Tutta questione di family feeling. Questo penso mentre salto a bordo del Dufour 512 Grand Large, a Portopiccolo, poche miglia prima di Trieste. Già, perché con questa ultima evoluzione, uno dei modelli di maggiore successo del cantiere transalpino, il 510 Grand Large, si è rifatto il trucco, soprattutto internamente, puntando sulla razionalizzazione degli spazi e su un’ancora maggiore attenzione ai dettagli.
MODIFICHE INTELLIGENTI
Perché intervenire su una barca che sta avendo un tale successo? Intanto perché si tratta di uno dei primi modelli del nuovo corso Dufour firmato interamente da Umberto Felci e, seguendo una modalità in voga da anni nel mercato automobilistico, era giunto il momento di “aggiornarlo”, aggiungendo le soluzioni che tanto sono piaciute negli ultimi modelli varati.
Non poteva quindi mancare, per esempio, il barbecue in pozzetto, ormai un vero e proprio “must”, lanciato da Dufour e ripreso anche da diversi altri cantieri. Il pozzetto è concepito in modo che chi timona e chi se la gode in crociera, lo possano fare in pieno senza disturbarsi in alcun modo. Vanno viste in quest’ottica sia la grande plancetta poppiera sia le numerose superfici prendisole. A prua la principale novità è la delfiniera fissa, pensata per esaltare le doti sportive (ricordiamoci che stiamo parlando di uno scafo firmato Felci) di questo quindici metri e del suo gennaker.
ERGONOMIA PRIMA DI TUTTO
Sottocoperta si nota subito la principale differenza rispetto al suo predecessore, ovvero la presenza di una cucina “sdoppiata” a C, che libera spazio per un ulteriore divano a murata. Ma non è solo una questione di spai: con questa configurazione la cucina risulta molto più ergonomica e facilmente utilizzabile anche in navigazione. Per il resto, il cantiere ha lavorato sul miglioramento delle finiture, con la volontà di arricchire, anche al tatto, i propri modelli. Diversi poi i layout, da tre fino a un massimo di cinque cabine, pensato quest’ultimo per il mondo del charter.
FACILE AL TIMONE
In mare abbiamo avuto fortuna, trovando vento sopra i 10 nodi. Al timone la barca è precisa e morbida e non c’è bisogno di particolari correzioni per mantenerla in assetto. Dopo ogni virata, riprende velocità in fretta. Il fiocco, senza eccessiva sovrapposizione, è facile da gestire. Di bolina, stringendo un angolo di circa 35° e con 13,5 nodi di apparente, abbiamo mantenuto una velocità di 5,5 nodi, che è salita a 7 quando abbiamo allargato l’angolo fino a 60° pur col vento che iniziava a calare.
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