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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Prima puntata: da 4 a 10 metri

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Se non state più nella pelle per l’inizio dei due principali saloni di settembre nel Mediterraneo, Cannes (11-16 settembre) e Genova (20-25 settembre) eccovi che cosa potrete trovare nelle due kermesse. Per dieci giorni vi racconteremo, barca per barca, tutte le novità in ordine crescente di lunghezza, partendo da 4 metri e arrivando fino ai 25. Chissà se tra queste si cela la barca giusta per voi! La rassegna si apre con le più piccole: eccovi tutte le migliori barche da 4 metri a 10,40

 

1 – SEASCAPE 14 – 4,30 m.

Il cantiere sloveno (di fresca acquisizione da parte di Beneteau), per la prima volta nella sua storia ha lanciato sul mercato una deriva, pensata per essere portata sia in doppio che in singolo. Il progetto è di Sam Manuard.

Lungh. 4,30 m; largh. 1,70 m;

www.thinkseascape.com

2 – RS21 – 6,34 m.

Un “derivone” a chiglia, con un’estetica assolutamente originale, volumi anteriori potenti e svasature sulla murata. Potente nelle brezze leggere e planante quando il vento sale, è dotata di motore elettrico (opzionale) e chiglia retrattile per potere essere carrellato. Disponibile in versione club e race con una differente dotazione di vele e due opzioni di piano velico.

Lungh. 6,34 m; largh. 2,20 m;

www.rssailing.com/it

 

3 – JEANNEAU SUN ODYSSEY 319 – 9,8 m.

Una barca esteticamente gradevole, molto comoda all’interno e all’insegna della facilità in manovra. Caratterizzata dalla poppa aperta e da una carena a spigolo pronunciato nella parte anteriore. I volumi anteriori sono consistenti con una prua retta, doppia pala del timone a poppa e ruota in pozzetto.

Lungh. 9,8 m; largh. 3,46 m;

www.jeanneau.com

4 – HALLBERG RASSY 340 – 10,36 m.

Una grande rivoluzione per lo storico cantiere svedese che ha presentato questo 10 metri con doppia pala del timone, linee tirate a prua, una chiglia a L profonda che promette ottime performance, insomma una barca da crociera si ma al passo con i tempi e più giovane. La qualità di costruzione e finiture resta quella tipica Hallberg Rassy.

Lungh. 10,36 m; largh. 4,85 m;

www.hallbergrassy.it

5 – HANSE 348 – 10,40 m.

Una piccola che racchiude il meglio della produzione Hanse. Facilità di gestione ma anche estetica sportiva, altezza interna importante e qualità delle finiture. Il nuovo Hanse è un degno componente della famiglia e anzi ne migliora alcuni particolari come per esempio la luminosità interna. Una carena equilibrata ma efficace completa una barca che attirerà grandi curiosità.

Lungh. 10,40 m; largh. 3,50 m

www.ciniwebster.it www.nautilusmarina.it

 

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“Noi ‘rapinati’ al ristorante croato… per un pugno di scampi”

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lavsa
Altra disavventura di diportisti in Croazia. Dopo il racconto del velista “spennato” per un’assurda normativa, eccovi la testimonianza di Fede Tappa, a suo dire vittima di un vero e proprio “furto” operato dal ristorante proprietario dei gavitelli nella splendida baia di Lavsa, nel parco delle Isole Incoronate. E’ successo tutto il 23 agosto. Fateci sapere cosa ne pensate e se qualcuno di voi vuole raccontarci esperienze simili lo faccia con un commento!

LA TESTIMONIANZA

Ieri sera ci siamo fermati a Lavsa (2 barche, 4 persone) alle incoronate. Gavitelli del ristorante Idro su una baia che sembrava bellina. Scendiamo e come da consuetudine chiediamo di cenare al ristorante.

Concordiamo per 2 kg di scampi alla busara per 4 persone. Arriva una pentola con dentro pasta, arance, patate e gli scampi erano in tutto una ventina (piccoli) quindi circa 5 a testa. Conto 1590 kune (circa 200 euro).

Paghiamo ma presentiamo le lamentele al titolare dicendo che c’è un limite a truffare i clienti (se tutto va bene c’era meno di 1 kg di scampi nella pentola). Inizialmente ci offre una bottiglia del loro vino (penoso), ma di fronte al nostro rifiuto e alla richiesta di correttezza ci butta fuori dal ristorante.

Fuori ci confrontiamo con altri clienti (inglesi, in vacanza in Croazia) che ci raccontano essere stati “pelati” sotto la minaccia di 500 kune per rimanere all’ancora in baia. Se posso consigliare, alle incoronate evitate Lavsa e soprattutto non andate a mangiare al ristorante Idro: c’è un limite a tutto”!

fonte immagine:http://www.whartl.com

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Nautica-mercato, Ferretti fa sul serio: c’è una trattativa per l’acquisto di Wally

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Se dovessimo fare un paragone con il mondo del calcio (perdonatecelo!) è come il tentativo poi riuscito della Juventus di acquistare Cristiano Ronaldo. La Juventus in questione è il Gruppo Ferretti e il Ronaldo in questo caso si chiama Wally. Avete capito bene. Come nelle più assurde bombe di calcio mercato c’è una trattativa, prima segreta e adesso pubblica, che in silenzio viene portata avanti da mesi. Come ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo, Alberto Galassi al Corriere della Sera: «Spero di prendere Wally, stiamo negoziando da mesi. Ci crediamo molto perché è un marchio straordinario, sinergico con gli altri brand del gruppo Ferretti ma è un’operazione molto complicata».

Avete capito bene, il Gruppo Ferretti, che dal 2012 è controllato dall’azionista di maggioranza cinese  Shig-Weichai , punta al mondo della vela e a uno dei suoi marchi più esclusivi. La trattativa, le cui cifre in ballo sembrano essere superiori ai 30 milioni di euro, non è comunque facile da portare in porto, come conferma lo stesso Galassi sempre dalle pagine del Corriere: «L’operazione è complicata perché il marchio Wally ha una storia travagliata dal punto di vista giuridico — conclude Galassi —. Con Luca Bassani siamo in piena sintonia e se dovessimo riuscire a perfezionare l’accordo intendiamo collaborare con lui».

Attualmente il Gruppo Ferretti produce i marchi Pershing, Itama, Mochi Craft, Riva, CRN e Custom Line ed è uno dei leader indiscussi della nautica in Italia.

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Seconda puntata: da 10 a 11 metri

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Prosegue la nostra rassegna sulle migliori barche che potete trovare ai due Saloni principali del Mediterraneo: Cannes (11-16 settembre) e Genova (20-25 settembre). Dopo il primo episodio dedicato alle cinque piccole dei due eventi, da 4 a 10 metri, saliamo di lunghezza e iniziamo a guardare le barche tra i 10 e gli 11 metri. 

1 – DEHLER 34 COMPETITION – 10,70 m.

Un interessante aggiornamento di questa barca molto riuscita è stato pensato per questa stagione. il Dehler 34 verrà presentato in una versione Competition. Albero in alluminio maggiorato con sartiame in tondino, chiglia con siluro in piombo per un pescaggio da 2,10 m, randa e fiocco per 71 mq totali di superficie. Timone a barra, interni in sandwich alleggerito, ragno strutturale in carbonio e poppa aperta completano le caratteristiche essenziali di questo scafo che disloca 5,4t. Lungh. 10,70 m; largh. 3,60 m;

www.nautigamma.com

2 – DUFOUR 360 GL – 10,73 m.

Lo sforzo del progetto è stato quello di massimizzare gli spazi a bordo e le prestazioni a vela grazie a un nuovo profilo del timone. Le caratteristiche distintive rimangono l’ampio baglio e lo spigolo dello scafo. La vera novità è il nuovo design studiato per la tuga e la coperta, con ampie finestrature per illuminare gli interni e tutte le manovre rinviate sottocoperta. Lungh. 10,73 m; largh. 3,53 m;

www.dufour-yachts.com

3 – SALONA 380 – 11,60 m.

