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VIDEO Tita-Banti, bronzo col… botto! Ammazza come volano questi due!

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titaTutti volano, ma qualcuno vola meglio degli altri al Mondiale Nacra 17 di La Grande Motte, nella sua nuova configurazione con i foil (guarda i problemi che sta affrontando la classe QUI). Ruggero Tita e Caterina Banti (SV Guardia di Finanza/CC Aniene) conquistano il bronzo dopo la vittoria agli Europei di Kiel. E dire che il terzo posto, all’equipaggio azzurro, sta pure stretto: la leadership durante il Campionato è stata spesso dell’equipaggio italiano, che si è presentato nella medal race (quella riservata ai migliori dieci della classifica) in testa: ma la vela, si sa, è imprevedibile. Vediamo cosa è accaduto nella medal.

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Ruggero Tita e Caterina Banti tra il tecnico federale Gabriele Bruni e il DT della Federvela Michele Marchesini

UN ERRORE PAGATO CARO
Le condizioni erano ideali per loro, avevano già realizzato un secondo ed un terzo posto nelle ultime finali della mattina con venti nodi, partiti bene erano secondi alla prima boa di bolina subito dietro agli spagnoli Iker Martinez e Olga Maslivets, quando le imbarcazioni si sono “agganciate”: erano appena sotto la layline della prima boa, quando Tita ha virato mure a sinistra con l’intenzione di fermare la barca prua al vento e lasciar sfilare Iker Martinez che arrivava mure a dritta. Il contatto è stato inevitabile e gli italiani hanno scontato un 360 di auto penalizzazione, ma non sono poi riusciti a concludere la prova perché parte del sartiame era sotto gli scafi e rallentava notevolmente la velocità della barca. Questo il podio al primo Mondiale dei Nacra17 con foil: medaglia di bronzo per Ruggero Tita e Caterina Banti, dietro agli spagnoli Fernando Echavarri con Tara Pacheco e ai Campioni del Mondo Ben Saxton con Katie Dabson (GBR).

GUARDA COSA E’ SUCCESSO (DA MIN 2:39, TITA BANTI SULLA DESTRA)

GLI ALTRI AZZURRI
Si sono difesi bene anche gli altri equipaggi italiani, tre su quattro erano in Gold Fleet, Vittorio Bissaro con Maelle Frascari (GS Fiamme Azzurre/CC Aniene) hanno chiuso dodicesimi con ben tre vittorie nella serie, un ottimo risultato se si considera che il team si è formato poco prima degli Europei di fine luglio. Anche Lorenzo Bressani con Cecilia Zorzi (CC Aniene/Marina Militare Italiana) non corrono insieme da molto tempo, e terminano il loro primo Mondiale al ventunesimo posto dopo aver esordito la serie con una vittoria. Sono nei primi trenta anche Erica Edda Ratti e Francesco Porro (Centro Velico 3V/CC Aniene), quarto equipaggio italiano in gara ed unico a regatare le fasi finali della Silver Fleet, sono ventinovesimi.

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Tutte le novità dal Cannes Yachting Festival: le “piccole” da 9 a 11 metri

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Buongiorno dal Cannes Yachting Festival! La stavamo aspettando ed eccola qui, la stagione dei Saloni è iniziata e si annuncia frizzante con molte novità un po’ su tutti i segmenti di mercato. La buona notizia è che anche i cantieri italiani saranno protagonisti con diversi modelli nuovi. La nostra redazione è già in Costa Azzurra e stiamo iniziando a curiosare tra gli stand ancora in allestimento. Vi presenteremo giorno per giorno tutte le barche che vedrete in questo salone e poi anche a Genova. Partiamo dalle piccole, dalla fascia 9-11 metri, un segmento dove le sorprese non mancheranno.

 

TOFINOU 10

Torna alla ribalta il cantiere che ha rivoluzionato il concetto di daysailer e lo fa con questo nuovo dieci metri. ha interni che si prestano anche a brevi crociere, tutti giocati sul concetto di open space, dove spicca un grande uso del mogano negli arredi. La carena è firmata, come per tutti gli altri modelli del cantiere, dalla coppia Joubert-Nivelt e la barca è stata concepita per poter essere governata tranquillamente da una sola persona. Lungh. 9.9 m; largh. 3,4 m; pesc. 2,0; disloc. 4200 kg www.tofinou.com 

HALLBERG RASSY 340 

Questa imbarcazione è la sintesi più completa della nuova era di Hallberg Rassy: doppia ruota, doppia pala del timone, delfiniera integrata, plancetta di poppa. Il nuovo HR 340, caratterizzato da pozzetto poppiero, sostituirà il 342, ed è stato disegnato, ancora una volta, dallo studio di German Frers con linee molto classiche. La carena è profonda e tonda e la superficie bagnata importante offre una grande stabilità e la tradizionale morbidezza di passaggio sull’onda delle barche di questo cantiere. Lung. 10,36; larg. 3,47; pesc. 1,90; sup. vel. 63,7 mq. www.hallberg-rassy.it

ITALIA 9.98 CLUB

L’Italia 9.98, disegnata da Matteo Polli, trova un nuovo look per ammaliare anche chi si sente crocierista oltre che regatante: la grande novità si chiama Italia Yacht 9.98 Club. La timoneria a doppia ruota sostituisce la tipica barra da regata. Una delfiniera aggressiva e slanciata ne prolunga la prua. Il teak in pozzetto ne può ingentilire il design.  Lung. 10,3 m; larg. 3,54 m; disloc 4,55 t; pesc. 1,9; sup. vel 70 mq. www.italiayachts.it

DEHLER 34

Il nuovo Dehler 34 è un performance cruiser di lusso, che abbina prestazioni da racer ad una spaziosità,tipica di un cruiser. è questo che caratterizza da sempre i Dehler. Ma c’è qualcosa di nuovo. La struttura “Carbon Cage”, una gabbia di irrigidimento in carbonio, rende lo scafo, costruito in sandwich di vinilestere, estremamente rigido e più resistente alla torsione rispetto alle costruzioni tradizionaliLungh. m 10,70; Largh. 3,60 m; Pesc. 1,95/2,10 m; Disloc. 5900 kg www.nautigamma.it

 

Grand Soleil 34

Negli anni Settanta il Cantiere del Pardo ha lanciato uno scafo destinato a diventare un pezzo di storia della vela: il Grand Soleil 34. Quello che è successo con il rilancio della 500 sta per succedere con il nuovo Grand Soleil 34. Nato da un progetto a cui hanno collaborato lo studio di progettazione Skyron Srl e il Cantiere del Pardo, questa imbarcazione, è orientata anche ai campi di regata e sarà ottimizzata per vincere in IRC ma anche per crociere sportive.  Lungh. 10,70 mt; largh. 3,60 mt; disloc. 4900 kg; pesc. 2,18 mt; sup. vel. 71 mq. www.grandsoleil.net

HANSE 348   

Il 348 è il più piccolo degli scafi della nuova linea del cantiere Hanse ma presenta comunque alcuni dettagli proprio dei fratelli maggiori:  la struttura piatta del ponte di coperta ha un effetto ancora più sportivo e la finestratura panoramica del salone posizionata in obliquo dona alla barca un aspetto innovativo. Progettato da Judel/Vrolijk è caratterizzato da timoni pre-bilanciati e chiglia a L. Lung. 10,40 m; larg. 3,55 m. www.ciniwebster.it

FIGARO 3

Una delle grandi novità dell’anno, la prima barca di serie dotata di foil, sarà presentata ufficialmente al grande pubblico durante il prossimo Salone di Parigi, a dicembre. Con questo monotipo progettato dallo studio VPLP si correrà la mitica Solitaire. L’innovazione tecnologica non si ferma però ai foil,  anche la carena, libera dai ballast, sarà più performante.  Lung. 10,85 m; larg. 3,4 m; disloc 2,9 t; www.beneteau.com/it

HANSE 388

Lungo 11,40 metri, l’Hanse 388 viene presentato a Cannes e segue la filosofia easy sailing del cantiere: fiocco autovirante, drizze rimandate alla ruote del timone, piano velico gestibile anche da una sola persona e diverse opzioni per la chiglia, che può essere più o meno profonda. Sottocoperta ha un layout a due o tre cabine, con un solo bagno. Lung. 11,4 m; larg. 3,9 m; disloc 8,66 t; pesc. 1,62; sup. vel 72 mq. www.ciniwebster.it

 

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Coppa America: c’è l’accordo, tornano i monoscafi ma con i foil

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Il 60 piedi su cui si correrà la Volvo 2019, il cui concept potrebbe ispirare i prossimi Coppa America

Li avete chiesti a gran voce e pare proprio che stiano per tornare. Dopo l’annuncio sul vincolo di nazionalità (Leggilo QUI), i monoscafi alla prossima Coppa America sono realtà ma attenzione cari amici nostalgici perché le barche in arrivo potrebbero non essere come quelle che state immaginando. A confermare l’abbandono dei catamarani è stato, in un’intervista al quotidiano La Stampa, lo stesso boss di Prada Patrizio Bertelli. L’intesa con Team New Zealand è stata trovata e pare proprio che fin dalla preparazione della campagna vittoriosa dei kiwi ci fosse un accordo che prevedesse il ritorno ai mono in caso di vittoria neozelandese.

Un team di progettisti è a lavoro, sotto la supervisione del design coordinator Dan Bernasconi , per sviluppare il progetto e la box rule della nuova barca di cui conosceremo maggiori dettagli verso la fine di settembre 2017. Praticamente certa la presenza dei foil e questa sarebbe una delle condizioni desiderate da Team New Zealand che Luna Rossa accetterebbe di buon grado. Secondo una nostra fonte gli studi in corso sono concentrati su una misura intorno agli 80 piedi. I kiwi vogliono conservare il vantaggio nello sviluppo delle forme acquisito in questa Coppa. Luna Rossa, avendo collaborato in termini tecnologici con i kiwi nell’ultima America’s Cup, ne gioverebbe.

