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Channel: Giornale della Vela
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Cosa controllare a bordo prima di partire per una crociera. PRIMA PARTE

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Dopo avere parlato di alcune manovre da effettuare in sicurezza e semplicità quando siamo da soli o in equipaggio ridotto (leggi QUI), andiamo ad affrontare degli argomenti più tecnici come la check list delle cose da controllare a bordo prima di partire per una crociera in barca, ancora con l’aiuto del nostro esperto Luca Sabiu.

State per iniziare la vostra crociera e vi apprestate ad affrontare i controlli a bordo prima di salpare, e venite subito pervasi dalle incertezze: soprattutto se avete noleggiato la barca. “Cosa devo controllare a bordo? Cosa devo portarmi da casa? E le dotazioni di sicurezza?”.

L’IMPORTANZA DELLA SACCA STAGNA

Innanzitutto, portatevi in barca una borsa personale stagna da 15 litri circa (del valore di poche decine di euro), in cui concentrare le dotazioni presenti in giro per la barca: fuochi, razzi, tromba, vhf portatile, una bottiglia d’acqua, ecc. Questa borsa sarà il vostro bidone survie. Questa operazione richiede pochi minuti ma vi creerà una certezza: aver chiaro che tutto quello di cui potrete aver bisogno nel momento d’emergenza sarà nella borsa e quindi non dovrete fare la caccia al tesoro.

CHECK-IN SOTTOCOPERTA

Sistemata la questione borsa, dovrete occuparvi dei controlli di bordo. Partendo da prua, ipotizzando una barca da tre cabine e un bagno, inizierete a ispezionare gli ambienti sottocoperta nei minimi dettagli. Vediamo come. Cabine e bagno. Verificate la presenza e lo stato dei salvagenti sotto ai letti, la pompa dell’acqua del wc, lo switch del serbatoio dell’acqua (se è nello stesso locale del wc). Controllate l’ubicazione e la completezza della Farmacia di bordo (e ricordatevi di avere il numero del CIRM – Centro Internazionale Radio Medico – sul vostro cellulare: +39 0659290263), dove sia alloggiata l’autoclave e operate un rapido apri/chiudi delle prese a mare del wc.

Poi controllate il funzionamento delle valvole delle acque nere e aprite il pagliolo che protegge il vano in cui è installata l’elichetta del log: deve essere asciutto, e devono esserci dei coni turafalle legati in prossimità, se mancano, aggiungeteli. Verificate l’effettivo funzionamento del galleggiante di sentina alzandolo a mano (a pompa accesa). Non trascurate infine la presa a mare del lavandino, l’ubicazione di batterie, caricabatteria, magnetotermico del salpancora, rubinetto del gas.

Vano Motore

Sollevando la scala frontale potrete verificare lo stato di olio, cinghia e girante. Aprendo poi il vano di ispezione dal lato di dritta, controllate con attenzione l’olio del sail drive: se è chiaro senza bollicine tutto ok, se emulsionato fatelo subito presente. Perché altrimenti al ritorno non vi verrà restituita la cauzione: spesso un filo da pesca o un pendino da trappa possono danneggiare il paraolio e si rende necessario alare la barca. Sul lato destro, controllate la buona salute della pompa AC, fondamentale per effettuare un eventuale spurgo. Sul vano di sinistra potrete vedere la presa a mare del motore, verificate se si riesce a chiudere o rimane bloccata. Tavolo da carteggio. Qui dovranno esserci i coltelli delle batterie separati tra motore e servizi, la valvola d’intercettazione del gasolio: ispezionate il quadro elettrico dividendolo semplicemente per Luci e Acqua. La cassetta dei ferri dovrà essere pronta all’uso e contenere le attrezzature di base: tra cui una girante di scorta con un paio di fascette elettriche per il suo facile posizionamento. Date un’occhiata ai documenti e non dimenticate di controllare che ci siano le carte nautiche della zona in cui navigherete. Dopo aver provato il VHF, controllate che nel plotter cartografico ci sia alloggiata la schedina di memoria delle mappe (potrebbero addebitare a voi l’eventuale mancanza al check-out).

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

www.viverelavela.com

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Beccaria “Le Roi” in trionfo a Les Sables: non c’è storia nella tappa di ritorno

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Aveva detto alla vigilia della partenza “Non spingerò troppo, sarà più conservativo e mi preoccuperò di gestire il vantaggio” ma per Ambrogio Beccaria in questo periodo sembra proprio difficile fare una regata normale. Dopo la netta vittoria della prima tappa della Les Sables – Les Acores – Les Sables (LEGGI QUI) “Bogi” e Geomag si impongono anche nella tappa di ritorno da Horta a Les Sables, 1270 miglia, andando a vincere nettamente la regata con un vantaggio complessivo tra le due tappa di dimensione “monstre” con il tempo di 6 giorni, 3 ore, 21 minuti e 43 secondi. Si tratta della quinta vittoria di fila in questa stagione, di fatto è il re della classe Mini 650 Serie e il resto della flotta probabilmente si starà chiedendo cosa fare per interrompere questo dominio. Quinta vittoria che incorona Ambrogio Beccaria campione di Francia di Course au Large.

Niente da fare per la muta di ministi francesi che aveva come obiettivo quello di provare a scalfire il dominio dello skipper italiano. La regata è andata quasi come da copione: vento leggero nella fase iniziale, la flotta ha fatto rotta a nord per agganciare un fronte e partire al traverso/lasco a medie sempre intorno ai 9/11 nodi. Beccaria al momento giusto era quello posizionato più a nord e come spesso accade si è trovato perfettamente in fase con la rotazione e il rinforzo del vento, prendendo la testa della regata già ben prima di metà percorso e non mollandola più fino all’arrivo di Les Sables.

La vela italiana oggi ha un fenomeno che si chiama Ambrogio Beccaria. E’ lui la punta di diamante della nostra vela oceanica. E’ pronto per esplodere definitivamente, la Mini Transat 2019 lo sta aspettando.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 12: da Boa a Bompresso

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

BOA
Come la biscia, non è velenosa ma pur non mordendo se sale a bordo vi ingoia interi.
Porre la massima attenzione se navigate lungo il Rio delle Amazzoni(cosa peraltro difficile a vela)dove di Boa ce ne sono tanti.

BOCCA DI LUPO
Famosa quella della “nonna” di Cappuccetto Rosso.

BODUTTA(vedi foto)
Soprannome dato ad una gagliarda “Navescuola” che ha iniziato all’ars amandi numerosi marinai e velisti, alcuni anche, anagraficamente, attempati.
Esiste da sempre; come, peraltro, il lavoro più antico del mondo al quale la Bodutta si è attata.

BOLERO
Danza spagnola, famoso quello di Ravel, spesso ballato a bordo.