Il Salona 380 è la barca ideale per chi vuole ama navigare a vela, sempre e comunque: veloce, agile, anche nelle brezze, presenta anche un’anima cruise. Baglio massimo abbastanza contenuto, tuga armoniosa e prua affilata: Maurizio Cossutti ha tirato fuori dal cilindro un oggetto che potrà soddisfare diversi tipi di armatore.

Lungh. 11,60 m; largh. 3,72 m;

www.salonayachts.com

Salona 380 in navigazione

4 – LAGOON 40 – 11,73 m.

Il nuovo 40 piedi rappresenta la sinergia delle evoluzioni Lagoon e va a sostituire il 39 e il 400. Grandi finestrature a scafo e una tuga con vetrate a 360 gradi sul mare, albero ancora più a poppa: il nuovo Lagoon 40 riassume bene il nuovo corso del cantiere francese. Il progetto dello scafo è affidato allo studio VPLP che hanno studiato un piano velico generoso.

Lungh. 11,73 m; largh. 6,76 m;

www.cata-lagoon.com.

5 – RM 11.80 – 11,75 m.

La mano di Marc Lombard ha lasciato il segno: i volumi anteriori sembrano infatti ricordare quelli visti su barche come i Class 40 o gli Imoca 60, con una prua nettamente inversa e soprattutto un elemento ulteriormente innovativo: un accenno di svasatura della murata al dir poco interessante. Una barca da crociera sportiva destinata alle lunghe navigazioni, anche in Oceano.
Lungh. 11,75 m; largh. 4,33 m;

www.yachtssynergy.it

Tutte le novità sui saloni di Cannes e Genova le trovi sul numero in edicola

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La ricetta per costruire una giovane squadra vincente? Ve la svela il coach Simone Gesi

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gesi

“In queste situazioni, un coach rischia soltanto di fare danni se fa una mossa sbagliata, rompendo delicati equilibri. Per fortuna è andato tutto bene”. Concreto e modesto Simone Gesi, che ha accompagnato e seguito il team azzurro al Campionato Europeo Team Racing di Optimist sul Lago di Ledro. Dove la squadra, che era composta da Sophie Fontanesi (Tognazzi Marine Village), Claudia Quaranta (CV Bari), il campione europeo in carica Alex De Murtas (FV Riva) e Lorenzo Pezzilli (CV Ravennate, bronzo all’ultimo Europeo individuale), si è aggiudicata il titolo battendo in una finale combattuta il team svedese.

“Sai di avere per le mani dei giovani velisti fortissimi, e proprio come l’allenatore della nazionale di calcio il tuo lavoro non consiste nell’insegnare granché (in quattro giorni, il tempo del campionato), ma nel ‘far funzionare la macchina’. Il grosso del lavoro, a monte e per anni, lo hanno fatto gli allenatori di circolo dei ragazzi: in questo caso Beppe Palumbo (CV Bari), Mauro Berteotti (FV Riva), Spyke Maioli (CV Ravennate) e Simone Ricci (Tognazzi Marine Village), con la rifinitura importante e capillare di Marcello Meringolo (tecnico dell’Associazione Classe Optimist e Michele Ricci (giudice di regata internazionale presente tra l’altro nello staff umpires dell’evento di Ledro)”.

La fa facile Gesi, toscano, istruttore di vela da una vita e velista solitario con due Mini Transat alle spalle. Ma noi abbiamo scavato un po’ di più per “estorcergli” i segreti per costruire e gestire un team vincente di giovani. Così, utilizzando come case history la vittoria dell’Europeo, ne è venuta fuori questa “lista di ingredienti”.

1. METTETE I RAGAZZI NELLE CONDIZIONI GIUSTE
“La cosa più importante, quando si tratta di gestire squadre di ragazzi che non hai avuto modo di crescere, è porli nelle condizioni affinché possano esprimere il meglio. Mai metterli sotto pressione più di tanto, né agitarli: ho cercato piuttosto di entrare in confidenza con loro. Oltre ai raduni durante l’anno abbiamo fatto un raduno specifico proprio a Ledro con altre squadre forti italiane per testare un po’ tutto.

In più, ad esempio, io lo scorso mese sono andato a trovare i ragazzi che avrei portato a Ledro al Campionato Italiano a Squadre di Follonica, a casa mia: con me c’era anche mio figlio minore, anche lui giovane velista agli inizi, l’ho presentato agli atleti e siamo scesi in acqua a vederli regatare. A mio figlio ha fatto piacere, a me faceva piacere, lo abbiamo dimostrato con sorrisi da bambini, sinceri; ho cercato empatia anche in questo modo semplice”.

2. L’IMPORTANZA DELLA LOGISTICA
Per evitare di stressare gli atleti, che dovranno vivere necessariamente una situazione di tensione (agonistica, sia chiaro), bisogna pensare alla logistica: l’albergo deve essere tranquillo (possibilmente vicino al circolo), il cibo sano e soddisfacente. In squadra c’era un ragazzo celiaco, non abbiamo avuto difficoltà a venire incontro alle sue esigenze anche a cena e nel pranzo in acqua. Davanti all’albergo c’era un supermercato fornito, dove comprare gli alimenti per i pranzi al sacco in acqua: comodissimo, abbiamo potuto fare tutto con calma. L’albergo ci è stato dato dall’organizzazione ed è la seconda volta che porta fortuna alla nazionale”.

3. PREPARATELI AL MEGLIO SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA
Nelle regate a squadre il regolamento assume fondamentale rilevanza, spesso una penalità può far vincere o perdere un team. Per questo è cruciale, prima di qualsiasi evento, avviare una ‘clinic’ con un giudice di regata. Noi lo abbiamo fatto il mese prima dell’europeo (e anche in altri raduni durante l’anno) come programmato da Marcello Meringolo e grazie alla disponibilità dell’umpire Michele Ricci, con cui abbiamo potuto capire quando e in che manovre è più facile prendere le penalità. Inoltre, l’allenamento era proprio sul lago di Ledro, così i ragazzi hanno cominciato a prendere confidenza con il campo di regata. Come ‘sparring partners’, c’erano le migliori squadre italiane: anche questo confronto è stato fondamentale”.

4. NIENTE “SFURIATE”, TANTI BRIEFING
Non ho imposto mai il mio punto di vista con la forza, ho ascoltato sempre i ragazzi. Ho tenuto presente che non avrei potuto insegnar loro granché, se non alcuni trucchetti, pilloline, accorgimenti dettati dall’esperienza. Gli atleti sono già formati, ho dovuto, come già detto, spingerli a dare il massimo, motivandoli e tuttalpiù lavorando sull’esperienza diretta, commentando gli errori commessi in regata nell’ambito di frequenti briefing, elogiandone le azioni (tante, direi), contribuendo così in arte al loro continuo apprendimento.

Ad esempio, abbiamo notato che prendevamo troppe penalità a seguito delle virate con rollio, quindi abbiamo dovuto ‘correggere il tiro’ e variare leggermente la tecnica di esecuzione per evitare di prendersi il ‘fischietto’ dai giudici per la regola 42. Oppure, durante la sfida con la Polonia, abbiamo visto che due avversari tendevano a camminare veloci con poco vento, quindi li abbiamo studiati e abbiamo fatto di tutto per ‘marcarli stretti’. A volte ci è riuscito, a volte no. E’ un po’ come quando devi marcare Cristiano Ronaldo: in teoria sai come devi fare, ma a volte… ti scappa”.

5. DOVRETE ESSERE LA LORO “CHIOCCIA”
Ho messo i nostri giovani timonieri nelle migliori condizioni possibili di salute durante l’evento: per cui mi sono assicurato sempre che ognuno di loro avesse mangiato e si fosse idratato costantemente e nella pausa tra una regata e l’altra, ho ribadito di usufruire il più possibile dell’ombra, per evitare colpi di sole, di calore o disidratazione”.