C’è un altro importante indizio che va decisamente nella direzione monoscafo con foil. Guillarme Verdier che aveva un ruolo importante nel design team dei kiwi è lo stesso che ha concepito il monoscafo foil da 60 piedi scelto per la Volvo Ocean Race 20219-2020. In pratica se state immaginando la prossima Coppa come quella di Auckland 2000 o Valencia 2007 state decisamente sbagliando strada. I nuovi monoscafi avranno si una componente velica decisiva (vele da issare e ammainare, scotte da cazzare senza idraulica e quant’altro possiamo trovare su una barca a vela) ma dimentichiamoci i tangoni e le boline a 9 nodi dei vecchi ACC.

Ad avere giocato un ruolo decisivo nell’abbandono dei catamarani, oltre alla promessa fatta a Patrizio Bertelli, sono state le condizioni meteo medie del golfo di Auraki, teatro della prossima Coppa, spesso caratterizzate da onda formata.

Mauro Giuffrè

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Il Moro di Venezia: è lei la barca che più vi ha fatto sognare! Ecco chi ha vinto il superabbonamento triennale e i vostri “perché”

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Il web ha deciso. E anche piuttosto nettamente! E’ Il Moro di Venezia la barca più amata dagli italiani, con il 70% dei voti. Niente da fare per Azzurra.

IL MORO CI HA FATTO SOGNARE
Il Moro ha fatto sognare il nostro paese. Ci ha fatto sognare di vincere la Coppa: per un periodo, il sogno di Raul Gardini diventò quello del “popolo”. Nei bar non si parlava di pali, traversoni e Juventus. Si parlava di strambate e bompressi. Grazie al Moro, tantissimi giovani iniziarono ad andare in barca a vela, iscritti dai genitori ai corsi sulla scia dell’entusiasmo per la quasi impresa del Moro (la vittoria della Louis Vuitton Cup, e anche il fatto che fino ad oggi è stata l’unica barca italiana ad aver vinto una regata nel match finale di Coppa America contro America3 di Bill Koch).


CHI HA VINTO IL SUPERABBONAMENTO TRIENNALE AL GDV?

Quindi, FORZA MORO! Stiamo preparando un grande servizio-tributo attingendo dal nostro ampio archivio e raccogliendo testimonianze di chi, a San Diego nel 1992, era a bordo di quella barca rossa che ci tenne incollati alla TV di notte. Potrete leggerlo sul numero di Ottobre del Giornale della Vela. Intanto, è tempo di premiazioni: vi avevamo chiesto di inviarci, dall’1 agosto all’11 di settembre, le motivazioni che vi avevano spinto a votare per una delle barche mito in gara. Abbiamo deciso di premiare le tre che ci hanno emozionato di più con un abbonamento triennale al Giornale della Vela.

ECCO I VINCITORI DEL SUPERABBONAMENTO E LE LORO MOTIVAZIONI
1. Leone Rosso ispiratore di vita
Dove e quando tutto cominciò. Le notti sveglio con gli occhi che si chiudevano dal sonno fino a quando l’intelligenza non veniva ammainata. I suoni delle trombe dei 5 minuti alla partenza che mi svegliavano dal sonno. I circling visti dall’elicottero che mi ipnotizzavano. Le partenze ed il cuore in gola ad ogni virata sperando che la prua del Moro fosse avanti…
Le virate, i giri di boa, le issate di spi con il maestoso leone in primo piano e le battaglie di strambate. L’esultanza agli arrivi vittoriosi e l’adrenalina che non mi permetteva di tornare a dormire. Tutto ciò che so della vela, tutto ciò che amo della vela e del mare lo devo a quella meraviglia e come di come quel Gruppo di persone mi fece sognare. Anche il tanto agognato miraggio della “mia prima barca” avvenuto 2 giorni fa lo devo al Moro e le sue gesta, è piccola, è vecchia ma le ho giurato eterno amore e lo devo a quell’enorme leone rosso ed oro che ha ispirato il mio profondo amore per il mare e per la vela. Grazie Moro…
Marco Captain Furlan

2. Coccole veliche di gioventù
Un ricordo di gioventù… ci si svegliava la notte con mio padre e si guardava insieme… coccole veliche da bambino.
Fabio Baldisseri

3. Il Moro unisce tutti
Mio padre votava comunista, odiava Gardini. Ma di notte rimaneva sveglio a guardare Il Moro e mi iscrisse a un corso di vela nel ‘92. Questo è stato Il Moro.
Gisella Bantoni

 

Presto pubblicheremo tutti i vostri “perché” in un articolo dedicato: sia i perché che vi hanno spinto a votare il Moro che quelli a favore di altre barche!

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La storia di Umberto Marzotto, il rampollo giramondo (in barca a vela) – Prima Puntata

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marzottoGuardate che per attraversare l’Oceano il pedaggio non lo si paga coi soldi; “La mia sarà pure una superbarca, questo mi rende meno marinaio? Negli ultimi tre anni ho fatto 20.000 miglia, voi?”; “Perché ho la bandiera inglese? Non certo per pagare meno tasse: mia madre è scozzese, sono cittadino britannico!”; e ancora: “Navigo da quando sono un bambino, vivo in barca da 15 anni, ho fatto due giri del mondo. Sarei un figlio di papà?”. Risponde per le rime, Umberto Enrico Libero Marzotto, figlio del conte Pietro, erede di una delle famiglie industriali più importanti d’Italia. Risponde a tutti quelli che su Facebook, a seguito di un articolo su di lui pubblicato dal nostro giornale, lo accusano di avere “le spalle coperte” aggiungendo che, con un cognome (e un patrimonio) così, sarebbero capaci tutti di fare quello che sta facendo.

SINCERAMENTE: LO FARESTE ANCHE VOI?

Ovvero, il secondo giro del mondo in barca (il primo lo completò addirittura in solitario). Per favore, siate onesti con voi stessi: davvero avreste fatto lo stesso, se aveste avuto i soldi? Vi sarebbe piaciuto trovarvi, come è capitato a lui, nel gelo dello stretto di Magellano, o in balia dei tifoni nella traversata durata 38 giorni dall’Australia al Sudafrica? Se è vero che di trovarti in certe situazioni non te lo ordina il dottore, va detto che senza un’adeguata preparazione non ti verrebbe neanche in mente di provarci.

Umberto e la sua allora compagna Ann (oggi divenuta sua moglie) a bordo del “Magic” nel 1988

Nella sua vita, Umberto, musicista per professione e marinaio per scelta di vita, ha macinato centinaia di miglia a vela. Lontano dai riflettori, forse anche per fuggire alla notorietà (in senso negativo) che lo travolse verso la fine degli anni ’80: prima per una canzone presentata a San Remo 1987, “Conta Chi Canta”, che non ottenne il successo sperato, poi per la sua vita al limite, fatta di corse in macchina, belle donne, cocaina (con tanto di galera): mentre la famiglia lo voleva a capo delle aziende, lui si è sempre sentito musicista e poeta, senza pretese “manageriali”. Così è andato dietro a Fabrizio De André, Vasco Rossi, Fernanda Pivano, Eduardo De Filippo, Alberto Moravia, tutti suoi amici. Ma il gossip, a noi, interessa poco. Umberto Marzotto, nato il 5 settembre 1962, sposato, due figli, è un velista giramondo esperto. E come ogni giramondo, ha un sacco di storie da raccontare. “Con gli altri giornalisti non ci parlo, ho appena detto di no a Maurizio Belpietro, ma di vela parlo volentieri”, mi scrive su Facebook fornendo il suo contatto Whatsapp, “ma sono in Polinesia, chiamami quando da voi è notte che qui la differenza è di 12 ore”.

Il Koopmans 57 di Umberto Marzotto

LA STORIA DI UMBERTO MARZOTTO

Attendo la tarda serata, mi munisco di caffé e compongo il numero: “Ciao Eugé, un abbraccio da Tahiti”, la voce rilassata di chi ha trovato la pace con se stesso. Sono arrivato qui dopo aver navigato per 8.600 miglia negli ultimi due mesi, sul mio Koopmans 57 Elpis (17,40 m di lunghezza e 4,92 m di larghezza) con mia moglie Ann. Una barca splendida, l’ultimo mio amore”. Perché di “amori”, Umberto, ne ha avuti tanti: “Fin da bambino ho navigato: a sei anni già frequentavo la scuola di vela Tito Nordio al Marina di Hannibal, a Monfalcone. All’epoca, ti capitava di incontrare Tino Straulino ogni mattina che passeggiava per i moli. Essendo per metà britannico, poi, ho potuto frequentare varie scuole nautiche inglesi: non ero neanche un ragazzetto che già sapevo portare una barca da solo”.

Il giovanissimo Umberto a bordo di un Alpa Tris all’inizio degli anni ’70

C’è una bella foto che Marzotto ha pubblicato su Facebook che lo vede impegnato, giovanissimo, solitario, a bordo di una Alpa Tris: “Una barca splendida e duttile: potevi andarci a vela, a remi e a motore, con un piccolo fuoribordo. Nella foto avrò avuto otto anni”.

