni nuove a mare pronte da visitare, raccontate da chi le costruisce. Per ogni tasca ed esigenza, da 3 a 30 metri. In banchina anche le barche “Cult”, le più famose e ammirate.

principale
5- Per scoprire tanti tipi di barche e di scafi direttamente in spiaggia. Nel Beach Village del VELAFestival è possibile toccare con mano una deriva o una “piccola” barca, monotipi e multiscafi, Sup e canoe, oltre che fare prove in mare e rilassarsi in spiaggia.

DSC_2980
6- Per far divertire i bambini con scuola di vela e di marineria. Fare un giro in barca per ragazzi o per tutta la famiglia con un istruttore esperto ma anche andare a bordo di uno yacht famoso e imparare a salire in testa d’albero, giocando a fare i pirati.

aaIMG_8010
7- Per rilassarsi sul mare e assaggiare buon cibo. Si ammirano 100 metri di immagini della spettacolare mostra sulla storia della nautica, si godono i migliori film sulla vela “sparati” su maxi schermo, ci si rilassa sulla grande terrazza sul mare.

slider
8- Per acquistare accessori, abbigliamento e servizi nautici. Entrando nel più grande store nautico nel quale è possibile toccare con mano (e acquistare direttamente) tutti i prodotti nautici all’avanguardia. Ingresso e orari L’ingresso al Tag Heuer VELAFestival 2016 di Santa Margherita Ligure è gratuito.

Orari di apertura: Giovedi: 12-19. Venerdi: 10-19. Sabato: 10-23.30. Domenica: 10-18.

The post Manca una settimana al via della più grande festa della vela italiana. E’ tempo di VELAFestival! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

VIDEO. Mojito 8.88, la barca che spopola in Francia è un 9 metri… col garage!

$
0
0

ape_mojitoCi sono barche che colpiscono: non è detto che piacciano, ma sicuramente non passano inosservate. E’ il caso del Mojito 8.88, del cantiere IDB Marine, che lo scorso anno si è aggiudicato anche il titolo di Voiler de l’Année in Francia e a distanza di un anno ha superato ogni aspettativa in termini di mercato. Perché ha fatto impazzire i nostri cugini d’Oltralpe? Le ragioni sono molte, abbiamo provato ad analizzarle. E ve le mostriamo anche in questo video.

UN NOVE METRI… COL TENDER
Schermata 2014-11-07 a 17.00.56Lungo 8,88 metri e largo 3,45, ha una deriva mobile che porta il pescaggio da 2,25 a soli 0,95 metri. Il disegno della carena, con spigoli molto pronunciati, porta il Mojito 8.88 a planare sotto spi asimmetrico sopra i quindici nodi. Per facilitare la conduzione, il piano velico standard prevede una randa potente (con un trasto a tutta larghezza) gestibile direttamente dal timoniere (a proposito, il timone è rigorosamente a barra), mentre a prua troviamo il fiocco autovirante, per un totale di 56 metri quadri di superficie. A disegnare il Mojito 8.88 è stato Pierre Rolland, progettista con una grande esperienza nel settore delle barche oceaniche, sia quelle di serie sia quelle da regata.
Il pozzetto è ben protetto, con uno specchio di poppa abbattibile a creare una plancetta bagno rialzata rispetto al pelo dell’acqua perché sotto… troviamo il garage del tender! Già, una soluzione particolare, come potete vedere nella foto qui sopra, che permette di tenere il battello di servizio pronto all’uso anche se siamo su una barca di meno di nove metri.

MINIMALISMO AL POTERE
Schermata 2014-11-07 a 17.00.35
Schermata 2014-11-07 a 17.00.40La presenza del garage per il tender non toglie spazio agli interni. Qui il cantiere ha optato per una soluzione che potremmo definire “semi-open space”: non c’è separazione tra il quadrato, dominato da un tavolo centrale con piani abbattibili decisamente sovradimensionato, e la cuccetta doppia di prua. Verso poppa troviamo invece la cucina, il bagno con doccia e una seconda cuccetta matrimoniale. Il prezzo base del Mojito 8.88 è di 97.000 euro. Dati: lft. 8,88 m; larg. 3,45 m; pesc. 2,25/0,95 m; disl. 2800 kg; sup. vel. 56 mq. IDB Marine, www.idbmarine.com

 

The post VIDEO. Mojito 8.88, la barca che spopola in Francia è un 9 metri… col garage! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

I vostri trucchi di bordo: tre soluzioni per avere una barca sempre in ordine!

$
0
0

ape_praticaProsegue la nostra raccolta (qui la prima parte) dedicata ai vostri trucchi di bordo: in questo articolo scopriamo tre soluzioni, geniali ed economiche, ideate da voi lettori per avere sempre e comunque la barca in ordine!

L’ALLUNGA-TAVOLO 
Come ottenere un tavolo da pranzo per 8 persone nel quadrato di un 42 piedi
tavolo allungabile 1 tavolo allungabile 2Spesso, nonostante si disponga di un quadrato ampio e spazioso, il tavolo da pranzo offre la possibilità di sedersi comodamente solo a coloro che utilizzano il divano vicino al tavolo stesso. Alcuni cantieri, come Hanse, prevedono poltrone amovibili, ma Antonio Casciello, sul suo Jeanneau 42i Alchimia, non disponeva che del suo ingegno. Così ha deciso di realizzare un “tavolo allungabile che permette in 3 minuti di far accomodare comodamente 8 persone”. L’aggiunta è facile da montare, spiega Antonio: “Le gambe si avvitano su un perno autofilettante, la sagoma segue perfettamente il profilo del tavolo originale”.

