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COSA FARE SE… devi ancorare a vela?

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anchorage
Quarant’anni di Giornale della Vela sono anche quarant’anni della nostra sezione di pratica. Abbiamo selezionato cinque quiz con i migliori consigli pratici che ci sono arrivati dai voi lettori negli anni: in questa seconda puntata iniziamo con quello su come comportarsi se dovete ancorare a vela.

ANCORAGGIO A VELA

DOMANDA: “State navigando a vela con randa e fiocco verso una rada dove volete ancorare. Le condizioni sono vento intorno a 10 nodi e mare calmo. A bordo siete solo in due. Provate ad accendere il motore ma non parte. Decidete di ancorare lo stesso, manovrando a vela. Come fate?”

1114hz7RISPOSTA: “Per prima cosa vista, la calma del vento e del mare, posso mettere la testa nel vano motore (ma bisogna essere sicuri di NON star male visto che siamo solo in due) e valutare l’eventuale presenza di acqua nel filtro del gasolio (spurgo facilmente attuabile?). Il quesito posto fa presumere che il motore giri senza partire e quindi la verifica di una corretta alimentazione del carburante è la prima cosa da vedere (sembra uno scherzo ma…c’è gasolio nel serbatoio?! e se c’è, arriva?). Per la manovra a vela procederei in questo modo. Prima dell’avvicinamento verifico il corretto funzionamento della frizione del salpancora, dato che la catena sarà distesa dalla velocità della barca e che, senza motore, non può essere variata a piacimento. Inoltre non voglio usare un apparato ad alto assorbimento elettrico come il salpancora senza motore acceso, perchè consumerei quell’energia che mi servirà per rifare la manovra (!?) o andarmene a vela il giorno dopo con il motore che continua a non partire.

maxresdefaultVerifico anche che la catena non abbia da che bloccarsi e quindi sia ben disposta. Successivamente si entra in rada e si fanno i giri esplorativi necessari per individuare il punto di ancoraggio ideale: sia come fondale (consistenza e profondità), sia come distanza da terra, che in questo caso deve essere adeguata all’eventuale fallimento della manovra, per garantire una opportuna ripartenza di bolina. Preparo anche un ancora di rispetto con terminale di catena e linea in tessile per riuscire a bloccare la barca in caso di importanti problemi alla prima ancora (bloccaggio nello scorrimento con impossibilità di manovra di recupero a vela) o altro. Opzioni di manovra: Manovra 1: Randa e fiocco a riva. Mi accerto che tutto funzioni per l’ammainata (rollafiocco, drizza randa da provare se accenna a scendere, stopper vari). Faccio dei bordi verso il punto deciso per dare fondo e il mio compagno avrà appennellato l’ancora con la frizione pronta per essere lasciata”.

LA PRIMA PUNTATA: COSA FARE SE HAI UNA FALLA A BORDO?

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Più #plasticafantastic di così non si può: Swan 47 Sparkman&Stephens

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Tra i partecipanti al VELAFestival come #plasticfantastic è arrivata una barca davvero speciale, una vera icona di quegli anni che hanno segnato per sempre l’evoluzione del mondo della nautica a vela. Una meraviglia in vetroresina, un mito della vela come solo gli Swan disegnati dallo studio newyorkese di Sparkman&Stephens possono permettersi di essere. Si tratta dello Swan 47 Sparkman&Stephens di Matteo Salamon, presidente della S&S Swan Association

“Cosa deve fare un armatore innamorato della propria barca, dopo averla curata, coccolata e restaurata per 16 anni, e portata ad essere forse una delle più’ belle al mondo della sua categoria (Swan 38 di Sparkman & Stephens)? La vende e ricomincia da capo! Così è stato per me e mia moglie Giulia, mia compagna di vita e pazzia nautica, con il nostro piccolo Sparkman & Stephens Swan 38 del 1976, lo abbiamo trasformato nel nostro gioiello, con un dispendio di energie senza pari (e senza ragionevolezza…) e poi un bel giorno abbiamo deciso che “eravamo diventati grandi” e volevamo iniziare una nuova impresa con uno Swan più grande. Sparkman & Stephens, ovviamente…!
Ci siamo confrontati tra di noi e abbiamo capito che dovevamo cercare uno Swan 47 a deriva mobile, la versione progettata dallo studio newyorkese per il New York Yacht Club. Ed è così che ci siamo messi alla “sua” ricerca. Abbiamo fatto qualche telefonata ad alcuni amici “al nord” e dopo pochi giorni ci hanno segnalato in un delizioso marina nel nord dell’Olanda uno Swan 47, non ancora offerto sul mercato, a deriva mobile. La barca che stavamo sognando! Presi tre biglietti aerei (per noi e il nostro piccolo Terrier Milù (d’altronde la nostra famiglia è formata da noi tre, e anche Milù doveva vedere la sua nuova barca, prima che noi decidessimo), siamo volati in Olanda, e il pomeriggio seguente avevamo già firmato un compromesso per portare a casa la “nostra” Vanessa, l’ultimo S&S Swan 47 uscito dai cantieri Nautor, scafo numero 069.
Qualche scartoffia burocratica dopo (e un attraversamento delle Alpi!), la barca è finalmente arrivata in Mediterraneo. Si inizia una nuova avventura. Che gioia!!! Tra il decidere di cambiare barca, trovare e acquistare la nuova e vendere la vecchia sono trascorsi solo 17 giorni (potere degli S&S Swan, che hanno un mercato globale e brillante anche in questi momenti non allegrissimi).
Una volta arrivata, Vanessa è stata immediatamente e completamente smontata e revisionata nelle sue parti essenziali (albero, pulegge, pastecche, bozzelli, strallo, paterazzo, avvolgifiocco, scotte, drizze, winches -revisionati i bellissimi Lewmar d’epoca- vele… ), revisionato il motore, rifatto tutto l’impianto elettrico (mantenendo una grafica del quadro elettrico classico ma con i più moderni e avanzati sistemi di sicurezza e controllo), e ora e’ quasi pronta per affrontare i suoi prossimi trent’anni ( e per non farci mancare proprio nulla, il prossimo anno ci dedicheremo all’estetica…si sa, “Lei” non è mai bella abbastanza…).

2015_08_31_21_00_22-vanessa_022015_08_31_21_04_21-vanessa_06

 

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Che m…. è lo sfigmomanometro? La “truffa” delle nuove cassette di pronto soccorso

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cassettaPallone per rianimazione, sfigmomanometro (a proposito, sapete di cosa si tratta? è uno di quegli aggeggi per misurare la pressione sanguigna), fonendoscopio, manuali vari. Questo deve contenere, tra gli altri strumenti e medicinali, la vostra cassetta di pronto soccorso (tabella D) per imbarcazioni da diporto che navigano oltre le 12 miglia dalla costa.

C’E’ TEMPO FINO AL 18 MARZO
Così impone il Decreto 1 ottobre 2015 inerente alle “Modificazioni della Tabella allegata al decreto 25 maggio 1988, n. 279, che indica i medicinali, gli oggetti di medicatura e gli utensili di cui devono essere provviste le navi nazionali destinate al traffico mercantile, alla pesca e al diporto nautico”, appena entrato in vigore (avete tempo fino al 18 marzo per adeguarvi).

CHI CI GUADAGNA? LE CASE FARMACEUTICHE
Ma a meno che non ci sia un medico a bordo, cosa ce ne facciamo di strumenti professionali di cui non conosciamo approfonditamente l’utilizzo e dei quali non sappiamo interpretare i dati? Rispondiamo noi: nulla. Anzi, nel malaugurato caso qualcuno dell’equipaggio decidesse di improvvisarsi medico, rischieremmo danni ancora maggiori. Il costo medio di una cassetta del genere è di 250 euro: un bel business per le case farmaceutiche…

UN ESEMPIO DI CASSETTA “TABELLA D” (da Osculati)Schermata 2016-02-16 a 10.25.00

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Velista dell’Anno, stop ai voti! Ecco i magnifici 50 + 2 che hanno passato il turno

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Innanzitutto grazie. Alla prima fase di votazioni del Velista dell’Anno 2016 avete partecipato in tantissimi. In più di 10.000. Anzi, per la precisione, in 10.661.

