E’ possibile mettere una contro l’altra un’automobile è una barca a vela? Lo ha fatto il mensile Top Gear, ponendo a confronto un’Alfa Romeo 4C Spider e… l’Ice 33 Evo! Per riuscirci, ha diviso il test in dieci round, dal design alla costruzione, dall’agilità alle prestazioni. Vi proponiamo il testo dell’articolo qui di seguito: siete d’accordo con il risultato?
LE SFIDANTI
Cominciamo dalla 4CSpider. Disegnata dal Centro stile Alfa Romeo, ha due posti secchi, la trazione posteriore e il motore centrale. Il telaio è una monoscocca in fibra di carbonio ispirato alle F1; il motore un 1750 cc turbobenzina con l’iniezione diretta e un doppio variatore di fase. Il risultato? 257 km/h, un tetto di tela da arrotolare nello striminzito bagagliaio, nulla di superfluo e un comfort che definire essenziale sembra riduttivo.
L’Ice 33 Evo è una barca da regata, costruita dal cantiere Ice Yachts e disegnata da Umberto Felci, è lunga 9,99 metri e larga 3,40, ospita fino a 8 persone e per navigare le basta una profondità di 2,5 metri d’acqua. Lo scafo, la coperta, il timone e molte parti sono realizzate in carbonio o in leghe di alluminio.
DIECI ROUND PER DECIDERE
Terreno di scontro il Garda, location perfetta per le condizioni di vento e per i nastri d’asfalto aggrovigliati sulle ripide colline. Non per un coast-to-coast con il cronometro alla mano, né per una sfida a chi arriva primo alla meta. Ma per uno scontro di generi e filosofie, alla ricerca di affinità e differenze fra due “toys for men” fra i più desiderabili del momento.
ROUND 1: L’IMPORTANZA DEL PESO
In entrambi i casi, la leggerezza è ottenuta attraverso innovazione tecnologica e ampio ricorso al carbonio, materiale tre volte più robusto e sette volte più leggero rispetto all’acciaio. Sia sulla 4C Spider sia sull’Ice 33 Evo, l’eliminazione del superfluo diventa sinonimo di agilità; nel primo caso per la scoperta Alfa il peso ridotto si somma al feeling di guida da go kart, alla raffinata geometria delle sospensioni, alla disposizione dei pesi e al bassissimo baricentro. Il risultato è un’auto con una velocità fulminea nei cambi di direzione.
Caratteristica molto importante anche per un’imbarcazione da regata come l’Ice 33 Evo, che ha bisogno di girare tra le boe e manovrare con previsione e velocità in mezzo alle altre barche. Inoltre, per chi non ci è mai salito, una barca leggera è molto più reattiva e risponde meglio ai comandi dello skipper e del team, anche quando il vento scarseggia. Insomma, la 4C è fulminea fra le curve, l’Ice 33 fra le boe.
Risultato: 1-1.
ROUND 2: QUANDO E’ QUESTONE DI FIBRA
La fibra in questione, ovvio, è il carbonio che in entrambi i casi è protagonista della sfida. Sulla barca la fibra di carbonio è impiegata non solo per la laminazione dell’intero scafo, ma anche in coperta.
Sulla 4C il telaio monoscocca in fibra di carbonio assemblato a mano pesa solo 107 kg e per conservare il più possibile la rigidità della Coupé, anche il telaio del parabrezza e il roll-bar sono leggeri e irrobustiti usando il carbonio. Leggerezza sull’Alfa significa anche vetri più sottili del 10 per cento e sedili fatti di carbonio e fibra di vetro. Risultato: 1-1.
ROUND 3: L’AGILITA’ E’ FONDAMENTALE
Leggerezza e agilità sono caratteristiche complementari l’una all’altra. Una barca leggera e agile si percepisce subito al timone, è sensibile alle piccole correzioni dello skipper e reagisce in modo impercettibile. Così come un’auto è sensibile allo sterzo, sensibilissima sarebbe il caso di dire per la 4C che proprio per questo ha rinunciato a qualunque servomeccanismo a favore di un comando che trasmette al pilota ogni piccola irregolarità dell’asfalto.