IL PORTABOTTIGLIE DA POZZETTO 
portabottiglie 1 portabottiglie 2Sfruttate il vano del tavolino in pozzetto per alloggiare bicchieri e bottiglie in tranquillità
Spesso nei tavolini da pozzetto è presente un vano che consente lo stivaggio di attrezzatura e oggetti. Ma soprattutto con un po’ di mare, se questi non vengono fissati adeguatamente, c’è il rischio di “fare la frittata”. Giancarlo Sorrentino, a bordo del suo Bavaria 46, voleva avere bottiglie e bicchieri a portata di mano in navigazione e così ha pensato “di sfruttare il gradino presente in questo vano per riporvi sopra un foglio di plexiglass che, da me opportunamente forato con una fresetta a mano, permetta un comodo utilizzo e stivaggio di bicchieri e bottiglie”. Variando la misura dei buchi nel plexiglass, potrete realizzare supporti adatti non solo alle bottiglie ma a ogni tipo di accessorio.

componenti

Figura 1

dopo DX

Figura 2

L’APPENDI-CIME
Economico, semplice da realizzare, ideale per chi non vuole confusione in pozzetto
L’ingegner Eugenio Denti era “stanco di avere drizze, borose e scotte varie tutte disordinate”, e ha deciso di costruire con le proprie mani un semplice appendi-cime. Ci ha mandato anche la “lista della spesa” per effettuare il lavoro e, da buon ingegnere, la foto con tutti gli “ingredienti” per la realizzazione (fig. 1): due barre di plastica di 45 cm di lunghezza, 10 viti inox, 10 dadi, 10 rondelle in inox e altre 10 più piccole, 10 pulegge di plastica dotate di gola e un po’ di silicone per attaccare le barre in coperta. Il costo dell’operazione è di pochi euro, ma l’efficacia del risultato è evidente dal confronto tra le foto del “prima” e del “dopo” (fig. 2).

The post I vostri trucchi di bordo: tre soluzioni per avere una barca sempre in ordine! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Eventi, avventure, barche, accessori (e regali e sconti). E’ VELA di maggio!

$
0
0

velaPerché salire a bordo con noi del numero di maggio del Giornale della Vela? Per tanti buoni motivi. Continuate a leggere, ve ne sveliamo già dieci in anteprima, a cominciare dalla guida dettagliata all’evento che tutti gli appassionati attendono: il TAG Heuer VELAFestival. A proposito, lo sapete che con la copia cartacea di questo numero avete diritto a tanti vantaggi a Santa Margherita? Presentandola agli info point del VELAFestival, vi verrà consegnata la VELAFestival Card, che dà accesso a sconti e agevolazioni, e la borsa in cotone gridata TAG Heuer VELAFestival . Poi vi raccontiamo storie di passione infinita, come quella di Salvatore Mantaci, che ha mollato il lavoro per una traversata atlantica (finita male) o di scelte ai confini della legalità, come quella dello skipper che ha deciso di diventare narcotrafficante. Questo e molto, molto altro….

Schermata 04-2457507 alle 11.43.511. GUIDA ALLA GRANDE FESTA DELLA VELA ITALIANA
Tutto quello che c’è da sapere per non perdersi nulla al TAG Heuer VELAFestival, la grande festa della vela italiana, in programma dal 5 all’8 maggio a Santa Margherita Ligure (Genova). Gli eventi in mare e a terra per passare quattro giorni di relax e divertimento con un unico minimo comun denominatore: la vela, declinata in ogni suo aspetto. A proposito: la copia della rivista vi varrà la consegna della VELAFestival Card. Sconti, offerte, facilitazioni…

Schermata 04-2457507 alle 11.44.512. AFFONDATO!
Vi raccontiamo la storia di Salvatore Mantaci, il matematico che ha mollato il lavoro per lanciarsi in una traversata atlantica dalle Canarie alla Martinica a bordo di un CBS Serenity di 34 piedi. Le speranze, il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle, il drammatico affondamento: il tutto corredato da immagini ma soprattutto dai disegni “a tinte forti” di Luca Tagliafico, astro nascente dell’illustrazione italiana.

Schermata 04-2457507 alle 11.45.303. PROFESSIONE NARCOSKIPPER
Il traffico di droga in barca a vela, a servizio della mafia o dei cartelli sudamericani, è ormai – purtroppo – una realtà consolidata. Una facile occasione di business, perché i controlli sono pochi. Vi raccontiamo questo strano e pericoloso mondo grazie alla testimonianza diretta di un “narcoskipper”. E’ facile diventare ricchi, ma la prigione è dietro l’angolo, o ancora peggio, si rischia di mettere a repentaglio la vita dei familiari…

Schermata 04-2457507 alle 11.45.524. IL ROBOT CHE REGOLA LE VELE
Abbiamo provato in anteprima l’Assisted Sail Trim, un vero e proprio robot in grado di regolare le vele e sostituire, di fatto, il randista e il tailer. Un sistema rivoluzionario che per adesso è montato esclusivamente sui nuovi Jeanneau Sun Odyssey 519. Se non avete in progetto di comprarvi questa barca per adesso la navigazione in solitario a vela è meglio effettuarla con il caro vecchio autopilota. Vi spieghiamo come usarlo al meglio in un servizio dedicato.

Schermata 04-2457507 alle 11.46.175. BARCHE, BARCHE, BARCHE
Questo numero è ricco di prove e anteprime. A cominciare dal Vismara V50 Dragon, il 15 metri realizzato su misura, passando per il piccolo Ikone 750, il natante privo di fiocco pensato per la crociera. Poi vi sveliamo il dietro le quinte del nuovo Hallberg-Rassy 44 e vi raccontiamo i segreti di Atalanta II, glorioso maxi fresco di refitting a cura di Umberto Felci, pronto a vincere tutto.

Schermata 04-2457507 alle 11.46.536. ALLA RICERCA DI UNA GRECIA VIA DALLA FOLLA
Ebbene si, ci si può ancora avventurare in una Grecia nascosta, lontana dalle rotte turistiche: ve la raccontiamo grazie ai consigli di un vero e proprio “insider”, un esperto velista che passa sei mesi all’anno tra le Sporadi e la Grecia Calcidica. Posti da cartolina per una crociera indimenticabile.

