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Andiamo a pesca, i consigli di Antonello Salvi per il light drifting

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Una tecnica leggermente più complessa della traina (che abbiamo affrontato QUI nella prima puntata) ma ugualmente praticabile anche dai meno esperti. L’ambasciatore Garmin Antonello Salvi sarà ancora una volta la guida in questa seconda puntata.

IL LIGHT DRIFTING

Anche in questo caso l’attrezzatura non per forza deve essere di assoluto valore, va bene una canna da bolentino di 3 metri, un mulinello a bobina fissa con un tracciato di 15-20 libre, più un mediano di circa 7 metri tra lenza madre e terminale di 2 mt che sarà dello 0,35-0,40. Per le palamite è consigliabile prima dell’esca mettere altri 10 cm di trecciato, per prevenire le rotture”. Sarà importante posizionarci in una zona dove sappiamo che transita il pesce azzurro o dove gli strumenti ci segnalano la sua presenza. “In questo caso può venirci in aiuto il Panoptix Garmin, che è un trasduttore da affiancare al cartografico che può essere calato in acqua per studiare la presenza di pesce nella scia di pastura”. La pastura infatti è fondamentale in questa tecnica.

TECNICA DI INNESCO E PASTURA

Nella sequenza fotografica che segue ecco come Antonello Salvi esegue l’innesco della sarda. Basterà avere un amo del 3-4/0, una forbice, del filo elastico e delle sarde fresche. Praticare una piccola incisione poco prima della coda e calzare l’amo. Poi cucire tutto con un po’ di filo elastico avendo cura che l’amo sia perfettamente mimetizzato, e il gioco è fatto.








Si potrà filare sotto la barca una calza piena di sarde tritate e contemporaneamente gettare in acqua sarde spezzettate, ogni volta che le vediamo sparire dietro la barca occorre ricominciare a pasturare, la nostra esca dovrà essere posizionata nella scia di pastura. Lasceremo la lenza libera di andare in corrente, valutando a che velocità si allontana la sarda per capire la forza della corrente. Metteremo dei piccoli piombi di 5-10 grammi perché l’esca non deve affondare più velocemente della pastura. Se non c’è corrente non ci ancoreremo, se la corrente è molto forte meglio gettare l’ancora.” Poi non resterà che attendere regolando la profondità dell’esca per farla restare sempre nella scia di pastura. Le prede tipiche sono il pesce azzurro (foto in alto) in generale, sgombri, lanzardi, sugarelli, tonni palamite e attenzione anche al tonno rosso che ricordiamo è vietato catturare.

ANTONELLO SALVI

Classe 1976 da Belvedere Marittimo (CS) ha un lungo trascorso come agonista, campione del mondo di traina da’altura nel 2011 con la nazionale italiana, ha collaborato con Sky e oggi è uno degli ambasciatori Garmin.

www.garmin.com

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Medplastic, dalla Liguria all’Albania, tutti a caccia in estate per salvare il Mediterraneo!

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La lunga estate di Medplastic (ci permettiamo di parafrasare il titolo di un bellissimo film del 1958 con Paul Newman e Joanne Woodward) prosegue più viva che mai.
Abbondantemente superata quota 1.000 iscritti sul nostro gruppo Facebook Medplastic Team, i nostri “cacciatori di plastica” si sono riversati sulle coste italiane dove hanno dato (e stanno continuando a dare) il proprio contributo per rendere il Mediterraneo un mare più pulito. Bravi ragazzi, continuate così! Vediamo alcune delle testimonianze dai nostri “Medplastic Hunter”:

IL MEDITERRANEO E’ PIU’ PULITO GRAZIE A VOI!

Il premio “attivista del mese” va a Fanja Raffellini, che non solo si impegna da tempo a ripulire dai mozziconi di sigarette i porti di La Spezia, ma che ci ha inviato questo video-contributo in stile “Iene”. Siamo sicuri che l’incauto “inquinatore” non lo farà più…


“Ho trovato Pimpa”, scrive Daniele Benzi, non voleva uscire dall’acqua, galleggiava per le acque del Cilento, dopo una lunga trattativa e un po’ di croccantini sono riuscito a tirarla a bordo e riportarla sulla terra ferma, ora riposa in un cassonetto”. Grande!


Anche tra i canali veneziani si pulisce: “mbe Serenissima …forse non più”, ci scrive Luciano Sepicacchi. Bravo Luciano!


Ci segnala Alessandra Tixi: “Anche i bambini del centro estivo Scuola Natura Outdoor Portofino aiutano nella pulizia del mare“! Che bella immagine!

Altra testimonianza che fa ben sperare per il futuro è quella che ci arriva dalla Puglia, da Pier Luigi Gardini: “Oggi grande pulizia ferragostana dell’arenile di Torchiarolo!”.


Così Claudia Franchina: “Piccola “pesca” nel litorale di Ostuni, ma, per chi volesse, il bottino può essere ricchissimo…”. Bravissima Claudia, dobbiamo tutti fare come te!


Cristiana Bellucci
ci manda la testimonianza di un “Medplastic Hunter” in azione! Evvai!

Tommaso Oriani ci spiega come “pulire il mare sia una questione matematica”…


Scrive Stefania Conte: “Ciao a tutti, ero imbarcata come volontaria su un Infinity, ho fatto pulizia delle spiagge nel Pacifico… Ora sono in Sardegna e son disponibile ad organizzare un gruppo di volontari… non che non raccolga rifiuti nel mio quotidiano eh, però se siamo in gruppo diamo più nell’occhio e chissà mai che la gente prenda esempio”. Contattatela! QUI il suo blog.


Claudia Pecci
dalla Spiaggia Parco di Rimigliano, a San Vincenzo: “Per cambiare il mondo, bisogna iniziare da se stessi. Buona serata a tutti, pescatori di plastica!!!”


Attivissima è anche Eriona Skipperina che denuncia: ” Polignano a Mare. Di fronte allo scoglio dell’eremita ci sono delle baie stupende che purtroppo diventano delle discariche con le mareggiate. Ne ho trovata una e ci ho lavorato per 3 giorni. Ogni giorno a via con un paio di sacchi grandi, ma non é ancora finita. Mi sento impotente di fronte a queste immagini (nei commenti un dettaglio). Ho allertato il comune, ma temo non faranno niente. Posso chiamare la capitaneria? Una delle bellissime grotte è piena di plastica, ma non riesco coi miei mezzi a disposizione…”.


Di nuovo Eriona: “Pesca grossa a Mola di Bari. Plateau de tappillage (accendilicchi e cannuccicchie, cocacozze e mollettuschi vari). Bon Appétit!”


Anche in Albania, a San Giovanni di Medua, Eriona si è data da fare: “Due giorni di raccolta in spiaggia insieme ai miei nipotini


Il bottino di Tolu – Baia degli Infreschi“, ci segnala la Medplastic Hunter Marta Bona!


Alessandro Di Renzo
: “Pescara. 10 minuti di camminata in spiaggia”. Bravo!


Instancabile Timothy Lucie-Smith: “Raccolto in mezz’ora di nuoto tra la spiaggia di Serapo e la montagna spaccata a Gaeta. Raccolta limitata dalle tasche del costume. Tutta plastica galleggiante in mare da parecchio. Peccato trovare così tanto in un posto che era così bello”.


“Mega-gonfiabile semiaffondato ritrovato in Croazia tra le isole di Lastovo e Korcula…impossibile recuperarlo”. Peccato, ma grazie ad Alessandro Mazzuccato per la denuncia!


Marco Pavia
vuole vincere il primo premio del contest Instagram NO Plastic (leggete in calce il regolamento)…

“Spazzino del mare” onorario anche Roberto Crabfingers Ballerini! Grande!!!!


Sara Bertolino
a Otok Zut (Croazia) con Massimo Consolini ci scrive: “Servono cassette?”. Complimenti per la cattura!


La Pixi
ci segnala: ““Piccole” raccolte facendo Snorkeling nella baia di Paraggi”. Brava!

Ancora lei!