BOLINA
Tipica risposta di un local del lago d’Iseo alla domanda <<come si chiama quella ragazza ? >>
<< boh, Lina >> per elisione bo, Lina.

BOMA
Tipica risposta di un local del lago d’Iseo indeciso, alla domanda <<come sarà il tempo oggi ? >>
<< boh, mah >> per elisione bo, ma.

BOMPRESSO(vedi foto)
Lunga asta posta a prua delle barche a vela dove, abitualmente, i ragazzi di bordo si appostano per fare spettacolari tuffi.
Occasionalmente viene usato anche per murare il Gennaker

CONTINUA…

QUI IL LINK ALLA PUNTATA PRECEDENTE

QUI IL LINK A TUTTE LE PUNTATE DEL VOCABOLARIO

CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Dove osano in pochissimi, Nave Vespucci per la prima volta al Circolo Polare Artico

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L’emozione a bordo deve essere stata tanta nel momento in cui, per la prima volta nei suoi 87 anni di servizio, il Vespucci ha raggiunto il Circolo Polare Artico. A bordo ci sono i giovani allievi dell’Accademia Navale che stanno compiendo il consueto viaggio d’istruzione estivo, che li vede impegnati per circa tre mesi di navigazione. Dal suo varo nel 1931, l’Amerigo Vespucci, veliero a tre alberi della Marina Militare ha lasciato a poppa tantissime miglia, ma non si era mai spinto così a nord.

Sono ormai quasi 90 anni che la nave solca i mari del mondo con a bordo i giovani allievi ufficiali della Marina in addestramento e non solo. Il Vespucci è la nave simbolo della tradizione marinara italiana, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo L’8 agosto per la prima volta nella sua storia ha superato il limite del Circolo Polare, evento di per sè particolarmente raro per le navi della Marina. Il Vespucci stava navigando tra Reykjavìk, Islanda, e la città tedesca di Amburgo per la consueta campagna di formazione, che porta la nave scuola nei principali porti europei del Mediterraneo occidentale e del nord Europa. La tappa subito precedente a Reykjavìk era stata nelle Azzorre, a Ponta Delgada, da cui il Vespucci era partito per una traversata  della lunghezza stimata di circa 1600 miglia, da percorrere risalendo l’oceano Atlantico, fino ad arrivare in Islanda.

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Cosa controllare a bordo prima di partire per una crociera. SECONDA PARTE

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Nella prima puntata vi abbiamo parlato di cosa controllare sottocoperta (LEGGI QUI) , e all’esterno non sarebbe opportuno fare delle verifiche? Certo che si, andiamole a vedere con il nostro esperto Luca Sabiu.

IN COPERTA

Sempre partendo da prua, verificate lo stato del telecomando del salpancora e del perno blocca-catena sul musone. Per quanto riguarda le vele, valutatene lo stato generale e controllate attentamente le mani di terzaroli (le altre manovre le vedremo in mare). Inserite il pilota automatico e badate che funzioni senza strani “gracchi”. Staccando la 220 v dalla banchina accendete l’entrobordo, leggete le ore motore, testate l’invertitore due volte avanti e due indietro, a qualche decina di secondi una dall’altra. La zattera di salvataggio dovrà essere legata in coperta, facilmente accessibile e con un coltello in prossimità. Non dimenticatevi della barra del timone di rispetto, prima di salpare è meglio controllare che entri nella sua sede senza difficoltà. Una drizza di rispetto nel gavone, infine, potrà fungere da jackline qualora non presente a bordo. Importantissimo: lasciate sempre a portata di mano, in pozzetto, un fuoco di emergenza. Definite una posizione fissa, il mio suggerimento è di utilizzare sempre la tasca di dritta.

LA “VERA BORSA DEL DIPORTISTA”

Sia che saliate a bordo della vostra barca, sia che l’abbiate noleggiata, vi consiglio di tenere con voi quella che io chiamo “la vera borsa del velista”. In tanti anni ho perfezionato questa piccola lista di oggetti con i quali si possono risolvere molti problemi a bordo. Partiamo dall’equipaggiamento personale: – Cerata completa e stivali (sempre. anche ad agosto) – Giubbotto personale autogonfiabile con luce inserita – PLB personale inserito nel giubbotto (ormai i costi sono abbordabili e i vantaggi assoluti) – Pendaglio con sgancio rapido e pallina fermavele (fondamentale) – Lampada frontale con luce rossa/bianca con batterie di scorta – Coltello tipo Leatherman o similare, con pinza Nella borsa andrete a mettere: – Piccolo kit con filo cerato, aghi, due metri di dyneema scalzato diametro del 4 e del 2, un accendino. Feeder in acciaio di queste due misure. – Bustine di Polase e scatoletta di Zirtec ricordando qualche blister (involucri per pastiglie e capsule) nella cerata. – Piccolo GPS portatile con waypoint già inseriti di porti di fuga che potrebbero risultare sottovento o sopravento alla nostra navigazione, batterie di scorta. – Due anelli in acciaio semplici da 4/5 cm di diametro (potrete realizzare qualsiasi grillo di emergenza e bozzello) – Un pacchettino di pezze di dacron adesive – Qualche fascetta di plastica (sarà così semplicissimo sostituire la girante) – Stick di pasta turafalle e qualche piccolo cono turafalle in legno.

IL NOSTRO ESPERTO

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 13: da Bonaccia a Branda

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

BONACCIA
Reg: Bonazza, bbona, etc.
Aggettivo usato dal rude marinaio per indicare la qualità delle signore imbarcate.

BORDAME
Termine alquanto grezzo e financo volgare, ora, fortunatamente in disuso, per indicare le varie signore imbarcate.

BOROSA
Non coprirsi correttamente nelle fredde uscite invernali può provocare un raffreddore che spesso mi porta a chiamare in questo modo la “bia borosa”(fidanzata)

BOZZA
Quattro righe o uno schizzo buttati lì, su un foglio, prima di trascriverli in bella copia sul diario di bordo.
prima e imperfetta forma di un lavoro, un progetto ecc.; abbozzo

BOZZELLO(vedi foto)
Rigonfiamento di colore bluastro che compare dopo aver ricevuto in fronte una carrucola, in origine in legno, usata per ridurre lo sforzo di tesare una cima o scotta.
Il più frequente è quello provocato delle sartie volanti di sottovento che, specie sui grandi yachts, può provocare danni gravissimi.

BRACCIO
Manovra corrente con la quale, durante una regata, si avvisa il vicino della decisione di NON dargli l’acqua da lui richiesta durante la partenza.
Detto anche gesto dell’ombrello……

BRAGA

  1. Un noto e stimato avvocato bresciano amico nostro, grande velista e skipper del lago d’Iseo.(Carlo)
  2. Imbrago per salire in testa d’albero(vedi Banzigo).
  3. Calzoncino corto, tecnico, da regata, spesso portato senza mutanda per rinfrescare le parti nobili.(vedi foto)

” mettiti su la braga corta che domani fa caldo féss ”( sempre sui laghi bresciani).

