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L’energia? Creala con il vento. Roberto Minoia ci racconta i segreti del generatore eolico

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Sfruttare il vento per produrre energia elettrica sembrerebbe la cosa più semplice per chi, come noi, è già abituato ad utilizzare l’energia eolica come propulsore. Il vento è la forma di energia più utilizzata fin dai tempi più antichi e, in ultima analisi, se ci pensate bene, è anch’essa un sottoprodotto dell’energia solare. Per trasformare il vento in energia elettrica serve un alternatore (sì, proprio come quello del motore) che viene fatto ruotare da una pala azionata dal vento. Apparentemente molto semplice, no? Di generatori eolici ne esistono molti in commercio, ma non sono tutti uguali. Accanto a modelli da poche centinaia di euro, ne troviamo altri abbondantemente sopra i mille euro. Le differenze ci sono, e non sono poche. Cosa bisogna considerare prima di acquistare un generatore eolico?

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LA POTENZA MASSIMA
Certamente una delle prime caratteristiche che deve essere valutata è la potenza generata. è abbastanza ovvio che un eolico da 100 Watt avrà prestazioni molto diverse rispetto a uno da 400 Watt. Ma la potenza massima non è tutto. Infatti bisogna anche vedere quanti nodi di vento sono necessari per sviluppare quella potenza.

LA VELOCITA’ MINIMA DEL VENTO NECESSARIA PER PRODURRE ENERGIA
Spesso si vedono degli eolici che girano molto velocemente con 8 nodi di vento o anche meno. Non lasciatevi trarre in inganno, perché probabilmente con quell’intensità di vento non stanno affatto producendo energia. Molti generatori eolici hanno bisogno di almeno una decina di nodi di vento per cominciare a produrre qualche decimo di Ampere, e siccome non possiamo sempre contare su venti di 20 nodi e oltre, è molto importante valutare nella scelta quei generatori che cominciano a produrre energia già con venti di intensità inferiore agli 8-10 nodi.
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LA CURVA DI POTENZA
Il grafico che mostra la potenza generata dall’eolico in funzione dell’intensità del vento prende il nome di curva di potenza. è un’informazione molto utile in quanto confrontando le curve di prodotti diversi, preferiremo quelle che si “impennano” più rapidamente rispetto a quelle che salgono molto dolcemente.

LA SILENZIOSITA’ DEL GENERATORE
Vi sarà sicuramente capitato di essere in una bellissima rada, di sera, e sentire il fischio noiosissimo dell’eolico della barca distante da voi qualche decina di metri. Se quel sibilo dà fastidio a voi che siete discretamente lontani, figuratevi a quei poveretti degli occupanti che si trovano a non più di 3-4 metri di distanza dalle pale. La silenziosità è un elemento quindi da non trascurare. Oggi esistono ottimi prodotti, con pale in carbonio progettate nella galleria del vento, che riescono a mantenere il rumore entro limiti accettabilissimi. Durante la traversata atlantica del novembre scorso, la nostra barca era equipaggiata con uno di questi generatori silenziosi e devo dire che anche con venti superiori ai 25-30 nodi il rumore era praticamente inavvertibile. Se state pensando di acquistare un generatore eolico, prima di tutto prendete in considerazione dove navigate di solito. Se navigate in agosto nel golfo di Genova, probabilmente farete meglio a lasciar perdere e ad installare invece dei pannelli solari efficienti. Se invece pensate di fare l’Egeo, allora un eolico vi potrà dare grandi soddisfazioni nella gestione dell’energia a bordo. Provare per credere.

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Settembre in barca? Ecco le baie segrete di chi vive il mare a 360°

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grugnolaA 8 anni era già su un 470 in Atlantico, a 23 sul Rolly Go di Falck intorno al globo. Ha navigato con e contro i grandissimi. Assieme alla vela, ha sempre coltivato un’altra passione, quella per il kayak, con cui ha percorso migliaia di miglia dentro e fuori dal Mediterraneo. Guido Grugnola ha saputo vivere il mare in ogni suo aspetto (trovate la sua storia completa nel numero di settembre del Giornale della Vela in edicola e in digitale). Poiché ha esplorato i mari in lungo e in largo, accedendo a luoghi incredibili, è la persona giusta per indicarci le sue baie preferite dove gettare l’ancora. 

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Tonnara di MONTE COFANO (TP).
Siamo in Sicilia, nel trapanese: “Una tonnara abbandonata. L’atmosfera di un posto tranquillo e assolato che anticamente radunava lavoratori, marinai, animali e che ora è rimasto senza voci. Irreale”.

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Spiaggia di MONTE FICO (OT).
La spiaggia di Montefico, un vero e proprio paradiso naturale incontaminato, caratterizzato da acque cristallo, si trova a Caprera, nell’arcipelago della Maddalena. Una meta obbligata se siete in Sardegna!

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GARGANO, spiaggia tra manfredonia e pugnochiuso (FG).
“Ho imparato ad amare le scogliere inaccessibili da terra frequentate dalla fauna perché mantengono suoni e profumi dal carattere selvaggio”. Tappa cult in Puglia

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CALANQUES, cassis (FRA).
“Tra le scogliere più maestose del Mediterraneo ci sono senza dubbio i Calanques di Cassis. Navigarci d’inverno, quando nel Golfo del Leone soffia il celebre Mistral, ci ricorda la potenza (a volte sottovalutata) del mare Nostrum”.

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ISOLE TREMITI (FG).
“Le Isole Tremiti mi hanno sempre dato l’impressione di sassi gettati nell’Adriatico che l’erosione ha trasformato in un litorale scolpito e traforato in mille grotte, archi e baie segrete”. Da esplorare sia in barca che in Kayak.

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LAND’S END, CORNOVAGLIA (UK).
“C’è una spiaggia (in una grotta tra Carn Boel e Mill Bay) di sabbia gialla finissima, sotto lo strapiombo di una scogliera basaltica proprio sull’estremità della Cornovaglia a sud di Sennen Cove. Qui il tempo sembra essersi fermato”.

KAYAK + BARCA E ARRIVI OVUNQUE
Guido Grugnola ha fondato Tuilik, con cui organizza (da settembre a giugno, per evitare la calca turistica) corsi base, avanzati, safety & rescue, navigation & piloting ed esplorazioni (Tremiti, Isola del Giglio, Calanques, ecc) in kayak. Si parte dal corso “Discovery” per neofiti, che dura una giornata nella quale vi verranno insegnate le nozioni di base (costo: 90 euro). Una buona idea se volete accedere a baie irraggiungibili in barca a vela e Aree Marine Protette. www.tuilik.com

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TOP FIVE. Cinque derive imperdibili da 2 a 5 metri

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Siete alla ricerca di una deriva per poter navigare sempre? Vi diamo una mano: ecco cinque modelli da 2,75 a 5 metri, capaci di accontentare qualunque passione.

Bic Sport/O’PEN BIC
OB2013-IMG_1537-HRUno scafo leggero, maneggevole e sicuro, lungo 2,75 metri, dalla prua pronunciata e dall’ampia poppa, tutte caratteristiche votate al divertimento e alla velocità. Una deriva planante per ragazzi che sognano velocità maggiori di quelle raggiungibili dall’Optimist.
Ha i bordi bassi, ma la poppa aperta, che ricorda gli skiff e impedisce all’acqua di accumularsi in pozzetto in caso di scuffia, garantendo maggiore sicurezza.
Ma non solo. L’O’Pen Bic si sta confermano una delle classi più in crescita del panorama mondiale.
Colpo di fulmine: Il piano velico formato da una vela steccata inferita nell’albero con una guaina simile a quella utilizzata per i windsurf. Dati: lung. 2,75 m; larg. 1,14 m; sup. vel. 4,5 mq.

RS Boat/AERO
DSC_3721Super leggero, ma non solo. Il nuovo RS Aero presenta albero e boma in carbonio, resina epossidica e parti di carbonio per lo scafo, tre diverse configurazioni di armo, oltre a un elevato rapporto superficie velica/peso. è veloce, divertente, maneggevole e ha un prezzo davvero interessante.
Una barca che ha come obiettivo quello di imporsi in un mercato difficile come quello delle derive veloci, e lo fa puntando, tra le altre cose, sulla sua leggerezza e facilità di spostamento, che lo rende comodo anche da armare e disarmare. Diversi i piani velici, con il maggiore che raggiunge gli 8,9 metri quadri. Colpo di fulmine: Albero e boma in carbonio. Dati: lung. 4 m; larg. 1,4 m; sup. vel. da 5,2 a 8,9 mq.

Bimare/ S9 
Bimare S9Il progetto del catamarano S9 è di Michele Petrucci che ha dato vita a un multiscafo con i foil, dalll’alto contenuto tecnologico e che assicura grandi performance in acqua. Un catamarano in singolo di 14 piedi costruito dal cantiere Bimare, famoso per la sua produzione di Classe A. La randa in Mylar di 11,5 mq è facilmente governabile come a bordo di un comune catamarano, e dai primi test la barca risulta stabile ed equilibrata sul timone.
I foil a T regolano in automatico la loro inclinazione sull’acqua, ma l’S9 può essere portato anche come un qualsiasi catamarano. Facile da mettere in acqua e da trasportare sul tetto di un’automobile grazie al peso di soli 78 kg, l’S9 ha anche un prezzo interessante: 17.500 euro.
Colpo di fulmine: I foil che si regolano in automatico. Dati: lung. 4,16 m; larg. 2,36 m; sup. vel. 11,5 mq.

Melges/MELGES 14
Schermata-2015-01-19-a-12.22.26Costruito da Melges e disegnato da Reichel / Pugh, il Melges 14, lungo 4,267 metri (e largo 1,584) ha un peso di 54 chili e mezzo. La randa, armata su albero e boma in carbonio, può essere di 9,1 o 7,8 metri quadri a seconda della configurazione scelta (mid-range, meno impegnativa, o full range, con maggiore superficie velica).
La deriva è caratterizzata da un pozzetto ampio (in modo tale da ridurre il rollio) e aperto a poppa. Prevede tre regolazioni: vang, cunningham e base della randa rimandata di fianco alla seduta del timoniere, oltre alla scotta della randa dotata di archetto di poppa.
Colpo di fulmine: Albero e boma in carbonio. Dati: lung. 4,2 m; larg. 1,5 m; sup. vel. da 7,8 a 9,1 mq.

C.N. Adriatico/ TRIDENTE 16
IMG_3134Barca alla quale non manca certamente lo spazio, particolarmente indicata per le scuole vela o per la famiglia. Scafo ideale per i neofiti, perché consente di navigare a vela in tutta sicurezza. Le sue linee d’acqua permettono di raggiungere buone prestazioni, grazie anche alla randa maggiorata che viene fornita come optional.
Particolarmente robusta, questa deriva è dotata di pozzetto autosvuotante con sedute ergonomiche e di un ampio gavone a tenuta stagna, inoltre è presente un gavone per l’ancora ideato per piacevoli gite in giornata. La vasta gamma di accessori a richiesta, fanno del Tridente 16 un piccolo yacht da spiaggia. Colpo di fulmine: Il gavone per l’ancora a misura di deriva. Dati: lung. 5 m; larg. 1,92 m; sup. vel. da 16 mq.

