Quantcast
Channel: Giornale della Vela
Viewing all 3582 articles
Browse latest View live

ACCESSORI Dieci ancore per la tua barca

$
0
0

ape_salpancora
La scelta dell’ancora giusta è fondamentale in crociera, se non volete avere brutte sorprese. E’ ora di guardarsi intorno per vedere cosa si trova sul mercato. Accanto a modelli classici e sempreverdi (Grappino, Fortress, CQR), negli ultimi anni il mondo delle ancore si è arricchito di nuovi modelli, dotati di rollbar stabilizzatori, con design che consentono l’adattamento a diverse tipologie di fondale o a lame concave. Esiste persino una versione di “doppia ancora” con la più piccola delle due che, una volta sul musone, si incastra all’interno di quella più grande. Date un’occhiata a questa rassegna e scegliete l’ancora che fa per voi!

supreme mansonSUPREME / MANSON MARINE
Supreme è caratterizzata da un rollbar stabilizzatore e da un fuso con una fessura che funge da rotaia per la catena. Permette di riposizionare l’ancora correttamente anche se la barca ruota su se stessa. è costruita con il fuso in acciaio e le marre realizzate a doppia laminazione per essere più resistenti e per portare il peso verso il basso. www.manson-marine.co.nz

cqr anchorCQR ANCHOR
Fra le più diffuse e affidabili, l’ancora CQR è caratterizzata da un ampio e appuntito vomere che le garantisce ottime qualità di tenuta. Uno snodo permette di adattarla al fondale anche in caso di rotazione della linea d’ancoraggio. Il modello più piccolo va da 6,5 kg ed è realizzata in acciaio zincato a caldo. Prezzi: da 538,85 euro. www.nauticplace.com

rocna anchorROCNA / ROCNA ANCHORS
La caratteristica di questa ancora è la forma concava delle due lame. Sono disegnate in modo da affondare il più possibile in ogni tipo di fondale. Il rollbar e la forma del fuso fanno sì che la Rocna sia una delle ancore che meglio si adattano al fondale e agli spostamenti della barca. Prezzi: da 200 euro (modello da 4 kg). www.adriaship.it

grappino malingriGRAPPINO MALINGRI
L’ancora grappino nasce da un’idea di Franco Malingri negli anni ‘70. Ideale per ancoraggi in rada con presenza di alghe o per rinforzare l’ancora principale in caso di forte vento, è disponibile in acciaio zincato a caldo o in inox, in due misure: da 8 e da 12,5 kg. Ne sono state prodotte 25.000. Prezzi: da 500 euro. www.vittoriomalingri.com

deltaDELTA / LEWMAR
Brevettata e registrata anche dai Lloyds, l’ancora Delta è molto affidabile sia su sabbia sia su roccia; se ben calata è ottima anche con le alghe. Realizzata in acciaio galvanizzato con alta percentuale di manganese, grazie alla sua forma particolare si autoallinea quando viene issata in barca.
Prezzi: da 106,55 euro (modello da 4 kg). www.nauticplace.com

mantus anchorMANTUS / MANTUS ANCHORS
Nata dall’esperienza di due crocieristi, Mantus è un’ancora caratterizzata da un design che le garantisce una presa sicura sulla sabbia e sui fondali fangosi. Come la più tradizionale Rocna, è caratterizzata dalla presenza di un rollbar e realizzata in lamiera d’acciaio di alta qualità e non contiene parti saldate tra loro. Prezzi: da 114,88 euro + IVA (modello da 3,6 kg). www.fbyachting.it

tandem anchorTANDEM ANCHOR / WEBER MARINE
Due ancore che occupano lo spazio di una. Questa è l’idea alla base di Tandem Anchor della Weber Marine, che di fatto è una doppia ancora dotata di rollbar: la più piccola si incastra all’interno dell’ancora principale risolvendo il problema dello spazio. La tenuta è garantita, a fronte, ovviamente di un peso maggiore. Prezzi: da 295,24 euro. www.shop.wemar.com

kobra2KOBRA 2 / PLASTIMO
La Kobra 2 di Plastimo è un’ancora in acciaio galvanizzato a penetrazione rapida ed è in grado di garantire un’ottima tenuta su diversi tipi di fondale, grazie alla sua punta zavorrata e al suo larghissimo vomere, caratterizzato da una geometria particolare. Quest’ancora è consigliata per imbarcazioni dai 13 ai 25 m, (con pesi dai 12 ai 35 kg). Prezzi: da 219,99 euro (modello da 12 kg). www.nauticplace.com

ultranchor_1ULTRANCHOR / BOYUT MARINE
Costruita artigianalmente in acciaio Aisi 316, racchiude nel suo disegno parti concave, convesse e piatte, per adattarsi meglio al fondale. Il suo disegno le consente di sistemarsi automaticamente, raddrizzandosi in una posizione ideale per affondare rapidamente e in profondità. Per tenere il baricentro basso, il fusto è tubolare e cavo. Prezzi da 541 euro + IVA www.ultramarine-anchors.com

fortressFORTRESS / FORTRESS ANCHORS
Con angolo del fuso variabile in relazione alla consistenza del fondale, le ancore smontabili Fortress a marre pieghevoli sono realizzate in robustissimo alluminio al magnesio anodizzato e secondo la U.S. Navy sono le più performanti sul mercato, sebbene il loro concept classico tipo Danforth. Sono l’ideale come ancore di rispetto. Prezzi: da 257,53 euro (modello da 3,2 kg). www.nauticplace.com

The post ACCESSORI Dieci ancore per la tua barca appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


Bavaria C57, sarà una barca “corsaiola”. Parola di Cossutti!

$
0
0

cossutti-yacht-design-firma-il-progetto-del-nuovo-bavaria-c57_16390
Maurizio Cossutti, il mago delle crociera-regata e ottimizzatore per eccellenza di barche per l’ORC, spiazza tutti firmando il nuovo Bavaria C57, ammiraglia del grande cantiere tedesco
. La mano del designer italiano si vede tutta, tradita dal connubio linee eleganti/ricerca delle prestazioni.

COMODO… MA PERFORMANTE
Con una superficie velica di bolina di 136 mq, il Bavaria C57 promette una navigazione veloce. Con le sue due pale del timone, il 57 piedi può essere mantenuto in rotta con facilità e con la semplice pressione di un pulsante. Nelle andature di poppa il potenziale massimo delle prestazioni della barca viene da un gennaker di 232 mq.

Schermata 2016-09-09 a 11.23.58POZZETTO E MANOVRE EASY
Il design del pozzetto è “rivoluzionario”: le due stazioni di controllo offrono una visuale totale della barca; le vele possono essere direttamente regolate dal timoniere, utilizzando quattro grandi argani sul piantone dello sterzo, rendendo facile la conduzione anche in equipaggio ridotto; il tavolo abbattibile che trasforma il pozzetto in un vero salotto. Due ulteriori grandi aree relax trovano posto a poppa e a prua dell’albero sulla tuga.

Schermata 2016-09-09 a 11.24.03LAYOUT A PROFUSIONE SOTTOCOPERTA
Le possibilità di configurazione degli interni del Bavaria C57 sono davvero infinite. Il layout a tre cabine è tipicamente costruito con la cabina armatoriale a prua e le due cabine ospiti a poppa. Sono offerte due opzioni per una configurazione a quattro cabine. Lungo la murata di dritta tra il salone e la cabina ospiti c’è inoltre spazio per un’altra cabina con letti a castello. In alternativa, questa cabina può essere trasformata in un ulteriore bagno, o in un ripostiglio con spazio a sufficienza per una lavatrice e una asciugatrice. La seconda opzione prevede due grandi cabine di prua. Una versione a 5 cabine può essere facilmente configurata da queste molte varianti e la cabina marinaio può essere aggiunta a prua su richiesta. Le dotazioni della grande cabina armatoriale a prua non lasciano nulla al caso; un letto matrimoniale, un bagno privato, una doccia separata e molti ripostigli sono fanno parte del layout standard. Le due cabine ospiti si trovano a poppa con ampi letti matrimoniali che possono essere trasformati in letti singoli con poche semplici manovre.

GRANDE ZONA GIORNO
Con 88 mq di spazio abitabile, il Bavaria C57 offre una grande zona giorno; entrando nel salone troviamo una zona living separata situata sul lato di dritta. Un grande tavolo è il luogo ideale per una cena con ospiti e amici mentre le zone di stivaggio sono ricavate su entrambi i lati. Lacucina con forno e lavello si trova sul lato sinistro e il frigo con freezer e le superfici di lavoro si trovano a dritta.

PRESENTAZIONE A DUSSELDORF
La produzione del primo Bavaria C57 è già iniziata internamente presso i cantieri Bavaria. La presentazione del primo esemplare è fissata per gennaio al Boot di Düsseldorf.

SCHEDA TECNICA
Lunghezza fuori tutto 16,73 m
Lunghezza scafo: 16,16 m
Lunghezza al galleggiamento: 15,50 m
Baglio: 5,25 m
Pescaggio standard (ca.) 2,52 m
Pescaggio con chiglia ridotta (ca.): 1,99 m
Dislocamento: 17.130 kg
Zavorra standard: 5.390 kg
Zavorra con chiglia ridotta: 5.785 kg
Motore: Yanmar 4JH80, 80 PS, 59 kW, sail drive
Capacità gasolio (ca.): 500 l
Capacità acqua (ca.): 650 l
Superficie velica: 136,5 mq
Fiocco: 56,5 mq
Randa: 80 mq
Genoa: 69 mq
Gennaker: 232 mq
Code 0: 123 mq
Categoria CE: A

The post Bavaria C57, sarà una barca “corsaiola”. Parola di Cossutti! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

GALLERY In mare a Porto Cervo c’è il PIL di uno stato!

$
0
0

Maxi Yacht Rolex Cup 2016
Facciamo un rapido calcolo a spanne:
il patrimonio della famiglia di Jean-Charles Decaux è stimato in circa 6,5 miliardi di dollari, Lindsay Owen-Jones possiede beni per circa 0,6 miliardi di dollari, Sir Peter Ogden 0,5, come pure Ronald De Waal. Otto miliardi di dollari: più del doppio del pil nazionale della Repubblica Centrafricana (3,35 miliardi, abbiamo volutamente scelto uno degli stati più poveri al mondo). Tutti questi signori sono armatori che con le loro superbarche prendono parte alla Maxi Yacht Rolex Cup di Porto Cervo (Decaux/J-One, Owen-Jones/Magic Carpet Cubed, Ogden/Jethou, De Waal/Velsheda, quest’anno particolarmente affollata. In Costa Smeralda si è data appuntamento la “creme” economica internazionale. E quelli che vi abbiamo citato solo meno di un decimo degli armatori presenti alla regata: pensate quanti soldi tutti assieme!

RICCONI? NO, VELISTI
Ma i tycoon non si ritrovano a Porto Cervo per parlare di affari: una volta dato il segnale di partenza si trasformano in velisti puri, pronti a sfidarsi all’ultima virata. Wally (quest’anno tantissimi, 17), Southern Wind, J-Class, Maxi 72 (tra cui Robertissima III del velista dell’anno 2015 Roberto Tomasini Grinover), Mini Maxi e Super Maxi. C’è da rifarsi gli occhi nella fotogallery qua sotto…

LE FOTO

TEAM WORK ONBOARD VELSHEDA
THE MAXI RACING CRUISING FLEET AT THE START
NIKATA RACING UP WIND DURING THE FIRST DAY OF RACING
WIN WIN, WINNER OF THE FIRST RACE IN THE SUPER MAXI CLASS1
ROBERTISSIMA III SAILS RACING THE CHALLENGING CONDITIONS ON DAY ONE
START FOR RAMBLER 88 AND LEOPARD 3, RACING IN THE MAXI RACING CLASS
BELLA MENTE, MOMO AND JETHOU, RACING IN THE MAXI72 CLASS
NIKATA CREW TRIMMING THE SPINNAKER DOWNWIND
JETHOU BOW CREW PREPARES FOR SAILS CHANGE
Maxi Yacht Rolex Cup 2016
HIGHLAND FLING 15, THE BRAND NEW SWAN 115 DURING THE COASTAL RACE
ROBERTISSIMA III, SECOND OVERALL AFTER TWO DAYS OF RACING

The post GALLERY In mare a Porto Cervo c’è il PIL di uno stato! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Francesco Ettorre è il nuovo capo della vela italiana (per voi)

$
0
0

ettorre
Solitamente, in termini di “views”, gli articoli che riguardano questioni relative alla Federvela sono quelli meno cliccati
. Vuoi per il minor fascino degli argomenti istituzionali, vuoi per il fatto che il tesserato FIV non si sente partecipe delle decisioni prese dal Consiglio non potendole votare direttamente. Ma questa volta non è andata così: vi abbiamo chiesto in un sondaggio chi avreste voluto per il dopo-Croce a capo della vela italiana tra Francesco Ettorre, l’attuale vicepresidente in carica, ed Ettore Thermes, soprannominato “il Beppe Grillo della Vela” per la sua attività “proselitica” sul web, autocandidatosi in extremis alla presidenza. Di entrambi, vi abbiamo proposto i programmi. Inizialmente, Thermes, romano classe 1966 sembrava essere partito in quarta ma poi si è assistito a un vero e proprio “ribaltone”.

