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Come vesto la mia barca? Teak, rivestimenti sintetici o alternative naturali? PRIMA PARTE

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Partiamo subito dicendo che la scelta del teak, per una coperta, è uno stile. Come è uno stile optare per un materiale alternativo sintetico (o naturale). La prima domanda che dovrete porvi, se state decidendo come “vestire” la vostra barca, è relativa a quanto tempo e risorse desideriate impegnare per la manutenzione della coperta. Se la risposta è “poco”, il nostro consiglio è quello di indirizzarvi su un altro tipo di rivestimento. Siccome però “l’olio di gomito” paga, è vero che le imbarcazioni con la coperta in teak, se quest’ultima è in buone condizioni, tendono a tenere meglio il il prezzo di mercato e a conservare il loro valore più a lungo. Se fino a qualche anno fa, tuttavia, il teak rappresentava, anche a livello estetico, il non plus ultra (e, fattore da non sottovalutare, scaldava molto meno al sole rispetto ai materiali sintetici), è anche vero che negli ultimi tempi il mondo dei rivestimenti alternativi ha fatto passi da gigante: a meno che non andiate a curiosare da vicino, cogliere ad occhio la differenza tra teak e “finto teak” sta diventando sempre più difficile. Di questo si è accorta la maggioranza dei cantieri che offre nel “package” la possibilità di avere la coperta in teak sintetico o in materiali alternativi.

BELLO E IMPEGNATIVO

Vi renderete subito conto che la grande differenza, ancor prima che nel prezzo o nel peso, sta nella necessità o meno della manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. E qui torniamo alla nostra premessa. Se vi rilassate prendendovi cura della vostra barca, come fosse casa vostra, il teak sa regalare soddisfazioni, quando è pulito e brillante non ha eguali dal punto di vista estetico: ma sappiate che, come ci ha detto Enrico Malingri, uno che di barche se ne intende, “va lavato almeno una volta ogni due settimane e sottolineo almeno”. Senza contare che, trattandosi di legno, assorbe liquidi oleosi e quindi ogni macchia va lavata via il prima possibile o c’è il rischio che diventi indelebile, rendendo necessaria la carteggiatura e quindi l’assottigliamento della coperta. E ancora: periodicamente dovrete sostituire il comento in gomma e dare l’olio per nutrire il teak, perché essendo un materiale “vivo” tende a seccarsi e imbianchire per proteggersi dal sole. Se mantenuta a dovere, una coperta in teak può anche durare 30 anni: stiamo parlando ovviamente di legno massello, perché le alternative più economiche (come il compensato di teak, con uno strato di legno molto sottile incollato a uno di compensato) hanno necessariamente vita più breve.

CHE COMODITA’!

I vantaggi offerti dai rivestimenti sintetici, naturali (dalle vernici antiscivolo) vanno considerati proprio dal punto di vista della manutenzione. Una volta che avrete incollato (solitamente con una colla poliuretanica) il materiale in coperta, non dovrete preoccuparvi più di nulla. Qualora saltassero fuori delle “bolle”, al 99% sarà colpa di una cattiva installazione (a proposito, potete far da voi ma è sempre meglio, per la posa, affidarsi a chi lo fa di lavoro). Se qualche macchia, anche oleosa, cadrà sul materiale non penetrerà e scivolerà via, lo sporco più resistente potrà essere eventualmente carteggiato. Inoltre, i rivestimeti di ultima generazione non scoloriranno al sole (salvo quelli a base di sughero, che essendo un materiale naturale tende a comportarsi com il legno) e non verranno intaccati dalle intemperie o dalla salsedine. In caso di caduta di oggetti pesanti, tutti i nuovi rivestimenti rispondono con una buona capacità di compressione e hanno meno probabilità di rompersi rispetto al teak tradizionale. Infine, è molto interessante la possibilità di “customizzazione” offerta dai rivesimenti alternativi, personalizzabili con scritte e loghi stampati.

ALCUNI BUONI ESEMPI

Permateek (importato in Italia da Refit Style) è in PVC, noi l’abbiamo testato a bordo di un Fax Zuanelli in Sicilia e, sotto il sole (già cocente) di giugno abbiamo potuto constatare che, a piedi nudi, è più che sopportabile a livello di temperatura. Per quanto riguarda l’estetica, poi, sembra proprio legno, anche da una distanza media. MarineCork avevamo già avuto modo di provarlo: la nostra perplessità era che, trattandosi di sughero, potesse facilmente sgretolarsi. In realtà si tratta di un prodotto trattato in modo tale da conservare la sua compattezza senza perdere grip. In più, costituisce un buon isolante termico (niente salti in coperta sotto al sole!) e può essere una soluzione interessante anche per evitare che sottocoperta l’atmosfera, diventi invivibile con i primi caldi.

Abbiamo voluto includere anche il “pianeta” delle vernici antiscivolo, rappresentato da Kiwi Grip (prodotto importato da Indemar), perché, di fatto, è una delle soluzioni più pratiche per la vostra coperta e per gli amanti del fai-da-te. L’applicazione avviene con un rullo speciale, potrete decidere lo spessore e la “grana” dell’antiscivolo a seconda della pressione che eserciterete. Per quanto riguarda gli scafi in vetroresina, se la superficie ha già un antiscivolo (precedentemente applicato oppure di fabbrica) non più efficace sul quale deve essere steso il prodotto, non dovrete carteggiare ma solo pulire poi procedere. Se invece si tratta di superficie “vergine” sarà necessario carteggiare (grana da 60 a 180), pulire accuratamente e poi partire con la stesura. Per barche in legno, alluminio o metallo: dopo aver pulito bene, dovrete stendere uno strato di vernice isolante (tutti i primer esistenti vanno bene a patto che non contengano silicone. La leggerezza del prodotto e la sua economicità lo rendono una delle scelte più utilizzate dai navigatori che badano alla sostanza o alle prestazioni: sono tanti, ad esempio, i velisti oceanici che si affidano alle vernici antiscivolo!