6. UN PIZZICO DI FORTUNA
Nel caso dell’Europeo siamo stati fortunati, perché tra i quattro ragazzi si è creata subito una forte empatia, in acqua e a terra (già collaudata all’europeo individuale in Olanda un mese prima). Questo ha permesso anche che non si creassero ‘capri espiatori’, la squadra è rimasta unita anche nei momenti di difficoltà. Quando, dopo il nostro 1-0 gli svedesi hanno pareggiato in finale (che si svolge su tre prove) per un nostro grossolano errore, i ragazzi stati bravissimi a dimenticarsene subito per vincere poi la regata successiva e andare a conquistare il titolo Europeo.

Posso dire che i ragazzi erano i favoriti, ma nello sport niente è scontato , sono stati anche i più bravi a sbagliare meno degli altri; non sempre vince il più forte. Stavolta hanno vinto i più forti! Bravi Alex, Claudia, Lorenzo e Sophie, è stato bello per me essere il loro coach per l’occasione, averli messi in condizione di esprimere il loro massimo…….e cantare con loro l’inno di Mameli in premiazione, sul gradino più alto del podio”.

E.R.

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SCANDALO IN CORSICA In avaria fuori dal porto, gli negano l’accesso perché è italiano

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corsicaOggi vi raccontiamo un’altra, brutta, disavventura estiva. Simone Garellis, con sua moglie e un bambino di 10 mesi, si è ritrovato in panne nella baia di Porto Vecchio, in Corsica, a pochi metri dal passaggio dei traghetti. Quando ha richiesto assistenza al porto turistico, si è visto proibire l’accesso: “La scusa del motore in avaria la usano sempre gli italiani per trovare posto”. Leggete la sua dettagliata testimonianza. Cosa ne pensate?

“COSI’ A PORTO VECCHIO SI SONO RIFIUTATI DI ACCOGLIERMI IN PORTO”

“Volevo condividere la mia esperienza appena conclusa in barca a Porto Vecchio, Corsica.

Siamo salpati a fine Luglio da Genova con la mia compagna e nostro figlio di dieci mesi con la nostra barca a vela, un vecchio Grand Soleil 34. Siamo stati via quaranta giorni circumnavigando l’intera Corsica da ovest a est fino ad arrivare a Porto Vecchio…

Appena entrati nella baia c’è un canale contrassegnato da boe come corridoio al porto, volevamo trovare una rada dove passare la notte ma ad un certo punto abbiamo sentito degli strani rumori provenire dal vano motore, abbiamo aperto il vano e abbiamo visto scintille lunghe mezzo metro provenire dal retro del nostro alternatore, abbiamo subito capito che era in atto un cortocircuito.

Siamo immediatamente usciti dal corridoio d’ingresso e abbiamo dato ancora, giusto fuori dal canale, abbiamo cercato di spegnere il motore ma niente da fare, il cortocircuito aveva danneggiato i comandi del quadro motore, siamo pertanto ricorsi allo spegnimento con la levetta d’arresto manuale. Ho immediatamente tolto corrente con lo stacca batterie e ho incominciato ad analizzare il problema.

Tutti i cavi provenienti dall’alternatore si erano fusi insieme ( rame compreso), i negativi e i positivi erano un tutt’uno. Ho pertanto tagliato gli spezzoni di cavo rovinato e ho rifatto il cablaggio dei capicorda. Ho ricollegato i cavi all’alternatore ma nulla da fare, il motore non andava più in moto.

Erano circa le 18 e ho contattato il porto di Porto Vecchio spiegando loro il problema, dicendo di avere un bambino a bordo, di non avere il motore funzionante, di aver fatto un’ancoraggio di fortuna e di essere a pochi metri dalla rotta dei traghetti che passando formavano onde di 1, 2 metri e non ero certo che l’ancora avrebbe tenuto.

La loro risposta è stata che tutti gli italiani, sapendo che è molto difficile trovare un posto per il transito a Porto Vecchio utilizzavano la scusa del motore in avaria per poter entrare e che pertanto mi negavano l’accesso, se proprio ero nei guai avrei dovuto chiedere i soccorsi sul canale 16.

Abbiamo pertanto issato una lampada in testa d’albero e sperando che l’ancora non spedasse abbiamo passato la notte lì. L’indomani mattina tramite una nostra amica che fa l’istruttrice di vela per Glenans siamo riusciti a contattare un meccanico che si è recato da noi con la sua piccola imbarcazione.

Appena arrivato abbiamo assicurato la sua barca alla bitta di poppa della nostra imbarcazione ma nel frattempo è passato un motoscafo a velocità sostenuta che ha fatto sobbalzare i meccanico in acqua.

Recuperato il meccanico e issato a bordo, dopo alcune prove, ci ha comunicato che dovevamo recarci assolutamente in porto e rivolgerci ad un elettricista poiché lui non era in grado di risolvere il problema ma che se avessimo voluto poteva trainarci in porto con la sua barca poiché il marina distava poco meno di un miglio.

Ho pertanto richiamato il porto spiegando la situazione ma mi sono sentito ripetere quello che già mi avevano detto il giorno prima :mi negavano l’accesso al marina e il meccanico non era autorizzato al traino. A questo punto il meccanico, dopo essere stato retribuito ci ha salutati augurandoci buona fortuna. A questo punto, non volendo passare una seconda notte alla fonda senza luci ho eseguito il pan pan sul canale 16.

Nel giro di mezz’ora è arrivata la Gendarmerie alla quale abbiamo spiegato tutta la vicenda; la Gendarmerie ha immediatamente contattato la capitaneria di porto e dopo averli ammoniti per il loro comportamento gli ha esortati a far uscire subito un gommone preposto per il traino in porto della nostra barca.

Nel giro di pochi minuti è arrivato il comandante della capitaneria che ci ha gentilmente trainati in porto. L’indomani abbiamo contattato pare l’unico elettricista esistente a Porto Vecchio che in maniera molto sgarbata ci ha detto che lui non si sarebbe assunto la responsabilità di sostituire l’alternatore perché se avesse sbagliato le connessioni sarebbe stata responsabilità sua e che poi avendo molto lavoro per lui sarebbe stata solo una scocciatura in più, l’unica cosa che ci consigliava di fare era far rimpatriare la barca.

Stupito della drastica soluzione dell’elettricista che francamente mi sembrava eccessiva, ho contattato la Nanni di Genova (il mio motore è un Nanni 30 cv) dove finalmente ho trovato persone disponibili e competenti. Mi hanno immediatamente messo in contatto con il loro meccanico elettricista che mi ha spiegato come fare un ” ponte” dalle batterie al motorino di avviamento bypassando così l’alternatore in corto; mi ha consigliato di staccare le batterie una volta avviato il motore e di fare tappe da porto a porto così da poter caricare le batterie durante la notte. Così abbiamo fatto e così siamo arrivati a Genova sani e salvi!

Ringrazio ancora la Nanni per l’assistenza e ricordo a tutti i disservizi che si possono trovare al marina di Porto Vecchio!

Simone Garellis”

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Un mostro chiamato Charal: obiettivo 40 nodi per l’IMOCA 60 più estremo mai visto

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Il primo volo di Charal

Basta darle uno sguardo per capire subito che non si tratta di una barca comune. Il nuovo Imoca 60 Charal, disegnato dallo studio VPLP e costruito dal cantiere CDK, destinato allo skipper Jérémie Beyou, fa parte della seconda generazione degli IMOCA foil ed è destinato a stupire.


I riferimenti al più rivoluzionario dei 60 della prima generazione, Hugo Boss di Alex Thomson, sono subito evidenti: svasatura del ponte esasperata per avere il massimo dell’aerodinamicità e la minima resistenza al flusso d’acqua che sale sul ponte, volumi anteriori molto potenti in particolare nella parte bassa della prua. Ma soprattutto il progetto di Charal è tutto incentrato sui foil. Non come la precedente generazione, dove i foil venivano concepiti in base alla carena, ma questa volta è avvenuto il contrario: si è partiti da un’idea di foil per poi concepire la carena. Il modello ancora una volta è stato probabilmente Hugo Boss, che montava delle appendici particolarmente voluminose, ma è chiaro che stiamo parlando di qualcosa di diverso.