Schermata 2016-09-09 a 17.50.05Con oltre 2.600 voti (sic!), tantissimi, avete idealmente eletto Francesco Ettorre, vincitore con l’87% delle preferenze.

ETTORRE A CAPO DELLA FIV
Questo sondaggio popolare quasi sicuramente rispecchierà ciò che avverrà: ovvero che Thermes non riuscirà a convincere almeno tre zone ad appoggiarne la candidatura (forse ha deciso di scendere in campo un po’ tardi), e da oggi 10 settembre, termine ultimo per depositare le candidature, si andrà avanti con il candidato unico, Ettorre, che diventerà presidente della Federvela dopo l’assemblea elettiva di Genova il 29 ottobre prossimo.

The post Francesco Ettorre è il nuovo capo della vela italiana (per voi) appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

FOTOGALLERY. Sense 57, il primo della nuova generazione

$
0
0

sense 57Il salone nautico di Cannes è stato l’occasione per il lancio di molte novità. Tra queste ha fatto (e farà) discutere l’ultimo nato di Beneteau, il Sense 57, che sarà a breve seguito dal fratello minore di 51 piedi, atteso a dicembre a Parigi.

LE FOTO IN NAVIGAZIONE

Click to view slideshow.

Tanti cambiamenti che segnano l’inizio di un nuovo corso per la gamma di crossover del cantiere francese. Partiamo da prua, dove la delfiniera integrata accoglie anche l’ancora, sgombrando completamente il ponte. La vetrata integrata nella tuga assicura invece una luminosità eccezionale agli interni.

Ma le principali differenze si trovano verso poppa. Prima di tutto, e salta all’occhio già osservando i primi rendering, ecco la presenza di un T-Top integrato, che permetterà addirittura di poter chiudere il pozzetto, creando una “cabina” in più.

Click to view slideshow.

Appare, e per la gamma Sense è una vera prima volta, lo specchio di poppa chiuso che si abbatte a creare una plancetta poppiera extralarge, sulla quale “appostarsi” per lavorare al barbecue e al lavandino rivolti verso gli altri ospiti accomodati in pozzetto. Scelte forti per Beneteau, che in banchina hanno già attirato molto l’attenzione. Voi cosa ne pensate?

The post FOTOGALLERY. Sense 57, il primo della nuova generazione appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Straulino contro Tabarly, chi è il più grande della storia? Ancora 24 ore per votare!

$
0
0

30 leggendeNon avete ancora votato? Avete 24 ore di tempo per scegliere chi, secondo voi, è il velista più grande della storia. Sono rimasti loro due, immensi. Agostino Straulino, l’uomo che “sentiva” il vento, il più grande velista olimpico italiano e un grandissimo marinaio, contro Eric Tabarly, il “dio delle onde”, colui che ha fatto conoscere la vela ai francesi, sempre un passo avanti agli altri in termini di tecnologia. Sono questi i due mostri sacri protagonisti della finale del nostro sondaggio su chi sia il mito tra i miti, la situazione è ancora aperta: c’è Straulino in vantaggio ma Eric il Bretone può ancora recuperare.. Anche in redazione (come potete leggere sul numero di Settembre in edicola) ci siamo ritrovati con gli stessi nomi in finale. E con lo stesso “mal di pancia” per aver dovuto per forza votare uno invece che l’altro. Vediamo se sarete d’accordo con la nostra scelta (che non vi diciamo, almeno qui, per non influenzarvi), avete tempo fino alle ore 12 di domani!

RIPERCORRIAMO L’ITER
Siamo partiti con 30 nomi (e già lì, sceglierli è stata una battaglia in redazione!) che vi abbiamo fatto votare. I migliori quattro hanno preso parte alle “semifinali” (Straulino-Joyon, Tabarly-Moitessier) e ora i vincitori di quest’ultime si incontrano nella sfida delle sfide. In calce trovate il regolamento e il superpremio in palio per chi vota…

NON AVETE ANCORA VOTATO??? FATELO ADESSO!

Note: There is a poll embedded within this post, please visit the site to participate in this post’s poll.

LE STORIE DEI FINALISTI

Ape_straulino1. AGOSTINO STRAULINO
L’uomo che “sentiva il vento”
Un oro e un argento olimpico Star, quattro titoli mondiali, dieci europei. Il palmares di Agostino Straulino (nato a Lussinpiccolo nel 1914) fa paura.

Schermata 2016-07-29 a 14.50.09L’incredibile sfilza di titoli europei conquistati consecutivamente (otto, dal 1949 al 1956, in coppia con Nico Rode) i mondiali e l’oro olimpico assumono un valore ancora maggiore se si pensa che Agostino aveva grossi problemi alla vista a seguito di un incidente durante un’operazione di sminamento in porto. Ma a lui bastava “sentire” il vento.

Nel 1961 è comandante del Corsaro II e partecipa alla Transpacifica, chiudendo quarto. Celebre la sua uscita a vela dal porto di Taranto quando, nel 1965, era comandante dell’Amerigo Vespucci. Nel 1973 vince la Giraglia e la One Ton Cup in Costa Smeralda al timone di Ydra. Muore nel 2004.

Perché: Straulino è universalmente considerato il più grande velista italiano, un uomo dal talento incredibile.

09_TARBARLY0
2. ERIC TABARLY

Colui che guardava avanti (e lasciava tutti indietro)
Tabarly, nato a Nantes, in Bretagna, nel ’31 e scomparso fra le onde dell’oceano al largo delle coste del Galles nel 1998 mentre era bordo del Pen Duick, la sua barca di famiglia, è considerato dai francesi il più grande velista di sempre. Elencare le sue imprese non è facile, nel 1964 a bordo del Pen Duick II vince la Ostar.

03_TARBARLYTre anni più tardi vince, a bordo del Pen Duick III (innovativa goletta in alluminio) tutte le regate a cui partecipa, incluse Fastnet e Sydney-Hobart. Nel ’68 si lancia sui trimarani, ma l’avventura a bordo del Pen Duick IV si infrange contro un cargo fuori rotta. Con il Pen Duick V vince la transpacifica in solitario da San Francisco a Tokyo. Nel ’76 il Pen Duick VI conquista la Transat per la seconda volta. Nel ’97 a bordo di un Open 60, Aquitaine Innovation, vince la Transat Jaques Vabre.

Perché: Tabarly è stato il “Miles Davis” della vela. Sempre avanti agli altri, sia dal punto di vista agonistico che tecnologico. Un mito.

SCOPRI TUTTE E 30 LE LEGGENDE DELLA VELA

COME FUNZIONANO LE VOTAZIONI E COSA SI VINCE
Vediamo nel dettaglio come si articola la sfida:
• FASE ELIMINATORIA (VOTO MULTIPLO – CONCLUSA) – DA 30 a 4 CANDIDATI
– 30 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dall’1 al 31 agosto. Potrete assegnare la vostra preferenza a diversi candidati.
– Passano il turno i 4 candidati più votati
• SEMIFINALI (VOTO SINGOLO – CONCLUSA) – DA 4 A 2 CANDIDATI
– 4 CANDIDATI da votare online dall’1 al 5 settembre. Si tratterà di due semifinali in stile tennistico, dove verranno messi uno contro l’altro due candidati (il primo e il quarto, il secondo e il terzo più votati nella fase eliminatoria). Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a uno dei candidati in ognuna delle due semifinali
– Passano il turno 2 candidati vincitori delle semifinali
• FINALE (VOTO SINGOLO)
– I 2 CANDIDATI FINALISTI da votare online dal 6 al 12 settembre. Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a un candidato. Il più votato sarà il più grande velista della storia secondo voi!
• VINCI L’ABBONAMENTO AL GDV PIU’ LUNGO DELLA STORIA!
Tra tutti coloro che, tra l’1 agosto e il 12 settembre, invieranno una mail all’indirizzospeciali@panamaeditore.it con la motivazione che li ha spinti a votare per un candidato, verrà estratto un abbonamento trentennale al Giornale della Vela!

The post Straulino contro Tabarly, chi è il più grande della storia? Ancora 24 ore per votare! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Centomiglia: una grande regata oceanica… sul lago di Garda

$
0
0

_MG_5731
“Per favore, non parli male della Centomiglia”.
A chiedermelo è il proprietario del residence in cui alloggio a Gargnano (Brescia), sul lago di Garda. Questo la dice lunga su come sia percepita questa storica regata (organizzata dal CV Gargnano: la prima edizione è datata 1957, siamo alla numero 66) sul territorio. Certo, le voci di banchina sono tante, e scopro che il “mugugno” non è una prerogativa esclusiva dei liguri come me: “Eh, la Centomiglia ha perso concorrenti”, “Eh, al Gorla c’erano più barche”, “Eh, gli organizzatori si sono fossilizzati sui Classe Libera, ma ormai bisogna puntare sui catamarani”. Ma alla fine, la Centomiglia resta la Centomiglia. La grande classica da vincere ad ogni costo. E comunque in acqua, alle 8.30 del mattino, sulla grande linea di partenza per settori (delimitati da boe, i settori raggruppano imbarcazioni diverse: monoscafi, classe libera, catamarani) davanti al Marina di Bogliaco, sono schierate 120 barche (109 monoscafi, 11 catamarani). E ci sono anch’io, con tanto di supergommone, a seguire la regata. Assieme a me il collaboratore-fotografo Adriano Gatta (sue quasi tutte le foto che accompagnano l’articolo), il presidente della classe Ufo 22 Giorgio Zorzi (qualificato per le paralimpiadi di Londra 2012 sui Sonar) e Giuseppe Archetti, armatore dell’Ufo Camilla che questa volta ha deciso di godersi la regata da spettatore.

IL PERCORSO E LA PARTENZA
Il percorso prevede la partenza a Bogliaco, il passaggio delle boe di Riva del Garda e di Arco nella parte settentrionale e trentina del lago, la discesa verso quella di Brenzone, un nuovo passaggio a Bogliaco e poi giù fino a Desenzano, nella parte più a sud e larga del lago (“E’ qui che si decide la regata”, mi anticipa Zorzi), per poi risalire infine a Bogliaco. “Preparati Eugenio, con questo vento non riusciremo a stare dietro ai catamarani”, mi dice Giorgio: c’è un bellissimo pelèr (il tipico vento mattutino gardesano) di 18-20 nodi, sulla classica onda da lago, alta e corta. Un suono di sirena ed ecco che da Bogliaco un veloce motoscafo Frauscher taglia per lungo la linea di partenza: già, perché alla Centomiglia si parte “a cancello” (o “a coniglio”), dietro la poppa del motoscafo, vecchio stile. Ricordo questo tipo di partenza alla regatina che sanciva la fine del mio primo corso di Optimist nel 1993.

_MG_5857CHI RIESCE A STARE DIETRO AI CATAMARANI?
I catamarani partono alla grande: su tutti Itelligence, M32 del tedesco Helge Sach, tallonato dall’altro M32, Hagar III del bolzanino Gregor Stimpfl, con a bordo tra gli altri il velaio One Sails Samuele Nicolettis e i fratelli Tonini. Velocissimi anche gli Extreme 40, North West Garda Sailing con Enrico Zennaro, AC&E Sicurplanet governato da Luca Modena (cugino di Manuel e grandissimo coach di Laser), Extreme Sailing Team dell’ungherese Kristof Kaiser. E’ vero, stargli dietro è impossibile, vanno via sparati a 20 nodi di bolina e chi s’è visto s’è visto. Li seguiamo per qualche minuto, poi i nostri fondoschiena chiedono pietà per le onde e ci fermiamo ad aspettare i Classe Libera più lunghi di 10 metri, dove è subito lotta serrata tra Clandesteam di Luca Valerio e Oscar Tonoli, la barca più famosa della manifestazione vincitrice più volte dell’ambito Trofeo Bettoni (riservato allo scafo che vince in tempo reale: ora è appannaggio dei catamarani, da quando l’organizzazione ha deciso di non dedicare più a loro un percorso diverso), e Raffica dell’ungherese Kiraly Zsolt.