IL TEAK? NON MORIRA’ MAI

Concludiamo: trattandosi di un mondo relativamente nuovo, quello dei materiali alternativi al teak è in continua evoluzione ed è plausibile che in futuro sarà la soluzione più utilizzata, anche perché i prodotti di oggi tendono a scaldare molto meno rispetto ai primi “esperimenti”. Come è anche plausibile che un certo tipo di yachting (barche d’epoca, classiche o “modern-classic) continuerà a fare uso del legno tradizionale. Lo ha dimostra l’avvento della vetroresina: il successo delle “barche di plastica” non ha mandato in pensione il teak ma lo ha reso una “nicchia” per appassionati.

NON PERDERE LA PROSSIMA PUNTATA IN USCITA SUL NOSTRO SITO WEB DOMANI CON LA SUPER TABELLA DI CONFRONTO TRA I VARI MATERIALI

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 5: da Andatura ad Appoggio

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

ANDATURA
Modo di camminare in base alla forza ed alla direzione del vento; di bolina, al traverso al lasco, in poppa o in fil di ruota( scorretto dire di poppa o a fil di ruota).
L’andatura al giardinetto è quella degli anziani velisti in pensione che, al pomeriggio, spesso, dopo la pennichella, vanno al giardinetto a fare due chiacchere con gli amici.
Tipica è anche l’andatura a 45°, di bolina, di un Triestino in una giornata di Bora (non mi sono sbagliato, so che la bolina va dai 30° ai 60°, ma intendevo rispetto al terreno e non al vento !!!).
Esiste anche l’andatura Genky (nelle prossime puntate scoprirete chi è!) che è caratterizzata dal bighellonare sui moli a dispensare consigli inutili ed, anzi, spesso errati e dannosi, agli sfortunati velisti che hanno la disgrazia di incontrarlo.

ANEMOMETRO
Strumento atto a misurare lo stato d’animo del velista al 1°/3°/6° e 9° giorno di Maestrale.

ANTEMURALE
Persona fortemente avversa ai writer che imbrattano con le loro ”opere d’arte” i muri delle città, di mare.
Se le persone sono più d’una si chiamano ANTEMURALES

ANTICICLONE
Velista o, comunque Gente di mare( spesso Pisani o Livornesi) che non sopportano i film del Fiorentino Leonardo Pieraccioni.(vedi Ciclone)

ANTIROLLIO
Velista o marinaio, accanito fumatore, che non ama prepararsi da solo le sigarette ma usa solo quelle confezionate.

ANTIVEGETATIVA(vedi foto)
Balzello annuale(nei mari freddi se vi va bene anche biennale)da pagare per avere la carena libera dalla immonda vegetazione( ma non sono esseri animali ?) che si deposita sull’opera viva della vostra barca, spesso anche in forma di cespugli o boschetti.
Non appena la Brambilla scoprirà che quelli che eliminiamo sono esseri animali e non banali vegetali emanerà una legge che vieta l’antivegetativa e così navigheremo tutti più ricchi e felici….ma mooolto più lenti.

APPENNELLATA(vedi foto)
Correttamente sarebbe ‘a pennellata quella che nei cantieri partenopei viene data quando si stende l’ultima mano di rifinitura di antivegetativa.

APPOGGIO
Manovra spesso eseguita furtivamente e con destrezza dal marinaio che, sceso a terra, sale sul bus stracolmo di passeggeri e, posizionatosi dietro ad una bella ragazza, esegue, con maestria, la manovra dell’appoggio.

CONTINUA…

QUI IL LINK ALLA PUNTATA PRECEDENTE

QUI IL LINK A TUTTE LE PUNTATE DEL VOCABOLARIO

CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Meteo, ecco come interpretare il profilo delle nuvole

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nuvola

Le cumulus humilis, nuvole di bel tempo, possono aiutare, a seconda delle ore in cui compaiono, a dedurre il grado di intensità del vento. Se queste nuvole si formano all’inizio della mattinata, ci si può attendere una brezza di mare di intensità maggiore rispetto al caso in cui si formino nelle ore più calde della giornata. Inoltre, dalla loro altezza di può avere un’indicazione della temperatura della giornata: più la temperatura è calda, più i cumuli si formeranno ad un’altezza maggiore. Il passaggio di un cumulonembo deve mettervi invece in allerta, perché è sempre associato a a forti venti estremamente variabili. Supponiamo che un grande cumulonembo a incudine, il più pericoloso, si stia spostando velocemente. Paradossalmente, se vi capita di incontrarlo, dovete tener presente che l’aria in movimento si comporta come una piccola zona anticiclonica, col vento che esce a raggiera dal suo centro, ruotando leggermente in senso orario. È l’intensità dei fenomeni a essere completamente diversa: frontalmente la nube è sempre sopravanzata nelle sue immediate vicinanze da violente raffiche, al suo interno il vento di caduta può essere anche oltre Forza 10 Beaufort, con possibilità di precipitazione di grossi chicchi di grandine, oltre che di pioggia torrenziale. Meglio evitare. Non potendo farne a meno, è preferibile girargli attorno, scegliendo accuratamente la parte opposta rispetto alla direzione verso cui il temporale si sta dirigendo.

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Come vesto la mia barca PARTE SECONDA. Tutti i prodotti a confronto

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Nella prima puntata (LEGGILA QUI) vi abbiamo condotta attraverso una ricca introduzione al mondo dei rivestimenti per la coperta, partendo dal semplice teak e proseguendo con le coperture in sughero, il teak sintetico e le vernici. Oggi vi proponiamo una tabella riassuntiva con quelle che, secondo la nostra analisi, sono le caratteristiche e i proe i contro di ogni prodotto. Che ne pensate?

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 6: da Appoppare ad Armo

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

APPOPPARE
Manovra manuale molto gradita a tutti i naviganti di sesso maschile quando a bordo hanno compagne carine, disponibili e con almeno una 3a coppa C.
Il contrario è Appruare ma, si dice non dia le stesse soddisfazioni.