DA SOLO, SU UN DRAGONE, DA VENEZIA A KALAMATA

A 17 anni riceve in dono dalla famiglia un dragone (8,90 metri a chiglia lunga, classe olimpica dal 1948 al 1972), forse il più bel regalo che potessero fargli:Non appena terminai il quarto anno di superiori, approfittai della pausa estiva e salpai, in solitario da Venezia, verso quella che allora era ancora la Jugoslavia e la costeggiai verso sud. Saltai le coste albanesi, all’epoca una meta difficile per la dittatura di Enver Hoxha, attraversai nuovamente l’Adriatico arrivando a Bari, e da lì, compiendo una nuova traversata, raggiunsi la Grecia e arrivai fino in Peloponneso, a Kalamata, per poi tornare indietro”. A spanne, 2.000 miglia. Da solo. Roba da matti: quando a 17 anni i ragazzi pensano soltanto a divertirsi, Umberto Marzotto è a zonzo per i mari da solo, su una barca non cabinata:Guarda che io mi divertivo, mi è sempre piaciuta la vita spartana di mare. Ero piccolo, magro, irrequieto. Avevo un piccolo fornello da gas per cucinare che avevo modificato perché potesse fungere da lampada, una piccola pentola a pressione con la quale preparavo la ‘sbobba’, e una sacca per lo spi che mi faceva da cuscino. Io stavo benissimo così”. Torna a casa dopo tre mesi, giusto in tempo per la scuola. La sua famiglia era in ansia totale, anche perché all’epoca non esistevano certo i cellulari: Per punirmi mi sequestrarono il dragone”, ricorda Umberto con un sorriso.

Umberto (a destra) negli anni ’80. A sinistra l’amico Dario Amadei, dietro il fido Vasif Khan

IO, AIUTATO DAI CURDI

A 18 anni, finito il liceo (“dell’Università non ne volevo sapere”), una breve parentesi da “motorista” con uno splendido Chris Craft del 1955, poi acquista un’Alpa 11.50 di Sparkman & Stephens:Con Nefertiti, questo il nome della barca, ho girato tutto il Mediterraneo, sono arrivato perfino in Libano”. E giù altre miglia. Nel suo peregrinare, a Marmaris, in Turchia, si innamora di una barca semiaffondata e decide che deve averla a tutti i costi: è un 55 piedi del 1936 di David Hillyard, il Wind Sweep. E’ il 1983: “Si vedeva subito che era una barca di razza: poppa a canoa, alberi in spruce, candelieri e attrezzatura di coperta in bronzo. La acquistai per un tozzo di pane, la tirai fuori dall’acqua e la misi su un piazzale. Adesso non mi restava che darmi da fare per riportarla all’antico splendore. Un lavoro immane”.

Da soli, restaurare una barca antica è un lavoro lunghissimo. Ma, recita l’adagio, chi trova un amico trova un tesoro: “Una sera, passando davanti alla stazione di polizia di Marmaris, vidi un ragazzo legato e appeso a un palo, a testa in giù. Era disperato, capii che era un curdo e, conoscendo l’odio dei turchi di questo popolo, che sarebbe andato incontro a un triste destino. Lo liberai con il mio coltellino e il ragazzo, che scoprii chiamarsi Vasif Khan, mi giurò riconoscenza a vita. Per sdebitarsi, mi aiutò (di nascosto, come un clandestino) nel restauro di Wind Sweep. E non solo, chiamò tre suoi cugini a darmi una mano. In otto mesi la barca era pronta, salpai e portai con me Vasif, che è rimasto al mio fianco in Italia fino al 1994, anno in cui ha deciso di tornare in Turchia. Grandissimo ragazzo”….

CONTINUA…

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Mondiale J/70: le polemiche (ora) stanno a zero, le barche a 170

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Il Maestrale fischia tra le sartie dei 173 J/70, in rappresentanza di 22 nazioni, ormeggiati sui pontili dello Yacht Club Costa Smeralda in attesa del via ufficiale del mondiale 2017 con un numero di iscritti che rappresenta un record storico nell’era dei monotipi. Uno spettacolo che non si era visto neanche ai tempi del glorioso J24. Le polemiche della vigilia, con l’esclusione di sette barche dall’entry list per motivi di stazza legati a difformità sulle chiglie (GBR 261, ITA 570, ITA 922, ITA 949, ITA 1269, ITA 1088, RUS 667), sono ormai alle spalle e adesso è tempo di regatare. QUI il comunicato ufficiale della classe italiana con la dura e chiara presa di posizione, necessario e indispensabile per sgombrare il cielo dalle nuvole che avrebbero ingrigito uno degli eventi più attesi della stagione. Immaginate una regata con 170 barche in acqua a giocarsela con distacchi di pochi metri, questo sarà il mondiale J/70 e queste sono le regate in monotipia.

In acqua alcuni dei più importanti specialisti di monotipi a livello internazionale: John Kostecki, Vasco Vascotto, l’oro olimpico Jonathan McKee, il neo campione del mondo Nacra 17 Ben Saxton, solo per citare alcuni nomi. Le italiane rappresentano poco meno di un terzo della flotta e tra gli equipaggi di punta va annoverato sicuramente il Petite Terrible di Claudia Rossi, campionessa europea 2017 nelle acque di Kiel. In acqua anche il padre Alberto con a bordo Vasco Vascotto nel doppio ruolo di randa e tattica.

Non semplici le condizioni meteo in questa prima giornata con il Maestrale che non accenna a diminuire in maniera sensibile: il Comitato di Regata presieduto dallo statunitense Mark Foster avrà il suo bel da fare per trovare una finestra utile per dare il via alle prove ufficiali. Dopo una fase di selezione le barche verranno divise nella flotta Gold e Silver, la prima in lotta per il mondiale. In palio anche l’ambito titolo Corinthian riservato ai non professionisti.

Classifiche e iscritti QUI

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Secondo giorno a Cannes, altre novità da scoprire: le barche dagli 11 ai 13 metri

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Secondo giorno di Cannes Yachting Festival, secondo giorno alla scoperta delle novità del Salone francese. Dopo avervi mostrato le barche nuove dai 9 agli 11 metri (Guardale QUI) oggi saliamo di fascia e ci spingiamo fino ai 13 metri. Un settore che sta proponendo diversi modelli dedicati al cruise ma non solo, si muovono anche i multiscafi e nasce qualche nuovo modello sportivo.

LAGOON 40 

Il nuovo 40 piedi rappresenta la sinergia delle evoluzioni Lagoon e va a sostituire il 39 e il 400. Caratterizzato da grandi oblò e una bellissima vista sull’esterno, questo catamarano disegnato dallo studio VPLP, è presentato a Cannes. Lung. 11,74 m; larg. 6,76 m; disloc 11 t; pesc. 1,35 m; sup.vel. 81,3 mqwww.cata-lagoon.com.

NAJAD 395

La scelta di chiamare un archistar come Bruce Farr per disegnare il suo nuovo dodici metri fa sicuramente parte del progetto di rilancio del cantiere svedese Najad. La barca sarà disponibile nelle versioni AC con pozzetto poppiero e CC con pozzetto centrale (come nell’immagine). Le linee sono quelle tipiche delle imbarcazioni nordiche: un pozzetto contenuto per poter avere un coronamento largo. Lung. 11,98 m; larg. 3,95 m;  pesc. 1,99 m; disloc. 11 twww.sailpassion.it

ELAN GT 5 

Il concetto di Gran Turismo arriva sull’acqua. Questo 42 piedi è una barca che va a mettere insieme uno scafo sportivo (ha lo stesso pedigree dell’S5 ovvero, spigolo in carena, doppia pala del timone e bulbo a T) con degli interni Premium e una coperta che guarda anche al mondo della crociera. Lung. 13,2 m; larg. 3,91 m; pesc. 2,45; disloc 8,3 t. www.adriaship.it

SUN ODYSSEY 440 

Jeanneau spiazza tutti con un 45 piedi costruito in totale segretezza. Il suo progettista, Philippe Briand, nel disegnare questo nuovo modello ha messo davanti a ogni cosa la comodità e semplicità della vita a bordo, cercando di conquistare ogni spazio inutilizzato e rendendolo funzionale alla vita in barca. Lung. 13,39 m; larg. 4,29 m;  pesc. 2,2 m; sup.vel. 90,3 mq. www.jeanneau.com/it

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NEWS DI BARCHE E CANTIERI

 

 

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Grand Soleil 34, è nata una star? Tutti i segreti della “piccola cattiva”. FOTO/VIDEO

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Il nuovo Grand Soleil 34 in banchina a Cannes. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Era una delle barche più attese della stagione dei Saloni, ha fatto discutere tantissimo gli appassionati ancora prima di andare in acqua ed essere veramente provata. Ma si sa, quando una barca suscita così tanto scalpore buona parte delle intenzioni del cantiere sono già state raggiunte. Stiamo parlando del nuovo Grand Soleil 34, la nuova piccola del Pardo, una barca che ha stupito tutti perché potremmo subito definirla come “la più francese delle italiane”. A Cannes nel pomeriggio abbiamo dovuto aspettare un po’ prima di salire a bordo, erano tanti gli appassionati curiosi di scoprirla.

Una barca non convenzionale, il primo vero open da vela offshore mai realizzato da un cantiere italiano, un progetto che va all’attacco di concorrenti come JPK, Sun Fast, Archambault, Pogo, mostri sacri della vela “au large” transalpina. Una barca pensata per le regate offshore IRC, una purosangue di razza ma di serie, prodotta da uno dei cantieri che ha fatto la storia della nautica made in Italy.

A bordo del nuovo Grand Soleil 34. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Non potevamo resistere alla tentazione di salire a bordo e farcela spiegare, nei minimi dettagli tecnici, da uno dei suoi progettisti, Oris D’Ubaldo di Skyron, lo studio di giovani disegnatori che ha concepito il nuovo 34′.

La barca si caratterizza per un pozzetto ampio e un lay out delle manovre con sei winch: due dedicati alla randa, due ai winch delle vele di prua e due per le drizze. Nel modello che abbiamo visto il timone è stato richiesto a barra ma sarà prodotta anche una versione con doppia ruota.

