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Sali a bordo di Pandora e diventa un vero marinaio!

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Anche quest’anno i piccoli (e grandi) visitatori del TAG Heuer VELAFestival potranno salire a bordo dell’affascinante goletta di 30 metri “Pandora”, a bordo della quale li attenderanno esperti marinai per insegnare loro a fare nodi e impiombature, salire sull’albero, navigare sicuri, riparare una vela. A bordo di questa affascinante goletta in legno, che sarà ormeggiata all’interno del porto turistico di Santa Margherita Ligure per tutta la durata del TAG Heuer VELAFestival, sarà infatti possibile partecipare alaboratori di arte marinaresca appositamente creati per la gioia di adulti e bambini. Sul ponte di Pandora verranno rievocati gesti e vocaboli nautici tradizionali e l’affascinante goletta sarà teatro di veri e propri appuntamenti durante i quali i visitatori faranno parte dell’equipaggio e si occuperanno della nave come avveniva nelle lunghe navigazioni di un tempo. Impiombature e impalmature con cime a tre legnoli, manutenzione delle vele, ralingatura, cucitura di ferzi, storie di mare e di pirati per i più piccoli saranno le principali attività dei quattro giorni di festa della vela.

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UN ESTRATTO DAL DIARIO DI BORDO DI PANDORA
Sveglia! Colazione! Presto! C’è il sole! Via il tendalino, issiamo le vele e lasciamo il gavitello che ci ha tenuti al sicuro tutta la notte! Facciamo asciugare le vele di questa bella Signora! Ieri la serata è trascorsa velocemente, dopo tre, e dico tre chili di pasta al forno. Tutti in cuccetta presto, per riscaldarsi e sfruttare al meglio le ore di riposo, senza contare che la sera prima l’ancora ha toccato il fondo verso mezzanotte e mezzo. Leviamo il gerlo alle vele, le rande e i fiocchi, tre alla drizza di gola e tre a quella di picco, libera le scotte e inizia ad issare… è pesante, se non si è abituati, loro sono tenaci, hanno otto anni, gli incitamenti degli istruttori li fanno ridere, perdono le forze… oh issa! Oh issa! Volta e cogli a ruota di carro! Bravi, ora tocca ai fiocchi, trinchetta e fiocco, chi va sul bompresso a far scorrere i garrocci? Veloci cerchiamo di non perdere questo refolo che ci fa abbattere la prua verso il largo! Bene, libera il gavitello! Tutti sottovento! Eccoci, brava Pandora! Liberi da gavitelli e altre imbarcazioni dirigiamo su Lerici ed iniziamo a goderci la termica. Preparate la controranda, uno alla drizza, uno alla scotta e uno alla mura. Tu, alla drizza, fai salire la vela a riva mentre salgo anch’io, dopo dovrai issarne poco alla volta per permettermi di legare ogni garroccio all’alberetto, tu alla mura tieni la vela verso il basso che non sbatta! Libera la scotta in bando così posso assicurarla alla vela, ora issa! Stop! Issa! Stop! Bene volta la drizza, cazza bene di mura e volta! Vai scotta apri e assicura la vela! Bene, volta! Bravi ragazzi, cogliete e appendete tutte le drizze e andiamo ad aprire il granfiocco”. No non è l’inizio di un romanzo di pirateria, questa è la vita a bordo di Pandora, bellezze! Un estratto del diario di bordo che ben descrive la vita a bordo di questa goletta di trenta metri (fuori tutto): tutto si fa a mano, non ci sono né ausili tecnologici né pulsanti. Ogni manovra obbliga a contare solo sulla forza umana e sul cervello, così come insegna la marineria tradizionale secondo principi e comportamenti che fanno di un velista un vero marinaio.
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I PIU’ BRETONI DEL MEDITERRANEO NAVIGANO SU PANDORA
Lucone, Fanja e Luca vivono a bordo di Pandora, riproduzione di una goletta a gabbiola costuita nel 1995, riprendendo le linee delle unità a vela che solcavano il Baltico alla fine del Settecento e adibite a servizi postali o di dogana. Salire a bordo di Pandora è come fare un salto nel tempo di quasi quattrocento anni, non solo per le linee dell’imbarcazione, ma anche per lo stile di vita a bordo, decisamente bretone: “Il nostro è un approccio legato alla marineria tradizionale e all’insegnamento, oltre che delle nozioni tecniche e teoriche, anche dei valori e dei comportamenti che fanno di un velista un marinaio. I ragazzi che salgono a bordo di Pandora si misurano con i turni di guardia, le corvee di cucina anche con onda formata, il giorno che diventa notte” – mi racconta Fanja – “Pandora è oggi uno dei simboli della città di La Spezia, un po’ come succede nei mari del nord. Un onore ed un augurio, vedere il Porto di Spezia come una mediterranea Brest: è il mio sogno nel cassetto!”. Fra nodi mai visti, laboratori di marineria e storie di pirati, Pandora ha creato intorno a sé una rete di volontari che aiutano i tre responsabili nei costi di manutenzione.

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CHI HA DETTO CHE LA VELA è UNO SPORT PER “FIGHETTI”?
Pandora è arrivata nel 1995 dalla Russia a Genova, dove fu abbandonata dal suo comandante e nel 1999 il relitto è stato acquistato da un lupo di mare di Milano, Marco de Amici, lo storico comandante di Pandora: “anche lui viveva a bordo, estate e inverno, Pandora vuole essere trattata così, costantemente. Luca Buffo ha dato una mano nel restauro da adolescente e ha imparato l’arte della marineria da Marco. Nel 2000 la goletta ha iniziato l’attività di Sail Training e da allora non ha più smesso. Si è verificata una successione naturale da Marco a Luca, senza traumi per la barca, ma mantenendo lo standard di manutenzione della stessa dal momento del restauro. Nel 2011 Marco ha deciso di far continuare a Luca l’attività in autonomia e ha dato in comodato d’uso l’imbarcazione all’associazione, ma è una pura formalità. Per una barca come questa non si parla di armatori, bensì di chi la barca stessa ha come ospiti, conduttori, manutentori. Potremmo fare charter e avere delle significative entrate economiche, ma non è quello che vogliamo. Noi amiamo insegnare, spingere i giovani verso la passione per il mare, quella semplice, non quella della vela “fighetta”, vogliamo smontare questo stereotipo della vela come “lo sport dei ricchi”, la nostra dimensione non è così, noi crediamo nel gusto della bella navigazione. Siamo finiti a fare quello che facciamo per caso: Lucone è un bretone d’adozione che si è formato a Les Glénans e che porta a bordo di Pandora lo spirito dei mari del nord, Luca è a bordo da quando ha quindici anni e questo la dice lunga e quanto a me navigo dal 2006 senza sosta e ho trovato in Pandora la mia vera casa!”

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Questione ormeggi, l’Italia s’è desta?

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porto di otranto

Per anni il problema dei posti barca lungo le coste italiane è parso un dilemma insormontabile: strutture strapiene e costi altissimi in ogni stagione. Adesso sembra che le cose stiano davvero cambiando. Per capirci qualcosa di più abbiamo analizzato il report di Assomarinas (l’Associazione Italiana Porti Turistici, www.marinas.it), presentato anche alla Camera dei Deputati, relativo alla situazione portuale italiana.

TANTI I NUOVI POSTI BARCA
In particolare ci siamo soffermati sui posti barca in costruzione: attenzione, non stiamo parlando necessariamente di nuovi porti, ma in molti casi si tratta di ampliamenti e ammodernamenti di strutture già esistenti.

Partiamo dal totale: sono oltre 19.000 (19.359 per la precisione) i posti attualmente in costruzione. Non deve sorprendere che a guidare questa “classifica” siano le regioni del Sud Italia e le isole, con oltre 10.690 nuovi ormeggi in rampa di lancio: proprio nelle regioni più turistiche c’è ancora molto spazio di espansione per i marina. Poco più di 4.000 invece i posti in fase di realizzazione nel centro Italia, ai quali dobbiamo aggiungere 4530 nel Nord Italia.

