Qualcuno ci ha detto: “Ma come, voi del Giornale della Vela da sempre cacciatori di news “acchiappa click” non vi siete lanciati su questa?”. Ebbene si, a volte il silenzio e la ponderazione sono la migliore cosa, soprattutto quando accade che, come capita sempre più spesso nell’era dell’informazione ultra veloce, ad arrivare prima dei giornali è la “marea social”, quella dove sempre più spesso è difficile distinguere tra la melma, gli insulti, il falso ed il vero.
Stiamo parlando del naufragio di Vamos, il catamarano con equipaggio brasiliano finito a scogli all’imboccatura del porto di Ostia. Ne abbiamo lette veramente di tutti i colori: “Imbecilli”, “Interditeli”, “Se la sono cercata”, “Pazzi, incapaci, superficiali e incoscienti”. Tutti a sentirsi in dovere di manifestare la propria indignazione sui social, non solo postando il video dell’incidente sui propri profili personali ma postandolo e ripostandolo sui vari gruppi social a tema, per il puro gusto di puntare il dito. Una marea di banalità e insulti che ora dopo ora montava a dismisura, tanto da rendere difficile la comprensione della reale dimensione e della dinamica dell’accaduto, dato che non se ne conosceva la benché minima ricostruzione da parte dei protagonisti, ovvero i superstiti e i soccorritori.
E’ per questo motivo che abbiamo deciso di non dare eco all’accaduto e di farlo solo adesso, quando siamo venuti in possesso di una versione ufficiale diffusa ai media dal Porto Turistico di Roma, che per tanto si assume la responsabilità dei fatti, gli orari e i dettagli diffusi a proposito delle dinamiche di soccorso. Soccorritori per altro finiti anch’essi nel tritacarne social, a causa di un video, sicuramente poco felice, ma girato solo dopo il salvataggio dei naufraghi, dove una voce dalla torre di controllo commentava in maniera sicuramente poco consona l’accaduto.
A questo link il video della Guardia Costiera:
La versione del Porto Turistico di Roma
In occasione dell’incidente avvenuto nella mattina del 2 gennaio, che ha visto coinvolto il catamarano Vamos con a bordo tre persone di nazionalità brasiliana, è doveroso segnalare che tutto il personale del Porto Turistico di Roma si è adoperato con professionalità, secondo le procedure di sicurezza, per salvare la vita dei tre membri dell’equipaggio.
La prontezza di valutazione del personale del porto (addetto di torre, nostromo e personale di banchina), ha permesso di far arrivare i soccorsi prontamente e velocemente, pre-allertando tutto l’apparato già dalle prime avvisaglie. Gli addetti del marina si sono fatti carico di predisporre il contatto dalla Centrale Operativa della Guardia costiera, provvedere alla richiesta informazioni previste e effettuare una prima valutazione sull’intervento: questo ha ridotto notevolmente i tempi di intervento da parte dei mezzi di soccorso che in pochi minuti hanno tratto in salvo i tre naufraghi e monitorato gli spostamenti del relitto fino al suo spiaggiamento tre chilometri a sud del porto.
Intorno alle 8.00 del mattino del 2 gennaio l’addetto alla Torre ha ricevuto via radio la richiesta di supporto da parte dei componenti dell’equipaggio del catamarano Vamos per la restituzione del pass di accesso ai pontili e l’assistenza per lasciare il porto. Il personale di banchina, dopo aver evidenziato la presenza di avverse condizioni meteo e esortato per tre volte il comandante dell’imbarcazione a non mollare gli ormeggi, constatata la volontà di “Vamos” di voler comunque affrontare la navigazione, ha proceduto ad allertare il nostromo e tutto il personale di banchina per prestare la necessaria assistenza al disormeggio e per monitorare l’uscita dal porto attraverso la telecamera di sorveglianza.
Presumibilmente a causa di una errata manovra del comandante che sembrerebbe aver piegato a sinistra prestando il fianco ai marosi, l’imbarcazione è stata sbattuta contro la scogliera antistante il faro verde esterno. Intorno alle 8.20 l’addetto alla torre, dopo essere riuscito a comunicare via radio con l’imbarcazione e ricevuto il “mayday” per una falla nello scafo di dritta, ha contattato la “Compamare” di Roma sul canale VHF 16 per segnalare l’accaduto e fornire tutte le informazioni del caso.
Come da procedura, dopo la segnalazione la competenza è passata alla centrale operativa della Guardia Costiera la quale, dopo alcuni tentativi senza esito di contattare l’imbarcazione, ha chiesto il supporto della Torre per fare da ponte nelle trasmissioni radio. Stabilito il contatto con l’imbarcazione, l’addetto della Torre ha innanzi tutto rassicurato i malcapitati sull’arrivo dei soccorsi, e poi, informato che il motore di dritta non funzionava, ha consigliato il comandante di aprire il fiocco in modo da stabilizzare l’imbarcazione e portarla a distanza dalla scogliera. La Torre ha poi provveduto a comunicare alla Guardia Costiera le informazioni sul numero delle persone a bordo, la presenza o meno di feriti, l’uso delle dotazioni personali di sicurezza e la posizione dell’imbarcazione.
Il costante controllo della posizione dello scafo sul radar e il contatto visivo e via radio hanno permesso al personale della Torre di rassicurare continuamente l’equipaggio brasiliano e dare loro una voce per tranquillizzarli sull’arrivo imminente dei soccorsi da parte di una motovedetta della Guardia costiera che nel giro di pochi minuti ha provveduto a trarre in salvo i tre membri dell’equipaggio.
Il filmato effettuato a emergenza conclusa con uno smartphone dal personale della Torre -inopportunamente pubblicato sui social network, con commenti inappropriati sull’accaduto e per i quali sono state già avviate azioni disciplinari previste dalla legge – non può distogliere l’attenzione dal lavoro svolto con grande attenzione da tutto il personale del marina, in particolare in situazioni di emergenza. In sedici anni di servizio, il personale di banchina e della torre è stato impegnato in attività che vanno anche oltre le loro mansioni come il recupero di persone a mare con mare mosso, il soccorso e rimorchio di imbarcazioni in attività, interventi di rianimazione cardio-polmonare piuttosto che assistenza a persone in stato di embolia in attesa di eliambulanza o gestione di incendi. Parliamo di una squadra di operatori qualificati che rappresentano una sicurezza anche per gli apparati di soccorso che vedono nel Porto Turistico di Roma l’unico approdo sicuro in un tratto di mare di oltre 24 miglia.
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