Un altro dei particolari che caratterizza le manovre del nuovo Grand Soleil 34 è la regolazione del punto di scotta del fiocco. Nel modello visto, opzionale, non è presente la rotaia del carrello ma un sistema di paranchi collegato a un anello che sposta il punto di scotta sulle direttrici prua-poppa, interno-esterno, una vera e propria regolazione tridimensionale.

All’interno la barca si presenta con un arredamento minimal, con la corretta quantità di legni per non appesantirla inutilmente, come giusto che sia su una barca che fa delle caratteristiche sportive il suo punto di forza.

La tanto discussa “non cabina” di prua, ci è apparsa decisamente solare. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Come ci spiega il progettista, scopriamo alcuni piccoli “segreti” che in poche mosse possono aumentare il confort o renderla ancora più sportiva.

In definitiva, in attesa di dedicare a questa barca un test ultra dettagliato, da questa anteprima ci siamo fatti un’idea del nuovo Grand Soleil 34: il Cantiere del Pardo ha avuto il coraggio di osare, ha sfidato alcuni “mostri sacri” francesi, realizzando una barca che in Italia nessuno aveva mai fatto prima d’ora. I primi numeri a vela parlano anche di performance “monstre” (velocità superiodi ai 9 nodi al traverso con 11-12 di vento), ma questi li approfondiremo e “fotograferemo” nel nostro test.




IN ANTEPRIMA LE PRIME FOTO IN NAVIGAZIONE REALIZZATE DA SKIRON

 



Lungh. 10,70 m

Largh. 3,60 m

Disloc. 4900 kg

Peso chiglia 2200 kg

Randa 40 mq

Fiocco 31 mq

Gennaker 110 mq

Mauro Giuffrè

www.grandsoleil.net

www.skyron.it

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VIDEO In attesa della Transat, Ambrogio Beccaria pedala… e vi invita a conoscerlo!

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beccariaIn tanti gli avranno detto “Hai voluto fare la Mini Transat? Ora pedala!”. E Ambrogio Beccaria, classe 1991, uno dei sei italiani in gara alla Mini (quasi 4.000 miglia in solitario senza strumenti su una “scatola” di 6.50 metri con partenza da La Rochelle il prossimo 1 ottobre, destinazione Las Palmas e poi Martinica) pedala davvero.

Pedala e invita voi lettori del Giornale della Vela, in questo video, a conoscerlo di persona prima che intraprenda la grande avventura. E a farvi raccontare la sua sua storia di navigatore: dalla barca recuperata in Portogallo con un viaggio della speranza alle miglia tra le onde dell’oceano, a bordo di una scomodissima microbarca senza nessun aiuto. Appuntamento Venerdì 13 settembre in Darsena a Milano, a partire dalle 19, sulla terrazza dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia per una aperitivo-cena, con proiezione di video, musica, chiacchere ed ospiti d’eccezione. Partecipando, gli darete una mano a pagare la costosissima assicurazione della sua barca, Alla Grande Ambeco (qui il link all’evento)

“BOGI” IN BICICLETTA INVITA I LETTORI DEL GDV

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La “sfida” dei blue water: in campo Italia, Inghilterra e Francia. Chi vince?

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Il maestrale soffia forte tra le banchine del Salone di Cannes: un vento di buon auspicio, perché l’impressione è che la nautica sia ripartita. Non è una “boutade” ma la verità. Tanti i modelli nuovi sfornati dai cantieri. Con tanto di nuove tendenze: ad esempio, sono sempre di meno le barche che montano il carrello della randa, preferendo una soluzione con il punto fisso in pozzetto. La motivazione? Meno ingombri, ma anche il fatto che il carrello viene spesso sottovalutato e utilizzato in modo improprio. Oppure le delfiniere, ormai un “must” perché consentono di murare frulloni per gli asimmetrici, integrare il musone dell’ancora (fondamentale con i dritti di prua verticali) e, perché no, salire agevolmente a bordo in caso di ormeggio di prua.

LA SFIDA DEI BLUE WATER
Oggi siamo andati a caccia di “blue water”
, un’altra delle tendenze di questi ultimi anni che ha spinto i cantieri verso la produzione di barche confortevoli e allo stesso tempo indicate per chi ama navigare lungo, anche in equipaggio ridotto.

IL BLUE WATER ALL’ITALIANA: SOLARIS 68
Abbiamo iniziato dall’Italia con il Solaris 68
, la novità più interessante del cantiere di Aquileia (Udine). Caratteristica la tuga in stile deck house quasi interamente in vetro che garantisce una luminosità interna notevole e una visuale interno/esterno di 270°. Per Solaris è un ritorno alle origini, con la filosofia blue water, dopo una serie fortunata di performance cruiser: pensate al Solaris 72 Plum di Kamana Sailing Expedition, una barca vecchia di decenni che ha completato di recente il passaggio a Nord Ovest. Pensata per chi vive a bordo lunghi periodi, la customizzazione non vale soltanto per le linee d’acqua (progetto di Javier Soto Acebal) e il piano velico.

La configurazione del layout interna e della coperta viene studiata sulla base delle esigenze armatoriali: ad esempio, si può avere una o due pale del timone. Sottocoperta, nel modello che abbiamo avuto modo di visitare regna la razionalità e la pulizia (ma che eleganza gli interni in noce ossigenato) con un ampio quadrato rialzato con cucina a C e divano dalle dimensioni importanti a dritta, di fronte a un tavolo e un divano a C. L’armatoriale è a prua con letto a dritta, a prua trova spazio la cabina equipaggio con ingresso indipendente (una scaletta la collega alla coperta).

A poppa due cabine gemelle doppie, con bagno e box doccia dedicato. Il costo del modello? Due milioni e mezzo di euro. A noi è piaciuta moltissimo e non siamo i soli: ne sono già stati venduti quattro esemplari. Bravi! Lungh. 20,60 m, largh. 5,50 m, pesc. 3,40/3 m, disloc. 28.800 kg, sup. vel. 264 mq, motore 150/190 cv, serbatoi acqua 1000 l, serbatoi gasolio 900 l, designer  Javier Soto Acebal. www.solarisyachts.com

IL BLUE WATER IN SALSA INGLESE
Dopo siamo saliti a bordo di un modello di un cantiere il cui nome, per alcuni, è sinonimo di blue water: l’Oyster 745. Una barca senza compromessi improntata alle esigenze di chi naviga lungo, anzi lunghissimo. Tante le soluzioni “atipiche” che ci hanno colpito e che sintetizziamo nel video e nelle foto sottostanti. Lungh. 22,74 m, largh. 5,91 m, pesc. 3,10 m oppure chiglia sollevabile 4,75/2,1 m, disloc. 52.000 kg, motore 247 cv, serbatoi acqua 1.500 l, serbatoi gasolio 2.000 l, designer Rob Humphreys. www.oysteryachts.com

A BORDO DELL’OYSTER 745 


LE FOTO A BORDO DELL’OYSTER 745



IL SENSO FRANCESE PER I BLUE WATER
Infine, il blue water secondo i francesi: siamo saliti a bordo, in compagnia di Tommy Moscatelli di Yachtsynergy, di un grande classico targato Wauquiez, il Pilot Saloon 58 (a proposito, novità in arrivo, a Dusseldorf potremo ammirare il nuovo 42 piedi della gamma!).

La cosa che colpisce di questo 18 metri è sicuramente la sua tuga, altissima. Una soluzione che permette uno spazio sottocoperta alto e una visuale a 360°: una soluzione tipica delle barche francesi dedicate a chi naviga lungo. Tante le opzioni di configurazione sottocoperta. Nei video che seguono Moscatelli ci racconta la filosofia della barca e ci mostra un “trucchetto” sottocoperta. Lungh. 17,70 m, largh. 4,95 m, pesc (a seconda del tipo di chiglia) 2,10/2,30/2,50 m, designer Berret-Racoupeau. www.yachtsynergy.it

IL PILOT SALOON 58 RACCONTATO DAL DEALER ITALIANO

IL “TRUCCHETTO” DELLA SEDIA IN PIU’ 

LE FOTO A BORDO DEL PILOT SALOON 58






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La storia di Umberto Marzotto, il rampollo giramondo (in barca a vela) – Seconda Puntata

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marzottoVi stiamo raccontando la storia di Umberto Enrico Libero Marzotto, rampollo di una delle dinastie industriali più importanti di Italia: da ragazzo “problematico” a re degli oceani, con centinaia di migliaia di miglia percorse e due giri del mondo. Nella puntata precedente, lo avevamo lasciato nella prima metà degli anni ’80, quando in Turchia aveva rimesso a posto, con l’aiuto di amici curdi, un 55 piedi del 1936 di David Hillyard, il Wind Sweep…

L’AMORE PER IL MAGIC

In Italia la barca (il Wind Sweep) piace, tantissimo: “La utilizzai per un paio d’anni tra il 1984 e l’85, poi riuscii a venderla guadagnandoci un bel gruzzolo. Sentii che era giunto il momento di trovare la mia barca definitiva”. La ricerca dura a lungo, nel frattempo la parentesi sanremese con la discussa Conta Chi Canta: Conta chi canta, e pure un Conte vuol cantare, e se non conti canta per contare. Suvvia, quella canzone era una presa per il culo.

Lo S&S 55 Magic

Ma non venne capita: anche Pippo Baudo ce la mise tutta per farmi sembrare un raccomandato, dicendomi sul palco ‘Non parlare male di tuo padre che è un mio amico’. Per fortuna sono riuscito a proseguire nella mia carriera di cantautore e musicista, ho firmato per Sony e negli States sono usciti parecchi miei lavori, l’ultimo è dedicato ai nativi americani”. Già, Umberto vive di musica. Colonne sonore (anche di famose trasmissioni della BBC), documentari, composizioni world music: Roba di nicchia, ma sono pagato bene”. Ma torniamo a parlare di barche: “Finalmente la trovai. Magic, Sparkman & Stephens di 55 piedi (16,56 m x 4,48), sloop costruito in lega leggera nel 1973. Velocissimo, albero con tre ordini di crocette, armo strutturale, solo 80 centimetri di bordo libero. Una bomba. La richiesta era molto alta, non avevo tutti i soldi e l’amico Massimo Guardigli mi diede una mano”.