Bravo anche Davide Serra: “Raccolta di ieri a Marina di Ravenna porto turistico. Devo dire che ho incuriosito parecchia gente girando con il retino a raccogliere la plastica… Chissà che non arrivi qualche emulatore…”. Chissà, davvero!


Così Eugenio Caggianelli: “Cassetta di polistirolo… zac! Pescata e messa via, da smaltire. Poche miglia fuori Anzio”. Bravissimo!


Pier Guccione Prata
, da Forte dei Marmi, in Versilia.


Riserva Naturale di Torre Guaceto (Brindisi)”, denuncia Laura Fontecedro. E meno male che siamo in una Riserva Naturale!


Così Ro Rosa: “Raccolte davanti a Varazze…Pescherecci, state attenti a cosa vi lasciate alle spalle dopo una battuta di pesca”! Grazie!


“Toccata e fuga a Sestri Levante”, ci segnala la brava Eda Edlira.


Domenico Dammiano
ci scrive: “Pesca a Sanremo”. Che bella immagine!


Maria De Filippo
ci mette la faccia: “Pickinup litter”.


I cacciatori di plastica sono anche sulle nostre strade, da oggi! Wow! Pubblichiamo la foto dell’amico Cesare, che sa sensibilizzare e difendere il mare anche nella routine quotidiana, bravo!


Davide Bonsi:
“Oggi fortunatamente poca roba in mare…”. Ma intanto qualcosa c’era! Per fortuna c’era anche Davide!


Maurizio Meroni
ci ha mandato la “pesca di oggi”. Grande Maurizio!


Simonetta Rossi
ci ha segnalato questa bella iniziativa: “Velaxtutti x una laguna più pulita con Marco Zavattiero”

TEMPO DI AGIRE
Time to Take Action (tempo di agire) è lo slogan di Medplastic, il progetto del GdV e di Barche a Motore per la salvaguardia del Mediterraneo. Iscrivetevi al gruppo Facebook MedPlastic Team, lì potete postare notizie, progetti, fotodenunce, video. Partecipate poi al contest Instagram NO Plastic (mandando una foto alla nostra inbox instagram – @giornaledellavela – o sul gruppo Medplastic Team, come hanno fatto tutti gli autori delle foto che vi mostriamo qui): premieremo le migliori testimonianze al VELAFestival 2019. In più, se avete progetti strutturati da proporre che pensate possano essere utili alla “causa”, mandate una mail a savethemed@gmail.com. www.medplastic.org

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 19: da Carro a Cavigliera

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

CARRO
Esiste il grande ed il piccolo.
Il Grande Carro o Gran Carro è uno degli asterismi più classici e più conosciuti della volta celeste; è formato dalle sette stelle più brillanti della costellazione dell’Orsa Maggiore, che formano una caratteristica figura a forma di carro o di un aratro.
L’Orsa Minore contiene un asterismo chiamato colloquialmente Piccolo Carro, perché le sue stelle più brillanti formano un disegno simile a quello del Gran Carro nell’Orsa Maggiore. La stella all’estremo del Piccolo Carro è la Stella Polare, che si trova in posizione quasi coincidente col polo nord celeste.
Viene comunemente chiamato Orsa Maggiore e Minore.
Essendo il carro di genere maschile ci si aspetterebbe Orso, ma, qualcuno munito di ottima vista e di un potente telescopio, assicura trattarsi di soggetto di genere femminile.

CARTA

  1. Con l’utilizzo del GPS, è sempre meno usata, anche se resta obbligatorio averla a bordo.
  2. Di uso quotidiano quella doppio velo; è sconsigliato gettarla nel W.C. marino.

CARTEGGIARE
Essendo cadute in disuso le carte nautiche, l’unico carteggio possibile è quello fatto con la carta abrasiva, chiamata a volte anche carta vetrata.
È l’azione di sgrossare, levigare e pulire superfici di legno, vetroresina o metallo dell’imbarcazione.

CASTAGNA
Tipico frutto autunnale che parrebbe non aver nulla a che fare con il mare….
Andate a Trapani ad Ottobre e provate le caldarroste(enormi) di Levanzo( is. Egadi) al sale……FANTASMAGORICHE !!!

CASTAGNOLA
Tipico pesciolino nero che ama nuotare in branco pochi metri sotto la superficie su fondali rocciosi.
La presenza di castagnole rosse, spesso, indica la tana di una cernia.

CASTELLO(vedi foto)
Maniero, costruzione fortificata d’epoca medievale.
Sorge solitamente in un luogo strategico, spesso in posizione elevata, rialzata o arroccata e facilmente difendibile ed è facile ammirarlo dal mare.
Castelli famosi a picco sul mare: Duino, Miramare, Dell’Ovo, Ischia, Gallipoli; senza contare poi quelli Irlandesi e Scozzesi.

CATBOAT
Catwoman usava la Catmobile, perché mai non avrebbe dovuto avere anche una Catbarca ?

CATENA
Serie di noiosissimi e ripetitivi sms che arrivano sul vostro cellulare.
Famosissima quella di Sant’Antonio.

CAVIGLIA(vedi foto)
È la regione anatomica di raccordo fra gamba e piede, nell’ambito dell’arto inferiore, e comprende l’articolazione tibio-tarsica tra le estremità distali di tibia e fibula (o perone) e dell’astragalo del piede, molto spessa sottoposta a lussazioni.
Capita che, soprattutto signore non avvezze alla vita di bordo, salgano a bordo, all’insaputa dello skipper, con scarpe col tacco.
Il problema per il proprietario della barca non è tanto per il danno anatomico della caviglia della signora ma, soprattutto, per il teak della coperta.
Raramente può capitare anche ai maschi non abituati a camminare scalzi.

CAVIGLIERA(vedi foto)
Fasciatura elastica pre-conformata per ridurre i danni di una slogatura alla caviglia.

CONTINUA…

QUI IL LINK ALLA PUNTATA PRECEDENTE

QUI IL LINK A TUTTE LE PUNTATE DEL VOCABOLARIO

CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Largo ai giovani! I “marinai di domani” si prendono la VELA Cup / Trofeo Formenton!

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“Quanti giovani, che meraviglia!” è la frase che si è sentiva passando vicino a tante delle circa sessanta barche della VELA Cup Trofeo Formeton del 20 agosto. Quale soddisfazione più grande, alla 30esima edizione di una regata/ veleggiata, se non vedere tante facce nuove – letteralmente il futuro della vela – che partecipa e si diverte in mare? Marinai di ieri, marinai di oggi – e alcuni anche del domani – che si sfidano e regatano insieme accomunati da una stessa passione. Lo splendido scenario naturale – tra Porto Rafael e l’arcipelago della Maddalena – di questa regata è stato ulteriormente impreziosito dai tanti inconfondibili Swan e Mylius che hanno preso parte all’evento.

È stata una splendida giornata di mare per tutti i ragazzi che hanno vissuto, magari per la prima volta, una regata sulla propria pelle osservando, aiutando e imparando da chi in barca ci va da tanti anni. Sono tantissime le barche che hanno fatto rotta su Porto Rafael per partecipare al Formenton, ma il vento non si è dimostrato collaborativo come nella passata edizione, oscillando tra i 5 e 10 nodi. Dopo la partenza l’aria è andata calando sempre più ed il comitato di regata ha optato per la riduzione alla secca Colombo. Il vento alla fine è calato quasi completamente e non tutte le barche sono riuscite a completare il percorso in tempo, ma, come sempre, dopo la parte in mare la grande festa della VELA Cup non si è fermata.

Largo ai giovani e ai giovanissimi!