ARARE
Avendo l’autore la Erre blesa ed essendo quindi impossibilitato a farsi capire, rinuncia alla spiegazione di questo vocabolo.
Comunque un consiglio: quando siete alla fonda, specie di notte, è meglio non Arare.

ARCHETTO
Tipico strumento, VIETATISSIMO, usato dai bracconieri(alcuni anche velisti incalliti) delle valli bresciane e bergamasche per cacciare volatili di piccolissima taglia superprotetti( pettirossi, cinciallegre, cardellini etc.) per evitare di utilizzare armi da fuoco che rovinerebbero, irrimediabilmente, le carni degli uccellini stessi, che non potrebbero, in questo modo, finire in padella…….si sa, il piombo nuoce gravemente alla salute…non solo dei volatili ma anche del genere umano.

ARCHIMEDE-PRINCIPIO DI(vedi foto)
È la legge principale della fisica che permette a Voi di navigare ed all’A. di scrivere questo libro, che altrimenti non avrebbe alcun senso.
Cita testualmente: ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per insità al peso del volume del fluido spostato.
Ecco quindi spiegato perchè una barca(ma non solo) galleggia.
Spesso si usa dire: galleggiare come uno st…zo.

ARENARE(vedi foto)
Vedi arare(sempre per lo stesso motivo)
Anche qui vale lo stesso consiglio….è meglio non arenarsi

ARMARE(vedi foto)
L’azione di allestire la barca con strumenti atti alla difesa.
In questi tempi di ricomparsa della pirateria sarebbe “cosa buona e giusta” provvedere all’armamento della barca.

ARMO
Ridente località montana in provincia di Brescia, Valvestino al confine con il Trentino che, sino al 1918, faceva parte dell’impero Austro-Ungarico. È famosa nel mondo della nautica perché dalle sue pinete di Pino Silvestre (non il basgnoschiuma) si ricavava la Trementina, resina naturale usata per il Calafataggio delle navi della Repubblica Marinara di Venezia.

  • Termine usato per identificare un tipo di imbarcazione a vela. Es. Armo a goletta

 

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Sei in panne e devi farti trainare? Non peggiorare la situazione!

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Se avete bisogno di assistenza fate attenzione a non peggiorare la situazione con un traino pericoloso. Se siete in acque protette utilizzate una fune d’ormeggio abbastanza elastica e sufficientemente lunga in modo che la barca trainata non sopraggiunga. Per evitare strattoni e “tamponamenti” mantenete una rotta divergente. Se dovete anche manovrare potete lasciare il cavo in tensione ma attenzione a non strattonare troppo. Se invece vi trovate in mare aperto, la fune d’ormeggio non dovrà mai essere in tensione, in questa situazione infatti anche delle piccole onde possono causare pericolosi strattoni. Per questo motivo conviene utilizzare una cima molto lunga a cui fissare un ancorotto o un oggetto pesante, a metà, in modo che la cima affondi completamente e che il peso possa ammortizzare gli strattoni. Alcuni consigliano di utilizzare la catena dell’ancora. Per capire la la distanza tra le imbarcazioni controllate lo stato del mare, prendete le misure delle onde e fate in modo che le barche si trovino sulla cresta o nel cavo di un onda allo stesso tempo.

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Maltempo in arrivo? Ecco come analizzare la situazione

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Non esiste una regola fissa da seguire in caso di maltempo. Quando navigate e dovete effettuare delle scelte importanti, considerate sempre tutte le variabili: il tipo di barca, l’equipaggio, il carburante, la distanza dalla costa, la rotta e l’evoluzione meteo. In caso di forte maltempo, pericoloso per la navigazione, ci sono alcune accortezze che possono facilitarvi nelle decisioni da prendere. Se vi trovate nel bel mezzo di una perturbazione e volete evitare di prenderla in pieno, aprite la carta nautica e analizzate il vostro punto nave e i tratti di costa vicino a voi. Bisogna controllare quali sono i migliori ridossi da raggiungere in base alla previsione dei bollettini. Se avete individuato la baia, controllate i fondali (batimetrica) e l’orografia della costa. Considerate però che non sempre è bene avvicinarsi alla terraferma in caso di mare agitato, anzi a volte è meglio tenersi a debita distanza. Sulla base del tipo di barca che disponete (marinità e dotazioni) e sull’esperienza del vostro equipaggio potete quindi saggiamente considerare di modificare il vostro itinerario e dirigervi verso il mare aperto se la rotta scelta vi permette di aggirare il maltempo e di navigare sempre in sicurezza.

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Ed è subito Tokyo: il 470 italiano è già qualificato per il 2020

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I ragazzi del 470 staccano il biglietto per Tokyo 2020

Nei lunghi e afosi pomeriggi d’agosto è arrivata una ventata d’aria fresca dalla Danimarca, precisamente dalla città di Aarhus, teatro del Campionato del Mondo di vela, riservato alle classi olimpiche e primo appuntamento utile per staccare un biglietto per Tokyo 2020. Se nelle Olimpiadi di Rio 2016 avevamo pianto un’assenza molto pesante con la mancata qualificazione nel 470 maschile, per i prossimi Giochi i giovanissimi del 470 maschile e femminile hanno già messo in cassaforte la presenza della nazionale italiana nel doppio.

Il 470 vola a Tokyo

Le prime a qualificarsi sono state le ragazze, Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini dello Yacht Club Italiano che, dopo un inizio in salita, sono entrate agevolmente in Medal Race garantendo la qualificazione dell’Italia per quanto riguarda il 470 femminile. Più faticoso l’ingresso dei due ragazzi, Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, Marina Militare, che però con un ottimo quinto posto finale sono riusciti a scavalcare diversi paesi, assicurando un posto per la nostra nazionale a Tokyo e uno in Medal Race per loro.

Le giovanissime del 470: Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini

Giovani e forti: chi sono i ragazzi del 470?

Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò sono due ragazzi di Roma, poco più che ventenni, che se la stanno giocando alla grande con avversari che alle spalle hanno già diverse campagne olimpiche e Olimpiadi. Nel 2017 hanno vinto un Campionato Nord Americano, un Europeo Juniores ed il CICO, Campionato Italiano Classi Olimpiche, oltre ad un bronzo nelle World Series. Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini sono altrettanto giovani, la prima 22enne e la seconda ancora “teen-ager”, di 19 anni. Guardando solo al 470 insieme hanno vinto l’International 470 Spring Cup e l’Enoshima Olympic Week, in Giappone. Sono queste le nuove leve della classe 470, che nonostante l’età stanno dimostrando che il talento è tanto. A guidarli nel loro percorso di crescita ci sono due veterani della classe come Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti. Il primo vanta la partecipazione a tre Olimpiadi e l’ultima, nel 2012, proprio con Zucchetti, dove sfiorarono il bronzo finendo in quarta posizione.

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Giro del mondo in equipaggio, 45 anni di grande sfide ma adesso si cambia. PRIMA PARTE

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L’ingresso degli IMOCA 60 di fianco ai Volvo Ocean 65 monotipi è ormai ufficiale, anche se ancora non è certo quale sarà il nome della regata. Il giro del mondo in equipaggio però è una storia che va avanti dal 1973, una storia epica fatta di Oceani, uomini e barche. La andiamo a ripercorrere edizione per edizione, in attesa di sapere che ne sarà di una delle regate più famose al mondo.

IL PERIODO EROICO

Edizione 1973-74

Alla prima edizione della Whitbread partecipano 17 imbarcazioni: c’è anche il mitico Eric Tabarly con il suo Pen Duick VI. Tre le barche italiane al via: Guia di Giorgio Falck, CS&RB di Doi Malingri e Tauranga di Eric Pascoli. Vince il messicano Ramon Carlin a bordo dello Swan 65 Sayula, con un equipaggio composto da parenti e famigliari. La Whitbread si guadagnò la fama di regata più pericolosa del mondo già a partire dall’edizione del 1973/74. A morire furono tre marinai: Paul Waterhouse, imbarcato sullo Swan 55 italiano Tauranga e lo skipper di 33 Export Dominique Guillet caddero in mare e non vennero mai più ritrovati, mentre l’inglese Bernie Hosking, facente parte del team di Great Britain II, fu ripescato dopo essere caduto nel Mar di Tasmania ma vani furono i tentativi di rianimarlo.

’77/78

Il Flyer

La Whitbread del 1977/78 consacra l’industriale olandese Cornelis Van Rietschoten che vince a bordo del ketch Flyer. Il suo segreto? Un approccio che potremmo definire già professionistico, con lunghi periodi dedicati a testare le prestazioni della barca e sessioni di allenamento per l’equipaggio. L’unica barca italiana a prendere parte a questo giro del mondo è B&B Italia, capitanata da Corrado Di Majo, a bordo tra gli altri anche Paolo Martinoni: Di Majo a 24 anni è lo skipper più giovane nella storia della regata. B&B chiude al nono posto.

’81/82

Nell’81/82 è ancora Van Rietschoten a imporsi su Flyer II: è tuttora l’unico ad aver vinto due giri del mondo. Ben cinque gli equipaggi italiani: Rolly Go di Giorgio Falck. Il gagomma di Roberto Vianello, Save Venice di Doi Malingri, Viva Napoli di Beppe Panada e Laboratorio di Claudio Stampi.

’85/86

La Whitbread inizia a cambiare: chi vuole vincere si presenta con barche ultratirate. L’epoca dei navigatori leggendari sta finendo per lasciare spazio a quella dei regatanti. Vince Lionel Pean su L’Esprit L’Equipe. In questa edizione non partecipa nessun equipaggio italiano.

’89/90

Ventitre barche al via, di cui 15 maxi. Ormai non c’è più spazio per gli scafi più vecchi. Torna Giorgio Falck con Gatorade (che si piazza ottava). Ma gli occhi sono puntati su un tale Peter Blake, che a bordo del ketch Steinlager II (foto in alto) vince tutte e sei le tappe della regata trionfando davanti a un altro neozelandese che farà carriera, Grant Dalton.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 7: da Arridare a Azimut

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

ARRIDARE
Rafforzativo doppio del verbo DARE. Quando l’azione di dare viene rifatta, diviene RIDARE e se fatto nuovamente Arridare.
Tipica la frase in gergo romanesco: A-RRIDAJE

ASSUCCARE
Nella prefazione l’A. ha chiarito che le definizioni sarebbero(avrebbero ? all’accademia della Crusca l’ardua sentenza) potute essere spiritose e financo goliardiche, ma la volgarità greve e gratuita non è nel suo DNA…….quando è troppo è troppo……..

ATTERRAGGIO, ATTERRARE(vedi foto)
L’azione atta a far posare sulla coperta della vostra imbarcazione il vostro nuovissimo Drone, con in quale vi divertite a riprendere la vostra barca ed i vostri vicini in rada per poi “postare” le immagini sui Social….Sigh !!! Se avete un Megayacht ci potreste far atterrare il Vostro costosissimo elicottero-tender.

AURICO
Composto a base di Oro trivalente.
Sarà forse per questo che le barche con vele Auriche costano così care ?

AUTOSTROZZANTE
Se soffrite di depressione non fatene uso.

AZIMUT
Società di servizi finanziari. Se vendete la vostra barca potreste investire il ricavato.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Giro del mondo in equipaggio, un’epopea lunga 45 anni. SECONDA PARTE

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Tappa numero 9 della Volvo Ocean Race da Newport a Cardiff, a bordo dei vincitori del giro di Dongfeng. I grinder Horace e Stu Bannatynne lavorano sotto cascate di centinaia di litri d’acqua.

Nella prima puntata (LEGGI QUI), vi abbiamo raccontato le origini del giro del mondo in equipaggio. Oggi vi raccontiamo l’avvento dell’era VOLVO fino all’edizione della Volvo Ocean Race 2017-2018, con uno sguardo verso il futuro.

