Probabilmente, se i vostri genitori erano appassionati di vela già da piccoli, ve lo potranno confermare: un tempo in crociera si faceva… campeggio! Oppure, senza andare troppo indietro nel tempo, se avete gironzolato per le coste francesi, probabilmente avrete visto intere famigliole a zonzo con “derivone” e tende. Calcolando quante piccole barche ci sono in Italia, perché da noi non si fa?
UN DIVIETO POCO COMPRENSIBILE
Semplice, perché da noi è vietato. Portare in secca sulla spiaggia la propria barchina e trascorrere una notte in tenda può costare multe salatissime. Eppure stiamo parlando di un tipo di turismo che potrebbe avere un impatto decisamente positivo sul comparto nautico. In questi anni sono state lanciate diverse proposte, ma non si è mossa foglia. Sarebbe bastato posizionare pontili mobili in alcuni dei molti tratti di litorale italiano difficilmente raggiungibili da terra e darli a un gestore in grado di farsene carico. Niente da fare: le principali obiezioni riguardano la sicurezza e l’eccessivo affollamento delle spiagge nei mesi estivi. In realtà i diversi tentativi (uno fra tutti lo ricordiamo da parte di Cino Ricci, molti anni fa, a proposito della portualità romagnola) che sono stati portati avanti, sono naufragati nell’intrico di cavilli burocratici (leggi qui la nostra inchiesta) tipici del nostro paese…
Eppure sarebbe una buona idea per rilanciare il turismo nautico anche tra i giovani! Siete d’accordo?
RILEGGI LA NOSTRA ANALISI SUL PROBLEMA BUROCRAZIA
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