Umberto Marzotto in azione

DA SOLO INTORNO AL MONDO
Nel 1994 Umberto Marzotto divorzia dalla moglie: visto anche il suo nome, è tutto un caos di avvocati, alimenti, stress. Ha bisogno di staccare: a bordo del Magic, salpa da Cala Galera. Obiettivo: il giro del mondo in solitario. “L’11 dicembre del ’94 ero a Gibilterra, mi ricordo che c’era un tempo di merda. Feci rotta verso le Canarie, era la prima volta che solcavo l’Atlantico. Un’emozione indescrivibile. Da Lanzarote partii per Trinidad, assieme a me fece la traversata, con la sua barca, un signore spagnolo. Ogni giorno, nella vastità dell’oceano in bonaccia, affiancavamo le barche e ci facevamo un gin tonic”. Ah…. ma allora un po’ di vita mondana ti piace, gli dico io: “I lupi di mare devono essere dei lupi di mare quando le condizioni richiedono di essere dei lupi di mare. In caso contrario, che si rilassino un po’! La mia vita è una vita di lusso. Io per lusso intendo la totale libertà e indipendenza. La libertà di navigare come mi pare e piace”. Ai Caraibi Umberto rimane per due anni (“Il posto più bello? Le Grenadine”), poi, via Panama, arriva in Pacifico. “Tirai dritto verso le Galapagos, che all’epoca erano un paradiso incontaminato: poi la mia voglia di navigare sempre in direzione ostinata e contraria mi fece puntare la prua verso l’Isola di Pasqua”.

Umberto nel documentario presentato a Venezia “Valdagno, Arizona”

L’isola di Pasqua. Giusto per farvi capire: situata a 3.601 km a ovest delle coste del Cile e 2.075 km a est delle isole Pitcairn, è uno dei luoghi abitati più isolati del mondo. “Nel 1998 feci rotta verso la costa del Cile perché mi interessava andare ad assistere a un importante festival di musica latinoamericana. Poi, da lì, costeggiai la costa del Cile scendendo fino a Ushuaia, dove arrivai per Natale. Faceva un freddo boia. Passai poi per lo Stretto di Magellano. Non è come in Mediterraneo laggiù: hai 40 nodi di vento da 300° per tre ore, poi 35 nodi da 190° per cinque ore, poi 40 nodi da 260° per altre tre ore e così via. Mai un momento di pace!”.

Umberto fa rotta verso le Falkland/Malvinas, nel frattempo riesce anche a cozzare contro un growler con tanto di barca sdraiata sul ghiaccio e ammaccature sullo scafo riparate con l’aiuto di un carrozziere argentino. Poi il Golfo di Buenos Aires e la risalita per Brasile, Uruguay fino a ritornare a Panama. In poche parole, Marzotto ha circumnavigato il Sudamerica: “Questa volta da Panama optai per la Polinesia Francese e le isole Marchesi, fino all’Australia. Da Darwin salpai per la più lunga traversata del mio viaggio, in direzione Durban. Trentotto giorni di oceano Indiano, tra tifoni e onde alte anche alcuni metri”. Risalita la costa occidentale dell’Africa, rientrò in Mediterraneo e in Italia nel 2000. Erano passati più di cinque anni: “Gli avvocati si erano calmati, erano tutti più rilassati. Ora si poteva ragionare”, scherza Umberto.

Elpis

BARCA NUOVA, NUOVO GIRO DEL MONDO
Intanto siamo nel nuovo millennio. Visto che il suo lavoro di musicista e autore lo porta sempre più spesso in America (e i guadagni salgono), il tempo per prendersi cura di Magic è sempre di meno: “Le barche”, qui parla il marinaio Marzotto, “vanno mantenute con amore. Io a bordo, ad esempio, ho una tripla ridondanza di qualsiasi accessorio o strumentazione. Il Magic era diventato troppo impegnativo, le volte che tornavo in Italia stavo in una piccola casetta ad Arzachena, in Sardegna, con Ann, che sarebbe poi diventata mia moglie. Lì giravamo con un piccolo motoscafo. Magic dovetti venderla, ma decisi io a chi darla. Chi era intenzionato a comprarla non mi era simpatico così finii per quasi regalarla a un grande marinaio, Antonino Stefani, che ora, con il Magic, sta facendo anche lui il giro del mondo”.

La moglie di Umberto, Ann, a poppa di Elpis

Ma la vela è come una droga. Una volta che la provi, non ne puoi fare a meno. Così, quattro anni fa, Umberto decide di acquistare la sua barca attuale, Elpis, un Koopmans 57 in alluminio: “Davvero, una barca incredibile. Pensa che tiene tre tonnellate di gasolio. A motore puoi farci 3.200 miglia oppure, usando il generatore a gasolio, puoi rimanere autosufficiente per 35 settimane all’ancora”. Nell’ottobre del 2014 salpa da Sorrento (dove la sua barca è stata rimessata e preparata per la circumnavigazione dal cantiere Peninsula Navis) per il secondo giro del mondo, questa volta non più da solo, ma con quella che, due anni dopo, diverrà finalmente sua moglie, Ann, con cui sta da 28 anni. Prima lo stretto di Gibilterra, poi le Canarie e Capo Verde (“arrivarono anche i miei figli a bordo, sono musicisti anche loro. Quante serate passate a suonare nei locali a Mindelo!”), prima di mettersi in viaggio verso le Grenadine. Nel 2015 raggiunge i Caraibi, poi l’arcipelago di Los Roques davanti al Venezuela, Panama e il golfo di California. Tra il 2016 e il 2017, Elpis ha toccato il mare di Cortez, le isole Hawaii, le Galapagos, le Gambier e Tahiti, dove si trova al momento.

Umberto alle Galapagos

In futuro? “La mia barca sarebbe attrezzata per lanciarsi in avventure epiche, tra i ghiacci del passaggio a Nord Ovest. Ma ho 55 anni, e comincio a chiedermi chi me lo fa fare. Allora penso proprio che farò rotta verso il Giappone. L’importante è navigare: la vela è la fonte di ispirazione del mio lavoro”.

Isole Gambier

Isole Gambier

I TRE LUOGHI DEL CUORE DI MARZOTTO
1. Los Roques, uno dei posti rimasti “veri” anche con il passare del tempo
2. Grenadine, un posto bellissimo dove tenere la barca
3. Le Gambier, dove non c’è niente. Sono stato la sesta barca passata in un anno e per procurarmi il cibo sono dovuto andare a sgozzare le capre sulle montagne.

COSA ASCOLTARE A BORDO – I CONSIGLI DEL MUSICISTA MARZOTTO
1. Koln Concert di Keith Jarrett. A bordo mi libera la mente
2. Buena Vista Social Club (l’album di Ry Cooder)
3. Uno a scelta dei Pink Floyd (tanto non si sbaglia)
4. Creuza de Ma, del mio amico Faber, uno dei primi esempi di world music

COSA LEGGERE – I CONSIGLI DELL’AUTORE MARZOTTO
1. Giornali di bordo nei viaggi d’esplorazione, di James Cook
2. Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov
3. Poesie varie di Neruda e Prevert

COSA NON MANCA IN CUCINA DELLO CHEF MARZOTTO
1. Olio d’oliva extravergine. Mia sorella lo produce in Toscana e me lo spedisce.
2. Pasta, meglio se di Peck, di Milano (bottega della famiglia Marzotto)
3. Pesci, il mare ne è pieno. Dentici, Cernie, e tutto ciò che mi offre il mare.

FINE (A cura di Eugenio Ruocco)

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Cannes Yachting Festival: cantieri scatenati, un mare di novità tra i 13 e i 15 metri

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Terzo giorno al Cannes Yachting Festival e nuovo focus sulle novità che inaugurano la stagione dei saloni. Questa volta, dopo avervi parlato del segmento 11-13 metri QUI , la carne al fuoco è veramente molta. Dai 13 ai 15 metri infatti i cantieri hanno prodotto molto, con modelli vari per caratteristiche e filosofia. Dalle sportive ai catamarani passando dal mondo del blue water cruising, ci sono barche per tutti i gusti.

RM 1370 

Il nuovo RM 1370 è caratterizzato da un’elegante prua inversa, ben bilanciata da una lunga delfiniera strutturale dove trova posto il supporto per l’ancora e il punto di mura delle vele di prua. Il bordo libero importante, alleggerito da linee filanti, garantisce spaziosi volumi interni. Il progetto è di Marc Lombard, uno dei grandi progettisti di scafi oceanici, che ha adattato i suoi disegni sportivi alle caratteristiche crocieristiche dell’RM1370 del cantiere Fora Marine. Lung. 13,7 m; larg. 4,5 m; disloc 9,4 t; sup.vel. 112 mq. www.yachtsynergy.it.