Schermata 04-2457507 alle 11.47.427. ANTENNA 4G… E HAI INTERNET A 20 MIGLIA DALLA COSTA
Esatto, avete capito bene. Lontani dalla costa potrete usufruire di internet, veloce come a casa, senza usare il costoso satellitare. Come è possibile? Con le antenne 4G, in grado di ricevere il segnale molto distanti dalla costa. In questo servizio vi spieghiamo come funzionano, dove è meglio montarle e mettiamo a confronto i modelli sul mercato.

Schermata 04-2457507 alle 11.48.168. LE DONNE IN BARCA LAVORANO MEGLIO
Vi raccontiamo la storia di Liz Gillooly, skipper statunitense professionista di 25 anni. Liz si è appassionata cinque anni fa e ha girato il mondo su svariate barche a vela. Racconta come le donne marinaio, a bordo, siano “più furbe” dei loro colleghi maschi. Fateci sapere se siete d’accordo con lei!

Schermata 04-2457507 alle 11.48.439. IL MITO NACQUE CON UNA TELEFONATA
Ian Bruce, progettista e costruttore canadese, è morto alla fine di marzo. Insieme a Bruce Kirby ha dato vita al Laser, la deriva più diffusa del mondo, grazie a una semplice e geniale intuizione…

Schermata 04-2457507 alle 11.49.0910. LA RICETTA MAGICA PER UNA REGATA SUPER
Perché Les Voiles de Saint Barth, anno dopo anno, si conferma sempre più come regina dei Caraibi? Quest’anno, alla settima edizione, c’erano 60 barche al via, tra cui tanti giganti hi-tech: merito di un sapiente mix di ingredienti che abbiamo provato a sintetizzare…

Ricordate, ci sono anche tanti altri buoni motivi per non perdere il nuovo numero di aprile del Giornale della Vela. In edicola, su iPad, iPhone e su tutti i tablet e gli smartphone Android.

The post Eventi, avventure, barche, accessori (e regali e sconti). E’ VELA di maggio! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Velista, attento, che a Hyeres fischia il vento! FOTO e VIDEO

$
0
0

The Sailing World Cup Hyères TPMInizio “col botto” della Coppa del Mondo ISAF delle classi olimpiche di Hyeres: un mistral con punte di oltre 30 nodi. Tutte le classi olimpiche e paralimpiche in gara hanno affrontato condizioni davvero impegnative. Un piccolo antipasto ve lo forniamo in questo breve filmato (con il Nacra 17 non si scherza!)

OUCH! CHE SCUFFIA!

Non sono mancate quindi scuffie e capitomboli: la splendida gallery che vi mostriamo, con scatti di Pedro Martinez e Jesus Renedo (Sailing Energy), ne è ricca. Per qunto riguarda gli italiani, la prima giornata ha sorriso soprattutto ad Antonio Squizzato, attualmente al secondo posto tra i 2.4 mR. Tra gli altri azzurri, bene Silvia Zennaro (settima nel Laser Radial), Flavia Tartaglini (settima nell’RS:X F), Bissaro-Sicouri (sesti nel Nacra 17) e Sivitz Kosuta-Farneti (settimi nel 470 M).

GUARDA CHE FOTO A HYERES!

The Sailing World Cup  Hyères TPM
The Sailing World Cup  Hyères TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM
The Sailing World Cup  Hyères TPM
The Sailing World Cup  Hyères TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM
Sailing World Cup Hyeres TPM

 

The post Velista, attento, che a Hyeres fischia il vento! FOTO e VIDEO appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


VELAFestival 2016. La capitale della vela. Timeline: dove, cosa, quando

$
0
0

Schermata-2016-04-28-alle-13.26.26

Quarta edizione del TAG Heuer VELAFestival, l’unico evento italiano consacrato unicamente al mondo della vela, la logica estensione del Giornale della Vela. Anche quest’anno si svolge a Santa Margherita Ligure, “Santa” per gli habitués, il porto ideale che rappresenta il rifugio ideale mediterraneo, inserito nel golfo del Tigullio, con il monte di Portofino a fare da riparo. Siete tutti invitati a questa festa della vela che non è il solito salone nautico che si esaurisce in un’area espositiva, ma offre molto altro. A cominciare dai grandi eventi che animano la spettacolare area appesa sulle rocce con vista mare, il porto, il golfo, la spiaggia che ospitano ben tredici eventi. Per proseguire con le sedici attività e spazi espositivi, per soddisfare ogni esigenza e ad ogni età. Perchè la vela si vive in ogni arco della vita, da 1 a 90 anni. Sono centinaia le barche coinvolte, dalle decine in esposizione da 3 a 30 metri, alle 200 che partecipano alla VELA Cup, la manifestazione velica più affollata del Tirreno. Vi aspettiamo.

 

The post VELAFestival 2016. La capitale della vela. Timeline: dove, cosa, quando appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Il giubbotto autogonfiabile? Ora te lo metti al polso

$
0
0

Man sailing with sails out on a sunny day
Il giubbotto autogonfiabile? Ve lo mettete al polso. Kingii Wearable è la nuova frontiera per la sicurezza in acqua. Si tratta di una boetta salvavita che si indossa come un orologio con cinturino regolabile, pesa soltanto 168 grammi ed è 78 volte meno ingombrante di un normale giubbotto, ma in soli due secondi, azionando una leva, può gonfiare un cuscino in grado di tenere a galla una persona di 130 kg per oltre due giorni.

