Qualche tempo fa abbiamo pubblicato tre raccolte di frasi da non dire mai ad un velista, per le quali abbiamo attinto alla nostra esperienza e, soprattutto, ai vostri suggerimenti. Una selezione di domande e storpiature che farebbero ridere anche il più burbero dei marinai. Queste 30 frasi hanno divertito chi va da sempre per mare, ma anche chi la vela l’ha appena conosciuta e ricorda ancora tutte le domande “ingenue” che ha fatto, tanto da dedicare una poesia ai velisti chiedendo di portare pazienza: “Se non avessi trovato il coraggio di fare domande ingenue non avrei imparato!”.
Siamo velisti o capitani?
Caro velista, non ti arrabbiare,
da qualche parte dovevo pur cominciare.
Amo il mare, la brezza tra i capelli,
i lupi di mare mi sembran tutti belli.
Mi avvicino alla barca con grande reverenza
se oso chiedere, tu abbi pazienza.
Arrivo incerta dalla lontana pianura
il vento e la notte mi fanno paura.
Chiedo se c’è il bagno o magari il motore
(a ogni richiesta so che una sirena muore).
Respira, e dimmi se se le mie scarpe van bene:
con i tacchi lo so, mi dai in pasto alle balene.
Sono cime, non corde! Lo devo imparare.
Qualche volta mi confondo e ti chiedo di guidare.
Non si gira, si vira! ripetilo di nuovo.
Dammi solo un momento, il volante lo trovo.
Quando avrò il permesso di salire a bordo
farò del mio meglio per andare d’accordo:
se mi preoccupo perché la barca va storta,
non ce l’ho con te, spiega e sopporta.
Se sono qui, Capitano, qualcosa ci unisce
cerchiamo libertà in un tramonto che zittisce.
Il fascino dell’ignoto ci fa guardare lontano,
ma tu resti per mare, io lavoro a Milano.
Poi urli qualcosa contro il mio sguardo perso,
non capisco l’ammonimento e sto di traverso:
tu sotto la barba già ridi, pensando all’ematoma,
io guardo l’orizzonte e non sto attenta al boma!
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