SAONA 47

Firmato dallo studio Berret-Racoupeau, il nuovo cat di 14 metri francese si distingue per un design rinnovato delle prue e la plancetta di poppa che scende in acqua. Ha fatto la sua prima apparizione durante in salone dei multiscafi a La Grande Motte e la sua “prima mediterranea” è a Cannes. Postazione di comando singola e un fly arredato con divano e prendisole caratterizzano la zona alta di questo catamarano. Lung. 13,94 m; larg. 7,7 m; disloc 13,8 t; pesc. 1,30; sup. vel 127 mq. www.fountaine-pajot.com

AMEL 50 

Un modello più accessibile rispetto al passato, sia dal punto di vista della grandezza che sotto il profilo economico e con una grande novità per il cantiere francese: l’armo a sloop. Ma la filosofia  rimane la stessa: realizzare imbarcazioni per girare il mondo a vela in comodità. L’attesa per vederlo dal vivo dura fino al Salone di Cannes.  Lung. 15,51 m; larg. 4,79 m; disloc 18.750 kg; sup.vel. 126 mq. www.amelyachts.it

 

OCEANIS 51.1

Uno scafo di serie ma customizzabile quasi come se fosse un one-off. Nato dalla collaborazione tra Racoupeau e Nauta Design, si caratterizza per una carena a redan, con step che arrivano a prua. All’esordio insieme al fratello maggiore Oceanis 55.1. Lung. 15,94m; larg. 4,8 m; disloc 13,93 t; pesc. 2,3 m. www.beneteau.com/it

HALLBERG RASSY 44 

Una delle più grandi novità dell’ultimo salone di Dusseldorf è stato proprio l’HR 44 che ora arriva anche ai saloni mediterranei. Una barca rivoluzionaria per il cantiere, che presenta doppia pala del timone, bompresso integrato e plancetta abbattibile. Lung. 13,68 m; larg. 4,2 m; disloc 13,3 t; pesc. 2,10 m; sup.vel. 109,6 mq. www.hallberg-rassy.it

LAGOON 50 

Questa nuova barca si inserisce tra il 450 e il 52, proponendo una grande barca armatoriale marina e moderna. Il 50 presenta una forma smussata degli scafi, spazi generosi, e una spettacolare vista panoramica. La timoneria è posizionata sul flybridge che ospita anche un’ampia area dedicata aal relax. Diverse le possibilità dei layout interni, da tre a sei cabine. Lung. 14,76 m; larg. 8,1 m; disloc 21 t; sup.vel. 158,1 mq. www.cata-lagoon.com

X49

Un 15 metri per la crociera veloce che vedremo al prossimo Salone di Dusseldorf, a gennaio 2018. Il nuovo X49 è una barca orientata all’easy sailing: arma un fiocco autovirante e ha tutti i winch posizionati davanti al timoniere. Per quanto riguarda la chiglia, la barca offre due opzioni, una chiglia a T, più sportiva con un pescaggio di 2,30 metri, e una chiglia più bassa da crociera. Anche per il bompresso di prua ci sono due versioni, entrambe in carbonio, ma una più sportiva e una più corta da crociera. Lung. 15,08 m; larg. 4,49 m; pesc. 2,4/2,71 m. www.x-yachts.com/it

Jeanneau 51

Un 51 piedi disegnato da Briand sulle orme dello Jeanneau 54 e che si inserisce negli scafi d’alta gamma del cantiere. Un cruiser a tutti gli effetti, caratterizzato da un pozzetto grande improntato alla comodità e da una doppia timoneria, verso la quale sono rinviate tutte le manovre per una maggiore facilità di conduzione anche in equipaggio ridotto. Lung. 15,38 m; larg. 4,7 m; disloc 14,4 t. www.jeanneau.com

NEEL 51

Il Neel 51è caratterizzato da una grande piattaforma che integra gli scafi laterali con quello centrale a creare una zona abitabile di dimensioni notevoli che è organizzata con cucina, dining, area navigazione e cabina armatoriale. Lung. 15,54 m; larg. 8,9 m; disloc 14 t; pesc. 1,49 m; sup.vel. 167,2 mq. www.yachtsynergy.it

DUFOUR 520 GL

Tra le novità dell’ultima ora, che fa il suo esordio a Cannes, c’è il Dufour 520 GL che propone una seduta di poppa rivista e, pur mantenendo la cucina del pozzetto celata sotto le sedute del timoniere, scompare l’isola centrale e la seduta diventa continua da un bordo all’altro.  Lung. 15,2 m; larg. 4,8 m; disloc 15.245 kg; pesc. 2,3; sup. vel 100,8 mqwww.dufour-yachts.com

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NEWS DI BARCHE E CANTIERI

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Eleva Yachts, quando lo stile è tutto: ecco l’esordio in “società” di The Fifty. FOTO e VIDEO

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The Fifty ormeggiato in banchina al Cannes Yachting Festival. Foto Giuffrè /Giornale della Vela

L’avevamo lasciata in cantiere a inizio luglio (Leggi QUI), in piena fase di costruzione ma ben lontana da essere ultimata, la ritroviamo a Cannes tra le novità assolute a fare bella mostra di se. Stiamo parlando di una delle news più interessanti della stagione dei saloni, nuovo il cantiere e nuova la barca: The Fifty è realtà e una cosa possiamo subito affermarla (in attesa di provarla), la barca non passa affatto inosservata.

Ciò di cui ci avevano parlato Giovanni Ceccarelli, e i proprietari del cantiere Michele Pierleoni e Samuele Poli, è stato raggiunto in pieno: dare alla barca un look accattivante, caratterizzarla esteticamente, dare al progetto un’anima ben precisa.

Sarà il colore blu elettrico, sarà la prua nettamente inversa dai volumi importanti o il redan che taglia la fiancata, sarà la linea del ponte su due livelli, tra le banchine del Cannes Yachting Festival il nuovo Fifty lo riconosci da lontano.

La linea del ponte di The Fifty che gioca su due livelli. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

Siamo saliti a bordo per incontrare i proprietari del cantiere e il project manager Leonardo Passinetti.

Gli interni sono caratterizzati da un’estetica sobria e da un  misto di legni laccati in bianco o al naturale. La sensazione, data dal baglio massimo importante, è quella di trovarsi a bordo di una barca di dimensioni superiori a un 50 piedi.

La volumetria interna è eccellente, grazie anche al gioco su più livelli della linea di coperta: ottima l’altezza della cabina di prua, che non compromette l’estetica generale della barca dato che la sheerline scende da metà barca in poi, con un effetto estetico che ricorda quello di un’onda.



www.elevayachts.com

Mauro Giuffrè

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LE GATTA-CARTOLINE Saluti e baci da…..la Sardegna Occidentale

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Inizia, come lo scorso anno avevo fatto con la Sicilia Settentrionale e le Isole Eolie, con questa cartolina di presentazione, un viaggio” in direzione ostinata e contraria” (come diceva Fabrizio De Andrè, ma anche per l’onnipresente Maestrale), da Trapani ad Alghero lungo la costa occidentale della Sardegna e ritorno.

La parte velisticamente più impegnativa, battuta, quasi sempre, da un maestrale che obbliga spesso a soste forzate in porto ma che offre una costa più varia di quella orientale, con piccole e graziose rade, alternate a tratti di costa alta e rocciosa, lunghissime spiagge ,bellissime località come Bosa o Alghero e Carloforte, tramonti struggenti ed isole, come San Pietro e Sant’Antioco o il Mal di Ventre, tra le quali, navigando, è possibile perdercisi. 42 giorni di navigazione da Trapani a Trapani, via Alghero, non si possono certo raccontare dettagliatamente, altrimenti sarebbe un diario di bordo, con annessi e connessi, quindi, con la redazione, abbiamo pensato a 15 cartoline che potessero dare un’idea di ciò che potreste trovare durante un’ipotetica, ma neppure tanto, vacanza di due settimane lungo questa bellissima e selvaggia costa. Come vedrete, ho cercato, alcune volte essendo magari un po’ prolisso, di metterci un po’ di tutto.

Saranno flash, cartoline ricordo sulle quali appuntare, oltre ai classici”saluti e baci”, notizie utili, rotte, vento, luoghi da non perdere, rade o Marina più o “meno” validi, periodi nei quali è meglio andare o “non” andare, insomma il bello ed il “brutto” di questo tratto di costa. Ovviamente sono constatazioni e pareri strettamente personali, quindi fatene l’uso che volete.

Ormai, in un’epoca di sms, mms, social e quant’altro, è bello tornare, come si faceva una volta (molti fra i “giovani”lettori del GdV forse non l’ avranno nemmeno mai fatto) a scriverci cartoline dalle località che ci sono piaciute, descrivendo con generosità (una volta anche il valore del bollo sulla cartolina variava a seconda di quante righe scrivevamo) senza paura di dover pagare un bollo troppo caro.

Sono 15 cartoline spedite (non con Poste Italiane e quindi con la certezza che saranno ricevute) ad ipotetici (ma neanche poi tanto) amici velisti (Voi, lettori del GdV) ai quali raccontare dove mi piacerebbe che andaste (ovviamente a vela) durante le vostre prossime veleggiate….15 località, alcune famose, altre meno, ma che hanno tutte lasciato nel cuore di chi scrive un ricordo che è bello condividere con gli amici……

……e come scriveva Seneca

Nullius boni sine socio jucunda possessio est (Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla)

Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici del GdV

Testo e foto di Adriano Gatta

Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela. 

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VIDEO Bali 4.3 e Catana 53, due catamarani per chi ama navigare lungo

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Prosegue la nostra visita al Salone di Cannes e ora è il turno di due catamarani (il mondo dei multiscafi si conferma in buona salute). Assieme a Luigi Coretti di Adriaship andiamo alla scoperta di due novità (che potrete ammirare anche a Genova): il Bali 4.3, caratterizzato da tante soluzioni improntate alla crociera comoda, e il Catana 53, che strizza l’occhio alla navigazione sportiva (ma che spazi a bordo).

