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Lerici Legge il Mare, da domani al via la più grande rassegna di letteratura e cultura marinaresca

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lerici
Alle 17 di domani, venerdì 18 settembre 2015, si vara la settima edizione di Lerici Legge il Mare. A rompere simbolicamente la bottiglia augurale sulla prua della rassegna di letteratura e cultura marinaresca del Golfo dei Poeti
saranno Leonardo Paoletti, sindaco di Lerici; Bernardo Ratti, presidente Società Marittima di Mutuo Soccorso; Luisa Nardone, assessore al turismo; Lorenzo Forcieri, presidente Autorità Portuale La Spezia.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA MANIFESTAZIONE

GLI APPUNTAMENTI DI VENERDI’
Subito dopo alle 17,30 in Calata Mazzini i piccoli regatanti del circolo Erix spiegheranno le vele per la tradizionale Regatina. Per i grandi alle 18,30 lo spettacolo teatrale tratto dal libro Storie di navi e di principesse che non fecero ritorno di Massimo Minella. Un incrocio di voce e suoni per ripercorrere quasi mezzo secolo di storia. Le parole di Massimo Minella e i suoni di Franco Piccolo fanno rivivere le vicende di due piroscafi, il «Principessa Iolanda» e il «Principessa Mafalda», e con essi le tormentate vite delle due principesse di casa Savoia.

66721-1I MITI DEL MARE SECONDO MANFREDI
Alle 21,00 sale sul ponte di comando della rassegna Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore, che guiderà il pubblico alla scoperta dei miti del mare e degli eroi dell’antichità. Dal primo pomeriggio sarà possibile prenotare presso la Biblioteca del mare aperta in Piazza Garibaldi le navigazioni di sabato e domenica insieme agli scrittori sulla goletta Oloferne e sul ketch Lady Lauren. Gli imbarchi sono gratuiti ma è necessario prenotare.

PER BAMBINI E ADULTI
Le barche ospiteranno per la “Notte dei piccoli lupi di mare”, un gruppo di bambini che potrà vivere l’esperienza di una navigazione notturna e di una notte in rada, tra storie di mare e giochi marinareschi. L’imbarco ai pontili traghetti ore 19. Per iscrizioni last minute presentarsi alla Biblioteca del mare. In piazza Garibaldi, oltre alla tradizionale libreria, da visitare «MARE DI LIGURIA» mostra fotografica a cura di Circolo fotografico sarzanese e «COLORI DI RIVIERA», mostra di pittura. E per i più piccoli un apposito spazio con giochi e animazione rigorosamente marinare.

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VIDEO Strambata cinese, degenero, arenamento

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expeditious
Siamo alle Rolex Big Boat Series di San Francisco 2011: c’è molto vento, e la poppa a filo è sempre rischiosa. Ne sa qualcosa l’equipaggio di “Expeditious”, Express 37 di Bartz Schneider. Prima una “strambata cinese” da paura, poi l’inevitabile arenamento a pochi metri dai moli del St. Francis Yacht Club. Guardate il video e osservate come degenera la situazione.

GUARDA IL VIDEO!

STRAMBATA CINESE, SE LA CONOSCI, LA EVITI
Che cos’è una “strambata cinese”? Si tratta di una abbattuta involontaria dove la parte superiore della randa passa da una mura all’altra, gonfiandosi nella nuova posizione, mentre la porzione inferiore e il boma restano nella posizione originale. Spesso è indotta dal vang eccessivamente mollo, che consente al boma di alzarsi troppo e alla balumina una torsione fuori dal comune. La maggior parte delle volte viene causata da un eccessivo sbandamento sopravvento improvviso della barca, durante le poppe con vento sostenuto e onda: le conseguenze possono essere catastrofiche.

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INTERVISTA Il vela-pensiero di Lorenzo Bortolotti

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bortolottiLorenzo Bortolotti, il titolato velista italiano (tanti mondiali di altura tra IOR e 12 m. SI, sette Admiral’s Cup alle spalle, due Coppa America) che è salito sul 100 piedi Comanche come stratega in occasione della Maxi Yacht Rolex Cup di Porto Cervo, è subito volato a Newport dove, a bordo dello Swan 42 Cuordileone di Leonardo Ferragamo, difenderà i colori dello Yacht Club Italiano (in qualità di team coach e stratega) alla Rolex New York Yacht Club Invitational Cup da oggi fino al 19 di settembre. Lo abbiamo intervistato al volo tra un impegno e l’altro.

LA NOSTRA INTERVISTA A LORENZO BORTOLOTTI
La tua esperienza su Comanche: come è fare da stratega a bordo di un 100

piedi ultratecnologico?
Regatare nelle acque di Porto Cervo durante la Maxi Yacht Rolex Cup a bordo di Comanche ha per me rappresentato un “Challenge nel Challenge” per la sua velocità fuori dal comune e soprattutto per la profondità della chiglia basculante che raggiunge quasi i 7 m di pescaggio (6,70 per la precisione, circa il doppio dei nostri concorrenti), una misura a dir poco esagerata che ci ha costretto a rivedere tutte le nostre strategie tattiche e naturalmente a studiare e scandagliare ogni punta, isola, scoglio del mare della Costa Smeralda e delle Bocche di Bonifacio.
Che parametri della barca devi tenere in considerazione quando elabori
la strategia di regata?
Come detto poco sopra questo Maxi Yacht costruito totalmente in carbonio per soli 20 tonnellate di dislocamento è in grado di superare velocità di 30 nodi mantenendo sempre medie al di sopra della velocità del vento reale, questo impone una rapidità di reazione e decisione fuori dal comune ed in particolare impone di ridurre al minimo virate e strambate che naturalmente incidono in maniera importante sulla velocità media della regata. Quindi una strategia più a lungo termine di quella a cui siamo abituati su scafi come Swan 45 o Tp 52.
Com’è interfacciarsi con un grande quale Ken Read?
Per mia fortuna ho avuto il piacere di condividere con Ken Read diversi Maxi World Championship (Sagamore, AllSmoke, etc.), la nostra amicizia va anche oltre i campi di regata permettendoci di collaborare su diversi progetti e soprattutto nello sviluppo di nuove vele, visto l’attuale ruolo di Ken a capo del Gruppo North Sails.
Prenderai parte anche alla Sydney Hobart su Comanche?
Purtroppo non mi è possibile per altri impegni di lavoro, ma spero di poter tornare su Comanche in occasione di una regata d’altura, condizioni per le quali questo progetto è stato concepito.
Una domanda trabocchetto: preferisci regatare su Comanche o sugli Swan 42?
Direi regate d’altura su Comanche, mentre sempre meglio lo Swan 42 x regate costiere e tra le boe! Risposta esatta?
Qual è la tua barca da sogno?
Grazie alla passione di mio padre, ho avuto la fortuna di navigare su bellissime barche di famiglia fin da piccolo, e tra le tante quella che più ho amato è lo Swan 45.
E il luogo in cui hai navigato più bello?
Forse solo le Hawaii mi hanno emozionato più delle Bocche di Bonifacio (che restano da un punto naturale le acque più belle in assoluto): le Hawaii hanno dalla loro parte la forza immensa dell’Oceano Pacifico insieme ad una natura incontaminata delle isole maggiori.
Il velista che più ti ha ispirato nella tua carriera?
Certamente Lowell North: un campione olimpico straordinario e allo stesso tempo un incredibile ingegnere capace di portare ovunque innovazione tecnologica!
L’episodio più curioso che ti è mai capitato in mare?
Tagliare il traguardo di una One Ton Cup a Kiel dopo tre ore di virate nella nebbia senza vedere i tuoi avversari e scoprire solo una volta arrivato a terra di aver vinto quella regata, a volte è proprio vero che c’è qualcosa al di sopra di noi ed in quella occasione gli dobbiamo essere andati a genio!
Possiamo dire che sei uno skipper “navigato”. Cosa pensi della nuova Coppa America, quelle delle barche volanti, e del fenomeno del foiling in generale?
Tutto straordinario e logico perché la Coppa America è sinonimo di innovazione e sfrenata ricerca, anche se il vero match-race si è un po’ perso con l’avvento dei multiscafi, forse la scelta delle nuove dimensioni permetterà di vedere regate più vicine, comunque il mondo non si ferma!