N.B. fate molta attenzione alla lunghezza della braga (o a quella dei vostri attributi) per evitare spiacevoli inconvenienti(vedi foto di t-shirt e di Gennaker che ne ha preso spunto)

BRAGOZZO
Calzone lungo, di robusta tela, spesso con rinforzi sulle ginocchia( è vietata qualunque allusione….), usato, nei mesi freddi, in sostituzione della Braga corta.

BRANDA
Luogo dove, la sera precedente un’importante regata, è d’obbligo tornare; dopo una cena seguita da abbondanti libagioni “ragazzi, andiamo in branda che domani c’è la regata !!!”

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Occhio diportisti: ecco come vi spennano in Croazia

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Se state navigando serenamente in Croazia e non volete rovinarvi le vacanze vi consigliamo di leggere la lettera che ci ha inviato Stefano, un diportista sta veleggiando nelle acque croate e che è stato multato per un motivo assurdo: una volta effettuata l’uscita dal porto doveva per legge abbandonare le acque territoriali al più presto. Avevamo già parlato della costosa burocrazia croata (CLICCA QUI) e adesso vi consigliamo di fare attenzione anche a questa eventualità.

Durante la navigazione in Croazia qualche giorno fa, subito dopo aver fatto l’uscita a Dubrovnik per proseguire a Sud con destinazione successiva Grecia, abbiamo costeggiato le mura della città vecchia per scattare due foto al Castello, dopodiché abbiamo preso il largo. A circa 12-15miglia a sud siamo stati inseguiti e fermati da una motovedetta della polizia Croata, la quale ci ha contestato un’infrazione da pagarsi immediatamente con carta di credito, inizialmente di 650 kune che che pochi minuti dopo sono diventate 1000 kune. La motivazione è che una volta effettuata l’uscita uno deve per legge uscire dalle acque territoriali al più presto.
Dalla foto del plotter si evince la ns rotta e il punto dove siamo stati fermati. L’uscita del porto di Dubrovnik punta a nord , quindi per andare a sud si va comunque in quella direzione. Non ci siamo fermati e non abbiamo stazionato nemmeno un secondo.
Abbiamo pagato e taciuto ma vorrei sapere se qualcuno ha vissuto esperienze analoghe.

PS : facendo un calcolo spannometrico presumo che l’inseguimento per recuperare le 1000 kune di multa a loro sia costato almeno 10000 Kune. A detta del poliziotto fanno 10 multe al giorno per lo stesso motivo.

 

Stefano

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Le manovre semplici: come mollare l’ormeggio senza pensieri

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Proseguono i semplici e pratici consigli del nostro esperto Luca Sabiu, che questa volta ci parla delle manovre d’ormeggio.

E’ giunto il momento di mollare gli ormeggi. Prima di tutto, la parola d’ordine è “calma” anche se c’è vento. Non serve agitarsi, correre o urlare ordini. Serve solo avere chiaro in mente come si comporta la barca in funzione: a) della direzione del vento al momento in cui si fa la manovra b) dell’azione combinata di timone e motore. Andiamo a vedere nel dettaglio la manovra.

CLICCA SULLE FOTO


LUCA SABIU

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 14: da Bravo a Buttafuori

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

BRAVO
Secondo l’alfabeto fonetico NATO, è l’esclamazione che mia moglie fa, in barca, quando assolvo, degnamente, i miei doveri coniugali.

BREZZA
Noto ballerino, coreografo, attore e regista televisivo degli anni ’80, compagno per una vita di Loretta Goggi.
Pare, diciamo pare, fosse appassionato di vela.

BRIGANTINO
Se ne vedono sempre più spesso in giro per i porti; è di bassa statura e, nottetempo, asporta beni preziosi dalle imbarcazioni. Di bassa lega, ma comunque briganti, quelli che asportano attrezzature di coperta.

BULBO
Nelle imbarcazioni d’epoca era di rigore avere al giardinetto dei vasi di fiori.
Le imbarcazioni Olandesi vi ci mettevano a dimora i bulbi.

BURIANA
Abitante di sesso femminile della misteriosa, e mai trovata(di Gucciniana memoria), isola di Buriano(vicina a Muriano) nella laguna di Veniezia.

BUSSOLA
Erroneamente è stato eliso l’accento sulla a finale: Bussolà
Dolce Natalizio tipico di Vicenza e dintorni; noto nel Bresciano come Bossolà è una delle prelibatezze del grande pasticcere pluristellato, Iginio Massari.
N.B. inutile portarlo a bordo per cercare il Nord…….molto meglio mangiarlo in compagnia.

BUTTAFUORI
Sono quasi tutti dei paesi dell’Est.
Alti mt.1,90, ben tarchiati, cattivissimi e sempre in giacca nera con l’auricolare nell’orecchio.
Cosa c’entra con le barche ?
Provate ad avvicinarvi ad uno qualsiasi dei Maxi-yacht ormeggiati a Porto Cervo, Portofino o Saint Tropez e li vedrete materializzarsi dal nulla.

CONTINUA…

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NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Cambia il tempo e non è più sicuro l’ancoraggio in rada? Ecco cosa fare

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A bordo di una barca dovrebbero esserci sempre due ancore: quella principale, come le classiche CQR, Danforth, Delta ecc., e una più piccola, per ormeggiare contemporaneamente di prua e di poppa o per gettare due ancore a prua. Quest’ultima operazione si esegue quando si temono condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Essa può essere effettuata in due modi: con le due ancore afforcate o appennellate. Nel primo caso entrambe sono date fondo alla giusta distanza dalla barca, disposte in modo che i due ormeggi formino tra loro un angolo di almeno 45 gradi, da preferire se si teme un improvviso salto di vento. Per favorire l’affondamento delle marre nel fondale si possono recuperare

una decina di metri di entrambi i cavi (lasciandoli legati alle bitte) per poi mollarli contemporaneamente: la barca prenderò abbastanza velocità arretrando, così che quando i cavi si tenderanno si avrà una maggiore forza sulle ancore. Alla fine della manovra si può capire se un’ancora ara ponendo una mano sulla catena: in questo caso si avvertono chiaramente dei piccoli sussulti, segno inequivocabile che occorre ripetere l’intera manovra. Con le ancore appennellate (ovvero collegate tra loro una dopo l’altra con qualche metro di catena di separazione, in modo che la prima, di solito la più piccola, rafforzi la tenuta della seconda) si ha invece un ottimo sistema per impedire che l’ancora principale ari.