_MG_2906LA SCUFFIA DI CLANDESTEAM
Che barche affascinanti e strane i Classe Libera. “Per me sono anacronistiche”, si esprime Zorzi: “guarda che transumanza”. Con “transumanza” definisce il passaggio degli uomini al trapezio da una mura all’altra durante la virata (Clandesteam conta su un equipaggio di 12 membri). Ed è proprio durante una virata che i ragazzi di Clandesteam si ritrovano la barca per cappello. Ci vediamo in diretta la scuffia e le peripezie per raddrizzare lo scafo. Tonoli e soci sembrano non avere più speranze, gli ungheresi sono già lontani.

20160910_101714“ILLUSTRI LACUSTRI”
Ci divertiamo a girare per il resto della flotta, che vede impegnati oltre ai Libera i mitici Asso 99, i Dolphin 81, i Protagonist 7.50, gli Ufo 22, i Melges 32, i Surprise e le barche stazzate ORC. E’ qui la vera sfida, sui monotipi: non è facile tenere i nervi saldi per cento miglia… Riconosciamo grandi velisti, anziani e giovani: tra gli Asso ad esempio c’è Albino Fravezzi al timone di Sconquasso, Guido Gallinaro su Pigreco Aron, i fratelli Cavallini su Idefix. La lista è lunghissima, vi basti sapere che la “créme lacustre” è tutta in acqua. E anche le barche sono bellissime (a me piace in particolar modo il Black Arrow, one-off di Walter Caldonazzi progettato da Felci e l’Open 7.50 Cool Runnings del danese Thorkild Juncker, vincitore delle ultime due edizioni in ORC)…

_MG_5750ANCORA UNA SCUFFIA PER CLANDESTEAM
Torniamo alla regata. Risaliamo verso il Trentino in uno sciame di kite surf: una volta varcati i confini spariscono all’improvviso. “In Trentino i kite sono vietati”, mi spiega Zorzi, “o meglio, sono vietati tra le sei del mattino e le sei di sera”. Assurdità all’italiana, o meglio, alla trentina. Dopo tante altre “sederate” raggiungiamo le boe di Riva ed Arco (incrociando i velocissimi cat che già scendono verso Desenzano a velocità astronomiche), in attesa dei primi Classe Libera: gli ungheresi girano in testa, prendendosela più che comoda (randa terzarolata, manovre larghe), ma Clandesteam ha recuperato centinaia di metri e adesso è a pochissimi minuti. Anzi, passata la boa di Arco Valerio e soci tirano su il gennaker al volo e si rifanno sotto. Gli ungheresi vacillano, per di più il gennaker è incaramellato. Sorpasso! Nemmeno il tempo di gioire che Clandesteam, per evitare un battello, è costretto a una manovra improvvisa e scuffia nuovamente. Il pelèr (nel frattempo calato leggermente) non ci consente di sentire le imprecazioni dell’equipaggio, ma i labiali sono eloquenti. I magiari di Raffica ringraziano e se ne vanno indisturbati, questa volta per sempre.

LA “CIPPA” DEL SUD
Scendiamo verso Desenzano, e con noi scende anche il vento. Mi ricordo le parole di Zorzi: “Qui si decide la regata”. Ogni refolo diventa fondamentale. In attesa della brezzolina, perché di Ora (il tipico vento da sud gardesano che monta solitamente nel dopopranzo) neanche l’ombra, noi ne approfittiamo per farci un bagno ristoratore (fa un caldo pazzesco e sono pure mezzo ustionato!) e ascoltare divertiti le barzellette cameratesche di Adriano che mi guardo bene dal riferire. I cat nel risalire verso Bogliaco sono appaiati, non si sa chi vincerà: Itelligence? North West Garda con Zennaro e Federica Salvà? Hagar?

La tensione è alle stelle. Perché questa è la Centomiglia. E vincere in tempo reale è la cosa più importante. North West Garda e Extreme Sailing Team si buttano a centro lago, Itelligence e Hagar III stanno più a sinistra, sulla sponda veronese, sperando in un refolo dal Monte Baldo, seguiti da AC&E Sicurplanet.

_MG_5974IL TRIONFO DEI TEDESCHI
I due M32 fanno la scelta vincente, salgono spinti da una brezzolina fino a Pai (piccola frazione di Torri del Benaco), poi arriva una leggerissima Ora che consente alle due barche di descrivere un ampio semicerchio e risalire in bolina fino a Bogliaco. Inizialmente è avanti Hagar III, ma Stimpfl evidentemente non regge la pressione e commette l’errore fatale: una doppia virata che ferma la barca (“rivettata all’acqua”, come dice scherzosamente Giorgio) e regala metri preziosi ai tedeschi di Itelligence (Helge e Cristian Sach, con Herbert Vogel e Gerd Schmitzer), che tagliano la linea d’arrivo dopo 7 ore, 38 minuti e 17 secondi, stappano lo champagne e ricevono il tradizionale mazzo di fiori.

PERCHE’ MI SONO INNAMORATO DELLA CENTOMIGLIA
E noi ci rilassiamo con una birretta gelata al bar del CV Gargnano: ripenso alle parole dell’albergatore. “Per favore, non parli male della Centomiglia”. E come potrei parlarne male? Me ne sono innamorato 30 secondi dopo la partenza. Si parte e si bordeggia con il “pelerone” sotto i roccioni, si scende e ci si ritrova nella bonaccia, dove i tattici si spremono alla ricerca del minimo alito di vento e dove i “ribaltoni” sono all’ordine del giorno. Per cento miglia sei in costante contatto con le altre barche della tua categoria. Dirò una baggianata, ma sapete cosa mi sembra la Centomiglia? Una grande regata oceanica in miniatura, quelle imprevedibili dove incontri tutte le condizioni meteo, quelle dove non puoi abbassare la guardia un attimo perché un errore tattico o tecnico ti sarebbero fatali.

Eugenio Ruocco
Foto di Adriano Gatta

QUI TUTTI I VINCITORI, CATEGORIA PER CATEGORIA
MULTISCAFI >28 piedi

  1. Itelligence, Helge Sach (GER), M32
  2. Hagar III, Gregor Stimpfl, M32
  3. Extreme Sailing Academy, Kristof Kaiser (HUN), Extreme 40

MULTISCAFI <28 piedi

  1. Uccia Faith, Timo Spath (GER)
  2. Trimaid, Helmut Friedl (GER)
  3. Helvetia Versicherung (GER)

CLASSE LIBERA >10 metri

  1. Raffica, Kiraly Zsolt (HUN)
  2. Clandesteam, Oscar Tonoli

CLASSE LIBERA tra i 9 e i 10 metri

  1. Toruk, Peter Seinet (SUI)
  2. Fontessa, Guus Bierman (NED)
  3. Gonfigonfi, Claudio Pintar

CLASSE LIBERA <9 metri

  1. Vuvuzela, Raphael Naef (SUI)
  2. Hebe IV, Zdenek Sunderhauf (CZE)
  3. Nelson Flottalizing, Lajos Varga (HUN)

ASSO 99

  1. Assterisco, Piergiorgio Zamboni
  2. Sconquasso AC&E, Albino Fravezzi
  3. Aron-Confusione, Elena Reboldi

DOLPHIN 81

  1. Twister Sterilgarda, Flavio Bocchio
  2. Insolente, Davide Ferrari
  3. Merak, Marcello Colosio

PROTAGONIST 7.50

  1. Pegaso, Valerio Manfrini
  2. Bessi Bis, Giuliano Montegiove
  3. Ariel, Claudio Marzollo

UFO 22

  1. Turboden, Paolo Bertuzi
  2. Wet&Pretty, Raffaele Gugole
  3. Jack Sparrow, Alessandro Vitali

MELGES 32

  1. O&Y, Luca Nassini
  2. Lexotan, Giovanni Montresor
  3. Caipirinha, Martin Reintjes

SURPRISE

  1. Macavela, Marko Aoberegger (AUT)
  2. Coriandoli, Giovanni Berti
  3. Teresina, Alberto Girardi

ORC HI-TECH

  1. Eclisse, Pietro Bovolato, LB10

ORC A

  1. Atreju, Andreas Zipperle
  2. Bravissima Vibatex, Sandro Vinci
  3. Graffio Vita Sol, Bruno Manenti

ORC B

  1. Spirito Libero, Claudio Bazzoli
  2. Tremendo, Fausto Gandolfi
  3. Blue Est La Vie, Markus Mair

ORC OVERALL

  1. Spirito Libero, Claudio Bazzoli
  2. Tremendo, Fausto Gandolfi
  3. Atreju, Andreas Zipperle

ORC <8 metri in reale

  1. Twister Sterilgarda, Flavio Bocchio
  2. Blue est la vie, Markus Mayr
  3. Cool Runnings, Thorkild Juncker (DEN)

ORC >8 metri in reale

  1. Bravissima, Sandro Vinci
  2. Balck Arrow, Walter Caldonazzi
  3. O&Y, Luca Nassini

A QUESTO LINK TUTTE LE CLASSIFICHE 

A QUESTO LINK TUTTE LE CLASSIFICHE DEI MULTISCAFI

The post Centomiglia: una grande regata oceanica… sul lago di Garda appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

VIDEO Una barca da crociera può esplodere? La risposta è si!

$
0
0

vela-esplodeRiceviamo una mail del nostro lettore Giorgio che ci pone una domanda insolita: “Tra le tante avarie che possono capitare a bordo – ci chiede – quali sono le più pericolose?”. Ci abbiamo un po’ pensato e il video scovato sul web che vi proponiamo ci ha chiarito le idee. Basta un guasto alla bombola del gas e lo scenario della foto potrebbe divenire reale: avete capito bene, anche una barca da crociera può esplodere.

Il video che vi proponiamo è l’ultimo della serie “Yachting Monthly’s Crash Test Boat“: è un programma a puntate andato in onda sull’emittente inglese Yachting TV, dove il conduttore Chris Beeson, skipper e giornalista del magazine “Yachting Monthly”, mostra con dovizia di particolari tutto quello che non vorreste mai vi succedesse in mare. Chris e i suoi soci ne combinano di tutti i colori, rendendo probabilmente la barca utilizzata per i loro esperimenti la più “violentata” imbarcazione del mondo. In questa ultima puntata la barca viene fatta espolodere, a causa di una fuga di gas con la conseguente esplosione della bombola. Pazzesco, speriamo che non vi capiti mai! (L’esplosione è al minuto 5:40, mentre al minuto 14:00 l’esplosione è ripresa dagli interni).

VIDEO: L’ESPLOSIONE DI UNA BARCA A VELA

The post VIDEO Una barca da crociera può esplodere? La risposta è si! appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


Coppa America, a Tolone si parla svedese

$
0
0

IMG_1610[1]Nonostante i 76 punti guadagnati tra Sabato e Domenica nelle acque di Tolone, dove ha vinto l’act francese, Artemis Racing rimane in penultima posizione nella classifica generale a 46 punti da Land Rover BAR. L’equipaggio inglese guidato da Ben Ainslie con 437 punti mantiene la prima posizione seguito da Oracle (423), Emirates Team New Zeland (420), Soft Bank Team Japan (399), Artemis Racing (391) e Groupama Team France (360).

IMG_1710[1]NESSUNO E’ PROFETA IN PATRIA
I francesi di Franck Cammas, tra i favoriti prima delle regate, sono stati penalizzati da partenze difficoltose in condizioni di vento che non è mai andato oltre i 6-7 nodi. Nonostante le condizioni di vento non ottimali, che non hanno permesso agli AC45 di mostrarsi per le imbarcazioni estremamente spettacolari quali sono, non è mancata la partecipazione del pubblico che ha affollato le spiagge del Mourillon affacciate sul campo di regata e soggette ad imponenti misure di sicurezza. Noi c’eravamo, e non mancheremo di raccontarvi l’evento con un approfondimento.

Paolo Gemelli

The post Coppa America, a Tolone si parla svedese appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Il più grande di tutti è Tabarly: ripercorriamo la sua storia

$
0
0

tabarly
E’ lui il più grande velista della storia secondo voi! Eric Tabarly, il dio delle onde!
Ha sconfitto nel nostro sondaggio finale anche Agostino Straulino in uno scontro tra titani. Per una volta, siete d’accordo con noi, che in redazione avevamo scelto il Bretone come più grande di tutti, dovendo decidere anche noi tra Straulino e Tabarly. Godiamoci la storia di Eric, e a breve vi faremo sapere chi ha vinto il superabbonamento trentennale al Giornale della Vela!