Tra le singole regioni, è la Sicilia quella che prevede il maggiore sviluppo del diporto nautico nei prossimi anni, con ben 3880 nuovi posti barca divisi in nove strutture dislocate su tutto il territorio. E non dovrebbe finire qui: sono in fase di progettazione oltre cento nuove strutture, per un totale di oltre 50.000 ulteriori posti barca. Ma per questi dovremo aspettare.

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La famiglia Grand Soleil ci porta al VELAFestival il GS 43 e l’LC 46

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grrrOrgoglio italiano al European Yacht of The Year dove ha vinto nella categoria Luxury Cruiser, LC 46, la barca che ha rivoluzionato e rinnovato l’idea di barca da crociera del Cantiere del Pardo, sarà in banchina a Santa Margherita, dove potrete ammirarla da vicino. Il progetto di Marco Lostuzzi (e design Nauta) ha centrato il bersaglio: una carena performante unita a comodità di alto livello ne fanno un blue water atipico, che sta piacendo in Europa, ma anche oltreoceano.

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GRAND SOLEIL 46 LC: LA NUOVA IDEA DI CROCIERA DEL CANTIERE DEL PARDO
La prima impressione nel vedere un rollbar a bordo di un Grand Soleil è per tutti disorientante. Ed è proprio intorno a questo elemento, costruito di serie in fibra di carbonio, che si sviluppa il centro dell’innovazione di questo quattordici metri. Il trasto della randa fissato sul rollbar permette di liberare il pozzetto dalla scotta, di avere la possibilità di riparare l’intero pozzetto da sole, onde e vento con sprayhood e bimini e di rendere così lo spazio esterno più vivibile e riparato. Rimanendo in coperta altra caratteristica che si nota immediatamente è la “radicale pulizia”: una “barca wireless” ovvero senza scotte e drizze libere in coperta ma tutte recessate e rimandate in zona timoneria. Qui trova spazio una doppia ruota alla quale sono rimandate tutte le manovre su quattro winch elettrici a doppia velocità, disponibili tra gli optional, (due per lato posizionati a una distanza un po’ troppo ravvicinata). Una sola persona, senza bisogno di muoversi dal timone, è in grado di controllare tutte le manovre in solitario, anche il gennaker (fissato a prua sulla delfiniera in fibra carbonio e dotato di sistema “Go Furling”) e il fiocco dotato di rollafiocco Facnor e sistema autovirante di serie (su richiesta è possibile armare una doppia rotaia in tuga per avere anche un genoa al 106%). Un altro aspetto protagonista di questo progetto è stato il comfort a bordo: il pozzetto e le panche non hanno nulla da invidiare a quelle di un cinquanta piedi e inoltre è stata pensata una zona relax anche a prua, dove può essere posizionata una doppia cuscineria protetta dal sole da un tendalino a pantografo recessato. Non mancano ovviamente gli ampi spazi per lo stivaggio, sia in coperta che negli interni: nonostante sotto le panche del pozzetto non siano presenti gavoni, per far spazio alle cabine poppiere, ci sono a disposizione un ampio gavone di poppa e due ulteriori spazi per lo stivaggio al di sotto delle sedute del timoniere. A poppa si apre infine una spiaggetta dai volumi importanti alla quale si accede facilmente grazie a un gradino ripiegabile.

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GRAND SOLEIL 43: L’ALTRA STELLA IN BANCHINA A SANTA MARGHERITA
Il Grand Soleil 43 è frutto del progetto di Claudio Maletto. Dotato di una generosa superficie velica è nato per macinare buone prestazioni in regata (la superficie velica è di 96 mq). U’imbarcazione che ben mostra quell’eleganza sobria e inconfondibilmente italiana che ne fa un oggetto da guardare. Le sue caratteristiche sono velocità, comodità, manegevolezza e bellezza. Una carena con poca superficie bagnata, potenti sezioni di poppa, stile squadrato e spigoloso addolcito da angoli smussati e da superfici curve. Lo scafo e la coperta sono realizzati in sandwich, mentre il ragno interno è in composito di fibra di carbonio per ottenere uno scafo leggero, ma al contempo rigido e resistente alle torsioni.

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Arriva il primo apparecchio acustico per velisti!

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Tutti possono “avere orecchio per il vento”, inclusa quella parte di appassionati di mare che soffre di disturbi dell’udito
. Widex Italia, ramo della società danese leader nel settore apparecchi acustici, ha lanciato Unique, il primo apparecchio adatto alle esigenze dei velisti.

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IL RUMORE DEL VENTO
Oltre ad essere adatto tanto all’altura quanto alle derive, grazie a una sofisticatissima tecnologia software, Unique capta più suoni e al meglio della sua categoria, li purifica da tutti i rumori deboli, li rielabora e li restituisce senza artefatti consentendo, anche nelle situazioni complesse, di trarre benefici di ascolto ottimali. Nello sviluppo di questo dispositivo, grande attenzione è stata data al rumore del vento che, se da un lato costituisce una sorta di piacevole melodia per chi ama la vela, è dall’altro il primo fattore di disturbo per coloro che indossano un apparecchio acustico a bordo. Grazie alla funzione ARV (Attenuazione del Rumore del Vento), il disturbo dovuto alle raffiche si riduce di ben 8.4 dB. Navigando insieme a Unique, diventa più facile recepire in modo chiaro e pulito le chiamate dello skipper, ascoltare i segnali acustici della giuria durante una regata e comunicare con il resto del team.

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Il nuovo apparecchio è dotato di tecnologia wireless ed è in grado di interfacciarsi con telecomandi, tv, computer, riproduttori di musica, tablet e telefoni cellulari ormai divenuti compagni inseparabili anche in barca. L’innovazione tecnologica è da sempre il tratto distintivo di Widex che già nel 1988 ha messo in commercio il primo apparecchio acustico digitale, programmabile con un telecomando; nel 1996 ha creato il primo endoauricolare digitale e nel 2001 ha presentato il primo CIC (apparecchio acustico pretimpanico) totalmente wireless. Lo stesso headquarter dell’azienda, che ha sede a Copenaghen (Danimarca), è un concentrato di tecnologia green: la sede centrale di Widex è l’unica del settore a produrre oltre il 97% del suo fabbisogno energetico con fonti alternative (principalmente energia eolica).

IPOACUSIA, UN PROBLEMA DIFFUSO
In Italia l’ipoacusia è un problema sottovalutato che coinvolge target eterogenei. Secondo lo studio “Anovum Euro Trak 2015”, l’11,7% della popolazione italiana presenta problemi uditivi di varia entità. In questo bacino, la maggior parte dei soggetti (37%) ha più di 74 anni ma sono recentemente aumentati i casi di ipoacusia nei giovani fra i 15 e i 24 anni (dal 3% del 2012 al 4,2% del 2015) e nelle fasce di età intermedie. Proprio queste ultime fasce corrispondono al profilo dei velisti praticanti nel nostro paese.

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FOTOGALLERY Settimana di Alassio, Aurora e Obsession regine

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10366184_10207813296403897_4430431362299167185_n“Non ricordo un’edizione così vivace, agonisticamente parlando, e io sono trent’anni che milito in questi ambienti”. Lo ha detto Ennio Pogliano, presidente del Cnam di Alassio. Si è conclusa la Settimana Internazionale della Vela d’Altura nella cittadina ligure, tradizionale appuntamento d’apertura della stagione d’altura.