SALI CON NOI A BORDO DEL BALI 4.3…

I NUMERI DEL BALI 4.3
Lunghezza fuori tutto 13,10 m
Baglio max 7,12 m
Pescaggio 1,20 m
Dislocamento leggero 11,3 t
Sup. velica 984,4 mq
Motorizzazione 2×40 cv (di base)
Progetto Olivier Poncin
Architettura navale Xavier Fay
Interni Hervé Couedel

… E A BORDO DEL CATANA 53

I NUMERI DEL CATANA 53
Lunghezza fuoritutto 19,00 m
Baglio max 8,10 m
Pescaggio Min 1,40 m
Pescaggio Max 3,10 m
Capacità Acqua 1 500 l
Capacità Carburante 800 l
Architettura e Interni Catana

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VIDEO Amel “butta via” un albero e sbanca a Cannes: che successo per l’Amel 50

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amel 50E’ uno dei bestseller del Salone di Cannes: quando saliamo a bordo, Paolo Salomoni di Sail Away, ci racconta che nei primi due giorni di esposizione sono già state vendute otto barche (due ad armatori italiani). Stiamo parlando del nuovo Amel 50: il primo del mitico cantiere francese ad abbandonare il tradizionale armo a ketch per diventare uno sloop: “Una scelta da un lato dettata dal progetto”, spiega Salomoni, “perché non ci sarebbe stato spazio per due alberi su un 50 piedi così concepito. D’altro canto Amel ha deciso di seguire le richieste del mercato: l’armo a un solo albero viene percepito dalla clientela come più ‘semplice’. A giudicare dai numeri di vendita, la scelta si è rivelata azzeccata”.

La barca presenta soluzioni molto innovative per Amel, uno dei cantieri più “tradizionalisti” del panorama velico: si è cercato di spingere l’acceleratore sull’easy sailing (per la prima volta, ad esempio, fa la sua comparsa il sistema autovirante per la trinchetta). Ma lasciamo spiegare la barca a Salomoni stesso nel video sottostante:

A BORDO DEL NUOVO AMEL 50 SLOOP

I NUMERI DELL’AMEL 50
Lunghezza ft 15,51 m
Lunghezza al galleggiamento 14,51 m
Baglio max 4,79 m
Pescaggio 2,15 m
Dislocamento leggero 18,75 t
Dislocamento pesante 22,2 t
Acqua dolce 600 l
Carburante 675 l
Sup. velica randa 62 mq
Sup. velica genoa 64 mq
Suè. velica trinchetta 24 mq

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Cannes, grande è bello: tra i 15 e i 18 metri novità per tutti i gusti

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Quarto giorno al Cannes Yachting Festival e saliamo decisamente di taglia. Non siamo ancora agli XXL da sogno, ma con la taglia 15-18 metri, dopo la 13-15 che potete leggere QUI, iniziamo a fare veramente sul serio. Il dato sembra chiaro, più saliamo di fascia più i cantieri tirano fuori modelli nuovi. I segmenti di mercato più alti ancora una volta si confermano come i più vitali.

SENSE 51

Ha fatto il suo esordio a Parigi l’anno scorso, il Sense 51presenta a prua la delfiniera integrata che accoglie anche l’ancora. A poppa invece è stato pensato un T-Top integrato, che permette di poter chiudere completamente il pozzetto. Lo specchio di poppa chiuso si abbatte a creare una plancetta, sulla quale “appostarsi” per lavorare al barbecue e al lavandino. Lung. 15,95 m; larg. 4,86 m; 15.515 kg. www.beneteau.com/it

GRAND SOLEIL 52 lc 

La gamma Long Cruise dedicata al mondo blue water del Cantiere del Pardo si arricchisce di questo nuovo modello, che fa il suo esordio a Cannes. Progettato in collaborazione ancora una volta con Nauta Design (che ha curato coperta e interni) e disegnato da Marco Lostuzzi. Lung. 17,05 m;  larg. 4,9 m; disloc 16,9 t; pesc. 2,45; sup. vel 149 mq. www.grandsoleil.net

CATANA 53

Basta guardarlo per capire che è un catamarano nato per correre. Disegnato dallo studio Couëdel Yacht Design, il nuovo Catana 53 è costruito in carbonio tramite infusione per la massima leggerezza e rigidità strutturale. Altri segni dell’aggressività del progetto sono le due lunghe derive, che portano il pescaggio da 1,43 metri a ben 3,60. Lung. 16,18 m; larg. 8,65 m;  pesc. 1,46/3,6 m; sup.vel. 165 mq. www.adriaship.it

HANSE 548

Piano velico importante, tender garage, seconda armatoriale a poppa, pozzetto con due tavoli e hard top. Disegnato da Judel / Vrolijk & Co, l’Hanse 548 è il più grande delle quattro novità che il cantiere tedesco sfornerà per la prossima stagione, tutte visibili ai saloni di Cannes e Genova. Tra i suoi punti di forza la facilità di gestione del piano velico, che può essere controllato da una persona: fiocco autovirante, scotta randa sulla tuga e drizze rimandate fino alle timonerie. Non solo, ci sono tre chiglie differenti tra cui scegliere (2,20 la standard, 2,55 e 2,80 metri). Negli interni ci sono layout a quattro o cinque cabine con diverse soluzioni per i bagni. Lung. 16,22 m; larg. 5,05 m; disloc 19,8 t; pesc. 2,2 m; sup.vel. 138 mqwww.ciniwebster.it

BAVARIA C57

Presentato a gennaio a Dusseldorf, fa adesso il suo esordio anche nei saloni mediterranei. Porta la firma del “nostro” Maurizio Cossutti. Con una superficie velica di bolina di 136 mq, il Bavaria C57 promette buone prestazioni. Il design del pozzetto è “rivoluzionario”: le due stazioni di controllo offrono una visuale totale della barca e le vele possono essere direttamente regolate dal timoniere. Lung. 16,73 m; larg. 5,25 m; disloc 17,13 t; pesc. 2,52 m; sup.vel. 136 mq. www.bavariayachts.com

ICE 60.

Questa barca strizza l’occhio agli armatori che cercano uno scafo importante, adatto sia a crociere veloci e molto confortevoli che alle regate. Lungh. m.17,99; largh. 5,20; pesc. 2,85; disloc.  kg.17.900 www.iceyachts.it

ICE CAT 61

L’Ice Cat 61 ha un carattere sportivo facilmente percepibile dall’ampio utilizzo del carbonio, che viene infuso con resina epossidica della miglior qualità col sistema del sottovuoto per scafo, coperta e paratie, garantendo così estrema rigidità strutturale e robustezza con il minimo peso.

La riduzione del dislocamento permette di aumentare il carico destinato a una lunga crociera, senza compromettere le prestazioni e quindi aumentando l’autonomia. Lungh. m. 18,60; largh. 8,20; pesc. m. 1,00; disloc. 13.500 www.iceyachts.it

BALI 5.8

Del Bali 5.8, che vedremo in acqua nel 2018, il punto di forza è l’estrema versatilità. Un aspetto che renderà questo multiscafo “appetibile” a tanti. Partiamo col dire che ci sarà il 5.8 a vela e il 5.8 a motore. Per entrambi sono poi studiate due versioni, la Classic che avrà dinette e pozzetto a poppa separati tra loro, e la Open che sarà organizzata con una unica grande zona giorno che comprende pozzetto e dinette, separabile da una parete basculante. Un soluzione di successo già sperimentata a bordo dei fratelli minori. Lung. 17,50 m. www.adriaship.it

 

GULLIVER 57

Presentato in anteprima assoluta durante l’ultimo VELAFestival, il Gulliver 57 nasce dal sogno di poter realizzare davvero lo scafo su misura, in alluminio, sportivo ma al tempo stesso adatto alle lunghe navigazioni.  Lung. 17,5 m; larg. 5,17 m; disloc 15,7 t; pesc. 1,7/3,5 m; sup. vel 193 mq. info@gulliversail.com

 

THE FIFTY

ll primo modello del neonato cantiere italiano Eleva Yachts è The Fifty, uno scafo di 50 piedi, disegnato da Giovanni Ceccarelli, e pensato per la crociera veloce. The Fifty è il modello entry level di una gamma di fast cruiser che vedrà scendere in acqua altri scafi di dimensioni maggiori. Caratterizzato da linee di carena pensate per un dislocamento medio leggero, questo scafo è costruito in epoxy sottovuoto con coperta in carbonio. Lung. 16,5 m; larg. 4,86 m; disloc 10,5 t; pesc. 2,45/2,87 m; sup.vel. 154 mq. www.elevayachts.com

DUFOUR 56 exclusive 

Le linee d’acqua sono equilibrate, con ampie sezioni poppiere, superficie bagnata ridotta e appendici ben ideate. L’elevato rapporto di zavorra e una maggiore stabilità della forma della carena permette alla barca di supportare un buon piano velico senza rinunciare al comfort. Lung. 17,15 m; larg. 5,05 m; disloc 17.625 kg; pesc. 2,5 m. www.dufour-yachts.com

PILOT SALOON 58

Il Pilot Saloon 58 segue il successo riscosso dal suo fratello minore di 48 piedi ed è concepito per navigare nella massima comodità, anche quando ci si trova con un equipaggio ridotto. La carena potente è opera dello studio Berret Racoupeau, che ha puntato su linee d’acqua versatili. Lung. 17,7 m; larg. 4,85 m;  pesc .2,1/2,5 m; sup.vel. 133 mq. www.yachtsynergy.it

 

SOLARIS 55

Il disegno della barca è stato affidato alla matita del progettista Javier Soto Acebal. La costruzione, come sempre, è stata effettuata secondo l’ormai collaudato “metodo Solaris”, dove tutti gli elementi quali paratie, lande e arredi vengono saldamente laminati con vetroresina allo scafo e alla coperta e non incollati tramite stucchi e silicone. Il Solaris 55 si presenta con una carena ad alte prestazioni con baglio massimo a poppa come nei moderni racer oceanici. L’elevato coefficiente di stabilità e raddrizzamento è garantito dalle linee di carena e dalla chiglia a siluro in piombo con lama in ghisa, con percentuale sul dislocamento complessivo che supera il 40%. Lung. 16,7 m; larg. 4,85 m;  pesc. 3/2,7 m; sup.vel. 176 mq. www.solarisyachts.com

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LE GATTA-CARTOLINE Saluti e baci da… 38° 30’ 37” N 11° 00’ 52” E

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Prosegue il viaggio di Adriano Gatta sulla Rotta Sardegna – Trapani -Sardegna, in direzione “ostinata e contraria). Ecco la seconda puntata

Ma come dov’è ?
Esattamente a metà “strada”, 77 mn. da Trapani(Sicilia) e 77 a Villasimius(Sardegna); rotta per 115°!