RIPERCORRIAMO L’ITER
Siamo partiti con 30 nomi (e già lì, sceglierli è stata una battaglia in redazione!) che vi abbiamo fatto votare. I migliori quattro hanno preso parte alle “semifinali” (Straulino-Joyon, Tabarly-Moitessier) e ora i vincitori di quest’ultime si sono incontrati nella sfida delle sfide. In calce trovate il regolamento e il superpremio che abbiamo messo in palio per chi vota…

Schermata 2016-09-12 a 12.09.14LA STORIA DI ERIC IL BRETONE
Domenica 23 maggio 1964. Quel giorno parte la seconda edizione della Ostar, la traversata atlantica in solitario da Plymouth a Newport, creata da Francis Chichester: tra i quindici concorrenti, quasi tutti anglosassoni, c’è un francese. Ha 32 anni, è un sottotenente della Marina e si chiama Éric. Éric Tabarly. Si è presentato a quella che i suoi compaesani chiamano transat anglaise (traversata inglese) a bordo del ketch di 13,60 metri Pen Duick II, da lui progettato appositamente per la Ostar assieme ai fratelli Costantini (titolari dell’omonimo cantiere di la Trinité Sur Mer). “Ma cosa vuole fare questo qui”, pensano gli yachtsmen inglesi, “è pazzo se pensa di portare da solo una barca di 14 metri!”. Figuriamoci poi quando, appena dopo la partenza, issa uno spi di 82 metri quadrati. Mai prima di allora era stato fatto in una regata senza equipaggio. Ventisette giorni, tre ore e 56 secondi dopo, Tabarly entra nella storia, vincendo la regata proprio davanti a Chichester. è il francese che ha sconfitto i britannici a casa loro, che all’improvviso risveglia la passione dei connazionali per la course au large, che viene insignito della croce di cavaliere della Legione d’Onore dal presidente Charles De Gaulle in persona. Che nell’arco della sua vita da marinaio collezionerà successi incredibili, che saprà spingersi oltre i limiti tecnologici, innovando anno dopo anno il modo di andar per mare. Che morirà da vero marinaio, inghiottito dalle onde. Questo è Eric Tabarly. Il più grande e influente velista della storia, almeno secondo noi della redazione e secondo voi.

Schermata 2016-09-12 a 12.09.24UN AMORE CHIAMATO PEN DUICK
Eric nasce a Nantes il 24 luglio del 1931, con il 75% di sangue bretone nelle vene: (sarebbe dovuto venire alla luce a Quimper, dove il padre Guy era agente della General Motors, ma quest’ultimo pochi mesi prima della sua nascita si trasferisce a Blois, nel dipartimento della Loir-et-Cher). A soli sette anni, avviene l’incontro con il suo vero amore, quello che lo accompagnerà per tutta la vita e che, come vedremo, gli sopravviverà: il Pen Duick I, un “cotre franc” di 15,05 metri in legno disegnato dal grande William Fife III nel 1898. Nella pasqua del 1938 è in vacanza a Préfailles, in riva al mare, con papà, mamma Yvonne, la sorella Annick. Guy li porta a Basse-Indre, dove è in vendita la barca, che allora si chiamava Butterfly . Vecchia di quarant’anni, in male arnese, aveva già collezionato undici proprietari: costava troppo mantenerla ed era abbandonata in un canneto. “Con la mia logica di bambino avevo pensato: ma non è mica il posto giusto per una barca”, scrive il Bretone nel suo “Memorie del largo” (pubblicato da Mursia nel 1998). I Tabarly si innamorano dell’imbarcazione, la acquistano e la rinominano Pen Duick. Sono anni di occupazione tedesca, i Tabarly vengono sfollati.

tabarlyIl Pen Duick, mentre Guy è mobilitato, viene disarmato e trasferito sul fiume Odet, dove viveva il marinaio che aiutava a bordo. Finisce la Seconda Guerra Mondiale, i genitori tornano a Blois, il giovane éric va in collegio: la barca rimane a marcire nel fango. Verso la fine degli anni ’40, è ormai un rottame e i Tabarly non hanno le risorse per operare un refitting radicale, così la mettono in vendita. Ma Eric, innamorato del suo Pen Duick, scoraggia l’unico potenziale acquirente. Nel 1952 si arruola nell’Aviazione Navale. Questo è anche l’anno che consolida l’amore tra lui e la barca: il padre vuole vendere il piombo della chiglia, il Bretone si oppone e gli propone di farsi carico delle spese di ristrutturazione con la prossima paga di militare. Guy s’intenerisce e regala al figlio il Pen Duick. “Sarai il tredicesimo proprietario. Questo forse ti porterà fortuna”, gli dice. Nel ’55 éric è in Indocina come pilota d’aerei della Marina: ha bisogno di soldi per mantenere la sua amata, che decide di ristrutturare fasciandola in vetroresina, una scelta molto in anticipo sui tempi (la vtr invederà il mercato delle barche di serie intorno alla metà degli anni ’60). Ad aiutarlo nei lavori i succitati fratelli Costantini: “Ci pagherai quando potrai”, gli dicono. Il Bretone, uomo di parola, esaurirà il suo debito nel 1963.

Schermata 2015-04-29 a 17.49.22L’INVENTORE DELLA VELA MODERNA
Ed è proprio in questo periodo che nasce il grande velista: con i Costantini progetterà il Pen Duick II con il quale, abbiamo visto, trionferà alla Ostar: è un ketch con fasciame in compensato marino con carena a doppio spigolo, varato giusto due settimane prima dello start di Plymouth grazie all’aiuto finanziario di alcuni amici e il “solito” credito dei fratelli costruttori di origine italiana: la sua barca pesa la metà di quella degli avversari, è uno dei primi esempi di “dislocamento leggero”. Nasce il mito e, come lo hanno definito alcuni, l’inventore della vela moderna. Nel 1967 vince tutte le regate a cui partecipa (Fastnet, Channel Race, Sydney Hobart e giro del Gotland) con il Pen Duick III, innovativa goletta in alluminio da regata (nel ’72 sulla stessa barca vincerà anche la Transpacifica). Il Pen Duick IV, nel 1968, è uno dei primi trimarani oceanici (lungo 20,80 metri e largo 10,70) ma si infrange contro un cargo durante la Ostar. Nel ’69 sul piccolo Pen Duick V, la prima barca a essere equipaggiata con i water ballast per aumentarne il raddrizzamento, trionfa alla San Francisco-Tokyo.

tabarly-ostarLA CONSACRAZIONE DEFINITIVA
Arriviamo al 1976, che forse è l’anno di culmine per la carriera di éric il Grande: a bordo del Pen Duick VI (ketch da 22,25 m costruito nel 1973 su un progetto di André Mauric con chiglia – sic! – in uranio impoverito) vince per la seconda volta la Ostar. “Ma quello che ha dell’incredibile”, avevamo scritto in un articolo-tributo sul GdV dell’agosto 1998, “è come un solo uomo sia riuscito a portare alla vittoria una barca progettata per essere condotta da quindici persone e con il timone automatico rotto”. Con la barca aveva partecipato alla Whitbread ’73/’74 in equipaggio e vinto il Triangolo Atlantico nel 1975: era impensabile condurla per tremila miglia da solo e lui ci riuscì, apportando solo qualche modifica marginale in coperta per facilitare quello che oggi chiameremmo easy sailing, tra cui una calza per spinnaker in tubo di nylon e i coffee grinder al posto dei tradizionali winch, soluzione da Coppa America mai vista su una barca oceanica. Dopo la vittoria, al suo ritorno in Francia è proclamato eroe nazionale: non era mai accaduto (e ancora deve capitare di nuovo) che un velista venisse accompagnato in trionfo lungo i Champs Elyseés da una folla di 80 mila persone. Che paradosso per lui, così taciturno e schivo, famoso senza voler esserlo.

Schermata 2016-09-12 a 12.08.41SEMPRE AVANTI AGLI ALTRI
Nel 1980 è a bordo del trimarano Paul Ricard, sui cui scafi applica (con trent’anni di anticipo sui tempi), degli hydrofoil: fissa il record transatlantico (10 giorni, 5 ore, 14 minuti e 20”). Nel ’97 a 66 anni suonati, a bordo dell’Open 60 Aquitaine Innovation si aggiudica la Transat Jacques Vabre in coppia con Yves Parlier. Gli insuccessi di Tabarly si contano invece sulla dita di una mano: con il Pen Duick VI nel 1968 abbandona la Ostar e disalbera alla Whitbread nel 1973 mentre era in testa. Ha partecipato, senza mai vincere, a ben cinque giri del mondo (dal 1973 al ’94); nel 1979 durante la traversata in doppio Point-Europe 1 con Paul Ricard è costretto al forfait e, a bordo di Cote d’Or, si ritira alla Route du Rhum del 1986.

Schermata 2016-09-12 a 12.09.01LA SCOMPARSA DEL DIO DELLE ONDE
In tutti questi anni di regate intorno al mondo, Eric, che ha contribuito ad “allevare” generazioni di grandi velisti (Marc Pajot, Olivier de Kersauson, Philippe Poupon tra gli altri) non ha mai abbandonato il suo Pen Duick I. Nella notte tra il 12 e il 13 giugno stava navigando sulla sua amata una trentina di miglia al largo di Milford Haven (Galles): il Bretone era diretto in Scozia, dove avrebbe dovuto partecipare al centenario dei progetti di William Fife. Assieme a lui un equipaggio poco esperto: il vento aumenta con raffiche fino a 30 nodi, il mare è formato. Tabarly sale sulla tuga per ammainare la randa e issare una vela più piccola: durante la manovra, la barca straorza, sbanda ed éric cade in mare, forse colpito dal picco della vela. Non aveva né il salvagente né una cintura di sicurezza: “A bordo non obbligo nessuno a portarla, perché per pretendere qualche cosa dagli altri bisogna anche dare il buon esempio” aveva scritto. “Invece io mi rifiuto di mettere la cintura di sicurezza. Il mio ragionamento è semplice: preferisco sparire in pochi minuti, invece di rovinarmi la vita a bordo per via della cintura di sicurezza”. E così è stato. Al buio e con il mare agitato, tutti i tentativi di recupero da parte dell’equipaggio sono vani. Non poteva che scomparire in mare il più grande marinaio della storia.

SCOPRI TUTTE E 30 LE LEGGENDE DELLA VELA

COME FUNZIONAVANO LE VOTAZIONI E COSA SI VINCE
Vediamo nel dettaglio come si articola la sfida:
• FASE ELIMINATORIA (VOTO MULTIPLO – CONCLUSA) – DA 30 a 4 CANDIDATI
– 30 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dall’1 al 31 agosto. Potrete assegnare la vostra preferenza a diversi candidati.
– Passano il turno i 4 candidati più votati
• SEMIFINALI (VOTO SINGOLO – CONCLUSA) – DA 4 A 2 CANDIDATI
– 4 CANDIDATI da votare online dall’1 al 5 settembre. Si tratterà di due semifinali in stile tennistico, dove verranno messi uno contro l’altro due candidati (il primo e il quarto, il secondo e il terzo più votati nella fase eliminatoria). Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a uno dei candidati in ognuna delle due semifinali
– Passano il turno 2 candidati vincitori delle semifinali
• FINALE (VOTO SINGOLO – CONCLUSA)
– I 2 CANDIDATI FINALISTI da votare online dal 6 al 12 settembre. Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a un candidato. Il più votato sarà il più grande velista della storia secondo voi!
• VINCI L’ABBONAMENTO AL GDV PIU’ LUNGO DELLA STORIA!
Tra tutti coloro che, tra l’1 agosto e il 12 settembre, invieranno una mail all’indirizzo speciali@panamaeditore.it con la motivazione che li ha spinti a votare per un candidato, verrà estratto un abbonamento trentennale al Giornale della Vela!

The post Il più grande di tutti è Tabarly: ripercorriamo la sua storia appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Come spendere mille euro al giorno per andare a scogli

$
0
0

IMG_0399
Non sappiamo come ci siano finiti, ma sta di fatto che ci sono finiti. Siamo nel Golfo di Saint Tropez, vicino all’ansa di L’Escalet. La foto, inviataci dalla lettrice Elena Bocchietto, ritrae la goletta di 24 metri Mojo a scogli, peraltro in una giornata – a giudicare dalla foto – dalle condizioni meteomarine tranquille. La barca, varata nel 2000, viene utilizzata per il charter. Il prezzo di noleggio, per il mese di settembre, è di 1.150 euro al giorno: non male pagare una tale cifra per andare a scogli!

Mojo_gulet_o_3LA SCHEDA DELLA BARCA
La goletta Mojo è stata costruita nel 2000 ma ha subito rimaneggiamenti nel refit nel 2015: è lunga 24 metri e larga 6,3. La goletta ha 5 cabine doppie e 2 cabine triple oltre che cuccette separate per l’equipaggio. E’ sospinta da un entrobordo Man da 360 cavalli.