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Salone di Cannes 2016: inizia il nostro viaggio tra le barche sulla Croisette

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cannesTutto pronto per il primo grande appuntamento nautico della stagione, il salone di Cannes, in scena dal 6 al’11 settembre. Nei prossimi giorni vi racconteremo le chicche e vi faremo vedere le grandi novità della kermesse francese. Intanto gustatevi questa panoramica!

Oceanis Yacht 62

Oceanis Yacht 62

Partiamo, come d’abitudine per dovere di ospitalità, dai cantieri francesi: Beneteau lancia a Cannes diverse novità (Oceanis Yacht 62, Sense 57, Oceanis 38.1)  confermando la volontà di puntare forte sulla vela, Allures porta in banchina il suo 52 piedi, mentre Wauquiez punta alle lunghe navigazioni con il 58 Pilot Saloon. Jeanneau dal canto suo si presenta con una flotta nutrita, dove spicca il nuovissimo 51 piedi, disegnato da Philippe Briand. Non potevano mancare l’Allures 52 e la prima mondiale del nuovo Code 2 firmato Black Pepper.

Jeanneau 51

Jeanneau 51

Dufour continua nel suo percorso di innovazione della gamma con i due 412 e 512 Grand Large, firmati dall’immancabile penna di Umberto Felci, in attesa dell’Exclusive 63, che avremo modo di vedere a Dusseldorf tra pochi mesi. C’è poi molta curiosità per il Tava’E 535 del cantiere Metal Composite, costruito in alluminio con un design spaziale: una barca che, col suo design futuristico, farà sicuramente discutere.

allures 52

Allures 52

Il salone di Cannes è poi l’occasione di altre prime ufficiali, come per il 745 di Oyster Yachts. Il cantiere turco Sirena Marine lancia nella mischia ben due novità, il suo Azuree 41 e l’Euphoria 68, che arricchisce la gamma firmata German Frers. Il tedesco Dehler, dal canto suo, ha invece scelto il salone transalpino per l’esordio di un modello attesissimo, il 34 piedi che vuole riportare in auge (almeno come misura) una delle barche di maggior successo della sua storia. Sempre dalla Germania, ma parliamo questa volta di Hanse, ecco il grande 675, la nuova ammiraglia, che si inserisce nel combattuto segmento dei “giganti di serie”.

Ancora più gigante (è lungo ben 31,78 metri) è il Southern Wind 102, che non è però la barca più grande presente al salone, superato dall’italiana Perini Dahlak (38,15 m). Arriva invece dalla Finlandia lo Swan 54, un modello che colpisce per linee che riportano la memoria a scafi di un tempo.

Grand Soleil 58

Grand Soleil 58

ITALIANI ALLA RISCOSSA
Chi ha deciso quest’anno di puntare forte sul Salone di Cannes sono i produttori di casa nostra, tra novità e conferme. Tra le prime ecco il Grand Soleil 58, che abbiamo avuto modo di provare in anteprima e che si è aggiudicato la sua classe alla VELA Cup Summer Trofeo Formenton due settimane fa. Esordio anche per Mylius, che porta in banchina il 76 DS, la sua ammiraglia. Quattro i Solaris presenti, tra cui il 47 e il 58. Advanced avrà invece in acqua l’A44 e l’A80 e si appresta ad annunciare i nuovi progetti A44s, A62 e A100.

I MULTISCAFI SONO SEMPRE DI PIU’
Non c’è, in nessun settore del mondo della vela, un segmento che ha conosciuto in questi anni una crescita e un’evoluzione pari a quella dei multiscafi, che infatti sulle banchine di Cannes saranno quasi quaranta, un numero record per qualunque salone al mondo.

Bali 4.5

Bali 4.5

Nautitech ne approfitta per lanciare la versione Fly del suo 46 piedi, che tanto successo sta riscuotendo fin da quando era solo un progetto. Scende in acqua praticamente al completo la gamma Bali di Catana, a conferma della bontà di una scelta stilistica che inizialmente aveva destato qualche perplessità trai puristi e che invece si è confermata vincente. Colpirà sicuramente chi cerca un modello dalle linee aggressive l’HH66, che segna l’esordio del cinese Hudson Yacht sulla Croisette (almeno con la barca in acqua…).

Lagoon si presenta al gran completo, con la sua nuova ammiraglia, annunciata oltre un anno fa, il Seventy 7. Fountaine Pajot ha in pontile tutta la gamma (esordio in patria per il Lucia 40), aspettando la novità 2017, il New 47. Infine, curiosità per il Wave 58, un modello polacco che scopriremo per la primissima volta proprio a Cannes.

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Contrordine, l’Italia vince un oro alle Olimpiadi della vela. Ma per la Croazia

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IMG_3191“Il budget che avevo a disposizione per vincere l’oro olimpico nei 470? Centotrentacinquemila euro all’anno (135.000!) arrivati dai 45.000 dallo sponsor D Marine (pool di marine mediterranee), 90.000 euro dal circolo dei ragazzi e dalla Federazione croata”.

 COACH D’ORO
E’ l’allenatore italiano Andrea Mannini, l’uomo che ha fatto vincere alla Croazia la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016 nella classe 470 (con Sime Fantela e Igor Marenic) che ci racconta come una Federazione che in pratica non esiste, “un piccolo ufficio con due persone”, è riuscito nell’impresa mentre la potente federazione italiana ha per l’ennesima volta raggiunto l’obiettivo dei “zero tituli”. Per la cronaca, la Croazia ha preso anche un’altra medaglia, quella d’argento nella classe Laser maschile (con Tonci Stipanovic).

IMG_3185METODO VINCENTE
Così siamo andati a trovare Mannini nella sua tana, alla veleria Zaoli a Marina degli Aregai, a pochi chilometri da Sanremo, la sua città d’origine. Ambiente informale, oggi (2 settembre) ci sono dei ragazzi francesi e romani che sono lì per farsi consigliare da Mannini ed effettuare dei test sui nuovi alberi in carbonio di cui (forse) la federazione mondiale (World Sailing capitanata dall’attuale presidente della federazione vela italiana Carlo Croce) forse ammetterà l’uso, sino ad ora, anacronisticamente, vietato. Il metodo di Mannini è vincente. Non lo dimostra solo questa vittoria: anche alle precedenti Olimpiadi di Londra 2012 aveva portato gli argentini a vincere la medaglia di bronzo.

The Rio 2016 Olympic Sailing CompetitionLA NOSTRA INTERVISTA
E allora Andrea, raccontaci come siete riusciti a portare a casa con i tuoi ragazzi l’oro olimpico. C’è un segreto?
“Nessun segreto, tanto lavoro, metodo, passione. Dal 2013 siamo stati in acqua per 200 giorni l’anno. Ogni sacrosanto giorno briefing, prove continue di velocità e di riproduzione delle condizioni di regata. Un esempio banale. Al timoniere insegnavo a stare girato verso poppa, perché in regata si naviga così, soprattutto a Rio, dove i lati sono di 0,4 miglia. Avrebbe dovuto abituarsi a questa postura. E poi, abbiamo costruito un team di 10 nazioni che ha lavorato insieme per tre anni”.

Fermati, avete lavorato per anni condividendo informazioni con i vostri avversari?
“Certo, la veleria Zaoli, di cui sono sail designer, ha messo a disposizione spazi, personale, supporto a mare e a terra ai ragazzi del 470 di Brasile, Israele, Turchia, Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, Giappone…avremo fatto, soprattutto mesi invernali 18/20 stage di allenamento comuni di 10 giorni alla volta. In quei momenti abbiamo condiviso informazioni, regolazioni. Abbiamo modificato vele, cambiato assetti alla ricerca della massima velocità. Il grosso vantaggio è stato che quasi tutti usavano tutto o in parte il set di vele Zaoli, il 35% alle Olimpiadi usava le nostre vele”.

Ma gli Italiani non c’erano?
“No, li abbiamo visti una volta sola. Loro si allenavano da soli a Cagliari”.

Ma la squadra dei 470 croata da quanti elementi era composta?
“Il sottoscritto e il papà di Fantela, che era stato il loro primo allenatore. Abbiamo condiviso un fisioterapista con quelli del 49er e alle Olimpiadi avevamo un Rule Advisor per tutta la squadra destinato anche alle proteste”.

Basta?
“Dimenticavo i due ragazzi, Sime Fantela e Igor Marenic”.

Quante barche avete usato?
“Due, gli altri almeno 5. Quando andavamo in Brasile usavamo la barca di riserva degli amici brasiliani. Per scambio di reciprocità, dormivamo a casa dei loro genitori a Rio dove siamo stati 12 volte nel corso degli ultimi 3 anni. Il nostro pratico locale, per conoscere la baia di Guanabara che è molto insidiosa…abbiamo carpito le informazioni dal padre di uno dei ragazzi carioca”.

Ma per quel che riguarda le vele?
“Non abbiamo lesinato, ovviamente grazie alla veleria Zaoli. Undici spi test e tante rande e fiocchi, praticamente nuove ad ogni regata. Ogni volta andavamo più veloci, condividendo con gli altri team i miglioramenti”.

Ma a un certo momento, ognuno per la sua strada?
“Si, da aprile 2016, in pratica abbiamo smesso di condividere la preparazione”.

Nessun esperto di psicologia?
“I ragazzi hanno fatto alcune sedute con un mental coach che proveniva dal mondo del basket. Lui mi ha dato alla fine informazioni sul carattere dei ragazzi”.

Usciamo con Andrea dalla veleria, lo aspettano i ragazzi romani e francesi per provare i 470 con l’albero in carbonio. Pendono dalle sue labbra, lui sorride e li porta a mangiare un piatto di pansoti liguri. Poi, si esce in mare, si farà sul serio. Velocità e pressione sui ragazzi. La burocrazia e le polemiche sono lontane. Anche se siamo in Italia.

Luca Oriani

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Trofeo Gorla, la cronaca dal nostro inviato

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_MG_2748 la partenzaContrariamente alla tradizione che vuole il trofeo Gorla una regata ventosa, quest’oggi Eolo ha fatto i capricci e si è andato a riposare dietro alle nuvole del Monte Baldo. Una partenza senza particolari emozioni e con una bavetta di Pélèr (il vento termico da nord) ha visto le oltre 120 imbarcazioni presenti lanciarsi subito sulla sponda veronese dove era previsto l’arrivo anticipato dell’òra (la termica da sud).

_MG_642 preparativiA farla da padroni sin dal primo momento i multiscafi catamarani sino a 40’ che hanno distaccato la flotta in un battibaleno. L’unico a rincorrere i cat, il classe libera Clandesteam, 15 persone d’equipaggio delle quali ben 13 appese ai trapezi sulle terrazze.

Per il protagonista di tante Centomiglia, questa volta non c’è stato nulla da fare: il 50° trofeo Gorla, la mezza Centomiglia che da qualche anno riscuote sempre più successo e ha raggiunto e superato la Centomiglia nel numero di presenze, ha visto come protagonisti incontrastati i catamarani.