CHI E’ LORENZO BORTOLOTTI
Si dedica con successo alla vela agonistica fin dagli anni Settanta. Oggi è considerato fra i migliori skipper italiani e direttore sportivo di successo della vela d’altura. A dimostrazione di questi dati, una carriera che lo ha visto vincere cinque volte il titolo mondiale ed una volta l’europeo. Questa la sequenza: 1978, campione d’Europa 6 m. skipper di “Moby Dick”. 1984, campione mondiale 12 m. skipper di “Victory 83”. 1989, campione mondiale Maxi-Yacht Icaya, skipper di “Longobarda”. 1991, campione del mondo Two Ton Cup, skipper di “Larouge” e campione del mondo IMS Maxi Yacht Icaya, skipper di “Challenge 93”. 1993, campione del mondo Two Ton Cup, skipper di “Larouge”. Oltre ad aver conquistato diversi titoli italiani, ha partecipato a gare di grande risonanza mondiale ottenendo sempre piazzamenti di rilievo e salendo sul podio. È stato in totale sette volte all’Admiral Cup, quattro al S.O.R.C., due alla Kenwood Cup ed all’America’s Cup come skipper nel team italiano. Infine cinque volte al campionato del mondo Maxi Yacht. Contemporaneamente ha ricoperto incarichi in qualità di direttore tecnico e project manager coordinando realizzazione e gestione di progetti internazionali quali Almagores, Consorzio Italia, Consorzio Azzurra, Longobarda, Bribon VII, Larouge, Winston, Bribon IX, Azur de Puig. È socio degli Yacht Club Italiano, di Monaco e del Club Costa Smeralda. E’ il fondatore della Nautor’s Swan Italy & Monaco nel 1998.

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GALLERY Barche d’epoca e scirocco forte, che spettacolo a Portofino

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Portofino Rolex Trophy 2015
Che spettacolo il primo giorno di regata al Portofino Rolex Trophy
, la manifestazione dedicata alle imbarcazioni che hanno fatto la storia dello yachting mondiale organizzata dallo Yacht Club Italiano: uno scirocco dai 18 ai 20 nodi ha fatto sì che i 15 Metri Stazza Internazionale – Mariska,  Hispania, Tuiga e The Lady Anne –  e i 5.50 Metri S.I Carabella, Tara, Whisper, Kukururu, Manuela V e CinqueCinque se la giocassero in condizioni da veri marinai. L’obiettivo di Carlo Borlenghi ha catturato tutto!

GUARDA LA GALLERY DI CARLO BORLENGHI

Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015
Portofino Rolex Trophy 2015

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FOTOGALLERY Mi chiamo Snipe e vi dico: “Obsoleto a chi???”

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2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy  © Matias Capizzano

2015 Snipe Worlds – Talamone. Italy
© Matias Capizzano

Alcuni considerano lo Snipe, il mitico “beccaccino”, una barca obsoleta, pesante, e in grado di regalare poche emozioni, vista la mancanza di spinnaker e trapezi. Niente di più falso. La classe Snipe è più viva che mai e vi basterà guardare questa splendida gallery del fotografo argentino Matias Capizzano per capirlo. Siamo ai Mondiali Juniores di Talamone, in corso in questi giorni (dal 19 al 26, sempre nella stessa località, andranno invece scena i Mondiali Open). Fidatevi, le emozioni non mancano (per saperne di più: www.snipeworlds2015.com). Buona visione.

MONDIALE SNIPE JUNIOR – LE FOTO DI MATIAS CAPIZZANO

2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano
2015 Snipe Worlds - Talamone. Italy
 © Matias Capizzano

LA STORIA DELLO SNIPE
Un radicale distacco dalla tradizione del mondo delle regate veliche si verificò a Sarasota (Florida) nel marzo 1931, quando l’editore del “Rudder” Bill Crosby partecipo` ad una riunione del Florida West Coast Racing Association.

stilizzazioneIn risposta alla richiesta di creare una classe di barche da regata trasportabili su carrello, Crosby promise di dare l’avvio a questa Classe disegnando e pubblicando i piani di una barca di questo tipo nella sua rivista. Il nome Snipe fu scelto secondo la consuetudine della rivista “Rudder” di chiamare tutti i suoi disegni dagli uccelli marini ed acquatici ed i piani dello Snipe apparvero nel numero di luglio di “Rudder” che venne esaurito rapidamente.
Ai primi di settembre si ebbe notizia di barche gia’ terminate in base ai disegni: la prima fu quella di un ragazzo di 14 anni, Jimmy Brown di Pass Christian, nel Mississippi, che aveva costruito la barca con l’aiuto del padre.
Fin dall’inizio i proprietari chiesero che venisse costituita una Classe nazionale e venne posto in atto un metodo di registrazione mediante la numerazione delle barche, in modo che i proprietari che vivevano non lontani uno dall’altro, potessero mettersi in contatto tra loro. Jimmy Brown ebbe il n.1 (vedi foto sotto courtesy Sherry Welch).
 Entro il maggio 1932 erano state registrate 150 barche e le regate si diffusero poiche’ molti dei piu’ importanti Clubs nautici riconobbero la Classe dandole ufficialmente un inizio. Nel novembre 1932 la Snipe Class International Racing Association (SCIRA) venne costituita con il Dr.Hub E.IsAacks di Dallas – Texas – come Commodoro. La costituzione ed il regolamento furono stesi ed il primo libro di regole venne pubblicato. Alla fine dell’anno vi erano 250 barche numerate e a Dallas fu assegnata la prima flotta riconosciuta, che e’ tutt’ora esistente. La prima flotta fuori dagli Stati Uniti fu costituita nel marzo 1933 a Dover in Inghilterra. Nel luglio del 1936 la Classe ottenne il riconoscimento di maggiore classe di barche da regata del mondo, con flotte in ogni paese.

adelaide2Benché il Campionato Mondiale sia stato corso fin dal 1934, non fu che nel 1946 che questo campionato divenne veramente internazionale. Questo evento si ebbe sul lago di Chautauqua, New York, con concorrenti provenienti dal Brasile, Newfoundland, Portogallo e Svizzera così come da molte parti degli Stati Uniti. Cio’ ebbe un forte impatto sulla classe e venne deciso che sarebbero state promosse delle competizioni internazionali. Il Commodoro Charles Heinzerling annuncio’ che avrebbe progettato un trofeo separato per il Campione U.S.A., lasciando in tal modo il Trofeo Hub Isaaks per le competizioni realmente internazionali.