I foil a spigolo, dalla forma spezzata, ricordano addirittura quelli visti sull’ AC50 di Team New Zealand che vinse l’America’s Cup alle Bermuda, non a caso Guillarme Verdier dello studio VPLP faceva parte del design team dei kiwi.

Il varo

Alla prima uscita la barca non ha fatto alcuna fatica a mostrare subito un volo stabile e duraturo, e l’obbiettivo dichiarato dal Team di Beyou è quello di poter portare la barca fino a 40 nodi. Esordio in regata alla Route du Rhum.

Mauro Giuffrè

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Terza puntata: da 11 a 12 metri

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Eccoci al terzo appuntamento speciale in vista di  Cannes (11-16 settembre) e Genova (20-25 settembre). Nell’ultima puntata avevamo già iniziato a vederne diversi scafi intorno agli 11 metri e adesso concludiamo con le barche fino a 12 metri.

1 – DUFOUR 390 GL – 11,93 m.

Si tratta di uno scafo completamente nuovo, ma che comunque si ispira al classico “family feeling” collaudato dei precedenti modelli della gamma Grand Large del cantiere francese e non va a sostituire nessuno degli scafi attualmente in produzione. La parola d’ordine è sempre la stessa. Comodità, senza rinunciare a divertirsi a vela.

Lungh. 11,93 m; largh. 3,99 m;

wwww.dufour-yachts.com

2 – ELAN E5- 11,96 m

La nuova versione dell’Elan E5, dal punto di vista dell’attrezzatura e degli interni sarà maggiormente orientata verso la crociera rispetto alla precedente: spazio al legno massello e a un livello di rifiniture degli interni più elevato, mentre il layout delle manovre adesso si ispira adesso all’easy sailing e alla conduzione anche in equipaggio ridotto.

Lung. 11,96 m; largh. 3,87 m;

www.adriaship.it

3 – BAVARIA NAUTITECH 40 OPEN – 11,98 m.

Disegnato da Marc Lombard, il cat Nautitech Bavaria valorizza il concetto di “open”, in modo tale che la vita a bordo si svolga tutta su un unico livello: quello comunicante del salone-pozzetto. Anche la doppia timoneria è stata pensata in pozzetto e non su un fly e garantisce una buona visibilità al timoniere.

Lungh. 11,98 m; largh. 6,91 m;

www.bavariayachts.com

4 – ITALIA YACHTS 11.98 – 11,98 m.

Il pozzetto del nuovo Italia Yachts 11.98 nella versione “race” è l’erede di quello visto sul plurivittorioso 9.98: il designer Matteo Polli. Linee di scafo, pinna e timone sono frutto di numerose esperienze nel campo dell’ottimizzazione di imbarcazioni da regata e di sofisticati studi. Ma la barca ha tutto quello che serve per una crociera in famiglia (tre cabine e un bagno sottocoperta).

Lungh. 11.98 m; largh. 3,98 m;

www.italiayachts.com

5 – NAJAD 395 – 11,98 m.

Disponibile nelle versioni AC con pozzetto poppiero e CC con pozzetto centrale. Per il cantiere rappresentano una grande evoluzione in termini di design e performance, mentre la costruzione rimarrà uno dei punti di forza. Le linee sono quelle tipiche delle imbarcazioni che navigano per i mari del nord.

Lung. 11,98 m; larg. 3,95 m;

www.sailpassion.it

 

Tutte le novità sui saloni di Cannes e Genova le trovi sul numero in edicola

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FOTO Due cuori e un Elan 340. Così Fabio e Marcella si sono sposati in barca

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Quest’estate vi abbiamo parlato di diportisti vessati e trattati a pesci in faccia: in Corsica, in Francia, in Croazia. Ora però è il momento di raccontarvi una bellissima storia. Quella di Fabio, Marcella e il piccolo Nicolas.

Caro Giornale della Vela,
siamo una famiglia di Genova con la passione per il mare e per la vela e vostri abbonati da sempre, Fabio, Marcella,  e il piccolo Nicolas, cadetto 2009 Optimist impegnato in questi giorni nel campionato nazionale a Viareggio.

L’anno scorso siamo riusciti a realizzare il nostro piccolo ma grandissimo sogno quello di acquistare una barca a vela, la nostra Malice, una Elan 340 del 2009 con cui partecipiamo ad alcune regate di zona e trascorriamo i nostri momenti felici di vacanza.

Quest’estate, il 19 luglio nella bellissima cornice della Marina di Varazze abbiamo detto SI …proprio su Malice.

Vi inviamo alcune foto per condividere con voi e con i lettori questo momento indimenticabile di felicità.

Buon vento.
Fabio Marcella e Nicolas

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Ormeggio gratis in Sicilia per due settimane? Iscriviti alla VELA Cup di Capo d’Orlando!

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Tra poco meno di un mese la VELA Cup sbarca ufficialmente in Sicilia nel super marina di Capo d’Orlando. Per questa occasione, nell’ambito della regata, saranno disponibili per gli iscritti due settimane di posto barca gratuito. In questo modo avrete modo di conoscere la città di Capo d’Orlando e tutte le bellezze che la circondano, senza dimenticare cosa c’è davanti, a poche miglia di distanza: l’arcipelago delle Eolie. In Sicilia l’estate non finisce mai ed è il luogo ideale per chi ama andare per mare tutto l’anno, anche d’inverno. Se la magia di questo angolo di Sicilia riuscirà a stregarvi, il marina di Capo d’Orlando è pronto a mettere a disposizione posti barca a prezzi molto vantaggiosi per tutto l’anno. Un motivo in più per passare due settimane in Sicilia a godersi tutto quello che questo splendido territorio ha da offrire.

Come sempre la regata è aperta a tutti e a tutte le barche senza burocrazia e senza certificati. Lo spirito VELA Cup mette come sempre al centro divertimento e la gioia di andare per mare con amici e parenti. È regata/veleggiata che non rinuncia, però, a quel poco di agonismo che rende tutto più appassionante. Questa grande regata/festa con il divertimento che non si ferma in mare, ma continua anche a terra con la premiazione e le estrazioni dei premi. Come per ogni tappa anche a Capo d’Orlando verrà sorteggiato un magnifico orologio TAG Heuer Aquaracer tra tutti i partecipanti, insieme agli altri premi per (quasi tutti) durante la grande festa/premiazione del 29 settembre.

 

La Sicilia ti aspetta, iscriviti ora!!

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 24: da Corona a Cuccetta

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

CORONA

  1. Oggetto di metallo prezioso(possibilmente oro) di forma pseudo-cilindrica più o meno arricchito(dipende dal 7e30 dell’armatore) da pietre preziose incastonate in essa.

Viene indossato dal proprietario della barca in occasioni mondane, nei Marina più alla moda del Mediterraneo.

  1. Fabrizio Maria, (Catania, 29 marzo 1974) è un “personaggio” televisivo italiano, spesso presente a bordo di barche, quasi sempre a motore, di proprietà di V.I.P. famosi.
  2. Mauro, (Baselga di Piné, 9 agosto 1950) è uno scrittore, alpinista e scultore italiano. Scultore ligneo, si dedica all’alpinismo: ha scalato numerose vette italiane ed estere, aprendo oltre 300 vie di scalata nelle Dolomiti d’Oltrepiave. È autore di svariati libri, alcuni dei quali best-seller. Risiede a Erto e Casso(ove ha imparato bene a scassarlo), in provincia di Pordenone, luogo d’origine dei genitori.