_MG_2759 nuovo code 0 di one sailsVelocissimi, tecnici, spettacolari con velocità che hanno superato i venti nodi con un vento reale che non ha mai superato i 15/16. Purtroppo anche l’ora, che è arrivata pure in anticipo sull’orario classico, era molto leggera e nel pomeriggio è calata completamente lasciando i piccoli scafi a mollo immobili in centro lago.

_MG_2836 ufo 22 camillaSpesso stravolgendo le classifiche come è capitato ad esempio all’ufo 22 ITA 056 CAMILLA che dopo essere stato in testa per gran parte della regata si è visto sfilare, nella bonaccia, ben tre avversari che lo hanno relegato ai piedi del podio.

Testo ed immagini di Adriano Gatta

LA CLASSIFICA IN TEMPO REALE

LE CLASSIFICHE ORC

LA CLASSIFICA “CINQUANTAMIGLIA”

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Facile e divertente partecipare alla TAG Heuer VELA Cup Trofeo Mariperman, con o senza barca.

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regataPartecipare  alla TAG Heuer VELA Cup Trofeo Mariperman sabato 24 settembre a Le Grazie (La Spezia) è semplice e veloce. Anche se non avete alcuna esperienza agonistica. Basta avere una barca a vela dai sette metri in su. E se la barca non ce l’avete, ci pensiamo noi a trovarvene una sulla quale regatare.
fotot_pag100_3Lo spirito di questa regata/veleggiata è passare una giornata di vela insieme a tante altre barche. Una festa della vela per tutti. E non è un luogo comune.

Basta dichiarare la lunghezza fuoritutto della barca per essere inseriti in una delle categorie, definite in base alla lunghezza. Poi è sufficiente scegliere se si vuole veleggiare a vele bianche (classe crociera) e cioè con randa e genoa, oppure si vuole usare anche spi/gennaker (classe regata). E poi il primo che taglia il traguardo di ogni classe, vince.
E se la barca non ce l’hai basta cercare un imbarco per partecipare alla TAG Heuer VELA Cup Trofeo Mariperman di Le Grazie. Abbiamo deciso di creare un network fra voi appassionati per darvi la possibilità di trovare un imbarco se non siete armatori di una barca, o se invece lo siete ma vi mancano persone per completare il vostro equipaggio da regata o se più semplicemente avete voglia di condividere la vostra imbarcazione con altri appassionati, per il piacere di conoscere nuove persone, potete con facilità cercare qualcuno per completare la vostra crew seguendo questo link.
Compilando il form che trovate a questa pagina, con i vostri dati, le caratteristiche e le esperienze come velista/marinaio, il vostro annuncio e la vostra mail saranno pubblicati e potrete scegliere o essere scelti per partecipare alla più grande festa del Mediterraneo.

Ma la barca potete anche noleggiarla tra i tanti operatori charter che operano nella zona tra Liguria e Toscana, anche perché ci sarà un premio dedicato alla prima barca charter che taglierà il traguardo durante la veleggiata di sabato 24 settembre. Fatevi un giro sul nostro comparatore online per trovare l’offerta giusta che fa per voi il week end del 23-25 settembre. Oppure potete consultare il sito di GlobeSailor, o quelli di Mondovela e HorcaMyseria.

 

ISCRIVITI SUBITO ALLA VELA CUP TROFEO MARIPERMAN

SCARICA IL BANDO PROVVISORIOAVVISO DI VELEGGIATA PROVVISORIO VELACUP – XXIX TORFEO MARIPERMAN – 24 SETTEMBRE 2016 LE GRAZIE

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Il dio delle onde contro l’uomo che “sentiva” il vento. Pronti a votare?

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30 leggendeSaranno “il dio delle onde” e “l’uomo che sentiva il vento” i protagonisti della grande finale. Eric Tabarly contro Agostino Straulino, sono loro i finalisti de “Le 30 leggende della Vela”. Li avete votati nel nostro sondaggio e nelle semifinali hanno battuto, seppur di poco, Bernard Moitessier (Tabarly) e Francis Joyon (Straulino). E adesso arriviamo al momento epico: il vincitore, tra loro due, sarà il velista più grande della storia, almeno secondo voi.

Si voterà a partire da domani alle 13, fino al 12 settembre, in calce il regolamento completo e i premi. Scaldate i mouse!

LE STORIE DEI FINALISTI

Ape_straulino1. AGOSTINO STRAULINO
L’uomo che “sentiva il vento”
Un oro e un argento olimpico Star, quattro titoli mondiali, dieci europei. Il palmares di Agostino Straulino (nato a Lussinpiccolo nel 1914) fa paura.

Schermata 2016-07-29 a 14.50.09L’incredibile sfilza di titoli europei conquistati consecutivamente (otto, dal 1949 al 1956, in coppia con Nico Rode) i mondiali e l’oro olimpico assumono un valore ancora maggiore se si pensa che Agostino aveva grossi problemi alla vista a seguito di un incidente durante un’operazione di sminamento in porto. Ma a lui bastava “sentire” il vento.

Nel 1961 è comandante del Corsaro II e partecipa alla Transpacifica, chiudendo quarto. Celebre la sua uscita a vela dal porto di Taranto quando, nel 1965, era comandante dell’Amerigo Vespucci. Nel 1973 vince la Giraglia e la One Ton Cup in Costa Smeralda al timone di Ydra. Muore nel 2004.

Perché: Straulino è universalmente considerato il più grande velista italiano, un uomo dal talento incredibile.

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2. ERIC TABARLY

Colui che guardava avanti (e lasciava tutti indietro)
Tabarly, nato a Nantes, in Bretagna, nel ’31 e scomparso fra le onde dell’oceano al largo delle coste del Galles nel 1998 mentre era bordo del Pen Duick, la sua barca di famiglia, è considerato dai francesi il più grande velista di sempre. Elencare le sue imprese non è facile, nel 1964 a bordo del Pen Duick II vince la Ostar.

03_TARBARLYTre anni più tardi vince, a bordo del Pen Duick III (innovativa goletta in alluminio) tutte le regate a cui partecipa, incluse Fastnet e Sydney-Hobart. Nel ’68 si lancia sui trimarani, ma l’avventura a bordo del Pen Duick IV si infrange contro un cargo fuori rotta. Con il Pen Duick V vince la transpacifica in solitario da San Francisco a Tokyo. Nel ’76 il Pen Duick VI conquista la Transat per la seconda volta. Nel ’97 a bordo di un Open 60, Aquitaine Innovation, vince la Transat Jaques Vabre.

Perché: Tabarly è stato il “Miles Davis” della vela. Sempre avanti agli altri, sia dal punto di vista agonistico che tecnologico. Un mito.

SCOPRI TUTTE E 30 LE LEGGENDE DELLA VELA

COME FUNZIONANO LE VOTAZIONI E COSA SI VINCE
Vediamo nel dettaglio come si articola la sfida:
• FASE ELIMINATORIA (VOTO MULTIPLO – CONCLUSA) – DA 30 a 4 CANDIDATI
– 30 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dall’1 al 31 agosto. Potrete assegnare la vostra preferenza a diversi candidati.
– Passano il turno i 4 candidati più votati
• SEMIFINALI (VOTO SINGOLO) – DA 4 A 2 CANDIDATI
– 4 CANDIDATI da votare online dall’1 al 5 settembre. Si tratterà di due semifinali in stile tennistico, dove verranno messi uno contro l’altro due candidati (il primo e il quarto, il secondo e il terzo più votati nella fase eliminatoria). Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a uno dei candidati in ognuna delle due semifinali
– Passano il turno 2 candidati vincitori delle semifinali
• FINALE (VOTO SINGOLO)
– I 2 CANDIDATI FINALISTI da votare online dal 6 al 12 settembre. Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a un candidato. Il più votato sarà il più grande velista della storia secondo voi!
• VINCI L’ABBONAMENTO AL GDV PIU’ LUNGO DELLA STORIA!
Tra tutti coloro che, tra l’1 agosto e il 12 settembre, invieranno una mail all’indirizzospeciali@panamaeditore.it con la motivazione che li ha spinti a votare per un candidato, verrà estratto un abbonamento trentennale al Giornale della Vela!

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Idee controcorrente sull’uso e la manutenzione di un Grand Soleil 46 del 1987

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FOTO GIORNALE DELLA VELA

Il suo viaggio in un fotoromanzo Lele Panzeri è anche un famoso creativo del mondo della pubblicità. In questo articolo l’interpretazione “creativa” del suo lungo viaggio con Carletto Primo.

Carletto Primo è un Grand Soleil 46 del Cantiere Del Pardo, disegnato da Jezequel e varato nel 1987. L’ho comprata dall’ingegner Morriconi nel 1999. Dopo sedici anni di scorribande in lungo e in largo nel Mediterraneo, dopo una infinita ed inevitabile serie di piccoli e grandi guasti, di rotture, di idee sbagliate, di errori, di geniali intuizioni e modifiche poi abbandonate, non ho ancora visto in giro per i mari una barca più sexy della mia. Siamo stati dappertutto sulla costa italiana, nelle isole maggiori e minori, in Francia, in Spagna, in Tunisia, in Grecia e poi di nuovo… Baleari, Egadi, Eolie… migliaia di miglia.

Schermata 2016-09-05 alle 13.11.51Quindi dicevamo… 12 tonnellate, 14 metri, bassa sull’acqua, con un piano di coperta e una attrezzatura generosissima, che rimane un po’ sonnolenta con vento leggero (son bravi tutti a fare i fenomeni con 15 nodi d’aria) ma che poi, appena rinfresca, con qualunque vento e andatura, si esalta e sprigiona tutta la sua potenza, che sa alzare la chiappa con leggerezza davanti al frangente sopraggiungente e che non affonda il naso in quello che ti ha appena superato, che fa dei baffi di schiuma meravigliosi, che sale sul mare in prua con grazia e che, contemporaneamente, se c’è da sfondare un’onda con tutta la sua inerzia non si tira indietro, che di bolina strettissima si appoggia sulla falchetta in maniera stabile e costante, che sa assorbire le raffiche violente con condiscendenza, che viaggia bene con tutte le vele fuori ma anche con velatura ridottissima, che più passano gli anni e più sembra ringiovanire, che ha un linguaggio tutto suo che ormai capisco alla perfezione di scricchiolii e piccoli gemiti d’amore… Questo è il Grand Soleil di Jezequel, lo “spaghetti Swan”, la mia adorata barca.

Schermata 2016-09-05 alle 13.16.37

Poi, l’anno scorso, la grande idea: il giro del mondo fatto con calma, a pezzetti, coi miei cari, con gli amici che hanno voglia di navigare con me e… eccomi qui. Sono partito a fine luglio 2015 da Cala Galera e oggi, dopo un anno di navigazione intermittente, Carletto Primo è all’ormeggio al Marina Casa de Campo nella Repubblica Dominicana, il marina più bello e organizzato che ho visto in vita mia, affidato alle amorevoli cure del locale cantiere IBC, di proprietà italiana. Gente serissima efficiente e gentile. Circa 5.700 miglia. Mica male per un vecchietto di trent’anni e per un altro di sessantasei. E’ stato un anno fantastico, entusiasmante. Sono un pensionato con poco più della minima ma, chissà come mai, oggi mi sento ricchissimo. La mia barca è … “la barca migliore del mondo” semplicemente perché è la mia barca. Lo stesso principio che vale per i figli, per gli amori e per gli amici. Il verbo “amare” contiene principalmente il sostantivo “mare”. Sarà un caso?