 

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Tutto quello che devi sapere sul noleggio per non avere brutte sorprese

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Non finiscono più quest’estate i consigli pratici del Giornale della Vela, ancora una volta in collaborazione con Luca Sabiu. Sapete davvero tutto sul noleggio?

Ecco come evitare brutte sorprese se affittate una barca quest’estate. Il rischio zero non esiste, ma ci sono tante cose da fare per minimizzare il rischio di rovinare la vacanza in barca. Abbiamo riassunto in dieci domande e risposte i temi fondamentali.

1. Quante persone competenti ci vogliono a bordo?

Dipende dalla taglia della barca ed è essenziale che il pilota automatico funzioni. Per la navigazione e l’ancoraggio una sola persona competente basta, ma per le manovre in porto ci vogliono almeno due membri d’equipaggio che sappiano cosa fare.

2. Quali precauzioni prendere al momento della verifica dell’inventario e che tutto l’equipaggiamento funzioni veramente?

Non fatevi prendere dalla fretta, costringete il noleggiatore a mostrarvi tutto ciò che è compreso nell’inventario (che dovrete firmare). I punti caldi poi da controllare con grande attenzione sono: q Motore. A motore acceso verificate se il fumo dello scappamento non è azzurrino (mangia olio!); se l’acqua di raffreddamento esce con regolarità; se innestando marcia avanti/indietro non c’è gioco nell’inserimento. q Vele. Srotolate/arrotolate il fiocco per verificare che la manovra non abbia impedimenti, idem per issata/ammainata della randa di cui dovete anche controllare le prese di terzarolo. Controllate lo stato di usura delle vele. q Linea di ancoraggio. Prestate particolare attenzione al diametro e alla lunghezza della catena, al peso e al tipo di ancora, all’efficienza del salpancore. Devono essere in linea con la stazza della barca e con le profondità che incontrerete. Ne va delle vostre vacanze! q Cartografia. Controllate bene che ci siano le carte particolareggiate della zona di navigazione e che tutto funzioni.

3. Se qualcosa non va e non potete partire avete diritto ad un rimborso?

Dovete leggere prima bene il contratto di locazione che determina le responsabilità. Il punto chiave è se l’avaria/mancanza determina il fermo forzato dell’imbarcazione nel periodo di affitto. In questo caso avrete diritto ad un rimborso.

4. Cosa fare in caso di avaria?

Scrivete subito un’ e-mail o un messaggio all’affittuario e poi contattatelo anche telefonicamente. Fate tutto il necessario per evitare che l’avaria si aggravi. Fate foto, tante foto che testimonino il danno e inviatele alla compagnia di noleggio.

5. Quando vi devono rendere la cauzione?

Subito dopo aver fatto l’inventario e l’ispezione sullo stato dell’imbarcazione vi deve essere restituita. Il locatario non può prendersi tempo per la restituzione!

6. In caso di litigio sulle cause di un’avaria, cosa fare?

Prima di tutto sappiate che il locatario può, in caso di litigio sulle cause di un’avaria, può bloccare la vostra cauzione. In caso di litigio insanabile, al fine di determinare le responsabilità del danno, purtroppo non restano che le vie giudiziarie. Vi dovete munire di un’avvocato. Uno dei casi più frequenti è lo strappo di una vela, troppo usurata. Per questo motivo vi ripetiamo di controllare bene prima lo stato delle vele.

7. Cosa fare se per cattivo tempo non potete tornare al porto di consegna in tempo?

Quasi sempre chi affitta è tenuto a restituire la barca entro il giorno e l’ora prevista. Altrimenti scatta una penale. Vi consigliamo di avvisare in anticipo la società di noleggio se pensate di non tornare in tempo e di contrattare una soluzione, come quella di chiedere aiuto all’affittuario per il rientro della barca.

8.Cosa conviene portare a bordo da casa?

Ricordatevi che gli attrezzi in dotazione sono assai scarsi. Anche la farmacia è strettamente essenziale. Una torcia e una lampada forntale in più non fanno mai male. Inoltre avere una cartografia in più come un Navionics sul telefono non fa mai male.

9. Conviene fare un’assicurazione sull’annullamento?

E’ una garanzia per premunirsi da un imprevisto. Ma dovete fare grande attenzione alle clausole del contratto che prevedono cause di forza maggiore vostre (malattia, decesso…) o del locatario (affondamento o gravi danni all’imbarcazione noleggiata…). Sappiate comunque che ci sarà da discutere!

10.Conviene affittare la barca da un privato? Cosa cambia?

Sicuramente dovreste spuntare un prezzo inferiore, ma sappiate che le cautele contro controversie sono poco tutelate dalla legge e i termini del contratto di locazione sono più aleatori.

LUCA SABIU

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

www.viverelavela.com

 

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 15: da Cala a Calma

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

CALA
Ordine dato a chi sta al winch a chiacchierare al cellulare mentre voi siete in testa d’albero con l’imbrago che vi tritura i maroni.
Spesso sostituito da un perentorio: Tirami giù da qui, C…o !!!
Potrebbe essere anche un sinonimo di Insenatura, Seno, ma, certamente, un seno che Cala non è gratificante…….

CALAFATAGGIO( vedi foto)
Da tutti detto erroneamente CALATAFAGGIO

CALAFATO
Baia isolata, dove siete arrivati per caso, e dove avvengono cose strane …ma si sa al Fato non si comanda.

CALAVERNA o GALAVERNA(vedi foto)
deposito di ghiaccio in forma di aghi, scaglie o superficie continua ghiacciata su oggetti esterni(anche barche) che può prodursi in presenza di nebbia quando la temperatura dell’aria è inferiore a 0 °C.
nel caso meglio restare a casa davanti al caminetto.

 CALCAGNOLO

  • Zona del piede del marinaio il quale, a forza di camminare scalzo, ne provoca l’infiammazione.
  • L’ottavo nano, quasi sconosciuto, di Biancaneve, perennemente affetto da un particolare tipo di tallonite.( per il nono nano vedi alla voce Meolo)

CALMA
Detta anche Bonaccia.
Infatti, quando vedete una “Bonaccia” potreste perdere la calma…….

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Vuoi una barca per volare? La rassegna dei foiler più “cool” del mercato. PRIMA PARTE

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Ruggero Tita e Caterina Banti

Avete mai pensato di comprarvi una deriva foiler, multiscafo o mono? In due puntate vi presentiamo 10 barche, cinque in questa prima puntata, con differenti livelli tecnici e di costo, dai principianti ai professionisti della velocità. Qual è quella giusta per voi?