Non crediamo abbia qualcosa a che fare col mondo della vela ma, essendo nato in prossimità di un lago si presume sia salito a bordo, almeno, di una barca a remi.

navigare necesse est, vivere non necesse (Plutarco)

CORONAMENTO
Si dice di un sogno.
Nel caso dell’A. quello di prendere una barca a vela e andare in giro per le isole d’Italia (per ora).

CORPO MORTO
ogni battuta spiritosa, di ‘sti tempi di migranti del mare, diventerebbe soltanto volgare e macabra…….

CORRENTE (vedi foto)
Metonìmia(o metonimìa) di cavo elettrico.
Si usa dire al ragazzo del Marina al quale lanciate il cavo elettrico subito dopo aver terminato l’ormeggio: ” mi attacchi la corrente ?” spesso scordando il “ Per favore”. Ricordiamoci anche di quelli che, mentre noi ci divertiamo, lavorano. Per Favore.
Grazie.

CORRERE
Attività ludica che, spesso, viene praticata dai velisti che, dopo aver trascorso vari giorni in mare rannicchiati ed anchilosati al timone, sentono la necessità di Correre.
Viene praticata solitamente lungo le banchine dei porti e spesso con gli auricolari per estraniarsi completamente dal mondo frenetico del porto.
La musica ascoltata più frequentemente è “ (Sittin’ on) The dock of the bay” di Otis Redding. Anche perché, di solito, dopo poche centinaia di metri, si segue il consiglio dato dal cantautore Statunitense.

CORREZIONE
Si usa farla nel caffè con liquori di vario tipo e di varia gradazione alcoolica.
Varia a seconda delle zone del Mediterraneo nelle quali si naviga: Grappa per l’alto Adriatico, Mirto in Sardegna, Amaro del capo nel Cilento, Averna in Sicilia e via discorrendo.
È d’uopo, essendo, sia il caffè che gli alcoolici, degli emetici, bere il caffè corretto a barca ormeggiata per evitare il mal di mare.

CORVETTA
Giovane volatile di sesso femminile, di colore nero, meglio nota in latino come Corvus Monedula o Taccola.
I lettori si chiederanno che c’azzecca con la vela. Ci sono due motivi:

  • Questi uccelli amano posarsi su alberi e sartiame delle navi militari a vela così chiamate.
  • È il cognome di un noto e simpatico fotografo di vela, Livornese, di nome Fabio che ho conosciuto all’inizio della sua carriera ai campionati di Asso 99

C.Q.R.
Tipo di ancora a forma di vomere, il cui nome è l’abbreviazione fonetica della parola inglese «secure»; dal ridotto ingombro e dalla buona tenuta in particolare con sabbia e fango, è assai diffusa sulle imbarcazioni da diporto come ancora primaria.
L’A. ha ritenuto opportuno dare la definizione reale di questo termine in quanto ne va della sicurezza nell’ancoraggio. E anche perché non è riuscito a trovare nulla di spiritoso in queste tre lettere dell’alfabeto.

CROCETTA
Molto più frequente sulle auto che sulle imbarcazioni, è una piccola croce che normalmente viene appesa allo specchietto retrovisore dell’automobile.
Non essendo disponibile tale accessorio sulle barche è raramente usata o, tuttalpiù, viene appesa all’albero.
Può essere tenuta a portata di mano per essere impugnata durante un fortunale quando non si sa più a che santo votarsi.

CROCIERA
Per l’Autore, anche se continua, saltuariamente, a fare regate, è il modo migliore per andare in barca perché, durante la crociera, a differenza delle regate, è consentito l’uso della vela assistita.

CUCCETTA
Piccolo ricovero per animali; generalmente cani, che, ormai sempre più spesso, vengono portati a bordo delle imbarcazioni a vela.
Senza chiedere loro cosa ne pensano e se soffrono il mal di mare……(Onorevole Brambilla permettendo….)

CONTINUA…

QUI IL LINK ALLA PUNTATA PRECEDENTE

QUI IL LINK A TUTTE LE PUNTATE DEL VOCABOLARIO

CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Quarta puntata: focus 12 metri

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Eccoci al quarto appuntamento del nostro speciale dedicato alle migliori barche dei saloni nautici in arrivo, Cannes (11-16 settembre) e Genova. Dopo aver visto tutti gli 11 metri arriva il focus dedicato ai 12 metri

1 – SAFFIER 37 – 12 m.

Velocissima, ricercata nelle linee e nelle soluzioni progettuali, una vera e propria “chicca” dei daysailer, con un livello di finiture e particolari curati nei dettagli. Una fuoriserie sportiva per uscite giornaliere all’insegna della vela più pura, una barca con la quale dimenticare nel vero senso della parola il rumore del motore, anche e soprattutto nelle brezze leggere.

Lungh. 12 m; largh. 3,45 m;

www.settemariyacht.it

2 BALI 4.1 – 12,35 m.

Come già scritto per il 5.4, la nuova filosofia dell’interior design rappresenta una delle novità più importanti sui catamarani del gruppo Catana: il 4.1 presenta un interessante salone a L e una zona esterna di poppa con un ampio divano con cuscini dal quale godersi la navigazione. A poppa si è poi pensato di unire i due scafi con una spiaggetta che crea ulteriore spazio dedicato al relax.

Lungh. 12,35 m; largh. 6,72 m;

www.adriaship.it

 

3 AZUREE 41 (12,50 m)- 46 ROLLBAR (13,99 m)

Cambio look per i modelli Azuree 41 e 46. Stiamo parlando dell’inserimento del rollbar alla fine della tuga, una novità più che estetica decisamente funzionale. In origine infatti i due Azuree venivano proposti con il trasto a terra in pozzetto, soluzione ideale per il pubblico sportivo, meno pratica per i crocieristi puri. Essendo gli Azuree delle barche versatili, che attraggono entrambe le tipologie di velisti, Sirena Marine ha deciso di realizzare questo upgrade. Sul rollbar sono presenti due carrucole che compongono il circuito della scotta randa.

www.sirnew.com

4 FOUNTAINE PAJOT ASTREA 42 – 12,58 m.

Anche il nuovo 42 di Fountaine è stato disegnato da Berret Racoupeau Yacht Design e si vede. A livello estetico e di organizzazione generale delle manovre. Un catamarano indirizzato verso la crociera ma che tradisce anche la volontà di ricercare buone prestazioni.

Lungh. 12,58 m; largh. 7,20 m;

www.catamarans-fountaine-pajot.com

WAUQUIEZ PS 42 – 12,99 m.

Riassumiamo in poche righe il nuovo Pilot Saloon 42 di Wauquiez: solido, ben costruito e con un livello dell’attrezzatura di altissima qualità. Ha al suo interno spazi di stivaggio ampi e vari, gli impianti sono studiati nei minimi dettagli e le finiture sono perfette. Ecco perché il PS 42, progetto di Olivier Racoupeau, è una barca per viverci 365 giorni l’anno.

Lungh. 12,99 m; largh. 4,34 m;

www.yachtsynergy.it

Tutte le novità sui saloni di Cannes e Genova le trovi sul numero in edicola

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Il ritorno di B-Yachts: day sailing, e non solo, in stile italiano

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Il B30

Day sailing ma non solo, soprattutto vela facile su barche che possono offrire la tecnologia di un maxi yacht senza dimenticare le prestazioni e soprattutto un’estetica dove lo stile è tutto. La novità di questa stagione 2018-2019 è un graditissimo ritorno di B-Yachts, le imbarcazioni concepite da Luca Brenta. 

Le iconiche barche a vela, nate per il puro piacere di andare a vela a bordo di un mezzo veloce e facile da timonare, che abbina estetica a tecnologia, affrontano la scena internazionale grazie all’iniziativa di Luca Brenta YachtL’azienda ha appena inaugurato la sua nuova sede operativa a Milano. Competenza, passione, esperienza, unione di mondi diversi e valori familiari profondi sono gli ingredienti alla base della nascita di Luca Brenta Yacht. 