Schermata 2016-09-05 alle 13.16.45

COSA HO MIGLIORATO E MODIFICATO
Eliminare la coperta in teak, mettere un superbimini, zattera a poppa, cambiare nome, via lo spi…
1. In barca le porte non servono a nulla. Pesano, schiacciano le dita e tagliano l’aria. Le ho allegramente sbarcate sostituendole con altrettante tende di cotone blu. Barca più leggera, dita che non si schiacciano, aria che circola liberamente. Naturalmente quelle dei bagni le ho tenute.
2. La spalliera del divano che contiene il motore è un’idea sbagliata. L’ho levata, rifatto l’imbottitura e la copertura del divano ed ora, col tavolo abbassato ho a disposizione un vasto talamo mille-usi che abbiamo chiamato spiritosamente “orgy-bed”. Fantastico.
3. La coperta in legno è pesante, arroventa la barca, è difficile da tenere pulita eccetera. Appena il legno ha cominciato a denunciare qualche debolezza l’ho tolta, sostituita da una sobria ma elegante vernice mista a sabbia. Qualche centinaio di chili se ne sono andati.
4. Le vele di poppa, al giorno d’oggi, sono diverse da quelle di ieri. Ho regalato il mio spi a un amico che ha prontamente ricambiato regalandomi un meraviglioso gennaker candido.
5. Ho cercato un bompresso per murare il genny. Il costo più basso che ho trovato era circa 1.600 euro più l’installazione. Nelle banche ormai mi avevano schedato per cui sono andato in una fabbrica di tubi d’acciaio vicino a casa mia e ho comprato uno spezzone di tubo (il migliore del mondo) per la cifra di 46 euro. Poi ho comprato tre cinghie a cricchetto in un autoricambi e ho installato con le mie manine un bompresso di una solidità ed efficienza straordinarie. E’ brutto da vedere, lo so, ma allora non guardatelo. A me piace.
6. Il sole, in luglio e agosto, è impietoso. Ho installato quindi un generoso bimini a poppa e ho concepito un tendalino perfetto, senza cimette sulle draglie, che copre tutto il centro barca e che, in caso di vento troppo forte, si sgancia con facilità e si impacchetta automaticamente sul bimini.
7.Ho installato un generatore eolico, ce l’avevo già.
8. Ho installato un pannellino solare sopra il bimini.
9.Ho deciso, come fanno i francesi che la sanno lunga, che avrei per sempre ormeggiato di prua, usando il solido bompresso come aiuto alla salita e alla discesa.
10.Ho messo la zattera di salvataggio sulla plancetta di poppa che in caso di bisogno è il posto più adatto all’espulsione.
11.Ho ribattezzato la barca BIRBONE e poi CARLETTO PRIMO fottendomene dei pregiudizi scaramantici. Ah no… dimenticavo. Ho dovuto cambiare il motore.

ERRORI CHE HO COMMESSO NEGLI ANNI
Cazzate come le vele di tessuto troppo leggero, cambiare il piano di coperta, comprare un monitor 12 v
1.Ho fatto fare una randa steccata con carrelli un po’ troppo leggera (cazzata). Mi era venuta l’ansia da prestazione (della barca).
2.Ho riportato tutte le drizze in pozzetto (grande cazzata). Dovevo lasciare il piano di coperta originale con la drizza della randa all’albero.
3.Per più di dieci anni ho cercato una via d’acqua dalla coperta che mi faceva trovare, periodicamente, le sentine piene di acqua dolce. Poi improvvisamente ho capito che quando riempivo i serbatoi dell’acqua in marina, lasciavo il tubo nel bocchettone e facevo altro. C’era qualcosa nel “troppopieno” del serbatoio che non funzionava e mi mandava acqua dentro. Poco male, così le sentine si lavavano un po’ (piccola cazzata).
4.Ho scaricato il tangone dato che avevo il gennaker (cazzata). Il tangone serve moltissimo col genova di poppa piena e anche per sedercisi sopra a prua al tramonto col mezzo toscano in bocca (cazzata veniale).
5.Ho comprato una stufetta elettrica da 2000 watt (cazzata). Comprati un bel sacco a pelo polare che spendi meno.
6.Ho comprato un monitor con DVD 12 volt e non l’ho mai usato. Quando l’ho voluto usare si è immediatamente fulminato (cazzatona).
7.Ho risparmiato sull’acquisto del tender e del relativo motore (super-cazzata).
8.Ho lasciato a riva il gennaker con più di 25 nodi. Sembrava andasse tutto bene, filavamo come razzi ma poi, improvvisamente, si è disintegrato in una frazione di secondo (mega cazzata).
9.Non avevo con me un gennaker pesante (super-cazzata). Cosa te ne frega di fare 0,1 nodi in più se quello leggero poi si rompe (vedi sopra).

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Straulino-Tabarly, che la sfida abbia inizio. Votate il più grande velista della storia!

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30 leggendeCi siamo. E’ il momento di scegliere chi, per voi, è il velista più grande della storia. Sono rimasti loro due, immensi. Agostino Straulino, l’uomo che “sentiva” il vento, il più grande velista olimpico italiano e un grandissimo marinaio, contro Eric Tabarly, il “dio delle onde”, colui che ha fatto conoscere la vela ai francesi, sempre un passo avanti agli altri in termini di tecnologia. Sono questi i due mostri sacri protagonisti della finale del nostro sondaggio su chi sia il mito tra i miti. Li avete scelti voi e ora vi chiediamo nuovamente di votare, per decretare il più grande. Anche in redazione (come potete leggere sul numero di Settembre in edicola) ci siamo ritrovati con gli stessi nomi in finale. E con lo stesso “mal di pancia” per aver dovuto per forza votare uno invece che l’altro. Vediamo se sarete d’accordo con la nostra scelta (che non vi diciamo, almeno qui, per non influenzarvi), avete tempo fino alle ore 12 del 12 settembre.

RIPERCORRIAMO L’ITER
Siamo partiti con 30 nomi (e già lì, sceglierli è stata una battaglia in redazione!) che vi abbiamo fatto votare. I migliori quattro hanno preso parte alle “semifinali” (Straulino-Joyon, Tabarly-Moitessier) e ora i vincitori di quest’ultime si incontrano nella sfida delle sfide. In calce trovate il regolamento e il superpremio in palio per chi vota…

BANDO ALLE CIANCE, TOCCA A VOI!

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LE STORIE DEI FINALISTI

Ape_straulino1. AGOSTINO STRAULINO
L’uomo che “sentiva il vento”
Un oro e un argento olimpico Star, quattro titoli mondiali, dieci europei. Il palmares di Agostino Straulino (nato a Lussinpiccolo nel 1914) fa paura.

Schermata 2016-07-29 a 14.50.09L’incredibile sfilza di titoli europei conquistati consecutivamente (otto, dal 1949 al 1956, in coppia con Nico Rode) i mondiali e l’oro olimpico assumono un valore ancora maggiore se si pensa che Agostino aveva grossi problemi alla vista a seguito di un incidente durante un’operazione di sminamento in porto. Ma a lui bastava “sentire” il vento.

Nel 1961 è comandante del Corsaro II e partecipa alla Transpacifica, chiudendo quarto. Celebre la sua uscita a vela dal porto di Taranto quando, nel 1965, era comandante dell’Amerigo Vespucci. Nel 1973 vince la Giraglia e la One Ton Cup in Costa Smeralda al timone di Ydra. Muore nel 2004.

Perché: Straulino è universalmente considerato il più grande velista italiano, un uomo dal talento incredibile.

09_TARBARLY0
2. ERIC TABARLY

Colui che guardava avanti (e lasciava tutti indietro)
Tabarly, nato a Nantes, in Bretagna, nel ’31 e scomparso fra le onde dell’oceano al largo delle coste del Galles nel 1998 mentre era bordo del Pen Duick, la sua barca di famiglia, è considerato dai francesi il più grande velista di sempre. Elencare le sue imprese non è facile, nel 1964 a bordo del Pen Duick II vince la Ostar.

03_TARBARLYTre anni più tardi vince, a bordo del Pen Duick III (innovativa goletta in alluminio) tutte le regate a cui partecipa, incluse Fastnet e Sydney-Hobart. Nel ’68 si lancia sui trimarani, ma l’avventura a bordo del Pen Duick IV si infrange contro un cargo fuori rotta. Con il Pen Duick V vince la transpacifica in solitario da San Francisco a Tokyo. Nel ’76 il Pen Duick VI conquista la Transat per la seconda volta. Nel ’97 a bordo di un Open 60, Aquitaine Innovation, vince la Transat Jaques Vabre.

Perché: Tabarly è stato il “Miles Davis” della vela. Sempre avanti agli altri, sia dal punto di vista agonistico che tecnologico. Un mito.

SCOPRI TUTTE E 30 LE LEGGENDE DELLA VELA

COME FUNZIONANO LE VOTAZIONI E COSA SI VINCE
Vediamo nel dettaglio come si articola la sfida:
• FASE ELIMINATORIA (VOTO MULTIPLO – CONCLUSA) – DA 30 a 4 CANDIDATI
– 30 CANDIDATI da votare online sul nostro sito dall’1 al 31 agosto. Potrete assegnare la vostra preferenza a diversi candidati.
– Passano il turno i 4 candidati più votati
• SEMIFINALI (VOTO SINGOLO – CONCLUSA) – DA 4 A 2 CANDIDATI
– 4 CANDIDATI da votare online dall’1 al 5 settembre. Si tratterà di due semifinali in stile tennistico, dove verranno messi uno contro l’altro due candidati (il primo e il quarto, il secondo e il terzo più votati nella fase eliminatoria). Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a uno dei candidati in ognuna delle due semifinali
– Passano il turno 2 candidati vincitori delle semifinali
• FINALE (VOTO SINGOLO)
– I 2 CANDIDATI FINALISTI da votare online dal 6 al 12 settembre. Potrete assegnare la vostra preferenza soltanto a un candidato. Il più votato sarà il più grande velista della storia secondo voi!
• VINCI L’ABBONAMENTO AL GDV PIU’ LUNGO DELLA STORIA!
Tra tutti coloro che, tra l’1 agosto e il 12 settembre, invieranno una mail all’indirizzospeciali@panamaeditore.it con la motivazione che li ha spinti a votare per un candidato, verrà estratto un abbonamento trentennale al Giornale della Vela!

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Chi sarà il nuovo boss della vela italiana? Lo decidete voi. Qui!