Durante la premiazione sono stati consegnati i moltissimi riconoscimenti a partire dal vincitore della classifica per la classe crociera rating FIV (a vele bianche): prima arrivata è Morgana, Grand Soleil 4 di Francesco Di Tarsia Di Belmonte, seguito dal Dufour 44, Lirae, di Luigi Gaddi e dal Comet 45S di Alessandro Mattiacci, Katana Amsterdam. Nella classe regata rating FIV il Grand Soleil 50 di Roberto Gallotti, Linus ha preceduto lo Swan 50 Ulika di Andrea Masi e Miciu Miau, il J-24 di Alessandro Sorgia. In ORC Crociera ha vinto Daniele Fogli con il J-109 El Chico, davanti a Trilogy, l’FY 52 di Stefano Righini e a Flying Dragon, lo Swan 70 RK di Giorgio Marsiaj. In ORC Regata il primo è Luca Locatelli con lo Swan 45, Thetis. Sul podio anche Mari Della Luna, il Solaris 58 di Enrico Boglione e Berenice, il Sun Fast 40 di Alberto Roggero. ( PER LE CLASSIFICHE VELA CUP COMPLETE CLICCA QUI ). Durante la premiazione è stato estratto anche il mitico Tag Heuer Aquaracer, vinto da Alessandro Guardigli, armatore del Comet 51S, Ola. Il premio Gentlemen Yachting se l’è aggiudicato Gianluca Bovoli, in regata con il Bavaria 42, Aldebaran, mentre l’Elan 31 Poveglia ha vinto il premio “Ultimo Arrivato in reale”. Dopo i premi è iniziata la festa vera e propria che ha coinvolto e fatto divertire tutti gli equipaggi iscritti fino a notte inoltrata.

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Nathanael Greene Herreshoff, ovvero il Leonardo da Vinci della Vela. PRIMA PARTE

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Porto Santo Stefano, Italy – 18 June 2017, Panerai Classic Yachts Challenge 2017, Argentario Classic Week 2017, Linnet crossing Spartan. Ph: Guido Cantini / Panerai

Qualche tempo fa in redazione, mentre ci stavamo documentando su un moderno daysailer con armo a “wishbone” (il doppio boma usato per manovrare la randa delle tavole a vela), è venuto fuori che questa soluzione era stata applicata per la prima volta da un signore di nome Herreshoff. Solo pochi giorni prima, nel realizzare un servizio sull’evoluzione delle barche, avevamo scoperto che il primo catamarano sportivo da regata era datato 1876 e portava anch’esso la firma di Nathanael Greene Herreshoff (1848-1938). Per farla breve, “Captain Nat” (così era conosciuto dagli amici), entrato nella storia per aver conquistato cinque volte la Coppa America con gli yacht da lui ideati, è stato il progettista più influente nel mondo della nautica. Il “Mago di Bristol” (altro dei suoi nickname) ha inventato tutto. Moltissime delle soluzioni nate dal suo genio sono tutt’oggi utilizzate sulle barche di serie (e non solo) più moderne.

IL LEONARDO DA VINCI DELLA VELA MODERNA

Permetteteci di affibbiargli un ulteriore soprannome: il Leonardo da Vinci della vela. Con il maestro fiorentino condivide, oltre alla capacità di saper precorrere i tempi e sperimentare, una vulcanicità fuori dal comune: ci ha lasciato più di 18.000 tavole tra progetti, schizzi e disegni. Nato nel 1848 a Boston, si laureò nel 1870 in ingegneria meccanica al prestigioso MIT (Massachussets Institute of Technology): fin da giovanissimo disegnò barche (la prima a 16 anni), nel ’76 stupì tutti con il succitato catamarano, Amaryllis. Si presentò infatti alla Centennial Regatta di New York al timone della barca di 25 piedi e alla prima regata doppiò l’intera flotta di monoscafi (ma venne squalificato a seguito delle proteste dei concorrenti). Inizialmente lavorò per una compagnia di Providence (Rhode Island) che produceva motori a vapore. Pare che nel 1888 un incidente in una caldaia, durante un test in mare, gli sia costato il posto (anche qui, il parallelismo con il lato “pasticcione” di Da Vinci è evidente). Questa sarà la sua più grande fortuna. Nat, che si trasferì a Bristol fondando assieme al fratello la Herreshoff Manufacturing Co., cominciò a occuparsi professionalmente della progettazione di barche a motore e a vela. Acquisì subito notorietà nel settore per la bellezza e velocità dei suoi yacht, fino a essere ingaggiato dai magnati del mitico New York Yacht Club.

CHIGLIA A PINNA, DERIVE MOBILI & CO.

Per comprendere appieno la grandezza di Herreshoff dobbiamo necessariamente passare in rassegna le sue invenzioni. Il primo grande “passo” lo compì tra il 1891 e il ’92, quando progettò tre barche all’epoca iper avveniristiche: Gloriana, Dilemma e Alpha. Gloriana (21,40 m) fu, di fatto, la prima barca da regata di concezione moderna: se fino a quel momento non si percepiva la differenza tra uno yacht da competizione e uno per la crociera (arredamenti interni pesanti, lussuosi e dal look “casalingo”), la barca disegnata da Herreshoff presentava interni essenziali, aveva la struttura in acciaio e il centro di gravità molto basso, con il 60% del peso concentrato nella chiglia corta. Con Dilemma (11,38 m) il progettista sperimentò la chiglia a pinna sottile con bulbo a siluro (sic!), esaltandone, primo a riuscirci, tutte le potenzialità. Per Alpha, si inventò un sistema a deriva mobile (soluzione già esistente per barche che dovevano navigare su bassi fondali) e poca zavorra, sfruttando il peso dell’equipaggio come zavorra.

IL SENSO DI “CAPTAIN NAT” PER LA COPPA AMERICA

Il suo genio non passò inosservato: nel 1892 il New York Yacht Club gli affidò il delicato compito di progettare una barca per difendere la Coppa America. Herreshoff vara il Vigilant (opera morta in acciaio e chiglia in lega di bronzo), con cui prima vinse facilmente le selezioni statunitensi (sbaragliando la concorrenza delle barche di Paine e Burgess, i grandi progettisti del momento), poi difese con successo la “vecchia brocca” contro gli inglesi nel 1893. Da qui, iniziò il periodo d’oro del Mago di Bristol, i cui yacht vinceranno altre cinque America’s Cup fino al 1920: Defender, nel 1895 (primo scafo in alluminio nella storia della Coppa), Columbia (1899 e 1901), Reliance (1903) e Resolute (1920). Senza contare che anche le vincitrici delle edizioni del 1930 (Enterprise) e del ’34 (Rainbow), pur non progettate da Captain Nat, uscirono dai cantieri Herreshoff.






LE REGATE A COMPENSO? “COLPA” DEL MAGO DI BRISTOL

Una delle barche più estreme (ed influenti) della storia fu proprio Reliance: lunga 27,4 metri al galleggiamento e 43,5 fuori tutto, misurata dalla punta del bompresso alla fine del boma era lunga 60 metri: quando era sbandata l’opera morta si trasformava in linea di galleggiamento rendendola molto più performante. Le caratteristiche fuori dal comune di questa barca, che superava spaventosamente, a livello di concezione, le vecchie regole costruttive di Coppa, spinsero all’adozione di un nuovo sistema di compenso, sviluppato proprio da Herreshoff. La cosiddetta Regola Universale di Compenso, rimasta in auge fino al 1952 e considerata, di fatto, la prima formula di handicap moderna e affidabile. Si basava sul confronto delle dimensioni di una barca (relative alle variabili fondamentali) con quelle di un modello “virtuale”, inseriva tra i fattori anche il dislocamento e suddivideva gli yacht per classi (proprio come oggi!), in virtù del rating assegnato a ciascuna imbarcazione.

HERRESHOFF E I MONOTIPI

Pur ideatore di sistemi a compenso, Herreshoff non disdegnava certo la monotipia o le classi governate da una box-rule rigida: dal 1919 al ’41 furono varate 95 barche monotipo della S-Class: di questi divertenti e veloci scafi (8,38 m), sulle coste americane, navigano ancora 75 esemplari. Numeri da J/70, Mumm 30 e Melges 24! Fu grande anche il successo dei New York 30 commissionati ad Herreshoff dagli armatori del NYYC nel 1905: ne vennero realizzati 18 esemplari. Uno di loro è tutt’oggi protagonista dei circuiti di regate Panerai e vince di frequente. E’ il Linnet di Patrizio Bertelli.