The post Come spendere mille euro al giorno per andare a scogli appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

FOTOGALLERY Geriatric Sailors, ovvero i “nonnetti della vela”

$
0
0

Alla Barcolana

Perché non realizzare una rivista dedicata ai “vecchietti della vela”? Attenzione, non stiamo parlando di crociera; si parla di vela agonistica, di regate, anche ad altissimo livello. Eh già, perché a ben guardare le classifiche delle regate, tantissimi sono gli “over” 60/70 che si piazzano ai primi posti; ed altrettanti quelli che, con grande passione, da decenni, partecipano tutte le domeniche, estate e inverno alle regate di ogni livello. Dal campionato invernale di un circolo, alle Olimpiadi.

Alla Barcolana

I “NONNETTI DELLA VELA”
In questi giorni di Centomiglia poi, è bello vedere che i “geriatric sailors” lasciano i più giovani ai piedi del podio. Ancor più emozionante quando questi “nonnetti della vela” timonano barche con 13 persone appese al trapezio, affrontano, come se niente fosse, una scuffia (anche due) con un classe libera (vedi Oscar Tonoli di Clandesteam) o raggiungono i 25 nodi stando alle cinghie sulle terrazze di un catamarano da 40’. E allora vediamoli (in fotografia) questi Atleti con la A maiuscola e citiamo i loro nomi.

INIZIAMO DAI LACUSTRI…
Abbiamo detto che è da poco passata la Centomiglia e, fra pochi giorni, c’è la Barcolana: ed allora iniziamo proprio dai lacustri che, molto spesso, hanno legato il loro nome anche alle mitiche regate in acque salate. Perché il lago, è bene ricordarlo a qualcuno, per le sue caratteristiche di variabilità nell’intensità e nella direzione dei venti, è sempre stato una fucina di ottimi velisti. Non possiamo non iniziare con il Leone del Garda: Oscar Tonoli ed ovviamente il suo rivale di sempre, Brunetto Fezzardi, e poi, in ordine sparso: Albino Fravezzi, Gianni Torboli, Giancarlo Baj, Gianni Boventi, Piero Barziza, Elio Sina (del lago d’Iseo) e come non citare Dodo Gorla che dal piccolo lago d’Orta passando per i mari Olimpici ha spesso regatato sul Garda con la sua mitica star e con gli Asso 99 e pochi mesi fa, alla veneranda età di 72 anni, ha vinto con il suo ”nonno Dodo” il campionato Dinghy. Ma dal lago sono passati tutti, anche Paul Cayard (ormai quasi sessantenne) che proprio in questi giorni di Centomiglia stava regatando a Riva del Garda.

GERIATRIC SAILORS, LA FOTOGALLERY

Oscar Tonoli
I vincitori della Centomiglia, avanti con l'età
Gregor Stimpfl
Luca Modena
Roberto Benamati
Oscar Tonoli
Gli ungheresi di Raffica
Albino Fravezzi
Bruno Fezzardi
Mauro Pelaschier
Il velista solitario
Alla Barcolana
Alla Barcolana
Tonoli, Boventi & Caldonazzi
Oscar Tonoli
Baj, TOnoli & Bodini
Cino Ricci
L'età non conta
Dodo Gorla

…E LA LISTA PROSEGUE...
Altri con la barba ormai imbiancata: (non ne abbiano a male Umberto Felci e Luca Modena che cominciano ad ingrigirsi, anzi Luca è completamente bianco, ma hanno da poco compiuto i 50 e non sarebbe corretto inserirli nella lista), Francesco de Angelis, Roberto Benamati (vedi foto col caschetto sul Cat 40’), i fratelli Chieffi, Ciccio Manzoli, Gregor Stimpfl (sfortunato protagonista di Gorla e Cento 2016 sul Hagar III), e poi, ben più datati, Paul Elvstrøm del 1928, sino a pochi anni fa regatava ancora, Cino Ricci, lo squadrone Triestino: Mauro Pelaschier (di Monfalcone, ci tiene a precisarlo), Gigio Russo, Claudio Demartis, Roberto Vencato e via discorrendo.

L’ETA’ NON CONTA, IL MANICO SI
Tutta gente che quando sale su una qualsiasi barca la trasforma da barca “qualsiasi” in barca vincente. Perché alla fine, quello che conta, non sono i muscoli dei grinder, né l’agilità dell’equipaggio nel passare da un bordo all’altro durante la virata, né tantomeno la versatilità del prodiere….ma quei 30/40 cm che vanno dal gomito alle dita che tengono lo stick (perché, ovviamente, è a barra) del timone e che sono comandati da una “testa pensante” che ha passato migliaia di ore a studiare il miglior bordo di bolina o il modo migliore per far planare la barca al lasco……

Tanti auguri… nonnetti!!!

Testo e immagini di Adriano Gatta

The post FOTOGALLERY Geriatric Sailors, ovvero i “nonnetti della vela” appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

TAG Heuer VELA Cup – Mariperman: 10 giorni al via. Ecco il percorso della veleggiata per tutte le barche nel Golfo dei Poeti

$
0
0

legpartenza Legionari 201010 giorni al via dell’edizione settembrina della TAG Heuer VELA Cup che si unisce al mitico Trofeo Mariperman per dare l’ultimo colpo di coda estivo. 

Questa grande festa sarà ancora una volta l’occasione giusta per armatori, equipaggi ed amanti della vela di godersi un weekend tra regate, spettacoli, cultura e momenti conviviali. Quest’anno per la prima volta l’organizzazione ha scelto l’incantevole baia delle Grazie nel comune di Porto Venere come base operativa e punto di ritrovo per i regatanti.

Nel week-end del 23-25 settembre tutti gli interessati potranno ammirare Vele d’Epoca, Vele Latine, Imbarcazioni moderne stazzate, Meteor, J24 ed imbarcazioni a vela da diporto. Tutti insieme anche se su percorsi differenti invaderanno letteralmente uno dei golfi più belli e celebri del mondo.

Ma andiamo a vedere da vicino quali saranno i percorsi in acqua che le imbarcazioni dovranno affrontare, iniziando proprio dalla nostra TAG Heuer VELA Cup che si disputerà sullo stesso campo di regata delle Vele d’Epoca. Lo spettacolo sarà quindi assicurato.

 

Barche Epoca 1

Qui sopra il percorso spettacolare che prevede la partenza proprio di fronte alla baia di Portovenere prima boa alla Torre Scuola, passaggio tra la Palmaria e il Tino che farà da boa prima di raggiungere la numero 4 in mezzo al golfo per far poi ritorno e tagliare il traguardo ancora davanti a Portovenere da dove è stata data la partenza. Questo il percorso che verrà dato, condizioni meteo permettendo, e che prevede anche una variante con passaggio interno al Tino.

Per quanto riguarda invece le bellissime vele latine, ecco qui sotto il loro percorso, mentre le barche certificate ORC e i monotipi J24 e Meteor, avranno un tradizionale percorso tra le boe.

Vele Latine

TUTTI POSSONO PARTECIPARE ALLA FESTA DELLA VELA
Un evento unico nel suo genere e nello spirito ideale della VELA Cup: questo è il trofeo Mariperman che si svolge dal 23 al 25 settembre a Le Grazie nel Golfo di LaSpezia. Le barche da crociera o prive di un certificato di stazza parteciperanno alla VELA Cup con arrivi in tempo reale e premi per tutti con suddivisioni delle classi in base alla lunghezza delle barche. Poi ci saranno le barche d’epoca che faranno la regata secondo il regolamento AIVE, le vele latine, e infine le imbarcazioni stazzate ORC. Ma non solo, il Trofeo è aperto anche alle imbarcazioni monotipo come i 5,50, i J24 e i Meteor.
le-grazie
SABATO LA GRANDE FESTA
In uno dei porticcioli più invidiati del Golfo, Le Grazie, il sabato sera ci sarà la grande festa per tutti i partecipanti alla regata e non solo: si potrà mangiare sulla spiaggia, ascoltare la musica e poi scatenarsi con la grande festa con vista mozzafiato sul golfo. Per partecipare basta visitare il sito www.mariperman.it o www.velacup.it e troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno. A seconda della tipologia della vostra barca, potete iscrivervi soltanto alla VELA Cup, nella giornata di sabato 24 settembre, oppure alle regate del Trofeo Mariperman. Il percorso della VELA Cup è una bellissima veleggiata nel Golfo, passando tra Lerici, l’Isola del Tino e Portovenere con l’arrivo proprio a di fronte Le Grazie. Una vera e propria veleggiata da fare con amici, con la famiglia in totale relax!

4R7A2739PROGRAMMA
Venerdì 23 settembre
h 9/00 Ormeggio imbarcazioni
h 9/16 Laboratori scientifici
h 9/18 Visite Villa Romana
h 17:30 Inaugurazione Villaggio della Vela Visita Mostra Cantiere della Memoria e Sala Olivetani
h 20/00 Cena di Benvenuto
h 21/30 Spettacolo

Sabato 24 settembre
h 9/13 Laboratori scientifici
h 9/18 Visite Villa Romana
h 9/11 Mostra Auto d’Epoca
h 10:00 Briefing di regata
h 12:00 Partenza Regate
h 17:30 Esercitazione di sicurezza in mare
h 18:00 Mostra Auto d’Epoca
h 19:00 Premiazione Vela Cup
h 20:00 Cena del Nostromo
h 21:30 Spettacolo/Discoteca

Domenica 25 settembre
h 9/17 Visite Villa Romana
h 10 Briefing di regata
h 9/11 Mostra Auto d’Epoca
h 12:00 Raduno Vespa Club
h 12:00 Partenza Regate h 18:30 Premiazioni

TUTTO QUELLO CHE c’è DA SAPERE SULLA  VELA CUP  – TROFEO MARIPERMAN
CHI PUO’ PARTECIPARE.
Possono partecipare tutte le imbarcazioni dai 7 metri in su anche senza certificato di stazza. Si partecipa con gennaker o spinnaker nella categoria regata, a vele bianche nella categoria crociera. Ogni categoria è poi divisa in classi a seconda della lunghezza fuori tutto dell’imbarcazione. Al Trofeo Mariperman possono invece partecipare le barche provviste di certificato di stazza ORC; i monotipi J24, 5.50 e Meteo; le imbarcazioni d’epoca secondo il regolamento AIVE e le vele latine. Per maggiori informazioni www.velacup.it, www.trofeomariperman.it.
DOVE E QUANDO. Dal 23 al 25 settembre a Le Grazie (La Spezia).
PERCORSO. Il percorso della VELA Cup è una bellissima veleggiata nel Golfo, passando tra Lerici, l’Isola del Tino e Portovenere con l’arrivo proprio di fronte a Le Grazie. Il percorso di regata del Trofeo Mariperman potrà invece essere costiero o a bastone.
PREMI QUASI PER TUTTI. Ci sono premi quasi per tutti. Verranno infatti premiati i primi tre classificati per ogni classe e categoria, oltre a tanti premi speciali.
ISCRIZIONI. Le iscrizioni possono essere finalizzate online dal sito www.velacup.it o dal sitowww.trofeomariperman.it. Prezzi VELA Cup: 70 euro per le imbarcazioni fino ai 1o metri; 11o per le imbarcazioni fino ai 15 metri; 150 per le imbarcazioni superiori ai 15 metri. Prezzi Trofeo Mariperman:www.trofeomariperman.it.
FESTA E PREMIAZIONE. In uno dei porticcioli più invidiati del Golfo, Le Grazie, il sabato sera ci sarà la grande festa per tutti i partecipanti alla regata e non solo: si potrà mangiare sulla spiaggia, ascoltare la musica e poi scatenarsi con la grande festa con vista mozzafiato sul golfo.

Per maggiori informazioni www.velacup.it o  www.trofeomariperman.it

ISCRIVITI SUBITO ALLA VELA CUP TROFEO MARIPERMAN

SCARICA IL BANDO PROVVISORIOAVVISO DI VELEGGIATA PROVVISORIO VELACUP – XXIX TORFEO MARIPERMAN – 24 SETTEMBRE 2016 LE GRAZIE

 

The post TAG Heuer VELA Cup – Mariperman: 10 giorni al via. Ecco il percorso della veleggiata per tutte le barche nel Golfo dei Poeti appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Vele d’Epoca di Imperia: 30 anni di amore per la storia del mare e un giorno a bordo di Kookaburra III

$
0
0

14311289_1792273377652846_6403737407613093459_oA trent’anni dal primo raduno del 1986, siamo stati a Imperia per festeggiare questa trentesima edizione delle Vele d’Epoca, una manifestazione che ha reso la città ligure celebre in tutti mari per la passione che negli anni ha dimostrato nell’accogliere una tra le più importanti flotte di barche d’epoca del mondo, sicuramente il più importante raduno italiano di questo genere . Questo trentesimo compleanno ha ovviamente significato anche la penultima tappa del Panerai Classic Yacht Challenge che ha visto raggruppate sulla linea di partenza settanta imbarcazioni.