TUTTI I VINCITORI
Per quanto riguarda la classifica ORC, dopo tre giorni di regata e cinque prove svolte ha trionfato Aurora, il Canard 41 della coppia Bonomo/Bruno (YC Sanremo) davanti a Obsession, il First 45 di Mario Rossello (LNI Savona). Sul gradino più basso del podio si è piazzato l’IMX 45 Giumat 2 di Flavio Enrico Trusendi (YC Livorno). Passiamo alla graduatoria IRC: la succitata Obsession ha vinto davanti a Orbit, lo Swan 42 di Alberto Franchi (CN Marina di Carrara) e Stella, il Sydney 46 della coppia Fava/Cavalieri (YC Parma).

LE FOTO DI ANDREA CARLONI

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Questo ricco signore fa il giro del mondo da solo. Ma in barca non è tanto bravo

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Un olandese ricco come Paperone farà il giro del mondo in barca.
Pieter Heerema, 64 anni, a capo del gruppo Heerema, uno dei maggiori appaltatori marini a livello mondiale nel campo dell’oil & gas, si sta preparando al Vendée Globe, pur essendo un perfetto profano degli oceani. Fino ad ora ha praticato la vela sui dragoni e sugli RC44, sempre tra le boe. Ora, allenato da Michel Desjoyeaux, prenderà parte all’Everest dei velisti dopo aver comprato la barca nuova di pacca che Andrea Mura si era trovato costretto a vendere per mancanza di fondi. L’avventura che sta per intraprendere il businessman olandese sancisce, in un certo senso, il ritorno dei ricchi “dilettanti” nella vela più dura, quella dove, anche con l’ausilio della moderna tecnologia, si rischia sempre la pellaccia. Mancavano da un pezzo, questi “pazzi benestanti”.

“I DILETTANTI BENESTANTI” AMANTI DEGLI OCEANI
Vi raccontiamo, in breve, altre tre storie di “dilettanti benestanti”, mossi dalla passione verso gli oceani. Due di loro sono entrati nella storia, lo statunitense Weld e il baronetto Chichester. Ma anche l’urologo italiano Edoardo Austoni dimostrò coraggio da vendere…

Schermata 2016-03-21 a 10.39.54PHIL WELD
Il dilettante americano che entrò nella storia della vela… grazie al rollafiocco
Philip Weld, dopo la laurea ad Harvard, diventò un editore di successo. Si innamorò della vela, soprattutto dei multiscafi, e nel 1980, a 60 anni, vinse la Ostar. Il suo segreto? Il rollafiocco, una novità assoluta per quei tempi.

Schermata 2016-03-21 a 10.39.45FRANCIS CHICHESTER
Il primo uomo intorno al mondo nel 1966
Il 65enne inglese, con un tumore al polmone, si imbarca per il giro del mondo in solitario diventando il primo uomo a riuscire nell’impresa. Chichester si era arricchito comprando carte aeree dalla Royal Air Force per poi creare e vendere mappe e strumenti geodetici.

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L’urologo con la passione per l’Oceano
Nello stesso anno della vittoria di Phil Weld, il 1980, prese parte alla Ostar in solitario (a bordo del Chica Boba II) anche il già affermato medico italiano Edoardo Austoni (scomparso nel 2012), poi diventato primario di urologia e andrologia dell’ospedale milanese San Giuseppe.

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Sei armatore di un Dufour? Scopri perché ti conviene venire alla VELA Cup

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La Dufour Cup è il grande evento velico riservato a tutte le barche costruite dal cantiere Dufour nei suoi oltre 50 anni di storia.
Tutti possono partecipare, senza limitazioni di età, senza burocrazia, ne complicazioni tecniche, con classifiche stilate in base alla lunghezza, e premi “quasi per tutti”, insieme alle decine di barche della VELA Cup. Al momento sono già più di dieci i Dufuor iscritti alla VELA Cup e alla Dufour Cup e che ben rappresentano le tante anime del cantiere: si va dal Dufour 34 Performance Baciottinho, Campione Italiano ORC nel 2014 al mitic0 Dufour&Sparks 39.
Perché la Dufour Cup (come la VELA Cup) non è una regata solo per agonisti accaniti, ma tutti possono partecipare senza paura, trattandosi di una veleggiata lungo-costa. Potrete infatti uscire e partecipare a vele bianche come categoria crociera.
Partenza nella mattinata di sabato 7 maggio nello splendido scenario del Golfo del Tigullio, con percorso costiero e passaggio davanti a Portofino con arrivo sul litorale di Santa Margherita Ligure.
Nel pomeriggio terminata la regata, la Dufour Cup si trasferirà negli spazi del VELAFestival, culminando in una grande festa in banchina e nello spazio Hospitality, con la premiazione dalle 19, uno show con musica, un cocktail e un buffet offerto dagli organizzatori.

Rimarrà sicuramente un evento…da ricordare, se avete amici con un Dufour di qualsiasi età e di qualsiasi dimensione, invitateli!

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Per iscriverti basta compilare il form di iscrizione, clicca qui.
Se vuoi invece avere maggiori informazioni sulla DUFOUR Cup e sul programma dell’evento clicca qui.

 

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Stasera su rai 3 un grande film di vela (e Ia nostra top five)

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Questa sera la vela sbarca su Raitre: alle 21.10 è in programma “En Solitaire” (In Solitario) il film del 2013 con Francois Cluzet che narra le vicende di uno skipper “attempato” al Vendée Globe
, che partecipa al giro del mondo in solitario solo perché un altro navigatore si è dovuto ritirare per infortunio. Per lui è l’ultima possibilità di partecipare ad una grande impresa che sembra dover finire male quando scopre dopo solo pochi giorni dalla partenza un clandestino a bordo. Non vi raccontiamo altro per non rovinarvi la sorpresa… Quella che invece vi sveliamo è la nostra top five di film dove la vela è protagonista. Siete d’accordo con noi?

CIAK SI… VIRA. LA NOSTRA TOP FIVE DI FILM SULLA VELA

C_116_articolo_225_articolo1988 – ORE 10 CALMA PIATTA
Il film che ha lanciato Nicole Kidman (in epoca prelifting) nell’olimpo del cinema. Una coppia individua in alto mare una goletta in avaria, dalla quale scende su una scialuppa un giovane, che si rivela subito essere un pazzo psicopatico che ha ucciso tutto il suo equipaggio. Riuscirà a fare lo stesso anche con la giovane coppia?

Wind1992 – WIND
E’ tipicamente americano trasformare in un film di successo una grande sconfitta sportiva. Il film racconta la vita di Dennis Conner, dalla sconfitta in Coppa America nel 1983, alla creazione del sindacato Team Dennis Conner, fino alla rivincita nel 1987. Perché solo chi cade può risorgere.

waterworld-trimaran-sailboat-21995 – WATERWORLD
Kevin Costner è il protagonista (e il produttore) di questo film di fantascienza. Un kolossal girato con un budget mostruoso, inzialmente era stato etichettato come un flop. In realtà, ha guadagnato oltre 100 milioni di dollari netti. Se amate esplosioni ed effetti speciali, fa per voi. Bellissimo il trimarano di Costner!

deep water2006 – DEEPWATER
Seguiamo la tragica partecipazione dell’inesperto Donald Crowhurst alla prima Golden Globe Race nel 1968 contro mostri sacri come Bernard Moitessier e Robin Knox-Johnston. Emozione allo stato puro, tornando agli albori della vela oceanica.

robert-redford-all-is-lost CMYK2013 – ALL IS LOST
Una lotta titanica contro i limiti umani per sopravvivere a bordo di una barca che sta per affondare a 1700 miglia da Sumatra. Una grande interpretazione (muta) di Robert Redford. Un film molto discusso per le “inesattezze” tecniche, ma che nulla tolgono al pathos dell’avventura.

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Scopri la nuova ClubSwan 50 Class on line. Collegati alle 16 per seguire la diretta

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Nasce la nuova classe ClubSwan 50 e a presentare questo nuovo prestigioso progetto saranno direttamente Leonardo Ferregamo, Presidente di Nautor’s Swan, insieme a Jochen Schuemann, presidente della classe. Potrete seguire la diretta dell’evento, che inizierà martedì 22 marzo alle ore 16, direttamente da questo link www.clubswan50.com/class.