LA PREZIOSA EREDITA’ DI CAPTAIN NAT

Ma come abbiamo detto all’inizio, oltre alle barche furono le soluzioni sperimentate dal Leonardo Da Vinci della vela a renderlo immortale. Tornando al Reliance, vi basti sapere che fu la prima barca ad avere la modernissima soluzione dei verricelli sottocoperta. Sviluppò poi un sistema scientifico per il calcolo del dimensionamento delle strutture di una barca (ossatura, fasciame, alberature) in un’epoca in cui la maggior parte dei progettisti si affidavano a regole tradizionali ed empiriche per determinarle: questo gli consentì di utilizzare per primo alberature leggere in metallo piuttosto che in legno. Sappiate inoltre che se oggi issate la randa con comodità, grazie ai garrocci che entrano nella canaletta, lo dovete a lui, che inventò questo sistema in sostituzione dei tradizionali “canestrelli”. Ideò poi il taglio del tessuto delle vele a strisce perpendicolari alla balumina (cross-cut sail, si usano ancora adesso!): all’epoca, sul Gloriana, lo fece soprattutto per contrastare la tendenza della tela di cotone a deformarsi sotto carico. Per non parlare delle prime eliche a pale abbattibili, il winch moderno, l’idea di attaccare sartie e stralli all’albero tramite linguette metalliche, l’invenzione dell’arridatoio come lo intendiamo oggi, il filo intrecciato per le sartie. Non c’è attrezzatura di coperta che Herreshoff non abbia perlomento contribuito ad innovare e rendere più comoda. Se per caso passate da Bristol (Rhode Island), fate un passo all’Herreshoff Marine Museum: entrerete nella mente dell’uomo che ha inventato la vela moderna.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 20: da Cazzare a Chiesuola

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

CAZZARE
Si potrebbe scrivere per ore sul significato e sull’origine del termine ma ci asteniamo dal farlo.
Ne citeremo solo alcuni:

  1. Serie d’improperi composti dal verbo sostantivizzato ripetuto varie volte
  2. L’azione del cazzare è una CAZZATA(dai una cazzata al fiocco) e, a bordo, se ne fanno tante.
  3. C’è sempre qualcuno all’in-terno dell’equipaggio che vi fa in-cazzare.

CENTRO VELICO
Con la nuova riforma fiscale sono diventati tutti ASD(associazione sportiva dilettantistica).
Detti in modo molto più romantico Circolo.

CEPPO
“ ….gira sul ceppo acceso lo spiedo scoppiettando…..”( G. Carducci-San Martino)
grosso pezzo di legno gettato sul fuoco nelle fredde e nebbiose giornate invernali
“la nebbia agli irti colli, piovigginando sale…).
Cosa c’entra con la marineria ? ….ma sotto il Maestrale urla e biancheggia il mar.

CHARLIE
Nome di battesimo di CHAPLIN(Sir Charles Spencer (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977) meglio noto come CHARLOT.
Quando fate lo spelling con la radio, comunque dite: C di CIARLI e non Charlot perché non farebbe ridere nessuno, soprattutto i militi della Capitaneria di porto, notoriamente poco CIARLIERI.

CHARTER
Voli low-cost che hanno rilanciato il turismo nautico, permettendo, con una spesa contenuta, di raggiungere la località dove lasciate la Vostra barca, un tempo irraggiungibile ad es. nel week-end.

CHIARO
Domanda perentoria che non richiede risposta, se non un altrettanto perentorio SI, fatta dal Comandante dopo che Vi ha “urlato” un ordine.

CHIAVETTA
(Flash drive, o Pen drive) è una memoria di massa portatile di dimensioni molto contenute (qualche centimetro in lunghezza e intorno al centimetro in larghezza) che si collega al computer mediante la porta USB.
Utilissima in barca per raccogliere tutta la musica che volete sentire senza dover continuamente cambiare CD.

CHIESUOLA(vedi foto in apertura)
Piccola costruzione sacra posta lungo la costa spesso a protezione dei marinai e della navigazione.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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La barca non sta ferma all’ormeggio? Ecco cosa puoi fare

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Siete in porto ma la barca è storta, si muove o da fastidio al vicino. Aggiustate un po’ le cime d’ormeggio e tutto si risolverà. Regolate le classiche cime da prua e da poppa (il cui nome barbetta e codetta stanno scomparendo dalla terminologia usata generalmente dai diportisti), rispettivamente più a pruavia e a poppavia per ottimizzare la loro trazione. Se in porto c’è un po’ di risacca o vento traverso, non basteranno, neanche per una breve sosta. Conviene quindi utilizzare e mettere subito in tensione degli springs ed eventualmente anche dei traversini.

Le springs sono cime incrociate dalla prua della barca alla poppa in banchina e viceversa, il loro compito è quello di impedire il movimento longitudinale dello yacht, cioè tengono fisso rispetto alla banchina il punto dove si incrociano. Per questa ragione le springs sostengono lo sforzo maggiore e vanno quindi scelte di diametro adeguato. I traversini servono invece per impedire rotazioni o movimenti trasversali della prua o della poppa, sono perciò molto importanti per mantenere la barca assolutamente immobile.

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Palermo-Montecarlo: Rambler primo in reale ma occhio alle “piccole” per la vittoria finale

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E’ un’edizione della Palermo-Montecarlo decisamente veloce quella che si sta disputando e si avvia verso le battute finali per le 54 imbarcazioni partite dal capoluogo siciliano. Prima una buona brezza da est, poi la rotazione verso ovest, ma mai vere bolle di bonaccia, garantendo a tutte la barche in regata buone medie di percorrenza.

È il Maxi Rambler 88 il primo scafo a tagliare il traguardo della XIV edizione della Palermo-Montecarlo.
Dopo aver passato per primo il gate di Porto Cervo, lo scafo dell’armatore statunitense George David, ex CEO della United Technologies Corporation che ha contribuito alla realizzazione di questo moderno Maxi di 29 metri firmato dal progettista argentino Juan K, è arrivato a Montecarlo dopo 55 ore, 34 minuti e 34 secondi di navigazione, tempo insufficiente per battere il record della regata stabilito nel 2015 dal Maxi Esimit Europa 2 di Igor Simcic in 47 ore, 46 minuti e 48 secondi. Alle sue spalle il Maxi 72 Lucky di Bryon Ehrhart, l’Orma 60 Ad Maiora di Bruno Cardile, il maxi Atalanta II di Carlo Puri Negri ed il Cookson 50 Endless Game di Pietro Moschini.
Rambler 88 si aggiudica quindi per la seconda volta la line honours della Palermo-Montecarlo (la prima due anni fa), vittoria che gli consente di portare a casa il Trofeo Giuseppe Tasca d’Almerita, assegnato al primo scafo della flotta che taglia il traguardo in tempo reale (il secondo in palio, il Trofeo Challenge Angelo Randazzo, andrà al vincitore in tempo compensato del gruppo IRC una volta che tutte le barche saranno giunte sul traguardo).

LIVE TRACKING QUI

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Le invenzioni del da Vinci della vela, Nathanael Greene Herreshoff

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Antibes, France – 2 June 2017, Panerai Classic Yachts Challenge 2017, Voiles D’Antibes 2017, Linnet. Ph: Guido Cantini / Panerai

Come vi abbiamo raccontato nella prima puntata, leggi QUINathanael Greene Herreshoff è il padre della vela moderna, inventore di tanti accessori e progetti che hanno cambiato il nostro modo di andare per mare. Andiamo a vederne alcuni dei più famosi.

L’arridatoio moderno

Il Mago di Bristol ha saputo precorrere i tempi e questi arridatoi in bronzo degli anni ’20, prodotti dalla Herreshoff Manufacturing Co., ne sono la prova. Fu il primo a studiarli e realizzarli nella forma che conosciamo. Si tratta di pezzi ricercatissimi sul mercato dai collezionisti (questi costano 1.500 dollari).

La chiglia a pinna con bulbo

Per l’imbarcazione Dilemma (1892), Herreshoff sperimentò primo fra tutti (con successo) la soluzione di una chiglia a pinna sottile che terminava con un bulbo a siluro e timone “appeso”. In poche parole, aveva inventato la barca contemporanea. Da buon sperimentatore, nei suoi bulbi metteva di tutto, anche l’antimonio per indurire il morbido piombo (come adesso).

