Amici che state per caricare la vostra barca sul carrello, sia per tirarla in secco in vista dell’inverno che per trasportarla sui campi di regata. Sappiate che la distribuzione dei pesi sul carrello è fondamentale e se sbagliate le conseguenze (per la vostra barca ma in primis per voi) potrebbero essere davvero catastrofiche. La dimostrazione è in questo video promosso dalla Dun Laoghaire Marine di Dublino (Irlanda), che illustra cosa potrebbe accadere se i pesi non sono distribuiti correttamente.
GLI EFFETTI CATASROFICI DI UNA BARCA CARRELLATA MALE
LA NORMATIVA VIGENTE
(da www.centrovela.com) Per calcolare il peso (massa) trasportato sul carrello bisogna considerare il peso (massa) dell’imbarcazione con tutto ciò che contiene (albero, vele, motore, benzina, ecc.) + eventuali rulli o invaso, che NON sono considerati nel peso (massa) a vuoto del carrello. Il tutto, barca + accessori + carrello può eccedere il peso massimo consentito dal carrello stradale fino al 5%, arrotondato ai 100 kg superiori, senza incorrere in sanzioni. Non sono invece ammesse tolleranze riguardo il tipo di patente necessario, la capacità di traino (massa rimorchiabile) dell’autovettura e le regole generali di ingombro e massa.
Una barca che eccede la larghezza massima consentita (mt. 2,55) può essere trainata se, messa leggermente di taglio su un carrello con un invaso basculante, rientra nella misura. Questo, di solito si fa su barche a vela (che sono dotata di chiglia e alte sull’invaso). Per trasportare un gommone si possono sgonfiare i tubolari laterali e ripiegarli all’interno. Per il traino di una barca a vela, si può fare sporgere l’albero posteriormente fino a 1/3 della lunghezza del carrello (ricordarsi di appendere il relativo cartello). Nulla può invece sporgere oltre l’”occhione” (gancio) del carrello. Il tutto deve rientrare nei 12 metri.
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