Con Luca Brenta, punto fermo per la storia che la nuova azienda si appresta a raccontare, ci sono imprenditori e professionisti che mettono a frutto la propria esperienza nel mondo della nautica e con i quali il noto designer condivide la passione per la vela e non solo.

Sono cresciuto fra i progetti di mio padre e ho imparato ad andare in barca grazie a lui – racconta Giovanni Brenta, figlio di Luca, laureato in architettura e in dirittura d’arrivo per la laurea magistrale. “Per me è un onore affiancarlo in questa iniziativa”.

Fra i promotori dell’operazione anche Alberto Castiglioni, un passato da imprenditore nei beni di lusso, con la sacca sempre pronta per le vacanze a bordo della barca a vela d’epoca di famiglia. 

Il nostro programma si apre nel segno della continuità. Ripartiamo dai modelli B 30, B 38 e B 42 di cui sono stati già costruiti moltissimi esemplari e le imbarcazioni custom, come il B 52 ed il B 60 realizzati per armatori più esigenti. Questo è il primo passo – dichiara Alberto Castiglioni, amministratore unico di Luca Brenta Yacht. “Luca Brenta sarà ancora l’artefice dello sviluppo dei nuovi modelli”.

L’inizio della nuova stagione nautica – aggiunge Enrico Malingri, responsabile della commercializzazione delle imbarcazioni – è il periodo migliore per rispondere alle richieste che abbiamo ricevuto da potenziali armatori e per tornare in contatto con chi possiede già un B-yachts”.

Le barche, nate nel 2004 dalla matita dello Studio Associato Luca Brenta & C., sono destinate agli appassionati che ricercano l’essenza della navigazione a vela, all’insegna dell’easy sailing. “Comode e maneggevoli, perché possiedono la tecnologia di un maxi yacht  aveva detto proprio Luca Brenta in occasione della loro presentazione al mercato.

Dal modello B 30, pensato come day-sailer, ai più grandi B 38 e B 42, dotati anche di cabina, le imbarcazioni B-yacht, sono molto performanti ed hanno scafo e coperta in fibra di carbonio su un’anima di schiuma epossidica e sono caratterizzate da stabilità di peso – oltre il 60% del peso in chiglia – bulbo in piombo, manovre gestite tutte dalla colonnina del timone, look essenziale ed accattivante, coperta in teak. 

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Bandiera olandese: diventerà fuorilegge?

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Chi batte bandiera olandese non può dormire sonni tranquilli. All’inizio di luglio l’ICP (International Certificate for Pleasure Craft) olandese oltre ad assegnare un numero di registrazione, alla voce “Flag” (bandiera riportava la dicitura “olandese”, attribuendo quindi la nazionalità e la bandiera che andava issata dall’imbarcazione iscritta a quel registro.

Da luglio è stata modificata la voce che adesso recita: “non applicable” e poi una lunga descrizione che, in sintesi, scarica l’ente da responsabilità circa la nazionalità dell’imbarcazione.

Un gran caos, agenzie italiane che bloccano l’emissione di nuove bandiere olandesi, studi legali incaricati di ricevere spiegazioni dal Registro Nazionale Olandese. Soprattutto la domanda, a cui non è stata data ancora risposta è: chi batte bandiera olandese è ancora in regola?

Vi ricordiamo che la bandiera olandese, con quella belga, è una delle più usate dai diportisti italiani in alternativa a quella italiana.

(fonte immagine http://windpilot.com)

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Quinta puntata: da 13 a 14 metri

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Dopo l’ultimo focus dedicato alle migliori barche a vela di 12 metri che potrete trovare nei prossimi saloni di Cannes (11-16 settembre) e Genova, in questo episodio ci concentriamo sulle cinque barche da 13 a 14 metri.

1 – SOLARIS 44 – 13 m.

Tra le novità più attese del 2019 c’è il nuovo Solaris 44 la cui superiorità tecnologica, qualità costruttiva e cura artigianale dei dettagli lo collocano decisamente nell’alto di gamma e quindi fuori della portata di molti armatori. Solaris, che per primo e con successo, ha introdotto forme scafo moderne e performanti che hanno reso queste barche inconfondibili, conferma con il 44 la sua leadership in questo mercato. Finiture e cura artigianale dei dettagli sono di altissimo livello all’insegna della tradizione Solaris, da oltre 40 anni vera e propria icona del made in Italy in grado di contendere il primato ai blasonati cantieri del nord Europa. E’ disegnato dall’argentino Javier Soto Acebal, allievo di German Frers, e lo scafo è ispirato a quelli dei moderni racer oceanici con forma “a delta” caratterizzata da una larghezza massima che si prolunga dall’altezza dell’albero sino a poppa estrema e con uno spigolo di carena che parte dolcissimo e diventa netto nel mascone poppiero. Solaris si è affermato sul mercato per l’innovazione delle forme è per la la qualità costruttiva che prevede un assemblaggio “monolitico”, senza controstampi, con paratie stratificate a scafo e coperta. Garanzia di solidità, sicurezza e durata nel tempo.

www.solarisyachts.com

2 – ARCONA 435 – 13,20 m.

Dopo l’acquisizione da parte di Najad, Arcona presenta un nuovo modello, l’Arcona 435: la linea estetica richiama quella che ha contraddistinto la migliore produzione del cantiere svedese. Una barca sicuramente sportiva e capace di performance di un certo rilievo ma senza mai dimenticare la marinità

. Lungh. 13,20 m; largh. 3,98 m;

 www.arconayachts.com


 

3 – DUFOUR 430 – 13,24 m.

Sarà un “purosangue” Dufour in linea con le barche della gamma da un punto di vista concettuale e pratico. Una barca comoda ma con una rinnovata attenzione alla rifinitura degli interni e le caratteristiche di marinità e performance tipiche delle barche da crociera disegnate da Umberto Felci. Tutte le manovre sono a scomparsa per esaltare lo spazio esterno.

Lungh. 13,24 m; larg. 4,30 m;

www.dufour-yachts.it

4 – BAVARIA C45 – 13,98 m.

Disponibile nelle versioni holiday, style ed evolution che si differenziano per gli allestimenti, il piano velico e la profondità della chiglia. Il progetto è del Cossutti Yacht Design che ha curato non solo la comodità dei volumi ma anche le performance a vela per riportare il cantiere tedesco a strizzare l’occhio anche al pubblico sportivo. La possibilità di scegliere tra le varie opzioni è uno dei punti di forza di questa nuova linea Bavaria.

Lungh. 13,98 m; largh. 4,49 m;

www.bavariayachts.it

 

 

5 – X-YACHTS X46 14,08 m
Il nuovo X46 si va ad inserire tra l’X43 e l’X49, nella serie che comprende anche l’X65, barche che rappresentano la via di mezzo tra la gamma XC tutta orientata alla crociera e la gamma XP dedicata alle performance. L’X46 performance non ha estremismi nei volumi, niente spigoli ma forme rotonde, uscite di prua tirate e rette, tuga con un leggero scalino a prua smussato da una piccola finestratura. Lungh. 14,08 m; largh. 4,27 m;

 www.x-yachts.com/it

Tutte le novità sui saloni di Cannes e Genova le trovi sul numero in edicola

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Siamo stati travolti da una tromba d’aria (ed ecco come ne siamo venuti fuori)

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Carlo Rimini e il suo equipaggio stavano navigando sul loro Oceanis 411 Ottobre Blu da Porto Venere alla Capraia: sembrava una tranquilla giornata di crociera, ma una tromba d’aria era in agguato. Il racconto concitato di Carlo è un estratto del bel servizio che troverete sul numero di ottobre del Giornale della Vela: e sappiate che la tromba marina è soltanto una delle avventure vissute dall’equipaggio di Ottobre Blu!

IN MEZZO ALLE TROMBE MARINE

“…Salpiamo da Genova Porto Antico verso Porto Venere. Passiamo una notte calmissima nella rada a nord del canale che separa Porto Venere dalla Palmaria. Uno dei posti più belli del mondo dove passare la notte. Alla mattina si parte per Capraia con un bollettino meteo non totalmente tranquillizzante. Dopo le prime due settimane di agosto torride, l’anticiclone africano si ritira e lascia il campo aperto ad un fronte di instabilità.