IL PERIODO TECNOLOGICO

1993-94

Il sesto appuntamento con la Whitbread arriva con una novità: accanto ai maxi viene introdotta una nuova classe regolata dalla box rule, quella dei Wor 60. C’è una barca italiana, Brooksfield, capitanata da Guido Maisto, che chiuderà sesta tra i Wor 60 nonostante una grave avaria al timone. A bordo anche Mauro Pelaschier, che lascerà il team a Fremantle per dissapori con l’equipaggio. Si tratta dell’ultima esperienza italiana al giro del mondo. Vince Yamaha, tra i maxi trionfa New Zealand Endeavour.

’97/98

L’ultima edizione a marchio Whitbread vede al via dieci imbarcazioni: si tratta per la prima volta di un confronto tra barche molto simili, essendo tutte Wor 60. La classifica si stila in virtù dei piazzamenti in ognuna delle nove tappe e non più sulla base del tempo compensato. A trionfare è l’equipaggio svedese di EF Language capitanato dal “baffo” Paul Cayard.

’01/02

Nel 2001/02 la regata diventa Volvo Ocean Race, con l’ingresso della casa automobilistica svedese come sponsor. Al via ci sono otto team, vengono introdotte nuove tappe inedite (come quella di Goteborg e di Kiel) per assecondare le strategie di mercato di Volvo. Si registrano molti danni, e alla fine riesce a spuntarla l’equipaggio tedesco di Illbruck Challenge, con skipper John Kostecki. La folla di persone che accoglie gli equipaggi a Goteborg e in Germania non la si vedeva neanche in Coppa America.

Edizione 2001-2002, Amer Sport One di Grant Dalton in approccio a Sydney, con vento forte sotto spinnaker, incappa in una strapoggia clamorosa con l’albero che tocca l’acqua, per la gioia dei fotografi.

L’ERA VOLVO OCEAN RACE

2005/06

Sette barche, 10 tappe: e la comparsa dei nuovi Volvo Open 70, due metri più lunghi e una tonnellata più leggeri. Domina l’Olanda che vince con Abn Amro I di Mike Sanderson (la gemella ABN Amro II di Sebastien Josse chiude al quarto posto dopo avere perso in mare Hans Horrevoets ripescato morto), frutto della matita di Juan Kouyoumdjian. Si inaugura l’era delle barche vincenti firmate da Juan K che durerà ancora per ben due edizioni.

’08/09

L’edizione 2008/09 vede al via otto Volvo 70: le differenze tra le barche sono minime. Dopo 10 tappe, con scali in India, Singapore e Cina, gli svedesi di Ericsson 4, con skipper Torben Grael (foto in alto), vincono davanti agli americani di Puma Ocean Racing capitanati da Ken Read

’11/12

Un’edizione teatro di tante, troppe rotture che hanno coinvolto i sei team partecipanti (un minimo storico) fin dalla prima tappa, da Alicante verso Città del Capo. In più, per scongiurare il pericolo pirati, durante la seconda tappa le barche vengono scortate in un porto segreto (che si scoprirà poi essere Malé, alle Maldive) e di lì trasportate in nave fino a poche miglia da Abu Dhabi, giusto per lo sprint finale. Alla fine la spuntano, a sorpresa i francesi di Groupama 4 con Franck Cammas.

’14/15

November 30,2014. Team Vestas Wind fa naufraggio sull’atollo Cargados Carajos Shoals in pieno Pacifico

L’ex amministratore delegato della Volvo Ocean Race, Knut Frostad, tenta di rivitalizzare la Volvo Ocean Race con l’introduzione di una classe one design, i Volvo Ocean 65 progettati da Farr e realizzati da un pool di cantieri: una soluzione che consente di ridurre i budget di partecipazione e, in teoria, di navigare in maggiore sicurezza. L’obiettivo dichiarato era quello di avere otto barche, ci si ferma a sette con l’iscrizione in extremis dei danesi Team Vestas. Vince Azzam Abu Dabi Ocean Racing del britannico Ian Walker ma l’edizione verrà ricordata per il naufragio di Vestas.

Dongfeng Race Team

’17/18

Sette i team dell’ultima edizione e anche questa volta non sono mancate iscrizioni dell’ultimo minuto di team messi insieme in pochissimo tempo. La vittoria sul filo di lana è andata a Dongfeng Race Team di Charles Caudrelier che ha beffato tutti nell’ultima tappa. Un’edizione che ha fatto segnare due morti, il pescatore cinese deceduto nella collisione con Vestas a largo di Hong Kong e John Fisher di Scallywag. Nella nona tappa Team Akzo Nobel di Simon Tienpont abbatte il muro delle 600 miglia in 24h stabilendo il nuovo record in 601.63 a 25,08 nodi di media. Pochi giorni prima della fine della regata il managment annuncia la svolta. Volvo lascia, spazio a un nuovo proprietario e nuovi progetti.

VERSO IL FUTURO

La Volvo Ocean Race (ma si chiamerà ancora così?) pensa al futuro ed ecco che arriva a proposito di barche una soluzione che già da tempo appariva come la più logica: l’apertura agli IMOCA 60 foil (foto in alto), una classe di barche decisamente più performanti, rispetto ai robusti VO65, che con la loro box rules farebbero tornare il fascino della progettazione e la sua incertezza come ingrediente d’appeal della regata. Oltre a ciò gli IMOCA 60 sarebbero spendibili per più di una competizione, hanno un mercato molto attivo, e dal punto di vista di un team è una barca più semplice anche da reperire usata o rivendere dopo la regata. Le due barche comunque potrebbero vivere insieme una prima edizione come classi differenti. “E’ un primo passo dei molti che andranno fatti per la prossima edizione del 2021,” ha detto Johan Salen, co-Presidente della regata. “E’ in atto un processo per definire gli elementi che saranno necessari a rendere la prossima edizione del giro un successo, sia dal punto di vista tecnico che commerciale. Una questione complessa, con molte sfaccettature, stiamo rispettando l’input che ci arriva dalle varie parti coinvolte, da World Sailing (la Federazione Mondiale della Vela) ai velisti, ai team e ai partner”. In ballo non ci sono solo le barche: il Grande Sud non può più aspettare.

