Sapevamo che per l’annuncio ufficiale mancava ormai pochissimo e infatti il gruppo Prada ha reso noto l’entità della sponsorizzazione che verrà investita sul progetto Luna Rossa in Coppa America: 65 milioni di euro, in quattro anni, 25 milioni l’anno per i primi tre, 9 per l’ultimo anno.
Un’inezia, se si pensa che il gruppo Prada ha un giro d’affari mondiale annuo superiore ai 3 miliardi di euro, un investimento importante sotto il profilo sportivo se si considera che questo con ogni probabilità non sarà l’unico budget a disposizione per Luna Rossa. I 65 milioni di Prada sono infatti il main sponsor per la sfida di Coppa, ai quali verranno aggiunti i contributi delle sponsorizzazioni minori, per un budget finale che dovrebbe agevolmente superare gli 80 milioni di euro.
La notizia è stata variamente commentata sul web, come sempre in maniera un tantino “avventurosa”, con commenti che andavano dal “Non saranno contenti gli azionisti”, per continuare con “Invece di pagare le tasse sponsorizzano per scaricare i costi”, fino al classicissimo “Perché la Coppa America ha ancora a che fare con la vela”? Italiani popolo di navigatori, allenatori di calcio, velisti ed esperti di marketing. Tra i commenti social mancava solo un “Doveva fare entrare Insigne” e poi il quadro sarebbe stato completo.
La verità però in fin dei conti è una. Per Prada la Coppa America è stata, e sarà, un gigantesco affare. Pensate al boom del marchio negli anni 2000: quando sulla scia di Luna Rossa i prodotti Prada, prima emblema del lusso riservato a un certo tipo di pubblico, divennero praticamente uno status symbol su larga scala. Difficile quantificare il ritorno in termini di guadagno di cui il marchio ha beneficiato a fronte di investimenti per la Coppa di alcune centinaia di milioni. Basta pensare che fino al 2013 la crescita del fatturato del gruppo Prada ha viaggiato con aumenti in doppia cifra, +29% nel 2012, pur essendo in lieve flessione nell’ultimo biennio.
Ma non dovrebbe essere neanche questo l’argomento di dibattito da parte di noi velisti, in fin dei conti non è certo un problema di noi appassionati fare i conti in tasca a una delle più importanti aziende al mondo. Quello che ci interessa veramente è un altro ritorno, anch’esso enorme: quello di entusiasmo che una sfida come quella di Luna Rossa può portare all’intero movimento.
Quanti bambini si appassioneranno alla vela con la prossima Luna Rossa? Quanti si iscriveranno a un corso di vela? E quanti papà compreranno loro un Optimist o una deriva e penseranno addirittura di acquistare una barca a vela per la famiglia? Questo è successo in misura importante dalla sfida del 2000 in poi, fin quando la crisi economica ha tagliato le gambe al nostro ceto medio. E questo potrebbe succedere ancora, se la Luna che sta sorgendo si rivelerà vincente. Le premesse ci sono tutte, non preoccupiamoci dei conti di Prada perché in fin dei conti a noi tifosi toccherà solo passare delle notti insonni a fare il tifo…non è poi così male.
Mauro Giuffrè
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