Sul Golfo del Leone soffia già il Mistral, ma sul Mar Ligure non c’è vento e il mare è ancora calmissimo. Sono previsti però temporali isolati di debole intensità. Confortati da quest’ultima annotazione, partiamo verso sud: 180° esatti. Sarà la traversata più impegnativa della nostra carriera di diportisti, esordio di due settimane di navigazione caratterizzate da una grande instabilità prodotta dal caldo eccessivo che si è accumulato in mare questa estate.

Tutto procede tranquillamente fino a ora di pranzo, una decina di miglia a sud della Gorgona. Poi un cumulonembo nero compare a ovest. Ha un’aria piuttosto scura per essere un temporale di debole intensità. Dopo un po’ dal suo margine meridionale si stacca un imbuto nero che arriva fino al mare. Diana, il nostro piccolo levriero italiano, è la prima a bordo ad accorgersi della tromba marina. Lei scruta sempre l’orizzonte in navigazione: odia i temporali come odia i gatti. Ringhia verso quella strana cosa che non porta nulla di buono. Alla sua base si vede – anche da dieci, forse quindici, miglia di distanza – una nuvola d’acqua. Intanto Ottobre blu avanza in una calma irreale.

Dopo circa una quarto d’ora la tromba perde intensità e si dissolve. Il temporale avanza lentamente verso nord-est senza sfiorarci. Il problema è che questi temporali, non solo non sono affatto di debole intensità, ma non sono neppure isolati. Oppure, sono isolati come i numeri primi: viaggiano sempre in coppia. Poco dopo un altro fronte si avvicina. Anche questo si muove verso nord-est, spinto dal vento che, sul Golfo del Leone soffia forte da Maestrale ma, all’altezza del dito la Corsica, viene piegato a Libeccio. Questa volta è probabile che ci prenda in pieno. Il problema è che, anche in questo caso, dal suo margine meridionale si staccano due trombe marine, forse un po’ meno intense della precedente.

Decidiamo subito, quando ancora il mare è completamente calmo e senza vento, di adottare un protocollo di emergenza per far fronte ad una tempesta. È quello letto su “Left for dead” di Nick Ward (edito in italia da Nutrimenti con il titolo “Abbandonati nella tempesta”), scritto da un sopravvissuto al tragico Fastnet del 1979. Parte da una considerazione semplice: l’analisi delle fonti di pericolo. Se la costa è lontana, gli unici pericoli sono il disalberamento, la caduta di una persona fuori bordo, l’entrata di acqua dalla coperta e – spesso dimenticato ma importantissimo – il rischio che un aggetto pesante ferisca un membro dell’equipaggio all’interno della barca. Le comuni trombe marine sono trombe d’aria di grado EF0.

Questo significa che al loro interno si sviluppano venti orizzontali e ascensionali di circa 60 nodi, non di più. La base è un vortice di poche decine di metri che si sposta in direzione variabile a qualche decina di nodi, non alza onde ma solo una nuvola di acqua vaporizzata. Nulla che possa seriamente impensierire Ottobre blu. La prima cosa che facciamo è chiudere non solo ogni vela, ma anche il bimini e lo spraywood, assicurandoli in modo che non si possano riaprire con il vento. Poi chiudiamo tutti gli osteriggi. All’interno mettiamo dentro gavoni e armadi qualsiasi oggetto pesante (libri, pentole, la batteria del motore elettrico del tender) che possa volare da una parte all’altra della dinette. Chiudiamo le porte fra la dimette e le cabine.

Chiudiamo le prese a mare. L’equipaggio sa che l’ordine, in caso di necessità, sarà quello di rifugiarsi tutti sotto coperta e aspettare che passi la buriana. Il secondo di bordo sarà il penultimo a rientrare, il comandante l’ultimo, entrambi assicurati con le cinture di sicurezza. Quando siamo pronti le due trombe marine si sono dissolte, ma il temporale è sempre più scuro e vicino a noi. Il mare è calmissimo e c’è poco vento. Dopo qualche minuto ne vediamo una terza: a duecento metri dalla nostra prua, come un fantasma bianco. Silenziosissima, solo un fruscio.

Si forma rapidissimo, proprio sopra di noi, l’imbuto nero. Non è dritto ma forma una spirale irregolare. L’ordine è perentorio: tutti dentro, tranne il comandante e il secondo. La vediamo passare a cinquanta metri dalla nostra prua: una nuvola impressionate d’acqua che ci danza davanti. Uno spettacolo affascinante. Quando è chiaro che non ci verrà addosso, abbiamo modo di fotografarla. Se ne va verso nord-est e si dissolve. Ma il peggio deve ancora arrivare. La tromba marina è la figlia impertinente del temporale: poi arriva il padre ed è di pessimo umore. Poco prima che ci investa in pieno, facciamo in tempo a vedere che c’è una barca di medie dimensioni che viene verso di noi. Poi più nulla.

Siamo sommersi da una pioggia torrenziale che impedisce di vedere oltre la prua. Il secondo di bordo legge per l’ultima volta l’anemometro: il vento passa in un attimo da 3 a 30 nodi. È l’ultimo dato rilevato, non solo perché nessuno ha avuto più tempo di guardare lo strumento, ma anche perché da allora non abbiamo più avuto notizie del rilevatore del vento in testa d’albero: disperso in mare. Anche in questo caso l’ordine è perentorio: tutti dentro. Ottobre blu se la caverà benissimo da sola. Si adagia su un fianco per la sola forza del vento sull’albero e sul boma, ma si rialza subito portandosi all’orza. Poi, riportato in rotta dal pilota automatico, si adagia di nuovo.

Noi siamo sotto e saremmo tranquilli se non fosse per il ricordo di quella barca che veniva verso di noi. Per fortuna hanno il trasmettitore AIS acceso (è uno strumento che andrebbe inserito fra le dotazioni obbligatorie per la navigazione oltre le 12 miglia!), ma continua a venire verso di noi da dritta. La sua immagine lampeggia in rosso sullo schermo per segnalare il pericolo di collisione. Ci mancava anche questa! Bisogna uscire per dare 20° a sinistra. Corretta la rotta, stare fuori è assolutamente inutile: non si vede nulla oltre la prua. Rientro in tempo per verificare sullo schermo che anche il comandante dell’altra barca ha corretto la sua rotta a sinistra. L’immagine della barca torna azzurra e smette di lampeggiare: allarme cessato. Dopo pochi minuti la pioggia diminuisce. Un peschereccio esce dalla nebbia e passa tranquillo a trecento metri sulla nostra dritta. L’elettronica, nostra e loro, ha fatto il suo lavoro: è un pensiero che lascia incerti fra tranquillità e inquietudine.

Carlo Rimini”

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Coppa America, ecco come sarà: appuntamento ad Auckland a marzo 2021. E intanto gli inglesi…

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Da sinistra a destra: i neozelandesi Grant Dalton e Peter Burling, Max Sirena, Sir Ben Ainslie per Ineos Team UK, Therry Hutchinson per American Magic

La nuova Coppa America è definitivamente nata, in una giornata di tarda estate già fresca in quel di Cowes, Inghilterra, Isola di Wight, dove tutto era iniziato a metà ‘800. Che America’s Cup sarà ormai possiamo iniziare a dirlo, a cominciare dalle date dell’evento, dal 6 al 21 marzo ad Auckland l’AC Match (la selezione sfidanti nelle settimane precedenti in una finestra temporale ancora da stabilire).

I campi di regata saranno cinque, quasi tutti al riparo dell’isola di Rangitoto in uno scenario riproducibile in pochi posti al mondo: poca onda, vento che si incalanerà nelle giornate giuste anche oltre i 20 nodi, possibilità di assistere alle regate da terra.