EASY TO FLY

Ideato dalla star del Vendée Globe Jean Pierre Dick, con il proposito di avere un catamarano che possa iniziare a decollare a tutte le andature già in 8-9 nodi di vento, adatto a 3 o 4 persone di equipaggio in base al peso, meglio se allenate. I foil sono a S realizzati in carbonio e epossidica, e l’angolo dell’incidenza delle appendici può essere regolato con poco sforzo da una persona d’equipaggio. Il cat prevede una randa square top, un piccolo fiocco e un grande gennaker. Dati tecnici: Lungh. 8,10 mt; Largh. 4,30 mt; Disloc. 350 kg; Prezzo base 19.200 euro www.easytofly.fr

FLYING PHANTOM

Una macchina da guerra volante. Un monotipo che va considerato come una vera e propria macchina da guerra volante. Lungo quanto un F18 ma sensibilmente più largo, più invelato e leggero, capace di un foiling estremamente stabile su ben quattro appendici. Una barca capace di accellerazioni brucianti, per questo motivo è più adatta a velisti di alto livello fisico e tecnico, che vogliono mettersi in gioco a livelli di adrenalina e complessità decisamente elevati. Dati tecnici: Lungh. 5,52 mt; Largh. 3 mt; Disloc. 165 kg; Prezzo base 48.120 euro www.phantom-international.com

IFLY

Un catamarano pensato per chi vuole navigare da solo, capace di volare in maniera stabile grazie a quattro appendici a T che lavorano contemporaneamente in acqua, consente l’emozione del volo già dalle prime uscite senza imporre punte di velocità impressionanti. All’occorrenza alla grande randa dalla testa quadra può essere aggiunta una vela di prua in stile Code Zero per navigare meglio nel vento leggero dalla bolina larga al lasco. Dati tecnici: Lungh. 4,63 mt; Largh. 2,50 mt; Disloc. 90 kg; Prezzo base 19.980 euro www.iflysail.com

MOTH

Tecnico, veloce, perfetto per chi ama sperimentare e mettersi alla prova. Una barca che ha riscosso grandissimo successo nei velisti delle classi olmpiche e non solo. Il regolamento che determina l’appartenenza alla classe moth è sostanzialmente una box rules, vi è quindi un margine di manovra da parte dei costruttori sull’aerodinamica della fusoliera e lo studio della forma delle appendici. Come su altri foiler c’è un sensore a prua che lavora a contatto con l’acqua e in base all’onda e alla velocità regola l’assetto dinamico delle appendici. Dati tecnici: Lungh. 3,355 mt; Largh. 2,250 mt; Disloc. 300 kg; Prezzo base nd. www.moth-sailing.com

NACRA 17

Forse la barca più controversa del variegato mondo del foiling, mal digerita nel mondo olimpico dove è diventata uno dei simboli dei monopoli. Nonostante ciò rappresenta una frontiera tecnica non da poco. Barca capace di performance impressionanti, difficile da condurre, adatta per lo più a velisti professionisti o che abbiano già maturato una buona esperienza sui multiscafi. Dati tecnici: Lungh. 5,25 mt; Largh. 2,59 mt; Disloc. 160 kg; Prezzo base 32.022 euro www.nacrasailing.com

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 16: da Calumo a Canestrello

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CALUMO
Italianizzazione infelice di CALUMET, pipa da cerimonia degli Indiani dell’America Settentrionale.
Famoso, per quelli della mia età, il calumet della pace fumato da John Wayne in Ombre Rosse.( o forse era: Corvo rosso non avrai il mio scalpo ?)

CALZA
In regata, con le scarpe tecniche, è di rigore usarla se non si vuole renderle inutilizzabili. Una volta finita la regata, se tolte e lasciate sottocoperta, c’è un altissimo rischio di asfissiare il resto dell’equipaggio.
Solitamente non utilizzata in barche da diporto dove “fa figo” andare a piedi nudi.

CAMALLO
Scaricatore di porto; facchino.
Dal genovese Camàlu, derivato dall’arabo Hammàl, portatore.
Persona che frequenta tutti i porti del mondo ma è tipico quello ligure.
Evitate di farlo arrabbiare se non volete provare cos’è un Gancio.

CAMBUSA
Il locale preferito da tutto l’equipaggio.

CANDELIERE(vedi foto)
Lo trovate solo su grandi yachts soprattutto d’epoca.
Può essere a tre/cinque/sette bracci e la cera che cola sul teak della coperta viene prontamente asportata da una schiera di schiavi. Ultimamente, ma solo sulle barche degli arricchiti, le candele sono state sostituite da tristissime e banali lampadine a led con una fiamma di stagnola tremolante(sigh !!!)
Nelle normali barche si usa un semplice piattino sul quale posare un moccolo da accendere in rada nelle serate romantiche.
Meglio se con candele alla citronella antizanzare.

CANESTRELLO
biscotto di pasta frolla con una tipica forma a fiore bucato al centro (dal nome canestrello = canestro). I Canestrelli sono biscotti tipici della tradizione ligure ed hanno un’origine molto antica.
Vi è concesso portarli a bordo anche se navigate in Tirreno o in Adriatico.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Vuoi una barca per volare? Ecco i foiler per tutti. SECONDA PARTE

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Foto Martina Orsini

Nella prima puntata, leggila QUI, c’erano tanti foiler abbastanza tecnici e più adatti a velisti esperti. In questa seconda rassegna ecco alcune barche accessibili tecnicamente anche ai meno esperti.

SKEETA

La facilità prima di tutto. Dietro lo Skeeta c’è l’idea comune a molti altri piccoli foiler, ovvero quella di rendere questo tipo di vela facile e aperta a tutti. La sicurezza è il marchio Quant che produce la barca, già attivo nel mondo del foiling da diversi anni con all’attivo diversi modelli di successo. Lo Skeeta è un singolo che vola su due appendici auto regolanti, non particolarmente tecnico da condurre ma comunque molto performante, con la particolare forma dello scafo che contraddistingue tutti i modelli della Quant. Dati tecnici: Lungh. 3,35 mt; Largh. 1,80 mt; Disloc. 45 kg; Prezzo base 15.345 euro www.quant-boats.com

S9

Si tratta di un catamarano One Design tutto italiano, che può essere condotto in singolo con sola randa o anche con il fiocco in base alle condizioni meteo. Anche questo come altri cat per migliorare la stabilità in volo si muove su quattro appendici immerse, fisicamente richiede un certo atletismo anche perchè è previsto il trapezio ma con un po’ di allenamento può essere adatto a un pubblico ampio. La conduzione dal punto di vista tecnico non è proibitiva anche per i non troppo esperti. Dati tecnici: Lungh. 4,16 mt; Largh. 2,36 mt; Disloc. 78 kg; Prezzo base 16.600 euro www.s9catamaran.com