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Con il Club Swan 50, il cantiere finlandese inizia le celebrazioni dei 50 anni di attività. Progettato da Juan Kouyoumdjian, l’architetto argentino famoso per aver riportato in auge lo “spigolo” (vittorioso alla Volvo Ocean Race 2005-06 con ABN Amro, caratteristico su barche ultraveloci come, ad esempio, la recente Rambler 88), il nuovo 50′, concepito per fare classe, è un concentrato di design e materiali innovativi senza però perdere quelle “linee” che caratterizzano le barche marchiate con il “cigno” e la facilità di conduzione. .
La classe Club Swan 50 seguirà la regola dell’armatore timoniere e potrà contare su un circuito di regate internazionali in Europa, Nord America e Asia.

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FOTOGALLERY Ti piace la vela? Allora goditi queste!

Vogliamo andare a visitare le isole proibite d’Italia!

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olycom - pianosa - ISOLA DI PIANOSA - IL PORTO

In Spagna, in Francia, in Croazia l’hanno già fatta. In Italia come al solito siamo miopi e sembra che del turismo non ce ne freghi nulla. Stiamo parlando di una riforma generale delle aree protette/parchi marini italiani che consenta, in maniera intelligente, l’accesso ai dipartisti nelle aree “proibite”. Immaginiamoci di poter passare una cima ad una boa e poter passare una notte nelle piccole isole dell’Arcipelago Toscano oggi interdette alla navigazione e allo stazionamento: Montecristo, Pianosa, Gorgona. Esattamente come si può fare a Cabrera, nella piccola isola riserva marina delle Baleari.

P1020139LA SOLUZIONE SAREBBE SEMPLICE
Continuiamo a immaginare: come arriviamo nelle perle nascoste del Tirreno? Semplicemente prenotando su internet la boa. Certo non costa poco, 70 euro a notte, ma è una cifra ben spesa per passare una giornata con la nostra barca in uno dei luoghi più stravolgenti di bellezza del pianeta. Quando arriviamo, mettiamo a cala Maestra di Montecristo, si avvicina un gommone della riserva che ci aiuta a passare la cima nell’occhiello della boa e poi ci consegna un kit che contiene le informazioni sui luoghi da vedere, come rispettare l’ambiente, cosa possiamo e non possiamo fare scendendo a terra. Esattamente quello che succede oggi ancorando (si, ancorando!) nelle Calanques di Marsiglia, in Francia.

UNA MANNA PER IL TURISMO
Il nostro è un sogno, una follia? No, è una realtà che con un po’ di buona volontà, la voglia di azzerare regolamenti cretini, di spazzare via gruppi di piccolo potere, renderebbero fruibili luoghi incantevoli oggi “off limits”, non si sa bene perché. E non parliamo solo delle piccole isole toscane di Montecristo, Pianosa, Gorgona, ma anche di buona parte di Giannutri, Capriaia tanto per rimanere in Toscana. A memoria poi ricordiamo di divieti assurdi nelle isole Egadi e lungo le coste liguri e toscane. Sapete cosa sarebbe poi il risultato di questa liberalizzazione delle aree protette, oltre al fatto che noi diportisti finalmente potremmo visitarle? Ne parlerebbe tutto il mondo, gli stranieri sarebbero incentivati a tenere la barca nei nostri porti e non a tenersi lontani come fanno oggi.

REGOLAMENTO UNICO? UTOPIA
E se poi – ma qui abbiamo le traveggole – venisse emanata una normativa unica per tutte le coste italiane che ci permettesse di ancorare nei pressi delle coste dove non ci sono pericoli perché non c’è un tubo di nessuno, visto che sono raggiungibili solo dal mare, allora noi italiani saremmo da premio Nobel…

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Pasqua in barca? Ecco cinque baie giuste per te!

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pasquaAvete in programma di passare una Pasqua in barca? Eccovi cinque baie giuste per rilassarvi lontani dal tran tran quotidiano immersi in una natura incontaminata.

LE CINQUE BAIE GIUSTE PER LA VOSTRA PASQUA IN BARCA

capo-caccia-e-portoconte1. Capo Caccia e Porto Conte in Sardegna
Il punto più emozionante della costa occidentale sarda, con tappa alla Grotta di Nettuno, fenomeno carsico sotto il promontorio. All’interno gallerie e cunicoli, “sale” e laghi. Area marina protetta, Porto Conte è un vero porto naturale lungo circa 3 miglia, dove rifugiarsi dal maestrale. Un corridoio di transito al centro della rada. Due ormeggi principali: Cala Tramariglio, ad occidente, ancoraggio su fondale di sabbia e alghe di circa 3-5 metri o ai pontili galleggianti. Sul fronte opposto, all’estremità meridionale di Cala Torre del Conte, si trova il Marina di Porto Conte, con circa 250 posti barca.

biodola2. Golfo della Biodola e Viticcio all’Isola d’Elba
Ci siamo stati a gennaio in una giornata con un leggero maestralino e 20 gradi ed era un paradiso. Il Golfo della Biodola, all’isola d’Elba è un ancoraggio fuori stagione che merita assolutamente se il tempo è buono. Un’acqua limpida e cristallina, fondale sabbioso con a vostra disposizione 600 metri di spiaggia di sabbia finissima. è vero, a terra è molto costruita, ma l’abbondanza di locali può tornare utile per un pranzetto sulla spiaggia prendendo il sole. Se poi avete tempo, a pochi minuti, fate un salto anche nell’ansa di Viticcio, più selvaggia e rocciosa, dove si gode, grazie all’esposizione uno dei tramonti più spettacolari di tutto il Mediterraneo.

title_Ponza3. Chiaia di Luna e Cala Feola a Ponza
Fate rotta sull’isola di Ponza, quando la folla estiva è meno di un ricordo. Gettate l’ancora a Chiaia di Luna, la cala e la spiaggia più famosa di Ponza, scendete a terra per percorrere il tunnel di 200 metri dei tempi dei Romani. Poi fate rotta su Cala Feola sul versante di Ponente, con l’unica spiaggia interamente sabbiosa e le piscine naturali del Fontone. Per finire, nelle vicinanze, date la caccia al piccolo scoglio della tartaruga per la sua forma simile, appunto, ad una tartaruga. Dopo una giornata così tornerete sul continente felici di aver visto la vera Ponza. Bellissima.

CS_28_saleccia 34. Baia di Saleccia nel nord della Corsica
A poche miglia dal delizioso porticciolo di Saint Florent, sulla costa nord ovest della Corsica, non si può mancare la Baia di Saleccia, (42°44’N 09°12’E). Sembra di essere in un paradiso tropicale, mai troppo affollata perché da terra è difficile da raggiungere da terra. L’unico problema è che non è molto riparata e se volete passare la notte il tempo deve essere buono. Imperdibile.

le-isole-de-li-galli-15715. Isole de Li Galli (Positano)
Non è un vero ancoraggio, ma essendo un’isola un riparo lo si trova sempre. In compenso è uno dei veri paradisi del Mediterraneo. L’arcipelago de Li Galli (40°35’N 14°26’E) nella penisola sorrentina, a poche miglia da Positano e Sorrento, si visita così: si dà ancora a ridosso dell’isola principale, Gallo Lungo, si sale in cima all’isola e si aspetta il tramonto. Unico.