Il Dr. Martin Dupan, rappresentante della Svizzera, fu così colpito dal Campionato di Chautauqua che divenne il promotore del primo Campionato del Mondo che avesse luogo fuori dagli U.S.A. Si tenne nel 1947 a Ginevra, Svizzera, con Ted Wells degli Stati Uniti che vinse sui campioni di 13 nazioni. Nel 1949 fu deciso di tenere ad anni alterni il Campionato del Mondo ed il Campionato dell’ Emisfero. Il Board of Governors acquisto’ i piani dello Snipe dalla rivista “Rudder” nel 1948 e la classe fu associata nel 1954. Nel 1958 lo Snipe ricevette il riconoscimento dell’I.Y.R.U. quale Classe Internazionale.

La barca fu disegnata come chiglia a spigolo da 15 piedi e 6 pollici, adeguata allo standard delle tavole di legno da 16 piedi e fu progettata per una facile costruzione in casa (così semplice che uno scolaro avrebbe potuto costruirla). La vela originale di 100 piedi quadri, fu aumentata a 116 piedi quadri, con l’ introduzione del fiocco sovrapposto alla randa che rimpiazzo’ il fiocco piccolo nel 1932. Normalmente la superficie velica e’ di 128 piedi quadrati tra la randa ed il fiocco sovrapposto. Lo spinnaker non e’ consentito. La chiglia e’ rimasta sostanzialmente immutata nel corso della storia della classe con solo piccole varianti dovute alla riduzione delle tolleranze. Il maggiore cambiamento fatto in un colpo solo, durante i 50 anni di storia della classe, fu la riduzione del peso da 425 libbre a 381 libbre all’ inizio degli anni 70.

startI primi Snipes erano costruiti con tavole di legno, ma attraverso gli anni il compensato e la vetroresina furono accettate quali materiali di costruzione. La maggior parte delle barche sono ora costruite da professionisti e sono di vetroresina ma il legno in tavole ed il compensato sono tutt’ora usati e i dilettanti possono costruire barche dai progetti ottenibili dall’Ufficio della S.C.I.R.A. oppure acquistare barche in vetroresina in kit, per essere finiti in proprio. Tutte le barche devono essere misurate e portare il marchio adesivo S.C.I.R.A. nelle competizioni S.C.I.R.A. (da www.snipe.it)

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Cinque custodie stagne per il vostro smartphone

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smartphone
In questo articolo vi abbiamo spiegato come fotografare con lo smartphone in barca, in quest’altro vi abbiamo consigliato dieci app nautiche imperdibili da installare, ora vediamo i modelli di custodie stagne per far sì che il vostro dispositivo sia sempre protetto da spruzzi e cadute. In questa rassegna prendiamo in esame cinque modelli molto interessanti di cover (la cui ottima impermeabilità è provata).

Ognuno ha la sua particolarità, e per ciascuno abbiamo indicato il prezzo. Come smartphone di riferimento, abbiamo preso l’iPhone 5 e 5S (pur non essendo il più recente device della Apple, è sicuramente quello tuttora più diffuso sul mercato). Si va dai 73 euro della più compatta fino ai 136 di quella dotata di batteria aggiuntiva integrata e di pannelli solari per la sua ricarica, passando per la custodia con Fisheye incorporato a meno di 90 euro.

snow lizardSNOW LIZARD SLXETREME 5
Si apre come uno Zippo e ospita il vostro iPhone, quindi è rapida da utilizzare: abbastanza cara (circa 136 euro), è dotata di batteria aggiuntiva (e di pannello solare per la sua ricarica) che aumenterà la durata del device. www.snowlizard.com

lifedgeLIFEDGE SCANSTRUT
Lo schermo di protezione della custodia per iPhone Lifedge è anti-abrasione, infrangibile e a filo con il touch screen. Semplice da usare e montare, ha con cavi di ricarica e connettori stagni per cuffie e periferiche. Costa 79 euro. www.nauticplace.com

Screen-Shot-2013-10-15-at-7.06.06-PM-1OTTERBOX PRESERVER
Questa custodia si chiude con guarnizioni a sbalzo per “sigillare” al meglio il device. L’attacco del cavo di ricarica e delle cuffie sono incernierati per una maggior sicurezza. Costa circa 82 euro. www.otterbox.com

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Leggera, compatta, semplice da montare (si presenta divisa in tre pezzi), dotata di auricolari e cavo d’attacco, questa custodia garantisce una buon “grip” antiscivolo. Costa circa 73 euro. www.goballisticcase.com

armor xARMOR-X FISHEYE
Questa custodia ha la particolarità di montare una lente fisheye da 170 gradi per foto subacquee realizzabili fino a 3 metri di immersione. La cover è in grado di assorbire agli urti grazie alla struttura in policarbonato che protegge lo smartphone dai colpi. Costa 89,99 euro. www.nauticplace.com

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VIDEO Mini Transat, si parte! Le interviste “last minute” agli italiani

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copa-miniOggi si parte! Alle 16 (ora locale) i 72 solitari iscritti alla Mini Transat (46 Serie, 26 Proto) varcheranno la linea di partenza davanti a Douarnenez (Bretagna): la flotta dei Mini 6.50 farà rotta verso Lanzarote, alle Canarie (Spagna) dove avverrà l’unico scalo, per poi dirigersi a Pointe-à-Pitre, nella Guadalupa (Antille). Si tratta di un totale di circa 4000 miglia (40.20 per la precisione, 1.250 da Douarnenez a Lanzarote e 2.770 dalle Canarie alla Guadalupa). Sei gli italiani in gara, due tra i Proto e quattro nei Serie, ve li abbiamo presentati in questo articolo. Vediamo le interviste realizzate a tutti loro, a poche ore dalla partenza, dalla Classe Mini Italia.

PER SEGUIRE IL TRACKING DELLA REGATA CLICCATE QUI

GLI ITALIANI IN CORSA TRA I PROTO

INTERVISTA A MICHELE ZAMBELLI

INTERVISTA AD ALBERTO BONA

GLI ITALIANI IN CORSA TRA I SERIE

INTERVISTA AD ANDREA FORNARO

INTERVISTA AD ANDREA PENDIBENE

INTERVISTA A FEDERICO CUCIUC

INTERVISTA A ROLAND VENTURA

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Regates Royales. Tutti gli occhi su Cannes, e un omaggio speciale a Florence Arthaud

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Cannes, France, 25 September 2014 Panerai Classic Yacht Challenge 2014 Regates Royales 2014 Moonbeam III and Moonbeam IV Ph: Guido Cantini/Panerai/Sea&See.com

Cinquanta dragoni e ottanta vele d’epoca scenderanno in acqua dal 21 al 27 di settembre a Cannes per la 37esima edizione de Les Regates Royales e ultima tappa del circuito Panerai 2015. Tra gli scafi più attesi di questo appuntamento il mastodontico J Class Shamrock V, attualmente in vendita per 6 milioni di euro, Eleonora timonata dal “nostro” Mauro Pelaschier, Il Moro di Venezia, Helisaria.

Questa regata, che ha visto la sua prima edizione nel 1929 per rendere omaggio al re Cristiano X di Danimarca, è un appuntamento ormai fisso della Costa Azzurra, sia per gli appassionati di vele d’epoca che per i migliori equipaggi del mondo della classe Dragone. Durante queste giornate di regate un momento speciale, giovedì 24, sarà dedicato a Florence Arthaud, grande appassionata di questa regata: a ricordare tutte le imprese della grande navigatrice francese ci sarà l’oceanica Catherine Chabaud, che ne ripercorrerà la vita dalla storica vittoria alla Route du Rhum del 1991 alla partecipazione alla Round The World Race insieme ad Alain Gabbay, dal suo record in Atlantico ai più recenti successi sul Class 40 e Figaro. www.regatesroyales.com.