Schermata-2016-01-18-a-14.40.38Ecco la classifica, per numero di voti ricevuti online dalle ore 13 del 29 gennaio alle ore 12 del 16 febbraio, dei 50+2 candidati che hanno passato il primo turno e che potete nuovamente votare a partire dal 4 marzo. In rosso i nominativi già presenti nel nostro “listone” iniziale e in blu i due candidati più votati tra gli “scelti da voi” nel sondaggio parallelo che abbiamo aperto, dopo aver ricevuto le vostre segnalazioni, a partire dalle 13 del 5 febbraio fino alle 12 del 16 febbraio:

CHI HA PASSATO IL PRIMO TURNO?
IL CLASSIFICONE DEI MAGNIFICI 50+2
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A QUESTO LINK SCOPRI NEL DETTAGLIO LA PRIMA FASE DI VOTAZIONI DEI MAGNIFICI “100”

SCOPRI TUTTI I 100 CANDIDATI INIZIALI AL VELISTA DELL’ANNO, DALLA A ALLA Z

SCOPRI LE STORIE DEI CANDIDATI “SCELTI DA VOI” E LE MOTIVAZIONI DELLE NOMINATION

COME FUNZIONANO LE VOTAZIONI DEL VELISTA DELL’ANNO 2016
Venerdì 6 maggio, alle ore 19, avrà luogo al VELAFestival di Santa Margherita Ligure (Genova), durante la Serata dei Campioni, la premiazione del Velista dell’Anno. Ma come si arriva ad assegnare il premio più prestigioso della vela italiana? Con una lunga e “dura” selezione online dove il vostro contributo è fondamentale. Ve la spieghiamo nel dettaglio, fase dopo fase.

• PRIMA FASE (VOTO VINCOLANTE – CONCLUSA) – DA 100 a 52 CANDIDATI
– 100 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dal 29 gennaio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– 20 CANDIDATI INDICATI DA VOI (potrete inviarci nominativi e motivazione dal 29 gennaio al 4 febbraio alla mail speciali@panamaeditore.it) votati online sul nostro sito dal 5 febbraio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 50 più votati e i 2 più votati tra quelli indicati da voi
• SECONDA FASE (VOTO VINCOLANTE) – DA 52 a 25 CANDIDATI
– 52 CANDIDATI da votare online dal 4 (dalle ore 13) al 15 marzo (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 25 più votati
• TERZA FASE (VOTO CONSULTIVO) – DA 25 a 5 CANDIDATI
– 25 CANDIDATI da votare online dal 31 marzo (dalle ore 13) al 14 aprile (chiusura ore 12). Il voto del pubblico online ha valore consultivo: tenuto conto delle vostre preferenze, una giuria seleziona i 5 che passano il turno
WAY211A.BA0928_AQUARACER_CAL_5_PACKSHOT_2015• QUARTA FASE – LA SCELTA DEL VELISTA DELL’ANNO (E DEGLI ALTRI PREMI)
-I 5 CANDIDATI compongono la rosa dei “papabili” per il Velista dell’Anno. Questi si contenderanno, sulla base delle decisioni della giuria, il premio Velista dell’Anno e gli altri: TAG Heuer Velista dell’Anno “Passion”, TAG Heuer Velista dell’Anno “Innovation” e TAG Heuer Velista dell’Anno “Performance”. Ognuno dei vincitori sarà premiato con un cronografo impermeabile ad alta precisione TAG Heuer Aquaracer Calibre 5 (foto a lato), in grado di resistere fino a 300 metri di profondità. Chi sono i vincitori lo saprete solo la sera del 6 maggio a Santa Margherita. Siete tutti invitati!

Per qualsiasi informazione riguardo al Velista dell’Anno, scriveteci all’indirizzo speciali@panamaeditore.it

SCOPRI CHE COS’E’ IL VELISTA DELL’ANNO

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Carena sempre in bolla? Non esiste solo l’antivegetativa!

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Soprattutto negli ultimi anni, si è assistito a un proliferare di soluzioni alternative alle vernici antivegetative tradizionali, “accusate” di essere inquinanti e costose (visto che, in media, vanno stese una volta all’anno). 
Certo, nella maggior parte dei casi, va detto che si tratta di soluzioni non “universali” e spesso sono ottime come complemento (per aumentarne la durata) delle tradizionali antivegetative, che hanno la forza di essere efficaci su qualsiasi genere di scafo.

Schermata 2016-02-16 a 17.55.03IL WRAPPING
Una consiste nel wrapping dell’opera viva: una serie di film adesivi e antivegetativi. Ad esempio Uniflow Marine (www.uniflow-marine.com) ha ideato Silikon Pro-glide, antifouling caratterizzato da tre strati: quello in silicone, seguito poi uno strato in polimero e da un adesivo speciale marino. Infine, uno strato di protezione cartacea facilmente staccabile. I vantaggi, in teoria sono molteplici: rispetto alla vernice, i cui effetti vengono meno con il tempo, la pellicola autoadesiva è più efficace, causa meno attrito e non inquina. Certo non è un lavoro che potrete eseguire da soli, ci vuole un professionista. I risultati dei test per adesso non sono noti.

Schermata 2016-02-16 a 17.55.10POLVERE DI RAME E RESINA
Poi esiste la possibilità (dopo aver carteggiato lo scafo fino al guscio), di dare più mani di resina mischiata con della polvere di rame, biocida per eccellenza. Questo propongono ad esempio Coppercoat (www.coppercoat.it) e M300 (www.m300antifouling.fr): si tratta di due resine bicomponenti (epoxy per Coppercoat e poliestere per M300) miscelate con polvere di rame. In teoria la longevità del trattamento e la scorrevolezza dello scafo sono garantite: lo svantaggio consiste nell’estrema difficoltà di carteggiare e ritornare al guscio originale se si dovesse ripetere l’operazione.

maxresdefaultIL BARCALAVAGGIO
Se non volete utilizzare prodotti antivegetativi, potete affidarvi alla pulizia su rulli in stile autolavaggio (tipo Corydoras, www.hullwasher.com): un sistema per ora non molto diffuso, che peraltro non può funzionare per le imbarcazioni con doppio timone o bichiglia.

Parefouling-2IL TELONE AMMAZZA ORGANISMI
Oppure potete, quando la barca è all’ormeggio (se avete un sistema di chiglia sollevabile), installare una superficie protettiva (il Parefouling, www.nauticinnovation.wordpress.com) che, tenendo l’opera viva al buio, limita la colonizzazione di organismi.

dumoULTRASUONI
Infine, i sistemi agli ultrasuoni: l’ultimo, in termini di tempo, è lo spagnolo Dumo ACM (www.fbyachting.it) che emette frequenze da un trasduttore direttamente immerso in acqua, impedendo così lo svilupparsi di incrostazioni e alghe all’ormeggio. Necessita però di una centralina (alimentata a corrente 150/220 volt) da sistemare a bordo in un gavone o da fissare sul pontile.

TROVERETE IL SERVIZIO COMPLETO SU QUESTI SISTEMI E SULLE ANTIVEGETATIVE SUL PROSSIMO NUMERO DEL GIORNALE DELLA VELA

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“Non bruciamo i nostri ragazzi” ovvero il decalogo per genitori di velisti

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Schermata 2016-02-17 a 12.31.32
Siamo alle solite. Squilla il telefono in redazione e dall’altro capo della cornetta un genitore si lamenta del fatto che non abbiamo inserito suo figlio derivista tra i candidati al
Velista dell’Anno 2016. Anche la casella mail pullula di messaggi di “perché non avete candidato tal dei tali?”: curioso che nel 90% dei casi chi ci scrive siano proprio i genitori o i parenti del candidato. Allora – questa è una mia digressione personale – mi chiedo quanto sia giusto che un genitore intervenga in questo genere di questioni.