Le opzioni dei campi di regata

Fuori da Rangitoto si andrà verosimilmente nelle giornate di vento leggerissimo.

Un assetto che sembra decisamente adatto a quella che sarà la tarda primavera e l’estate australe, che come visto nelle gloriose edizioni degli anni 2000 sa riservare condizioni estremamente variabili come vento e onda, la direzione di regata avrà quindi diverse opzioni da scegliere con i cinque campi previsti.

Gli sfidanti confermati al momento sono 3, Luna Rossa, American Magic e Ineos Team UK ma da più parti i rumors mormorano della possibilità molto concreta che questo numero salga, anche fino o oltre ai cinque, con un team italiano ancora in corsa per l’iscrizione e su quale sia questo team tricolore potrebbero non mancare le sorprese.

A Cowes si è parlato anche delle future barche, gli AC75 foiling, con le primi simulazioni che parlano di velocità anche superiori ai 45 nodi in determinate condizioni, e con le immagini dei primi voli degli inglesi su un prototipo in scala. Va anche detto che, parallelamente alle immagini ufficiali del team britannico, nei giorni scorsi circolava sul web anche un video amatoriale che raccontava di una rovinosa scuffia degli inglesi, come raccontato anche da Sailing Anarchy. Insomma come sempre si mostrano le cose buone e si cerca di nascondere quelle meno buone.

Il varo di Luna Rossa è previsto a inizio estate 2019 e verosimilmente nella stessa finestra temporale andranno in acqua anche gli americani e gli inglesi.

Mauro Giuffrè

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Sesta puntata: focus 14 metri

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Nella scorsa rassegna abbiamo visto le migliori barche a vela da 13 a 14 metri che potrete trovare nei prossimi saloni di Cannes (11-16 settembre) e Genova. Questa volta invece un focus tutto dedicato ai 14 metri.

1 NEEL 47 – 14,20 m.

La crociera su tre scafi parla il linguaggio di questo 47 piedi. Una barca matura, con spazi interni di assoluto rilievo e soluzioni semplici per la conduzione. Non mancheranno certo le prestazioni, come tipico nel DNA di tutti i multiscafi Neel.

Lungh. 14,20 m; largh. 8,30 m;

www.yachtsynergy.it

 

2 ALUBAT OVNICAT 14,50 m


Il cantiere francese Alubat ha deciso di investire anche nel mondo dei catamarani. Si chiamerà OvniCat 48, sarà in alluminio, ed è un progetto firmato dallo studio francese Mortain&Mavrikios. Il cat non sarà dotato di fly e la timoneria è bassa a ridosso della tuga, quest’ultima è dotata di finestrata continua ideale per mantenere la continuità ideale tra spazi interni ed esterni.

Lungh. 14,50 m; largh. 4,85 m; pesc. 3/2,7 m; sup.vel. 176 mq.

www.alubat.com

DUFOUR CAT 48 – 14,70 m.

Prue inverse, linee slanciate ed eleganti, albero centrale che fa pregustare buone prestazioni a vela, la firma di Felci lascia il segno sul primo catamarano dello storia di Dufour. Una barca sicuramente da crociera, ma anche molto divertente a vela e con un design ben caratterizzato. Tutte le manovre e la gestione della barca si svolgono sul fly bridge, interessanti le zone prendisole ricavate anche sopra la cellula abitativa.

Lungh. 14,70 m; largh. 8 m;

www.dufour-yachts.com

 

4 ALLURES 45.9 – 14,75 m.

Disegnato da Berret-Racoupeau Yacht Design e Franck Darnet per gli interni, ha lo scafo in alluminio ed è pensato per chi macina miglia e fare della barca la propria casa (tanti i layout disponibili per gli interni). A prua c’è una crash box di sicurezza in caso di colpi con oggetti semisommersi. Lungh. 14,75 m; largh. 4,43 m;

www.sailaway.it

5 SUNBEAM 46.1 – 14,89 m.

Rivoluzione totale in casa Sunbeam. Il cantiere austriaco prosegue la strada già solcata con il 40’ e affida allo studio J&J anche questo modello che rompe con in buona parte con la tradizione del cantiere. Una barca da crociera dalle linee sportive, accattivante, con un disegno della tuga molto curato e basso sul ponte, una barca che riporta il cantiere in una dimensione più moderna e attuale. Lungh. 14,89 m; largh. 4,45 m;

www.racenautica.it

 

Tutte le novità sui saloni di Cannes e Genova le trovi sul numero in edicola

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VIDEO Panico in porto, nave di 164 metri urta quattro barche a vela

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Quattro barche a vela pensavano essere tranquillamente alla fonda a godersi gli ultimi giorni d’estate in relax, ma non è andata secondo i loro piani. A Dartmouth, in Inghilterra, una nave da crociera di 164 metri è entrata nel piccolo porto seminando il panico, dopo aver urtato quattro barche che erano posizionate a lato del canale. La nave, che ha una stazza lorda di 18.627 tonnellate, si è andata a scontrare lateralmente con le barche a vela, senza danni gravi o vittime, se non il grande spavento per chi era sulle barche. Testimoni riferiscono che chi era a bordo è uscito sbraitando in pigiama.

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Verso i Saloni: tutte le ultime novità. Settima puntata: da 14 a 16 metri

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Eccoci al settimo episodio del nostro viaggio alla scoperta dei prossimi saloni Nautici. Nella scorsa puntata abbiamo visto le migliori barche a vela di 14 metri che potrete trovare nei prossimi saloni di Cannes (11-16 settembre) e Genova. Questa volta vediamo il meglio da 14 a 16 metri.

1 GRAND SOLEIL 48 – 14,90 m.

Versatile e pronta a accontentare le esigenze di regatanti e i crocieristi sportivi. La versione Race in infusione può essere realizzata in epossidica e vetroresina o in epossidica e carbonio con quattro paratie in composito, mentre la versione Performance, laminata a mano, è in vinilestere.

Lungh. 14,90 m; largh. 4,50 m;

www.grandsoleil.net

2 SOUTHERLY 480 – 14,98 m.

Linee eleganti e filanti per il
nuovo Southerly 480, che presenta tutte le caratteristiche del blue water “di razza”: pozzetto ben protetto, paramare belli alti, a parte i winch delle drizze (elettrici, come gli altri quattro delle scotte), classicamente posizionati sulla tuga, tutte le altre manovre sono rinviate vicino a ognuna delle due ruote del timone. Sottocoperta, spazi abbondanti, gavoni e stipetti a volontà. Lungh. 14,98 m; largh. 4,46 m;

www.adriaship.it

 

3 X-YACHTS X49– 15,08 m.


Una barca performante, comoda e bella: a metà strada tra la gamma cruise degli Xc e la serie Performance si piazza questo 15 metri firmato – come ogni scafo sfornato dal cantiere danese – da Niels Jeppesen. Quanto spazio sopra la tuga, caratterizzata da un profilo basso e aerodinamico!
Lungh. 15,08 m;
largh. 4,49 m;

www.x-italia.it

Risultati immagini per X-YACHTS X49 

4 LEOPARD 50 – 15,4 m.

La luminosità interna viene esaltata da una tuga con visuale a 180°, le manovre sono rinviate sul flybridge, la filosofia è quella di un catamarano da crociera, ben costruito e adatto alle lunghe navigazioni.

Lungh. 15,4 m; largh. 8,04 m;

www.leopardcatamarans.com

 Risultati immagini per LEOPARD 50

5 SWAN 54 – 16,48 m.

German Frers disegna il più piccolo scafo della gamma Swan Line che arriva fino ai 115 piedi. Un ritorno ai 50 piedi che riaccende i sogni di tanti armatori innamorati delle linee di queste signore del mare. La filosofia è quella di un bluewater pensato per navigare in qualsiasi condizione, senza rinunciare a quell’eleganza che è sicuramente il tratto più distintivo del cantiere scandinavo. Lungh. 16,48 m; largh. 4,5 m;

www.swan54.com

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