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Una super Azzurra vince le Super Series delle super barche!

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Cascais Cup

Azzurra ha vinto, con una giornata d’anticipo (in occasione della Cascais Cup, in Portogallo), le 52 Super Series, il circuito internazionale dei TP52, i monoscafi più tecnici e all’avanguardia tecnologica. Cronaca di una vittoria annunciata, quasi scontata tale era il vantaggio, 35 punti, all’inizio della Cascais Cup, ultimo evento del circuito 52 Super Series (ancora in corso, oggi le ultime prove). La strategia dichiarata e messa in atto come da programma è stata quella di controllare l’avversario diretto, Quantum Racing, ed evitare rotture, eventualità sempre possibile nelle condizioni impegnative di Cascais, come si è visto ieri quando Azzurra ha rotto un gennaker nel corso dell’ultimo lato di poppa.

L’equipaggio di Azzurra ha dimostrato di meritare ampiamente la vittoria stagionale ottenendo ottimi risultati anche nell’evento di Cascais (attualmente, in attesa delle ultime regate di oggi, Azzurra è seconda a 6 punti da Quantum): Azzurra, non paga della corona di regina 2015 della 52 Super Series, intende dar battaglia, la voglia di vincere continua.

LO SKIPPER
Guillermo Parada, skipper: “Fin dall’inizio della stagione abbiamo lavorato duramente per raggiungere questo obbiettivo, oggi lo abbiamo matematicamente ottenuto e nessuno può portarcelo via. Nel corso della stagione abbiamo regatato meglio degli altri e siamo fieri di questa vittoria meritata. Riguardo alla giornata odierna, abbiamo navigato ben al di sotto delle nostre possibilità e dobbiamo fare in modo che non si ripeta. Tuttavia un giorno come questo, io credo, dimostra il gran valore della doppietta di ieri, vincere non è mai facile in questa flotta. Ma ci sono ancora due regate e sei punti di distacco da colmare per vincere l’evento di Cascais. Vogliamo chiudere con una nota positiva e di sicuro lo faremo”.

IL TATTICO
Vasco Vascotto, tattico: “Lavoro fatto! Non credo che si potesse fare di più in questo 2015, abbiamo vinto sia il Mondiale che la Super Series nella classe più prestigiosa e competitiva. In più lo abbiamo fatto con un giorno d’anticipo anche se oggi abbiamo subito la rottura del gennaker e questo ci costretti al decimo posto, il peggior parziale della stagione. Incassato il nostro risultato più importante, domani ci vogliamo concentrare per chiudere al meglio anche l’evento di Cascais”

L’EQUIPAGGIO DI AZZURRA
Pablo and Alberto Roemmers – Owners
Guillermo Parada – Skipper, Helm
Vasco Vascotto – Tactician
Bruno Zirilli – Navigator
Giovanni Cassinari – Mainsail
Mariano Caputo – Bowman
Juan Pablo Marcos –  Midbow
David Vera – Pitman
Maciel Cichetti – Trimmer
Grant Loretz – Trimmer
Mariano Parada – Trimmer
Gabriel Marino – Grinder
Alejandro Colla – Grinder
Nicola Pilastro- Grinder
Boat Captain: Pedro Rossi
Coach: Guillermo Baquerizas
Coach: Marco Capitani

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FLASH NEWS – Mini Transat, due italiani nei primi tre

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zambelli-bona20 settembre, ore 18.00 – A un giorno dalla partenza della Mini Transat (4.020 miglia in solitario sui Mini 6.50 da Douarnenez, in Bretagna, a Point-à-Pitre, in Guadalupa, con un unico scalo a Lanzarote, alle Canarie), grandi notizie giungono dalla categoria dei Proto (26 miglia al via): dopo circa 100 miglia di navigazione, Michele Zambelli su Illumia 788 e Alberto Bona a bordo di Onlinesim.it 756 sono rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica generale, a 1,6 e 3,3 miglia dal leader Davy Beaudart (Flexirub 865).

Michele Zambelli_partenza filaSORPRESI? NO
Lo avevamo detto che in questa edizione gli azzurri non sarebbero andati a far numero, e avrebbero avuto possibilità di giocarsela. Ebbene, se la stanno giocando. Zambelli ha chiuso decimo alla scorsa Transat, e quest’anno non ha fatto mistero di voler chiudere nei primi: la dura preparazione affrontata dal romagnolo classe ’90 sta dando i suoi frutti. Il terzo posto, seppur provvisorio, di Bona (già quinto tra i Serie nel 2013) ci riempe d’orgoglio, anche perché la sua barca è frutto di un’attenta ingegnerizzazione e refit da parte dei ragazzi italiani di Skyronlab Design (la barca, un proto Sam Manuard, apparteneva prima ad Andrea Caracci).

Zambelli e Bona assieme nella scorsa edizione del GP d'Italia Mini

Zambelli e Bona assieme nella scorsa edizione del GP d’Italia Mini

MICHELE E ALBERTO, DUE GRANDI AMICI
Michele e Alberto sono due grandi amici, sono cresciuti assieme e rappresentano il meglio della nuova generazione della vela oceanica italiana. Hanno anche regatato assieme in doppio (come testimonia la foto qua a lato, al GP d’Italia Mini 6.50, che hanno agevolmente vinto). Ora si trovano là davanti, cercando di dare tutto, dopo due anni di allenamento. Mi raccomando ragazzi, non ostacolatevi e acciuffatelo, il francese!

cuciucBENE CUCIUC, FORNARO FUORI DAL CORO
La situazione è invece meno rosea tra i Serie (45 barche al via dopo il clamoroso ritiro forzato del grande navigatore spagnolo Nacho Postigo a causa di una collisione con uno scoglio uscendo dal porto di Douarnenez), dove il miglior azzurro per ora è Federico Cuciuc su Zero et T 556, al tredicesimo posto (dopo una partenza fantastica che lo aveva visto al quarto posto): solo 6,3 miglia comunque lo separano dal leader Julien Pulve su Novintiss 880.

La flotta Mini: in rosso la posizione di Andrea Fornaro

La flotta Mini: in rosso la posizione di Andrea Fornaro

Segue Andrea Pendibene su Pegaso Marina Militare 883 al ventottesimo posto, Roland Ventura su Fondation Planiol 523 al quarantatreesimo e all’ultimo posto Andrea Fornaro su Sideral 857: ma attenzione, Fornaro, artefice di una partenza ottima, ha deciso di mantenere una rotta più a nord rispetto a tutta la flotta. Le 26 miglia di ritardo nei confronti del primo potrebbero drasticamente ridursi se la scelta dovesse pagare. Una scelta radicalmente opposta a quella del russo Yury Firsov su Magnum Sport 838 che lo precede in classifica generale e che ha optato per buttarsi a sud (come si vede dalla foto).

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Jimmy Cornell si sente “più sicuro”con Nautigamma

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Cornell Sailing Events & Publications
(la società creata da Jimmy Cornell, il mitico fondatore della ARC e adesso di tutti i rally Odyssey) ha ampliato le sue proposte di navigazione in tutti gli oceani, aggiungendo all’avventura velica un contenuto di impegno sociale e scientifico. Il tutto con un’organizzazione e una cura tali da mettere chiunque nelle condizioni di solcare gli oceani mantenendo lo spirito genuino no profit e di non competizione.