 

 

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 8: da Baciare a Balestrare

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Prosegue l’esilarante viaggio goliardico nella terminologia marinaresca, “demolita” scherzosamente dal nostro Adriano Gatta: ecco a voi il Vocabolario Semiserio del Velista…

BACIARE
dire, fare, Baciare, lettera e testamento.
Terza penitenza dei giochi dei ragazzi del secolo scorso(un po’ meno informatizzati ma molto più pratici di quelli di oggi) che, assieme alla seconda, erano le preferite nella scelta da parte di chi perdeva…con sommo terrore delle ragazze partecipanti al gioco.

BACINO DI CARENAGGIO(vedi foto)
Luogo molto romantico dove i fidanzati si danno appuntamento, al tramonto, per scambiarsi caste effusioni amorose(piccoli baci) o tipici cioccolatini avvolti in carta argentata con stelle blu, mentre i “camalli” del porto, “sporconando”, continuano imperterriti il loro duro lavoro di carenaggio.

BAGLIO(vedi foto)

  1. Cognome di Aldo, che assieme a Giovanni e Giacomo compone il famoso trio.
  2. Nella Sicilia feudale era un edificio che conteneva la corte o il cortile.

Al giorno d’oggi, di solito, si è trasformato in B&B e, spesso, sorge in prossimità del mare. Famoso e bellissimo quello di Scopello(Sicilia Nord-Occidentale).

BAGNASCIUGA(vedi foto)

  1. Zona della barca costantemente spruzzata dalle onde dove le signore amano sdraiarsi a prendere il sole perché, appunto, ci si bagna e, poi, ci si asciuga accelerando, così, il processo di abbronzatura.
  2. Costante ed odiato lavoro degli addetti al turno di cucina che, costantemente, devono lavare ed asciugare le stoviglie( vedi stoviglie di plastica).
  3. Idem per gli schiavi di bordo dei megayocht(quasi sempre a motore; i velisti sono leggermente più democratici) costretti a lavare ed asciugare le fiancate delle barche appesi alla gruetta o immersi nell’acqua.

BALCONE
Termine, del quale viene spesso usato il diminutivo, per indicare un modello della parte superiore, non sempre fondamentale, del costume da bagno in due pezzi di un velista di sesso femminile( almeno si spera….) detta, appunto “a balconcino”.
Normalmente viene usato dalle veliste non troppo fornite, o con muscolatura lassa, per sostenere, in modo gradevole alla vista del resto dell’equipaggio(maschile !!!), il muscolo pettorale.(vedi Seno)

BALESTRARE
Normalmente viene usato il termine contrario, dispregiativo: Sbalestrare, riferendosi a qualche membro dell’equipaggio che, per i più svariati motivi, sia uscito di senno.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Come manovrare senza aiuto di nessuno: ridurre il genoa

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In estate, magari in crociera, può capitare di essere costretti a navigare da soli con tutto ciò che ne consegue in termini di gestione della barca, incluse ovviamente le manovre e le eventuali emergenze. Con un esperto di eccezione, l’istruttore di vela nonché navigatore sui Mini 650 Luca Sabiu, scopriamo in pochi semplici passi come cavarcela da soli. ‘

COME RIDURRE IL GENOA DA SOLI (e senza autopilota)

 

FASE 2

 

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

www.viverelavela.com

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 9: da Banco a Barber Hauler

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BANCO
Se a bordo avete degli accaniti giocatori di carte, ricordate che, per definizione, il Banco vince sempre.

BANDIERA DI CORTESIA(vedi foto)
“Piccola” bandiera posta sul lato di dritta(generalmente sotto le prime crocette) dell’imbarcazione che sta ad indicare il paese ospitante la barca(che ovviamente batte un’altra bandiera.

BANDA
Gruppo di velisti(normalmente di sesso maschile e anche d’una certa età) che vagano su improponibili barche a vela da un porto all’altro alla ricerca di altrettanto improponibili e, spesso inattuate, avventure erotico-sensual-morbose delle quali, poi, farsi vanto con gli amici, una volta tornati in città.

N.B. gli amici, in quanto tali, conoscendo gli elementi, lasciano dire……

BANDO
Famoso, anche se ormai un po’ obsoleto, modo di dire del classico skipper toscano: Bando alle ciance !!! rivolgendosi al proprio equipaggio che, come al solito, sta perdendo tempo sul molo a “cianciare” e non si decide a salire a bordo a rassettare la barca.
Le ciancie sono(nel vernacolo toscano) le chiacchiere futili e vane,
per cui “bando alle ciance” può avere il significato “basta con le parole” e passiamo ai fatti.

BANSIGO(BANZIGO)
Termine dialettale genovese per indicare il ben più comodo Imbrago.

BARBA DI GATTO
In onore dell’A. viene preferito il termine BARBA DI GATTA( visto che la porta da ben 43 anni).

BARBER HAULER
Ciò che potreste vedere sull’insegna del pittoresco Parrucchiere/Barbiere
(in dialetto bresciano Barbér, in inglese Bàrber) Inglese, tale Thomas Hauler, trapiantato sulle rive del lago di Garda, dove svolge la sua attività.
Ovviamente fra i suoi clienti ha anche qualche velista……

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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C’è dell’oro in Danimarca, Tita-Banti sono campioni del mondo Nacra 17!

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Dopo il back-to-back all’europeo con due vittorie di fila, l’equipaggio Nacra 17 italiano formato da Ruggero Tita e Caterina Banti vince anche il Campionato del Mondo di Aarhus, in Danimarca, qualificando anche l’Italia per le Olimpiadi di Tokyo 2020. La punta di diamante della nazionale italiana Nacra 17 finisce in bellezza un 2018 strepitoso in cui sono usciti vincitori da tutte le manifestazioni ufficiali a cui hanno preso parte.