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thermes-ettorreChi sarà il prossimo capo della vela italiana? Sembrava tutto scontato con un unico candidato in lizza, l’attuale vicepresidente della FIV (Federazione Italiana Vela) Francesco Ettore. Poi come una bomba sul web è nata la candidatura quasi “spontanea” di Ettore Thermes, soprannominato il Beppe Grillo della vela. Tra pochi giorni, il 10 settembre, si saprà se ci sarà il candidato unico, un po’ bulgaro, o saranno in due a contendersi il 29 ottobre il titolo di “boss” della Federvela nei prossimi quattro anni. Ma cosa propongono questi due candidati? Cambiare o preservare? Noi abbiamo recuperato i loro programmi elettorali, quelli che hanno inviato a circoli e alle federazioni di zona, a caccia di voti. Leggeteli e date il vostro giudizio col sondaggio che vi proponiamo (un’idea “rubata” al circolo GEAS NBC Vela Colico, che ha chiesto ai suoi soci di votare tra i due candidati alla Presidenza FIV).

QUI TROVATE IL PROGRAMMA DI ETTORE THERMES
QUI TROVATE IL PROGRAMMA DI FRANCESCO ETTORRE

CHI VORRESTE COME BOSS DELLA VELA ITALIANA? VOTATE

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CHI E’ ETTORE THERMES
Ettore Thermes, nato a Roma, l’11 febbraio del 1966, negli anni ’80 ha regatato nella Classe Windsurfer arrivando 2° ai Campionati del Mondo, 3° ai Mondiali Militari e 2° agli Europei a Squadre. Ha vinto alcune regate nazionali, titoli minori ed è andato a podio in vari campionati italiani di specialità: free style, long distance, slalom ed overall. E’ salito sul Finn a fine 2011 all’età di 46 anni, nel 2012 è arrivato 10° in Coppa Italia ed 13° al CICO. Ha regatato in classi d’altura in Italia ed in UK. E’ laureato in Economia e Commercio, ha lavorato a lungo all’estero anni come broker di prodotti di capital market ed assistito imprese, istituzioni finanziarie e pubblica amministrazione nei processi di reperimento di capitale. Ha un figlio che si cimenta nella classe Optimist.

CHI E’ FRANCESCO ETTORRE
Francesco Ettore è nato a Giulianova (Teramo) nel 1970, da oltre quarant’anni è tesserato FIV, da dodici è nel Consiglio: in passato laserista e 420ista, di professione è commercialista. 45 anni, sposato, con un figlio, laurea in Economia e Commercio. Nel tempo ha maturato esperienze da regatante, Istruttore di vela, dirigente di circolo e dirigente federale periferico e centrale. Attualmente ricopre l’incarico di Vicepresidente federale con delega all’Amministrazione ed ai Rapporti con il Territorio.

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TOP FIVE. Cinque marina del Sud per un inverno al caldo

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In queste stagioni sono nati diversi porti nel Sud Italia con strutture all’avanguardia e veri centri di assistenza e altri hanno saputo ammodernarsi, diventando ideali anche per lasciare la barca a lungo

La bella stagione volge al termine? Vero, ma chi l’ha detto che non si può continuare a navigare senza preoccuparsi troppo dell’inverno che si avvicina? Nel Sud Italia sono molti i marina che in questi anni hanno saputo distinguersi per le loro strutture e i servizi, tanto da essere divenuti i porti di armamento di tanti armatori da tutta Europa.

Marina Arechi

Marina d’Arechi

TRA CAMPANIA E SICILIA
Uno dei più conosciuti è senza dubbio il Marina d’Arechi (Salerno, www.marinadarechi.com), che con i suoi 1000 posti barca da 10 a 100 metri è uno dei maggiori marina del Mediterraneo. Il tutto con un’area attrezzata di 7.000 metri quadri e un cantiere nautico in grado di effettuare qualunque lavoro si renda necessario.

Cala del soleFa invece dell’eleganza uno dei suoi punti di forza, grazie soprattutto a un waterfront che è divenuto negli anni il vero centro vitale del suo tratto di costa, il Marina di Cala del Sole (Licata, Sicilia, www.marinadicaladelsole.it). Qui trovano posto barche da 4 a 22 metri di lunghezza, mentre i pescaggi vanno da 4 a 6 metri di profondità.
BalestrateSempre in Sicilia, sta rinascendo il Marina di Balestrate (www.marinadibalestrate.com): si inizia con 150 posti barca già quest’anno e saranno investite le prime risorse per mettere in sesto l’insieme del porto (la zona in gestione è di 26.825 mq fra specchio acqueo e aree a terra). In futuro il Marina potrà ospitare fino a 645 barche, di cui 67 da pesca (il programma prevede di riuscire a raggiungere, entro l’anno prossimo, gli 80.711 metri quadri operativi).

IN CALABRIA E BASILICATA
Tornando sulla terraferma, e più precisamente a Roccella Ionica, in Calabria, ecco il Porto delle Grazie (www.portodellegrazie.com), che da tredici anni consecutivi ottiene il riconoscimento di “Bandiera Blu Europea”. Un porto che ha cambiato gestione pochi mesi fa, intraprendendo una serie di interventi per migliorarne la fruibilità e aumentare i servizi per i diportisti. Qualche esempio? E’ stato dragato il fondale, che raggiunge adesso i quattro metri di profondità ed è stato anche realizzato il distributore di carburante. I lavori hanno interessato anche le strutture ricettive, con un ristorante, un bar e un ufficio turistico.

Porto delle Grazie
Porto degli Argonauti

E’ invece in Basilicata il Porto degli Argonauti (www.portodegliargonauti.it), più precisamente a Marina di Pisticci: lo possiamo definire un marina resort di lusso con 450 posti barca da 8 a 30 metri, dislocati in due darsene collegate al mare da un canale di 450 metri e un cantiere nautico di 15000 metri quadri. Progettato dall’archistar Luigi Vietti, è anche il porto di Matera, una delle città più affascinanti del mondo.

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No all’auto nuova per preparare la mia barca alle navigazioni impegnative

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Schermata 2016-09-05 alle 17.14.31PkBoo è un Dufour 405 GL acquistato nuovo nel 2010, quasi sempre ormeggiato a Marina degli Aregai (tranne una pausa cagliaritana) e con il quale abbiamo percorso circa 5.000 miglia nel mediterraneo, prevalentemente in Corsica, Sardegna, Baleari e Sud della Francia. Abbiamo partecipato a qualche Giraglia, sempre per divertirci e sapendo che non siamo competivi, e quest’anno ho deciso di affrontare l’oceano. Ad Aprile ho iscritto la barca all’ARC (Atlantic Rally Cruiser) e con alcuni amici il 20 novembre prenderemo il largo da Gran Canaria alla volta dell’isola di Santa Lucia, dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, 2.700 miglia di navigazione. Perchè lo faccio? Avvocato con studio a Mantova, 48 anni, sposato con due figli grandi (26 e 22), con una grande passione per il mare e tanta voglia di evadere dalla routine, fatta sempre più spesso di falsi rapporti e di noiose convenzioni sociali; complice il compimento di vent’anni di professione, ho deciso che invece di rinnovare l’arredo dello studio o di comprarmi una macchina nuova me ne andrò ai Caraibi per qualche tempo, prima che l’età o qualche malanno me lo impediscano. Con me, a bordo di PkBoo quattro amici che condividono con me la passione per il mare e hanno una grande voglia di misurarsi con la traversata oceanica.

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l Dufour 405 GL PK Boo fotografato all’ancora in Corsica con i simboli della Giraglia a cui ha partecipato per divertimento alcune volte. Da notare il bompresso fisso montato a lato del musone di prua per poter usare il gennaker.

COME HO INVESTITO PER MIGLIORARE LA BARCA
Come ho detto, si tratta una barca di serie, alla quale negli anni ho apportato molte migliorie e che ora ho sostanzialmente rifatto. Sono partito da un controllo molto serio dello scafo, della chiglia e del timone e mi sono affidato a Davide Zerbinati, che si è rivelato essere non solo un grande professionista, ma anche una persona squisita. Dalla perizia è purtroppo emerso che una riparazione eseguita male dal cantiere non era stata risolutiva e sono dovuto intervenire per ripristinare la rigidità strutturale di un madiere. Ho colto l’occasione per sostituire le prese e le valvole (ho optato per le Randex in teflon).

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PK Boo con uno dei due gennaker a riva. Il corredo vele oceanico è stato completato con una nuova trinchetta, un nuovo fiocco rinforzato e una terza mano alla randa esistente.

Quanto alle vele, mi sono affidato alla veleria di Beppe Zaoli che ha controllato la randa, aggiungendo una terza mano di terzaroli, ha ripassato il genoa, mi ha fatto un nuovo fiocco rinforzato ed una nuova trinchetta per vento forte (da rollare). A bordo avevo già una tormentina che si avvolge sulle vele rollate.
Porterò due gennaker che avevo già (uno più piccolo e pesante ed uno più grande e leggero) ed ho acquistato un parasailor di 105mq.

La nuova landa con arridatoio che è stata installata nel gavone àncora per sostenere l’attacco della trinchetta per vento forte, rollabile.

La nuova landa con arridatoio che è stata installata nel gavone àncora per sostenere l’attacco della trinchetta per vento forte, rollabile.

Il rigging è stato seguito da Massimiliano Fiori della DOFI, che – oltre a controllare i vari lavori del cantiere – mi ha installato la landa per la trinchetta e le relative volanti (in dyneema), l’attacco del tangone (che ci servirà per tangonare il genoa) e la nuova drizza per la trinchetta con frullone, oltre a vari altri lavori (drizze, scotte, bozzellame, attacchi, ecc.). A bordo avevo già un dissalatore Baitek a 12v da 60l/h; la casa produttrice mi ha fornito un kit di manutenzione. Ho installato un filtro depuratore dell’acqua (Seagull IV).

 

Pannelli solari su arco

I due pannelli solari Solbian da 125 w ciascuno installati su di un arco attaccato al Bimini.

Ho installato tre pannelli solari da 125w ciascuno (Solbian) con regolatori MPPT, due dei quali su un arco in acciaio attaccato al bimini (fornito da Asseaboat di Bologna) ed uno in tuga. Ho cambiato il pacco batterie servizi (6 batterie AGM da 120A), il caricabatterie (Mastervolt 70A che mi gestirà sia la corrente a 110V che a 220V) ed ho sostituito l’inverter con uno più potente (Victron da 2000W).

pannello solare tuga

Il terzo pannelli solare da 125 w della Solbian con regolatore MPPT è stato installato sulla tuga. Nuovo anche il pacco batterie, ben sei AGM da 120 A ciascuna.