CORNELL SI FIDA DEGLI ITALIANI
L’italiana Nautigamma è stata scelta per fornire agli equipaggi la consulenza e le attrezzature necessarie, nell’ambito delle comunicazioni radio e satellitari, dell’energia a bordo e della strumentazione in genere. Il personale della società di Marina Punta Faro (Udine) sarà presente alle Canarie nei giorni antecedenti la partenza dell’Atlantic Odyssey (18 novembre 2015, da Lanzarote alla Martinica). Si occuperà di messe a punto delle barche prepartenza e formazione degli equipaggi con appositi workshop proposti dall’organizzazione), ma si dichiara a disposizione fin da subito per intervenire per tempo sulle barche, ovunque esse si trovino. www.nextboat.it

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GALLERY: CICO a Napoli, tutti i Campioni Italiani 2015

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fTaccola_FTO1899Si è chiusa ieri a Napoli l’edizione 2015 del Campionato Italiano Classi Olimpiche, evento organizzato da un Comitato coordinato dalla V Zona FIV e formato dai tre Circoli nautici più antichi della città (Circolo del Remo e della Vela Italia, Reale Yacht Club Canottieri Savoia e Club Nautico della Vela) con sede a Santa Lucia. Oltre 200 vele colorate impegnate nella rincorsa ai titoli Italiani delle dieci classi olimpiche (Laser Standard, Laser Radial, 470 uomini, 470 donne, 49er, 49er FX, Nacra 17, Finn, tavola a vela RS:X uomini ed RS:X donne), della classe paralimpica 2.4 mR e della tavola RS:X Youth.

HA VINTO CHI DOVEVA VINCERE
Titoli che sono andati a Stefano Cherin e Andrea Tesei (YC Porto San Rocco-YC Adriaco) per la classe 49er, a Giulia Conti e Francesca Clapcich (CC Aniene-Aeronautica Militare) per il 49er FX, a Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri (Fiamme Azzurre) per i Nacra 17, a Mattia Camboni (Fiamme Azzurre) per la tavola a vela RS:X uomini, a Laura Linares (Marina Militare) per la tavola RS:X donne, a Matteo Evangelisti (LNI Civitavecchia) e Giorgia Speciale (SEF Stamura) per la tavola RS:X Youth, a Michele Paoletti (SV Barcola Grignano) per il Finn, Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò (LNI Ostia) per il 470 uomini, Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini (YC Italiano-CV Toscolano Maderno) per il 470 donne, Marco Gallo (Fiamme Gialle) per il Laser Standard, Joyce Floridia (Fiamme Gialle) per il Laser Radial e Antonio Squizzato (SC Garda Salò) per la classe paralimpica dei 2.4 mR.

I CAMPIONI IN AZIONE (FOTO DI FABIO TACCOLA)

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DENARO AL CC ANIENE
Successo e relativo premio in denaro per il Circolo Canottieri Aniene, che ha ottenuto il primo posto nella speciale classifica a squadre riservata ai circoli velici, una delle novità del Campionato Italiano Classi Olimpiche 2015 di Napoli, davanti alla Sezione Vela della Guardia di Finanza (Fiamme Gialle) e allo Yacht Club Italiano di Genova. A seguire, la LNI di Ostia, la Compagnia della Vela Venezia, la Società Canottieri Garda Salò, il Gruppo Sportivo Aeronautica Militare, il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, la Fraglia Vela Malcesine e il Centro Sportivo Marina Militare.

LA TOP THREE DI OGNI CLASSE
49er 1.Cherin-Tesei; 2.Dubbini-Dubbini; 3.Plazzi-Molineris.
49er FX 1.Conti-Clapcich; 2.Raggio-Bergamaschi.
Nacra 17 1.Bissaro-Sicouri; 2.Porro-Micol; 3.Bressani-Banti.
RS:X uomini 1.Mattia Camboni; 2.Federico Esposito; 3.Daniele Benedetti.
RS:X donne 1.Laura Linares; 2.Marta Maggetti; 3.Flavia Tartaglini.
RS:X youth uomini 1.Matteo Evangelisti; 2.Carlo Ciabatti; 3.Francesco Tomasello.
RS:X youth donne 1.Giorgia Speciale; 2.Giulia Alagna; 3.Enrica Schirru.
470 uomini 1.Ferrari-Calabrò; 2.Capurro-Puppo; 3.Savoini-Savoini.
470 donne 1.Di Salle-Dubbini; 2.Berta-Carraro; 3.Zorzi-Caruso.
Laser Standard 1.Marco Gallo; 2.Giovanni Coccoluto; 3.Alessio Spadoni.
Laser Radial 1.Tania Elias Calles (MEX); 2.Joyce Floridia; 3.Silvia Zennaro; 3.Francesca Frazza.
Finn 1.Michele Paoletti; 2.Alikan Kaynar (TUR); 3.Giorgio Poggi; 4.Simone Ferrarese.
2.4 mR 1.Antonio Squizzato; 2.Daniele Malavolta; 3.Pasquale Lapera.

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Svelati i rendering del nuovo Azuree 41: vi piace?

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Sirena Marine, il cantiere turco degli Euphoria e degli Azuree, ha svelato i primi rendering del nuovo Azuree 41,
che si annuncia come “fratello minore” del 46 piedi. Il prototipo andrà in acqua in primavera 2016 per le prime prove tecniche in Turchia; la presentazione ufficiale del primo Azuree 41 in Europa avverrà probabilmente ai saloni autunnali 2016 (Cannes o Genova).

Az41_ext-page-001HUMPHREYS & SPADOLINI STYLE
Il progetto delle linee d’acqua e degli esterni è di Rob Humphreys, il progettista dell’Azuree 46, mentre gli interni sono stati disegnati dallo studio del designer Tommaso Spadolini. Il concept e le linee esterne sono allineate con la sorella maggiore, quindi un performance cruiser, con prestazioni veliche che il cantiere si aspetta essere migliori di quelle raggiunte con il 46.

DOPPIO LAYOUT INTERNO
Gli interni saranno disegnati in 2 layout, con 3 cabine e 1 o 2 bagni (nel secondo caso, l’armatore avrà a disposizione un bagno privato in cabina di prua). In entrambi i layout è inoltre prevista una cala vele (oltre al cala ancora). www.sirnew.com

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ANTEPRIMA Reacher 780, il racer cruiser con l’ingresso in tuga asimmetrico

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Dopo un anno di progettazione e sviluppo, il nuovo cantiere croato Reacher ha svelato i rendering della prima barca, il Reacher 780
, un piccolo performance cruiser adatto sia al mondo delle regate che alla crociera di un weekend. Si tratta di una barca che mira a sostituire gli Express, gli X-79 e altri scafi sotto gli otto metri, una misura per la quale esiste ancora molta richiesta (basti vedere il successo della minialtura e i numeri, in proporzione al numero di iscritti, di piccole barche ai vari campionati invernali).

