Anche quest’anno in Croazia sono state decretate le barche dell’anno 2016 secondo nauCAT, il magazine online di riferimento del paese. Per quanto riguarda gli scafi sotto i 36 piedi, la vittoria è andata all’Hanse 315, mentre per le barche over 36′ la giuria ha scelto il Jeanneau 54.
Noi l’Hanse 315 lo avevamo provato in anteprima…
HANSE 315 – LA NOSTRA PROVA
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Mi trovo alla Fiera di Genova, a pochi giorni dall’inizio del Salone Nautico. Oggi proverò il nuovo Hanse 315, che avevamo già avuto modo di vedere in banchina a Cannes.
Esternamente, Judel e Vroljik hanno optato per un design “classico” (niente spigoli o soluzioni “mainstream”), caratterizzato da una coperta pulita e da un pozzetto ben dimensionato in teak, dove vengono rinviate tutte le manovre e con specchio di poppa abbattibile. La scotta randa (armata con circuito alla tedesca), quella del fiocco autovirante e la cima del rollafiocco, sono alla portata del timoniere (almeno nella versione con doppia timoneria a ruota che abbiamo provato, la versione standard prevede l’allestimento a barra), quindi la barca è facilmente gestibile anche in solitario. I timoni forse avrebbero potuto essere portati qualche centimetro più in alto: io sono che sono un metro e 79 li ho sentiti bassi quando ero in piedi, preferendo timonare da seduto.
INTERNI
Gli interni, trattandosi di un 9,62 metri (fuori tutto, perché la lunghezza della barca è 9.10 m) sono ampi, alti e luminosi grazie alle numerose finestrature. Nel quadrato, a sinistra trova spazio un bagno molto spazioso con doccia (a noi è molto piaciuta la sistemazione alla tedesca delle prese a mare, molto ordinata e chiara sotto il lavello). A destra la cucina a L ben accessorista. Nel blocco del lavandino trova spazio l’interruttore che permette di comandare tutte le luci sottocoperta, in modalità “giorno” e “notte”. Solo il tavolo da carteggio, sulla sinistra, a prua del bagno, risulta un po’ sacrificato: va detto però che la pratica del carteggio manuale ormai sta venendo sostituita dagli strumenti e che su una barca di queste dimensioni difficilmente verranno affrontate lunghissime navigazioni.
A prua sono disponibili due varianti di design: quella con paratia aperta e doppia cuccetta (ideale per giovani famiglie con tanti bambini), o quella con paratia chiusa (nella versione provata da noi), armadio extra, piccola seduta e doppia cuccetta. A poppa, invece, è disponibile una cuccetta per gli ospiti King Size, disposta trasversalmente rispetto al pozzetto. Tutte le cuccette sono lunghe oltre 2 m. Il prezzo base della barca è di 59.900 euro IVA esclusa.
IN NAVIGAZIONE (IN MANOVRA E A MOTORE)
Indosso la mia maglietta del Giornale della Vela, accendo il motore da 20 cv (opzionale, la versione base prevede quello da 11,8) e mollo gli ormeggi. La reattività della barca, in fase di manovra, è davvero ottima. Ho modo di verificarlo perché in fase di allestimento della Fiera di Genova il bacino è più affollato che mai costringendomi a zig zag e “frenate” improvvise. Appena uscito dalla diga foranea testo le velocità a motore (il mare è piatto e non c’è un alito di vento): 5,1 nodi a 2.000 giri, 5,9 a 2.400 giri (quella che secondo me potrebbe essere la velocità di crociera) e 6,9 a tutto gas. Lanciato alla massima velocità provo una brusca virata: la barca mantiene una buona stabilità, quasi non si inclina e disegna in mare un cerchio diametro molto stretto (che valuto intorno ai 10 metri).
FINALMENTE A VELA
Faccio rotta verso ponente, dove incontro una leggera tramontanina di 3-4 nodi. A bordo siamo in due: un numero più che sufficiente per tirare su agevolmente la randa di 29,5 mq (con lazy bag e lazy jack) e srotolare il fiocco autovirante (17,5 mq). Mi metto in bolina larga (45°) raggiungendo gli 1,8 nodi, stringendo, fino a 30° tocco gli 1,6. Ma sono dati che vanno presi con le pinze perché si tratta di un vento che si sta ritirando e caratterizzato da buchi e buoni e scarsi molto pronunciati. Cala nuovamente l’aria, tempo pochi minuti e monta lo scirocchetto, tendente a mezzogiorno. Anche qui mi metto di bolina: con 3-4 nodi d’aria, più regolare in direzione, arrivo fino a 2,5 nodi a 38°. Con 4,5 nodi, a 35° faccio 2,8. Non pensavo che l’autovirante potesse essere così “performante”: la mura è ben chiusa e mi permette di stringere bene il vento, potrebbe quasi essere (provocazione) una soluzione vincente in ORC. Provo una virata: se da un lato una volta cambiate mura la barca continua a poggiare e ha bisogno di una sorta di – passatemi il termine – controsterzo, dall’altro c’è da dire che possiede un’ottima inerzia e la perdita di velocità è davvero minima. Al traverso tocco i 2,6 nodi con 4 nodi d’aria. Niente male! Rientro con la curiosità di vedere come si comporta la barca con tanto vento! Eugenio Ruocco
SCHEDA TECNICA
Lunghezza ft 9,62 m
Lunghezza scafo 9,10 m
Baglio max 3,35 m
Pescaggio 1,85 (standard) / 1,37 (opzionale)
Dislocamento 4,7 t
Zavorra 1,5 t
Serbatoi acqua 230 l
Serbatoio carburante 160 l
www.ciniwebster.it
JEANNEAU 54
Ci sono sorprese che riescono meglio di altre. Quella di Jeanneau è venuta benissimo. Il cantiere francese è infatti riuscito a tenere nascosto fino all’ultimo momento il lancio del suo nuovo 54 piedi, grande novità della prossima stagione, che sarà presentata ufficialmente a Cannes a settembre.
Si tratta di un modello dalle linee accattivanti, caratterizzate dalla grande finestratura ai lati della tuga, che riesce a mantenere il profilo basso senza limitare la luminosità interna (qui intervengono anche i quattro oblò a murata), tratto distintivo dell’accoppiata Philippe Briand e Andrew Winch, già autori del 64 piedi.
. Si punta, seguendo anche le richieste del mercato, su un pozzetto extralarge, che risulta ancora più vivibile grazie allo specchio di poppa abbattibile, che non si limita a diventare una plancetta bagno, ma come si può vedere nelle foto è dotato di cuscineria per creare due veri lettini.
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I winch sono posizionati subito a proravia delle due ruote del timone, in una posizione che, a prima vista, appare corretta per lavorare comodamente sulle scotte. Il paterazzo sdoppiato appare, e questo è un dettaglio azzeccato, lontano dalla testa del timoniere (quante volte capita di doverlo schivare?). Il piano velico conta una randa allungata e un genoa a bassa sovrapposizione, segno evidente della volontà di ottenere una barca facile da gestire e manovrare.
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Jeanneau punta dunque, dopo il lancio dell’ammiraglia di 64 piedi dello scorso anno, sul rinnovamento del suo alto di gamma, a completare un’offerta davvero completa, che parte da 34 piedi.
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