“GIOCO” PRIMA DI “PERFORMANCE”
Se vogliamo che i nostri figli vadano in barca, e che abbiano un futuro come velisti, forse è meglio lasciarli divertire, supportandoli cercando però di rimanere “nell’ombra”. Sono loro, quelli in mare. La brama di risultato e in alcuni casi estremi – uso un parola un po’ forte – il “transfert” parentale, brucia i nostri ragazzi. A tal proposito ho trovato un bell’articolo di Anne Josephson, docente di Psicologia Educazionale alla Columbia University, apparso su Sailing Scuttlebutt. Nella vela moderna, la tendenza è quella di focalizzarsi sul concetto di “performance” piuttosto che su quello di “gioco”. Anne ha stilato un decalogo di frasi/consigli relativi alla gestione del rapporto con i figli che fanno sport (Josephson parla di sport generico, in alcuni casi mi sono permesso di declinare i consigli, mantenendo invariato il significato, in chiave velica)Eugenio Ruocco

IL DECALOGO PER I VELA-GENITORI
1. CIAO. Salutate i vostri ragazzi quando arrivano a terra con un bel “Ciao” prima di chiedere loro come è andata la regata o l’allenamento.

2. DIVERTITI. Le statistiche parlano chiaro: il 70% dei ragazzi abbandona lo sport (anche la vela) prima di compiere 13 anni. La ragione principale sta nel fatto che non si divertono più. Incoraggiate i vostri figli a divertirsi, prima di tutto.

3. RACCONTAMI DI PIU’. Prima di formarvi un’opinione o dare consigli a vostro figlio, chiedetegli il maggior numero di informazioni. Questo lo spingerà a raccontarvi di più e avrete più dati su cui basarvi per capire il suo stato d’animo

4. BRAVO. CONTINUA COSI’. Anche se come genitori – a volte è normale – siamo spesso tentati di dire di più e analizzare le performance dei nostri ragazzi in mare, dire soltanto “Bravo. Continua così” è il modo migliore per aiutare i ragazzi, che hanno semplicemente bisogno di supporto.

5. COSA MI RACCONTI DI NUOVO? Fate a vostro figlio domande generali che non siano esclusivamente sulla vela, chiedendogli se ci siano novità. Anche se vi risponderà “niente” questo vi darà l’opportunità di condividere con lui qualcosa sulla vostra giornata.

6. MI PIACE VEDERTI VELEGGIARE. Forse il miglior complimento che possiate fare al vostro velista in erba.

7. E TU COSA NE PENSI? Voi stessi conoscete la vostra opinione su un determinato fatto, per cui prima di esporla a vostro figlio sentite cosa ne pensa lui. Non solo imparerete più sul pensiero di vostro figlio, ma lo aiuterete anche a sviluppare la sua capacità critica.

8. C’E’ QUALCOSA CHE POSSO FARE PER AIUTARTI? Prima di sparare una soluzione o un piano d’azione quando lo vedete in difficoltà, chiedete a vostro figlio se c’è qualcosa di cui ha veramente bisogno. A volte necessita soltanto di sgombrarsi un po’ la mente e fare chiarezza. Fatto questo, la soluzione all’eventuale problema arriverà da sé.

9. PER ME SEI PIU’ IMPORTANTE TU DEI TUOI RISULTATI. Ovviamente starete pensando: che banalità, certo che è così. Ma non dimenticate di ricordarlo anche a vostro figlio. In mancanza di ciò, il bambino potrebbe essere portato a pensare che lo amiate per quello che fa, e non per quello che è.

10. SAI CHE C’E’? SONO FELICE DI ESSERE IL TUO GENITORE. Vela o non vela, risultati o no, per sentirsi amati completamente e incondizionatamente, difetti inclusi, questo alla fin fine è quello che hanno bisogno di sentirsi dire i vostri figli.

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R-30, eleganza… senza barriere

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Daysailer legno R30 italia disabili myda 2015 (1)
Siamo spesso abituati a pensare alle barche per disabili come scafi improntati alla funzionalità prima che al design. Il nuovo R-30,
progettato dal giovane Alessandro Comuzzi in legno lamellare con fasciame incrociato e resine West system, smentisce – e di brutto – questa credenza.

12752030_10207279633482005_821783767_oNon a caso è stata premiata con il MYDA (Millennium Yacht Design Award) assegnato al Seatec nella categoria “C – Barca a misura d’uomo”. Un veloce ed elegante daysailer che sarà varato a fine marzo al Cantiere De Cesari di Cervia (Ravenna) e che non nasce come imbarcazione esclusiva per persone portatrici di handicap: “L’idea con l’armatore è stata proprio quella”, spiega Comuzzi, “non avere una barca per ‘disabili’ ma una barca che possa essere usata e percepita come una barca normale e, possibilmente, bella”.

Daysailer R30 italia disabili myda 2015LA GRANDE RUOTA SENZA RAGGI
In effetti possiede linee filanti e un sistema di conduzione sensibile come su una barca da regata, offrendo una posizione di comando confortevole e rilassante. L’estetica generale è contraddistinta dalla grande ruota di governo senza raggi e da una piattaforma mobile che consente l’inclinazione delle wheelchair durante gli sbandamenti della barca. Obiettivo di questo progetto è stato quello di concepire fin da subito una barca senza barriere e non di adattarla a posteriori per le persone su sedia a rotelle. La timoneria a ruota, escludendo altri sistemi già presenti su barche per disabili, consente di essere utilizzato in qualsiasi posizione tanto da portatori di handicap quanto da normodotati, senza imporre una posizione obbligata e garantendo una classica sensibilità sulla ruota di governo.

Daysailer R30 italia disabili navigazioneLA PEDANA BASCULANTE
Il particolare problema di assecondare con il corpo il movimento della barca, in particolare per quanto riguarda il rollio, fornendo la necessaria l’inclinazione della wheelchair in relazione all’andatura, è risolto con una piattaforma basculante. Questa è comandata da un pistone regolato da una centralina e da un giroscopio installato all’albero.

In navigazione la piattaforma si blocca sulla media dell’inclinazione in maniera tale da assorbire con il corpo le differenze d’angolo e quindi avere il pieno controllo sull’imbarcazione. In condizioni di virata, la piattaforma viene comandata automaticamente dal giroscopio che la fa ruotare sulle altre mura fino a bloccarsi in una posizione media d’inclinazione.

Il prezzo? “Per il prototipo non vorrei sbilanciarmi. non costa più delle altre… anzi”, non si sbottona Comuzzi. “Dopo il varo comunicheremo il prezzo”. www.alessandrocomuzzi.com

Daysailer R30 italia disabili costruzioneSCHEDA TECNICA
Lunghezza fuori tutto 9.50 m
Baglio max. 2.50 m
Pescaggio 2.20 m
Dislocamento 2.15 t
Zavorra 700 kg
Superficie velica 47 mq

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TECNICA Viaggio nel favoloso mondo delle eliche

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propeller_old_ship_vintage_ancient_abstract_hd-wallpaper-1331402Regola numero uno in fatto di eliche: non ci sono regole.  Ogni imbarcazione ne dovrebbe avere una custom a seconda delle caratteristiche dello scafo: se avete appena comprato una barca, e le prestazioni durante la navigazione a motore non corrispondono a quelle dichiarate sulla scheda tecnica, è il caso di controllare, in primis, l’elica. Ne esistono in commercio vari modelli: a pale fisse, abbattibili o orientabili. Ecco i nostri consigli per una buona scelta.

