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Vittorio Malingri: “Abbiamo TOPPATO, e vi spiego perché”

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Cosa fa un grande velista dopo una sconfitta? Di certo non cerca giustificazioni, ma prova a capire che cosa abbia sbagliato. Ed è questo che ha fatto Vittorio Malingri
(il marinaio italiano con più miglia sul groppone), che con il figlio Nico si è lanciato sul suo cat non abitabile di 20 piedi Feel Good alla conquista del record Portofino-Giraglia-Portofino: Ugo e il Nano (questi i soprannomi di padre & figlio) hanno impiegato poco più di 19 ore a compiere le 148 miglia di percorso, quasi due di più di Ambrogio Beccaria Balduzzi e Bernardo Zin, i loro avversari (a bordo di Alla Grande Ambeco, un più piccolo ma leggero F18). Non si nasconde dietro a un dito, Malingri, e scrive, sulla sua pagina Facebook: “Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Senza se e senza ma abbiamo TOPPATO”. Si noti il “toppato” in maiuscolo. (foto di Andrea Falcon)

image_30may2016L’ANALISI DI VITTORIO MALINGRI
“Scusate il ritardo, stamattina ho dormito fino a tardi. Ero bello tritato. faceva un freddo cane. Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Senza se e senza ma abbiamo TOPPATO. Siccome è sport la sua peculiarità è: non puoi vincere sempre. Sempre in quanto sport: se hai dato il massimo, va bene così. Non mi preoccupa, però bisogna capire bene, per non rifare gli stessi errori e aumentare la propria esperienza..

LA SCELTA DELLA FINESTRA METEO
In due mesi di stand-by meteo, un’esagerazione per un record, abbiamo osservato costantemente il meteo del percorso. Finalmente ha iniziato a delinearsi la configurazione di vento desiderata, il grecale. Abbiamo visto che però questo sistema dipendeva da una piccola depressione a W della Corsica, che si sposta in zona con grande velocità e senza troppe capacità di previsione. A seconda della posizione di questa bassa pressione il grecale, nella seconda meta del percorso, può essere più da N/E più da E o da S/E. A seconda di questo a sua volta c’é un influenza sui venti, deboli, irregolari e variabili di direzione, lungo la costa ligure da Spezia a Portofino,la prima parte del percorso. Altro dato è che nei due mesi di studio, abbiamo sempre riscontrato condizioni non sufficienti a tenere le medie desiderate, da Portofino fino all’altezza di Spezia, e viceversa al ritorno. Difficile sapere, a seconda de venti presenti al largo, a che distanza da costa conviene navigare per attraversare queste le inevitabili bolle di bonaccia nella loro parte più stretta, o fino a che distanza si estende il vento da costa. Buttando tutti questi elementi nel pentolone abbiamo finalmente individuato il sistema meteorologico favorevole. A parte un breve momento in cui sembrava che ci fossero le condizioni per una prova simultanea, abbiamo sempre cercato di individuare il momento della partenza, all’interno del sistema meteorologico scelto, per cercare di sfruttarne le condizioni di vento più muscolose, che la barca ha bisogno in quanto “oceanica”, e quindi più robusta e voluminosa di un F18.

malingriLA NAVIGAZIONE
La scelta della partenza è andata sul mattino verso le 6. Abbiamo perso un po’ di tempo, a causa dl transponder che non andava, e siamo partiti alle 7,49. Il vento era debole come previsto, ma di angolo e intensità sufficienti per farci fare 10 nodi, però il mare era molto incrociato e frenava la barca. Ci sono anche stati parecchi momenti di calo di vento e quindi ulteriori perdite di tempo nelle prime 30 miglia.. Da quando abbiamo agganciato l’Est abbiamo volato fino a Giraglia sempre sopra i 10 di media con punte a 17/18 nodi recuperando un po’ del tempo perso. Il ritorno è stato più da N/E del previsto e quindi di bolina stretta, tanta onda e quindi anche qui sempre e solo al max.10 di media e niente possibilità di ulteriori recuperi. Siamo riusciti a puntare Monterosso ma a 20 miglia da costa il vento è calato e la velocità crollata. In quel momento eravamo ancora in tempo, tenendo i 10 nodi di media, ma purtroppo abbiamo iniziato ad arrancare tra zone di vento e bolle di bonaccia. Questo in teoria non era previsto, le carte consultate mostravano una bella brezza forte che si estendeva bene al largo su tutta la costa ligure, permettendo di navigare variando andatura ma senza interruzioni.

14440626_607914009398832_2730027780710020307_nLE CONSIDERAZIONI FINALI
In sintesi il record Portofino Giraglia Portofino in classe F20 è difficile, e per cui una cosa molto seria. Poco il tempo per recuperare, e solo su metà percorso. zona difficile meteorologicamente, ma forse anche la stagione. Invece per i cabinati è un altro paio di maniche perché possono considerare anche navigazioni dai 30 nodi in su che noi escludiamo. E in quelle il vento arriva ovunque sul percorso. Tra l’altro visto che sembra una storia lunga, meglio tornarci quando fa caldo, Questo sicuramente il consiglio più valido. Anche Ambrogio e Bernardo, appena arrivati, erano convinti di averci messo troppo. Anche loro hanno avuto la sensazione di aver perso tanto tempo nei momenti di bonaccia lungo costa, ma all’andata hanno camminato sempre.

IL FATTORE “C”
Insomma un po’ si può prevedere ma bisogna avere anche fortuna cavarsela meglio con i momenti di stanca di vento della partenza e dell’arrivo. Vanno messi in conto e qui purtroppo si apre anche alla fortuna o alla sfiga. Uno può arrivare in 15 ore, come tutti più o meno avevamo pensato essere possibile fare, e poi stare 3 ore a 4 miglia dall’arrivo a guardare il faro di Portofino.

15094249_1244919655569274_622455164478518347_nAMBROGIO E BERNARDO, CHE “GLADIATORI”
Sono contento di aver portato in Italia questo percorso, come avete visto è ipertecnico anche se breve. Sono contento che Federvela abbia approvato il nostro regolamento e le procedure siano state avviate per ben due volte con successo. In fondo è questa la ragione principale per cui abbiamo scelto di portare una prova in Italia, in un posto dove esistesse già una logistica facile per chi vuole cimentarsi. Anche a bassissimo costo, come Ambrogio e Bernardo. Sono contento che ci sia qualcuno che ha raccolto la sfida, e addirittura abbia tracciato il primo solco nell’acqua e fatto il tempo ad ora migliore. Ambrogio e Bernardo hanno anche navigato più di notte e sempre al trapezio e bagnati, con quel freddo lì, dei veri “Gladiatori”. Sono anche stati bravi a trovare la barca, preparare lei e loro stessi in poco tempo, e partire alla prima occasione buona. Ora la strada è aperta, chiunque può presentarsi sulla linea di partenza pattugliata dal giudice FIV Marco Cimarosti, a cui va un enorme grazie per avermi aiutato a mettere in piedi tutto questo e ad averci assistito sulla linea con la sua professionalità“.

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