UFO

Si tratta di un piccolo catamarano che vola su due appendici, un foil centrale e un timone, entrambi a T rovesciata. Semplice da armare, leggero con i suoi 49 chili, vola già nella brezza e ha un sistema di foil autoregolanti grazie a un sensore a prua collegato alle appendici, che muove le stesse in base al moto ondoso e alla velocità della barca. L’UFO è veramente per tutti anche nel prezzo, può piacere certamente ai giovani ma va bene anche per gli adulti che abbiano voglia di tornare a assaporare certe emozioni in una modalità nuova. Dati tecnici: Lungh. 3,05 mt; Largh. 1,70 mt; Disloc. 49 kg; Prezzo base 7.990 euro www.fulcrumspeedworks.com

WASZP

Molto simile sia esteticamente che praticamente al Moth, ma con una grande differenza: il Waszp è un monotipo, non è in carbonio e le appendici essendo sottoposte a monotipia non si possono cambiare, così come il resto della barca. Per questo motivo è molto meno costoso del moth, anche se in parte meno performante. Anche in questo caso il sistema di regolazione di foil viene gestito da un sensore a prua, ma è possibile impostare dei settaggi delle appendici prima dell’uscita e modificare alcune regolazioni in diretta. Dati tecnici: Lungh. 3,35 mt; Largh. 2,25 mt; Disloc. 48 kg; Prezzo base 12.200 euro www.waszp.com

WHISPER

Leggero come i cat più performanti ma un po’ più stretto e si caratterizza per una piattaforma monoblocco non smontabile, che conferisce grande rigidità strutturale. Dotato delle quattro classiche appendigi auto regolanti capaci di innescare il volo già nelle brezze leggere con una certa facilità. Si tratta di un doppio, con trapezio, randa, fiocco e gennaker, veloce anche nel vento leggero. Richiede un po’ di preparazione fisica per sapere restare in sella. Dati tecnici: Lungh. 5,40 mt; Largh. 2,30 mt; Disloc. 78 kg; Prezzo base 26.900 euro www.whiteformula.com

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 17: da Capitaneria di Porto a Capone

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CAPITANERIA di PORTO
Questo è un vocabolario semiserio…..è meglio non scherzare con certi termini perché poi, in mare, prima o poi, ci trovano…….

CAPITANO
Nel Diporto è spesso confuso con il Comandante; è un termine da usare solo nella Marina Mercantile e in alcuni casi di quella Militare.
Non sopporto che mi chiamino Capitano, anche perché non ho fatto il Militare; tutt’al più, Ammiraglio o Commodoro.

CAPITAN(O) FINDUS
Personaggio nato dalla fantasia dei produttori di filetti di merluzzo esperto in nodi(in realtà, solo nel Nodo Piano) che scorrazza senza scali per i mari con una compagnia di ragazzi(vedi foto) insegnando loro il tiro alla fune e cucinando solo filetti di merluzzo impanati.
I ragazzi lo odiano ma non riescono a scendere dalla nave….Qualcuno li aiuti, grazie !!!

CAPITANO di CORVETTA
Classico figlio di papà che insediatosi nel corpo della marina ama scorrazzare sui lungomari più alla moda abbigliato in divisa di rappresentanza a bordo di un’ auto sportiva( Chevrolet Corvette)

CAPITANO di FREGATA
ATTENZIONE !!! EVITATELO !!!!……(in) Nomen (est) Omen.

CAPO di BANDA
Elemento di spicco nelle bande di ragazzotti che bazzicano lungo i moli.

CAPONARE
Se siete di Brescia e dintorni astenetevi dal dire: “la so, la so !!! “ non è quello che pensate voi…….lubrìchi e volgari individui, ma sta ad indicare l’azione di incocciare il capone alla cicala dell’ancora.
Anche se “caponare”(in senso lubrìco) in barca è cosa buona e giusta.

CAPONE
Così viene chiamato nella Sicilia Occidentale la Lampuga, pesce pelagico molto noto per la prelibatezza delle sue carni e la sua combattività quando viene pescato a spinning.

CONTINUA…

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NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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La barca va a fuoco? Niente panico, ecco come gestire la situazione

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Se avete un incendio a bordo la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico. Ovviamente è necessario chiamare subito i soccorsi e se la situazione è fuori controllo abbandonare subito l’imbarcazione. Nel frattempo, se l’incendio è ancora localizzato in un vano, isolatelo più che potete, chiudendo i pannelli e manovrando in modo da tenere l’incendio sottovento al resto della barca. Ora dovete agire anche con gli estintori, quelli in polvere sono i più diffusi coprono la quasi totalità dei casi di incendio. Ricordate che un estintore a polvere di 1 kg è sufficiente, a spegnere una quantità di 13 litri di benzina (13 B). Attenzione con l’acqua di mare, che in realtà spesso e volentieri, non deve essere presa in considerazione per due motivi: è più pesante del combustibile liquido, per cui un incendio di gasolio o benzina diventa difficile da spegnere e si rischia di propagarlo maggiormente, ed è pericolosa su impianti elettrici sotto tensione. Se versata sulle batterie potrebbe mandarle in corto e farle esplodere. Potete però immergere le vostre coperte nell’acqua di mare e cercare di spegnere l’incendio soffocando la fiamma.

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Andiamo a pesca, i consigli di Antonello Salvi per la traina costiera

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La lampuga è una delle prede tipiche della traina estiva

L’estate in barca è il momento migliore per divertirsi a pesca con alcune semplici ed efficaci tecniche. Con i preziosi consigli dell’ambasciatore Garmin Antonello Salvi, andiamo ad approfondire due tecniche di pesca semplici da mettere in pratica e piuttosto divertenti: la piccola traina costiera e il light drifiting. Due tecniche che si possono tentare sia da una barca a vela che da una a motore. La traina possiamo farla anche durante un trasferimento, mentre il light drifiting si pratica cercando sia una zona specifica di mare che ancorati al largo di una baia. In questa prima puntata andiamo alla scoperta della traina, ma non perdete la prossima uscita.

LA TRAINA COSTIERA

Come ci racconta Antonello Salvi, “Per questa tecnica bastano due cannette non necessariamente di valore, bastano due attrezzi da un massimo di 12-20 libre, accoppiate con mulinelli anche a bobina fissa”.