GUARDA I RENDERING

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PRINCIPALI CARATTERISTICHE
Il primo esemplare di Reacher 780 dovrebbe essere varato a fine anno, mentre la produzione in serie dovrebbe essere partire nei mesi successivi in modo da portare a termine le prime consegne già dall’estate prossima. La barca sarà costruita in Croazia utilizzando il processo di infusione a vuoto con rinforzi in epoxy e carbonio. Il cantiere punta ad avere uno scafo facile da usare, veloce, carrellabile e in grado di garantire un buon comfort (in stile “camping”) a quattro persone. Progettata da Andrej Justin, la barca è caratterizzata da linee moderne e pulite, un pozzetto aperto, l’ingresso della tuga asimmetrico e il dritto di prua rovescio. VPP (Velocity Prediction Programs) alla mano, il Reacher 780 dovrebbe essere in grado di raggiungere i 15 nodi in planata e le velocità in doppia cifra dovrebbero essere comunque alla portata di tutti. La chiglia sollevabile riduce il pescaggio fino a 0,5 m, il baglio massimo è di 2,54 e il dislocamento di 1.150 kg. Sottocoperta si gioca sulle soluzioni “portatili” (come la cucina), e il layout notturno prevede o quattro cuccette singole (ideale per la regata) o due doppie: in ogni caso i letti sono più lunghi di due metri. Il prezzo, Iva esclusa, è di 38.990 euro. www.reacher780.com

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Invernali al via: avete l’abbigliamento giusto?

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regataDa ora, finita l’estate, si entra nella lunga stagione dedicata ai campionati invernali: è giunto il momento di rinnovare il vostro guardaroba in modo tale da affrontare le sfide tra le boe con la massima agilità e senza soffrire le morse dei freddi improvvisi e le piogge. Con la cerata e le calzature giuste, unite a un ergonomico sottocerata, non avrete problemi: ecco alcuni prodotti con cui andrete sul sicuro.

skagenCERATA SKAGEN E PANTALONI CREW COASTAL – HELLY HANSEN
Partiamo dallo strato più esterno: la cerata Skagen di Helly Hansen è antipioggia e traspirante, ed è l’ideale per navigare in mare aperto e regate costiere. I tessuti sono all’avanguardia tecnologica e tutte le cuciture sono saldate. Potrete abbinarle i pantaloni Crew Coastal, con tessuto HELLY TECH, doppio risvolto e un taglio ergonomico per una maggiore protezione e comfort. Potrete acquistare la cerata direttamente QUI, e i pantaloni QUI.

lizardSOVRACALZE IMPERMEABILI E STIVALI LIZARD
Lizard ha prodotto una innovativa sovra-calza impermeabile e traspirante. Mantiene i piedi asciutti e caldi anche nelle condizioni più avverse. L’esclusiva tecnica di produzione di questa sovra-calza lo rende uno dei prodotti più versatili presenti sul mercato. La sovra-calza SHIELD è impermeabile, traspirante, calda, leggera e sottile (può essere facilmente indossata sopra le proprie calze, anche in scarpe aderenti, e ha un ingombro minimo). L’abbinamento consigliato e con lo stivale Spin, sempre della Lizard. QUI trovate le sovracalze, QUI gli stivali.

micropilePOLO E PANTALONI IN MICROPILE – XM YACHTING
Risolto il problema cerata e stivali, resta da capire come rimanere caldi pur mantenendosi “scattanti”: il completo intimo in micropile prodotto da XM Yachting è l’ideale, caratterizzato da un taglio aderente al corpo per un isolamento termico ottimale. E’ dotato di cuciture flatlock antiabrasive per offrire maggior comfort. Per acquistare la polo cliccate QUI, per i pantaloni QUI.

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BREAKING NEWS – Andrea Mura, addio Vendée: “Niente soldi, vendo la barca”

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andrea muraHai un sogno. Sudi lacrime e sangue per raggiungerlo. E lo vedi naufragare quando ormai credevi di avercela fatta. Chissà come si sentirà adesso Andrea Mura: Le Sarde Srl, management company creata per supportare la sfida del velista sardo al Vendée Globe (il giro del mondo in solitario, l’Everest dei velisti), comunica la vendita dell’IMOCA 60, disegnato e costruito appositamente per questa regata. Addio Vendée, addio Jacques Vabre. Non è bastato l’entusiasmo di Mura, il suo mettere tutto sul piatto, la sua altissima tara tecnica, la simpatia. Una volta ci aveva detto: “Una volta che sono sulla linea di partenza, io non ho problemi, so navigare. Non temo l’Oceano. Temo le difficoltà economiche e i sacrifici da compiere per partecipare alle regate oceaniche”.

Mura a bordo dellIMOCA 60 in costruzione da Persico Marine

Mura a bordo dellIMOCA 60 in costruzione da Persico Marine

Lo avevamo sentito a luglio, Andrea: lo skipper sardo (vincitore di Ostar, Twostar, Route du Rhum e Quebec-Saint Malo, nostro Velista dell’Anno 2014) aveva “accusato” la Regione Sardegna di averlo abbandonato e ci aveva raccontato che il Vendée Globe a rischio”.

UN PROBLEMA DI BUDGET
E infatti, si legge nel comunicato di Le Sarde: “E’ stata una decisione difficile, conseguente ai tentativi infruttuosi di raccogliere la restante parte dei fondi necessari a supportare il programma sportivo di 4 anni. Nonostante Le Sarde avesse infatti trovato i fondi necessari per la costruzione della barca, non è stato poi possibile individuare un main sponsor in tempo per il set up e la preparazione della Transat Jacques Vabre 2015 (al via a fine ottobre), regata valida per la qualificazione alla Vendée Globe 2016″.

UN GIOIELLO DI TECNOLOGIA ITALIANA
“Decisione ancora più difficile – prosegue il comunicato – considerando che questa barca, un nuovo IMOCA 60, è davvero un gioiello di tecnologia italiana, costruita con tecnologie innovative, e che il Vendée Globe è uno straordinario veicolo di comunicazione, senza eguali nel panorama delle regate d’altura in solitario. Siamo certi che l’IMOCA 60 italiano correrà le prossime regate ai massimi livelli e auguriamo il meglio al nuovo team. Le Sarde Srl desidera ringraziare la squadra di professionisti che ha lavorato incessantemente e con incredibili competenze alla preparazione dell’imbarcazione, il cantiere Persico Marine che ha costruito l’ennesimo gioiello nautico, i progettisti Verdier/VPLP, la Veleria Andrea Mura che ha sviluppato le vele per la barca, lo Shore Team, i partner tecnici che avevano comunque creduto alla riuscita della sfida, la stampa che ha sempre dato giusta visibilità alle varie fasi del progetto (con una menzione speciale per La Gazzetta dello Sport, MAIN Media Partner), e last but not least lo skipper Andrea Mura, che ovviamente non si dà per vinto e dichiara: “C’è amarezza per questo stop, ma la mia indole mi porta a cercare sempre nuove sfide. Andrea Mura non finisce con il progetto Vendée, ho già in mente nuovi traguardi agonistici da raggiungere e record da battere.“.

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Monaco Yacht Show, sei superyacht per sognare. Quale preferite?