L’elica pieghevole

Secondo la biografia stilata dal figlio, Nat Herreshoff ha progettato per primo un modello di elica pieghevole: tra il 1913 e il 1914 sviluppò un modello a tre pale abbattibili per lo yacht di 162 piedi Katoura. All’epoca installare un motore su una barca era considerata un’eresia e Nat inventò questa soluzione proprio per ridurre al massimo l’attrito. Tanto per cambiare, Katoura vinse tantissime competizioni.

Il winch “incassato”

A bordo di Reliance, protagonista della foto nella pagina accanto, Herreshoff ideò soluzioni di assoluta avanguardia. Come il winch meccanico con gli ingranaggi incassati in coperta. Stiamo parlando del 1903, guardate che somiglianza con i modelli di oggi. E pensate che sulle altre barche le manovre si svolgevano praticamente tutte a mano!

Garrocci & canalette

Sappiate inoltre che se oggi issate la randa con comodità, grazie ai garrocci che entrano nella canaletta, lo dovete a Herreshoff, che inventò questo sistema in sostituzione dei tradizionali “canestrelli”.

Alberi in metallo

Il Mago di Bristol sviluppò un sistema scientifico per il calcolo del dimensionamento delle strutture di una barca (ossatura, fasciame, alberature) in un’epoca in cui la maggior parte dei progettisti si affidavano a regole tradizionali ed empiriche per determinarle: questo gli consentì di utilizzare per primo alberature leggere in metallo piuttosto che in legno.

Il primo cat da regata

A livello di regate, il primo catamarano sportivo fu ideato e costruito nel 1876 da Herreshoff. Il 26 giugno 1876 alla Centennial Regatta di New York si presentò al timone del catamarano di 25 piedi Amaryllis e alla prima regata doppiò l’intera flotta di monoscafi (ma venne squalificato a seguito delle proteste dei concorrenti).

Il rating più usato

Herreshoff stilò la Regola Universale di Compenso, rimasta in auge fino al 1952 e che fu la prima formula di handicap affidabile (tanto che c’è chi ancora la utilizza per il calcolo dei tempi compensati). S rappresenta la superficie velica, D il volume di carena e L una lunghezza di un modello “virtuale” ottenuta dalla somma della lunghezza al galleggiamento più altre variabili in funzione della forma dello scafo.

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Barche, storie di mare, tecnica sul nuovo numero del Giornale della Vela. E in più entrate gratis al Salone di Genova!

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Benvenuti a bordo del numero di settembre del Giornale della Vela, in distribuzione nelle edicole e già in digitale.

Il numero con cui tuffarsi nella “nuova stagione”, l’autunno dei saloni e delle novità. Infatti, il focus centrale della rivista è dedicato a tutte – ma proprio tutte – le novità che vedrete in acqua nel 2019 e alle più importanti fiere. Cinquantuno barche, da 4 a 23 metri, dei maggiori cantieri che trovate a Cannes (11-16 settembre) e subito dopo a Genova (20-25 settembre): e la nostra analisi sul mercato.

ENTRATE GRATIS AL SALONE DI GENOVA!
E a proposito di Saloni: sapete che acquistando il Giornale della Vela entrate gratis al Salone di Genova?
Per voi sono pronti 500 biglietti omaggio, vi basta inserire il codice segreto che trovate all’interno della rivista a quato link (AFFRETTATEVI!): http://www.giornaledellavela.com/news/salone2018/

Questi sono solo due motivi per cui non potete non salire a bordo con noi del numero di settembre. Vediamone altri dieci:

QUEL GRAN MARINAIO DELL’AMBROGIO
C’era un ragazzo milanese che voleva diventare un velista oceanico. Ci è riuscito, e adesso il solitario Ambrogio Beccaria vince tutto, è l’incubo dei francesi sui Mini 6.50. Qualcuno parla di lui come “il nuovo Soldini”. Noi vi raccontiamo la storia di Ambrogio: dai primi passi al “Velamare Club” in Sardegna ai recenti trionfi oceanici.

DA DIECI ANNI VIVIAMO FELICI IN BARCA (CON 500 EURO AL MESE)
Poi vi raccontiamo un’altra bella storia di mare. Quella di Giampaolo e Basak, che da ormai dieci anni hanno deciso di mollare tutto e andare a vivere a bordo della loro barca: ci svelano il loro stile di vita rilassato e low budget, che consente ai due di vivere tranquillamente con (meno di) 500 euro al mese. Come fanno? Ve lo raccontano nel dettaglio…

STIAMO COSTRUENDO LA PRIMA BARCA “3D”
La prima barca della storia ad essere stampata in 3D? Non nasce in un sofisticato laboratorio neozelandese, non in un capannone segreto stile “James Bond”. Ma a Palermo, in Sicilia, dove Francesco Belvisi e Daniele Cevola stanno “facendo la rivoluzione” con un Mini 6.50 che prenderà parte alla Mini Transat e avrà le parti dello scafo e le appendici stampate in 3D.

JUAN K – QUELLE STRANE BARCHE
Dall’accusa di “Banana Republic” rivolta all’IMS durante l’Admiral’s Cup del 1999 al futuristico ClubSwan 36, passando per la Volvo Ocean Race e i Maxi oceanici, vi raccontiamo perché il progettista argentino Juan Kouyoumdjian è grande.

STOP AGLI SPRECHI IN CAMBUSA
Prosegue il nostro viaggio “presented by MEDPLASTIC” attraverso la navigazione responsabile e a impatto zero con l’ecovelista Simone Pierotti: questa volta Simone ci svela tutti i trucchi per dire “no” agli sprechi in cambusa. Consigli, idee e prodotti giusti.

COSA FARE IN BARCA A SETTEMBRE E TUTTO L’ANNO
Abbiamo raccolto per voi 20 idee per rendere indimenticabile la vostra navigazione di fine estate: ma tanti consigli sono validi per tutti e dodici i mesi dell’anno. Indicazioni gastronomiche, turistiche o semplici consigli dai nostri esperti sui più bei posti da esplorare in barca e a piedi!

LE 10 BARCHE PIU’ GRANDI DEL MONDO
Quali sono le “big ten” quando si tratta di barche private? Ve lo diciamo noi e vi sveliamo i nomi dei fortunati armatori. Si parte dal “traghetto” di 180 metri Azzam: e sappiate che il discusso “A”, la barca a vela più grande del mondo, è solo al decimo posto…

VIRATE, AMMAINATE RANDA DA SOLI E… IDEE CHIARE IN PORTO
Continua la nostra rubrica in collaborazione con l’esperto skipper Luca Sabiu di Mastersail: in questa terza puntata dedicata alla navigazione comoda, sicura e “famigliare”, vi sveliamo come compiere manovre in solitario per trasmettere totale tranquillità al vostro equipaggio alle prime armi. A noi è piaciuta tantissimo la manovra di ammainata della randa senza l’aiuto di nessuno…

LE BARCHE DEL MESE
In un numero così “denso” di novità e anteprime, non potevano mancare i nostri test: siamo saliti a bordo del nuovo Jeanneau Sun Odyssey 410 e del Southerly 480. Due barche diverse tra loro per stile e concezione, ma che hanno entrambe “colto nel segno”. Inoltre vi presentiamo il nuovissimo Grand Soleil 48 e l’ultima versione rinnovata dell’Advanced A66.

I GIOVANI TALENTI ITALIANI CHE VINCONO MEDAGLIE NEL MONDO
Gli azzurri hanno dimostrato di saper fare sul serio. Il Nacra 17 di Ruggero Tita e Caterina Banti “guida” un movimento che ormai è sbocciato e ci fa ben sperare in vista delle Olimpiadi 2020. Ma attenzione: le soddisfazioni non arrivano soltanto dalla vela olimpica…

Questo, e molto altro, sul numero di Settembre del Giornale della Vela!

Il Giornale della Vela lo trovi in edicola, su iPad, iPhone e su tutti i tablet e gli smartphone Android. Scarica la app gratis QUI e leggi la Preview del nuovo numero QUI

 

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 21: da Chiglia a Ciurma

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

CHIGLIA
“amena” zona della nave dove, nei secolo scorsi, i marinai meno adusi all’obbedienza venivano portati a fare un “giro”.
Sarebbe utile anche al giorno d’oggi farlo fare agli “Scafisti”.