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SPECIALE USATO I controlli da fare per capire se state prendendo un bidone

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Schermata 2016-03-21 a 15.37.34State valutando l’acquisto di una barca di seconda mano? Il mercato dell’usato ha ritrovato linfa vitale, oggi si possono fare davvero tanti affari (a proposito fate un giro su www.topboatmarket.com, potreste trovare la barca che state cercando). L’importante è, una volta che si trova davanti al modello che si intende comprare, controllarlo a fondo onde evitare brutte sorprese. Per questo abbiamo stilato un vademecum in punti di… controlli fai da te da realizzare a bordo di una barca di serie in vetroresina. Ma prima vi proponiamo un grafico indicativo che vi aiuterà a calcolare da soli il valore del modello sulla base della naturale svalutazione delle imbarcazioni.

VALUTATE DA SOLI IL VALORE DELL’USATO
Schermata 2016-03-21 a 15.15.55
Dopo il primo anno di vita perde il 25/30% del suo valore, poi sino al quinto/sesto anno di vita si svaluta in media di un 5%. Successivamente la barca, sino al decimo anno, perde un ulteriore 2% all’anno. Dopo 10 anni sono le condizioni della barca a contare veramente per valutare il suo valore.

Schermata 2016-03-21 a 15.29.37VADEMECUM: I CONTROLLI FAI DA TE PER EVITARE BRUTTE SORPRESE
1. Coperta Camminare appoggiando bene il peso lungo tutta la coperta, se ci sono flessioni ci potrebbero essere delaminazioni.

2. Sartiame, scotte, drizze Verificare che tutti i cavi metallici non abbiano “spine” che evidenziano rotture di un trefolo. Controllare che la filettatura degli arridatoi sia integra. Se la calza delle scotte e delle drizze in tessile è usurata conviene sostituire tutta la cima.

3. Vele Per quelle “bianche” in dacron controllare le cuciture, ma il vero rischio è che il tessuto sia “cotto” dal sole e dal sale. Per quelle in laminato se c’è una delaminazione il problema è grave.

4. Scafo Il problema principale è l’osmosi e cioè l’assorbimento di acqua nel laminato che si vede ad occhio nudo per la presenza di bolle quando si tira la barca a secco. Problema numero due: la delaminazione nei punti di maggior stress.

5. Boccaporti e oblò Controllo d’obbligo per le guarnizioni. Se il vetro è danneggiato l’intervento è costoso.

6. Winch Quasi sempre se il winch “gira male”, sono solo banali problemi.

7. Coperta in teak Occorre capire qual è lo spessore delle doghe, se la gomma nera si stacca o non copre più la giunzione tra listelli. Attenzione allo stato dei tappini che coprono le viti.

8. Impianto elettrico Controllare se le batterie raggiungono ancora un alto grado di ricarica, verificare se carica bene l’alternatore.

9. Impianto idrico Attivare l’autoclave e verificare che non si attivi anche con tutti i rubinetti chiusi. Se parte vuol dire che c’è una perdita nel circuito.

10. Ossatura di rinforzo Occhio alla giunzione dei rinforzi di madieri e longheroni con la scocca. Se ci sono crepe potrebbero esserci stati urti o stress anomali.

11. Timone La pala potrebbe avere infiltrazioni d’acqua (basta un forellino col trapano per capirlo). Le boccole dell’asse potrebbero essere usurate.

12. Motore Va avviato a freddo per osservare i fumi e la quantità d’acqua di raffreddamento che esce dalla marmitta. Se, anche a caldo, il fumo è bianco, c’è un problema alle fasce: intervento costoso.

13. WC Se ci sono problemi non allarmatevi, si possono facilmente sostituire pompa e membrane.

14. Chiglia Verificare bene attacco del bulbo con lo scafo a prua e a poppa. Stuccature troppo abbondanti potrebbero essere indice di urti violenti con una secca.

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Gianin VI: la vera storia della CULT #plasticfantastic. Venite a vederla sarà al VELAFestival!

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Gianin VIUna storia curiosa quella di Gianin VI, un Hallberg Rassy 41 del 1976  (progetto del 1963) resuscitato dal suo armatore che l’aveva trovato abbandonato con una scarpa dentro una padella, mischiata ad una puzzolente pasta aglio, olio e peperoncino. Adesso Gianin VI è una stupenda barca che si è permessa di vincere per due volte la regata lunga più importante del Mediterraneo, la Giraglia, mettendosi alle spalle tante imbarcazioni di ultima generazione con grande soddisfazione.

Quest’anno, oltre ad essere una delle barche candidate al premio Velista dell’Anno (premio che sarà consegnato durante la serata di venerdì 6 maggio, l’appuntamento è aperto a tutti a partire dalle 19), sarà in banchina come regina delle CULT #plasticfantastic dove festeggerà i suoi primi quarant’anni insieme al suo armatore, a tutto l’equipaggio e agli amici. E domenica 8 maggio alle 14 sarà anche tra le protagoniste del #plasticfantastic Tribute.

Schermata 2016-03-23 a 10.08.52

Questo il racconto “strappalacrime” che ci ha regalato Ciccio Supparo, l’armatore innamorato di Gianin VI, : “Ho comprato la barca a Lavagna nell””86 da un signore Inglese che l’aveva completamente disastrata e abbandonata li’ l’anno prima. In un cassetto della cabina di poppa ho trovato una sola scarpa dentro ad una padella con aglio, olio e peperoncino con gli avanzi della pasta….! ( questa puo’ essere presa come immagine della stato della barca …). Dentro pioveva come fuori, l’acqua era subito sotto i paglioli, il motore era esploso per mancanza di acqua dolce nello scambiatore, le vasche “”nere”” erano piene, non funzionava nessun WC, ecc…. Fuori i boccaporti deformati, la coperta rovinata, le vele ammuffite e scoppiate… Pero’ strutturalmente la barca sembrava sana e l’ho pagate 50.000 sterline cioe’ in quel momento Lit. 99.750.000, cioe’ poco, anche perche’ altro non avevo. ( valore corrente se in ordine Lit. 180 M circa ) Arrivavo da : gommone di mt 2,30 ( avevo 14 anni ), altro di mt. 3,10. Zodiac Mk 2 ( 7000 mg ), Zodiac Mk 3 ( 5000 mg ), Gommone Bat 10 mt 5,60 ( leggendario…8000 mg ) , motoscafo Akis CB mt, 6,20 ( mg. 15000 ), pilotina olandese 32′ lenta ( a 9 knts 36.000 mg. oggi a Sanremo in semidisarmo …) queste ultime due di mio padre con cui navigavo sempre. GIANIN, e’ l’Hallberg Rassy 41 no. 39 del 1976 di 104 costruite, l’ultima nel 1989. Oggi disloca in assetto di navigazione ( ..con vino ) circa 16 ton mentre il cantiere parlava di 11,5 e lo stazzatore inglese precedente 14,75. Ci vivo nei week end e ci navigo appena posso. Abbiamo fatto la Giraglia nel 2004 ( 53° assoluto ) e le regate dell’Hallberg Rassy nel 2005 ( 3° ) e nel 2006 ( 5° ) oltre a regate con i Fratelli della Costa, nel Tigullio, e … della pizza.. Poi le due grandi soddisfazioni : due vittorie in ORC niente po’ po’ di meno che alla lunga della GIRAGLIA, nel 2011 e nel 2015 ! E in piu’ non di classe, ma Over All, con un’infinita’ di barche dietro nel 2015, anche in reale ! Ogni anno cerco di allungare un po’ le vacanze per viverla un po’ di piu’ d’estate, perche con Lei ( la maiuscola mi e’ venuta spontanea ) … ci sto proprio bene..! Comunque la barca non e’ fatta per la bolina, ne’ per l’onda formata di prua, ma appena allarghi, e di li’ in poi, e’ come essere in una pantofola calda e amica…e per questo …la adoro!! Oggi la barca e’ “”vecchia”” e per quanto la si possa amare, non puo’ valere piu’ molto, ( negli anni ho speso ben di piu’ nelle sole ristrutturazioni ) ma, anche per questo motivo, ma soprattutto perche’ e’ ormai di famiglia,…. non si vendera’ ! GIANIN, mia adorata fidanzata galleggiante, accetta un augurio di “BUON VENTO” dal Tuo innamorato armatore !”

