Tutti la chiedono, tutti la cercano. Ma pochissimi sanno come funziona ed è facile commettere errori grossolani che ne compromettono il funzionamento: stiamo parlando della rete wifi a bordo. Disporre di un’efficiente connessione wireless in barca può esservi di grande aiuto. Schematizzando, sono principalmente due le possibilità a cui avrete accesso con un buon sistema wifi: la prima vi consentirà di accedere a internet da qualunque luogo, in porto come in navigazione. Tutto l’equipaggio potrà essere sempre connesso, con PC, tablet, smartphone. L’accesso alla rete esterna (WAN, Wide Area Network) avviene tramite hot-spot, rete cellulare, satellitare o con modem Pactor collegato a radio SSB. Un vantaggio considerevole è che, essendo connessi a internet, con i plotter di ultima generazione potrete scaricare i file Grib e le previsioni meteo, oltre che eseguire aggiornamenti software. Creando poi una rete locale (LAN, Local Area Network) potrete visualizzare i dati di bordo in modo wireless interagendo con la strumentazione. Ogni dispositivo mobile dotato di wifi diventa un ripetitore dei dati di navigazione (spesso con possibilità di controllo remoto), oppure utilizza i dati per applicazioni specifiche, quali quelle per la regata. Qui vi abbiamo parlato del 4G a bordo, adesso, assieme a un assoluto esperto del settore, Antonio Pezzoni di Nautigamma (che propone i kit per il wifi Wi-Boat), vi spieghiamo come creare una rete affidabile a bordo della vostra barca: partiamo focalizzando l’attenzione sull’antenna wifi, lo strumento con cui si interfacciano direttamente i vostri dispositivi mobili (smartphone, tablet, smartwatch, PC).
L’IMPORTANZA DELL’ANTENNA WIFI
“Avrete notato che nei porti o poco al largo, anche se il vostro device visualizza la rete wireless dei marina o altri hotspot, la connessione è spesso lenta e intermittente”, esordisce Pezzoni. “Questo perché l’antenna wifi interna di smartphone e tablet è stata studiata per un utilizzo principalmente domestico ed è quindi poco sensibile. Il problema si risolve con un’antenna wifi marina esterna. Si tratta di un’antenna dotata di modulo radio wifi (il cosiddetto “booster”, ndr) particolarmente potente, ad essa avvitato, il quale costituisce l’interfaccia wifi verso l’esterno e crea una sorta di effetto ‘ponte’ in grado di stabilire un collegamento a hotspot situati sulla costa anche a 2-3 miglia di distanza. Nella maggior parte dei casi il modulo radio provvede a inviare i dati già in ethernet”. Stiamo parlando di antenne omnidirezionali, in grado di ricevere il segnale a 360° (la barca si muove, sia in navigazione che in rada: i modelli unidirezionali lasciateli sulla terraferma!). Fate poi attenzione che il modello che volete acquistare sia effettivamente marinizzato, quindi impermeabile e studiato per resistere agli agenti atmosferici per lunghi periodi.
GUADAGNO (O GAIN), CHI ERA COSTUI?
Accanto al nome di ogni modello di antenna wifi, troviamo un numero espresso in decibel (dB): quest’ultimo indica il cosiddetto guadagno (gain in inglese). In ambito elettronico, indica la capacità da parte dell’antenna di incrementare l’ampiezza o la potenza di un segnale: con un guadagno molto basso, la trasmissione dell’antenna sarà “a sfera”, quindi proiettata lateralmente, sopra e sotto, ma la capacità ricettiva risulterà ridotta. All’aumentare del gain la sensibilità si svilupperà sul piano orizzontale, e alla sfera si sostituirà un disco di trasmissione sempre più stretto ma in grado di arrivare più lontano. “In barca”, spiega Pezzoni, “non avremo bisogno di antenne dal guadagno particolarmente alto, anche perché all’aumentare del gain incrementano le dimensioni delle stesse e l’installazione di un dispositivo meno compatto – possiamo arrivare ad antenne lunghe più di un metro – risulta problematico. Focalizziamoci quindi su modelli con gain compreso tra i 6 e i 12 decibel: a bordo è necessario disporre di antenne che garantiscono un ampio spettro ricettivo. Una ‘buona visuale’ che consentirà di allacciarci a hotspot situati a diversa altezza”.
DOVE MONTO L’ANTENNA?
L’efficacia di una rete wifi a bordo è determinata anche da dove viene montata l’antenna: “Sfatiamo subito un mito: non è necessario installarla in testa d’albero. Avendo a che fare con frequenze piuttosto elevate, 2.4 gHz, sappiate che è molto difficile trasportare il segnale con un normale cavo coassiale, quindi è bene che il dispositivo sia ubicato in unpunto che non necessita di cablaggi troppo lunghi (massimo 3-4 metri) per raggiungere il modulo radio. Anzi, sarebbe meglio che il modulo, come nel caso dei kit Wi-Boat, fosse direttamente avvitato sull’antenna. Se potete, evitate il cavo coassiale a tutti i costi. Alla luce di quanto detto, i posti migliori risultano essere sull’albero, ma in corrispondenza del primo ordine di crocette, sull’eventuale rollbar o sul pulpito a poppa”.
ACCESS POINT E ROUTER
Perché l’antenna funzioni, avrà bisogno di un cosiddetto access point (un punto di innesto alla rete locale) o meglio di un router, unica possibilità di accesso alla rete esterna: quest’ultimo funziona come “punto di smistamento” del traffico locale (dati di bordo NMEA o derivanti da protocolli privati tipo SeaTalk di Raymarine, applicazioni varie) e di quello esterno (internet). Per quanto riguarda la configurazione, “potremmo realizzarla via web tramite qualsiasi dispositivo mobile, digitando l’indirizzo IP del router e del modulo radio wifi”. C’è un errore classico che viene perpetrato dai neofiti, in sede di cablaggio: “Può accadere che il modulo radio wifi venga collegato, per sbaglio, alla porta della rete locale LAN del router, quando in realtà va sempre collegato alla porta WAN: in questo caso non riusciremo ad accedere ad internet!”. Controllate bene il nome della porta a cui collegherete il cavo ethernet del modulo radio wifi. “Il router si incarica anche di stabilire in modo automatico la connessione a internet in base a ciò che trova disponibile, secondo una precisa priorità. L’accesso primario verso il web viene tentato con l’hotspot wifi; se non ne trova, passa direttamente alla rete telefonica, eventualmente anche con una seconda SIM se presente, e da ultimo si attiva il canale verso la rete satellitare. Questa priorità è la più logica pensando ai costi di utilizzo”.
LA RETE WIFI A BORDO
I router, a seconda dei modelli, dispongono di più porte ethernet. Ad una porta WAN, abbiamo detto, andrà necessariamente collegata l’antenna wifi per avere accesso a internet, alle altre porte LAN potrete collegare PC, webcam, terminali satellitari, modem Pactor. “Nelle versioni evolute di router”, conclude Pezzoni, “troveremo anche una porta seriale NMEA 0183: grazie a questa saremo in grado di ricevere e condividere i dati sui vari dispositivi connessi degli strumenti di bordo che utilizzano quel determinato tipo di protocollo. Per l’interfaccia NMEA 2000, in grado di mettere in comunicazione e relazione dati provenienti da strumenti di marche differenti, o per protocolli di comunicazione privati tipo il SeaTalk di Raymarine, sarà necessario collegare al router un convertitore a più canali (il cosiddetto multiplexer)”. Il router e il modulo radio vanno collegati alle normali batterie dei servizi a bordo, con consumi irrisori (20-25 W, circa 2 A).
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