A pale fisse

A pale fisse

A PALE FISSE, ABBATTIBILI O ORIENTABILI?
Di norma i cantieri consegnano le barche da crociera con eliche a pale fisse, che, se ben dimensionate, sono considerate le più efficienti in marcia avanti, un po’ meno in retro. Il loro grande svantaggio, tuttavia, consiste nella grande resistenza idrodinamica durante la navigazione a vela.

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A pale abbattibili

Per far fronte a questo problema sono state ideate le eliche a pale abbattibili e a pale orientabili. Le prime durante la navigazione a motore sono in tutto e per tutto simili a quelle a pale fisse, ma quando si va a vela assumono la forma “a becco d’anatra” riducendo al minimo l’incidenza con l’acqua. Le seconde sono dotate di un meccanismo in grado di far orientare le pale in modo da non creare attrito sull’acqua.

A pale orientabili

A pale orientabili

Quando si spegne il motore, si inserisce la retromarcia e le pale ruotano sul loro asse e si posizionano in orizzontale: si tratta di norma di modelli a passo modificabile, che consentono di regolare l’incidenza fra l’asse della pala e l’asse dell’elica con una vite posta sul mozzo. Il grosso vantaggio di questi modelli è l’adattabilità a diversi tipi di carene e a motori con diverso rapporto di riduzione (ovvero il rapporto tra i giri dell’elica e quelli del motore: per le barche pesanti, con propulsione poco potente, come quelle da crociera, sono consigliabili elevati rapporti perché più gira piano l’elica e meglio si sfrutta la coppia del motore). Ci sono poi le eliche a passo variabile, progettate anch’esse per le imbarcazioni a vela: il prezzo sale, ma il passo si regola dinamicamente e consente di ottenere migliori prestazioni durante la navigazione a motore.

fonte immagine: scuolanauticadelta.it

fonte immagine: scuolanauticadelta.it

PASSO E PROFILO
Se volete cambiare il passo (e cioè la distanza idealmente percorsa da un’elica dopo una rotazionedi 360°) è consigliabile farlo quando la barca è in secco. Un dato importante, poi, è il profilo della pala, anche se risulta essere condizionato dallo spessore della stessa. Si usano principalmente profili ovali o asimmetrici: non presentano particolari differenze di resa, se non per il fatto che il profilo asimmetrico tende a sviluppare maggiormente il bordo d’entrata dell’elica in modo che l’ingresso in acqua della pala sia più progressivo e efficace.

ELICA NUOVA: COME MONTARLA?
Quando montate un’elica nuova, controllatene la distanza dallo scafo, perché un errore di misura può causare una notevole perdita di efficienza. Bisogna stare attenti che il flusso d’acqua generato dalla rotazione delle pale non generi turbolenze con quello prodotto dallo spostamento della barca. Se l’elica è troppo vicina allo scafo, il flusso d’acqua, scontrandosi con la carena, può produrre fastidiosi rumori. Prima di scegliere l’elica che fa per voi, valutate bene l’uso che intendete fare della barca. Per le crociere tranquille il modello a pale fisse non vi deluderà, mentre se possedete una barca da regata performante dovrete  entrare nel campo delle più dispendiose eliche abbattibili o orientabili.

SCOPRI QUAL È LA VELOCITÀ MASSIMA DELLA TUA BARCA
La formula “2,43 x radice quadrata della lunghezza al galleggiamento” determina la massima velocità teorica a motore di una barca in navigazione a dislocamento, cioè non in condizioni di planata. Questa formula, universalmente riconosciuta (che utilizziamo anche noi per le nostre prove), è un parametro attendibile, soprattutto per imbarcazioni da crociera di dislocamento medio. La velocità massima ottenuta è, in teoria, quella che dovrete ottenere navigando con mare calmo al regime massimo di giri motore. Se la velocità della vostra barca è nettamente inferiore a quella ottenuta con la formula, allora c’è qualcosa che non va. I motivi possono essere molteplici: il tipo di motore, la carena o il piede poppiero sporchi, l’elica sottodimensionata, del modello non corretto o montata male, la barca troppo appesantita o gli strumenti non tarati. Confrontate la velocità della vostra barca con quelle della tabella qua sotto, considerando la lunghezza al galleggiamento della vostra barca.
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Come sarà il VELAFestival e cosa troverete in banchina a Santa Margherita

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Ecco l’anteprima di quello che troverete a Santa Margherita ligure, cosa potrete fare e a cosa partecipare.MAPPA LUOGO CON SCRITTE X SITO 2.qxd:Layout 1

 

1. AREA ESPOSITIVA A TERRA. Uno dopo l’altro, trovi qui gli stand delle migliori società del mondo nautico, dagli accessoristi ai cantieri, dai velai alle compagnie di assicurazione. Per trovare tutto quello che può servirti per la tua barca.

2. PIAZZETTA SHOPPING & INFO POINT VELA CUP. Un grande negozio nautico dove trovi accessori, abbigliamento, libreria nautica, gadget che puoi acquistare subito. Qui si trova anche l’area info e iscrizioni della VELA Cup.

3. BARCHE CULT & #PLASTICFANTASTIC. Qui puoi ammirare le barche famose, quelle di cui hai sentito parlare ma non hai mai visto. Scopri, senza distinzione di misura, la loro affascinante storia. E soprattutto puoi salirci a bordo. 

4. BARCHE PER TUTTI I GUSTI. I cantieri più importanti del mondo mostrano il meglio della loro produzione, le ultime novità e anche prime assolute. Potrete trovare anche ottime occasioni dell’usato, delle scuole vela e barche che puoi noleggiare quest’estate.

5. AREA EVENTI & VIDEO. I grandi eventi come il Velista dell’Anno, il “Tribute” agli eroi della vela e la Festa della VELA Cup si svolgono qui. E potete ammirare anche i più bei film della storia della vela.

6. BAR VELACARD

7. HOSPITALITY VELAFESTIVAL CARD. Sulla diga foranea del porto, una spettacolare terrazza e un padiglione coperto dove rilassarsi, bere e mangiare qualcosa, godersi video spettacolari e ammirare un panorama unico al mondo. Accedervi è gratis, basta avere con voi la VELAFestival CARD.

8. PIAZZETTA DELLA VELA. Lo snodo dal quale si dipanano le diverse aree del VELAFestival. Da qui puoi accedere all’area degli stand a terra, alla piazzetta dello shopping, all’area eventi e anche, direttamente, al beach village, il paradiso delle barche “piccole”.

9. INFOPOINT VELAFESTIVAL. Qui ottieni gratis la VELAFestival CARD

10. AREA MOSTRA Mentre ti rilassi, magari prendendo il sole in spiaggia sorseggiando qualcosa o mangiando un panino ti godi la mostra che ti racconta la storia della vela attraverso personaggi e barche mitiche.

11.12
USCITE IN BARCA E SCUOLA VELA
  Con istruttori professionisti fare gratuitamente la tua lezione di vela o provare le derive in esposizione al Beach Village. Anche per bambini.
PROVA GLI ALTRI SPORT SUP, Kayak e Windsurf a disposizione per una lezione gratuita o una uscita in mare, vi diamo anche muta e l’attrezzatura.
ANCHE PER BAMBINI Scuola di marineria Sali a bordo di una goletta di 30 metri e diventa un marinaio provetto con i consigli dell’equipaggio di Pandora. Ti sveleranno trucchi e consigli, e potranno insegnare fantastici nodi anche ai più piccoli.

13. BEACH VILLAGE. Un’area dedicata, sulla spiaggia, al mondo delle derive, dei multiscafi e degli sport nautici, con possibilità di dimostrazioni a mare. Ogni giorno giovani e meno giovani possono fare un giro in barche apposite assieme ad un istruttore, in tutta sicurezza.