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Spirito francese al VELAFestival: Centurion 57 Wauquiez e RM 8.90

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velafestivalGrande colpo di coda francese, i nostri cugini d’oltralpe sono sempre più protagonisti a Santa Margherita: oltre a Jeanneau, Beneteau e Lagoon al VELAFestival arrivano anche Wauquiez con il Centurion 57 e Fora Marine con l’RM 890. Andiamo a vedere da vicino che barche sono.

Schermata 2016-03-23 alle 15.18.59CENTURION 57
Potente, elegante, robusto, in grado di fornire prestazioni da barca da regata e nel contempo di offrire il massimo comfort in crociera, il Centurion 57 si propone come la quintessenza dell’expertise Wauquieznell’ambito delle imbarcazioni di fascia alta per velisti esigenti. Il Centurion 57 è sicuramente una barca costruita con attenzione, confortevole e rifinita nei minimi dettagli e offerta a un prezzo ragionevole. Nel disegnarlo Berret e Racopeau si sono ispirati al vecchio Pilot Saloon 55, regalando allo scafo un’anima “senza tempo”, con un cuore da vera barca da crociera, più versatile che tirata, con interni caldi e progettati per navigare in tranquillità. Una barca veloce, con un piano velico interessante ed equilibrato: la randa di 87 metri quadri si associa a un genoa avvolgibile di 65 mq. Per consentire all’armatore di divertirsi anche con ariette leggere, ecco la presenza di un Code Zero di 98 metri quadri. I winch sono posizionati ergonomicamente per essere facilmente utilizzati anche dal timoniere. Gli interni prevedono tre cabine, di cui quella armatoriale a prua. Il quadrato sfrutta correttamente il baglio e risulta molto luminoso grazie alle finestrature sulla tuga.

RM 890 
11280x960Uno sguardo al”oceano e uno alla facilità di manovra in tutte le condizioni. Questi i due binari sui quali corre la filosofia del nuovo RM 890 del cantiere francese Fora Marine, specializzato nella progettazione di imbarcazioni “corsaiole” ma con caratteristiche che ben si adattano anche alla crociera.
Peculiarità di questo monoscafo è quella di avere la possibilità di scegliere la chiglia in due diverse versioni: bichiglia, con un pescaggio inferiore, ideale quando l’escursione di marea è ampia e lascia in secco le imbarcazioni o monochiglia per ottenere il massimo delle prestazioni e consigliata per chi naviga in Mediterraneo. La RM 890 è inoltre una barca che si fa notare per la forma che ricorda i monotipi 60 Open e VOR che regatano nei giri del mondo.
Il cantiere francese di La Rochelle, evidentemente ricco di esperienza nella progettazione di barche oceaniche, ha pensato gli spazi, le soluzioni tecniche e la vivibilità in funzione di lunghi periodi di permanenza a bordo nei quali sia previsto anche navigare in condizioni difficili dal punto di vista meteo. Tanti sono gli elementi positivi che certamente uno skipper navigato può apprezzare, inoltre, la barca naviga bene a tutte le andature e la disponibilità di vele di prua differenti permette sempre di trovare il giusto assetto in funzione delle condizioni meteo. Lo scafo, progettato da Marc Lombard, è costruito in compensato marino con epossidica, una garanzia di leggerezza, rigidità e solidità.
Sottocoperta si ha una visibilità panoramica a 180° ideali per le navigazioni in cattive condizioni meteomarine. La facilità di utilizzo dell’imbarcazione, anche in equipaggio ridotto, è assicurata da diverse caratteristiche tra le quali la larghezza della carena sino a poppa che rende la barca stabile, ne riduce lo sbandamento e il rollio, permettendo inoltre di avere molto volume interno.

 

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Diventare ricco trafficando droga in barca. Peccato che ti arrestano!

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drocaL’ultimo caso riguarda una barca a vela di un vecchio Beneteau di circa 45 piedi con 506 chili di cocaina, per un totale di 100 milioni di euro potenziali, fermata a Capo Verde in questi giorni: la droga era destinata al mercato emiliano. Sono scattate le manette per sei persone (tra cui due italiani, un 48enne di origine bolognese ma residente a Riccione, Maurizio Rossi, bloccato a Barcellona e Maurizio Radoni, 44enne di Ravenna), tra le quali le due persone a bordo dell’imbarcazione ovvero lo skipper spagnolo e un brasiliano. Per evitare che la droga venisse trovata hanno tentato di dar fuoco all’imbarcazione, provocando il ferimento di due agenti della polizia e ustioni sul corpo dello stesso skipper.

GUARDA IL VIDEO DEL SEQUESTRO

Ma il caso è soltanto il più recente di una lunga lista. Trasportare droga in barca a vela, purtroppo, è un business in crescita. 

foto_499462_550x340I NUOVI “ESCOBAR DELLA VELA”
Un vero boom secondo gli investigatori antidroga di tutt’Europa. Un rapporto riservato traccia l’identikit dei nuovi narcotrafficanti di cocaina del terzo millennio: sono 35/40enni europei con un passato di manager, dirigenti, finanzieri e piccoli imprenditori che, a causa della crisi, perdono il posto di lavoro o sono costretti a chiudere la propria attività.

Li accomuna la passione per la vela e la capacità di saper condurre un’imbarcazione per lunghe navigazioni oceaniche. Ecco chi sono gli skipper della droga di questo inizio millennio, persone insospettabili che usano come paravento il fatto di prendere un periodo sabbatico alla ricerca di una vita semplice nella natura in attesa dell’uscita dalla crisi economica. In realtà questi soggetti, precisa il rapporto che gira negli ambienti della EMCDDA (agenzia europea della droga), decidono di intraprendere una vera e propria attività criminale, attirati dalla possibilità di arricchirsi illegalmente, di fare “il colpo grosso” reinvestendo poi i proventi del commercio della cocaina in attività lecite. Il caso del sequestro dei 40 chili di cocaina avvenuto a Maiorca è infatti un’operazione di piccolo cabotaggio.

I CASI NOTI
Casi noti e clamorosi sono quelli dello Jongert Blaus VII di proprietà dello skipper padovano Mattia Voltan, sequestrato dalle autorità portoghesi che aveva trovato ben due tonnellate di cocaina appena giunta dal Venezuela o del francese Stèphane Colas, che ha iniziato stipando la sua imbarcazione con 400 kg di cocaina sulla rotta dal Venezuela a Madeira, alle Canarie, fino a quando non è stato beccato dalla polizia spagnola.

I CONTROLLI SONO POCHI
Per pochi che vengono “pescati”, centinaia di skipper trafficano cocaina con barche a vela usate partendo dai porti di Brasile, Perù, Colombia e Venezuela per approdare lungo le coste spagnole e, recentemente per eludere i controlli sempre più stringenti, approdano in Africa, dove esistono veri e propri depositi attrezzati di tutto punto. Una sorta di base di stoccaggio ideale, perché i controlli sono pochi, e la corruzione è diffusa». Così Capo Verde, Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio sono le nuove destinazioni degli skipper della droga. Il sistema più sicuro è questo: si giunge al largo delle Isole Canarie, di capo Verde e delle Azzorre per essere trasbordata su battelli da pesca provenienti dai porti africani.

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QUIZ: 10 domande per sapere se a bordo sei una schiappa o no

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quizCari velisti, è giunto il momento di mettervi alla prova. Sapreste rispondere correttamente a tutte e 10 le domande che vi poniamo qua sotto? Scoprite se siete dei perfetti marinai o delle schiappe senza speranza! Buona fortuna! In calce, scorrendo lo schermo, troverete le risposte e i profili corrispondenti al numero di risposte corrette. Vi consigliamo di non fregare andando a curiosare sul web: ingannereste soltanto voi stessi!

