No signori, non sarà una scuffia a metterli fuori gara, non questa quanto meno (nonostante sia uno dei “pitchpole” più terribili che la vela ricordi). Loro sono Team New Zealand, loro sono semplicemente la vela. E la vela non può morire in un pomeriggio di pioggia alle Bermuda, con un telecronista yankee che si esalta per avere visto finalmente un po’ di “circo”, la scuffia tanto attesa.
Hanno lavorato sodo i kiwi. Per 24 ore di fila, nel capannone neozelandese si sono sentiti i rumori degli strumenti: frese, pialle ed altri macchinari, oltre alle care e vecchie braccia umane, hanno lavorato incessantemente per riportare Aotearoa in acqua. I kiwi sono persone dal basso profilo, e la notizia che tutto è ok è stata data senza particolari annunci, con un semplice: “The weather looks good to race tomorrow #LVAC Semi Final action continuesEmirates Team New Zealand vs. Land Rover Bar, Race Starts 2:08pm BDA / 5:08am NZT” dato via facebook. Così, come se tutto fosse normale. 24 ore prima una delle scuffie più terrificanti della storia della vela, la barca praticamente a pezzi. 24 ore dopo tutto è normale, tutto è ok.
A molti non sarà sfuggita l’ironia via social di Russell Coutts, subito dopo l’incidente dei neozelandesi: “Herbie” Lester: Was the NZ control system hacked?”, “E’ stato manomesso il sistema di controllo (dei foil) di New Zealand?”, con riferimento a Peter Lester, commentatore ufficiale per Team New Zealand. Lo stile, signor Russell Coutts, probabilmente non è stato mai uno dei tuoi punti forti. Chiacchiere da facebook, brusii di sottofondo: la sostanza è invece una, oggi Team New Zealand va in acqua, sono previsti 12 nodi, tornerà a sfidare Land Rover BAR Racing e si riparte dal 3-1. Stesso identico punteggio in favore di Softbank Team Japan contro Artemis.
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Mauro Giuffrè
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