14324254_1792273384319512_965552314256460388_oLe protagoniste come da tradizione, sono imbarcazioni di lunghezza compresa tra 7 e 50 metri, costruite tra la fine dell’Ottocento e gli anni Duemila. Gli scafi, suddivisi nei raggruppamenti Big Boats, Epoca, Classici e Spirit of Tradition, hanno trovato ormeggio per quattro giorni di spettacolo a terra e in mare presso la banchina Calata Anselmi di Porto Maurizio. Tra giovedi e domenica erano previste quattro regate, tutte regolarmente svolte tranne la prova di domenica che è stata annullata per mancanza di vento.

IMG_7435
Peccato, perché proprio domenica eravamo a bordo di un vero pezzo storico della vela mondiale con il quale siamo riusciti a partecipare solo alla spettacolare parata all’interno del porto di Imperia Oneglia: il 12 Metri Stazza Internazionale Kookaburra III (numero velico KA-15) insieme a un equipaggio di “azzurrini” ex Coppa America tra cui Cicci Spaziani, Chicco Isenburg e Andrea De Marinis. La barca, costruita in alluminio, nel 1987 ha vinto per 5-0 la sfida contro Australia IV (KA 16), aspirante Defender in occasione della 26esima edizione della Coppa America, poi vinta da Stars&Stripes di Dennis Conner che, battendo Kookaburra III per 4-0 ha riportato negli USA il prestigioso trofeo dopo averlo perso nel 1983. Nel 1988 Kookaburra III, con al timone Peter Gilmour, ha vinto il Campionato del Mondo di Classe a Lulea, in Svezia. Nel 2015 è stata rilevata presso il cantiere Trehard di Antibes dell’armatore marchigiano Maurizio Vecchiola (già armatore di Italia II e Il Moro di Venezia II), grande appassionato di Coppa America con il culto di queste grandiose barche. La barca, invelata con nuove vele 3DI della North Sails, è stata sottoposta a una nuova verniciatura e alla revisione totale della attrezzatura di coperta, che ha visto l’armo di un boma in carbonio e sartiame in dyneema e la sostituzione di alcune crocette.

Oltre al mitico Kookaburra III abbiamo abbiamo avuto modo di osservare da vicino tra le barche più grandi e spettacolari presenti a Imperia come i due cutter aurici Moonbeam of Fife del 1903 e Moonbeam IV del 1914, Sincerity del 1928 è una delle più antiche imbarcazioni costruite dal cantiere Baglietto di Varazze, mentre Chinook e Rowdy hanno rinnovato la celebrazione dei loro 100 anni dal varo, avvenuto negli USA nel 1916. E proprio dagli USA, a testimonianza di come le manifestazioni di vele d’epoca del Mediterraneo richiamino numerose barche da oltreoceano, giungono scafi come Manitou del 1937, sul quale navigava il presidente J. F. Kennedy, il P-Class Olympian del 1913, già vincitrice di categoria a Imperia nel 2014, il Q-Class Jour de Fête del 1930, lo sloop bermudiamo Andale del 1951 e Spartan del 1913.

14311265_1792245457655638_6225123849719073205_oOvviamente non è a mancata Eilean, il ketch bermudiano del 1936 restaurato da Officine Panerai, oggi impiegato come ambasciatore del marchio di alta orologeria sportiva in occasione dei raduni. Il 2016 è un anno speciale, considerato che sono trascorsi 80 anni da quando lo scafo è stato costruito presso i famosi cantieri scozzesi Fife. A Imperia si sono ritrovate anche alcune imbarcazioni protagoniste nel 1986 della prima edizione del raduno, come la goletta aurica Mariette del 1915, che lo scorso anno ha preso parte alla Transatlantic Race dagli USA all’Inghilterra, il ketch Alzavola del 1924, lo yawl Caroly del 1948 della Marina Militare e il cutter aurico Vistona del 1937.

Russell Coutts è stato il superospite di venerdi. Qui insieme a Angelo Bonatti CEO di Officine Panerai

Russell Coutts è stato il superospite di venerdi. Qui insieme a Angelo Bonatti CEO di Officine Panerai

Nomi quasi simili – ma storie completamente diverse – per Kelpie del 1903 e Kelpie of Falmouth del 1928. La prima è un raro modello di Solent 38 One Design – ne esistono meno di 10 esemplari al mondo – mentre la seconda è una goletta aurica di 24 metri costruita nel Maine, che dopo avere prestato servizio nella Guardia Costiera americana ha compiuto crociere charter in California e ospitato divi come Paul Newman e Elizabeth Taylor.

Prima di darci appuntamento per l’ultima tappa del circuito che si svolgerà durante Les Regates Royales di Cannes dal 20 al 24 settembre, vediamo come sono andate le regate in acqua.

Classici 2: vince il Marconi Yawl S&S Giraldilla
Modern Classic: vince il Moro di Venezia I
Epoca Aurici: vince il NY 4o Chinook
Epoca Marconi 1: vince il Q-Class Leonore
Epoca Marconi 2: vince il NY 40 Rowdy
Epoca Marconi 3: vince il ketch marconi Eilean
Spirit of Tradition: vince il 12 metri Stazza Internazionale Kookaburra III
Big Boat: vince il cutter aurico Moonbeam IV

The post Vele d’Epoca di Imperia: 30 anni di amore per la storia del mare e un giorno a bordo di Kookaburra III appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Mentre tutti pensano a fare barche più comode c’è chi le fa più veloci ed essenziali

$
0
0

d391dff35b
Arriva dalla Danimarca Frost 38, una barca controcorrente che potrebbe aprire una nuova tendenza. Mentre i cantieri pensano a fare barche sempre più larghe, comode, zeppe di ogni comfort i danesi varano una barca essenziale che pesa solo 3.600 kg, lunga m. 11,50 e larga 3,40 m
! Una barca “normale” ne pesa più del doppio. Certo, come potete vedere dalle foto e’ una barca essenziale, senza fronzoli, ma c’è tutto quello che serve per viverci a bordo e andare velocissimi senza fatica. Ed e’ pure bella da vedere.

RTEmagicC_ja13695008_10154261177948955_1229982525_n.jpgTANTO CARBONIO PER LO SCAFO…
Costruita con ampio uso di fibre di carbonio per rendere leggerissimo scafo e coperta, ha un peso in chiglia di 1.400 kg con un pescaggio di 2,30 metri. Il motore non c’è o meglio e’ elettrico: batterie al litio che insieme pesano 120 chili e forniscono 700 ampere, un piccolo motore elettrico agganciato ad una linea d’asse e il gioco e’ fatto, la barca naviga a 7 nodi senza vele scivolando sull’acqua senza far rumore e senza inquinare. Le prestazioni a vela sono impressionanti, soprattutto con poco vento. Nei primi test la barca navigava un nodo in più della velocità’ reale del vento.

RTEmagicC_frost_agt14302922_10154427350118955_1519595349_n.jpg-1…MA L’ALBERO IN ALLUMINIO
L’albero e’ in alluminio, dice l’armatore Jacob Frost: “Con una barca così leggera risparmiare 30 chili di peso per montare un albero in carbonio spendendo 10.000 euro di più? Non conviene”. E prosegue: “Mi sono regalato questa barca dei miei sogni per i miei 40 anni, l’ho chiamata ‘congelatore’ come il mio cognome ed ha anche una macchina del ghiaccio a bordo. La userò’ per andare in crociera con la famiglia, divertirmi con gli amici e fare qualche regata”. Jakob Frost e’ comproprietario di Tuco Marine (www.tuco.dk), impresa che opera a 360° nell’ambito marino e navale.

GUARDA IL VIDEO DELLA BARCA

The post Mentre tutti pensano a fare barche più comode c’è chi le fa più veloci ed essenziali appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.


Leggende della vela: scoprite chi ha vinto il superabbonamento (e tutti i perché)

$
0
0

tabarly-ericAnd the winner is… Marco Zanini! E’ lui il vincitore del superabbonamento trentennale al Giornale della Vela che abbiamo messo in palio tra coloro che, votato sul nostro sito il loro velista più grande della storia, avrebbero motivato meglio la loro scelta in una mail.

Schermata 2016-09-14 a 12.31.10E’ lui il vincitore tra i tantissimi che ci hanno scritto: Marco ha scelto Eric Tabarly (il più grande, secondo noi e secondo voi, alla fine) e qua sotto trovate la sua motivazione. In calce, poi, trovate le più belle motivazioni che ci avete inviato: sono davvero tante, ma vale la pena di leggerle tutte!

Foto di Marco Zanini

Foto di Marco Zanini

LA MOTIVAZIONE DI MARCO ZANINI
Non ho dubbi : Eric e’ il più’ grande.
Me lo ha fatto conoscere tanti anni fa un istruttore di Caprera, io ero all’inizio della mia vita da velista, non sapevo nulla di questi grandi uomini a parte del “Soldini Nazionale” che ormai ritengo un po’ inflazionato (e seppur bravo, ce ne sono tanti più bravi di lui come Pietro D’alì, Vittorio Malingri e tanti giovani tra cui Zambelli mio attuale guru, che hanno avuto meno fortuna e probabilmente sono più umili e meno capaci nel promuovere sé stessi). Eric per me e’ stato un faro da seguire sia come velista che come uomo. Nel film in francese sulla sua vita si denota la sua estrema umiltà’ di essere umano, tipica delle persone veramente capaci. Tra le mie navigazioni la più’ bella che ho voluto intraprendere in crociera con la famiglia e’ stata quella nei mari di Eric , in Bretagna, dove ho avuto il grandissimo “onore” di ormeggiare alla sua boa lungo l’Odet dove lui scendendo da casa sua andava dal suo pen duick dalla sua passerella lungo il fiume. Bellissime le sue opere sopratutto guida pratica di manovra dove da quel libro ho imparato moltissimo tanti trucchi. Quindi Forza Eric. Vi allego una foto della sua passerella sul fiume Odet a Benodet
ciao, buon vento”.

PRIMA DI TUTTE LE VOSTRE MOTIVAZIONI, UN VIDEO...
In questo video, c’è tutta la grandezza di Tabarly: entrambi i suoi lati, quello “romantico” e quello “tecnologico”:

I VOSTRI “PERCHE'”
Marco Farina per Tabarly: “Da piccolo invece di comprare album e figurine Panini di calciatori, compravo riviste nautiche ove venivo rapito dai racconti delle regate di Tabarly che con il suo Pen Duick VI aveva sempre la meglio sul Guia III di Falck e per anni stravinceva su tutti. Di qui la mia passione per il mare e per navigare in solitario”.

Gianpaolo Pedroni per Tabarly: “Non sono ancora capace di guardare gli altri partire mentre io resto al molo”. Invece io ho imparato a fare… Oltre ad essere un vincitore silenzioso ed in questi tempi dove tutti blaterano, che non mi sembra cosa da poco”.

Roberto Pierantoni per Straulino: “Il gigante della vela europea come dire Maradona nel calcio o Mozart nella musica.. aveva il talento innato e basta!”.

Barbara Romoli per Tabarly: “Bungiorno, ho votato Tabarly fin dall’inizio perché quest’estate siamo stati in Francia ed abbiamo visitato a Lorient “La Citè de la Voile” a lui dedicata (inclusi i suoi 5 Pen Duick ivi esposti) ed ho potuto constatare quanto in effetti fosse “avanti” in ogni senso. Questo anche se il mio cuore voleva votare Straulino perché ho sempre ammirato la sua follia, il suo andare contro le regole (vedi l’uscita a vela dal porto di Taranto, che lo rese famoso in tutto il mondo incluso chi non masticava di vela), la sua bravura”.

Francesco Celestino per Straulino: “Entrambi Grandi Marinai, ma credo che Straulino, data l’epoca in cui è vissuto nel realizzare le sue grandi performances,ovvero senza l’aiuto di mezzi tecnici sofisticati di cui ha usufruito Tabarly,dal punto di vista dell’arte marinaresca, maturata con la dura esperienza del vero marinaio, meriti una maggiore considerazione e, quindi, un punteggio finale più alto”.

G. Ungaro per Straulino: “Agostino Straulino, unico Comandante del Vespucci a potersi permettere di uscire a vela dal porto di Taranto”.

Enrico Albano per Straulino: “Cari Amici de Il Giornale della Vela, ho scelto Agostino Straulino perché:
– in tempi difficili (ha attraversato anche una guerra che gli ha sottratto anni di vita, di vela e regate) ha ottenuto risultati strepitosi;
– regatava “a modo suo”;
– banalmente “sentiva il vento” come nessun altro;
– anche i marinai e velisti Italiani hanno fatto la storia della Vela;
– non ha ceduto il timone neppure quando gli acciacchi della vita lo stavano privando della vista;
– le sue navigazioni su Nave Vespucci hanno riempito il cuore di tutti i marinai del mondo.
Grazie per la vostra splendida iniziativa!!!”