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monaco-yacht-showTutto è pronto per il Monaco Yacht Show (dal 23 al 26 settembre): si tratterà di un’edizione speciale, perché si festeggiano i 25 anni dal primo salone nautico monegasco. Ecco sei nuovi modelli di superyacht a vela che vi faranno sognare e che vedrete a Port Hercules…

ADMIRAL SAIL – SILENT 76
Silent 76
Battezzato “Gigreca”, questo 76 piedi è caratterizzato da un deck saloon e da uno scafo in composito; a differenza delle altre barche nella stessa fascia, prevede una configurazione con doppio motore che garantisce una maggiore velocità (e sicurezza) senza compromettere le performance a vela. Il Silent 76 indica una nuova – lussuosa – via nel mondo dei blue water: è chiaramente un fast cruiser, ma offre comodità e soluzioni personalizzabili, il tutto “incastonato” in uno scafo di provata affidabilità. www.admiralsail.it

ADVANCED YACHTS – A80
ADVANCED A80
L’Advanced A80 ASPARAS è una somma di comfort, eleganza e eccellenti prestazioni: offre completa integrazione tra interni ed esterni grazie a una deck house caratterizzata dalle ampie finestrature in vetro. Ma la “furbata” è a poppa, il vero “living space” esterno della barca. Un ampio pozzetto con due divani e tavoli estendibili, una’area relax vicino alle manovre e una zona “prendisole” sullo specchio di poppa. www.advancedyachts.it

BALTIC YACHTS – BALTIC 116
BALTIC 116
Il 116 piedi Doryan è un pregiato pezzo unico: ideato per chi ama rimanere lunghi periodi a bordo, è una vera e propria casa galleggiante, con tanto di deckhouse interamente protetta in stile motorsailer e bimini in fibra di carbonio. Lo scafo segue i dettami Baltic: in composito hi-tech, realizzato su misura in base alle esigenze dell’armatore. Particolare attenzione è stata posta sull’eliminazione di rumore e vibrazioni per una navigazione ancora più confortevole. Super accoglienti gli spazi interni: il Baltic 116 è un perfetto esempio di blue water top gamma. www.balticyachts.it

CLAASEN SHIPYARD – ATALANTE
ATALANTE
Atalante, ovvero 127 piedi di eleganza “rétro”. Il designer André Hoek è rimasto stupito dalla sua stessa creatura: “La qualità costruttiva e il design la pongono tra le più belle barche in questa categoria. Atalante è il successore del TC90 che portava lo stesso nome: l’armatore ha voluto una barca più grande e veloce che fosse in grado di offrire maggiore comfort ad ospiti ed equipaggio, senza assumere proporzioni mastodontiche in modo tale da non perdere il contatto con l’acqua. www.claasenshipyards.com

ROYAL HUISMAN – SEA EAGLE
Sea Eagle
Consegnata in agosto, Sea Eagle è uno dei fiori all’occhiello della produzione – già di per sé di altissima qualità costruttiva – Royal Huisman. Si tratta di uno sloop 43 metri disegnato da German Frers con interni di Rhoades Young. www.royalhuisman.com

SOUTHERN WIND – LADY G
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Lady G è un racer cruiser nato dal desiderio dell’armatore di assicurare a sé e alla sua famiglia sempre più numerosa grandi performance a vela (anche nei venti più leggeri) ma senza rinunciare alla massima comodità. Il Souther Wind 94 (il terzo realizzato) è diverso dalle sue “sorelle”. Cambia il carrello della randa, il pozzetto di poppa è stato abbassato e per la prima volta in assoluto, la cabina armatoriale presenta due cuccette doppie separate e spazi di stivaggio extra. Una quarta cabina ospiti, con due letti a castello, ha preso il posto della TV lounge nel quadrato. www.southernwindshipyard.com

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Usare la vela per pubblicità? Lo stai facendo nel mondo sbagliato

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Un lettore ci segnala divertito il depliant che ha ricevuto dalla sua banca. “Forse è una manovra innovativa che non conosco”, ci ha scritto. “Sta cazzando la scotta al rovescio e guardando…quale vela? Adesso ho capito cos’è il CONTROFIOCCO… Forse è meglio che cambi la banca”.

Ben venga utilizzare la barca a vela per veicolare il proprio messaggio pubblicitario, ma bisogna farlo bene, magari consultando qualcuno che abbia almeno fatto… un corso estivo di vela! Oltretutto non ci si aspetta questa “gaffe” da Deutsche Bank, famosa per le sue sponsorizzazioni in ambito velico, quali quelle sui Farr 40, e che già ha sfruttato (molto meglio) la vela in un bel video di Illbruck Challenge (la barca vincitrice della Volvo Ocean Race 2001/02).

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Riccardo & Clovis. Una grande storia d’amore

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Equipaggio 1Se ti metti a parlare con Riccardo di mare, vela, barche, puoi non smetterla mai. è proprio l’entusiasmo di questo ragazzo nato a Como nel 1989 che mi ha contagiato quando l’ho conosciuto all’ultimo VELAFestival a Santa Margherita e che mi ha spinto a saperne di più dopo aver scoperto che vive a bordo di Clovis, un ketch in alluminio del 1983 che rappresenta anche il suo lavoro.

Controluce - wide“A casa mia si è sempre respirata aria di barche. Mio padre ha venduto barche a motore per oltre vent’anni. Poi, alla fine degli anni 90, si è reso conto che viveva per lavorare e non, come dovrebbe accadere, il contrario. è così che, da grande appassionato di vela con un mezzo giro del mondo alle spalle (fatto quando ancora il Gps non si usava…) è riuscito a trovare Clovis. Dai miei nove ai tredici anni non c’è stato un solo fine settimana nel quale non siamo partiti da Como per scendere fino ad Antibes, dove la barca era ormeggiata, per metterla a posto. Il mio compito? Infilarmi in tutti gli anfratti più scomodi e inarrivabili”.

Vuoi avere a disposizione Clovis? Partecipa con il Giornale della Vela alla Barcolana! A bordo del  26 metri potrai goderti il fermento sulle banchine prima della regata;

Top 2Lavori lunghi… D’altronde stiamo parlando di una barca di ottantacinque piedi, costruita nel 1983 dal cantiere navale francese di Biot, su disegno dell’architetto Dominique Presles. “Quello che cercava mio padre in una barca, e che mi ha trasmesso, è prima di tutto la robustezza. Figurati che quando il cantiere la costruì, non aveva grande esperienza nella lavorazione dell’alluminio. Anche per questo non risparmiarono su nulla: scelsero le stesse leghe di alluminio solitamente utilizzate dall’Airbus per costruire i propri aerei. E abbondarono decisamente nelle quantità. La piastra dell’albero misura un metro e mezzo per un metro e mezzo: assolutamente fondamentale per sostenere un albero di 28,5 metri! Anche il sartiame è ovviamente sovradimensionato”.

Top 4COSA VUOLE DIRE VIVERE IN BARCA
Mi riesce difficile riportare Riccardo a noi, perché potrebbe raccontarmi la storia di ogni singola vite. Quello che voglio capire è come si arriva a fare di una passione, quella per le barche e il mare, la propria vita. “Avevo tredici anni quando mio padre ha deciso di mollare tutto e di trasferirsi a vivere su Clovis, facendola da subito lavorare come charter, ma senza mai legarsi a grandi compagnie. Io sono rimasto a Como per finire gli studi, ma in realtà trascorrevo tutte le estati a bordo con lui, imparando sul campo, anche perché i lavori manuali sono sempre stati la mia passione. Appena terminate le scuole, sono partito per Montecarlo e ho trovato lavoro come cuoco, perché in quel momento mio padre aveva avuto problemi di cuore e Clovis era ferma in banchina. Ho trascorso per un anno le sere ai fornelli, mentre di giorno cercavo ingaggi ovunque. Se qualcuno mi diceva ‘ma sei un cuoco?’ rispondevo ‘no! Io sono un marinaio!’. Però c’erano problemi economici ed era necessario lavorare sempre. Dopo diversi incarichi a bordo di barche a motore, alla fine sono stato scelto come comandante della barca di Loris Capirossi.