QUIZ – “VELA” SENTITE DI RISPONDERE? 

1. Il genoa avvolgibile ha la bugna posta più in alto, perché:
A) per ottimizzare il flusso alle andature portanti
B) per una riduzione omogenea del tessuto
C) per diminuire lo sbandamento con vento forte

2. Il bordo poppiero di randa o genoa è chiamato:
A) bugna
B) base
C) balumina

3. Tra elica a pale fisse, orientabili o abbattibili, qual è quella con la minor efficienza a marcia indietro?
A) A pale fisse
B) A pale orientabili
C) A pale abbattibili

4. Se navigando di bolina il vento passa da 10 a 20 nodi, la pressione sulle vele:
A) triplica
B) raddoppia
C) quadruplica

5. Navigando con mare grosso di poppa è meglio che le onde colpiscano lo scafo:
A) sulla fiancata
B) al giardinetto
C) sullo specchio di poppa

6. Nell’ultima edizione della Coppa America Oracle (partner ufficiale TAG Heuer) ha battuto New Zealand con quale punteggio:
A) 7 a 6
B) 9 a 8
C) 5 a 4

7. Il vento apparente rispetto al vento reale si presenta:
A) sempre più a prua
B) sempre più a poppa
C) sempre maggiore

8. Quando un’ ancora non tiene sul fondale si dice che:
A) agguanta
B) ara
C) fa testa

9. All’andatura di gran lasco, il vento rispetto alla rotta giunge con un angolo di circa:
A) 90°
B) 150°
C) 180°

10. Quando una barca viaggia alla sua velocità critica cosa provoca l’incontro tra l’onda di prua con quella di poppa:
A) uno smorzamento del moto ondoso
B) la formazione di scia
C) un’onda alta il doppio
SCORRI IN BASSO PER VEDERE LE RISPOSTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE RISPOSTE CORRETTE
1. B
2. C
3. C
4. C
5. B
6. B
7. A
8. B
9. B
10. C

CHE TIPO DI VELISTI SIETE?
1-3 RISPOSTE GIUSTE: “LA RANDA E’ UN PESCE”
Sei un perfetto profano dei mari. Credi che la randa sia un pesce, per te il vang è una modello di auto tedesco. Potrai migliorare con qualche buona lettura e un corso di vela!

4-6 RISPOSTE GIUSTE: “MARINAIO IN ERBA” Hai ancora molto da imparare, ma sei sulla buona strada. Ancora non sei in grado di avventurarti in navigazioni impegnative, ma percorri ancora qualche miglio e studia di più. Presto potrai diventare un marinaio provetto.

7-9 RISPOSTE GIUSTE: “VELISTA COMPLETO” Sulla carta sei preparato: se alla teoria corrisponde la pratica (e se non hai utilizzato wikipedia o altre fonti web per rispondere) sei un marinaio completo.

10 RISPOSTE GIUSTE: “TABARLY DE NOANTRI” Sei un velista esperto, in grado di far fronte a tutti i problemi durante la navigazione. I tuoi amici ti considerano con grande rispetto e qualcuno ha azzardato a soprannominarti il “Tabarly de Noantri”. Ma non sederti sugli allori. In mare, come nella vita, non si smette mai di imparare.

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Quella volta che John Lennon si ritrovò al timone in una burrasca

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John Lennon x sitoIn questo annus orribilis della musica, in cui tante star internazionali ci hanno lasciato, vogliamo ricordare invece un aneddoto che lega la vela a uno dei “big” più influenti di tutti i tempi, John Lennon. L’ex Beatles, negli anni ’70, si stabilì con Yoko Ono a Long Island, in una casa sul mare. Fu nelle fredde acque newyorchesi che gli venne il pallino per la vela: comprò una piccola deriva in un cantiere locale da tale Tyler Coneys, che gli insegnò a veleggiare. Desideroso di mettersi alla prova in una navigazione più impegnativa, chiese a Coneys di organizzargli una crociera verso le Bermuda: quest’ultimo gli trovò il Megan Jaye, un Hinckley 43 dotato di pozzetto centrale, sul quale Lennon si imbarcò il 4 giugno da Newport in compagnia di tre amici e dello skipper Hank Halsted.

SORPRESO DALLA TEMPESTA…
Non si trattò di una navigazione facile: a metà delle 650 miglia che separano la costa dall’arcipelago delle Bermuda, durante il terzo giorno, Lennon e compagni furono sorpresi da una burrasca, con punte di 60 nodi. Lo skipper, sfinito, si vide costretto a lasciare il timone al neofita John, mentre il resto dell’inesperta ciurma era in preda al mal di mare.

John Lennon alle Bermuda con il figlio Sean

John Lennon alle Bermuda con il figlio Sean

… RITROVO’ LA VENA CREATIVA
Lennon si dimostrò valevole marinaio, e l’esperienza maturata gli servì a ritrovare fiducia in sé stesso e quella vena creativa perduta da mesi. Dopo circa 50 giorni alle Bermuda (in particolare, si innamorò di Fairyland Creek, l’insenatura delle Fate) aveva già sfornato tutte le canzoni che andarono a comporre il suo ultimo album, Double Fantasy, uscito due settimane prima della sua morte per mano del fanatico Mark Chapman, avvenuta l’8 dicembre 1980.

PER SAPERNE DI PIU’
Per chi volesse saperne di più del soggiorno di Lennon alle Bermuda, esiste una app-album, chiamata “John Lennon: The Bermuda Tapes“, che racconta in modo coinvolgente l’amore tra l’ex componente dei Fabulous Four e l’arcipelago atlantico, tramite rari demo musicali e illustrazioni.

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Tutte le barche sono protagoniste alla VELA Cup. Perché conviene venirci con i tuoi amici

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Le più piccole, lunghe 4,23 metri, sono due Laser. La più grande, 92 piedi, misura 29 metri e si chiamaWhitefin. In mezzo ci sono già altre 90 barche di ogni genere, a 45 giorni dal via il 7 maggio verso le 11. A dimostrazione che la VELA Cup è veramente la regata per tutti, la più affollata del Tirreno. E’ laregata/veleggiata che fa convivere in un percorso costiero (ma ci sarà una bella bolina e una vera poppa) nel Golfo del Tigullio, la barca ultracomoda da crociera con il superacer ultimo grido. Parlando di abilità, l’equipaggio che si vuole divertire e non ci fa una malattia se non arriva primo con chi, invece, ci tiene a passare primo in boa.