Ho acquistato un alternatore di ricambio, perchè il motore della barca sarà l’unica ulteriore fonte energetica insieme ai pannelli solari (non ho posto per installare un generatore diesel, sugli idrogeneratori ho raccolto molti pareri discordanti, mentre il generatore eolico alle portanti in teoria non avrebbe senso). Ho comunque lasciato la decisione finale una volta che saremo alle Canarie, dopo aver testato il sistema nel trasferimento. Oltre al plotter Raymarine E90W che avevo (ho aggiornato la cartografia ed ho acquistato quella delle varie zone di navigazione), ho installato un Vulcan 5 della B&G ed ho aggiornato gli strumenti dati (nuovi trasduttori e nuova stazione vento).
Ho aggiunto un autopilota più potente (T2 lineare e sistema ACU 400 Raymarine) che è diventato il principale, ed ho lasciato il precedente autopilota come ricambio in caso di rottura. Ho comprato un telefono satellitare (Iridium 9575) con antenna esterna. Sto aspettando che Nautigamma mi fornisca il suo DCP, un computer preimpostato con software di navigazione e trasmissione dati, che sarà interfacciato tramite multiplexer ai dati di bordo.
Ho riservato una grande cura e molta attenzione alle dotazioni di sicurezza (in questo mi ha aiutato moltissimo l’handbook dell’ARC) e quindi:
AIS transreceiver Raymarine; EPIRB con sgancio idrostatico; revisione zattera e controllo di conformità con gli standard ARC; asta IOR; nuovo salvagente per recupero uomo a mare; faro da ricerca serio (Aqua Signal); ancora galleggiante (la scelta è caduta sulla SeaBrake); PLB e AIS MOB; ho anche installato un AIS Allarm della Ocean Signal interfacciato con i vari MOB che emette un allarme sonoro in caso di caduta a mare; estintori seri (non quelli che ci vendono solo perchè sono obbligatori); coperta antifuoco vicino alla cucina; ecc. ecc. (la lista sarebbe lunghissima).Devo aggiungere che ho acquistato un sistema serio (Stazo) di antifurto per motore fuoribordo e una catena seria (sempre Stazo) per il tender. Ai Caraibi tornerà utile. A settembre completerò la parte relativa alla farmacia di bordo (molto complicata), per la quale chiederò aiuto a mio fratello farmacista, e all’alimentazione. Dopo l’arrivo a Santa Lucia, complice la situazione pericolosa delle isole a sud, ci dirigeremo a nord, per trascorrere il Natale tra Martinica e Guadalupa. Poi Antigua e BVI.Non ho ancora deciso cosa faremo dopo: ritorno (ARC Europe o nave), sosta caraibica per nuova stagione, continuazione verso Panama per poi affrontare il Pacifico; non lo so, vedremo. Ma questa sarà un’altra avventura.

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Marco Baioni
, autore dell’articolo ha iniziato con il windsurf da ragazzo, poi nel 2010 ha preso la patente nautica e ha acquistato PkBoo, un Dufour 405 Grand Large (il nome viene dall’inglese “peak a boo”, equivalente di “cucubau”); ciò nonostante sua moglie propendesse per un minorchino a motore (che, dice gli è sempre piaciuto).

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MONOTIPI CHE PASSIONE ovvero le tutte uguali… o quasi / 1

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Sharon-Green_2014_01KWRWJ70-1000x624
Da 6 a 19 metri, da poche migliaia di euro a cifre importanti, per i monotipi più diffusi in Italia.
Un panorama vasto per barche tutte uguali con qui divertirsi a veleggiare e regatare ad armi pari. Per trovare la barca usata date un’occhiata sul nostro sito alla voce “annunci barche” e topboatmarket.com.

meteorMeteor
Mai avrebbe pensato nel 1968 il progettista olandese Van De Stadt che quella piccola barca, perfetta per navigare sui laghi, sarebbe diventato il monotipo più diffuso e famoso in Italia. Oggi il Meteor, sei metri di barca, è diventato un modo di andare a vela con poca spesa, facilità di trasporto, regate agguerrite con decine di barche, raduni conviviali dell’associazione (www.assometeor.it), scuole di vela. Insomma un sistema velico integrato formidabile. Il Meteor viene tuttora prodotto da Nauticalodi e c’è un grande mercato dell’usato a prezzi abbordabili che non superano i 10.000 euro circa. Lungh. 6,00 m; largh. 2.13 m; primo varo 1968. www.assometeor.itwww.nauticalodi.it

J-70-Cervia-2015-day-3-01J/70
Nel 2012 la statunitense J Boats lancia il J 70 ed è subito un successo mondiale, che rinnova i fasti del J 24. I motivi del successo sono semplici: una barca di 7 metri scarsi modernissima, veloce e semplice, anche alla portata di chi non è un velista provetto. In Italia oggi è uno dei monotipi più attivi, la J 70 Italian Class organizza il circuito Alcatel J 70 Cup con tappe nei luoghi più belli e ventosi. Facile da carrellare, dai costi abbordabili che ti fa sentire il brivido della velocità, con una rigida monotipia che rende le barche tutte uguali. Lungh. 6,93 m; largh. 2,25 m; primo varo 2009. www.j70.itwww.jboats.it

melges 24Melges 24
Harry Melges, progettista e costruttore, nel 1993 lancia il suo Melges 24, il primo monotipo della nuova generazione anticipando quello che sarebbero state le barche ad alte prestazioni degli anni successivi. In Italia prende subito piede e ancor oggi la flotta è una delle più consistenti con un circuito di regate in tutt’Italia con classifiche per timonieri professionisti e dilettanti. La Melges Europe, che ha sede a La Spezia, organizza anche per gli armatori trasferimenti della barca sui campi di regata e e la gestione della stessa. Buona disponibilità di imbarcazioni usate a prezzi che variano da 15 a 30.000 euro a seconda dello stato. Lungh. 7,23 m; largh. 2,50 m; primo varo 1993. www.melgeseurope.com

J-24-States-2012-HugoJ/24
Dal 1977 ne sono stati prodotti circa 7.000 esemplari che rendono il J 24 il più diffuso monotipo della storia. L’idea venne allo statunitense Rodney Johnstone per far regatare ad armi pari scafi piccoli, economici, ma pur sempre barche a bulbo vere, con 4/5 persone di equipaggio. In Italia e in Europa navigano centinaia di J 24 e ci sono ancora molte agguerrite regate e una classe molto attiva. È una barca veloce con vento leggero, che diventa difficile da condurre con vento forte. Sottocoperta quattro cuccette per brevi crociere, oltre a divertenti veleggiate in giornata. Facilmente carrellabile. Ancora in produzione. Usato da meno di 10.000 euro. Lungh. 7,32 m; largh. 2,72 m; primo varo 1977. www.j24.itwww.jboats.it

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela RivaFun
Il cantiere francese Jeanneau nel 1982 presenta il suo monotipo cabinato, disegnato dai francesi Joubert/Nivelt, specializzati in scafi ad alte prestazioni. Linee aggressive, facilità di planata e una deriva mobile, sollevabile con un comodo meccanismo che facilita il trasporto e migliora le performance alle andature larghe. Ancor oggi viene prodotto dal famoso cantiere Lillia in Italia sul lago di Como, dove ha larga diffusione, soprattutto sui laghi con una classe molto attiva. Per contenere i costi le vele devono essere rigidamente in dacron, si trovano usati da 5/6.000 euro. Lungh. 7,50 m; largh. 2,45 m; primo varo 1982. www.classefun.itwww.lillia.it

este 24Este 24
Nel 1994 il cantiere D’Este vara il primo esemplare dell’Este 24 disegnato dalla grande firma German Frers. Ottimo successo con 150 esemplari costruiti sino ad oggi. Facile da portare con la deriva a baionetta retrattile e anche l’albero, appoggiato in coperta, è smontabile senza necessità di gru, il che facilita la carrellabilità su strada. C’è una classe molto attiva e la flotta si concentra soprattutto nel Lazio, oltre ad un evento durante la Barcolana a Trieste. Crociere garantite per gli sportivi grazie a quattro posti letto in due ambienti separati, wc chimico, lavandino, fornello. L’usato si trova a partire da 8/9.000 euro. Lungh. 7,50 m; larg. 2,50; primo varo 1994. www.este24.itcantierinavalideste.it

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Il Surprise è in produzione dal 1976 e ad oggi ci sono 1550 barche prodotte. Ottima diffusione sui laghi italiani del nord e in Svizzera, con un’attiva associazione di classe. Il Surprise, progettato da Joubert&Nivelt, ha sempre saputo modernizzarsi, nel 1992 è stata modificata la coperta per rendere il pozzetto più razionale e confortevole per l’impiego crocieristico. Sottocoperta, quattro cuccette. Due versioni: a chiglia fissa e con deriva mobile. è carrellabile con facilità. Usato da 10.000 euro. Lungh. 7,65 m; largh. 2,48 m; primo varo 1977. www.aiprosurprise.it

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Nasce dalla penna di Bruce Farr, mago dei monotipi. Linee d’acqua e appendici, piano velico, materiali e tecniche di costruzione uniscono semplicità ad alta tecnologia. Il pozzetto è ampio e garantisce libertà di manovra. È stato utilizzato in manifestazioni internazionali di match racing grazie alla rigida monotipia. In Italia c’è una buona diffusione con un circuito nazionale di regate. Pozzetto gigante, poco spazio sottocoperta, bulbo fisso. Prodotto da Beneteau, usato a partire da 10.000 euro. Lungh. 7,50 m; largh. 2,54 m; primo varo 1997. www.platu25.it

CONTINUA….

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FOTOGALLERY Comprano la barca nuova, ormeggiano e vanno a scogli

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Lui e lei a bordo di una superbarca nuova di pacca, a Porto Massimo, alla Maddalena, una delle location più suggestive del Mediterraneo. Un sogno che nella notte si è trasformato in un incubo
: i due velisti tedeschi, marito e moglie, si sono ritrovati a scogli con il loro nuovo Dufour 460 GL dopo che, a causa della forte tramontana, come riferisce il quotidiano locale L’Unione Sarda, la cima d’ormeggio (non sappiamo se alla boa o quella dell’ancora) si è strappata.

foto_535887_550x340SALVATAGGIO DIFFICOLTOSO
I due, che avevano comprato la barca da appena due settimane, sono stati soccorsi e recuperati (non senza difficoltà a causa delle condizioni meteomarine) dalla Guardia Costiera dopo che, abbandonata l’imbarcazione incagliata e in balia del vento, si erano rifugiati su uno scoglio lì vicino. Il Dufour sarà recuperato non appena le condizioni lo permetteranno.

Foto tratte da L’Unione Sarda

LA FOTOGALLERY DI ANGELO PIRINO

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Vogliono cacciare il guardiano velista di Budelli. Una bella storia che rischia di finire male

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maddalenaE’ l’unico abitante e ha contribuito a salvare dai vandali l’isola di Budelli, la perla della Maddalena con la sua spiaggia rosa ma adesso, dopo 28 anni di vita di eremita, vogliono cacciare Mauro Morandi. Perché?

Mauro Morandi, 77 anni, e’ arrivato nell’isola di Budelli nel 1989 con un catamarano di 16 metri  quella della mitica spiaggia rosa nell’arcipelago della Maddalena. Doveva fare una breve sosta, poche ore, per impratichirsi e poi, sulle orme di Moitessier, raggiungere la Polinesia. Dopo 28 anni e’ ancora li, unico abitante dell’isola, a vegliare e proteggere questo paradiso come guardiano di Budelli, ma lo vogliono mandare via. Non è una storia di soldi, Mauro non costa nulla, vive della sua baby pensione di insegnante di educazione fisica, ma dopo i vari cambiamenti di proprietà dell’isola, ora il “capo” del Parco Marino della Maddalena Giuseppe Bonanno non lo vuole più. E non si capisce perche’. Gia’ 15.000 firme sono state apposte sulla petizione on line per far si che il velista guardiano resti sull’isola. E la preservi come ha fatto per decine di anni.