14. INFOPOINT VELAFESTIVAL. Qui puoi ottenere gratis la VELAFestival CARD.

15. SPAZIO GIOCHI BAMBINI Uno spazio speciale dedicato ai bambini, con tante attività e un laboratorio didattico.

16. LA CITTA’ PER IL VELAFESTIVAL Tutta la cittadina di Santa Margherita Ligure sarà parte integrante del VELAFestival: i possessori della VELAFestival Card, inoltre, avranno diritto a sconti speciali negli alberghi, nei ristoranti e negli esercizi.

17. LO SPETTACOLO DELLA VELA CUP Ti conviene fare un giro tra i pontili galleggianti e dare uno sguardo alle barche ormeggiate, per scoprire i partecipanti alla “VELA Cup”, la grande festa della vela in mare (sabato 7 maggio).

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Incubo burocrazia: tu cambieresti la bandiera italiana? VOTA IL SONDAGGIO!

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Bar Refaeli shows off her bikini body during a weekend holiday in Portofini in ItalyScartabellando tra le nuove normative italiane recentemente emanate, ci imbattiamo in una modifica del contenuto della cassetta del pronto soccorso per le barche da diporto oltre le 12 miglia, in vigore a partire dal 18 marzo: nella cassetta deve trovare posto il pallone per rianimazione, lo sfigmomanometro, il fonendoscopio, oggetti che chi non è medico non conosce e non sa usare.

E ci viene un sospetto, non è che questo non è altro che un bel business per le case farmaceutiche?

Costo della nuova cassetta del pronto soccorso dai 250 euro. Quella vecchia, ovviamente, potete buttarla via.
E dopo ci si stupisce se sempre più armatori decidono di togliersi tutti i problemi burocratici, i controlli, i costi, le rotture di scatole che comporta l’onere della bandiera italiana e decidono di issare a poppa il vessillo belga o francese, iscrivendosi al registro navale da diporto di quelle nazioni.

Malgrado gli sforzi meritevoli di associazioni come UCINA e Assomarinas, ci sono anche altre cose che non vanno in Italia. Vi ricordate la riduzione dell’IVA al 10% per le barche in transito nei Marina? Bene, la regione Campania, che avrebbe dovuto trarre vantaggio da questa norma che incentiva il diporto nautico e quindi le entrate, si è appellata alla Corte Costituzionale. E cosa ha deliberato quest’ultima? Che la regione Campania ha ragione e quindi nei porti campani l’IVA si paga al 22%.

Potremmo raccontarvi tante altre “follie” normative, molte le conoscete anche voi. E allora ci viene in mente una proposta: non sarebbe il caso che il solerte governo Renzi non decidesse, in nome delle riforme, di affidare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, l’incarico della riorganizzazione burocratica e legislativa del nostro settore, come ha già fatto per gli enti portuali (ovvero del naviglio commerciale)? Stiano certi Renzi e Del Rio, basterebbe poco per aumentare le entrate per lo stato con delle riforme in nome della sburocratizzazione e dell’efficienza, che ci avvicinano alle altre nazioni europee. Adesso siamo lontani anni luce da loro.

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Nuove mode: ormeggiare nell’isola che prima era un lager fascista

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1_MGZOOMIn principio fu l’armatore greco Aristotele Onassis che usava la sua  isola greca privata, Skorpios, per sedurre le sue future mogli. Per la  cronaca, prima la divina cantante lirica Maria Callas e poi l’ex first  lady statunitense Jaqueline Kennedy. Ora è di proprietà del russo  Dmitry Evgenevich Rybolovlev, uno degli 80 uomini più ricchi del  pianeta.
EX LAGER FASCISTA
L’ultima isola mediterranea conquistata da un privato è un ex lager  fascista trasformato in un resort di lusso. Si tratta dell’isola di Mamula in Montenegro. Nel 1942 gli italiani la occuparono sfruttando  la fortezza austro-ungarica come campo di concentramento. Vi morirono  cento delle duemila persone detenute. Ora, cancellando il terribile  passato, la piccola isola adriatica diventa un resort con 23 suite,  due ristoranti, con spa, piscina e discoteca. Soprattutto verrà  ampliato il porticciolo dove potranno ormeggiare anche le barche da  diporto.

LA CONQUISTA DELLE ISOLE…
Ma la conquista delle isole mediterranee è diventata un vero fenomeno.  Basta ricordare la guerra legale per la conquista dell’isoletta sarda  di Budelli, contesa da regione e comune ad un fantomatico imprenditore  neozelandese,  Michael Harte. Il magnate aveva vinto l’asta per  aggiudicarsi da un fallimento Budelli sottoposta a vincoli ambientali  strettissimi. Ora sembra che Harte abbia gettato la spugna.

…E DEI FARI
Anche l’asta dello demanio, proprietario delle strutture, per  aggiudicarsi alcuni dei più bei fari italiani, molti dei quali situati  su isole incontaminate per poi tramutarle in strutture alberghiere, ha  avuto un boom di richieste. Tra breve verranno aggiudicate. E poi,  addio luoghi incontaminati. In nome del turismo di lusso.

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I croati? Stregati da Hanse 315 e Jeanneau 54

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Anche quest’anno in Croazia sono state decretate le barche dell’anno 2016 secondo nauCAT, il magazine online di riferimento del paese. Per quanto riguarda gli scafi sotto i 36 piedi, la vittoria è andata all’Hanse 315, mentre per le barche over 36′ la giuria ha scelto il Jeanneau 54.

Noi l’Hanse 315 lo avevamo provato in anteprima…

HANSE 315 – LA NOSTRA PROVA
photo-exterieur-hanse-315-285017
Mi trovo alla Fiera di Genova, a pochi giorni dall’inizio del Salone Nautico. Oggi proverò il nuovo Hanse 315, che avevamo già avuto modo di vedere in banchina a Cannes.

Esternamente, Judel e Vroljik hanno optato per un design “classico” (niente spigoli o soluzioni “mainstream”), caratterizzato da una coperta pulita e da un pozzetto ben dimensionato in teak, dove vengono rinviate tutte le manovre e con specchio di poppa abbattibile. La scotta randa (armata con circuito alla tedesca), quella del fiocco autovirante e la cima del rollafiocco, sono alla portata del timoniere (almeno nella versione con doppia timoneria a ruota che abbiamo provato, la versione standard prevede l’allestimento a barra), quindi la barca è facilmente gestibile anche in solitario. I timoni forse avrebbero potuto essere portati qualche centimetro più in alto: io sono che sono un metro e 79 li ho sentiti bassi quando ero in piedi, preferendo timonare da seduto.

photo-interieur-hanse-315-285031INTERNI
Gli interni, trattandosi di un 9,62 metri (fuori tutto, perché la lunghezza della barca è 9.10 m) sono ampi, alti e luminosi grazie alle numerose finestrature. Nel quadrato, a sinistra trova spazio un bagno molto spazioso con doccia (a noi è molto piaciuta la sistemazione alla tedesca delle prese a mare, molto ordinata e chiara sotto il lavello). A destra la cucina a L ben accessorista. Nel blocco del lavandino trova spazio l’interruttore che permette di comandare tutte le luci sottocoperta, in modalità “giorno” e “notte”. Solo il tavolo da carteggio, sulla sinistra, a prua del bagno, risulta un po’ sacrificato: va detto però che la pratica del carteggio manuale ormai sta venendo sostituita dagli strumenti e che su una barca di queste dimensioni difficilmente verranno affrontate lunghissime navigazioni.

layout-hanse-315-282355A prua sono disponibili due varianti di design: quella con paratia aperta e doppia cuccetta (ideale per giovani famiglie con tanti bambini), o quella con paratia chiusa (nella versione provata da noi), armadio extra, piccola seduta e doppia cuccetta. A poppa, invece, è disponibile una cuccetta per gli ospiti King Size, disposta trasversalmente rispetto al pozzetto. Tutte le cuccette sono lunghe oltre 2 m. Il prezzo base della barca è di 59.900 euro IVA esclusa.