Sarà più importante avere una bella gamma di esche, “Non devono mancare i siliconici, i polipetti e i rapala di diverse colorazioni, ma sarà importante per ogni tipo di artificiale studiare la velocità adeguata perché non tutti possono essere trainati agli stessi nodi. Diciamo che questa traina si fa dai 3 ai 7 nodi, a seconda del tipo di esca usata. Basterà mettere in acqua l’artificiale e tenendolo vicino la barca variare la velocità da 3 a 7 nodi per vedere qual è il suo punto critico, bisogna trainare in questo range alla massima velocità consentita dall’artificiale”. La lenza è semplice da preparare, si può optare per mettere in bobina un trecciato di 20 libre e un terminale in fluorocarbon dello 0,40 collegato tramite una micro girella, e in alternativa utilizzare dei piccoli affondanti. Come ci racconta Antonello: “Le prede sono varie e divertenti: occhiate, aguglie, tombarelli, palamiti, alletterati, lampughe. Ma bisogna ricordare di avere sempre il massimo rispetto del mare, in caso di prede multiple mai più di 5 kg di pescato a persona”. E se vogliamo aumentare le nostre possibilità aiutandoci con uno strumento elettronico per studiare il fondale e la presenza di pesce? “In questo caso, per questa tecnica, io consiglio lo Striker 5 Garmin, è un buon ecoscandaglio fish finder con un GPS incorporato ma senza cartografia, per questo tipo di traina può andare assolutamente bene”.

 

ANTONELLO SALVI

Classe 1976 da Belvedere Marittimo (CS) ha un lungo trascorso come agonista, campione del mondo di traina da’altura nel 2011 con la nazionale italiana, ha collaborato con Sky e oggi è uno degli ambasciatori Garmin.

www.garmin.com

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 18: da Cappa a Caricabbasso

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CAPPA
Normalmente, nelle barche da diporto, non è presente sopra il fornello a gas.
Il suo compito aspirante viene eseguito lodevolmente dall’osteriggio o dal boccaporto. Mettersi alla Cappa è l’azione di coloro i quali, non potendo farne a meno, fumano sottocoperta avvicinandosi agli osteriggi o al boccaporto per far aspirare il fumo all’esterno.

CAPRA
Se sale a bordo della Vostra barca Vittorio Sgarbi, è un termine che sentirete dire molto spesso.
Se, invece, sfortunatamente, vi ci salirà una Capra….sentirete l’odore nauseabondo

CARABOTTINO(vedi foto)
Termine usato, durante la pirateria, dal Corsaro che si rivolgeva alla pulzella, figlia o moglie di un ricco mercante, tosto catturata mentre pensava al riscatto che avrebbe potuto chiedere per la liberazione.
“ Cara, bottino mio diletto….” (ed anche sul di-letto ci sarebbe da aprire più d’una parentesi)

CARAMELLA
Sulle imbarcazioni, oltre alle classiche, spesso si trovano quelle gommose anti nausea.
Se, salendo sull’imbarcazione di un vecchio skipper single, ne trovate numerose a bordo, tenete d’occhio i vostri bambini……..

CARBONERA
Spero sia un errore di stampa, perché, in barca, la Carbonara è un piatto che non può mancare.

CARENA
Credo vada scritta con la ñ portugheija e pronunciata più o meno: Carenja( un po’ brasileiro) e, nello slang di noi marinai d’acqua dolce e non solo, ma soprattutto del mio caro amico Marco, medico e velista di Monza, sta ad indicare una parte anatomica della donna a noi tutti molto cara che è la piega fra due “belle” natiche.
Ciò si sposa perfettamente con il sinonimo di Carena che è “Opera Viva” perché tale noi la riteniamo.
L’opera morta, come potete ben immaginare, non ci interessa e, forse, non sarà neppure citata in questo testo.

CARICABBASSO
Ex-Giocatore di Rugby, di bassa statura ma molto robusto che in origine giocava da Tallonatore.
Viene spesso imbarcato sui maxiyacht come Coffee grinder.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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A 86 anni vuole le Galápagos, l’incredibile storia di Alex Carozzo

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La passione per il mare, lo abbiamo raccontato tantissime volte, non ha età. E c’è chi, come Alex Carozzo, con i 90 anni all’orizzonte decide di partire ancora una volta per l’Oceano, dove in tempi passati si era sfidato con mostri sacri come Moitessier e Tabarly. Il viaggio non sarà in solitario e nella sua impresa sarà accompagnato da alcuni giovani che lo aiuteranno in questa ennesima navigata transoceanica. Un’occasione speciale per cui riproponiamo questo articolo in cui viene ripercorsa tutta la vita di questo mitico navigatore.

 

ALEX E IL PACIFICO
Alex Carozzo nasce a Genova nel 1932, ma si trasferisce a tre anni nella Serenissima, dove frequenta l’istituto nautico e l’Accademia navale per poi entrare nella Marina Mercantile come ufficiale di rotta. Negli anni ’40, intanto si era avvicinato alla vela per la prima volta frequentando la Compagnia della Vela di Venezia, salendo su Snipe, Star e 5.50. “Non sono andato a scuola di navigazione – racconta – quello che so, l’ho imparato da autodidatta. Le cose, per impararle davvero, bisogna farle; altrimenti finisci per commettere gravi errori”. È così Alex. Concreto nell’animo. Nel 1965 diventa il primo navigatore solitario italiano: attraversa il Pacifico, da Tokyo a San Francisco, a bordo del Golden Lion, una barca che si era costruito durante i turni di riposo e con attrezzi di fortuna nella stiva di una nave americana su cui era imbarcato, il Liberty. L’anno successivo è l’unico italiano a partecipare, sul trimarano Tristar, alla prima Traspacifica per multiscafi (da Los Angeles a Honolulu).

 

Alex Carozzo alla partenza del Golden Globe

Alex Carozzo alla partenza del Golden Globe

I RITIRI ALLA OSTAR E AL GOLDEN GLOBE 
Nel giugno del ’68 prende parte alla terza edizione della Singlehanded Transatlantic Race (la OSTAR) sul catamarano di 16 metri San Giorgio, da lui progettato e costruito, partendo con due ore di ritardo rispetto ai 34 avversari. La barca, a causa di difficoltà economiche risolte all’ultimo momento grazie all’intervento de “L’Espresso”, era arrivata a Plymouth non ancora perfettamente messa a punto. Nonostante sia indicato come uno dei favoriti, Alex è costretto al ritiro (a causa dell’urto con una balenottera al largo della Cornovaglia), sorte che condivide con un grande suo “contemporaneo”, Éric Tabarly. Non si perde d’animo, poiché nell’ottobre dello stesso anno è a Cowes, schierato sulla linea di partenza del Sunday Times Golden Globe Race, lo storico giro del mondo in solitario non-stop vinto da Robin Knox-Johnston dopo che Bernard Moitessier aveva abbandonato la gara facendo rotta sulla Polinesia per ritrovare, a detta sua, se stesso: “Nel ’68 ho ceduto il San Giorgio, assieme a un po’ di denaro, al cantiere di Uffa Fox a Cowes e in cambio mi è stato consegnato il Gancia Americano (il 20 metri progettato da Alex con cui ha preso parte al Golden Globe, ndr). Tutta l’attrezzatura di coperta, albero incluso, appartenevano al San Giorgio: ho armato un monoscafo di 20 metri con ciò che avevo recuperato da un catamarano di 16 metri. Alla prima uscita, miracolosamente, tutto era in bolla, la barca era un razzo”. Se la barca è a posto, lo stesso non può dirsi di Alex: “In Inghilterra ero da solo, freneticamente al lavoro sulla barca: ero sfondato di fatica, e come se non bastasse in precedenza ero stato operato di ulcera duodenale. Il limite massimo per la partenza della regata era intorno al 20 ottobre, per cui ho dovuto varcare la linea di partenza e rimanere 10 giorni fuori all’ancora a sistemare le ultime cose a bordo, nel gelo più totale”. Quando finalmente parte il 31 ottobre, assieme allo sfortunato Donal Crowhurst, che poi si suiciderà durante la regata, Carozzo sta male: “Non mi consideravo pazzo. Semplicemente, stavo facendo quello che volevo fare. I miei amici non condividevano la mia scelta ma sapevano che avrei portato la pellaccia a casa in ogni caso, anche a cavallo di un pagliolo”. L’avventura di Alex si conclude il 14 novembre, quando decide di ritirarsi facendo rotta verso Porto. Il navigatore veneziano forse non potrà vantare un palmares carico di vittorie e record internazionali: ma è stato il primo italiano a prendere parte alle più grandi regate del secolo (che allora sembravano essere all’esclusiva portata di inglesi e francesi), con imbarcazioni da lui progettate e, spesso, costruite.