Mauro Morandi, non chiede niente: “Il Parco dice che non posso più restare perché non ci sono le condizioni di sicurezza e perché loro ovviamente non possono assumermi come custode. È questo il premio per il mio impegno a difendere la spiaggia? Fino a oggi chi si è preoccupato della mia incolumità? Non mi facciano morire in anticipo, mi lascino in pace. Da solo, tanto non chiedo niente a nessuno». 

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La sua è una storia di navigatore mancato. «Negli anni Settanta insegnavo educazione fisica a Modena. Ho tenuto duro per qualche anno, poi c’è stata l’opportunità della pensione-lampo e l’ho colta. Ero un contestatore, un personaggio scomodo». Dopo, ha aperto un negozio di abbigliamento vintage con la sua compagna. «È andato bene per diversi anni». E il mare? «Più che altro la foce del Po, che ho navigato in lungo e in largo per almeno sei anni con una batana. Finché un’amica mi consiglia di leggere “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach e prendo il volo“.  

La scoperta della vela e il sogno
Scopro il mare con una barca a vela di cinque metri, prima avventura la risalita dell’Adriatico lungocosta sino a Trieste e poi ne acquisto un’altra di otto metri. Andare a vela mi piace». La svolta c’è nel 1989, quando Mauro decide di cavalcare il sogno. Acquista con amici un grande catamarano, lungo 16 metri e largo 9, da rimettere a posto. «Ero stanco della società, volevo una vita diversa» racconta a Fabio Pozzo de La Stampa. Voleva raggiungere la Polinesia ma si ferma a Budelli perché’: “«Il custode di allora stava andandosene. Gli mancavano due giorni. Ho visto quel mare cristallino, la Spiaggia rosa, corallina come mi immaginavo quelle del Pacifico e ho fatto domanda per sostituirlo».

Da lì non si è più mosso ed è diventato il custode dei tesori aggrediti dai turisti cafoni. Sbarcare è vietato a Budelli dal 1999, ma se qualcuno si azzarda sono guai per lui. Anche se Mauro è ormai vicino agli 80 sfoggia ancora una forma fisica invidiabile e non soffre della sindrome di abbandono alla Robinson Crusoe. E non è un uomo isolato dal mondo, ha il cellulare, il wi-fi e un iPad e da qualche mese ha anche una “fidanzata”, Caterina, un’insegnante di disegno napoletana, conosciuta su Facebook. 

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Come si sopravvive isolato, ma bene
Cosa mangia e come si cura Mauro? «Mi curo con questa pianta di aloe: la mangio e mi allunga la vita. I minestroni di ortiche, di asparagi e cicoria sono il mio piatto preferito. D’inverno ho anche i funghi, ma se non piove me li posso scordare. In primavera preparo anche le frittate con le uova di gabbiano. Fino a qualche anno fa potevo andare a pescare, ma ora non ho più il gommone e le spigole sono diventate un privilegio raro. Mangio pochissima carne». Solo per gli ospiti, oggi a cena, si fa uno strappo alla regola: salsiccia alla brace, pecorino e cannonau.

Gli abitanti dell’isola in verità sono otto: lui, cinque gatte e due galline. Più qualche pipistrello e moltissimi topi. E i gabbiani, che dall’alba al tramonto sorvegliano continuamente la spiaggia rosa. Vive in una casetta costruita durante la seconda guerra mondiale, una specie di fortificazione. Legge libri ogni giorno e fa esercizi di Tai Chi la mattina. 

E allora perché vogliono mandare via quest’uomo: “il Parco dice che non posso più restare perché non ci sono le condizioni di sicurezza e perché loro ovviamente non possono assumermi come custode. È questo il premio per il mio impegno a difendere la spiaggia? Fino a oggi chi si è preoccupato della mia incolumità? Non mi facciano morire in anticipo, mi lascino in pace. Da solo, tanto non chiedo niente a nessuno». 

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In Montenegro se sei un natante non puoi navigare…

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kotor batIl Montenegro è sempre più una meta ambita per i diportisti. Ma non se avete un natante… Leggete cosa è successo a un nostro lettore proprio quest’estate…

“Una settimana orsono, dopo una crociera partita da Ancona, dopo aver disceso la Croazia, ci siamo spinti in Montenegro a Kotor. La capitaneria ci ha ordinato di lasciare il Montenegro entro 24 h, in quanto non potevano farci pagare la vignetta perché a bordo di un natante (privo di immatricolazione). Da 6 anni vado regolarmente due volte l’anno in Croazia senza alcun problema, ho il certificato d’uso del motore, l’assicurazione ecc.”ma qui siamo in Montenegro”e’ stata la risposta. Ne ho dedotto che i natanti non siano graditi… Saluti cordiali” Alberto Barigazzi

Cosa ne pensate? A voi è mai successa una cosa del genere?

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Tutti gli accessori più interessanti che vedrete ai saloni autunnali

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accessori
In questa rassegna, abbiamo raccolto le novità più interessanti che potrete scovare ai saloni nautici d’autunno tra gli accessori…

Schermata 2016-09-01 a 15.51.37RAYMARINE – i70s e Quantum
Tante le novità che vanno ad arricchire il panel Raymarine: tra di loro il nuovo strumento i70s, caratterizzato da un grande schermo LCD a colori. Potrete visualizzare tutti i dati con chiarezza e precisione e in più funge da ripetitore AIS. Davvero prezioso per chi naviga. Altra new entry è il radar wireless Quantum Chirp, dotato di tecnologia a compressione di impulso e realizzazione a stato solido. Il design leggero e la connettività Wi-Fi di Quantum lo rendono facile da installare (niente cavi) e semplice da utilizzare, inoltre consuma poco. Con un peso di appena 5,4 kg, Quantum è il 50% più leggero dei radar magnetronici tradizionali. www.raymarine.it

OLAF_Deli_fixed_large-500x500OLAF – monopattini Olaf
Nella sua configurazione base, Olaf Scooter si presenta come un monopattino dotato base di legno ed è progettato in modo innovativo con un sistema di sterzo a inclinazione con uno speciale asse anteriore in carbonio che assorbe le sollecitazioni. Tra i modelli più indicati per i velisti, c’è sicuramente l’Olaf Deli, che in più ha incluso un cestino di vimini, oppure Olaf Design con zaino integrato che anch’esso può essere rimosso immediatamente. www.nauticplace.com

Schermata 2016-09-01 a 15.53.55ATEN – KECO
KECO è il kit refrigerante per ghiacciaie o vani coibentati in barca termo-controllato ad acqua di mare (non fa uso di gas e compressori, quindi). Può essere montato anche in una cella frigorifera preesistente e a pieno regime, ha un consumo contenuto, non occupa spazio in cucina, non alza la temperatura a bordo perché il calore viene dissipato in mare e non necessita di manutenzione o ricariche (dimensioni 70 x 125 x 40 mm). www.aten.it

Schermata 2016-09-01 a 15.56.20ANTAL – Line driver
Con Line Driver dimenticatevi di winch, stopper e cime di regolazione del carrello di scotta: tutto ciò che dovrete fare per muovere il carrello di scotta è premere un pulsante. Il corpo del Line Driver, assieme al suo motore, può essere installato sotto coperta. Una puleggia self-tailing al suo interno fa presa sul tessile e permette la circuitazione automatica della manovra in entrambe le direzioni. www.antal.it

T-BatNODUS – T-CLOSE, T-BAT, T-lazy
Di semplicità d’utilizzo estrema, gli alamari Nodus (nei loro modelli T-close, T-bat e T-lazy) vengono utilizzati in svariati modi e modalitò con dei semplici loop tessili: si usano come moschettoni, grilli tessili, strozzatori volanti e paranchi, o semplci sistemi di fissaggio, tutti appunto regolabili, autobloccanti, con alti carichi di rottura. www.fbyachting.it

Schermata 2016-09-01 a 15.57.28EXPOSURE LIGHTS – X2
La torcia X2 si usa come faretto da ricerca oppure come sorgente di illuminazione generale. Si comanda da due pulsanti: uno serve a controllare la funzionalità ONV, l’altro a selezionare 3 livelli di luminosità a luce bianca, azionare l’SOS o la strobo. La X2 è leggera, galleggiante e impermeabile. Si ricarica da presa USB o 220 V. www.marinepanservice.com

Free_Wheeling-500x500WETWORKS – Free Wheeling
Free Wheeling è un ingegnoso fuoribordo meccanico ad azione manuale che per funzionare richiede solo un po’ di sforzo fisico. Per essere azionato non dovrete affaticarvi troppo grazie ad un rapporto di 3:1 tra la forza esercitata dall’elica e quella applicata dall’utente. Una soluzione ideale, economica e a impatto zero per gommoni e tender. www.nauticplace.com

Schermata 2016-09-01 a 15.59.11GARMIN – Nautix e gWind wireless 2
Garmin ha presentato il primo dispositivo “mirroring” di Garmin dedicato al mondo marine su larga scala. Questo innovativo strumento indossabile consente di visualizzare direttamente sulla lente dei vostri occhiali i dati su profondità e temperatura dell’acqua, velocità, rotta, direzione del vento, dati motore e molti altri trasmessi da un dispositivo di bordo Garmin compatibile. Altra novità è il Garmin gWind Wireless 2, il trasduttore vento senza cavi né black box: infatti si connette direttamente agli strumenti Garmin senza moduli esterni. www.garmin.com/marine2016

Schermata 2016-09-01 a 16.00.47B&G – Vulcan 5 e Precision 9
Il nuovo chartplotter Vulcan 5 di B&G è stato pensato come prodotto entry-level per i velisti: dotato di multitouch, presenta tutte le funzionalità del plotter più grande Vulcan 7, ma in un formato più compatto. Invece la bussola Precision-9 fornisce accurate informazioni su direzione e indice di accostata utilizzando un sistema di rilevazione dei dati di movimento su 9 assi. Si evitano così imprecisioni e limiti delle più convenzionali bussole elettroniche fluxgate. www.bandg.com

Gangway_polymer_4POLYMER – passerelle in carbonio
Le passerelle prodotte dalla slovena Polymer sono realizzate in carbonio composito di alta gamma: sono disponibili sia nella versione fissa da 2,2 metri che in quella pieghevole (2,2 e 2,8 m) e pesano davvero poco (8 kg la fissa, 8,5 kg quella pieghevole da 2,2 m). Sono galleggianti e dotate di superficie antiscivolo, tutti i materiali sono trattati con protezione ai raggi UV e le porzioni laterali hanno un sistema antigraffio. Vengono fornite con inclusi tutti i raccordi necessari all’installazione. Per tutti i modelli la capacità di carico stimata è di 300 kg. www.nauticplace.com

downloadFELL MARINE – WIMEA
Un sistema di arresto del motore senza fili in caso di uomo a mare? Ora esiste e si chiama Wimea: avrete una boat-unit da montare a bordo dotata di antenna wireless, che dialogherà con il motore e una MOB-unit da indossare come braccialetto. La boat-unit memorizza fino a 20 unità MOB e rende possibile a tutti i membri dell’equipaggio di indossare un sistema di sicurezza. www.fellmarine.com