Kingii Product_Add_WhistleIl dispositivo è inoltre riutilizzabile, basta ripiegare il cuscino e cambiare una minuscola cartuccia di CO2. Nella dotazione di Kingii sono compresi una bussola per orientarsi e un fischietto per attirare l’attenzione dei soccorritori. Una soluzione comoda che vi permetterà di indossare un dispositivo di sicurezza in ogni occasione. Va detto che non sostituisce il giubbotto, ma ne è un complemento che riduce ulteriormente il rischio di annegamento: per esempio, Kingii richiede che il soggetto azioni da sé la leva, cosa che potrebbe non essere possibile in caso di perdita di coscienza o in situazioni di panico.

Kingii_4368DIETRO ALLE QUINTE
Prodotto negli Stati Uniti, Kingii è stato creato dal californiano Tom Agapiades dopo aver perso un caro amico in una tragedia che poteva essere evitata. Per avviare la produzione Tom, nell’agosto 2015, ha scelto come trampolino di lancio il sito di crowdfunding Indiegogo ottenendo in soli due mesi investimenti per oltre 635.000 dollari e numerose attestazioni internazionali. Riconoscimenti coronati pochi giorni fa dal prestigioso premio Edison Award assegnato da un autorevole comitato di accademici, dirigenti e professionisti dell’innovazione e vinto da Kingii quale migliore startup del 2016 in ambito Athletics & Recreation. www.kingii.it

I PREZZI AL PUBBLICO
– 1 Kingii Wearable 2 cartucce di ricambio, Manuale multilingue, informativa IATA € 89,90 IVA Inclusa
– Kingii Pacchetto Amicizia 2 Kingii Wearable, 4 cartucce di ricambio € 169,90 IVA inclusa
– Kingii Pacchetto Famiglia 4 Kingii Wearable, 8 cartucce di ricambio € 324,90 IVA inclusa
– Kingii Pacchetto XL 10 Kingii Wearable, 20 cartucce di ricambio € 799,90 IVA inclusa
– Kingii Pacchetto XXL 20 Kingii Wearable, 40 cartucce di ricambio € 1549,90 IVA inclusa
Cartucce CO2 di ricarica in blister:
– 2 cartucce di ricambio da 12 gr. prezzo imposto € 5,99
­‐ 5 cartucce di ricambio da 12 gr. € 14,99

The post Il giubbotto autogonfiabile? Ora te lo metti al polso appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

QUIZ. Voi oggi passereste l’esame della patente nautica?

$
0
0

ape_quizCari velisti, è giunto nuovamente il momento di mettervi alla prova. Sapreste rispondere correttamente a tutte e 10 le domande che vi poniamo qua sotto? Scoprite se siete dei perfetti marinai o delle schiappe senza speranza! Buona fortuna! In calce, scorrendo lo schermo, troverete le risposte e i profili corrispondenti al numero di risposte corrette. Vi consigliamo di non fregare andando a curiosare sul web: ingannereste soltanto voi stessi!

 

Note: There is a widget embedded within this post, please visit the site to participate in this post’s widget.

The post QUIZ. Voi oggi passereste l’esame della patente nautica? appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Salto in avanti della Sardegna: quest’estate nei porti dell’isola si paga meno!

$
0
0

ape_sardegnaRicordate quando vi abbiamo annunciato l‘esplosione del caos nei porti italiani, impossibilitati a capire se applicare l’IVA al 10 o al 22% sui posti barca in affitto? Dopo l’assurda scelta della Campania di rivolgersi alla Corte Costituzionale per far annullare l’applicazione dell’IVA al 10% sui posti barca, per fortuna c’è qualche regione che invece coglie la palla al balzo e cerca di favorire (anche) i diportisti: è la Sardegna.

La norma, approvata dal consiglio regionale come emendamento alla Finanziaria, classifica i «marina resort» della Sardegna fra le strutture ricettive all’aria aperta in cui si applicherà l’Iva agevolata del 10%. «È un provvedimento di grande importanza per il turismo nautico regionale e per i porti turistici della Sardegna», sottolinea l’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, «ai quali si guarda con grande attenzione».

LA FOLLIA DELLA REGIONE CAMPANIA
Due anni fa, finalmente anche i posti barca vengono equiparati a strutture turistiche all’aria aperta, come per le aree di sosta dei camper, a cui viene applicata un IVA al 10% in luogo di quella usuale del 22%. Precedentemente alcune regioni come la Liguria e il Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna si erano arrangiate da sole varando delle leggi regionali sul principio del “Marina Resort”. Bene, dopo che la legge di stabilità 2016 aveva reso permanente la norma del 10% sembrava tutto finito. E no, invece. Un mesetto fa la Corte Costituzionale, a cui si era rivolta la regione Campania sostenendo contro i suoi stessi interessi che la norma non era applicabile sul suo territorio, ha sancito l’illegitimità dell’applicazione dell’IVA turistica al 10% sui posti barca.

LA LEGGE REGIONALE VINCE
E allora, fermi tutti? No perché, grazie alle loro leggi regionali, le tre regioni che avevano varato normative autonome continuano ad applicare, se la struttura portuale ha i requisti di “marina resort”, l’IVA al 10%. Intanto altre regioni (come la Sardegna di cui vi parliamo sopra) e – udite udite – come la Campania stessa che ha originato il caos, stanno correndo ai ripari cercando di varare norme che gli permettano di applicare l’IVA al 10%.

The post Salto in avanti della Sardegna: quest’estate nei porti dell’isola si paga meno! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

H22 Racing Academy al VELAFestival con Roberto Spata. Tanti modi diversi per vivere la più grande festa della vela italiana

$
0
0

Schermata 2016-04-28 alle 17.21.18Grande presenza al VELAFestival con l’H22 Racing Academy “capitanata” da Roberto Spata. A Santa Margherita saranno presenti due monotipi H22 con un ricco programma di attività al quale potete ancora partecipare. Ci sono infatti ancora posti liberi per aderire alla due giorni organizzata dalla Racing Academy all’interno del VELAFestival: Roberto Spata, vincitore di 18 campionati italiani, 6 campionati europei e 5 campionati del mondo, sarà a vostra disposizione per un corso giornaliero nella giornata di venerdì 6 maggio dove verranno illustrati i principali concetti della messa a punto di un’imbarcazione e delle regata che potranno essere subito concretizzati partecipando alla VELA Cup di sabato 7 maggioa Santa Margherita.

