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Quale sarà la barca della prossima Coppa America? Mono, multi o…

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Che Coppa sarà quella di Auckland? Dopo il primo annuncio del defender (LEGGILO QUI), è il momento di fare un primo bilancio in base ai rumors che circolano e provare ad immaginare cosa dobbiamo aspettarci tra quattro anni, quando la Vecchia Brocca tornerà in palio.

L’anno individuato è il 2021, durante l’estate australe, ovvero i mesi novembre-gennaio in Italia. I neozelandesi hanno infatti intenzione di preparare un evento di altissimo livello dal punto di vista dell’immagine e dell’impatto sul pubblico e per farlo occorre tempo. Ad Auckland si stanno muovendo gli investitori privati e anche il Governo, al fine di fornire i fondi e le infrastrutture adeguate a realizzare un’edizione memorabile della Coppa America, come la tradizione della Brocca in Nuova Zelanda vuole.

Le barche

La grande e vera domanda è però con quali barche si correrà la prossima Coppa, annuncio che non verrà fatto prima di settembre. Il toto barche potremmo definirlo con un 60%-40% in favore dei catamarani foil, pur modificati significativamente.

La strada, e gli indizi, sembrerebbero portare infatti verso la continuità con i foil cat sia pur con diversi cambiamenti. Grant Dalton si è espresso negativamente su alcuni fattori, in particolare sul fatto che avere uomini in barca il cui scopo principale è pompare olio nei circuiti riduce eccessivamente la parte velica della sfida. Con un quadro simile l’indiziata numero uno ad uscire di scena sembrerebbe l’ala rigida: eliminarla significherebbe semplificare in maniera importante la gestione di questi catamarani.

Esiste il fascino concreto di un ritorno ai monoscafi, sia pur con la certezza che i foil ormai fanno parte della Coppa America. Un monoscafo foil ultra tecnologico? Un’idea che sembra piacere molto a Patrizio Bertelli che pare da tempo l’abbia espressa chiaramente a Dalton ma i due su questo non avrebbero ancora trovato un punto d’incontro. Ufficialmente il patron di Team Prada ha dichiarato che gradisce anche i catamarani, ma c’è da capire quanto questa posizione faccia parte di un’ovvia diplomazia dialettica nei confronti degli amici kiwi.

La strada per realizzare un monoscafo foil mostra però alcuni ostacoli. Il primo è il defender, che pur avendo dichiarato di volere fare le regole, in collaborazione con il challenge of record Luna Rossa, senza svantaggiare gli sfidanti, non vuole neanche penalizzare se stesso perdendo il vantaggio tecnologico acquisito in questa Coppa. Il secondo ostacolo è il formato della nuova barca nel caso in cui dovesse essere un monoscafo. Volvo Ocean Race e Vendée Globe hanno ormai praticamente le stesse barche, sessanta piedi convertibili da una regata all’altra, la Coppa America da sempre è invece una sfida unica, la taglia quindi dovrà essere necessariamente più grande. Si ragionerebbe su una misura dai 70 agli 80 piedi minimo, e realizzare un mono di questa stazza con i foil è un’operazione tutt’altro che banale.

Lo sviluppo tecnologico su un segmento simile è complesso, per non parlare del fatto che esperimenti di foil su grandezze simili si sono fatti ma l’efficienza è ancora da sviluppare, in pratica si ripartirebbe quasi da zero.

Va anche considerato il fatto che Luna Rossa ha fornito parte della tecnologia e delle sue competenze alla sfida dei kiwi, ed era partita molto in anticipo nella ricerca prima di decidere di ritirarsi. Questo fattore può aprire due scenari: o da tempo esiste un accordo secondo il quale in caso di vittoria i kiwi si sarebbero impegnati a tornare ai mono per ricompensare l’ “alleato italiano”, o alla stessa Luna Rossa conviene, proprio alla luce di ciò, restare sui catamarani volanti.

Luna Rossa da challenge of record avrà il compito di discutere le regole con i neozelandesi e dire la propria sulla nuova barca, rappresentando l’interesse degli sfidanti o potenziali tali. 

Si è parlato di più sfide italiane, con un ritorno di Mascalzone Latino o di Azzurra, ma la sensazione è che si tratti di strade percorribili a certe condizioni, una sicuramente è quella dei monoscafi. Probabile invece il ritorno di Ben Ainslie e Groupama Team France, che avevano dichiarato di approcciare questa Coppa con lo scopo di proseguire in futuro. La partecipazioni di Bertarelli e di Alinghi sembra invece possibile solo in caso di conferma dei multiscafi, data la peculiarità del team e l’orientamento dello stesso patron. I rumors indicano anche un possibile ritorno in Coppa dell’Australia, soprattutto adesso che è stato ristabilito il vincolo di nazionalità.

Cosa significa il vincolo di nazionalità

Abbiamo accolto con un plauso il ripristino del vincolo di nazionalità in Coppa America. Scafo costruito nel paese di appartenenza dello yacht club che lancia la sfida, equipaggio della medesima nazionalità. Per l’Italia è veramente un’ottima notizia. Significa che ci sarà un cantiere, dei tecnici specializzati e varie professionalità che lavoreranno al progetto della nuova barca, un’opportunità quindi per tutto il movimento velico italiano. Una grande chance anche per i tanti bravi velisti del nostro paese: abbiamo i veterani della Coppa e abbiamo anche tanti giovani talenti pronti a dire la loro. Il mix tra queste due componenti porterebbe grande entusiasmo e qualità.

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Mauro Giuffrè

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