Roberto Veronese per Straulino: “Per me è Straulino perché ciò che ha fatto con la Vespucci nessun altro uomo al mondo è riuscito e riuscirà mai più a fare”.

Davide Pregnolato per Straulino: “Straulino perché fa parte della storia marinaresca Italiana. Ricordo quando ero un neofita della vela e non solo della vela, ma anche di mare e personaggi di mare, un vecchio Commandante, che era istriano come Straulino il quale si era preso l’arduo incarico di insegnare a me come andare per mare, durante le lunghe veleggiate mi parlava di mare, di pesca, di storia marinaresca in base hai posti che il vento ci dava la possibilità di raggiungere. Una volta fresco e gasato dai vari corsi di rinomati circoli velici gli chiesi di prendere un gavitello a vela, avreste dovuto vedere con che faccia mi ha guardato ed esclamò la frase “chi pensi di essere Straulino” io non sapendo cosa volesse dire e zitto zitto a testa bassa andai all’albero a ripiegare in ordine la randa. Restammo praticamente in silenzio fino dopo cena poi iniziò a spiegarmi perché non ha voluto farmi prendere il gavitello a vela, mi chiese cosa dovevo dimostrare, l’unica cosa che devi dimostrare è di saper portare a casa la pelle e la barca in ogni situazione e non di essere bravo a complicarti la vita. Successivamente iniziò a raccontarmi la storia di Stralunino e le sue imprese affascinanti. Per questo ho votato Straulino non dimenticherò mai la sua storia e le sue imprese che le ho collegate a una lezione di vela e di vita importante”.

Federico Piccini per Straulino: “Lo voto perché è nato nella stessa isola dove è nato mia papà e ora sono pure sepolti nello stesso cimitero.
E io ho imparato ad andare a vela proprio in quel l’isola che si chiama Lussinpiccolo. E per questo è giusto ricordare tutti gli Italiani che hanno dovuto lasciare le loro terre per colpa di altri. E la cosa più ridicola é che ora ci si fregia del fatto che Straulino è Italiano ma se fosse per alcuni Italiani Straulino sarebbe stato prima Yugoslavo e poi Croato!!!
Cordiali saluti da un figlio di esuli dalmati”.

Roberto Franzoni per Tabarly: “È Éric Tabarly. Non è stato solo un velista. È il più grande marinaio di tutti i tempi (del nostro genere ovviamente, escludendo Horatio Nelson, il capitano Achab, Il comandante Calamai dell’Andrea Doria, ecc., ecc.). Io lo intervistai per Uomo Mare alla partenza del Triangolo Atlantico nel settembre del 1976. Poche domande, poche parole in ogni risposta. Ogni parola un pensiero e una verità. Poi partì sul Pen Duick VI, un bestione di 26 metri in alluminio col timone a barra! Perché era più sensibile… La sua morte è stata epica come la sua vita. Non so di che male soffrisse, ma ha scelto di far finire la sua vita dalla barca da cui aveva incominciato, in quel Mar d’Irlanda che lo aveva visto protagonista decine di volte. In silenzio, sciogliendosi e mescolandosi con le onde. Per chi non lo avesse fatto, leggere i suoi libri, “Io, Tabarly” del 1977 e “Tabarly, memorie del largo”, 1998. I migliori.
Un caro saluto”.

Federico Bruzzone per Straulino: “I finalisti sono ovviamente entrambi grandi velisti da ammirare. Voto Agostino Straulino perché dei due è quello italiano, e per quanto si dica che il nazionalismo sta scomparendo, io spero vinca un italiano.
Grazie”.

74 Roca per Peyron, Cayard, Grael, Joyon e Desjoyeaux: “Non ho votato Tabarly perchè è morto da sciocco per atteggiamento non da miglior velista della storia, gli incoscienti a volte vincono ma non sono un modello. mi spiace non essere riuscito a votare prima, non so quale fosse la lista dei 30 ma sicuramente loick peyron, paul cayard e torben grael e desjoyeaux sarebbero nella mia semifinalefinale … dei quattro da voi proposti Joyon, ma perderebbe con tutti i miei quattro, moitessier ad un concorso per scrittori più che velisti”.

Daniele Gaviotis per Moitessier: “Moitessier. la Vela è una passione, uno stile di vita, che lega insieme istinto, cuore, arte, uomo e Natura.. chi meglio rappresenta tutto questo di uno che andava per mare senza motore, senza autopilota (per molto tempo), senza meta… si fa prima a scrivere cosa non avesse, rispetto a ciò di cui era equipaggiato!! però quell’amore incondizionato per il mare, la solitudine, la barca!, le persone pure e incontaminate dal caos mentale “moderno”, la conservazione dell’unica cosa di cui non possiamo fare a meno nella vita (la nostra meravigliosa Natura!) sono proprie solo di Bernard Moitessier… il primo a circumnavigare senza nessuno scalo, partecipando alla prima regata intorno al Mondo per solitari, e l’UNICO vincitore di una qualsiasi competizione a non essere andato a ritirare il ricco premio in denaro che lo aspettava a poche migliaia di miglia mentre era in vantaggio abissale su chiunque! ha deciso di “tirare dritto” verso la Polinesia, un luogo “puro”, facendo un altro mezzo giro del Mondo…! dai, come fai a non votare Moitessier!
Certo è un personaggio controverso.. Sicuramente era un tipo strano… E’ palese che abbia fatto molti errori…. ma come fai a non amare Moitessier!! qui si vota il più grande Velista della storia (moderna). Ma cos’è un velista? Secondo la Treccani la definizione di Velista è: “colui che pratica lo sport della Vela”. Ebbene Moitessier era molto più di un velista. Ha legato con due mezzi colli la sua vita con l’andar per mare in maniera pura, onesta e ribelle, andando in senso opposto rispetto alla “dottrina occidentale”, a quello che “avrebbe dovuto fare”. e per questo, probabilmente, non vincerà la competizione online del GDV. Appunto perché Moitessier non era “solo” un velista. ma sapete una cosa? a lui non interessava affatto VINCERE, quindi forse è anche giusto così… ribelle anche su internet, assolutamente in stile Bernard Moitessier!!!
che soggetto 🙂 !”.

Pietro Lapietra per Straulino: “Spett.le redazione del GdV, ho votato per l’ammiraglio Straulino perché ho avuto il privilegio di conoscerlo e salire a bordo del suo KERKIRA (di proprietà della Marina Militare) ormeggiato per alcuni anni a Fiumara Grande (Fiumicino). Una persona umile e rispettosa del mare e delle persone, a volte anche di quelle persone che di fronte a lui si vantavano come grandi marinai (per lo più di banchina). Aveva uno sguardo furbo e divertito davanti ai soliti “sbruffoni” ma anche attento a percepire il più piccolo dettaglio di chi gli parlava: se riuscivi a reggere il suo sguardo penetrante sembrava che ti leggesse dentro! Mi spiace che alla fine abbia molto sofferto per le condizioni di salute della moglie che oramai immobilizzata non poteva neppure uscire di casa per il mancato superamento delle barriere architettoniche ivi esistenti. Lui rimarrà per sempre “l’Ammiraglio”.
Grazie”.

Antonio Santoro per Moitessier: “Davvero un gran mal di pancia non vederne almeno 6/7 contemporaneamente vincitori. La vela è sempre stata divisa in 2:
– regatanti
– poeti del farsi portare dal vento.
Tra i primi davvero arduo dire “il miglior velista”!
Tra i “poeti” della vela Bernard svetta su tutti.
E senza poesia/evasione/sentimento ecc, che cosa sarebbe l’andare per mare?
BV !!”.

Antonio Sciotto per Straulino: “ho votato Ago Straulino perchè un oro olimpico nella classe che era considerata la “regina” delle Classi Olimpiche secondo me vale molto di più di cento America’s Cup! inoltre molti non sanno che il grande Ammiraglio era anche soprannominato “l’ ammiraglio pacifista” e fu boicottato non poco dai vertici dell allora stato maggiore della M.M. in secondo luogo è stato eroico per aver vinto nonostante l’ incidente all’ occhio durante uno sminamento. last but not least , ancora oggi rimane epica la sua impresa con il Vespucci: uscire da un porto a vele totalmente spiegate, un impresa che alle scuole sottoufficiali di La maddalena ho sentito e risentito decine di volte: è entrata nel mito, oltre la leggenda. buon vento a tutta la redazione _/)”.

Leandro Campagna per Straulino: “Buonasera, Io ho votato per Straulino perché a differenza di tutti gli altri grandi velisti ciascuno con uno spiccato talento, Agostino Straulino ha dimostrato le sue grandi doti veliche su più livelli, dalle regate alla conduzione di mega navi quali la Vespucci, dalla lunga crociera su prototipi al comando di centinaia di marinai. Il tutto con un umiltà e una semplicità che ha dell’incredibile come molte delle sue manovre più celebri di cui tutti hanno sentito parlare almeno una volta. Tutta la sua vita è incentrata sul mare e la vela, e quando devo parlare di Straulino visualizzo sempre quel bambino che a 6 anni andava a scuola via mare con la sua barchetta a vela e questo la dice lunga sul suo essere un “uomo di mare”. Saluti”.

Claudio Lucisano per Straulino: “Posso confermare che il grande Straulino sentiva il vento in modo particolare avendo navigato sotto il suo comando. Merita sicuramente il titolo di migliore velista”.

Lorenzo Lancellotti per Straulino: “Voto per Agostino Straulino perchè quando penso a lui ed a quello che ha fatto in mare come uomo e marinaio, mi riconcilia con il mio quotidiano e mi fa pensare che stare su questa terra ne vale la pena!”.

Daniele Rebecchi per Moitessier: “Voto Moitessier perché mi ha sempre fatto sognare e vivere la libertà”.

Jacopo Ognibene per Moitessier: “Io mio voto va a Bernard Moitessier.
Tutti i 4 semifinalisti sono grandi velisti, ma la mia preferenza a Moitessier è motivata dal fatto che, a differenza degli altri, ha saputo indicare a tutti i velisti (e non solo) che è possibile interpretare la vita anche al di fuori della competizione pura, lontano da quella spasmodica caccia al superamento dei limiti che oggi è sempre più esasperata (non penso solo all’America’s Cup stravolta dai foil o al pur bravissimo Soldini, ma anche ai giovani base jumper). Moitessier ha sempre visto l’uomo in un rapporto equilibrato e simbiotico con la natura e la Terra, la quale ha sempre alimentato la sua voglia di scoperta, la sua curiosità infinita e il suo sapersi meravigliare con poco. Questa è forse la sua eredità più preziosa. Infine, l’ho scelto anche per la sua scrittura asciutta e diretta, con cui (al pari dell’alpinista Bonatti) ci ha lasciato una profondità di pensiero assolutamente unica, un’eredità che ogni velista dovrebbe portarsi dietro”.

Tollardo Gottero per Soldini: “Ho scelto Giovanni Soldini perché vanta venti anni di regate oceaniche e due giri del mondo in solitario. il motivo principale della mia votazione è per il salvataggio di Isabelle Autissier da parte di Giovanni Soldini durante un giro del mondo in solitario a tappe. Ritrovò la barca scuffiata a causa di una strapoggiata del piolota automatico e solo dopo avere lanciato un martello sullo scafo Isabelle uscì. Soldini vinse quellla tappa e la seguente aggiudicandosi la vittoria della regata”.

Nicola Ieva per Tabarly: “A mio avviso Tabarly è il più grande navigatore della vela moderna. Senza nulla togliere al grande Straulino, un conto sono le vittorie in regate sulle star ,altro sono le epoche imprese in regate oceaniche che hanno fatto sognare più di una generazione di velisti ,e creato una grande scuola di navigatori bretoni, molti dei quali hanno iniziato con il grande Eric Tabarly”.

Giovanni Spinoglio per Straulino: “Oltre ai numerosissimi risultati sportivi Straulino incarna l’immagine di un eroe italiano della nostra epoca, di quelle persone cioè delle quali si sente la mancanza in una società sempre più priva di alti valori morali, un comandante alle cui capacità ci affideremmo tutti volentieri nella certezza che ci sappia condurre oltre la tempesta…….”.

Francesco Teso per Straulino: “Sicuramente il più grande è Straulino, perchè come dite voi “sentiva” il vento, oltre ad un palmares di tutto rispetto, poi la celebre impresa di uscire dal porto con l’Amerigo Vespucci e qualcosa di unico!
il più grande”.

Marco Gigantesco per Straulino: “Voto a favore di Agostino Straulino, perché oltre ad aver vinto varie competizioni olimpiche e campionati mondiali, è stato il primo, e fino ad oggi l’unico, Comandante della Nave Amerigo Vespucci ad aver avuto il coraggio di passare a vele spiegate nel canale che collega il Mar Piccolo ed il mar grande a Taranto !
Cordiali saluti”.