Siamo partiti, dopo aver fatto rifornimento di viveri e gasolio, ieri, nel pomeriggio, dal VMV Mooring, dove, da ormai quattro anni, staziona il Bravo Papà 3 e, categoricamente a motore (non c’era un filo d’aria, o peggio, avevamo un soffio di maestralino, ovviamente, in prua) dopo 13 h di navigazione modello Costa Noiosa, ci ritroviamo con un’alba radiosa circondati dai delfini.

Perché nella cartolina introduttiva dicevo in direzione ostinata e contraria? Ovvio, siete tutti velisti e l’avrete capito subito che è molto più comodo tornare dalla Sardegna verso la Sicilia magari con un medio maestrale al giardinetto che farsi una bolina di 160 miglia (che poi , con i bordi, quasi si raddoppiano) o trovarsi con una sciroccata nel ….c..o e magari pioggia e maltempo.

Quindi, visto che il meteo prevedeva uno scirocchetto leggero, siamo partiti fiduciosi…….
<< Ma chemminnchia di meteo guardi tu?>> esordisce Enrico (uno dei tre miei amici a bordo)
<< anche se poco c’è ancora maestrale e ci toccherà farla tutta a motore…>>
<< ma poi gira, non ti preoccupare…..>>

mai parole furono più profetiche….infatti è girato: a ponente, peggio ancora, dritto sul muso. 26 ore di motore…..l’Agip ringrazia. Ma questa è una cartolina di saluti e baci e non un giornale di bordo quindi due notizie due sulla traversata e poi ci si sente alla prossima tappa.

Sosta, dicevamo a metà strada, all’alba, in compagnia dei delfini che, ovviamente, appena ci buttiamo in acqua, se ne vanno (forse schifati del fatto che fossimo quattro uomini nudi?). Altra pausa e bagno dopo alcune ore, quando avvistiamo un’altra tartaruga (in tutta la traversata ben quattro).

<<Hei, ma qui ci sono oltre 2000 mt di fondo !!!>>
<<Pino, ma non fai le gare di triathlon tu?>>
Pino è un mio vecchio amico e compagno di scialpinismo e quando può, pur non capendo molto di barca, mi accompagna. Assieme a lui fanno parte dell’equipaggio Enrico e suo figlio Pietro, 18 anni. Mi accompagneranno sino a Cagliari, vagando un po’ lungo la costa meridionale, dove mi raggiungerà mia moglie con altri tre amici.

Come dicevo, potendo scegliere la destinazione d’arrivo, in base al meteo sarebbe da valutare l’opportunità di puntare su Cagliari anziché su Villasimius e partire da Marettimo anziché da Trapani per riuscire a navigare a vela senza essere di bolina strettissima o in fil di ruota.

Comunque alle 17 arriviamo a VillaSimius e ci facciamo un bagno ed un Ape col “nostro” Franciacorta ed un salame di Pino (che è di Casteggio, Oltrepò Pavese, il regno del salame ) all’isola dei Cavoli, in un mare d’olio…

<< Ragazzi muoviamoci però perché le previsioni prevedono che alle 18 arrivi un bel maestrale…>>

<< ma siii, le solite previsioni della mutua…>> ore 18, puntuale come un orologio svizzero arriva e fatichiamo ad entrare in porto…… (ed ovviamente durerà tre giorni). Ma da Villasimius e dalla sua costa vi manderò una cartolina nei prossimi giorni.

Saluti e Baci dal Bravo Papà 3
Adriano, Enrico, Pino, Pietro

Testo ed immagini di Adriano Gatta

Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela.

LEGGI LA PUNTATA PRECEDENTE

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Quando la barca è XXL: scopriamo le nuove big dal Salone di Cannes

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Da 18 a oltre i 20 metri, sono le big del Cannes Yachting Festival. Sportive, per il blue water cruising o la super crociera, sono le barche da sogno novità di questa stagione e anche alcuni cantieri italiani si sono dati da fare per aggiornare le loro ammiraglie. Dopo il segmento dai 15 ai 18 (QUI), è il momento delle barche per chi non si accontenta di passare inosservato

MYLIUS 65 fd

Il progetto è sempre di Alberto Simeone e rappresenta un’evoluzione delle carene dei precedenti 60’ e 65’. Su questo nuovo scafo si è migliorato il rapporto tra superficie velica e dislocamento. La nuova carena è più “piena” delle precedenti, soprattutto per quanto riguarda le sezioni poppiere, caratterizzate da un baglio massimo arretrato. Lung. 20,2 m; larg. 5,25 m; disloc 20,5 t; pesc. 3,95; sup. vel 258 mq. www.mylius.it

CNB 66 

Fa il suo esordio al Salone di Cannes, il nuovo venti metri firmato da Philippe Briand insieme a Jean-Marc Piaton e Rafaël Bonet, ha doppia pala del timone e carena con spigolo. Con un dislocamento di oltre 31 tonnellate, il CNB 66 ha una carena con spigolo che da poppa si prolunga fino a metà barca e un ponte di coperta con oblò a filo. Lung. 20,61 m; larg. 5,51 m; disloc 31 t; pesc. 2,95; sup. vel 215 mq. www.cnb-yachts.com

BAVARIA c65

Si chiama C65 la barca più lunga mai realizzata dal cantiere tedesco, firmata dal “nostro” Maurizio Cossutti. Un blue water pensato per chi ama navigare tanto e passare lunghi periodi a bordo. Lung. 19,45 m; larg. 5,4 m; disloc 25 t; pesc. 2,6/3,5; sup. vel 195 mq. www.bavariayachts.com 

 

ADVANCED 62.

Il 62 è stato progettato da Roberto Biscontini per le linee d’acqua e la coperta, in collaborazione con Nauta Design che ha curato gli interni. Lungh. 18,60; largh. 5,30; disloc. 18 t; pesc. 3 m www.advancedyachts.it

SOLARIS 68 

L’anteprima mondiale del Solaris 68 a Cannes rappresenta sicuramente la novità più interessante in arrivo in casa del cantiere di Aquileia. La nuova ammiraglia, costruita nel più segreto riserbo senza divulgazione di alcun anteprima al pubblico, è già state venduta in quattro unità. Lung. 20,6 m; larg. 5,5 m; disloc 28,8 t; pesc. 3,4/3. www.solarisyachts.com

SCHMIDT 72 EXPLORER 

Michael Schmidt Yachtbau ha recentemente cominciato la costruzione del nuovo Explorer a vela di 72 piedi commissionato dalla Fondazione Siemens Svizzera. Si tratta di uno yacht di quasi 22 metri che sarà usato dal Max Plank Institute of Chemestry per studiare i cicli biologici oceanici. Non a caso, metà dello spazio interno sarà attrezzato a laboratorio e il pozzetto sarà completamente chiuso. Lung. 21,86 m; larg. 6 m; disloc 44 t; pesc. 3,2 m; sup.vel. 151 mq. www.msyachtbau.com

GRAND SOLEIL 80 CUSTOM 

Grand Soleil punta sui Maxi. E lo fa con questo progetto di 80 piedi (nella foto grande lo stampo in costruzione) che da il via a una nuova gamma “Grand Soleil Custom”, di imbarcazioni di dimensioni comprese fra i 60 e gli 80 piedi. Disegnata da Ceccarelli, questa imbarcazione sarà realizzata tutta in carbonio con i tratti distintivi di un racer/cruiser. Le linee d’acqua sono quelle impostate dal cantiere ma per quanto riguarda materiali di costruzione, attrezzature e layout interni, ci sarà un’ampia possibilità di scelta per gli armatori. Lung. 25,95; larg. 6,49; pesc. 4,45; sup. www.grandsoleil.net

EUPHORIA 84

Ancora non si conoscono i tempi per la consegna del primo esemplare nel 2018, ma il cantiere turco Sirena Marine si è affidato ancora una volta a Frers per l’ammiraglia della gamma Euphoria. Interessante la soluzione del pozzetto spostato verso centro barca, che lascia sgombra l’area dedicata al timoniere. Lung. 25,6 m; larg. 6,3 m;  pesc. 4,2 m; sup.vel. 363,24 mq. www.sirnew.com/ita

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Sorpresona Melges: ecco il nuovo super monotipo IC 37

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Melges sorprende tutti e annuncia il lancio di un nuovo monotipo, il Melges IC 37. Una barca concepita su una rigida monotipia, i cui primi venti scafi sono stati ordinati su commissione del New York Yacht Club che li impiegherà per i suoi eventi.

Il disegno è stato affidato allo studio Mills, con l’obiettivo di creare una barca che possa mettere in moto una classe internazionale e al tempo stesso essere aperta anche ai giovani velisti o ai non professionisti. Negli intenti progettuali il nuovo Melges IC 37 sarà competitivo anche nelle regate IRC e ORC così da potere prefigurare un uso ampio di questo 37 piedi.

La partnership con il New York Yacht Club, che impiegherà la nuova flotta in occasione della Rolex New York Yacht Club Invitational Cup del 2018, farà da volano per lo sviluppo internazionale, con uno zoccolo duro di 20 barche che rappresentano un solido punto di partenza per gli sviluppi successivi. La costruzione verrà affidata alla Westerly Marine di Santa Ana, California, mentre per il pacchetto vele one design è stata incaricata la North Sails. Non sono ancora note le specifiche tecniche del progetto. 

www.melges.com

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