Siamo abituati a pensare agli tsunami come a un fenomeno che interessa soltanto il sudest asiatico. Ma non è così. Un mini tsunami si è abbattuto lunedì 16 luglio sulle isole spagnole di Maiorca e Minorca. L’onda anomala ha allagato spiagge e strade, trascinando via tavoli, sedie e ombrelloni, causando la fuga di massa dei turisti. La località più colpita è stata Ciutadella, a Minorca.
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TSUNAMI, COS’E’ E COME SI FORMA
Cosa vuole dire tsunami? L’origine del termine è giapponese: la parola è composta da tsu, che si traduce porto, e nami, che significa maroso, grande onda. Questo sta a significare che lo tsunami è un’onda lunghissima che si abbatte sulla terraferma e sui porti, senza danneggiare navi e barche in alto mare, che quasi non si accorgono del fenomeno. Ma come si formano gli tsunami? Quando si verifica un terremoto con epicentro subacqueo, può succedere che parte della crosta oceanica si elevi oppure subisca un abbassamento. Lo spostamento d’acqua genera un’onda che, una volta che raggiunge la costa, può sommergerla nel giro di pochi minuti.
L’ECCEZIONE DELLE BALEARI (SPIEGATA DALL’ESPERTO)
Nel caso del mini tsunami alle Baleari, però, non è stato così. Ci spiega tutto Riccardo Ravagnan di Meteomed: “Lo tsunami non è stato indotto da fenomeni geologici come avviene nel caso dei terremoti, ma dal passaggio di un’intensa perturbazione caratterizzata da imponenti nubi temporalesche in medio-bassa troposfera, favorendo in tal modo forti raffiche di vento e improvvise variazioni di pressione atmosferica che – per complesse dinamiche fisiche – forniscono energia potenziale e cinetica alle onde del mare. Affinché possano generarsi questi tsunami, la velocità del fronte perturbato deve essere pressoché identico a quello del moto ondoso”.
MINI TSUNAMI ALLE BALEARI, CATAMARANO IN DIFFICOLTA’
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