I due H22 One Design parteciperanno infatti alla regata di sabato dove potrete mettere subito in pratica i preziosi consigli di Roberto. Due giornate piene di emozione e divertimento, nella meravigliosa cornice del TAG Heuer VELAFestival a stretto contatto con i più grandi velisti italiani e le più belle barche del mondo. Gli H22 sono imbarcazioni veloci, monotipo, divertenti, molto marine, che permettano delle adrenaliniche planate da altissima velocità, semplici da armare e trasportare e con già all’attivo un’efficiente Associazione di Classe che organizza un circuito di regate annuale. H22 Racing Academy ha studiato dei percorsi didattici ben precisi che prendono in considerazione i vari settori che compongono una regata e la sua organizzazione: dalla messa a punto alla tattica per passare ai singoli ruoli e addirittura alla comunicazione a bordo. Lo scopo è che il regatante sarà messo in condizione di comprendere a pieno tutte le dinamiche che compongono una regata, facendogliele toccare con mano, anche con l’aiuto delle più moderne tecnologie. Per maggiori informazioni potete contattare direttamente l’organizzazione a questo indirizzo mail info@nwind.it.

Ma non dimenticate che i due H22 saranno anche protagonisti dei match race della Crazy Night Race di sabato sera alla quale potrete iscrivervi direttamente a Santa Margherita al momento della finalizzazione dell’iscrizione alla VELA Cup presso l’Info Point.

The post H22 Racing Academy al VELAFestival con Roberto Spata. Tanti modi diversi per vivere la più grande festa della vela italiana appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

PROVA. A bordo del nuovo Vismara V50 Dragon, nata per osare

$
0
0

ape_vismara v50Una barca diversa. Senza dubbio è questa la definizione che più si adatta al Vismara V50 Dragon. Questo perché, dobbiamo dirlo, lo studio tecnico di Vismara Marine non ha avuto paura di osare, seguendo i desideri dell’armatore e realizzando un quindici metri di carattere, una barca che o piace, o non piace. Senza mezzi termini.
Il V50 rientra nel progetto “Pret-a-porter” che il cantiere italiano ha varato nel 2013 e che indica quelle imbarcazioni che vengono pensate e presentate “pronte alla boa”, con un altissimo tasso di personalizzazione per venire incontro alle esigenze dei più diversi armatori. Lo scafo è stato costruito realizzando una struttura a sandwich laminata in infusione sottovuoto, con tessuti unidirezionali e biassiali, impregnati usando una matrice vinil epoxy. L’anima del sandwich può contare su rinforzi strutturali in carbonio nelle aree di maggiore sollecitazione. Anche le paratie interne dello scafo sono realizzate con tessuti unidirezionali e biassiali, su anima e con riforzi in carbonio. Una scelta costruttiva che ha consentito di contenere i pesi, per un dislocamento di 13.300 kg. La chiglia è invece costituita da una lama in acciaio collegata a un bulbo a siluro realizzato in piombo antimonio al 2%.

IMG_00421UN PROFILO PARTICOLARE 
Impossibile non partire ad analizzare il V50 Dragon se non partendo dalla sua tuga. Realizzata in composito con le stesse tecniche dello scafo, è dotata di vetri stratificati e temperati termicamente con spessore di 16 mm. Come ho potuto appurare nel corso della prova, il principale timore che avevo era infondato: nonostante la sua imponenza, non infastidisce la visuale del timoniere durante la navigazione.

L’hardtop protegge bene la sezione del pozzetto dedicata agli ospiti anche in caso di maltempo (una specifica richiesta dell’armatore). Tutto è stato improntato all’insegna di un easy sailing estremizzato: il timoniere lavora in posizione sopraelevata rispetto al resto del pozzetto sfruttando le due ruote Solimar in alluminio, montate su colonnine inclinate. Tutte le manovre sono rinviate qui, in prossimità degli unici due winch da 40’ (elettrici) presenti, con i quali si può governare davvero tutta la barca e utilizzabili anche come winch di tonneggio.

SCOPRI LA PROVA COMPLETA SUL NUMERO DI MAGGIO DEL GIORNALE DELLA VELA

The post PROVA. A bordo del nuovo Vismara V50 Dragon, nata per osare appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Ma chi è la ragazza in copertina del Giornale della Vela?

$
0
0

canstockphoto27181597
Perché una copertina con una bella ragazza al timone con lo sfondo della bandiera greca?
Semplice. Questa ragazza è per noi il simbolo dell’arrivo dell’estate, della voglia di andare per mare, abbandonando gli ormeggi. C’è anche una ricorrenza che ci ha spinto a scegliere questa immagine, nel numero di maggio di 24 anni fa, lontano 1992, per la prima volta Il Giornale della Vela ha messo in copertina una bella ragazza al timone. Fu una mezza rivoluzione, i “bacchettoni” si scagliarono contro questa scelta, i “libertari” la applaudirono. Sta di fatto che fu il numero più venduto nella storia lunga ormai 41 anni del Giornale della Vela.