CICALA
Insetto della famiglia cicadidi (Lyristes plebejus), lungo circa 30 mm, di colore nero con macchie gialle, e ali trasparenti con nervature gialle, che presenta una vita ninfale particolarmente lunga (può durare tre o quattro anni) e i cui maschi emettono, nelle ore calde dei mesi estivi, il caratteristico stridio.
Particolarmente fastidioso nei pomeriggi durante i quali vi state facendo una pennichella, mollemente sdraiati con la barca ormeggiata in rada, con una cima a terra legata ad un pino marittimo; sul quale c’è appunto una Cicala.
Trattandosi comunque di un vocabolario di termini marinareschi diamo anche la definizione di CICALA DI MARE o Magnosella o Batti battiè crostaceo decapodo della famiglia dei Scyllaridae. È una specie rara, protetta in Italia poiché sensibile alla pesca ed all’inquinamento. Peccato per lei che sia molto saporita.

CICLONE
Famoso film d’esordio del 1996 diretto ed interpretato Leonardo Pieraccioni, che nel film si chiamava Levante
Notevole(oh parliamo del 1996……) la presenza di Lorena Forteza e Natalia Estrada che ballano il Flamenco.

CIMA

  1. Ciò che non è un Genky (dai che “G” si avvicina)
  2. Estrema parte superiore dell’albero di un’imbarcazione(vai in Cima all’albero e cambia il windex)

CINTA
Quella Senese è una razza di maiale, allevato allo stato brado, il cui prosciutto, molto salato, è ideale per la cambusa di una barca a vela perché si conserva molto bene.

CINTURA
È un accessorio indispensabile della Braga e del Bragozzo.
Può essere costituito anche da una semplice sagola girata attorno alla vita e fissata con un Nodo piano o, più artisticamente, con un nodo inglese doppio, per regolarne la circonferenza.

CIRCOLO
Luogo di ritrovo dove i velisti, spesso nel dopo-regata, vagano, girando in tondo in attesa del rinfresco offerto dallo sponsor(seeh, una volta !!!).
Vedi Centro Velico.

CIURMA
Termine dispregiativo con il quale il Comandante indica i membri del suo equipaggio.
In origine indicava l’insieme degli schiavi-vogatori delle antiche galee.
L’unica differenza sta nel termine “vogatori” che oggi non esiste più(almeno nelle imbarcazioni a vela).

CONTINUA…

QUI IL LINK ALLA PUNTATA PRECEDENTE

QUI IL LINK A TUTTE LE PUNTATE DEL VOCABOLARIO

CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 22: da Clinker a Coltellaccio

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CLINKER
Particolare disposizione dei corsi del fasciame di un imbarcazione in ceramica che vengono uniti mediante rivettatura lungo i bordi dei corsi sovrapposti.

CLIPPER

  1. Nome di un simpaticissimo delfino(tursiops truncatus) che negli anni ‘60/’70 del secolo scorso era protagonista di una serie televisiva……poi è arrivato YOUPORN e più nessuno ha guardato il delfino…Forse però il delfino si chiamava FLIPPER, aveva due bottoni sui lati ed aveva 5 palle.
  2. Originale marca di accendini e cartine per sigarette, nota per un particolare tipo di accendino ricaricabile a butano, progettato da Enric Sardà e prodotto da Flamagas S.A. dal 1959. È spesso usato dai velisti perché antivento.

COCCA(vedi foto)
(vedi Addugliare)vezzeggiativo spesso usato come nome per barche”scannatoio”….
…facendo credere, all’ amante di turno, di aver dato il nome alla barca in suo onore << sai l’ho appena comperata e per il nome ho pensato a te che sei la mia Cocchina…..sali, sali a bordo; poi, al largo, ti faccio vedere la mia collezione di bozzelli…….e ti insegno a…….cazzare il fiocco……>>.
Normalmente si hanno più cocche, proprio come succede con quelle, che marinarmente parlando, si formano su cime e scotte.

COCCINELLO
Il maschio della coccinella, simpatico coleottero portafortuna a forma di semisfera con il dorso rosso o più raramente giallo con pois(puntini) neri.
Talvolta, navigando sottocosta, lungo rive boscose, può capitare che venga a posarsi sulle draglie.

CODA DI RATTO
Nei porti più malfamati, se non avete messo le opportune protezioni sulle cime d’ormeggio, potrebbero salirvi a bordo i Ratti, grossi topi meglio noti come Pantegane.
Portatevi a bordo un bel gatto di strada…..la coda di ratto sarà l’unica cosa che rimarrà del vostro indesiderato ospite.

COEFFICIENTE DI FINEZZA
Quello che manca al giorno d’oggi a molti marinai/velisti.

COFFEE GRINDER
Letteralmente, macinino da caffè.
Con l’uso delle cialde e delle capsule, è andato in disuso.

COLLARE
Cerchio metallico fissato attorno al Collo del vostro cane, portante uno o, raramente, più Golfari ai quali agganciare la medaglietta o una cima o una sagola per tenere fermo l’animale.

COLLO
A Collo; modo di dire per indicare l’azione di fissare il Collare al vostro cane di bordo.

COLTELLACCIO
Sarebbe buona cosa tenerlo a portata di mano per prevenire gli abbordi in mare ma può essere utile anche per tagliare, repentinamente, una cima Incattivata.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Palermo-Montecarlo: Tonner de Glen ed Endlessgame fanno festa, ma che exploit del Grand Soleil 34 Agylion

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L’equipaggio di Tonner de Glen

Non è il maxi Rambler 88 il vincitore della Palermo-Montecarlo, anche se la barca di George David che vantava alla tattica Brad Butterworth e a bordo tra gli altri Alberto Bolzan, ha conquistato il Trofeo Tasca d’Almerita per il vincitore in tempo reale. Come vi avevamo anticipato nelle classifiche in tempo compensato non sono mancate le sorprese a cominciare da quella IRC che assegna formalmente il vincitore generale della regata. E’ il Ker 46 Tonner de Glen di Dominique Tian il vincitore di quest’edizione, seguito al secondo posto dal sorprendente risultato del piccolo Grand Soleil 34 Agylion condotto in doppio da Alberto Bona e Matteo Sericano che si aggiudicano quindi anche la classifica X2.

L’arrivo del GS34 Agylion

Terzo posto per il Cookson 50 Endlessgame di Pietro Moschini autore di una regata importante anche in tempo reale, con a bordo anche il coach della nazionale Nacra 17 Gabriele Bruni e Lorenzo Bressani.

L’equipaggio di Endlessgame

Endlessgame, a conferma della performance di rilievo, si aggiudica la classifica ORC overall, seguito dall’M37 Hebe V di Zdenek Jakoubek, terzo posto ancora per il Grand Soleil 34 Agylion.

Le classifiche complete QUI

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Europei e mondiali giovanili si tingono d’azzurro: 3 ori e un bronzo

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Sui podi delle due principali regate giovanili della settimana – l’Europeo RS:X e il Mondiale giovanile Laser – il tricolore ha sventolato più in alto di tutte le altre bandiere grazie alle super regate di Mattia Camboni nelle tavole e di Guido Gallinaro e Matilde Talluri nei Laser Radial maschile e femminile. Un successo sotto tutti i punti di vista, a cui si aggiungono, sempre nel Laser Radial, anche il primo posto di Cesare Barabino tra gli under 17 maschili ed il secondo posto di Giorgia Cingolani (CV Torbole) nella classifica femminile. Nelle ragazze Giorgia Speciale è settima in Medal Race, ma campionessa europea nella categoria Youth, ottimo finale di una stagione in cui Giorgia ha conquistato 5 medaglie RS:X e Techno 293 Plus.