20150926_114014IN NAVIGAZIONE (IN MANOVRA E A MOTORE)
Indosso la mia maglietta del Giornale della Vela, accendo il motore da 20 cv (opzionale, la versione base prevede quello da 11,8) e mollo gli ormeggi. La reattività della barca, in fase di manovra, è davvero ottima. Ho modo di verificarlo perché in fase di allestimento della Fiera di Genova il bacino è più affollato che mai costringendomi a zig zag e “frenate” improvvise. Appena uscito dalla diga foranea testo le velocità a motore (il mare è piatto e non c’è un alito di vento): 5,1 nodi a 2.000 giri, 5,9 a 2.400 giri (quella che secondo me potrebbe essere la velocità di crociera) e 6,9 a tutto gas. Lanciato alla massima velocità provo una brusca virata: la barca mantiene una buona stabilità, quasi non si inclina e disegna in mare un cerchio diametro molto stretto (che valuto intorno ai 10 metri).

photo-exterieur-hanse-315-285018FINALMENTE A VELA
Faccio rotta verso ponente, dove incontro una leggera tramontanina di 3-4 nodi. A bordo siamo in due: un numero più che sufficiente per tirare su agevolmente la randa di 29,5 mq (con lazy bag e lazy jack) e srotolare il fiocco autovirante (17,5 mq). Mi metto in bolina larga (45°) raggiungendo gli 1,8 nodi, stringendo, fino a 30° tocco gli 1,6. Ma sono dati che vanno presi con le pinze perché si tratta di un vento che si sta ritirando e caratterizzato da buchi e buoni e scarsi molto pronunciati. Cala nuovamente l’aria, tempo pochi minuti e monta lo scirocchetto, tendente a mezzogiorno. Anche qui mi metto di bolina: con 3-4 nodi d’aria, più regolare in direzione, arrivo fino a 2,5 nodi a 38°. Con 4,5 nodi, a 35° faccio 2,8. Non pensavo che l’autovirante potesse essere così “performante”: la mura è ben chiusa e mi permette di stringere bene il vento, potrebbe quasi essere (provocazione) una soluzione vincente in ORC. Provo una virata: se da un lato una volta cambiate mura la barca continua a poggiare e ha bisogno di una sorta di – passatemi il termine – controsterzo, dall’altro c’è da dire che possiede un’ottima inerzia e la perdita di velocità è davvero minima. Al traverso tocco i 2,6 nodi con 4 nodi d’aria. Niente male! Rientro con la curiosità di vedere come si comporta la barca con tanto vento! Eugenio Ruocco

SCHEDA TECNICA
Lunghezza ft 9,62 m
Lunghezza scafo 9,10 m
Baglio max 3,35 m
Pescaggio 1,85 (standard) / 1,37 (opzionale)
Dislocamento 4,7 t
Zavorra 1,5 t
Serbatoi acqua 230 l
Serbatoio carburante 160 l
www.ciniwebster.it

JEANNEAU 54

Ape_jeanneau_54Ci sono sorprese che riescono meglio di altre. Quella di Jeanneau è venuta benissimo. Il cantiere francese è infatti riuscito a tenere nascosto fino all’ultimo momento il lancio del suo nuovo 54 piedi, grande novità della prossima stagione, che sarà presentata ufficialmente a Cannes a settembre. 

Si tratta di un modello dalle linee accattivanti, caratterizzate dalla grande finestratura ai lati della tuga, che riesce a mantenere il profilo basso senza limitare la luminosità interna (qui intervengono anche i quattro oblò a murata), tratto distintivo dell’accoppiata Philippe Briand e Andrew Winch, già autori del 64 piedi.

. Si punta, seguendo anche le richieste del mercato, su un pozzetto extralarge, che risulta ancora più vivibile grazie allo specchio di poppa abbattibile, che non si limita a diventare una plancetta bagno, ma come si può vedere nelle foto è dotato di cuscineria per creare due veri lettini.

SONY DSC

I winch sono posizionati subito a proravia delle due ruote del timone, in una posizione che, a prima vista, appare corretta per lavorare comodamente sulle scotte. Il paterazzo sdoppiato appare, e questo è un dettaglio azzeccato, lontano dalla testa del timoniere (quante volte capita di doverlo schivare?). Il piano velico conta una randa allungata e un genoa a bassa sovrapposizione, segno evidente della volontà di ottenere una barca facile da gestire e manovrare.

SONY DSC

Jeanneau punta dunque, dopo il lancio dell’ammiraglia di 64 piedi dello scorso anno, sul rinnovamento del suo alto di gamma, a completare un’offerta davvero completa, che parte da 34 piedi.

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Code 0: la nuova moda per andare in crociera. Una vela per tutte le andature

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spinnaker_code-0_big
Si sa, anche i velisti sono un po’ modaioli e, se negli ultimi anni il mondo della crociera è stato invaso da gennaker di ogni tipologia, più facili da gestire anche in equipaggio in ridotto rispetto agli spinnaker, ora è arrivato il momento dei Code 0. A parte il fenomeno di massa, questi trend sono portatori anche di notevoli vantaggi per chi naviga, soprattutto in ottica easy-sailing. Vediamo quali sono le caratteristiche della navigazione con Code 0. Anche in questo caso, come già era successo per il gennaker, l’evoluzione passa dal mondo della regata a quello della crociera.
Il Code 0 è una vela di prua asimmetrica, nella maggior parte dei casi dotata di un sistema di avvolgimento top-down, e che lascia al velaio molta libertà nella progettazione perché ha una mid right che puà variare dal 55 al 75 % della lunghezza della base della vela.
Questa caratteristica permette quindi di smagrire e ingrassare molto il Cod 0 a seconda dell’angolo con cui si desidera navigare permettendovi così di evitare frequenti cambi di vele, sempre spiacevoli in crociera.
Un’altro punto di forza del Code o, che semplifica la vita in equipaggio ridotto, è la semplicità con la quale viene armato sull’avvolgitore, una manovra semplice che non richiede la partecipazione di molti membri dell’equipaggio. Grazie alla protezione UV puoi poi essere lasciato in coperta anche per un intero weekend. Ma se non lo usato per una settimana, il consiglio è quello di ammainarlo e riporlo nella sua sacca, perché la protezione UV è solitamente molto leggera e la vela rischierebbe di rovinarsi.
Inoltre è facile da portare, anche per gli armatori meno esperti e spesso intimoriti nell’utilizzare le vele di prua alle portanti, perché spesso causano rotture e problematiche a bordo (in questo caso ci riferiamo soprattutto agli spinnaker).

Black-Pepper-Code0-6

COME E QUNADO USARE IL CODE 0
Con vento leggero è possibile usare il Code 0 fino ad angoli molto stretti, mentre con venti sostenuti (tra i 18 e 24 nodi) si può poggiare molto in sicurezza, allargando l’angolo di prua anche oltre i 16o gradi coprendo così tutte le andature,  dalla bolina larga fino al gran lasco. Con poco vento può sostituire senza problemi il genoa leggero, permettendo di stringere fino a 40 gradi di apparente.

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Ma… dove diavolo sta andando questo Jeanneau 54?

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01_Jeanneau 54
Ma… dove diavolo sta andando questo Jeanneau 54? A scogli? Così parrebbe, a giudicare dalla foto qua sopra. Ma guardate invece l’immagine in calce, svela l’arcano.
Siamo in Croazia, il passaggio tra le formazioni rocciose è davvero stretto, ma la profondità è di 8 rassicuranti metri. Basta una buona dose di marineria per infilarsi in uno degli stretti… più stretti del Mediterraneo!

