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Caso Duvetica: una serie di sfortunati eventi (che mai più si ripeterà)

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Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” si chiedeva il matematico e meteorologo Edward Lorenz. A giudicare dalla bufera che si è sollevata attorno al caso del certificato di stazza “sbagliato” dell’Arya 415 Duvetica Grey Goose al Campionato Italiano di Altura 2015, si (QUI LA CRONACA DELLA VICENDA). Un piccolo errore umano di trascrizione dei dati ha dato il via a una serie di sfortunati eventi che si sono tradotti in un rating più che vantaggioso per la barca, falsando di fatto il Campionato e scatenando un’ondata di polemiche da banchina, lettere di protesta e le dimissioni dell’armatore di Grey Goose, Sergio Quirino Valente, dalle file dell’UVAI (Unione Vela Altura Italiana). Per fare chiarezza, abbiamo cercato di ricostruire la vicenda nel dettaglio e, con l’aiuto del Reponsabile Tecnico dell’UVAI Riccardo Provini, vi spiegheremo perché questo episodio non si ripeterà più.

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La classifica del Campionato Italiano classi O-2

SOSPETTI DA BANCHINA
Chi c’era, al Campionato Italiano di Civitanova, non potrà che confermarlo: le prestazioni di Duvetica Grey Goose in compensato erano troppo, troppo superiori rispetto al resto della flotta. Sei vittorie su sette prove con distacchi oceanici possono significare soltanto due cose: o che a bordo della barca vincente si trova sotto mentite spoglie Team New Zealand e gli altri equipaggi sono composti da dilettanti (e non era così: fortissimi Valente e compagni, ma gli altri non stavano certo a guardare), oppure che c’è qualcosa che non va nel rating. Tutti a parlare, a sospettare, ma nessuno che si sia preso la responsabilità di una protesta di stazza: è un fenomeno del tutto italiano per cui chi avanza proteste di stazza passa per “stronzo”. Dopo il Campionato Nicola Sironi, Chief Measurer dell’ORC, fiutati i sospetti di banchina, e ricevuta una chiamata per avere spiegazioni sul valore dell’immersione, ha verificato di persona il certificato di Duvetica e ci ha mandato una segnalazione“, spiega Riccardo Provini. Da lì sono partite le “indagini” e si è arrivati al ritiro del certificato di stazza della barca.

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Riccardo Provini, Responsabile Tecnico UVAI

UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI
Cosa è successo, nello specifico? Qualcuno, all’interno del Centro di Calcolo Federale ORC Nazionale, ha commesso un errore di trascrizione, continua Provini. “Nello specifico, la misurazione della barca viene fatta utilizzando un file offset (che processa le linee, ovvero stabilisce i profili dello scafo partendo da numeri), che ha bisogno di punti di riferimento esterni allo scafo (a prua e a poppa) i quali servono per l’interpolazione della parte sinistra e destra della barca per poi determinarne la forma. Punti che vengono cancellati una volta eseguita l’unione delle due parti. In questo caso, ci si è dimenticati un punto, al di là della prua della barca, proprio vicino alle cornice dello schermo del PC. Un errore non giustificabile, ma che può accadere. Molto, molto raramente, visto che è dal 1990 che il Centro di Calcolo emette certificati e non è mai successo nulla di simile. Un tale errore, se fossero stati in uso i vecchi programmi di calcolo, sarebbe saltato fuori, perché il sistema si sarebbe bloccato. E invece il nuovo software, più rapido e performante, ha finito per “digerire” l’errore“. Per farla breve, comunque, sul certificato era indicato un pescaggio maggiore rispetto a quanto in realtà pescasse la barca.Non c’è stato modo di verificare prima della regata la bontà del certificato di Duvetica, perché è stato emesso a ferragosto, poco prima dell’Italiano e quindi non ha potuto partecipare ad altri eventi pre-Campionato. Inoltre l’Arya 415 è una barca quasi one-off, difficile confrontare il certificato di stazze con altre gemelle, sarebbe stato molto più semplice accorgersi dell’errore se si fosse trattato di una barca in larga serie“.

NON ACCADRA’ MAI PIU’
Potrebbe ripetersi nuovamente una situazione del genere, si chiedono gli armatori? L’ORC è un sistema non perfetto ma “perfettibile”. Ma secondo Provini “questo errore è praticamente impossibile che si ripeta. Sicuramente nei nuovi programmi di calcolo verrà approntato un sistema di allarme relativo ai punti esterni della barca che possano rimanere dopo il caricamento dei file offset. E sicuramente al Centro di Calcolo staranno attentissimi“. Quindi, armatori, state certi che nel 2016 non avverranno irregolarità di questo tipo…

Sergio Quirino Valente, armatore di Duvetica Grey Goose

Sergio Quirino Valente, armatore di Duvetica Grey Goose

DUVETICA, LA CAMPIONESSA TRISTE
Peccato“, conclude il Responsabile Tecnico UVAI, “perché Duvetica conta su un equipaggio fortissimo che con il certificato corretto si sarebbe comunque potuto comunque giocare la vittoria“. Invece armatore e barca si sono trovati impelagati loro malgrado in una vera e propria bufera (se ne dovevano accorgere anche loro che c’era qualcosa che non andava nel certificato, qualcuno diceva in banchina), nonostante il titolo sia rimasto nelle loro mani: anche perché, una volta finita la manifestazione, la Giuria si scioglie. Dopodiché ci sono ancora 15 giorni per presentare una protesta. Scaduto il tempo, qualsiasi eventuale irregolarità non contestata “cade in prescrizione” (eccezion fatta, a onor di cronaca, per casi di doping a livello internazionale).

IL VICE-CAMPIONE RICONSEGNA IL VICE-TITOLO
L’ultimo sviluppo della vicenda ha visto il vice-Campione Italiano nella categoria Crociera, Claudio Terrieri del Grand Soleil 43 Blue-Sky, riconsegnare il trofeo. Scrive Terrieri in una lettera:Ritenendo assurdo il clima di incertezza generatosi e non sapendo ufficialmente quale è la reale posizione in classifica del Blue Sky rimetto ufficialmente nelle vostre mani il titolo di Vice Campione Italiano Classe 1 Crociera,sarà mia cura recapitare il trofeo indebitamente ricevuto presso la Segreteria del Club Vela di Civitanova“.

Eugenio Ruocco

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