UN ITALIANO ALLA CORTE DEI “GRANDI”
In quegli anni, Carozzo era circondato da vere e proprie leggende della vela quali i succitati Chichester, Moitessier, Tabarly, Knox-Johnston e Crowhurst. “Ho tradotto il libro di Chichester, mentre di persona l’ho conosciuto a Sanremo in una serata in cui nessuno parlava inglese (tranne me, che da bambino leggevo le riviste inglesi e con il vocabolario me lo sono imparato da solo) e volevano trascinarlo al Casinò: lui mi venne incontro chiedendomi di salvarlo”. Simpatico anche il siparietto che mi racconta su Donald Crowhurst: “Le uniche volte che l’ho incontrato, è cascato in acqua: a Cowes sono andato a trovarlo che era ormeggiato all’ancora, e nel scendere dalla barca al mezzo di supporto è caduto in mare. Un’altra volta la scena si è ripetuta. O all’epoca era già fuori controllo, oppure ero io a portargli sfiga. Ricordo che mi regalò uno dei primissimi radiogoniometri che produceva la sua ditta”. Ecco invece ciò che Alex pensa della presunta rivalità tra Bernard Moitessier e Robin Knox-Johnston (Moitessier sostenne che si era ritirato in Polinesia per ritrovare se stesso, mentre Knox-Johnston, dicono alcuni, dichiarò che in realtà lo aveva fatto perché aveva capito che sarebbe arrivato dietro dietro di lui): “Sono stronzate da giornalisti di poco conto. Bisogna levarsi il cappello dinnanzi a entrambi, così diversi tra loro: Moitessier era l’essenza del romanticismo e possedeva il dono della scrittura, Knox-Johnston proveniva, come me, dalla Marina Mercantile: era quindi l’incarnazione di un certo pragmatismo di stile britannico”. Meno entusiasta è del suo contemporaneo Ambrogio Fogar, che preferisce non commentare: “Mi son fatto del sangue marcio allora, non voglio rifarmelo adesso”.

Zent_BNIL LUPO (DI MARE) PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO
Nel 1989 Alex si toglie anche la soddisfazione di entrare nel mondo del cinema: non come attore, ma come “armatore”. Una sua barca viene infatti utilizzata nelle scene di mare del film “Nostos – Il Ritorno” di Franco Piavoli, una rivisitazione del mito di Ulisse che sorprese positivamente la critica. Le scene sono state in realtà girate sul lago di Garda, dove Carozzo, residente a Padenghe, vive da oltre 40 anni. Alex non si stanca mai: nel 1990 ripercorre la rotta di Cristoforo Colombo da Gran Canaria a San Salvador: 3.800 miglia in quaranta giorni, sette più del navigatore genovese, a bordo di Zentime, una scialuppa in vetroresina lunga 6 metri da lui recuperata in un cantiere di demolizione a Las Palmas e messa a regime in tre mesi di lavoro. L’armo è più che essenziale: il sartiame è cavo abbandonato da gru, il bompresso un tavolone di recupero, la tuga una cassa di legno di un metro cubo. Randa e fiocchi sono in cotone, cuciti a mano con l’aiuto di un materassaio. Non c’è motore, non c’è radio a bordo; anche le vivande sono razionate. Una forma di navigazione primitiva, un ritorno alle origini per Alex, che nel frattempo (lo indica anche il nome della barca, Zentime, letteralmente “il tempo della semplicità”) è diventato buddista. A bordo porta sempre con sé una statua, che lui chiama “Il Maestro”, con cui ha diverse conversazioni durante la navigazione. Questa avventura è narrata nel suo libro, Zentime Atlantico, edito da Nutrimenti.

L’ONDA GIGANTE E IL SOGNO DELLA MADRE
Non posso non chiedere ad Alex, che in mare ne ha passate di cotte e di crude, se si sia mai trovato in una situazione in cui ha rischiato di lasciarci la pelle: “Era l’ottobre del ’65 ed ero nel bel mezzo del Pacifico, quando venni investito da una depressione anomala, con il barometro che era andato improvvisamente giù. Si stava annunciando una burrasca senza precedenti. Preparai la barca al peggio, ammainando le vele, piazzando l’ancora di poppa e via dicendo. ‘Ci siamo’, mormorai tra me e me. Ero spaventato, ma poi mi sono tranquillizzato: ho pensato che alla fine, tutto quello che potevo fare per salvarmi l’avevo fatto. Non è che se al posto mio ci fosse stato un Tabarly o un Moitessier avrebbe potuto fare di più. Ciò che mi faceva rabbia, però, era pensare a come avrebbero reagito i miei amici alla notizia della mia morte: ‘Guarda un po’ l’Alex, ha fatto il cretino ed è andato giù come una pera’. È l’orgoglio del cavolo del marinaio: sentirsi vittima di un giudizio iniquo. Fortunatamente la tempesta passò, la barca resistette ai frangenti e io la passai liscia. Quando tornai a casa, mia madre e mia sorella mi raccontarono che il 16 ottobre entrambi avevano fatto un brutto sogno. Mia madre mi aveva sognato vestito con una palandrana nera e bisognoso di aiuto, mia sorella mi vide alla base di una grande montagna di sabbia che cercavo di raggiungerla in cima. Il 16 ottobre era esattamente la sera in cui venni investito dalla burrasca”. E adesso Alex, non ci resta che attendere la tua prossima “carozzata”.

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