02_Jeanneau 54

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(Quasi) tutti cambierebbero bandiera. E tu? Boom del nostro sondaggio!

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bandieraQualche giorno fa abbiamo lanciato un sondaggio, dove, preso atto di tutti i problemi burocratici, i controlli, i costi, le rotture di scatole che comporta l’onere della bandiera italiana, vi abbiamo chiesto se issereste mai a poppa il vessillo belga o francese, iscrivendovi al registro navale da diporto di quelle nazioni. Avete espresso la vostra opinione in tantissimi (e potete continuare a farlo in calce all’articolo). Per adesso i favorevoli al cambio di bandiera costituiscono la grande maggioranza (87%). Inoltre, abbiamo ricevuto commenti a non finire: ve ne proponiamo alcuni sia di coloro che hanno votato “si” che dei contrari.

I FAVOREVOLI
Io l’ho già fatto una volta ed ora lo farò anche per la barca attuale. Non se ne puó più! Ora se ne escono con la nuova cassetta farmaci. Ma lo sanno cos’è un pallone da rianimazione Ambu? Io lo so usare perchè sono Anestesista, ma vorrei proprio vedere un utente comune: soffocherebbe il malcapitato, altro che prestargli soccorso (Tom Stasi)

Anni fa ho acquistato una imbarcazione in Spagna. Dovendo scegliere la bandiera ho affrontato il grande dilemma: bandiera italiana con 2500,00 euro più iva per l’immatricolazione e 2000,00 per l’acquisto di assurde arcaiche dotazioni o 180,00 euro per la bandiera belga o olandese??? Ci sono statistiche che provano che le barche con le dotazioni italiani generano meno sinistri di quelle estere? Non credo proprio … A me risulta invece che le tre più grandi tragedie del mediterraneo siano capitate a navi certificate dai registri Italiani (Norman Atlantic, Costa Concordia, Moby Prince e Agip Abuzzo) … L’Italia è il paese dei certificati e delle tragedie (Andrea Suardi)

Se continua la politica suicida di questo governo di incapaci, tra poco che ne andremo tutti e non ci limiteremo a cambiare bandiera (Luigi Ianni)

Via i sentimentalismi patriottici!!!! Diventiamo pratici! Tengo la barca in Croazia da 5 anni, non mi hanno mai fermato per controlli ( in Italia i controlli servono solo per fare cassa) e la legislazione e’ piu’ semplice. Adesso che la gloriosa bandiera italiana si e’ scolorita, per evitare la multa per vilipendio alla bandiera, invece di questa , cambio nazionalita’ e immatricolo in Belgio : cosi cambio anche un po’ il colore in poppa!! Ciao a tutti! (Marco)

Ho cambiato bandiera: ho ora la bandiera Francese (da alcuni anni) e ne ho avuto molti vantaggi.1) Avendo una barca inaffondabile ETAP 28i,valgono ancora le norme Francesi che si applicavano alle barche inaffondabili.Esenzione da Zattera e rinnovi. 2)Posso navigare a 200 miglia da un porto. 3) sono esente dalla Tassa per vetustà. 4)Altri (Francesco Tamburrano)

I CONTRARI
Sempre avuto bandiera italiana, non vedo quale dovrei avere, giacchè IO SONO ITALIANO.
Non cambio bandiera, ma cambierò chi gestisce malamente il MIO paese.
E non è certo lo sfigmomanometro (io ce l’ho elettronico) che non va. (Gianluca)

Non cambierei bandiera perchè per me il tricolore è la nostra identità.
Purtroppo queste norme vessatorie, che si sommano ad una lunga serie di balzelli e cavilli, sono parto della fantasia di ITALIANI e non già di marziani. Quindi indirettamente anche nostro prodotto! (Ambrogio Gagliolo)

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FOTOGALLERY Mondiale Farr 40, è vela-spettacolo

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F40W16ka_3038Si è concluso il Mondiale Farr 40 al Royal Sydney Yacht Squadron: ha vinto Plenty dello statunitense Alex Roepers davanti agli australiani di Transfusion (Belgiorno-Nettis) e ai tedeschi di Struntje Light (Wolfgang Schaefer). Ma più che i risultati, del Campionato di Sydney resteranno le immagini. Eccovi una gallery di scatti di Kurt Arrigo. 

LE FOTO DEL MONDIALE FARR 40

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RORC 600 al via: festa grande (e superbarche) ai Caraibi

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rorc-caribbean-600Una flotta record di 70 barche si è presentata ad Antigua per l’ottava edizione della RORC Caribbean 600 (lo start è oggi, alle 10.50 ora di Antigua), la regata più affollata dei Caraibi: partenza e ritorno ad Antigua per un totale di 600 miglia dopo aver toccato le più affascinanti isole caraibiche (Barbuda, St. Kitts and Nevis, Saba, St. Barth, St. Martin, Guadalupa) in un percorso dove le scelte tattiche saranno importantissime. E ci sarà da divertirsi, perché è previsto un bel ventone.

percorsiAlcuni nomi di barche al via: il 100 piedi Comanche, i MOD 70 Phaedo3 e Concise 10, i Maxi 72 Bella Mente, Jethou, Momo e Proteus. E ancora La Bete, l’ex Rambler 90 su cui è imbarcato l’italiano Corrado Rossignoli, il VO 65 Team Brunel, il TP 52 Spookie, il Ker 56 Varuna e molte, molte altre. Superbarche e superequipaggi! Potete seguire la regata in diretta qui: http://caribbean600.rorc.org/Tracking-Players/2016-fleet-tracking.html

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE

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Aree marine protette e regolamenti assurdi. E’ ora di cambiare!

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maddalenaTra i tantissimi commenti che ci avete scritto sul problema dell’eccessiva burocrazia italiana, ce n’è uno che ci ha colpiti particolarmente e riguarda un tema sempre più sentito, quello della difficoltà di accesso alle aree marine protette.

Ecco cosa scrive Marcello: Fortunatamente batto già bandiera estera. Vorrei peraltro introdurre un altro argomento che nessuno tratta mai. I parchi marini protetti. È assurdo che esistano aree che nessuno può godere(salvo politici e raccomandati di turno), come ad esempio Gorgona. Ed è assurdo che ognuno si faccia le regole (alle cinque terre per accedere a certe aree bisogna essere residenti, idem al giglio, a portofino solo per barche inferiori a 10 metri). Ognuno si fa il proprio tratto di mare vietato a terzi!! Ci vuole una legislazione nazionale valida per tutte le aree marine protette che dovrebbero essere organizzate come quelle francesi: aperte a tutti con boe messe non attaccate agli scogli (tipo Portofino, dove se c’è risacca si va a scoglio) e sufficienti per tutti. E con regole ferree da far rispettare (alle 5 terre i controllori sono poi quelli che vanno a pescare nel parco !)

Siamo d’accordo col nostro lettore su tutta la linea. Un vero problema, questo della mancanza di un regolamento unico su tutto il territorio italiano. Ricordate cos’era successo per esempio la scorsa estate al nostro collaboratore Carlo Rimini al Parco della Maddalena, dove sembra difficile persino mettersi in regola se si naviga su una barca a vela?

Allora, ecco il nostro invito a Renzi e al suo governo perché si decida finalmente a occuparsi del problema: è stupido non valorizzare al massimo un patrimonio come quello delle nostre aree marine protette (sempre nel rispetto dell’ambiente, ovvio). Un regolamento unico, comprensibile e poco cavilloso, garantirebbe anche un introito che potrebbe servire proprio per la gestione dei parchi. C’è bisogno di creare un circolo virtuoso, insomma.

E VOI, SIETE D’ACCORDO CON LA NOSTRA PROPOSTA?

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Il relitto di Hugo Boss? Lo hanno scoperto in un parco naturale in Cile!