Pier Giacomo Borsetti per Moitessier: “Bernard Moitessier: oltre ad essere stato un abile velista e navigatore, con il suo “Thalatta e l”alleanza” ha espresso il massimo come scrittore è fatto sognare generazioni di velisti”.

Pier Luigi Zaffagnini per Straulino: “Provateci a uscire a vela da Taranto con l’Amerigo Vespucci…”.

Pietro Ranotto per Paul Elvstrøm: “Salve redazione, Ho votato per paul elvstrøm perché penso sia il più degno vincitore, una vera leggenda non solo in grado di collezionare medaglie olimpiche e non solo ma per la capacità di apportare innovazioni tecniche ( attrezzature e vestiario) al mondo della vela.
Cordiali saluti”.

The post Leggende della vela: scoprite chi ha vinto il superabbonamento (e tutti i perché) appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Ormeggiare diventa facile come parcheggiare una moto

$
0
0

SPP piede Yanmar
Si mostrerà al pubblico per la prima volta al Salone di Genova (20-25 settembre) ma sta già facendo parlare di sé: si chiama SPP (acronimo di Steerable Propulsion Pod) il nuovo sistema che promette di agevolare le manovre in porto dei velisti rendendo la barca molto più governabile in acque ristrette (e di fatto, dire “addio” all’elica di prua).
Il pod è stato sviluppato da Yanmar Marine in partnership con ZF ed è costituito da un piede propulsivo orientabile alla cui sommità “lavora” l’elica. Il piede, installato a poppavia nella parte immersa dello scafo, viene accoppiato alla motorizzazione Yanmar entrobordo per mezzo di una flangia.

Schermata 2016-09-13 a 17.41.34ARRIVA IL JOYSTICK ANCHE SULLE PICCOLE BARCHE A VELA
Tramite il joystick installato nella plancia di comando si governa l’imbarcazione in modo del tutto indipendente dai leveraggi del motore. La risposta dello scafo è rapida così come facile e intuitivo risulta l’approccio al joystick anche per l’armatore meno esperto. Il sistema, progettato per operare quando lo scafo naviga a velocità ridotta, è controllato da una centralina elettronica in grado di gestire e regolare i giri del propulsore a secondo della pressione esercitata sul joystick ed interagisce con il movimento di rotazione del piede stesso.

SPP scafoFACILE ANCHE IN RETROFIT
La centralina esegue altresì il check continuo per il corretto funzionamento dell’apparato e può essere interfacciata con il GPS di bordo per il corretto stazionamento dell’imbarcazione. SPP è facilmente installabile sui motori Yanmar Marine a 80hp di potenza. La casa madre ha già avviato la commercializzazione del sistema che è coperto dalla garanzia di due anni. www.yanmaritalia.it

The post Ormeggiare diventa facile come parcheggiare una moto appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

La barca più bella del mondo? Si chiama My Song ed era a Porto Cervo

$
0
0

BLD8091-460x325
“Ma questa e’ la barca a vela più bella del mondo. Peccato che non potrò mai permettermela!”. Questa affermazione l’abbiamo sentita in banchina a Porto Cervo a inizio settembre
. Si riferiva al nuovissimo My Song di 130 piedi (40 metri) alla sua prima uscita, in incognito. Questa superbarca da sogno era ormeggiata vicino al vecchio My Song di soli 84 piedi (25 metri) che, tra l’altro ha vinto la Maxi Yacht Rolex Cup nella categoria Maxi Racing Cruising. A vedere la foto rubata in banchina e il video , oltre alle altre immagini trovate sino ad ora sul web, l’esclamazione origliata in banchina e’ vera. Peccato che pochissimi nel mondo se la possano permettere.

image001-e1468966243553LA FORTUNA DI LORO PIANA
Il fortunato armatore del 40 metri da crociera e da regata (prima uscita ufficiale alle Voiles di Saint Tropez a fine settembre) è Pigi Loro Piana, ex titolare dell’azienda che porta il suo nome chiamato “re del Tasmanian” grazie alla leadership nei tessuti di lana di altissima qualità famosi in tutto il mondo. La Loro Piana è stata venduta  nel 2013 alla multinazionale del lusso LVMH e l’anno successivo è partito il progetto di Pigi Loro Piana. Per la progettazione si è rivolto al binomio che aveva già’ realizzato la sua barca precedente. la peculiarità di questo maxi yacht, come tutte le barche di Pigi, è che vengono utilizzate sia in crociera, sia in regata (vincendo!). Sembra facile abbinare queste due caratteristiche, ma pochi sino ad ora ci sono veramente riusciti. Ed è questo che rende difficile il lavoro di chi l’ha realizzata.

14232402_1314327681911258_7105071642257777911_nSCAFO E COPERTA
Le linee d’acqua sono dello studio californiano Reichel Pugh, tutto il resto è opera della milanese Nauta Design. La costruzione è stata affidata alla finlandese Baltic Yachts. Questa maxi barca vela di 40 metri, la più’ grande mai realizzata da Nauta, è un concentrato di innovazione e di stile. E’ lunga 39,62 e larga 8,52 al baglio massimo, pesa solo (!) 120 tonnellate ed ha una chiglia retraibile che pesa 30 tonnellate passando da un pescaggio minimo di 4,80 m a 7.00 m. La costruzione, sofisticatissima, è in composito con abbondante uso di carbonio. La propulsione è assicurata da un motore Cat 8.7 di 8.700 cc di cilindrata con 6 cilindri in linea, la propulsione ha un sistema retraibile all’interno dello scafo.

Reichel-Pugh-Nauta-130NUMERI DA RECORD
L’imponente piano velico con randa di 530 metri quadrati, genoa da 380 mq e gennaker da 1.300 mq consente prestazioni da brivido, degne di un multiscafo. Sulla carta il nuovo My Song raggiunge in navigazione dislocante i 16.5 nodi di velocità, in planata a vela può raggiungere i 28 nodi. Altri numeri da record: il serbatoio del carburante ha una capacità di 7.000 litri con un’autonomia di oltre 450 ore di navigazione (più di 18 giorni!) e ha 2.400 litri d’acqua a bordo che abbinata al dissalatore rende il My Song, in teoria, una barca che può navigare senza mai fermarsi in un porto.

GIRARE IL MONDO “FACILE”
Da vedere, ve lo possiamo assicurare, è bellissima. Tra le particolarità che abbiamo potuto notare dallo sguardo dalla banchina: l’enorme terrazza poppiera e un trincarino (capo banda)  alto 30 cm e largo altrettanto che funge sia da punto di appoggio quando la barca è sbandata sia da seduta in navigazione o quando l’imbarcazione è ferma. Non siamo stati a bordo della barca ma il progetto, che abbiamo sbirciato, prevede la zona prodiera tutta riservata all’armatore con uno spazio per l’ufficio. Sintomo che nell’idea dell’armatore c’è la voglia di fare lunghe, lunghissime navigazioni. Con una barca così girare il mondo a vela sarà come andare a Milano in bicicletta da casa in ufficio.

The post La barca più bella del mondo? Si chiama My Song ed era a Porto Cervo appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

I motoristi non sanno navigare? Certo che anche i velisti a volte…

$
0
0

alertVi ricordate la lettera di Marco Rende “Cronaca tragicomica di un tranquillo pomeriggio in rada“, nella quale il nostro lettore raccontava con ironia le strane manovre che aveva visto effettuare intorno a sé durante una sosta in rada all’Isola del Giglio? Avete commentato in tantissimi e se è vero che la maggior parte dei vostri commenti sono stati contrari ai motoscafari, qualcuno è uscito dal coro e ci ha decisamente incuriosito.

Ecco cosa ci scrive Giuseppe De Filippis: “Mi ha lasciato l’amaro in bocca leggere la “cronaca tragicomica di un tranquillo pomeriggio in rada”. Premesso che chi le scrive è un anziano buon velista da anni convertito al motore per questioni di lavoro, vorrei esprimerle alcune considerazioni in merito. L’assunto del racconto,  se ho ben capito, è che tutti i velisti sarebbero esperti marinai e i motoristi marinai incoscienti, incapaci ma ricchi. Basterebbe guardare su “you tube” per rendersi conto che gli errori dei diportisti di entrambe le categorie , si equivalgono… Ancor più stupefacente poi il suggerimento di un ulteriore esame da proporre ai motoristi. Un amico olandese ( gente che di mare e di barche se ne intende !) mi spiegava che nel suo paese la patente nautica neppure esiste.” A che serve” mi ha chiesto . “guarda Schettino” mi ha detto “ chissà lui quante patenti ed esami ha fatto. Eppure…” La verità è che a mio avviso se si va per mare , tutti prima o poi sbagliano ( perfino i super professionisti delle regate oceaniche  sono andati a scogli). Certo gli errori possono essere lievi oppure catastrofici: solo chi naviga poco non sbaglia mai. L’importante non è giudicare credendosi migliori, ma semmai aiutare e spiegare cosa deve fare a chi non sa ancora o si trova in difficoltà“.

E ancora, l’utente Velastregata ci ha raccontato di quanto visto dal vivo quest’estate: “anche i velisti non scherzano, oggi per esempio è arrivato in rada alle Cannelle, luogo ancora abbastanza colmo di barche, una vela da regata di 14 metri con dei ragazzi, non avevano ancora tradizionale a prua con catena ma solo quella di rispetto tenuta solo da una cima da 10 in tessile. Poco dopo sono scesi tranquillamente a pranzo. C’era vento e la barca ha cominciato un brandeggio a compasso per trenta metri che ha fatto spostare diverse barche. Ai bambini si insegna prima l’Abc, poi l’inglese, e poi altro, così dovrebbe essere per l’utilizzo del mare, maturando col tempo quell’esperienza di cui comunque qualcuno te ne deve insegnare i rudimenti che umilmente devi acquisire e non solo comprare una giacca e delle scarpe tecniche per diventare il Paul Cayard della situazione“…

E VOI, COSA NE PENSATE?

The post I motoristi non sanno navigare? Certo che anche i velisti a volte… appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

VELA Cup Le Grazie: più di venti barche iscritte. E tu cosa stai aspettando?

$
0
0

TAG Heuer VelafestivalE’ online l’elenco degli iscritti alla TAG Heuer VELA CUP Trofeo Mariperman. Scopri a questo link chi si è già iscritto a questa grande festa della vela di fine  estate e cogli l’occasione per iscriverti anche tu con la tua barca o per cercare un imbarco per partecipare anche se sei da solo.
Schermata 2016-09-14 alle 19.15.57

 

 

 

 

 

Vi ricordiamo anche che la VELA CUP di sabato 24 settembre è uno degli eventi principali del week end del Trofeo Mariperman che si svolgerà a Le Grazie (La Spezia) dal 23 al 25 settembre. E’ una veleggiata aperta a tutte le barche di ogni dimensione e foggia, senza limitazioni d’età, senza burocrazia ne complicazioni tecniche, con classifiche stilate in base alla lunghezza.Tutti possono partecipare. I più rilassati a “vele bianche” – senza spi e gennaker – con una classifica riservata, e gli equipaggi più agguerriti che si vogliono confrontare sfruttando tutte le potenzialità della barca e capacità dell’equipaggio.La VELACup si trasferisce poi, terminata la regata, a terra a le grazie e culmina in una grande festa in banchina con musica e una cena in riva al mare per tutti gli equipaggi.

Tra gli iscritti ci sono barche davvero di ogni tipologia, dal vincente Baciottinho (un Dofour 34) a Beniamina VIII, un bellissimo Grand Soleil 48, dal piccolo Meteor Sesta Galla all’agguerritissimo Rodman 42 Cheyenne, fresco vincitore nella sua categoria della VELA Cup Summer di Porto Rafael. Dal mitico Sweden 36 Fotitieng allo storico dragone Jadera.

ORION-1Insomma ci saranno barche per tutti i gusti, senza dimenticare che sullo stesso campo di regata della VELA Cup ci saranno anche le Vele d’Epoca con una regina del Mediterraneo come Orion, la goletta aurica di 50 metri del 1910, un gioiello unico nel suo genere.
E poi nel campo di regata vicino ci saranno le spettacolari vele latine, che vi faranno dare un salto nel tempo riportandovi nel IX secolo, quando dal mondo arabo è iniziata la loro diffusione in Mediterranneo.
11346405445
E’ questo il bello della VELA CUP le regata per tutti. E quando diciamo per tutti, intendiamo proprio per tutti!

The post VELA Cup Le Grazie: più di venti barche iscritte. E tu cosa stai aspettando? appeared first on Giornale della Vela - notizie di vela - regate - crociera.

Viewing all 3582 articles
Browse latest View live