Mattia Camboni regala all’Italia il primo europeo in RS:X

A Sopot, in Polonia, l’atleta di Civitavecchia ha raggiunto un risultato storico, portando per la prima volta l’Italia sul tetto d’Europa con le tavole a vela olimpiche. Una settimana di regate che rispecchia quanto visto di recente al mondiale di Aarhus, concluso da Mattia in sesta posizione dopo un secondo posto nella Medal Race finale, la regata a punteggio doppio. A Sopot invece, Mattia ha messo a referto quattro primi posti e due secondi, impreziositi dal secondo posto in Medal che l’hanno consacrato campione d’Europa. Nelle tavole buona prestazione anche di Marta Maggetti che ha portato a casa la sesta posizione.

Guido Gallinaro e Matilde Talluri vincono l’oro, Francesco Viel prende il bronzo

Il nostro Velista dell’Anno Young ci conferma che non ci eravamo sbagliati: Guido Gallinraro è campione del mondo di Laser Radial maschile ai Mondiali delle classi giovanili. A Kiel, in Germania, sul tetto mondo insieme a lui c’è Matilde Talluri che ha comandato la classifica dal primo all’ultimo giorno. Se questa doppia vittoria al mondiale di Laser (la classe più diffusa al mondo) è già di per sé un ottimo risultato, non passa inosservata anche la terza posizione di Francesco Viel che chiude la settimana di regate in terza posizione. Sempre nella top ten ci sono altri tre atleti italiani: Rodolfo Silvestrini, che chiude in quinta posizione, Cesare Barabino, campione del mondo Under 17 e sesto overall, e Matteo Paulon in decima posizione. Tra le ragazze Federica Cattarozzi chiude ottava, mentre Giorgia Cingolani è decima e vice-campionessa del mondo U-17

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Esplosione? No, un fulmine colpisce l’albero di una barca a vela! | VIDEO

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Vi è mai capitato di cercare di riprendere un temporale e di riuscire a immortalare qualche fulmine all’orizzonte? L’uomo in questo video si è trovato nel posto giusto al momento perfetto ed è stato in grado di catturare il momento in cui un fulmine ha colpito l’albero di una barca a vela, trovandosi ad una distanza sufficiente da poterlo raccontare senza aver corso rischi.  Questa scena incredibile e spettacolare è stata ripresa a Muggia, a sud di Trieste, e fortunatamente non ha provocato né vittime né feriti. Sarebbe interessante scoprire come appare ora l’albero, dopo aver ricevuto una scossa di tale intensità.

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Golden Globe: Cappelletti passa l’equatore, Peche si ritira, Van Den Heede domina

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La colorata flotta del Golden Globe prosegue la sua navigazione a buon ritmo, con tutta la flotta che ormai naviga oltre i 30° sud escluso il nostro italiano Francesco Cappelletti che ha invece da poco passato l’equatore, essendo partito quasi due settimane dopo rispetto agli altri concorrenti (LEGGI QUI).

In testa la novità degli ultimi giorni è il ritiro di Philippe Peche e l’ormai netta supremazia di Jean Luc Van Den Heede oltre Capo di Buona Speranza. Il leader Peche, che aveva condotto la regata fin dalle battute iniziali, ha rotto in maniera irreversibile il timone a vento e ha deciso per il ritiro a Cape Town. Dal punto di vista della classifica la regata è praticamente “congelata”, dato che le miglia di vantaggio di Van Den Heede sul secondo, Mark Slats, sono quasi 1000.

Prosegue senza problemi la corsa di Francesco Cappelletti che come dicevamo è entrato nell’emisfero sud. Con un breve messaggio inviato tramite l’app YB Tracker lo skipper toscano ha commentato così: “A quanto pare abbiamo passato l’Equatore! Già un piccolo-grande risultato per me e 007.. È avvenuto nel migliore dei modi, mentre 007 in autogoverno mi trasportava attraverso una notte tranquilla e contemporaneamente il vento prendeva la sospirata rotazione!!!”.

Da segnalare come, nonostante qualche momento difficile con un po’ di “lavatrice” dentro 007 in alcuni frangenti di condizioni dure, Cappelletti procede bene rosicchiano miglia agli ultimi concorrenti della flotta e tenendo in alcuni casi velocità superiori ai 7 nodi. A rendere il tutto più gradevole per l’italiano anche la pesca, che ha fruttato diversi tonnetti e lampughe che sono andati a integrare il cibo disidratato che è alla base dell’alimentazione in questo tipo di navigazioni.

TRACKING QUI

 

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La lunga estate della VELA Cup, tutti pronti al Trofeo Mariperman di Le Grazie?

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 Anche se l’estate sta giungendo al termine non è ancora tempo di mandare in letargo il costume e la voglia di regate. Il perché è facile: ci sono ancora due VELA Cup in programma per le ultime settimane di settembre, in Liguria e a Capo d’Orlando, Sicilia. Non è passata neanche una settimana dalla fine della VELA Cup Trofeo Formenton e siamo già sintonizzati sul prossimo appuntamento del circuito: il Trofeo Mariperman, che dal 22 al 23 settembre avrà come teatro il Golfo dei Poeti, con “campo base” a Le Grazie.

Una regata dall’atmosfera molto speciale che vede navigare fianco a fianco barche con le vele latine navigare e moderni racer e cruiser o ogni genere di barca che abbia una vela. “Questa regata è uno spettacolo da vedere, ma farla è molto più affascinante”, così una velista si è confidata alla fine della manifestazione lo scorso anno. Se il colpo d’occhio non lascia certo indifferenti, essere parte della festa è tutta un’altra musica, anche perché la VELA Cup fa del divertimento il suo tratto distintivo. Il famoso “spirito VELA Cup” ha contagiato anche il Mariperman, il trofeo è organizzato dalla Marina Militare che è nato trent’anni fa per festeggiare la nascita del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale. Per questo in regia e in acqua ci saranno molti marinai di lungo corso, a bordo di barche d’epoca e classiche. La VELA Cup – come sempre – è per tutti, dai velisti di professione ai semplici amanti della vela che si vogliono sfidare in una location incredibile.

 

“Questa regata è uno spettacolo da vedere, ma farla è molto più affascinante”

 VELA Cup e Trofeo Mariperman

Il villaggio della regata e la segreteria saranno allestiti nella pineta di fronte a Le Grazie (Comune di Portovenere) a partire dal giorno precedente alla manifestazione. Qui si perfezioneranno le iscrizioni, si consegneranno gli adesivi di prua e soprattutto potrete ricevere la preziosa bag con le istruzioni, una copia del Giornale della Vela e utili gadget. La regata avrà luogo, appunto, nel Golfo dei Poeti, per la precisione tra Porto Venere e l’Isola del Tino, sempre all’interno del Golfo di La Spezia, una zona particolarmente protetta dalle onde. Nel tardo pomeriggio, subito dopo il rientro delle barche dalla regata inizierà la premiazione e dopo la grande festa con tutti i partecipanti. In palio, come in ogni tappa della VELA Cup ci sarà un super orologio TAG Heuer Aquaracer che verrà sorteggiato tra tutti i partecipanti alla regata.

PER ISCRIVERTI ALLA REGATA

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Due giovani fratelli, un Hobie Cat, e il giro d’Italia dormendo sulla spiaggia

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hobie cat
“Per favore, scrivete che qui a Rodi Garganico, dove stiamo facendo uno scalo prolungato per via del ‘maestralone’, ci hanno accolto benissimo e sono super ospitali.
La gente, i bar, il porto stesso. Ci hanno dato un posto asciutto dove passare la notte, caricare i cellulari e un buon caffè caldo in questi giorni di pioggia e freddo”.

IL VIDEOSALUTO DEI “GALIMBERTI’S”

Ci tengono a ringraziare, Francesco e Giacomo Galimberti, 22 e 20 anni da Milano: lo scorso 19 luglio (e 1.200 miglia fa) sono partiti da Ventimiglia a bordo del loro piccolo catamarano Hobie Cat 16 “Banana Joe” (5,05×2,43 m, non abitabile) per la circumnavigazione dell’Italia. Ad ogni scalo, i due dormono all’addiaccio sotto al loro catamarano coperti da un telo: l’arrivo è previsto a Trieste il prossimo 19 di settembre.


PERCHE’ FARLO IN HOBIE CAT?