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12717256_1207265262657471_7252029970606990336_nSiamo nel Parco Nazionale O’Higgins, nella desolata costa occidentale della Patagonia, in Cile. E guardate un po’. Scoperto per caso da alcuni amici in gita in kayak, troneggia il relitto di Hugo Boss, l’Open 60 di Alex Thompson (lo sfortunatissimo Alex Thompson, fresco di abbandono e rischio di naufragio alla Transat Jacques Vabre 2015) che naufragò nel 2006 mille miglia al largo del Sudafrica durante il giro del mondo Velux 5 Oceans. Prima di raggiungere la costa cilena, il relitto è stato trasportato per ben 20 mila miglia, tra Oceano Indiano e Pacifico.

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Velista dell’Anno, i Magnifici 52 / 1 (da Alberini a Cesarini-Rogge)

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velista anno 52Tra poco si riparte: scaldate i mouse. In questi giorni, dalla A alla Z, conosceremo meglio le storie dei 52 candidati che hanno passato la prima fase del Velista dell’Anno. Potrete nuovamente votarli a partire dal 4 marzo (ore 13), con chiusura del sondaggio online il 15 marzo alle 12 (ricordiamo che i voti della prima fase sono azzerati): ne resteranno soltanto 25.

Schermata-2016-01-18-a-14.40.38Qua sotto trovate i primi 10 dei “magnifici 52” (50 + 2 scelti da voi, Salvatore Mantaci e Pietro Supparo). In calce alla lista, invece, trovate il regolamento del Velista dell’Anno.

carlo alberiniCARLO ALBERINI (Armatore)
Da due anni l’armatore romagnolo è sulla cresta dell’onda tra i J70, una classe frequentata da fortissimi velisti dal passato olimpico. Lo scorso anno, a bordo della sua Calvi Network, ha conquistato l’argento al Campionato Mondiale di La Rochelle.

IMG_2738CESARE BARABINO (Atleta)
Approdato al Campionato Europeo Optimist in Galles dopo una lunga selezione, l’olbiese Cesare Barabino ha stupito tutti con un incredibile terzo posto ottenuto in rimonta, confermandosi una promessa da tenere d’occhio.

ambrogio beccaria balduzziAMBROGIO BECCARIA BALDUZZI (Marinaio)
Ambrogio ha una volontà di ferro: è andato a recuperare un Mini 650 distrutto in Portogallo, lo ha riparato impiegando mesi di lavoro in un capannone alla Spezia e, a bordo della sua creatura, si è laureato Campione Italiano 2015 Mini Serie.

francesca bergamoFRANCESCA BERGAMO (Atleta)
Francesca Bergamo, Campionessa Italiana Femminile Radial, nel 2015 è andata forte anche a livello internazionale. La triestina ha conquistato il titolo Europeo EUROSAF Under 19.

gaia bergonziniGAIA BERGONZINI (Atleta)
Gaia è un’atleta di cui sentiremo parlare: ha vinto l’argento al Mondiale femminile Optimist. Ma non solo: ai Campionati Italiani ha messo in fila i maschietti chiudendo sulgradino più alto del podio. Dati alla mano, è la più forte optimista d’Italia.

bertola : izzoNICCOLO’ BERTOLA / JACOPO IZZO (Atleti)
Scesi un attimo dal 470, i due atleti dell’Aeronautica Militare si sono concessi una parentesi sul Vaurien: a Sneekermeer, in Olanda, hanno dato il bianco portandosi a casa il titolo iridato. Niente male per chi arriva da un’altra classe!

downloadFEDERICO BUDRONI / CHIARA BEGHETTI (Atleti)
Non si sente mai parlare molto della classe Hobie Cat 16: peccato, perché a livello internazionale è una delle più diffuse e ricche di partecipanti. Federico Budroni e Chiara Beghetti sono ottimi interpreti del catamarano: ai Campionati Europei U21 hanno conquistato la medaglia di bronzo.

ISAF Sailing World Cup Weymouth & PortlandMATTEO CAPURRO / MATTEO PUPPO (Atleti)
Un ottimo risultato quello ottenuto dai portacolori dello Yacht Club Italiano Capurro e Puppo: i “due Mattei” (così li conoscono nell’ambiente) hanno conquistato a Bourgas, in Bulgaria, il titolo Europeo Juniores 2015. C’è tutto il tempo per maturare e raccogliere l’eredità di Gabrio Zandonà. I presupposti ci sono tutti.

federica cattarozziFEDERICA CATTAROZZI (Atleta)
Che stagione da incorniciare per Federica Cattarozzi! La trentina in forza al Circolo Vela Torbole nel 2015 si è aggiudicata il Campionato Europeo Under 16 e Under 18 di Laser 4.7, e non contenta è andata a vincersi anche l’argento al Mondiale Under 16.

fTaccola-_FTL9710ALESSANDRO CESARINI / DIANA ROGGE (Atleti)
Anche Alessandro Cesarini e Diana Rogge hanno dimostrato di saperci fare con i catamarani: a Gargnano, sul lago di Garda, i due tarquinesi hanno conquistato l’argento all’Europeo Under 21 Hobie Cat 26 Spi. C’è un’Italia che vince sui multiscafi. Chapeau.

 

COME FUNZIONANO LE VOTAZIONI DEL VELISTA DELL’ANNO 2016
Venerdì 6 maggio, alle ore 19, avrà luogo al VELAFestival di Santa Margherita Ligure (Genova), durante la Serata dei Campioni, la premiazione del Velista dell’Anno. Ma come si arriva ad assegnare il premio più prestigioso della vela italiana? Con una lunga e “dura” selezione online dove il vostro contributo è fondamentale. Ve la spieghiamo nel dettaglio, fase dopo fase.

• PRIMA FASE (VOTO VINCOLANTE – CONCLUSA) – DA 100 a 52 CANDIDATI
– 100 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dal 29 gennaio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– 20 CANDIDATI INDICATI DA VOI (potrete inviarci nominativi e motivazione dal 29 gennaio al 4 febbraio alla mail speciali@panamaeditore.it) votati online sul nostro sito dal 5 febbraio (dalle ore 13) al 16 febbraio (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 50 più votati e i 2 più votati tra quelli indicati da voi
• SECONDA FASE (VOTO VINCOLANTE) – DA 52 a 25 CANDIDATI
– 52 CANDIDATI da votare online dal 4 (dalle ore 13) al 15 marzo (chiusura ore 12)
– Passano il turno i 25 più votati
• TERZA FASE (VOTO CONSULTIVO) – DA 25 a 5 CANDIDATI
– 25 CANDIDATI da votare online dal 31 marzo (dalle ore 13) al 14 aprile (chiusura ore 12). Il voto del pubblico online ha valore consultivo: tenuto conto delle vostre preferenze, una giuria seleziona i 5 che passano il turno
WAY211A.BA0928_AQUARACER_CAL_5_PACKSHOT_2015• QUARTA FASE – LA SCELTA DEL VELISTA DELL’ANNO (E DEGLI ALTRI PREMI)
-I 5 CANDIDATI compongono la rosa dei “papabili” per il Velista dell’Anno. Questi si contenderanno, sulla base delle decisioni della giuria, il premio Velista dell’Anno e gli altri: TAG Heuer Velista dell’Anno “Passion”, TAG Heuer Velista dell’Anno “Innovation” e TAG Heuer Velista dell’Anno “Performance”. Ognuno dei vincitori sarà premiato con un cronografo impermeabile ad alta precisione TAG Heuer Aquaracer Calibre 5 (foto a lato), in grado di resistere fino a 300 metri di profondità. Chi sono i vincitori lo saprete solo la sera del 6 maggio a Santa Margherita. Siete tutti invitati!

Per qualsiasi informazione riguardo al Velista dell’Anno, scriveteci all’indirizzo speciali@panamaeditore.it

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