Le voci di banchina parlavano chiaro: ogni solitario iscritto al Vendée avrebbe voluto avere la sua barca. Stiamo parlando di Hugo Boss, l’IMOCA 60 al servizio di capitan Alex Thomson, che per adesso sta rispettando i pronostici. Alle 19.05 di ieri sera (ora locale) l’inglese ha solcato per primo l’Equatore al largo del Brasile, impiegando, da Les Sables d’Olonne, 9 giorni, 7 ore e 3 minuti. Si tratta del tempo minore di sempre, e di brutto, anche. Jean Le Cam, nel 2004, ci aveva messo “ben” 10 giorni e 11 ore.
I FRANCESI GUFANO, THOMSON “TARELLA”
I francesi gliela stanno gufando (“un trono fragile per Thomson”, scrivevano sul sito ufficiale del Vendée Globe), ma Thomson per adesso sta viaggiando come un treno, grazie ai foil del suo 60 piedi progettato nel 2015 da VPLP/Verdier. Certo, ci sono i temibili mari del sud da affrontare, ma la tattica del britannico (per adesso 60 miglia avanti ad Armel Le Cleac’h su Banque Populaire VIII, altro “big” foil-dotato e 70 avanti a Vincent Riou – vincitore del Vendée 2004-05 su PRB, scafo tradizionale) pare chiara. Guadagnare il più possibile sul resto della flotta per poi essere conservativo nei punti più difficili.

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PERCHE’ THOMSON E’ SIMPATICO
Thomson è noto per essere uno che spinge al massimo sull’acceleratore, spesso finendo per combinare “pasticci” (naufragò nel 2006 mille miglia al largo del Sudafrica durante il giro del mondo Velux 5 Oceans, ha rischiato il naufragio anche all’ultima Transat Jacques Vabre, si è ritirato nelle edizioni 2004/05 e 2008/09 del Vendée). Ma proprio per questo (oltre che per le sue “camminate” sull’albero e sulla chiglia in smoking) ci sta simpatico!
LA CLASSIFICA ALLE ORE 12:00
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