VELA MAGGIO 2016_Pagina_001E poi, mettere in copertina una bella ragazza per noi ha anche il significato di ribadire che la vela non è solo uno sport riservato agli uomini. Le donne che vanno in barca non sono necessariamente brutte, muscolose, sciatte. L’esempio tangibile che questo è uno stereotipo superato è la velista che abbiamo stampato in copertina. Dicevamo anche della bandiera greca, secondo simbolo di questa copertina. Un recente sondaggio tra gli appassionati italiani ha eletto la Grecia come destinazione ideale delle crociere al di fuori dell’Italia.

canstockphoto27718865Quelle centinaia di isole, il mare selvaggio, la sensazione di libertà e di deregulation offerte dal mar Egeo sono la miscela che fa sognare i crocieristi italiani. Così ci siamo rivolti ad un esperto navigatore di questi mari, che da 20 anni batte palmo a palmo le coste greche, e gli abbiamo chiesto di svelarci i suoi luoghi del cuore, quelli che normalmente i navigatori nascondono gelosamente perché non vengano violati da centinaia di barche. Il suo diario di bordo segreto è a pag. 88 del Giornale. E’ la prima puntata di un inusuale racconto che proseguirà con altre destinazioni, Corsica in testa. Ma la Grecia non è solo la meta più ambita, è anche il simbolo di un modo di andare per mare lontano dagli opprimenti e costosi vincoli burocratrici, normativi, ambientali che invece avvelenano le nostre coste. In queste pagine, nel numero scorso, avevamo lanciato un appello per eliminare i divieti che impediscono di ormeggiare nelle aree marine protette. Soprattutto chiedevamo di aprire alle barche da diporto isole proibite come Pianosa, Gorgona, Montecristo. Sul nostro sito vi siete schierati massicciamente a favore di questa liberalizzazione.

The post Ma chi è la ragazza in copertina del Giornale della Vela? appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


Il mistero del campeggio nautico, un assurdo divieto italiano

$
0
0

Triptique-3bProbabilmente, se i vostri genitori erano appassionati di vela già da piccoli, ve lo potranno confermare: un tempo in crociera si faceva… campeggio! Oppure, senza andare troppo indietro nel tempo, se avete gironzolato per le coste francesi, probabilmente avrete visto intere famigliole a zonzo con “derivone” e tende. Calcolando quante piccole barche ci sono in Italia, perché da noi non si fa?

UN DIVIETO POCO COMPRENSIBILE
Semplice, perché da noi è vietato. Portare in secca sulla spiaggia la propria barchina e trascorrere una notte in tenda può costare multe salatissime. Eppure stiamo parlando di un tipo di turismo che potrebbe avere un impatto decisamente positivo sul comparto nautico. In questi anni sono state lanciate diverse proposte, ma non si è mossa foglia. Sarebbe bastato posizionare pontili mobili in alcuni dei molti tratti di litorale italiano difficilmente raggiungibili da terra e darli a un gestore in grado di farsene carico. Niente da fare: le principali obiezioni riguardano la sicurezza e l’eccessivo affollamento delle spiagge nei mesi estivi. In realtà i diversi tentativi (uno fra tutti lo ricordiamo da parte di Cino Ricci, molti anni fa, a proposito della portualità romagnola) che sono stati portati avanti, sono naufragati nell’intrico di cavilli burocratici (leggi qui la nostra inchiesta) tipici del nostro paese…
Eppure sarebbe una buona idea per rilanciare il turismo nautico anche tra i giovani! Siete d’accordo?

RILEGGI LA NOSTRA ANALISI SUL PROBLEMA BUROCRAZIA

The post Il mistero del campeggio nautico, un assurdo divieto italiano appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Dieci buoni motivi per partecipare alla VELA Cup

$
0
0

fotot_pag100
Sabato 7 maggio è il grande giorno:
alle ore 11 parte la VELA Cup, la più affollata regata del Tirreno. Le iscrizioni (potete farle online QUI) sono aperte fino a venerdì 6 maggio: noi intanto vi sveliamo i 10 motivi per cui bisogna partecipare a questa grande festa della vela.

DIECI BUONI MOTIVI PER PARTECIPARE ALLA VELA CUP
1. Perché la VELA Cup è aperta a ogni tipo di barca, di ogni dimensione e foggia, senza limitazioni d’età, senza burocrazia: non è richiesto il certificato di stazza. Partecipare è per tutti facilissimo.

2. Perché la VELA Cup è la regata/veleggiata più affollata del Tirreno. L’anno scorso sono state 148 le barche al via, dai 3 ai 30 metri, e quest’anno sono attese 200 imbarcazioni.

3. Perché per la prima volta ci sarà una classifica dedicata a #plasticfantastic, ovvero le imbarcazioni costruite tra il 1965 e il 1995 in vetroresina. Ma non solo: si svolgerà anche la DUFOUR Cup.

4. Perché tutti possono partecipare. I più rilassati a “vele bianche” – senza spi e gennaker – con una classifica riservata, e gli equipaggi più agguerriti in regata. Avremo anche una classifica per le barche charter.

5. Perché dopo la regata ci sarà una grande festa in banchina all’interno della cornice del VELAFestival alla quale non si può mancare. E a seguire ci sarà l’imperidbile Crazy Night Race.

6. Perché a tutti i partecipanti verrà consegnata una ricchissima Gift Bag piena di regali. Ne abbiamo contati dodici per ogni borsa.

7. Perché se non hai una barca tua puoi affittarne una sul posto insieme ai tuoi amici o trovare un imbarco da solo.

8. Perché c’è una quota di iscrizione “popolare” e le derive partecipano gratis. Le iscrizioni sono aperte fino a venerdì 6 maggio presso l’info point VELA Cup a Santa Margherita.

9. Perché la cornice della VELACup è il magnifico Golfo del Tigullio e una boa del percorso costiero sarà posizionata proprio di fronte allo spettacolo di Portofino.

10. Perché anche l’ultimo arrivato riceverà un premio. Quest’anno saranno oltre cinquanta le barche premiate.

The post Dieci buoni motivi per partecipare alla VELA Cup appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Vi sveliamo tutti i segreti del nuovissimo Melges 40

$
0
0

M40-Rendering_01
Ed ecco, finalmente, i rendering del nuovo, attesissimo, Melges 40, (il primo esemplare andrà in acqua a setembre)
: quando il cantiere americano lancia un modello sul mercato, si annuncia sempre una rivoluzione. A cominciare dalla canting keel, per la prima volta su un monotipo. Il progetto dell’imbarcazione one-design è stato affidato allo studio di Marcelino Botin, famoso soprattutto per i TP52.