La punta di diamante della nazionale italiana Nacra 17!

“Non abbiamo segreti, ma solo tanto lavoro, cerchiamo di allenarci il più possibile, sempre”. Sono state queste le parole a caldo di Caterina Banti dopo la vittoria, arrivata alla fine di una settimana di regate molto difficile senza la Medal Race finale. Ruggero e Caterina erano partiti fortissimo, raccogliendo tre primi posti nelle tre prove iniziali. A metà settimana è arrivato un momento complicato, con quattro risultati di fila a metà classifica che avevano fatto temere per il campionato, dove i due velisti italiani erano tra i favoriti per la vittoria finale. La congiuntura difficile non li ha scoraggiati ed i due ragazzi del Nacra si sono ripresi la testa della classifica proprio il giorno prima della Medal Race, con una striscia di ottimi piazzamenti. Alla fine la Medal non è stata disputata per mancanza di vento ed i due campioni europei si sono laureati campioni del mondo davanti ai fratelli australiani, Nathan e Haylee Outteridge, e ai due fenomeni argentini, oro olimpico a Rio 2016, Santiago Lange e Cecilia Carranza Saroli.

L’oro di Ruggero e Caterina è la ciliegina sulla torta ad una settimana molto positiva per la vela olimpica italiana che ha già qualificato 6 classi su 10 per i Giochi Olimpici di Tokyo nel 2020. Oltre ai ragazzi del 470 (CLICCA QUI),  l’Italia ha già staccato un biglietto sui Laser Radial con la giovanissima Carolina Albano, 17esima al mondiale. Le ultime due classi classificate sono le tavole a vela, sia maschili che femminili con ben 4 atleti nei primi 20: nelle ragazze Marta Maggetti e Flavia Tartaglini concludono il campionato in settima e decima posizione. Nei ragazzi Mattia Camboni (dopo un super secondo posto nella Medal Race) chiude sesto davanti a Daniele Benedetti, ottavo. Grande prestazione nel Nacra 17 anche per la coppia In formata da Vittorio Bissaro e Maelle Frascari che chiudono settimi in classifica generale.

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Come manovrare senza aiuto di nessuno: ridurre il genoa con l’autopilota

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Ipotizziamo uno scenario identico a quello con cui abbiamo svolto la manovra precedente (LEGGI QUI). Anche in questo caso, siamo di bolina, sulla nostra barca di 45 piedi charterizzata con famiglia ed equipaggio inesperto. Il vento sale improvvisamente mentre voi stavate navigando con il pilota automatico in modalità AUTO. Come fare?

COME RIDURRE IL GENOA CON L’AUTOPILOTA

Luca Sabiu, 43 anni, è milanese di nascita e “cittadino del mare per adozione dall’età di 5 anni”. Comandante navi da diporto, istruttore con più di 200 allievi all’attivo, professionista oceanico e navigatore solitario da tempo in prima linea per la sensibilizzazione alla sicurezza in mare. Collabora con la Scuola Nautica Vivere la Vela, a capo del team d’eccellenza Mastersail: i suoi corsi di formazione alla navigazione d’altura sono un’esperienza unica a 360°. Ci mostrerà, in questa e nelle prossime puntate, la preparazione della barca e i segreti per effettuare tutte le manovre in equipaggio ridotto.

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 10: da Barbetta a Beaufort

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BARBETTA(vedi foto)
Piccola e sfiziosa barba appuntita, tipica dei marinai/velisti un po’ datati e retrò a bordo delle barche d’epoca che, spesso, indossano eleganti giacche doppiopetto blu con i bottoni dorati con un ancora-ammiragliato in rilievo e calzoni bianchi e portano sempre un cappello con visiera.

BARBOTIN
Tipico modo di indicare il salpa-ancora nell’alto Adriatico- da Venezia a Trieste- “Cos’è ? un salpa-ancora ?” “ No, zé un barbotìn, òstrega !!! “

BARCA A VELA(vedi foto)
Se non esistesse non avremmo fatto questo vocabolario.

BARCARIZZO
Effetto strano(ma neanche poi tanto) che colpisce tutti i maschi presenti a bordo quando sulla barca sale un gran bel pezzo di figliola in abiti succinti.

BAROGRAFO
giocatore di carte molto scorretto che annota, in modo maniacale, tutte le partite vinte.

BATIMETRICA
Sinonimo marinaresco di Peripatetica, Passeggiatrice.
Donna di malaffare che “batte” i moli dei porti, misurando i metri percorsi tra un cliente e l’altro.
In origine era BATTIMETRICA ma per elisione ha perso una T.

BATTAGLIOLA
Piccola scaramuccia fra imbarcazioni per la conquista dell’unico posto barca libero.

BEAUFORT(pron. Bò-fort)
Tipica risposta di un local del lago d’Iseo alla domanda <<come sarà il vento oggi ? >>
<< boh, fòrt >>
vedi Bolina, Boma, etc.

CONTINUA…

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NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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Come manovrare senza aiuto di nessuno: la virata con l’autopilota

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La virata in solitario, utilizzando l’autopilota, è una manovra molto semplice (anche in condizioni di vento più sostenuto) se avete bene in testa la sequenza giusta di operazioni da compiere. Questo tipo di manovra funziona qualora stiate navigando di bolina stretta. Vi spiego come fare. Dopo la puntata dedicata alla riduzione del genoa con autopilota (leggi QUI), andiamo a vedere come cambiare di bordo.

FASE 1

FASE 2

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Il Vocabolario Semiserio del Velista – Parte 11: da Bermudiana a Bitta

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BERMUDIANA
Regata riservata ad imbarcazioni con randa Bermudiana: cioè a 3/4 e con due bottoni sul lato inferiore esterno della balumina. Tutto l’equipaggio deve, obbligatoriamente, indossare il tipico calzoncino corto detto appunto “Bermuda”. Fate attenzione se navigate nella zona di Oceano Atlantico vicino alle omonime isole perché potreste sparire assieme alla vostra imbarcazione ed a tutto l’equipaggio(mogli comprese). Nel caso foste interessati alla cosa fra parentesi….poco prima di raggiungere la zona, scendete a terra col tender con la scusa che avete dimenticato di comperare le sigarette…..