Risultato: 1-1.
ROUND 4: LA VELOCITA’ ASSUME VALENZE DIVERSE
In barca a vela il concetto di velocità massima è sempre relativo poiché sono molte le variabili da dover considerare, come vento, onde, corrente. Per capirci meglio, mentre sulla 4C ha senso lo 0-100 (4″5), sull’Ice questo è un dato più soggettivo; sull’acqua l’accelerazione viene percepita dallo skipper in base alle sensazioni che si percepiscono al timone. Qui tornano in gioco leggerezza e linee dello scafo, in questo caso molto “tirate”. Dunque il dato vero sull’accelerazione non è confrontabile, ma lo sono le sensazioni, entrambe esaltanti.
Risultato 1-1.
ROUND 5: LA GUERRA DEGLI SPAZI
Avete mai visto una comoda e spaziosa? No. Ecco, fatte le dovute proporzioni, anche sulla 4C e sull’Ice dare la precedenza alle prestazioni ha significato sacrificare gli spazi e il comfort. Così i due posti secchi dell’Alfa equivalgono alla cabina vuota e minimale dell’Ice; il pozzetto della barca è ottimizzato per facilitare le manovre dell’equipaggio in regata, così come il posto guida è disegnato intorno al pilota. In entrambi i casi, spazio e comfort sono ridotti all’osso.
Risultato: 1-1.
ROUND 6: AERODINAMICA CONTRO FLUIDODINAMICA
Le forme della carena e della chiglia valgono per una barca come il coefficiente aerodinamico su un’auto. Qui, in entrambi i casi l’attenzione è notevole, con una carrozzeria disegnata per tagliare l’aria e assicurare stabilità anche ad alta velocità sulla 4C, mentre sull’Ice tutto è curato per ottimizzare la risposta dell’imbarcazione ai flussi fluidodinamici: la massima efficienza della chiglia è la cosa più importante per avere prestazioni ottimali.
Risultato: 1-1.
ROUND 7: POTENZE DIVERSE A CONFRONTO
Da un lato i 9,9 cv del fuoribordo della barca. Dall’altro, i 240 della sportiva italiana. Da una parte la spinta fornita dalle vele, dall’altra la spinta del turbo. Ogni confronto è impossibile: acqua e asfalto sono elementi troppo distanti.
Risultato: 0-0.
ROUND 8: SOUND A CONFRONTO
Qui si rischia la guerra ideologica. Meglio il rombo del 4 cilindri turbo Alfa o la musica dell’acqua che scivola lungo lo scafo? Non c’è risposta: entrambi regalano forti emozioni, ma per ragioni opposte.
Risultato: 1-1.
ROUND 9: STILE, DENTRO E DUORI DALL’ACQUA
Entrambe compatte nelle dimensioni. Entrambe concepite in Italia. Entrambe oggetti di design. Un dieci metri di razza contro una sportiva a due posti, prua e poppa slanciate contro muso e coda aggressivi. Sono due oggetti bellissimi, al di là dei gusti e delle mode. Da possedere entrambe.
Risultato: 1-1.
ROUND 10: UTILI? NO, DILETTEVOLI
La 4C è una sportiva senza compromessi; l’Ice è una barca sportiva con interni minimali e zero comfort. La prima raggiunge prestazioni da supercar con un “milleotto”, la seconda è una barca da regata ma la si può trasportare su un carrello come un gommone qualsiasi. Volendo, entrambi sono “giocattoli” essenziali, puri e divertenti.
Risultato: 1-1.
La sfida è finita e non c’è vincitore né vinto. Fatte salve le differenze di genere, le affinità elettive fra 4C Spider e Ice 33 Evo sono tante. Il punto centrale sono di certo le emozioni pure e le prestazioni; sono “oggetti” che muovono l’anima prima del corpo, le emozioni prima della ragione. Potendo, meglio averle entrambe; sono il completamento l’una dell’altra. La realizzazione di un sogno: dominare terra e acqua. Rimane solo l’acqua…
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