GUARDA I RENDERING DEL NUOVO MELGES 40

M40-Rendering_01
teaser
M40-Rendering_05
M40-Rendering_04
M40-Rendering_03
M40-Rendering_02

ULTRALEGGERO
Il 40 piedi sarà realizzato a Dubai presso Premier Composite Technologies: sarà realizzato in epossidica e carbonio, in modo tale da ottenere un dislocamento ultraleggero a fronte di una struttura che presenti la massima rigidità (grazie anche alla tecnologia del cantiere emirate, che prevede la fresatura a 5 assi). La barca avrà un peso di 3.250 chili – davvero niente male per un 12 metri – e, dotata di un piano velico importante, si annuncia molto divertente da timonare.

teaserIL SEGRETO DELLA CHIGLIA
Torniamo sulla chiglia: sarà controllata elettricamente grazie a un sistema dell’italiana Cariboni, che ne prevede l’inclinazione fino a un massimo di 45°. Il problema dell’inclinazione della chiglia, e quindi della diminuzione della sua portanza (con conseguente aumento dello scarroccio), è stato risolto con la presenza di un daggerboard centrale.

SOLUZIONI “BOTINIANE”
Il fatto che il nuovo Melges 40 sia frutto di una filosofia di più ampio respiro rispetto agli altri modelli del cantiere, studiati per le regate tra le boe, è messo in evidenza anche dalla presenza della doppio timone. A poppa uno spigolo accennato, reminescenza “botiniana” dei TP52. Il punto di baglio massimo è spostato molto a poppa: questo lascia intendere una capacità di planata piuttosto accentuata. Anche il timone a barra avanzato è molto TP52 (si è visto anche sui Maxi 72), studiato per concentrare meglio i pesi a centro barca. L’armo prevede una randa square top. www.melgeseurope.com

SCHEDA TECNICA
Lunghezza ft 11,994 m
Lunghezza al galleggiamento 11,10 m
Baglio max 3,53 m
Dislocamento 3.250 kg
Pescaggio 3,20 m
Equipaggio 8 persone
Motorizzazione 20 hp
Sup. Randa 72 mq
Sup. fiocco 49 mq
Sup. gennaker 200 mq

The post Vi sveliamo tutti i segreti del nuovissimo Melges 40 appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Nuovo nome, stesso spirito: grande avventura, grandi marinai. Ecco la Transat

$
0
0

derOltre tremila miglia, da Plymouth a New York, a sfidare il freddo oceano. La Ostar ha cambiato nome, si chiama “The Transat Bakerly”, ma lo spirito è sempre lo stesso. Parte oggi la più famosa e antica transatlantica in solitario di sempre: la prima edizione andò in scena nel 1960, ideata da Sir Francis Chichester, che la vinse a bordo del Gypsy Moth III. Su 25 barche al via, ben 19 sono francesi. In gara Class 40, Multi 50, IMOCA 60 e maxi trimarani Ultime. Tra i tanti, Yves Le Blevec, Vincent Riou, Sebastien Josse, Thomas Coville, Erwan Le Roux, Gilles Lamire e Loick Peryron, il quale correrà a bordo del mitico Pen Duick II appartenuto al leggendario Eric Tabarly, vincitore della seconda edizione della regata nel 1964.

francois-gabartA poche ore dalla partenza, noi ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con il grande favorito per la vittoria in tempo reale, a bordo del maxi trimarano Macif: Francois Gabart, il “biondino degli oceani”, vincitore nel 2013 del Vendée Globe e sicuramente tra i più forti navigatori oceanici di sempre.

– Non hai avuto molto tempo per preparati a questa Transat, come ti sei organizzato?
E’ proprio vero, non abbiamo avuto molto tempo. Nonostante un periodo in cantiere piuttosto breve, Macis è sceso in acqua solo ai primi di marzo e abbiamo lavorato tantissimo in queste otto settimane per metterlo a punto e allenarci. E’ la prima volta che regata in solitario su un trimarano di 30 metri e lo faccio in una regata storica come la Transat e contro i venti dominanti. Si tratta di una regata storica, fin dalla grande vittoria di Eric Tabarly con il Pen Duick II nel 1964. Grazie a quella vittoria, non solo in Francia ma in tutta Europa è nata la passione per vela oceanica.

– Ci puoi spiegare benefici e difetti dei foil?
Prima di tutti bisogna evidenziare che i foil lavorano in maniera diversa su motoscafi e su multiscafi. Sui primi aumentano la potenza della barca, e di conseguenza anche i carichi di lavoro sono altissimi e possono spiegare le rotture degli ultimi mesi. In più aumenta il rischio di colpire un oggetto sommerso e di causare danni seri allo scafo. Sui multiscafi invece i foil hanno lo scopo opposto, ovvero quello di alleggerire il più possibile la barca facendola letteralmente “volare”; e noi skipper dobbiamo essere bravi proprio a gestire il lato “aereo” della navigazione. Non a caso oggi non si dice più “timonare” un trimarano ma “pilotare”.

– Con un trimarano che ha queste caratteristiche, nella Transat cercherete di fare un rotta più lunga ma con venti favorevoli o una rotta più diretta?
Il percorso più breve per raggiungere New York è davvero molto molto a nord, vicino ai ghiacci. Per navigare con gli alisei dovremmo navigare tanto a sud, aumentando così tantissimo le miglia da percorrere. Sinceramente non è possibile adesso sapere già quale percorso prenderemo.