BETTOLINA
Piccolo bar, poco raccomandabile, dove gli equipaggi si ritrovano a fare bagordi una volta scesi a terra.
Diminutivo di Bettola.

BIG BOY
Esclamazione un tempo riservata alle signore, oggi, con l’Outing tanto di moda, usata anche da alcuni maschietti, per indicare un bel marinaio(spesso di colore) che di Big non ha solo i muscoli….

BIGA
Organo genitale bemminile

BISCAGLINA
Simpatica espressione della costa Livornese per indicare una ragazza di origini francesi(Biscaglia) un po’ monella che ama arrampicarsi sulle scalette di bordo.
“ oh biscaglina…..” (sinonimo di Bischerina)

BISCIA
Con le moderne imbarcazioni a poppa aperta è molto più facile che riesca a salire a bordo….non preoccupatevi !!!!
A differenza della vipera non è velenosa e non morde.

BITTA(vedi foto)
Pare essere la forma singolare del termine tedesco Bitte(trad. prego) o la forma femminile del temine tedesco Bitter(trad. amaro) da cui anche la bevanda usata per gli aperitivi. Lo spritz non è contemplato perché per quello si usa l’Aperol ma, sui laghi bresciani( e ‘arridaje), dove viene chiamato “PIRLO”, si usa il Bitter Campari.
In conclusione: cosa c’è di più bello di un Pirlo col Campari seduti su una bitta del porto ad ammirare un tramonto, magari con accanto una tedeschina che alla domanda” cosa fai stasera ?” non capendo la vostra lingua risponde: “Bitte ?”( trad. prego ?)
.azz…..altra serata andata buca…..

N.B. nelle foto si nota la differenza tra una bitta marina, usurata dalla salsedine ed una d’acqua dolce.

CONTINUA…

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CHI E’ L’AUTORE DEL VOCABOLARIO SEMISERIO DEL VELISTA Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. Da anni va a zonzo per il Mediterraneo con il suo Sun Odyssey 40 Bravo Papà 3

NOTE
N.B.1 le definizioni riportate in corsivo sono serie e niente affatto spiritose, non hanno alcun significato scherzoso o goliardico e vanno, quindi, interpretate in modo corretto. Ne potrebbe andare della Vostra vita.
N.B.2 tutti i termini presenti nel vocabolario sono termini legati alla marineria; se volete conoscerne il reale significato vi consiglio: IL VOCABOLARIO DEL VELISTA di Giancarlo Basile ed. Incontri Nautici.
N.B.3 come tutti i vocabolari che si rispettino, i termini sono tutti, CATEGORICAMENTE, in ordine alfabetico.
N.B.4 i termini che nel testo, quando è opportuno, appaiono in grassetto, sono trattati nel vocabolario.
N.B.5 nel libro vengono citati alcuni termini che non compaiono ne Il Vocabolario del Velista. L’ Autore ha deciso, deliberatamente, di inserire questi termini a suo rischio e pericolo.
N.B.6 le immagini, sia di copertina che nel testo, sono tutte dell’Autore.
Qualsiasi riferimento a persone o avvenimenti è puramente casuale…….
L’Autore
Adriano Gatta
DISCLAIMER: L’interpretazione alla lettera di tutti i termini presenti in questo vocabolario, può provocare gravi danni alla Vostra imbarcazione, a quelle naviganti in acque limitrofe alla vostra, agli equipaggi ed a tutte le persone coinvolte nella lettura. L’Autore declina ogni responsabilità per danni a persone o cose causati dalla corretta interpretazione dei termini stessi presenti nel Vocabolario. Per una corretta navigazione, si prega di fare riferimento, unicamente, a testi che trattino, seriamente, la terminologia marinaresca.

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1000 iscritti di media in due regate, ecco il Garda dei giovanissimi

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Quando sul Garda si dice siamo la metà di mille non è per esagerare. E chissà cosa sarà passato nella testa della colombiana Sophie Holtus o del neozelandese Noah Malpot, che dopo aver attraversato almeno un oceano sono arrivati sulle sponde lago e hanno visto centinaia di loro coetanei, giunti da 21 nazioni diverse per lo stesso motivo. È la prima volta che la Ora Cup Ora, organizzata dal Circolo Vela Arco, sfonda il muro dei 500 iscritti (540 quest’anno), nonostante sia già da diversi anni una super classica della stagione estiva dei giovanissimi dell’Optmist.
Se sommiamo gli iscritti di questa 23esima edizione della Ora Cup con quelli del celeberrimo Meeting del Garda, Fraglia Vela Malcesine in regia, che ogni anno vede scendere in acqua un migliaio abbondante di optimisti – 1400 iscritti all’ultima edizione (CLICCA QUI) – la cifra che viene fuori rasenta i 2000, un numero davvero incredibile per la vela giovanile e non solo. Una media di quasi mille iscritti in due sole regate si spiega solo con l’irresistibile fascino del lago più grande d’Italia.

Tra campioni del mondo ed europei, anche il livello è altissimo!

Per il secondo anno di fila il vincitore juniores della regata è Marco Gradoni (Tognazzi Marine Village), campione del mondo in carica, che non lascia dubbi agli avversari infilando quattro primi posti consecutivi. Dietro di lui, Richard Schultheis, terzo alla passata edizione. A chiudere il podio dei “grandi” c’è l’attuale campione europeo, Alex Demurtas (Fraglia Vela Riva).
Tra i cadetti, i giovanissimi sotto gli undici anni, ha vinto il croato Josip Tafra, seguito da Mosè Bellomi della Fraglia Vela Riva e da Niccolò Pulito del Tognazzi Marine Village.

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