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Parlando di categorie, c’è posto per tutti i tipi di barca. Come saprete di sicuro, non è necessario avere un complicato e costoso certificato di stazza. Alla VELA Cup quello che conta è la lunghezza fuoritutto della barca. E sappiatelo, crocieristi comodosi o regatanti accaniti, in nome della sicurezza, la linea di partenza sarà lunga in modo sufficiente da farvi partire tutti senza rischi.
Spulciando tra i già 100 iscritti (quest’anno si punta ai 200 partenti che lo scorso anno sono stati 148) potrete trovare veramente di tutto. E’ questo lo spirito della regata più affollata e divertente del Tirreno.
Ma il bello della VELA Cup è anche che ci sono tante barche uguali o dello stesso cantiere, quindi si può innescare una regata nella regata.
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A partire dalla Dufour Cup, per tutte le barche del cantiere francese. O, ad esempio, 7 barche sono già iscritte tra iGrand Soleil. Ma ci sono anche flotte consistenti di Beneteau (10 barche), Jeanneau (7 barche), X Yacht (7 barche),Swan (5 barche). Ci sarà poi una classifica dedicata con premi per le barche a noleggio, GlobeSailor mette in palio un weekend in barca a Venezia per la migliore barca charter. E se la barca non ce l’hai ma vuoi partecipare o se ti mancano persone per completare il tuo equipaggio iscriviti alla nostra bacheca online Cerco/Offro Imbarco.
Un’altro motivo che rende unica la VELA Cup è l’emozione di navigare insieme a barche mitiche. Come il primo Moro di Venezia di 27 metri, capostipite dell’epopea delle barche più famose d’Italia, oppure con la più vecchia delle partecipanti, il Lona II un cutter di 11 metri del 1905. Qualche altra chicca che rende orgogliosi chi condivide la regata? Il glorioso #plasticfantastic Gianin VI, un Hallberg Rassy 41 del 1976 vincitore di due edizioni della Giraglia. Oppure ilmaxi Ourdream (25 metri) che al timone annovera il velista mito della vela moderna, Mauro Pelaschier.
Potrete ammirare anche alla sua prima uscita la barca perfetta da crociera, il Vismara 56 Twin, disegnato da Mark Mills. Oppure incrocerete il tecnologico campione mondiale in carica Mini Maxi, il 19 metri Supernikka.
Ma la VELA Cup non è solo la regata dove ammirare le barche famose, ma anche rivedere in gara barche, le#plasticfantastic che negli anni ’70 e 80 hanno spopolato, barche ancora sulla breccia come gli Show 29, i Comet o prototipi in legno come il 10 metri Birbona, un violino costruito a Trieste o l’Aurora, supervincente dopo 15 anni di regate sulle spalle.
E parliamo anche di premi, gli organizzatori stimano che le barche premiate saranno più di 50, visto che ci sono classifiche separate per chi naviga a vela bianche (randa e fiocco) o con lo spi/gennaker. Ma nessuno saprà se riesce ad aggiudicarsi un coppa sino al momento della premiazione, che sarà alle 19 di sabato 7 maggio nella spettacolare area eventi sul porto di Santa Margherita Ligure. Un consiglio quindi, conviene esserci tutti alla premiazione, anche perchè poi c’è un bicchiere di vino e un piatto caldo per tutti, sconfitti compresi. Per il vestiario infine, non preoccupatevi, non c’è bisogno dello smoking, basta indossare la stupenda T Shirt che si trova all’interno della Gift Bag della Musto, in dotazione ad ogni barca iscritta.
Cosa aspettate, se non l’avete già fatto a inviare la vostra partecipazione?

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TOP TEN In banchina sto come a casa

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Durante la vostra crociera estiva, a meno che non siate dei “selvaggi da rada”, dovrete mettere in conto di passare un po’ di tempo ormeggiati nei vari porti.
Dato che siete in vacanza, attrezzatevi in modo tale che anche la vostra permanenza in banchina non sia priva di comodità: a cominciare da internet a bordo, passando per soluzioni che vi consentano di salire e scendere dalla barca con maggiore facilità e sicurezza (un fattore fondamentale se avete bambini a bordo) fino all’aerazione degli spazi sottocoperta, un fattore che, se sottovalutato, vi farà sudare sette camicie quest’estate!

luxbomaLUXBOMA
Brevetto dell’italiana Binding Union, LuxBoma è una doppia luce da pozzetto (quella principale bianca e quella di cortesia rossa) a LED: la particolarità di questo prodotto è che non va appeso, ma incassato nella scanalatura del boma. I corpi luce sono stagni secondo lo standard IP67 e realizzati in alluminio anodizzato: hanno una durata garantita di 30 mila ore. Prezzi da 170 euro. www.webnautica.it

bicicletta-pieghevole-marinerBICI PIEGHEVOLE MARINER
La bicicletta pieghevole Mariner è uno dei “classici” da pontile, in virtù del suo peso ridotto (12 chili) e del fatto che bastino solo 10 secondi per richiuderla grazie a un sistema esclusivo e brevettato. Le dimensioni della bici piegata sono 77x58x28 centimetri: potrete alloggiarla sottocoperta o addirittura in un gavone dedicato. Monomarcia, ha le ruote in lega leggera da 16”x1,75” e telaio in acciaio al carbonio verniciato con resine epossidiche. Prezzo: 330 euro. www.nauticplace.com

caframo ventilatoreCAFRAMO TAKU
Taku di Caframo è un ventilatore girevole che si applica ai boccaporti attraverso delle ventose e che viene alimentato direttamente dalle batterie della barca. Ottimo da utilizzare in porto nelle giornate senza vento e assolate quando sottocoperta la temperatura si fa insopportabile. La sua capacità è di 14 metri cubi al minuto: potrete ricambiare l’aria di una barca di 12 metri in 10 minuti. Prezzo: 264 euro. www.mazzeonautica.it

air-gangwayAIR GANGWAY
Se volete disporre di una passerella più larga del normale, per salire e scendere comodamente dalla barca, potrete optare per una passerella gonfiabile Air Gangway. Arriva fino a 75 cm di larghezza (con modelli personalizzati larghi fino a 100 cm) e ha una portata di 200 chili: quando non vi serve più, la sgonfiate (gonfiatore e sacca inclusi) e la riponete in un gavone! Prezzi da 1.360 euro. www.airgangway.com

Gangway_polymer_4PASSERELLE POLYMER
Le passerelle prodotte dalla slovena Polymer sono realizzate in carbonio composito di alta gamma: sono disponibili sia nella versione fissa da 2,2 metri che in quella pieghevole (2,2 e 2,8 m) e pesano davvero poco (8 kg la fissa, 8,5 kg quella pieghevole da 2,2 m). In più presentano molti altri vantaggi: sono galleggianti e dotate di superficie antiscivolo, tutti i materiali sono trattati con protezione ai raggi UV e le porzioni laterali hanno un sistema antigraffio. Vengono fornite con inclusi tutti i raccordi necessari all’installazione. Per tutti i modelli la capacità di carico stimata è di 300 kg. Prezzi da 770 euro. www.nauticplace.com

u-cleat-1UNIMER U-CLEAT
Per evitare strattoni che pregiudichino la resistenza delle cime, potreste optare per un compensatore in gomma. U-Cleat è realizzato in gomma EPDM con inserti in poliammide rinforzata con fibra di vetro sagomati assieme alla gomma stessa. Facile da inserire e da togliere, il compensatore può essere applicato facilmente anche su una cima dotata di occhiello impiombato o redancia a entrambe le estremità. Prezzi da 25,90 euro. www.accastillage-diffusion.it

tavolo-pozzettoTAVOLO DA POZZETTO
Un buon tavolo da pozzetto vi consentirà di organizzare pranzetti e cene luculliane in porto come se foste a casa vostra. Senza andare troppo sull’elaborato, un modello in acciaio inossidabile come quello che vi mostriamo (con gambe richiudibili, alto 70 cm e con piano da 113×72 cm) farà al caso vostro. Costa di più rispetto ai modelli in alluminio ma non si deteriora. Prezzo: 218,34 euro. www.nauticplace.com

Captifi-ZoomANTENNA CAPTIFI
Progettata per risolvere il problema di copertura WiFi in barca quando si è ormeggiati in porto, Captifi è un’antenna ripetitrice piccola, compatta e potente alimentata completamente tramite porta USB. L’antenna è totalmente impermeabile e può essere montata a filo in coperta. Prezzo: 229 euro. www.nauticplace.com

manicaMANICA A VENTO
Alta 185 cm, questa manica a vento è la soluzione ottimale per stare freschi. Consente una ampia ventilazione, ed è universale sia per scafi a vela che a motore, adattabile a qualsiasi passo uomo o scafo. Completamente in nylon colorato. Smontabile in pochi secondi, viene venduta completa di custodia Prezzo: 54,35 euro. www.nauticplace.com

fender2step2FENDER 2 STEP
L’idea è semplice quanto geniale. Perché non sfruttare i parabordi come aiuto per salire in barca? Questo è il concetto alla base del Fender 2 Step, prodotto dalla danese Dan-Fender: si tratta di un parabordo in PVC dotato di un foro centrale e di due attacchi laterali che garantiscono una maggiore stabilità. www.fenderstep.com

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