Tu ha navigato molto in solitario, ma anche in coppia. Quali sono le principali differenze?
La differenza è enorme. Prima di tutto a livello di sonno: quando si naviga in coppia si può andare a dormire per davvero, senza pensieri, perché c’è completa fiducia nell’altro membro dell’equipaggio e si possono dividere le responsabilità Quando si naviga in solitario non si dorme mai per davvero, si rimane in uno stato di allerta. Poi, quando si è da soli ogni manovra a bordo diventa più complicata. In due si può tranquillamente effettuare delle riparazioni mentre l’altro è al timone, oppure salire in testa d’albero. Da soli è tutta un’altra storia.

– Come funziona la preparazione fisica di uno skipper a una regata oceanica?
Per quanto mi riguarda, navigo ovviamente tanto e quando sono a terra cerco di fare più sport possibile: corsa, bicicletta, kayak, nuoto. Il mio obiettivo è avere sempre una preparazione fisica ottimale e soprattutto completa: non serve niente essere velocissimi o molto forti; la chiave è essere completi.

– Sei stato il più giovane vincitore del Vendée Globe, poi nel 2014 hai portato a casa la Route du Rhum e nel 2015 la Transat Jacques-Vabre. E in futuro?
Alla fine di maggio tenterò di raggiungere il Record Atlantico, mentre nel 2017 l’obiettivo è il record del giro del mondo e nel 2018 l’obiettivo è la Route du Rhum. Ma il mio obiettivo personale, a prescindere dal nome della sfida, è quello di riuscire a “volare” in mezzo all’oceano raggiungendo sempre la massima velocità.

– Uno skipper professionista come voi trova mai il tempo di andare in crociera?
(François ride) Un po’ sì; possiedo un piccolo RM890 e quando ho un po’ di tempo libero lo dedico a mio figlio di 4 anni e magari andiamo in barca. Gli RM sono scafi veloci, ma il loro compito è di portarmi in fretta da una baia all’altra; in quei momenti non cerco la prestazione, mi prendo tutto il tempo per rilassarmi, magari pescare…

The post Nuovo nome, stesso spirito: grande avventura, grandi marinai. Ecco la Transat appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Gran Premio TAG Heuer VELAFestival a Mario Pedol e Massimo Gino per i 30 anni di Nauta Yachts

$
0
0

Schermata 2016-05-02 alle 12.16.13Durante la serata del Velista dell’Anno di venerdì 6 maggio verrà assegnato anche il Gran Premio TAG Heuer VELAFestival, il riconoscimento a un grande velista, tributo alla sua carriera che quest’anno verrà assegnato a Mario Pedol e Massimo Gino per i 30 anni di Nauta Yachts durante i quali i designer italiani hanno disegnato le più belle barche del mondo.

Nauta Yachts è una delle certezze del  “made in Italy” nautico che ci colloca nei gradini alti della considerazione mondiale. Un successo frutto di una grande passione e di un inizio voluto ma anche un po’ casuale e avventuroso. Una di quelle storie che somiglia al costruire e inventare computer in un garage, dove il motore del successo è la propria grande passione. Il portavoce dello studio è Mario Pedol, del terzetto fondatore nell’85 dello studio che nasce come cantiere costruttore resta con lui Massimo Gino. Nello studio una quindicina di ingegneri, architetti, yacht designer. La firma Nauta è ormai su decine di barche, dalla più grande del mondo, il megayacht Azzam lungo 180 metri, alle più piccole e per certi aspetti più difficili imbarcazioni della produzione Beneteau.

DIECI ESEMPI DEL NAUTA FEELING

1977 – AVVENTURA 703 è il mini tonner disegnato da Andrea Vallicelli con il quale è partita l’avventura, che ha trasformato la passione in un lavoro.
avventura 703

1980 – OYSTER 37. Con il nome Nauta Import, distribuisce dall’Inghilterra gli Oyster, che al tempo erano barche da regata-crociera, riuscendo a venderne quattro esemplari.
oyster 37

1986 – NAUTA 54.  L’esordio dell’attuale Nauta Yachts con il 54 esposto al Salone di Genova 1986 è stato un successo con complimenti a pioggia.
Schermata 2016-05-02 alle 12.27.20

 

1991 – NAUTA 70 Uno sloop che fa ancora oggi la sua figura, sfruttando anche le linee d’acqua e il piano velico opera di Bruce Farr.
Schermata 2016-05-02 alle 12.52.11

1999 – MY SONG (Nauta 84) Il Nauta 84 My Song è quella che lo stesso Pedol definisce la loro barca manifesto, ancora attuale a distanza di 15 anni.
Schermata 2016-05-02 alle 12.55.01

2005- OCEANIS 45 Il rapporto con Beneteau e con la produzione di serie ha reso lo studio più completo, obbligandolo a convivere con i vincoli tecnici ed economici.
Schermata 2016-05-02 alle 13.00.30

2006- SOUTHERN WIND 100 Sono ben quindici gli esemplari naviganti di questo modello del cantiere sudafricano: nessuno al mondo ha costruito tante barche uguali di questa taglia.Schermata 2016-05-02 alle 13.04.31

2010 – KIRRIBILLI Lavorare con Renzo Piano è stata illuminante per capire il rapporto tra nautica e design.
Schermata 2016-05-02 alle 13.08.02

2012 – LAGOON 400 S2 Nauta irrompe nel mondo dei multiscafi, annullando le divisioni tra il pozzetto e il quadrato
Schermata 2016-05-02 alle 13.10.24

2015 – Reichel Pugh Nauta Baltic 130’. Con i suoi 40 metri sarà lo yacht a vela più grande mai progettato dallo studio milanese Nauta Yachts.
Reichel-Pugh-Nauta-130

 

The post Gran Premio TAG Heuer VELAFestival a Mario Pedol e Massimo Gino per i 30 anni di Nauta Yachts appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Viewing all 3582 articles
Browse latest View live