Ahi, le barche a motore…
“Nemmeno io le amo, ma è stata una grande esperienza, che mi ha fatto crescere moltissimo e mi ha preparato a quello che faccio oggi. Ci è capitato di prendere mare come mai prima di allora, anche nel Golfo del Leone! Poi, a dicembre del 2014, sono finalmente tornato a bordo di Clovis: mio padre mi ha, se così si può dire, lasciato il comando. Non sono più sceso”. Come si riesce a mantenere una barca così impegnativa? “Tutto quello che guadagniamo con il charter viene, è così da sempre, reinvestito su Clovis. Lasciamelo dire: è facile gestire una barca del genere se hai tanti soldi: la vera sfida è farlo quando devi essere in grado di autosostenerti. Non prendermi per uno sbruffone, ma credo che a volte anche arrangiarsi possa diventare un’arte”.

Toglimi una vera curiosità: cosa deve avere chi vuole fare questo mestiere.
“La prima cosa è la tenacia. Vivere in mare e far lavorare una barca non è facile. A parte pochissime eccezioni, qualunque lavoro tu faccia, sia esso breve o lungo, a un certo punto la giornata finisce e ti puoi riposare. In barca non è così. Qui tu puoi aver fatto tutto benissimo, ma se arriva vento o se succede qualcosa sei lì. La tua vita è in funzione della barca. E lei viene sempre prima di te. Ma quella tra me e Clovis è una grande storia d’amore. Questa è la mia vita: sono fortunato”. (A.d. A.)

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RASSEGNA Non ammainare, avvolgi! Rollafiocco, frulloni, boma avvolgiranda

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rollafioccoFrulloni, boma avvolgiranda, rollafiocco. Perché non approfittate della pausa invernale per far sì che la vostra prossima crociera in famiglia avvenga nel segno della più totale comodità? Accanto a prodotti sempreverdi, il mercato si arricchisce sempre più di nuove soluzioni che consentono di risparmiare peso, migliorare le performance delle vele e sfruttare lo stesso dispositivo per armi diversi, con vantaggi evidenti anche per il vostro portafogli.

AVVOLGIFIOCCO
JIber-HDUBI MAIOR – JIBER
Solo la parte terminale del nuovo rollafiocco Jiber di Ubi Maior è in tondino di alluminio estruso: questa serve ad accogliere una lock di rotazione, con grande risparmio di peso. Non necessita di cambi di strallo tra crociera e regata perché il terminale del tondino stesso viene utilizzato come strallo antitorsione su cui montare l’eventuale tuff-luff. Con un solo strallo si possono montare tutti i tipi di vele di prua. www.ubimaioritalia.com

furlex 304sSELDEN – FURLEX 304S
Il Furlex 304 S di Selden sfrutta dei cuscinetti a sfera in acciaio inox ed è composto da un attacco girevole, un distributore di carico, una doppia canaletta e il tamburo. Se la base strutturale è in acciaio, le altre parti sono perlopiù realizzate in composito, riducendo il peso rispetto ai modelli precedenti. www.velamania.it

reckmann2000RECKMANN – RS2000
Nell’avvolgifiocco Reckmann RS2000 è fatto largo uso di acciaio inox AISI 316. Per le parti filettate del tenditore è invece stato utilizzato il bronzo alluminio che a contatto con l’inox, impedisce il grippaggio dei filetti. Il tamburo è in un materiale plastico leggero e resistente. www.gegrigging.it

espHARKEN – ESP
Espressamente progettato per i crocieristi, l’avvolgifiocco ESP di Harken è facile da montare: gli estrusi superiori sono pre-tagliati in 5 diverse dimensioni, in modo tale da evitarvi l’utilizzo del classico seghetto. L’estruso inferiore è regolabile per calibrare perfettamente la lunghezza finale dell’avvolgifiocco. www.harken.it

facnorFACNOR – FLAT DECK
L’avvolgifiocco Flat Deck di Facnor non funziona con una cima ma con una fettuccia in tessile. In questo modo anche i tamburi a basso profilo possono essere utilizzati per le vele di prua inferite, anche se parzialmente avvolte. Il vantaggio principale è che si abbassa il punto di scotta aumentando la superficie velica attiva. www.settemariyacht.it

FRULLONI
avvolgitori SBAMAR – RLG EVO S
Si amplia la gamma degli avvolgitori RLG Evo di Bamar con la versione “S”, caratterizzata da una puleggia a tamburo con contenimento cima di avvolgimento adatta a essere abbinata a cavi antitorsione per stralli strutturali. Tamburi e teste possono essere abbinati agli stralli RollGen dotati di terminale con attacco di mura libero ideali per vele asimmetriche non inferite. www.bamar.it

spinex_combi_lrPROFURL – SPINEX
Il frullone Spinex funziona con spi e gennaker. Sfrutta il sistema del Nex (studiato in origine per vele tipo Code 0), ma si arricchisce di importanti “di più”, tra cui le sfere in Torlon libere di girare sul cavo antitorsione. Un sistema di sgancio rapido vi consentirà di passare in pochi secondi dallo Spinex al Nex, inferendo un avvolgibile o una trinchetta. www.cmarine.it

RS216700RONSTAN – CONTINUOUS LINE FURLER
Questo genere di frullone è caratterizzato da un’estrema semplicità di montaggio e dalla cima che comanda la rotazione del tamburo (di diametro ottimizzato e in alluminio anodizzato per garantire la massima efficienza) a circuito chiuso. Un sistema che consente di aprire e avvolgere l’asimmetrico in maniera veloce e senza intoppi. www.ronstan.com

BOMA AVVOLGIRANDA
furler boomFURLER BOOM
Gli avvolgiranda Furler Boom sono fabbricati in materiale composito: una soluzione più leggera che permette di avere una forma rastremata. La rotaia sull’albero del FurlerBoom è flessibile nei primi 4m e può seguire il boma quindi potete avvolgere la randa con un angolo del vento apparente fino a 80°. www.sailservice.it

boma carbonio velscafVELSCAF
Un boma avvolgiranda leggero per chi non vuole rinunciare alle stecche orizzontali o alla forma allunata della randa: dalla Velscaf ecco la soluzione “custom”. Si tratta di un boma in carbonio, per barche da 35 a 60 piedi, dotato di un dispositivo ad azionamento manuale (con una manovra a circuito chiuso). Un sistema progettato e già installato su alcuni scafi da Franco “Ciccio” Manzoli (primo italiano ad aver vinto la Ostar in tempo reale nel 2005). www.velscaf.com

viganoVELERIA VIGANO’ – STAR FURL
Il sistema avvolgiranda StarFurl ideato dalla Veleria Viganò è stato progettato privilegiando la semplicità di utilizzo. Costruito in composito, non supera del 20% il peso del boma originale in caso di installazioni in retrofit e non necessita di modifiche alla randa per poter essere montato. Per ridurre la superficie velica in navigazione o ammainare la randa sfrutterete il verricello integrato a circuito chiuso rinviato al winch sulla tuga della vostra barca, come se si trattasse di una normale drizza. La randa è inferita all’albero tramite un sistema ottimizzato per il boma StarFurl. Una canalina in pvc di comoda installazione accoglie il gratile cucito sulla randa (ideale per barche fino ai quaranta piedi). www.veleriavigano.it

leisure furlLEISURE FURL
Se non volete un boma avvolgiranda custom ma un prodotto di serie, c’è Leisure Furl. Disponibile anche per barche di piccola taglia, permette di avvolgere la randa intorno al boma con il lavoro di una sola persona, sia tramite winch manuale che elettrico. Viene fornito completo di attacco scotta, attacco vang ed eliminano la necessità del tesabase, delle borose per le mani di terzaroli e di bozzellame vario. www.gegrigging.it

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