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COSA FARE SE… bolini con mare agitato?

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Quarant’anni di Giornale della Vela sono anche quarant’anni della nostra sezione di pratica. Abbiamo selezionato i quiz con i migliori consigli pratici che ci sono arrivati dai voi lettori negli anni. In questa sesta puntata vediamo come affrontare al meglio il moto ondoso bolinando con mare agitato.

BOLINARE CON MARE AGITATO

DOMANDA: Stai navigando di bolina al largo con mare agitato, come affronti al meglio il moto ondoso?

RISPOSTA: “Bisogna premettere che trovandomi al largo con mare 5 (agitato) presumibilmente mi trovo, almeno in Adriatico, in una situazione di vento forza 7 o 8. In questo caso avrò già indossato giubbotto e cintura di sicurezza, oltre che sistemato le safety-lines in coperta. Armato lo strallo amovibile e issato la trinchetta, dopo aver avvolto completamente il genoa, con due/tre volte delle scotte, assicurate al winch, per evitare che si possa srollare, con esiti distruttivi per la vela.

Avrò anche preso la seconda o terza mano di terzaroli, dipende dalla velocità del vento medio, messo in forza la volante di sopravvento e cazzato al massimo il paterazzo. In questa situazione la barca è perfettamente bilanciata, timone morbido, con un minor sbandamento rispetto a una situazione con genova avvolto parzialmente, senza il pericolo che un’onda, spazzando la coperta, lo danneggi, essendo la trinchetta molto più alta. A questo punto sono al timone, con qualcuno alla scotta randa, o, se sono da solo con la stessa a portata di mano, pronto a lascare in caso di raffica (ho il trasto della randa e quindi la scotta appena a pruavia della colonnina del timone).

La trinchetta non sarà cazzata al massimo, ma leggermente “morbida”, per darle più potenza. Cerco di mantenere un angolo di 60° al vento reale, in modo da affrontare le onde con buona potenza e l’angolo migliore per la mia barca. Sono abituato a osservare quello che succede oltre la prua per almeno un 150 metri, così da rendermi conto del come si presentano i treni di onde. Pronto ad orzare per affrontare una cresta impegnativa e magari frangente, appena superata poggio decisamente per riacquistare velocità, in una sorta di continuo zig zag. Approfitto delle aree di relativa calma tra onde “più cattive” che comunque ci sono sempre, per “togliere” le redini e lasciare correre la barca”.

NELLA SCORSA PUNTATA – COSA FARE SE DEVI DARE LA SECONDA ANCORA

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