Ma perché, gli abbiamo chiesto: perché invece di passare un’estate da universitari “normali” i due fratelli hanno deciso di lanciarsi in questa avventura? “Ci piacciono le vacanze alternative (Francesco ha già compiuto il periplo della Sardegna in solitario in 420, nel 2016), lontani dalla calca turistica e dai terreni battuti. La nostra famiglia ci ha trasmesso la passione per la vela, e ci sostiene in questa impresa. Nostra madre ha passato le sue vacanze in camper a seguirci in Calabria: eravamo stremati e dormire per qualche sera in un letto anziché sulla spiaggia, e mangiare dei pasti veri e non liofilizzati ci ha dato le forze per proseguire in uno dei momenti più difficili”.


LE DIFFICOLTA’

In effetti, i due hanno incontrato le maggiori difficoltà proprio in Calabria, nel Golfo di Corigliano: “Prima eravamo circondati da delfini, un’esperienza unica. Poi ci siamo ritrovati con un metro e mezzo di onda, vento a 30 nodi: nonostante le due mani di terzaroli, è stato faticosissimo tenere il nostro Hobie Cat, sarebbe bastato distrarsi un attimo, poggiare o orzare di pochi gradi, e avremmo ingavonato e scuffiato. Veramente faticosissimo”. A proposito di scuffie: “Ci siamo rovesciati nello Stretto di Messina. Tra vento e corrente, ci abbiamo messo 40 minuti a raddrizzare la barca!”.


Ora, dalle Puglie, ai Galimberti mancano “solo” circa 460 miglia per arrivare a Trieste:
“Viaggiamo con una media di circa 25 miglia al giorno. Quando possiamo, cerchiamo di macinarne di più per recuperare tempo: ci eravamo attardati in Liguria a causa delle bonacce estive e del levante che ci costringeva alla bolina, cosicché appena arrivati in Toscana abbiamo navigato dalle 11 del mattino alle 6 del giorno successivo, con tanto di navigazione notturna”.


LA VITA A BORDO

Come procede la vita a bordo? “Giacomo è studente di fisica”, scherza Francesco, laureato in Design dell’Automobile in Inghilterra, “quindi mi tocca ‘sorbirmi’ discorsi tecnici sul calcolo degli angoli e dello scarroccio. A terra, dormiamo sotto la barca ricoperti da un telo, talvolta improvvisiamo fuochi sulla spiaggia (siamo entrambi scout) e ci è capitato di cucinarci anche i pesci presi alla traina”.


Ci raccomandiamo, seguite sulla loro pagina Facebook l’ultima parte della loro avventura: l’avventura di due ragazzi che alle serate in disco in Versilia o in Riviera preferiscono la vela. Quella selvaggia, senza fronzoli. La vera vela!

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Cade la moglie fuoribordo, il marito non se ne accorge: salva per miracolo

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Sembra incredibile quello che è successo qualche giorno fa sulle coste nordamericane
: marito e moglie stavano navigando a bordo della loro barca a vela di 39 piedi nella baia di Narragansett (Newport, Rhode Island), verso Greenwich, nel tardo pomeriggio, quando lei è caduta in acqua e lui non se ne è accorto minimamente, proseguendo la navigazione.

La donna, in lieve stato di ipotermia (per fortuna il clima era mite: se fosse accaduto in inverno?), è stata recuperata da una barca da crociera ben 10 ore dopo, alle quattro del mattino, sull’isola di Prudence, da lei raggiunta a nuoto: l’equipaggio ha sentito le sue urla disperate della “naufraga”.

Il marito è stato trovato a Warwick, cittadina a nord di Newport: aveva ormeggiato la barca come se niente fosse e ha raccontato alla polizia locale che pensava che sua moglie stesse dormendo sottocoperta. Alle due di notte ha realizzato che non era a bordo, e da lì sono partite le ricerche. Gli investigatori stanno ancora provando a venire a capo della bizzarra faccenda.

(La foto ha scopo esclusivamente illustrativo e non si riferisce alla vicenda raccontata nell’articolo)

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 23: da Comandante a Corno

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

COMANDANTE
È il responsabile dell’organizz…zz…..zzzz….zzzz
Scusate mi ero appisolato leggendo le quasi due pagine de Il Vocabolario del Velista alla voce Comandante. Le cose che deve fare sono davvero tante.
L’unica che mi è rimasta ben impressa in mente è la frase: “Il Comandante esercita la sua autorità su tutte le persone imbarcate, che GLI DEVONO OBBEDIENZA”…..il resto non lo ricordo, ma tanto non serve. Mi basta questo !

COMMANDO
Drappello di baldi giovanotti dell’equipaggio che, appena terminate le manovre di ormeggio, si lancia per i vicoli del porto alla ricerca di “ materia prima” per allietare la serata del Comandante.

COMMODORO

  1. Titolo onorifico che viene dato ad anziani Presidenti di circoli nautici particolarmente benemeriti.
  2. Titolo onorifico che si dà al comandante più anziano di una Compagnia di Navigazione.
  3. Titolo che verrà dato all’ A. dopo la pubblicazione di questo libro per la pazienza dimostrata nel redigere il testo e per la profonda conoscenza dei termini marinareschi.

COMPASSO
COMPASSO LIEVE o COMPASSO MARINO Per elisione:Tipo di camminata dolce da tenere quando si cammina in coperta mentre il Comandante sta riposando sotto-coperta. La grammatica italiana non permette di anteporre la N davanti alla P e da ciò compasso e non conpasso, come pure Pompelmo e non Ponpelmo e Pom……( e non andiamo oltre….).

CONSERVA
Metodo migliore per navigare assieme ad altre imbarcazioni.
Ognuno terrà in cambusa la propria conserva, salvo poi scambiarla con quelle delle altre barche.
Noi preferiamo quella di Arance amare e frutti di bosco, ma ottime anche quelle di pere o di peperoni, melanzane e, fra le piccanti, quella di frutta senapata(specie se navigate durante le feste Natalizie).

CONTRAMMIRAGLIO
Urto violento ed involontario che può capitare se passate davanti all’Ammiragliato, senza porre attenzione a chi sta uscendo dall’edificio.

CONTROBORDO
Quando, durante un Abbordo in mare, le due imbarcazioni si urtano un bordo contro l’altro.

CONTROCHIGLIA
Incidente ben più grave del precedente(Controbordo) perchè la collisione contro la chiglia(che notoriamente è sotto la linea di galleggiamento), se particolarmente violenta, porta, quasi certamente, all’affondamento delle imbarcazioni coinvolte.

CONTROCORRENTE
Praticamente lo quintessenza di questo libro.

CONVERSIONE
Netto mutamento di fede, presa di coscienza “esistenziale”.
Capita, alcune volte, ai novelli marinai/velisti che dopo alcuni giorni trascorsi in mare con onda morta, poca acqua dolce, cibo spesso avariato ma, soprattutto, con una compagnia di “Scassaca..i fotonici” decidano di convertirsi e diventare Buddhisti o Motonauti.

COORDINATE
Le donne dei velisti maniache dell’ordine a bordo.
Riordinano cambusa, cabina, cala vele, vano motore, cassetta attrezzi, etc. etc.
Riordinano talmente bene che non riuscirete più a trovare nulla.
La cosa grave è che sono coordinate fra loro e quindi il casino è totale.

COPERTA
Panno pesante che si stende sul letto sopra le lenzuola.
Può essere sostituita, su barche più spartane, da un sacco a pelo.
C’è chi se la porta in trasferta(copertina) quando non c’è la moglie.

COPPO
Sinceramente l’A., pur avendo navigato in lungo e in largo, mari, laghi e financo fiumi, non hanno mai visto una coperta con la copertura in coppi; vetroresina, teak, materiale sintetico, ma coppi, mai !!!

CORDAME
Espressione tipicamente femminile per definire l’insieme disordinato di cime, sagole, scotte, drizze presenti a bordo.

CORNO
Spesso usato al femminile-plurale.
Malgrado i naviganti si vantino di metterle alle mogli lasciate a casa, molto spesso sono loro a portarle.
Lo si nota dai graffi lasciati sui pannelli in mogano del soffitto sottocoperta.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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