Schermata 2016-09-01 a 16.04.19FURUNO – DRS4D-NXT
Prodotta secondo la tecnologia Solid-State, l’antenna radar a compressione di impulso garantisce performance paragonabili alle antenne open array, nelle dimensioni però di una radome. I target in avvicinamento alla barca cambiano colore: se rilevati in rotta di collisione diventano rossi, mentre invece i target in allontanamento o quelli fermi sono verdi. www.furuno.it

Schermata 2016-09-01 a 16.05.36SUZUKI – DF4A, DF5A, DF6A
I nuovi modelli di fuoribordo da tender Suzuki DF4A, DF5A e DF6A fanno della leggerezza e della maneggevolezza il loro punto forte. Ottima la soluzione che facilita lo stivaggio dei fuoribordo, dotati di un sistema di alimentazione e di lubrificazione che permette di riporre il motore sui tre lati: destro, sinistro e frontale. www.suzuki.it
Schermata 2016-09-01 a 16.05.41KINGII
– Kingii wearable

Kingii è una boetta salvavita che si indossa come un orologio con cinturino regolabile, pesa 168 grammi e in soli due secondi, azionando una leva, può gonfiare un cuscino in grado di tenere a galla una persona di 130 kg per oltre due giorni. Va detto che non sostituisce il giubbotto, ma ne è un complemento che riduce ulteriormente il rischio di annegamento. www.kingii.it

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TAG Heuer VELA Cup Trofeo Mariperman. Due giorni di divertimento in mare e cultura a terra

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4R7A2739-1024x682Dal 23 al 25 settembre, il Golfo dei poeti diventerà teatro di tre diversi campi di regata dove si sfideranno, in due giorni di festa e divertimento puro, le imbarcazioni senza certificato di stazza della nostra TAG Heuer VELA Cup, le barche con certificato ORC, le vele d’epoca, le vele latine e i monotipi J24 e Meteor.  

Ma il bello di questa edizione settembrina della VELA Cup è il connubio con il mitico Trofeo Mariperman che non è solo una grande festa in acqua che vuole coinvolgere tutte le tipologie di imbarcazioni, ma è anche un tripudio di iniziative culturali organizzate a terra. Sarà un’occasione perfetta anche per passare un week end con la famiglia e ammirare da vicino centinaia di imbarcazione, dalle più agguerrite da regate a quelle d’epoca. 

Inoltre per i più piccoli da venerdì 23, presso il Convento degli Olivetani, saranno attivi i laboratori scientifici organizzati allo scopo di avvicinare i giovani al mondo della scienza e della tradizione della marineria, , che vedranno la partecipazione di ISME,  DLTM, INGV, CMRE,  Onlus Life on the Sea e delle associazioni delle vele latine.

Sempre da venerdì sarà visitabile, presso il Cantiere della Memoria, una mostra fotografica sulla storia del Trofeo e del CSSN, l’ente organizzatore. Nei giorni dell’evento sarà inoltre possibile accedere alla Villa Romana del Varignano, un piccolo gioiello dell’archeologia unico nel panorama del nord Italia.

Venerdì sera, dopo l’inaugurazione del Villaggio della Vela, due momenti dedicati alle Memorie di marela prima parte alle ore 19:00 in cui il presidente della Lega Navale sez. La Spezia Giorgio Balestrero, fine conoscitore degli scritti di Melville, condurrà un originale narrazione del Moby Dick, opera per eccellenza sul mare e la navigazione; per l’occasione la voce narrante sarà quella dall’attrice Jole Rosa.

Parte seconda alle ore 21.30, immagini proiettate sulla facciata della casa che ospita il Cantiere della Memoria racconteranno la Navigazione a vela in solitaria a Capo Horn, del comandante Fabio Vespa.

DSC_2602-e1397488381737Sabato pomeriggio due eventi che consentiranno di assistere al lavoro delle eccellenze italiane del soccorso in mare. Alle ore 16.00 i ragazzi della scuola di vela, a bordo dei loro Optimist, verranno “salvati” dei meravigliosi Cani da salvataggio della SICS. Alle 17.00 invece la Capitaneria di Porto coordinerà una complessa operazione di soccorso marittimo che vedrà impegnati unità navali della Guardia Costiera, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e Marina Militare, oltre ad un elicottero della Base Aeromobili della Guardia Costiera di Sarzana.

Poi alle 19 sarà il momento della premiazione della TAG Heuer VELA Cup con ricchi premi quasi per tutti. E a seguire la cena in riva al mare a Le Grazie. Poi dalle 21:30 gli equipaggi si potranno scatenare presso la pinetina delle Grazie, guidati dal Dj Set di Dj Bruce, resident del Cuccaro Disco Club e parte attiva del DNA Staff di Levanto. 

La domenica comincerà con una eccezionale sfilata delle vele d’epoca nel seno di Porto Venere, poi sarà animata dalle regate di giornata, dal raduno del Vespa Club, che partirà da Lerici ed arriverà alle Grazie intorno a mezzogiorno.

Nel pomeriggio ancora un momento di rievocazione storica con la trasmissione speciale con l’“Ondina”, costruita dalle officine dell’Arsenale della Spezia e imbarcata a bordo del Dirigibile Italia, capitanato da Umberto Nobile, dietro suggerimento di Guglielmo  Marconi, che fece i primi esperimenti proprio a Mariperman, e che salvò l’esploratore ed una parte del suo equipaggio durante la sfortunata spedizione al Polo Nord.

Insomma Un programma ricco di eventi da non perdere. Vi aspettiamo

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MONOTIPO CHE PASSIONE ovvero le tutte uguali… o quasi / 2

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Melges32-sailing-series
Da 6 a 19 metri, da poche migliaia di euro a cifre importanti, per i monotipi più diffusi in Italia. Un panorama vasto per barche tutte uguali con qui divertirsi a veleggiare e regatare ad armi pari. Per trovare la barca usata date un’occhiata sul sito giornaledellavela.com alla voce “annunci barche” e topboatmarket.com.

QUI LA PRIMA PUNTATA DELLA RASSEGNA

j 80J/80
Quando fu varato nel 1992 era all’avanguardia e tuttora è un monotipo attuale, facile da condurre pur non penalizzando le prestazioni a vela che sono notevoli, in andature larghe raggiunge i 20 nodi! Nelle regate non c’è limite di numero di membri di equipaggio, ma non si può eccedere i 338,6 kg di peso massimo. In Italia c’è una associazione di classe che organizza regate soprattutto in Liguria. Agguerriti anche i campionati europei. Usato a partire da circa 20.000 euro. Lungh. 8,00 m; largh. 2,51 m; primo varo 1992. www.j80.itwww.jboats.it

011_arpegeArpège
Non è propriamente un monotipo, ma grazie all’associazione Mitico Arpege che organizza in Adriatico raduni con veleggiate lo eleggiamo a “mitico” monotipo. Con Arpege, nel 1967, nasce la moderna barca a vela: 1.500 sono gli scafi prodotti dal 1967 al 1976. In coperta grande spazio libero sopra la tuga. All’interno, open space con ben sei posti letto: quattro sono nel quadrato, due per lato in cuccette sovrapposte. Le altre due cuccette sono ai lati, sotto il pozzetto. Usato da 10.000 euro. Lungh. 9,25 m; largh. 3,00 m; primo varo 1967 . www.arpege.it

farr 30Farr 30 (Mumm 30)
Adesso si chiamano Farr 30, dal nome del progettista, ma con il nome originario Mumm 30 ha conosciuto un buon successo tra il 1995, anno del suo lancio come monotipo, fino all’arrivo dei Melges. Lungo 9 metri, con albero in carbonio e appendici sottilissime, è stato protagonista di circuiti mozzafiato. Adesso è un monotipo che ha ancora una diffusione europea eccellente, con regate competitive ma senza eccessi. Una barca perfetta per utilizzo come day sailer e per crociere sportive. Usato da 25.000 euro. Lungh. 9,43 m; largh. 3,07 m; primo varo 1995. www.farr30.org

Day 3Melges 32/20/40
Melges è il cantiere dei monotipi per eccellenza. Oltre al più diffuso del mondo, il 24, c’è anche il piccolo 20 e il “fighissimo” 32 (nella foto). In più è in arrivo il re dei monotipi ad alte prestazioni, il 40, dotato di deriva basculante (canting keel) che pesa solo 3200 kg. Un razzo! Tutti Melges vengono gestiti da una associazione, molto efficiente. Melges 20: Lungh. 6,90 m; largh. 3,00 m; primo varo 2007. Melges 32: Lungh. 9,70 m; largh. 2,13 m; primo varo 2004;Melges 40:Lungh. 11,99 m; largh. 3,53 m; primo varo 2017. www.melgeseurope.com

x 35X 35
Con l’X 35 si entra nella categoria dei monotipi con cui si può regatare con barche tutte uguali in emozionanti competizioni e andare in crociera con la stessa barca. La danese X Yachts ha avuto un grande successo con questa barca performante e comoda con otto posti letto, un grande quadrato e i comfort di un fast cruiser moderno. La classe è molto attiva in Italia, organizza anche un affollato campionato italiano. Usato a partire da 60.000 euro. Lungh. 10,61 m; largh. 3,27 m. primo varo 2005. www.x-35.itwww.x-yachts.com

swan 42Swan 42/60
Due monotipi esclusivi per costi e tipologia di eventi. Siamo nel mondo di Swan, la Rolls Royce delle barche a vela. Lo Swan 42 (nella foto) è un progetto di Frers molto elegante che consente di regatare con la classe attiva in Mediterraneo e di andare in crociera con una barca con due o tre cabine. Lo Swan 60 è ancora più esclusivo, sponsorizzato dalla russa Gazprom. Swan 42: Lungh. 12,98 m; largh. 3,93 m. primo varo 2005. Swan 60: Lungh. 18,85 m; largh. 5,09 m. primo varo 2006. www.nautorswan.comwww.swan42.orgwww.gazpromswan60class.com

Rolex Swan Cup 2014Swan 45
Il primo dei monotipi costruiti da Swan nel 2001 ha fatto scuola. Oggi una cinquantina di esemplari si sfidano nei luoghi più belli del Mediterraneo, riuniti da una classe gestita dal cantiere finlandese. Bellissima barca, veloce ma anche confortevole, con linee senza tempo che ancor oggi sono attuali. Anche il 45 ha una doppia anima., oltre alle regate di classe diventa anche una ottima barca da crociera con tutti i comfort di barche più tranquille. Valori usato da 200.000 euro. Lungh. 13,83 m; largh. 3,91 m. primo varo 2001. www.nautorswan.com

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